Perù magico: la via degli inca e dei sacerdoti Q’eros.

Cuzco, l’ombelico del mondo Machu Picchu, la città perduta degli Inca. Ritiro spirituale con un sacerdote della comunità dei Q'eros
Scritto da: ZaraElisa
perù magico: la via degli inca e dei sacerdoti q'eros.
Partenza il: 11/05/2019
Ritorno il: 30/05/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Partenza da Milano,volo diretto per Lima, coincidenza immediata per Cuzco. Dopo 11 ore di viaggio atterriamo a Lima per prendere subito la coincidenza per Cuzco la nostra destinazione. Un’ora di volo ci porta a Cuzco con un fantastico atterraggio tra le case della città dove si trova l’aeroporto. Osserviamo subito i colori marroni e grigi degli edifici costruiti anche sulle montagne, la città antica è immensa. Anche se è maggio, quasi inverno il sole a 3400 m batte forte e lascia un clima piacevole. Un taxi ci viene a prendere per portarci all’ostello che abbiamo prenotato online. Ci riposiamo un po’ e poi decidiamo di scendere in centro che dista solo 10 m a piedi dal nostro ostello. Camminiamo tra le stradine strette di Cuzco, scendiamo dato che è situato sulla parte più alta della città. Notiamo che facciamo fatica a respirare per l’altitudine. Ci dirigiamo a Plaza de Armas, la parte più turistica , dove troviamo anche tutti i locali ed i turisti e i venditori di souvenir che li perseguitano.

Cuzco si chiamerebbe l’ombelico del mondo grazie ad una leggenda. La leggenda vuole che il capo inca Manco Capac e sua sorella e sposa Mama Ocllo, per ordine della divinità del sole Inti partirono al lago Titicaca alla ricerca di un luogo prescelto dove il cuneo d’oro che portavano con sé sarebbe affondato nella terra senza fatica. Dirigendosi verso nord, raggiunsero la valle di Cuzco, dove il cuneo sprofondò all’istante e venne inghiottito dalla Pachamama, la madre terra. Questo segna il mitologico inizio della civiltà inca e della capitale del grande impero, la città chiamata “ombelico” (in lingua quechua). Cuzco con i suoi circa 500.000 abitanti è situata a 3400 m di altitudine, fu progettata a forma di puma, animale sacro degli inca, anche simbolo di forza e dominio. La città si trova in una valle dominata dalla Cordigliera: paesaggio maestoso unito a quello del cielo, ci stupisce di meraviglia. Anticamente la città era divisa in due settori: la Hanan Cuzco, città alta e la Hurin Cuzco, la città bassa. Le strade erano strette, le mura dei palazzi erano immense, formate da grandi pietre resistenti ai terremoti che hanno colpito la città ed anche ai vandalismi dei conquistatori spagnoli. Ancora oggi è un mistero come queste pietre siano state tagliate e assemblate a secco con una precisione impressionante. La via più caratteristica è la Calle Trinufo (contigua a Plaza de Armas) dove si affaccia il palazzo Hatunrumiyop dell’Inca Roca. Il suo muro esterno possiede la famosa pietra dei 12 angoli. La Plaza de Armas è molto animata e percorsa da tutti , conserva molte tracce del passato. Troviamo chiese, palazzi e case coloniali costruite sui resti delle antiche mura inca, dato che gli spagnoli abbatterono solo la parte superiore degli edifici. Infatti è proprio qui che la città riflette una contraddizione tra le due culture diverse e la loro architettura. La Plaza de Armas prima si chiamava Huacaytapa che in quechua significa lamento o preghiera. Era il doppio di grandezza e aveva un significato religioso, rappresentava il corpo del puma, l’animale sacro. Dopo la conquista degli spagnoli molti edifici furono distrutti e saccheggiati, e sopra gli antichi templi ed edifici inca vennero costruite chiese spagnole, per esempio sul Coricancha, templo del sole, Francisco Pizzarro fece costruire il convento di Santo Domingo, anche se una parte è rimasta. Coricancha significa oro e recinto “recinto di oro” era l’edificio dedicato al sole. Sulle rovine del Quishuarcancha, palazzo dell’ Inca Viracocha si edificò la Cattedrale, sulle rovine dell’ Amarucancha palazzo dell’Inca Huayna Capac si costruì la chiesa della Compagnia di Gesù. Il vicolo calle Loreto che la costeggia è molto suggestivo,dato che è racchiuso tre le sue possenti mura e quelle della Casa delle Vergini del Sole. Molti edifici risalenti al periodo coloniale valgono comunque la pena d’essere visitati per il loro valore storico e artistico; come il Seminario di San Antonio Abate, ora sede dell’hotel “Monasterio di Cuzco”, che conserva l’antico impianto architettonico. Oggi è uno degli hotel più suggestivi ed eleganti della città.

