Due settimane in Perù, ecco come organizzare una vacanza fai-da-te in Sudamerica

Giro ad Anello da Lima a Cusco passando per Paracas, Nasca, Arequipa, Canyon del Colca e Lago Titicaca
Scritto da: Gi4r
due settimane in perù, ecco come organizzare una vacanza fai-da-te in sudamerica

Normalmente una persona non si ricorda quando ha iniziato a parlare di voler fare un viaggio in una determinata parte del mondo, ma in questo caso io so benissimo la data e il luogo in cui, per la prima volta abbiamo seriamente parlato di effettuare una vacanza in Perù. Era il 14 agosto 2019, eravamo ad Antananarivo in attesa del volo che ci riportasse a casa, e lì, sulle sedie scomode dell’aeroporto ci siamo chiesti “Ora che questa vacanze è finita dove andiamo l’anno prossimo?”. Poi non è stato l’anno successivo, nel mentre è successo di tutto, la fine dei percorsi di studi e il primo di lavoro di entrambi, il cambio di casa (per me anche di città) e il matrimonio.

Inoltre va sottolineato che la vacanza Perù2020 era già stata organizzata (e quasi completamente pagata) nel febbraio 2020, prima dello scoppiare del Covid, e questo ha creato un po’ di difficoltà perché siamo stati costretti a tenere per anni i rapporti con tutte le agenzie locali che ci avevano “immobilizzato” le varie attività che avevamo già pagato

Finalmente, dopo più di tre anni dalla prima volta che abbiamo affrontato seriamente la cosa, siamo riusciti a fare queste due settimane di vacanza e rientrare di molti dei soldi spesi nel 2020.

Complessivamente, direi che organizzare una vacanza fai-da-te in Perù non è particolarmente difficile, soprattutto se si parla del giro classico del sud del paese che è quello che abbiamo fatto noi. Tutti gli alberghi sono stati prenotati su booking a prezzi intorno ai 20-30 euro a notte. Tutti gli hotel erano essenziali, ma sempre funzionali, con l’acqua calda nella doccia e puliti. In fondo al diario riporterò l’elenco degli hotel, con eventuali note.

Per i tour di più giorni (canyon del Colca, Lago Titicaca e zona intono a Cusco) ci siamo affidati a tour operator locali trovati online già nel 2020 (e pagati allora). Tutti e tre ci hanno tenuto la prenotazione permettendoci di non perdere i soldi spesi prima del Covid. I tour operator locali si sono rivelati puntali e affidabili, ma complessivamente non saprei dire se possano essere migliori o peggiori di altri. Anzi, la sensazione è che ci siano centinaia di tour operator che offrono lo stesso servizio e che poi condensino tutte le proprie prenotazioni in un unico pulmino (o barca) il giorno dell’escursione.

Per gli spostamenti nella prima parte della vacanza ci siamo affiati alla Cruz del Sur, che ha un servizio di trasporti splendido (anche se è stato impossibile contattarli per farci avere rimborsi o voucher dei biglietti spesi per il 2020 e per questo siamo stati costretti a comprare nuovamente i tagliandi).

Altri tour di una giornata come Paracas, Nasca e lo spostamento tra Puno e Cusco sono stati organizzati in loco.

La nostra vacanza è stata così strutturata:

  • Giorno 1: Arrivo a Lima
  • Giorno 2: Lima- Paracas (riserva di Paracas)
  • Giorno 3: Paracas-Nasca (isole Bellestas)
  • Giorno 4: Nasca – Arequipa (Linee di Nasca)
  • Giorno 5: Arequipa
  • Giorno 6: Canyon del Colca
  • Giorno 7: Canyon del Colca – Puno (Cruz del Condor)
  • Giorno 8: Lago Titicaca (isole Uros e Amantanì)
  • Giorno 9: Lago Titicaca (isole Amantanì e Taquile)
  • Giorno 10: Puno-Cusco
  • Giorno 11: Cusco (Saline di Maras e Moray)
  • Giorno 12: Valle Sacra (Pisac e Ollantaytambo)
  • Giorno 13: Machu Picchu
  • Giorno 14: Palccoyo (montagna arcobaleno)
  • Giorni 15-16: Ritorno in Italia passando da Lima

Diario di viaggio

Giorno 1 – Arrivo a Lima

Avendo solo due settimane per visitare il paese abbiamo deliberatamente sacrificato Lima, per cui siamo arrivati in aeroporto della città verso le 16 e circa un’ora dopo nel quartiere Miraflores. Dopo un breve giro della zona siamo andati a dormire presto.

