Praga e dintorni 2008
Cominciamo col dire che 3-5 giorni sono sufficienti per vedere le attrattive fondamentali e per lasciarsi incantare dalle bellezze della città.
Tuttavia, nel nostro caso, avendo 8 giorni a disposizione, abbiamo potuto esplorarla e godercela con calma ed in più, siamo riusciti a dedicare 3 giorni anche ai dintorni di Praga e non ce ne siamo affatto pentiti!!!.
Ma procediamo con ordine.
Siamo partiti da Napoli con SKYEurope, compagnia affidabilissima, durata del volo circa 2 ore e 15 minuti. Avevamo prenotato i biglietti con largo anticipo ed eravamo riusciti a strappare un prezzo concorrenziale nonostante l’altissima stagione (poco più di 150 €uro a testa andata e ritorno).
Viaggiando con un bambino di 8 anni al seguito, abbiamo preferito optare per un appartamento che abbiamo fittato tramite internet su un sito ceco ) L’appartamento (“standard”) era davvero perfetto con uno straordinario rapporto tra prezzo e qualità dei servizi offerti (abbiamo pagato in 3 soltanto 54 Euro a notte). Uno spazioso ambiente living con una deliziosa mansarda, tutto nuovissimo e accessoriato (tv satellitare per vedere le olimpiadi ed i tg italiani) e persino due bagni!!! Avevamo concordato sempre via e-mail anche il transfert dall’aeroporto di Ruzyne ( circa 20 Km da Praga) al residence, per la cifra di 60 Euro A/R.
Il nostro residence si trovava nella zona di Smichov, una ex-zona industriale, appena ai margini del centro storico di Praga, a 7 minuti dalle fermate di metrò e tram.
Abbiamo raggiunto sempre il centro senza alcuna difficoltà, visto che i mezzi pubblici (tram e metrò in primis) sono efficientissimi e non dispendiosi (100 Kc pari a poco più di 4 Euro il biglietto giornaliero, mentre il biglietto da 75 minuti costa 26Kc).
Praga è una città sicura (meglio comunque fare sempre attenzione ai borseggiatori quando si è in fila), non abbiamo mai avuto la sensazione di poter fare brutti incontri o di essere infastiditi da qualcuno nel corso del nostro soggiorno, tram e metrò sono affollati ad ogni ora e le corse sono abbastanza frequenti anche nelle ore serali.
Per quanto riguarda il cambio vi suggeriamo di ricorrere al cambio ufficiale in Italia prima della partenza (sicuramente più vantaggioso dei cambiavalute locali) ed in caso di necessità prelevare dal circuito Bancomat in loco.
La città di Praga, o meglio il suo centro storico, è sostanzialmente suddivisa in 5 quartieri:Mala Strana (città piccola), Stare Mesto (città vecchia), Nove Mesto (città nuova), Hradcany (castello) e Visehrad.
Abbiamo cominciato la nostra visita dal Castello di Praga, una vasta area monumentale sulla collina che domina il centro pulsante di Praga dalla quale si può godere uno spettacolare panorama sulla città e sul corso sinuoso della Moldava (Vltava).
Si arriva in cima agevolmente con il tram oppure, con il metrò con 10 minuti di cammino (fermata Hrad o Malostranka).
Per il biglietto d’ingresso alle attrazioni turistiche si può optare per il “giro breve”, che raggruppa i siti più interessanti (300 KC biglietto “famiglia” che include due genitori e fino a due bambini al disotto dei 12 anni) o per quello “completo”. Noi abbiamo preferito quello breve ritenendo troppo dispersivo voler vedere tutto.
Abbiamo cominciato la visita dai Giardini Reali per poi passare al vecchio Palazzo Reale, quindi la medievale Basilica di San Giorgio.