Da vedere è anche “La casa di Garcilaso de la Vega”, il famoso cronista storica figlio di un nobile spagnolo e di una nipote dell’Inca Huayna Capac. L’edificio è sede dell’Istituto nacional de Cultura. “La casa de los Cuatro Bustos” è ora sede dell’albergo Libertador e il “Palacio del Almirante” è ora sede del Museo Regionale di Cuzco. La Chiesa della Mercede venne distrutta nel 1650 da un terribile terremoto e di seguito venne ricostruita nel 1675 la chiesa della Mercede dagli spagnoli. La chiesa era una delle più antiche di Cuzco. Oggi è una dei migliori esempi di stile barocco cuzchegno. La chiesa si affacciasse una piccola piazza dove si sviluppa il mercato della città, che viene raggiunto ogni giorno dagli indios da ogni parte. Cuzco ospita vari mercati artigianali bellissimi, ci stupiscono i loro colori, le facce dei cuzchegni e anche i sapori del cibo. La cucina peruviana infatti non è proprio da sottovalutare, offre molti piatti squisiti tra carne e pesce e molte verdure. Come bibite ed infusioni troviamo anche il tè o mate di coca, che aiuterebbe coloro che ha problemi di altitudine. Io forse ho un po’ esagerato!

Il primi due giorni ci dedichiamo a visitare questa splendida città antica, nella quale ci immergiamo sentendoci infatti trasportare nel passato.

Il terzo giorno prendiamo un bus turistico che in quattro ore ci fa visitare Cuzco dall’alto del bus e poi ci porta fuori città, percorriamo con una guida tutti i luoghi più importanti tra cui: Cristo blanco in alto con vista mozzafiato sulla città di Cuzco, i siti archeologici inca Quenqo, Puca Pucara, Sacsayhuaman, Qolcampata Palacio de Manco Capac, Tempio di San Cristobal fino ad arrivare a una riserva di animali chiamata Santuario Animal de Cochahuasi dove troviamo anche animali in via d’estinzione come il Condor, osserviamo il volo del Condor, il puma, coati, i lama, alpaca, vicunia, scimmie ed orsi, gato montes ed il cane peruviano senza pelo. Una riserva ben tenuta e dove si rispettano gli animali. Troviamo anche un centro di artigianato dove si fanno tessuti e si possono comprare dei souvenir. Al ritorno visitiamo anche una cerimonia tenuta da un sacerdote della comunità Q’eros. La cerimonia con la foglia di coca. Qui ci fa una pulizia energetica e proviamo anche la pannocchia col formaggio per finire in bellezza la giornata. Infine il bus turistico ci riporta in Plaza de Armas e torniamo in ostello, stanchi ancora per l’altitudine.

Quarto e quinto giorno: sono dedicati alla visita di un sacerdote della comunità dei Q’eros che parla solo quechua e il quale ho potuto contattare grazie al nipote che parla spagnolo e ci fa da traduttore ed interprete. Il primo giorno andiamo alla Laguna Huacarpay, stupendo posto che raggiungiamo in un taxi privato che abbiamo affittato con autista per quest’escursione. Arrivati alla laguna circondata da alte montagne e molto prato, si sente subito il caldo del sole che batte ad alta quota, anche se siamo scesi un po’ rispetto a Cuzco. Humberto il sacerdote mi fa una pulizia ed un despacho chiamato Nusta Karpay. Il despacho sono delle offerte e richieste alla Pachamama (madre terra) e agli Apu ( gli spiriti delle montagne) alla fine mi bagno nella laguna. Il quinto giorno la iniziazione ed il despacho hanno luogo sulla parte alta di Cuzco.

Il sesto giorno ci avventuriamo al famoso Machu Picchu. il biglietto è consigliabile comprarlo in anticipo in una delle agenzie della città, qui si offrono diverse opzioni. Ci si può arrivare in diversi modi , anche facendo il trekking dell’inca ma noi optiamo per il treno e l’autobus, perché abbiamo poco tempo. Partiamo di mattina in un camioncino da Cuzco fino alla bellissima città di Ollantaytambo, da dove prendiamo il treno già prenotato dall’agenzia per proseguire fino a Aguas Calientes . Questo treno il IncaRail è solo per turisti ed infatti molto caro, i peruviani si muovono in un altro treno il Perurail. Una volta arrivati a Aguas Calientes bisogna prendere un’altro micro (minibus) che ci porta fino all’entrata del Machu Picchu (circa 20 min). Da qui si potrebbe anche camminare fino all’entrata, ma noi abbiamo già prenotato il tutto incluso. La salita in bus è tremenda, ad ogni curva sembra che precipitiamo, ma per fortuna arriviamo sani e salvi. Per descrivere il Machu Picchu la magica città inca situata a 2430 m slm non servono molte parole, perché tanto è già stato detto e scritto, e bisogna andarci per poter provare le sensazioni che si provano lì. Si dice che chi abbia visitato questo luogo avrà dei cambiamenti importanti nella propria vita e che qualcosa di magico potrà capitare. Comunque sia resta la città perduta e sacra degli Inca e la sua architettura non smette mai di sorprenderci, una costruzione con pietre pesanti allineati in maniera precisa e sorprendente lascia ancora di stucco il mondo. Peccato che la maggior parte delle ricchezze siano state portate con l’inganno negli Stati Uniti e mai restituite al Perù. Purtroppo nel museo si trovano solo poche cose rimaste, ma la città incaica non se la potranno mai portare via per fortuna!

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