Considerazioni della giornata: Spesso capita in questo genere di vacanze che il primo giorno si arriva distrutti nella capitale del paese che non ha molto da offrire se non l’aeroporto internazionale. Inoltre la stanchezza, il fatto che sia la città più grande e caotica dello stato e che non si abbia ancora “preso le misure” con il paese e la sua popolazione porta normalmente a non sentirsi troppo sicuri di girare da soli per le strade. Lima, o per meglio dire, Miraflores, questo effetto non lo dà assolutamente, si è molto tranquilli a camminare per le strade e secondo me vale la pena fare due passi lungo i sui giardini a strapiombo sull’Oceano Pacifico.

Giorno 2 – Lima – Paracas (riserva di Paracas)

Lo spostamento da Lima a Paracas dura circa 3 ore e mezza tramite il bus della Cruz del Sur. Questo ci permette, partendo presto la mattina dalla capitale peruviana, di essere a Paracas per l’ora di pranzo. La cittadina è piccola e piacevole, ci si può rilassare sulla spiaggia, mangiare pesce e ceviche e girare per i mercatini (che con il senno di poi sono sembrati i meno “turistici” tra quelli visti nella vacanza). Noi abbiamo deciso di fare un giro nel pomeriggio con i mini buggy nella riserva di Paracas, che è una distesa desertica a strapiombo sul mare.

Considerazioni della giornata: Paracas è meno peggio di quello che mi aspettavo, il posto è piccolo ma piacevole e volendo si può stare anche mezza giornata solo a sonnecchiare sulla spiaggia.

Consiglio la visita alla Riserva di Paracas, però tra le centinaia di tour operator che offrono questa esperienza sceglietene uno che abbia i buggy a vista in modo da valutare la bontà del mezzo. Noi non l’abbiamo fatto e l’esperienza è stata un po’ falsata dal buggy che andava a singhiozzo.

Oltre a pagare il tour operator c’è da pagare un biglietto per l’ingresso alla riserva, se avete intenzione di fare anche le isole Bellestas fate il biglietto che include i due ingressi.

Lima e Paracas sono ottimi posti dove mangiare il pesce e provare dell’ottimo ceviche.

GIORNO 3 – Paracas – Nasca (isole Bellestas)

Questa giornata inizia presto, perché il tour delle isole Bellestas parte formalmente alle otto. Poi in realtà la partenza è più otto e mezza, ma non ci stiamo a formalizzare. Il tour prevede prima la visita al “candelabro” disegno nella roccia che si fa risalire al periodo delle linee di Nasca (ma ho anche letto che non ci sono datazioni certe) e poi si procede alle isole, nelle quali si possono osservare pinguini, leoni marini e tantissime varietà di uccelli.

Alla fine del giro c’è il tempo per una colazione, opportunamente spostata per evitare il mal di mare, e di andare alla stazione degli autobus alla volta di Nasca. Il viaggio dura più di 4 ore e permette di ammirare i paesaggi desertici di questa zona del paese. Dopo l’arrivo nel pomeriggio in albergo la serata è divisa tra la cena e la definizione della giornata successiva.

Considerazioni della giornata: Avevo letto opinioni molto discordanti sulle isole Bellestas, chi ritiene che non siano granché come esperienza, e chi invece la consiglia. Io sono della seconda opinione, il colpo d’occhio di queste isole completamente piene di uccelli è veramente bello. I leoni marini si vedono dormicchiare sugli scogli a pochissimi metri dalle barche, mentre i pinguini si vedono solo da lontano (ma non dovete pensare ai pinguini imperatore, sono quelli di taglia medio-piccola). Sicuramente non è un “safari” per vedere bene gli animali, è una gita per una visione d’insieme dove si vedono, anche abbastanza bene, gli animali.