Successivamente, dopo una sosta per un panino (i prezzi dei ristoranti qui sono molto alti se rapportati alla media “praghese”) ecco il suggestivo “Vicolo d’oro” con il suo delizioso susseguirsi di pittoresche e coloratissime botteghe artigiane ed una interessante galleria dove è possibile ammirare una sterminata collezione di armature e armi medievali. Qui Valeria si è cimentata con un tiro alla balestra ottenendo discreti risultati.
Ci siamo poi diretti alla torre Dalibor, al cui interno vi è una collezione di strumenti di tortura ed abbiamo visitato le “segrete”.
La visita alla stupefacente cattedrale gotica di San Vito ce la siamo riservata alla fine del giro, anche a causa della impressionante lunghezza della fila all’ingresso, fila che tuttavia, si sarebbe sfoltita abbastanza rapidamente.
Meravigliose le vetrate colorate e le cappelle laterali, indispensabile a ragion veduta, la visita guidata (della quale abbiamo patito la mancanza) visto lo straordinario concentrato di storia e di arte che vi si può trovare.
In serata abbiamo fatto una passeggiata sulle rive della Moldava, il castello e la cattedrale, visti da giù, con le luci del tramonto e poi con la suggestiva illuminazione notturna riflessi nell’acqua del fiume quasi a specchiarsi, acquistavano un fascino davvero speciale e connotavano con la loro maestosa sagoma l’inconfondibile panorama praghese.
Lungo la strada, anche grazie allo spirito di osservazione del nostro piccolo Riccardo, abbiamo avuto modo di notare la strabiliante quantità di ragni che costruiscono, laboriosi ed onnipresenti, ragnatele ovunque.
Ogni lampione, finestra, i pali del tram, tutte le transenne che corrono sul lungofiume, ogni rientranza o anfratto, sono monopolizzate dalla presenza degli innocui aracnidi (in verità davvero enormi rispetto agli standard nostrani). Non sapremmo dire se è un fenomeno di stagione o se qui è sempre così, comunque, a meno di non soffrire di aracnofobia, non creano alcun problema sebbene contribuiscano sicuramente a conferire alla città un aspetto un po’ magico e sinistro.
Ci siamo quindi immersi nella magica atmosfera dello strepitoso Ponte Carlo, con le sue statue, le vedute mozzafiato sul castello e sulla Moldava, i suoi artisti di strada e tutto quanto fa di questo luogo un posto leggendario.
Quindi un romantico giro in battello (“290 KC a persona”) per ammirare le bellezze di Praga anche dalla Moldava (carino ma tutto sommato se ne può fare a meno, considerata anche la brevità del percorso).
Il giorno dopo, con la funicolare che parte da Mala Strana, siamo saliti in cima alla torre di Petrin (una copia in miniatura della blasonata Torre Eiffel), nell’omonimo parco da cui è possibile avere una delle più panoramiche viste sull’intera città.
Quindi un passaggio al simpatico labirinto degli specchi (70 KC) per poi avviarci verso la gradevolissima passeggiata dal parco verso il monastero di Strahov (chiuso perché era lunedì, ci torneremo in seguito per ammirarne la Biblioteca e la sala filosofale visibili però purtroppo soltanto dall’esterno). A proposito il lunedì sono chiusi quasi tutti i monumenti.
Durante il percorso, anche grazie alla splendida giornata di sole (il nostro arrivo due giorni prima era stato funestato da una fastidiosa pioggia battente e faceva anche piuttosto freddino) abbiamo goduto degli splendidi scorci su Mala Strana, sul Ponte Carlo e sulla Città vecchia ed abbiamo potuto sfogare la nostra ingordigia di foto ricordo.
Siamo tornati giù a Mala Strana percorrendo la meravigliosa “Nerudova”, una ripida discesa ai cui lati si allineano le imponenti facciate di prestigiose ambasciate e di stupendi palazzi.
A Praga lo sguardo va tenuto alto per ammirare le policromie, le tinte pastello e gli stucchi dei palazzi; è una architettura densa di colori che nella sua vivacità conserva una fierissima eleganza senza mai diventare chiassosa o peggio ancora volgare.
