Roma, 42 chilometri di storia
Noi all’andata abbiamo riservato tre posti nella classe Smart dell’Italo per una quarantina di euro ed il viaggio è durato circa 4 ore: sedili confortevoli e macchinette per un pasto al volo. Valore aggiunto del treno è il fatto che molti altri atleti lo prendono per raggiungere Roma: di fianco a noi altri tre signori erano alla loro prima maratona e in tutto il vagone spuntavano magliette traspiranti con la scritta ” finisher “, tipiche di chi quei 42 km li ha già fatti almeno una volta. Mi sono emozionata io, che di quella strana comitiva ero solo un’appendice, figuratevi le mie due compagne di viaggio che in quel mondo si stavano per immergere. Arrivate puntuali a Roma Tiburtina ci siamo dirette con la metro (giornaliero 6 euro, corsa singola 1,5) alla fermata Colosseo, destinazione casa per ferie Santa Lucia Filippini, situata in via delle Botteghe Oscure: sistemazione confortevole, in pieno centro con prima colazione inclusa. Questi ostelli di carattere religioso a Roma costituiscono la migliore scelta come rapporto qualità-prezzo e si trovano ovunque. Dopo il pranzo in uno dei tanti localini delle vicinanze, mia mamma e la sua amica sono andate a recuperare il pettorale per la gara dell’indomani: io ho avuto così tutto il tempo necessario per esplorare i dintorni. A poca distanza incontrerete subito il Campidoglio, con la bellissima piazza antistante disegnata da Michelangelo, e alla sua sinistra la Basilica di Santa Maria in Ara Caeli: sublime al suo interno, costituisce insieme al Campidoglio un piacevole incontro tra sacro e profano, tra potere religioso e terreno. Un piccolo sentiero vi collega anche al retro del monumento Altare della Patria, dal cui tetto panoramico osserverete la magia dei fori imperiali. Se volete, un ascensore vi conduce più in alto, ma il costo è di 7 euro. Lasciandomi trasportare, senza cartina, ho poi imboccato la via dietro il Campidoglio, che dopo una passeggiata nel verde vi condurrà dritti in un mercato rionale: qui sulla destra troverete una bancarella che vende fiori, i più belli che io abbia mai visto. Proseguendo per un po’ ( non abbiate paura di camminare a Roma) si apre poi il Circo Massimo: un posto davvero curioso, perfetto per le famiglie. Sempre proseguendo dritto si incontra poi la sede della FAO, che però di sabato non è possibile visitare: dall’esterno non è un bel edificio, ma la bandiera celeste che svolazza sopra l’entrata gli conferisce un nonsoché di fascinoso. Oltre la sede FAO, seguendo il viale alberato, troverete le terme di Caracalla: anche qui l’entrata è a pagamento, circa una decina di euro a testa.
Guardando il cielo (perché oltre che senza cartina vi consiglio di visitare Roma anche senza orologio) mi sono accorta che il sole stava ormai calando e mi sono avviata lungo la via del ritorno: di nuovo davanti alla sede della FAO, ma questa volta ho svoltato a destra rientrando in direzione Fori Imperiali. Vicino al Colosseo, che in questi mesi è per metà coperto da un’impalcatura causa ristrutturazione, ho fatto una tappa per ammirare la Basilica di S. Pietro in vincoli, che deve il suo nome al miracolo delle catene indossate dal santo: oltre a quelle reliquie è possibile ammirare un altro grande miracolo, il Mosè di Michelangelo. Unica nota di cattivo gusto: se volete vederlo illuminato a dovere la gabella è di 1 euro. Ritornata verso il Colosseo ho poi passeggiato in Piazza Venezia, scorgendo il famoso balcone del discorso di Mussolini; imboccata via del Plebiscito ritornare in via delle Botteghe Oscure è stato un attimo, non prima di aver però visto la famosa colonia di 350 gatti che popolano le rovine di un’antica area sacra romana. In albergo mi sono ricongiunta alle due maratonete e abbiamo deciso di assaggiare una gustosa pizza prima di andare a dormire.
La partenza di una maratona è qualcosa di straordinario: 19mila persone che si muovono insieme formano una cordata di adrenalina che ti fa venir voglia di abbandonare la borsa e metterti a correre. Lo sparo di inizio seguito da boati di incoraggiamento rappresentano un inno a chi corre, con i suoi tempi e le sue limitazioni. Se oltre che buoni accompagnatori siete anche discreti fotografi, i vostri maratoneti vi avranno assegnato l’arduo compito di incrociarli un po’ qua un po’ là per immortalare l’impresa: anche questa è per voi un’occasione di girare Roma. Vi consiglio di scegliere punti strategici in modo che possiate anche visitare alcuni luoghi mentre premete il flash. Io ad esempio, incontrandole a intervalli di circa 10 km, ho avuto modo di visitare il tempio di Vesta, la Bocca della Verità e Piazza di Spagna. Anche fare il tifo è un compito che vi dovrete accollare: le scene più divertenti si vedono quando aspettate anche gli ultimi, che vi ringrazieranno del vostro supporto con scherzose battute. Non siate timidi, tirare fuori la voce è d’obbligo: preparate anche qualche frase in inglese o spagnolo, i corridori vengono da ogni parte del mondo. L’arrivo lo vedrete in base al vostro “cavallo da corsa”: se non accompagnate un keniota, raramente vedrete il primo arrivare ma anche veder tagliare il traguardo alle persone che da sempre conoscete è un gran bella emozione!
Terminata l’emozione della corsa e finalmente conquistata la medagliata di rito per tutti coloro che terminano la maratona, mia mamma e la sua amica stremate sono tornate in albergo: questa per me è stata invece l’ultima occasione per esplorare Roma. Sono partita da via delle Botteghe e mi sono diretta verso via del Plebiscito che sfocia poi in Corso Vittorio Emanuele II; la passeggiata vi porta nella Roma vera, quella tra palazzi e negozietti, dove impera quell’accento da romano de’ Roma. Alla fine la ricompensa è una sublime vista su Piazza San Pietro e sul Vaticano. Non avendo molto tempo a disposizione non ho considerato Castel Gandolfo che comunque si presenta a poca distanza da voi, preferendo fare una approfondita visista della basilica. Purtroppo l’ora era già tarda e la mia visita si è fermata a metà navata, bloccata da solerti agenti che già alle 17 iniziano a fare defluire la gente verso l’uscita. Un poco delusa, mi consolo con una lunga passeggiata lungo via Cola di Rienzo, che parte sulla sinistra guardando S.Pietro: negozi di marca si alternano a quelli di souvenir e come svago è più che accettabile; proseguendo oltre il ponte che scorgete alla fine della via vi ritroverete in Piazza del Popolo da cui potrete riprendere la metro per tornare in zona Colosseo.
Vista l’enorme fatica fatta dalle due maratonete e un po’ di stordimento alle gambe sentito anche da me, noi tre donne abbiamo deciso di concederci un’ultima cenetta in una trattoria tipica: la trattoria ebraico-romana ” da Nonna Betta” è un tripudio di sapori proprio nel centro del ghetto ebraico, connubio tra la tradizione israelita e quella della capitale. Prezzi medi e qualità eccellente.
L’indomani mattina riparto, sempre col treno ma questa volta con la compagnia di bandiera, Trenitalia: il FrecciaRossa offre le stesse comodità dell’Italo ma questa volta il prezzo è leggermente più elevato. Arrivo puntuale a Milano Centrale e per prendere la coincidenza faccio anche io una corsetta, così tanto per emulare quei 19mila che tanto mi hanno emozionata.