Il viaggio da Paracas a Nasca è parecchio lungo, anche per quello molti spezzano il viaggio aggiungendo Ica (che noi non abbiamo fatto per questioni di tempo) però l’ambiente che si vede durate il tragitto è interessante.

GIORNO 4 – Nasca – Arequipa (linee di Nasca)

Questo è il giorno delle linee di Nasca, che vengono fatte in mattinata e a stomaco vuoto. Il programma della vacanza prevede lo spostamento (l’ultimo con la Cruz del Sur) notturno verso Arequipa, per questo motivo la tarda mattina viene occupata con un lungo brunch e il pomeriggio con la visita della zona sacra della popolazione Nasca nel deserto vicino alla città e al museo Antonini, per approfondire quel poco che si sa su questa cultura di più di duemila anni fa.

Considerazioni della giornata. Le linee di Nasca viste con il sorvolo del deserto della zona intorno alla città è una delle esperienze più particolari e intese che si possano fare in Perù e una di quelle attrazioni per cui vale la pena fare questo viaggio. Questi aeroplanini sono anche molto sicuri nonostante l’opinione popolare (ci sono stati una decina di incidenti in dodici anni), per cui consiglio di superare i preconcetti e paure. Consiglio di fare il volo alla mattina e rigorosamente a stomaco vuoto, perché l’aereo per permettere ai turisti di osservare le linee, svolge delle manovre che possono portare nausea.

La città di Nasca non è particolarmente bella, sostanzialmente è una via e una piazza. Le attrazioni che si possono fare qui nel pomeriggio sono sostanzialmente la visita del cimitero Chauchilla e della zona sacra di Cahuachi. Nessuna delle due sembra assolutamente imperdibile anche per via del degrado degli anni successivi alla scoperta di questi luoghi che ha portato a furti da parte dei tombaroli. D’altra parte, normalmente chi passa da Nasca va poi ad Arequipa in nottata per cui vale la pena riempirsi il pomeriggio visitando qualche sito turistico.

Il viaggio notturno della Cruz del Suz è estremamente comodo, i sedili si possono stendere fino a 160° (magari si potesse fare nei voli aerei!), e permette ai turisti di dormire abbastanza bene per tutta la notte.

Giorno 5 – Arequipa

La giornata inizia intorno alle nove quando arriviamo alla stazione dei bus di Arequipa. Da lì al centro città ci vuole circa un quarto d’ora. Una volta posati gli zaini in albergo e un attimo ristabiliti, abbiamo passato la giornata visitando la città. I due siti da visitare sono il monastero di Santa Catilina e il Museo santuarios Andinos con la mummia di Juanita. Poi la città è molto piacevole da gironzolare.

Considerazioni della giornata: Arequipa è la città più carina da girare a piedi tra quelle visitate, con la più bella Plaza de Armas e la Cattedrale. Vale la pena passare una giornata qui. Arequipa ricorda un po’ alla lontana Catania, con la città sotto le pendici del grande vulcano che si staglia dietro la città.

Giorno 6 – Canyon del Colca

In questa giornata si inizia a salire di quota. Il pulmino del tour operator scelto già nel 2020 (e che ci aveva congelato i soldi per più di due anni), Colonial Tour, ci passa a prendere per le sette e mezza e, dopo una pausa per comprare foglie di coca e rimedi locali per il mal di altura, inizia la strada verso il canyon del Colca. La mattinata prevede di arrivare fino a quasi 5000 metri e lungo la strada osservare vigogne (da lontano perché non sono addomesticate), lama e alpaca (da molto vicino perché sono domestici). Arrivati a Chivay, la città più importante di questa zona, e dopo aver pranzato, passiamo il pomeriggio alle terme locali e gestiamo il mal di testa dato dall’altitudine. La serata la passiamo in un locale a Chivay con musica andina dal vivo, mentre la notte in un albergo semplice ma pulito scelto dal tour operator.