Chiassosa è piuttosto la fiumana di turisti che percorre incessante le vie del centro e che affolla ogni angolo, addensandosi sulle direttrici Ponte Carlo, Starometska, Piazza Venceslao e divorando l’onnipresente paccottiglia a buon mercato nelle innumerevoli botteghe che vendono quel genere di oggetti che si trova ormai indistintamente, in qualsiasi angolo del pianeta.
Ma tant’è: piccolo tributo da riconoscere tutto sommato volentieri, affinché quanta più gente possibile possa godere della bellezza di un posto come questo.
Dunque ci siamo immersi felici e ci siamo confusi nella marea vociante percorrendo nuovamente il Ponte Carlo e raggiungendo l’impagabile spettacolo della “Starometska Namesti”, la piazza della città vecchia, a mio parere la più bella piazza del mondo (per quanto ho avuto modo di vedere sino ad ora beninteso, che non è poco, grazie a Dio).
Su un lato si affaccia l’orologio astronomico che ad ogni scoccare di ora mostra i suoi personaggi in movimento, tutt’attorno le facciate di stupendi edifici, alle pendici dei quali si estendono innumerevoli locali, mentre le affascinanti guglie della chiesa di Tyn proiettano il loro fiabesco profilo sull’intera piazza.
Il giorno dopo andiamo a ritirare l’auto noleggiata su internet al costo di 102 € per tre giorni. A questa cifra andranno aggiunti 20 € per l’utilizzo al di fuori della Rep. Ceca. Difatti la nostra prima meta è stata la stupenda città di Dresda in Germania. Vogliamo assolutamente consigliare a tutti quelli che desiderano fare un viaggio a Praga di preventivare un giorno in più per dedicarlo a questo gioiello del barocco Sassone che trabocca di stupendi e sontuosi monumenti e dista soltanto 160 km da Praga.
Con l’auto abbiamo impiegato circa due ore e un quarto rispettando rigorosamente i limiti di velocità imposti dalle attente e severe (ci hanno detto) leggi sulla circolazione.
Abbiamo parcheggiato l’auto senza alcuna difficoltà in un parcheggio ai margini del centro storico (6 € il ticket giornaliero)che abbiamo raggiunto in pochissimi minuti con la massima faciltà.
Dresda, detta anche “la Firenze dell’Elba” (il fiume che l’attraversa sulle cui sponde sorgono castelli e bellissime ville) è stata interamente ricostruita dopo il devastante attacco aereo del 1945, che poco prima della fine della guerra, la rase completamente al suolo mietendo decine di migliaia di vittime e distruggendo del tutto il suo mirabile patrimonio architettonico.
Solo da qualche anno è stata terminata la ricostruzione della “Frauenkirche” la spettacolare chiesa simbolo di Dresda (ed in seguito della sua distruzione).
Molto suggestivi i suoi interni e particolarissima la sua linea architettonica, con le tribune laterali a ridosso della platea dalla forma circolare e con la cupola dai delicati colori pastello. E’ una chiesa luterana che rassomiglia più ad un teatro che ad una chiesa forse proprio a voler sottolineare la vocazione assembleare del culto.
Strepitoso è lo “Zwinger” un complesso di edifici barocchi al cui interno sorge un parco con giardini e fontane, nato come spazio per i sontuosi ricevimenti di corte di Augusto il Forte, il re Sassone sotto il cui regno all’inizio del 1700 Dresda assurse a città di rango europeo.
Al suo interno, un famoso museo di porcellane e la ”Gemaldgalerie” (non abbiamo potuto vedere né l’uno né l’altro per mancanza di tempo) ricca di dipinti del rinascimento italiano che i tedeschi precisano con orgoglio non sono stati trafugati o frutto di bottino di guerra, ma regolarmente commissionati dai regnanti dell’epoca. Degno di nota anche il “Semperoper” teatro lirico e la cattedrale (che mi ha ricordato le nostrane cattedrali barocche di Modica e Ragusa, forse per il recentissimo e fresco ricordo).