Considerazioni della giornata: Anche se la vera giornata al canyon del Colca è la successiva ed è possibile fare il tour in una giornata unica, consiglio – specialmente se si fa il giro come l’abbiamo fatto noi – di fare l’esperienza in due giorni in modo da godersi la strada e i vari camelidi che si incontrano, per gestire l’altitudine in un giorno nel quale non ci sono in programma grandi cose da fare. Le terme a Chivay (non quelle in centro città, ma lungo il fiume un po’ fuori) sono molto più carine di quello che ci si poteva attendere ed è un buon modo per passare un’oretta. Il gruppo che si è esibito a Chivay la sera è stato senza dubbio il migliore gruppo di musica andina sentito in tutta la vacanza.

Giorno 7 – Canyon del Colca – Puno (Cruz del Condor)

Dopo aver riempito il pulmino ci dirigiamo verso la zona ovest del canyon quella che prima mostra i suoi migliori terrazzamenti e poi diventa stretta e profonda (il doppio rispetto al Gran Canyon americano) fino al mirador della Cruz del condor. Qui stiamo per circa un’ora che ci permette di vedere molti di questi animali, anche da molto vicino. Dopo la mattinata passata nei paesetti del canyon, la giornata praticamente finisce con il pranzo a Chivay e la partenza nel primo pomeriggio per Puno, dove si arriverà per le sette di sera circa.

Considerazioni della giornata: Questa è un’altra giornata per cui vale la pena andare in Perù, il canyon del Colca mi ha sorpreso veramente tanto e l’avvistamento dei condor dà alla giornata quel qualcosa in più. Considerate che la guida ci ha detto che nella stagione tra maggio e settembre è molto facile vedere i condor, le probabilità calano tra ottobre e novembre ed è invece estremamente raro tra dicembre e aprile.

Giorno 8 – Lago Titicaca

Inizia la prima giornata sul lago Titicaca, il lago più alto e navigabile al mondo e il diciottesimo lago più esteso, che ci porterà a dormire in casa dei locali sull’isola di Amantanì dopo aver visitato le isole Uros. La giornata inizia presto con il pick up del tour operator (All Ways Travel, anche loro ci avevano congelato il pagamento pre-covid) e il trasporto al porto di Puno dove partiamo per le Uros verso le nove di mattina. La visita alle Uros dura circa un’ora nella quale ci viene spiegato come sono state costruite, come vivono le popolazioni su queste isole e un giro sulla barca fatta di totora (la pianta di cui sono fatte le isole). L’arrivo ad Amantanì, l’isola più grande del lato peruviano del lago intorno per pranzo. Dopo un breve riposto prima del tramonto si effettua un’escursione sulla cima dell’isola per vedere il tramonto sul lago. La serata finisce, dopo la cena a casa dei signori locali, in una festa a base di vestiti e musica delle popolazioni andine.

Considerazioni della giornata: Le isole Uros, per quanto caratteristiche, danno un po’ la sensazione di finto, perché tutto fa supporre che i locali non vivano più così, ma che sia più una “rievocazione storica” di come si viveva un tempo per i turisti. Diverso discorso per Amantanì, dove i locali invece vivono veramente di quello che riescono a coltivare nei loro terrazzamenti sull’isola. L’esperienza con i locali, anche se limitata da ovvi problemi linguistici è stata molto forte proprio perché autentica. Avevamo qualche preoccupazione per quanto riguarda la pulizia della casa e sulla possibilità di fare freddo la notte. In realtà nulla di tutto ciò, la casa era molto pulita e di notte non abbiamo fatto freddo. L’unico confort che manca è l’assenza in bagno di acqua corrente, ma per una notte si può evitare di farsi la doccia.

I 400 metri di dislivello da i 4000 metri della superficie del lago ai 4400 sulla vetta dell’isola sono stati i più complicati di tutta la vacanza perché si sentiva la mancanza di aria dovuto all’altitudine.

Giorno 9 – Lago Titicaca

Il secondo giorno sul lago è meno intenso del primo, dopo la colazione a casa dei locali salutiamo i nostri ospiti e ci dirigiamo verso Taquile, la seconda isola del lato peruviano del lago Titicaca. Il tour dell’isola prevede un giro di un’oretta tra i terrazzamenti sul mare dell’isola fino alla piazza principale. Dopo due informazioni della guida sugli usi e costumi locali e il pranzo a base di trota di lago, partiamo alla volta di Puno dove arriviamo intorno alle quattro del pomeriggio.

Considerazioni della giornata: La sensazione è che Taquile come isola sia più carina rispetto ad Amantanì, con un look che in qualche maniera ricorda la Liguria. Ma vale la pena fermarsi una notte ad Amantanì perché i locali sono sembrati un po’ più “veri” rispetto a quelli di Taquile. Puno non è una brutta cittàdina, soprattutto la zona pedonale sulla via principale permette di passare una piacevole serata di riposo prima di ripartire.

GIORNO 10 – Puno – Cusco

Giornata un po’ transitoria, nella quale abbiamo optato per un tour di una giornata tramite bus della Avalos Tour che consiste nello spostamento da Puno a Cusco con alcune tappe intermedie, tra cui il museo di Pukara, il sito archeologo di Raqchi e la chiesa di Andahuaylillas (chiamata molto coraggiosamente la “cappella sistina del sud america”). L’arrivo a Cusco per le cinque di sera permette ancora un giro per il centro città (plaza des Armas) e il quartiere di San Blas prima di andare a dormire.

Considerazioni della giornata: Eravamo molto in dubbio se effettuare questo tour perché le tappe intermedie non ci convincevano molto, ma poi è stato scelto così più per questioni di orari che non di opportunità turistiche. Infatti solo questo tipo di pullman permettono lo spostamento da Puno a Cusco in giornata, altrimenti c’è il Cruz del Sur (almeno nel momento in cui scrivo) che parte in serata, ma arrivare a Cusco la mattina alle cinque e soprattutto partire dopo i due giorni del Titicaca dove è stato difficile lavarsi ci è sembrato un po’ esagerato. In effetti questa è stata l’unica giornata (a parte il giorno per arrivare in Perù o tornare a casa) in cui non c’è stata una cosa veramente bella da vivere, ma in viaggi come questo dove ci si sposta così tanto capita di dover sacrificare qualche giorno in spostamenti e non molto di più.

Giorno 11 – Cusco (saline di Maras e Moray)

La giornata è divisa in due: la mattina con il tour organizzato da Inca Highlands (anche loro scelti e immobilizzati dal 2020 e con il quale faremo anche il tour della valle sacra e di Palccoyo) visitiamo le saline di Maras e il sito inca di Moray. Con il ritorno per l’ora di pranzo a Cusco passiamo il pomeriggio nella vecchia capitale inca, dedicandoci anche allo shopping visto il poco tempo che avremo nelle giornate successive.

Considerazioni della giornata: Le saline di Maras sono il punto più alto della giornata, sono veramente splendide sia come colpo d’occhio generale che se si osservano i dettagli delle vasche di evaporazione dell’acqua salata. Moray invece è molto fotogenico, ma rimane solo una foto di terrazzamenti concentrici. Cusco è una città molto particolare e merita starci almeno mezza giornata a girarla, però la sua zona centrale è piena di gente che “infastidisce” i turisti proponendo massaggi, tour, menù e proposte di altro tipo, e questo alla lunga rovina un po’ il ricordo della città e il piacere di girarla. Cusco è anche la città con i souvenir più “turistici” meno tipici e tutti uguali da negozio a negozio (come anche a Aguas Calientes) per cui se volete comprare qualcosa di “vero” compratele in altre parti del paese.

Giorno 12 – Valle Sacra (Pisac e Ollantaytambo)

La giornata prevede il tour di Pisac alla mattina e Ollantaytambo dopo pranzo, ma con fine entro le quattro del pomeriggio perché dalla stazione del paesino parte il treno per andare ad Aguas Calientes.

Pisac è un sito Inca e pre-Inca situato in cima di una montagna da cui partono centinaia di terrazzamenti per l’agricoltura, Ollantaytambo è una città-fortezza sulla cui cima sono poste pietre gigantesche che dovevano essere le fondamenta di un tempio mai completato a causa dell’arrivo degli spagnoli. Dopo l’ora e mezza di viaggio in treno fino ad Aquas Calientes, la serata prevede una cena veloce e di andare a dormire presto.