Abbiamo effettuato il giro della città con un bus turistico a due piani che al costo di 20 € a persona, conduce nei punti di maggior interesse offrendoti la possibilità di scendere per poi risalire e continuare il giro (ne passa uno ogni mezz’ora e staziona di fronte al Semperoper nella piazza principale).
Il giorno dopo lo abbiamo dedicato ai due castelli di Karlstein e Konopiste. Distano entrambi circa un’ora di macchina da Praga (40 Km e 60 Km rispettivamente).
Karlstein è sicuramente il più bello dei due, anche se gli interni non risultano particolarmente interessanti. Molto gradevole è la passeggiata, soprattutto per i suggestivi scorci del castello che comincia pian piano ad intravedersi lungo la ripida salita per la quale si accede al castello.
Per i più sfaticati (per una sola volta siamo appartenuti a questa infamante categoria) c’è la salita con la carrozzella (costo 150 Kc).
Konopiste è un castello con meno fascino ma con un bel parco ed un laghetto che da solo merita la visita. Non abbiamo visto gli interni (quasi tutti i monumenti chiudono alle 17,00), ma pare sia interessante la sterminata collezione di animali imbalsamati e trofei di caccia di Francesco Ferdinando d’Este (l’arciduca ucciso a Sarajevo nel 1914 dal cui assassinio scaturì la I guerra mondiale) proprietario del castello.
Nell’ultimo giorno dedicato ai dintorni di Praga la scelta è caduta su Kutna Hora, cittadina medievale a 60 km da Praga verso Est. Kutna Hora è famosa per essere stato un importante centro per l’estrazione dell’argento dalle numerose miniere circostanti.
Dopo aver visitato la cattedrale gotica (mi ha ricordato molto la Notre Dame di Parigi il retro della facciata esterna) ed aver fatto una passeggiata nel grazioso centro storico siamo andati in un posto davvero unico al mondo (checchè se ne pensi…) l’ossario di Sedlec.
In una cappella, con le ossa di 40.000 scheletri, accumulatesi nei secoli per ragioni storiche, un’artista dall’estro macabro e sinistro ha realizzato su commissione del proprietario, opere d’arte assolutamente straordinarie utilizzando esclusivamente il solo materiale a suo disposizione nell’ossario, per l’appunto resti di scheletri umani.
L’impatto emotivo è decisamente forte, per un po’ si ha l’impressione di violare la sacralità della morte, avendo al suo tremendo cospetto un atteggiamento beffardamente irrisorio e per certi versi blasfemo.
Poi man mano ci si lascia attrarre dalla singolare bellezza (!?!) delle opere d’arte (lampadari, campane, stemmi, decorazioni applicate al soffitto quasi fossero festoni) costruite con siffatto materiale e aldilà del rispetto che per forza di cose incutono i resti umani, prevale indubbiamente un sentimento dell’effimero (“memento semper”).
Tuttavia, si potrebbe interpretare il tutto anche (per certi versi) come il tentativo della bellezza di sconfiggere la morte e la paura, facendo divenire queste ultime, “strumento” della bellezza.
Di ritorno da Kutna Hora passeggiata per il quartiere ebraico di Josefov, nella città vecchia.
Abbiamo rinunciato al giro delle Sinagoghe, (il piccolo Riccardo ha già avuto troppa pazienza a visitare decine di chiese negli ultimi giorni e non vogliamo abusare) ci limitiamo ad un’occhiata da fuori e ci godiamo la passeggiata sulla Paritska la elegante strada alberata cha da Namesti Republicke conduce alla piazza della Città Vecchia.
Ci fermiamo a cena da “U sveick” (Siroka, una traversa di Paritska). Ristorante vivamente consigliato (noi stessi lo avevamo scelto per le recensioni positive che confermiamo senz’altro).