Considerazioni della giornata: Sia Pisac che Ollantaytambo sono veramente splendide e vale la pena visitarle. Specialmente Pisac è parecchio grande (sette volte Machu Picchu) e ci vorrebbe più tempo del concesso per visitarla bene. L’esperienza è stata migliorata da un’ottima guida (Marco Antonio) che è stato importante per apprezzare molti lasciti dell’impero Inca. Il treno per Machu Picchu, benché costi 60-80 dollari a tratta a testa ha il confort di un regionale italiano, quindi non aspettatevi nulla di ché. Aguas Calientes (come era prevedibile) è una brutta cittadina, praticamente un ammasso di hotel, ristoranti e negozi di souvenir intorno a una stazione. Però nessuno ci passa una notte per la sua bellezza, quindi va bene così.

Giorno 13 – Machu Picchu

La sveglia è prima dell’alba intorno alle 4 e mezza per essere poco dopo le cinque alla stazione del bus. Il primo bus parte alle cinque e mezza e il viaggio per arrivare a Machu Picchu dura poco meno di mezz’ora. Con il nostro biglietto delle sei di mattina siamo alla casa del guardiano molto presto per la foto al sito senza turisti e poi scendiamo nella cittadina fino a circa le otto. Dopo usciamo dal sito per rientrarci alle nove per effettuare la salita al Wayna Picchu, escursione che dura poco più di due ore. Per l’ora di pranzo siamo a mangiare ad Aguas Calientes e alle quattro prendiamo il treno per Ollantaytambo dove alle si arriva alle sei circa. Da qui il servizio del treno prevede il bus integrativo che in due ore arriva a Cusco (abbiamo prenotato l’IncaRail). Arriviamo in albergo a Cusco poco prima delle nove, completamente distrutti dalla giornata.

Considerazioni della giornata: I biglietti per Machu Picchu (comprabili qui) sono divisibili in 4 circuiti. Il primo prevede solo un pezzo della città, il secondo la città completa, il terzo la montagna dietro la città e la quarta l’ingresso di Wayna Picchu. Quest’ultimo non prevede l’accesso della città dall’alto (casa del guardiano) per questo motivo noi abbiamo comprato due biglietti uno per il giro della città (circuito 2) e la salita di Wayna Picchu (circuito 4). I biglietti, se non si arriva tramite l’Inca trail, hanno un orario di ingresso e non è possibile entrare prima di quell’ora. Se volete visitare Wayna Picchu ci sono solo 400 posti al giorno, 200 con ingresso alle 7 e 200 con ingresso alle 9. La salita a questa montagna è veramente tosta, sono solo 300 metri di dislivello ma la strada è formata da scalini molto ripidi, soprattutto nell’ultima parte. Per fortuna Machu Picchu è solo a 2400 metri sul livello del mare (Wayna Picchu circa 2700 metri) e quindi non ci sono problemi legati all’altitudine. Il percorso per visitare Machu Picchu è ad anello e non è possibile tornare indietro, ma il sito non è particolarmente grande ed è visitabile in 2 ore. La salita e discesa (con foto sulla sommità) del Wayna Picchu per noi, che non siamo molto allenati, è durata circa 2 ore.

Il viaggio di ritorno è lungo e stancante, specialmente le due ore di pullman per arrivare a Cusco. Ho sentito che PeruRail ha treni che arrivano fino a Cusco, per cui, se fosse vero, sarebbe da prenotare il treno con loro. Inoltre ho sentito che durante il periodo Covid PeruRail ha rimborsato i loro clienti, mentre quelli come noi che hanno prenotato con IncaRail hanno ricevuto solo un voucher valido prima due anni e poi prorogabile (ma non è proprio la stessa cosa).

Sulla bellezza di Machu Picchu non dico nulla perché non voglio essere banale, quindi diciamo che il sito vale da solo il viaggio in Perù.

Giorno 14 – Pallcoyo

L’ultima giornata interamente peruviana la dedichiamo all’escursione su una delle montagne arcobaleno. Non la più celebre Vinicunca, ma Palccoyo (discussione nelle considerazioni). La partenza è alla mattina molto presto intorno alle cinque, soprattutto perché il sito è lontano. Infatti oltre una sosta e la colazione arriviamo sul luogo intorno alle dieci. Il giro dura circa due ore nelle quali vediamo tre montagne arcobaleno, un sacco di alpaca e una foresta di rocce. Nel ritorno è previsto il pranzo con un arrivo nella città di Cusco a metà pomeriggio.

Considerazioni della giornata: Questa è stata la discussione di tutta la vacanza: meglio Vinicunca o Palccoyo? Ora non starò qui a spiegare quello che molti siti farebbero meglio di me, ma in soldoni le differenze sono: Palccoyo è a 4900 metri sul livello del mare, ha un percorso in piano di 45 minuti (solo andata) prevede la vista di più montagne arcobaleno (tre) ed è meno turistica (c’erano veramente pochi turisti). Vinicunca è un’unica montagna a 5200 metri sul livello del mare, prevede un sentiero di 4 km anche in salita ed è molto turistica. Però Vinicunca è la montagna più a forma di montagna e più fotogenica per i social (penso che i colori invece siano gli stessi visto che sono dei sali di specie chimiche nel terreno, e i colori quelli sono). Noi abbiamo scelto Palccoyo per la poca avvezza ai social, per il fatto che fosse poco turistica e per il sentiero in piano (che a fine vacanza è stato importante). Non ne siamo rimasti delusi, visitare Palccoyo non significa visitare solo una montagna colorata, ma ammirare un’intera valle e immergersi nelle Ande dei 5000 metri. In cambio avrai delle foto sulla macchina fotografica che non rendono così giustizia al posto in cui sei stato.

Giorno 15 – Ritorno in Italia

Alla mattina con calma ci siamo recati all’aeroporto di Cusco. Avendo il volo internazionale da Lima in serata, siamo tornati a Miraflores per pranzare a base di ceviche e un ultimo giro nel quartiere.

Considerazioni della giornata: L’aeroporto di Cusco dista mezz’ora di taxi dal centro. Il volo interno Cusco-Lima dura poco più di un’ora. Dall’aeroporto a Miraflores in taxi ci vuole un po’ meno di un’ora, ma state larghi per valutare il traffico. Consiglio di usare Uber per gli spostamenti interni che funziona bene.

Siccome il volo internazionale durerà una dozzina di ore, se è possibile, compatibilmente rispetto al tempo che si ha a disposizione, sarebbe meglio dormire a Lima per spezzare un po’ il viaggio.

Informazioni utili sul viaggio

Alberghi

Lima: Inkawasi Hostel Boutique

(ottima posizione a Miraflores, proprietario molto disponibile, si può pagare con la carta)

Paracas: Atenas Backpacker Hospedaje

(ottima posizione, posto curato, ci hanno chiesto di pagare in contanti, organizzano tour)

Nasca: Nasca Travel One Hostel

(leggermente fuori dal centro 20 minuti a piedi da stazione degli autobus 5 in taxi, tramite il proprietario abbiamo prenotato il sorvolo delle linee di Nasca (con AeroNasca), il proprietario ci ha permesso di stare nella hall e di usare il bagno fino alle nove di sera in attesa del bus notturno, si può pagare con la carta)

Arequipa: Los Andes bed & breakfast

(centralissimo, ci hanno dato la camera già alle 9 di mattina, sul tetto bella vista della città, colazione inclusa che può essere consumata anche molto presto alla mattina, si può pagare con la carta)

Puno: Kaaro Hotel El Buho

(centrale in una via pedonale dietro la via principale, servizio lavanderia, organizzano tour, tramite loro comprato bus turistico da Puno a Cusco, ci hanno tenuto le valige la notte che abbiamo passato sul lago Titicaca, si può pagare con la carta)

Cusco: Hostal Goya Andiana

(situato nel bel quartiere di San Blas, posto curato, comodo rispetto al centro, ci hanno tenuto le valige la notte che abbiamo passato a Aguas Calientes, si può pagare con la carta)

Aguas Calientes: Hatun Wasi Machupicchu

(centrale, pulito, non molto grande la stanza e sulla stazione, ideale se si vuole alzarsi presto la mattina per visitare Machu Picchu)