In generale a Praga si mangia bene e si spende molto meno che da noi ( dai 15 ai 20 € per un pasto completo) Vi suggeriamo in ogni caso, di dare sempre una occhiata preventiva al menù perché i prezzi possono variare tantissimo a seconda della zona ed è meglio evitare sgradite sorprese.
A noi è capitato l’ultima sera di cenare in un locale sulle scale che conducono alla Nerudova (all’apparenza semplice e senza pretese ) e di pagare un conto …”italiano” (più di 80 € per tre piatti unici, un primo e due birre).
Dopo la lauta e gratificante cena raggiungiamo a piedi la Piazza San Venceslao, il cuore di Nove Mesto. Proprio nei giorni della nostra permanenza a Praga ricorreva il 40emo anniversario della invasione sovietica che soffocò le speranze della pacifica Rivoluzione detta Primavera di Praga nell’agosto del ‘68.
Nella piazza, dominata a monte dal maestoso museo nazionale Ceko e dall’imponente statua di Venceslao, abbiamo trovato numerose testimonianze a ricordo di quei giorni, mostre fotografiche e persino un carro armato con un fascio di rose nella mitragliatrice a simboleggiare il contrasto tra gli intenti pacifici del movimento e la inflessibile “ragion di stato” di burocrati e militari sovietici.
Piazza San Venceslao è uno sterminato rettangolo lungo diverse centinaia di metri e rappresenta l’anima più cosmopolita e “commerciale”, nel senso forse più deteriore del termine, della Praga di oggi. Possiamo dire che qui si tocca con mano l’altra faccia di Praga, quella dei Casinò, dei locali Hard, delle discoteche ed altro..
Nei due giorni che ci rimanevano abbiamo avuto modo di visitare ancora il Santuario di Loreta (degno di nota il tesoro ivi custodito, in particolare un ostensorio d’oro sul quale sono stati incastonati ben 6.222 diamanti e per il suo splendore denominato “Il Sole di Praga”) copia del nostro Santuario di Loreto ed il monastero di Strahov con la biblioteca (visite queste ultime interessanti, ma non indispensabili a nostro giudizio qualora aveste poco tempo a disposizione).
Molto gradevole invece, l’atmosfera che si respira nel piccolo isolotto di Kampa, un lembo di terra sulla Moldava al quale si accede una volta che si sia oltrepassato il Ponte Carlo per dirigersi verso Mala Strana.
E’ possibile visitare il museo di arte contemporanea allestito in un edificio sulle rive del fiume oppure, passeggiare all’interno del parco. Noi abbiamo optato per la seconda soluzione con una sosta al muro di John Lennon ( graffiti variopinti e scritte pacifiste in memoria del musicista ucciso da un folle il cui viso campeggia su un bassorilievo) ed una occhiata al romantico mulino ad acqua tuttora in funzione.
C’è stato ancora tempo per andare a vedere la bizzarra “casa danzante” detta anche “Ginger e Fred” chiamata così per via del suo particolarissimo e sinuoso profilo; una soluzione architettonica ardita e sicuramente originale nel quartiere di Nove Mesto sulle rive della Moldava che non manca di suscitare polemiche per via del contrasto con gli edifici circostanti.
Ed ancora, la collina di Visehrad con la sua Cattedrale dal variopinto portale ed il mausoleo con le spoglie mortali dei Ceki più illustri da Kafka a Smetana Infine, prima di ritornare a casa a preparare le nostre valigie per l’indomani abbiamo voluto ripercorrere ancora una volta la magica Karlova per arrivare da Stare Mesto al Ponte Carlo (quanto impagabile sarebbe stato il poterlo percorrere alle prime ore dell’alba, quando sarebbe stato libero dall’incessante viavai dei turisti… ma la nostra pigrizia ci ha impedito la necessaria levataccia..).
Abbiamo lasciato Praga con il rimpianto che accompagna ogni partenza da un luogo che lascia la sua impronta nei nostri cuori.
Ci restano le stupende emozioni che ha saputo regalarci e beninteso le centinaia di foto che abbiamo scattato…
Gianni, Valeria e Ricky.