Considerazioni finali

Una vacanza splendida e impegnativa, con la possibilità di vedere luoghi e paesaggi molto diversi, dal deserto sulla costa alla foresta nella zona di Machu Picchu, passando per le culture pre colombiane e le altezze delle Ande. Tranne la giornata tra Puno e Cusco, tutti i giorni abbiamo fatto almeno un’attività/tuor/luogo da visitare che fosse veramente molto bello, cosa non semplice in questo tipo di vacanza nelle quali si passa molto tempo in viaggio e spesso si vedono cose non all’altezza di altre solo perché sono “di strada”. Il sistema turistico in Perù è ben organizzato per cui ci sono servizi per tutti i gusti e tasche. Inoltre gli orari di tour e mezzi di trasporto sono abbastanza rispettati e gestiti in modo che il turista possa incastrare più cose insieme (esempi: il bus da Paracas parte dopo il giro alle isole, il tour alla valle sacra finisce in tempo per prendere il treno per Aguas Calientes).

Se vogliamo trovare un punto debole a questa macchina ben oliata è il servizio pranzi dei tour operator: per questione di tempo ogni tour più lungo di cinque ore prevede un pranzo (nel caso delle montagne arcobaleno anche la colazione) a buffet in luoghi la cui qualità è abbastanza discutibile. Noi abbiamo fatto cinque o sei pranzi a buffet e onestamente dopo un paio non ne potevamo più. Addirittura la giornata della visita alla valle sacra ci siamo portati della frutta e abbiamo evitato il pranzo del tour operator.

Soldi

Moltissimi posti prendono la carta di credito (alcuni con una piccola commissione), in ogni caso in tutte le città vi sono banche e sportelli ATM da cui attingere i contanti. Negli sportelli è possibile ritirare al massimo 400 soles (circa 100 euro), ma considerando che una notte di albergo e un pranzo al ristorante per due persone costa tra i 100 e i 150 soles, non è necessario prelevare in continuazione. Noi non abbiamo mai avuto problemi con i soldi, anche quando siamo stati a corto di contante spesso sono stati accettati anche euro o dollari.

Sicurezza

Mai, in nessun momento non ci siamo sentiti sicuri, neanche a Lima. Abbiamo girato per ben due volte il quartiere di Miraflores a piedi, con la macchina fotografica al collo anche al buio e non abbiamo mai avuto la sensazione di giocare con il fuoco. Anche i taxi/uber utilizzati nella capitale e nelle altre città peruviane sono stati super professionali. In generale il popolo peruviano non è un popolo estremamente caloroso, ma è molto educato e rispettoso (che per come sono fatto è il genere di persone che preferisco).

Cibo

Abbiamo mangiato sempre molto bene in tutti i posti in cui siamo stati per nostra scelta (non considero qui i buffet dei circuiti turistici che utilizzano i tour operator locali). Il cibo e vario ha molte scelte di carne (da provare il porcellino d’india, non è eccezionale come gusto, ma è un’esperienza che fa parte della vacanza) di verdure e di pesce (di mare sulla costa e di fiume/lago nell’interno). Mangiare il ceviche, se vi piace il pesce crudo vale veramente la pena. In due noi abbiamo pranzato in posti abbastanza curati e non abbiamo mai speso più di 160-170 soles (circa 40 euro in due), ma mediamente abbiamo speso a pasto sotto i 100 soles (circa 25 euro). Le porzioni sono abbondanti, per cui di solito noi prendevamo solo il piatto principale e tralasciavamo gli antipasti e non siamo mai usciti con la fame, anzi.

Altitudine

Il problema del mal di testa dato dall’altitudine è stato avvertito solo il primo giorno, ma non veramente forte (però questo dipende da persona a persona). Come sensazione non è che ci sia molto da fare se non che il corpo si abitui, poi vale la pena masticare le foglie di coca o assaggiare le caramelle, ma sappiate che è più folklore che un rimedio. Diverso è il discorso se si parla di camminare in quota, quello anche dopo qualche giorno rimane complicato perché il fisico è poco abituato all’aria più rarefatta che c’è oltre i 4000 metri. Per questo, soprattutto quando si deve approcciare una salita, conviene partire piano risparmiare fiato e fermarsi quando il corpo lo richiede.

Per la nostra esperienza, non è necessario comprare e portarsi farmaci per il mal di montagna (Diamox, che tra le altre cose è un diuretico, cosa da tenere conto quando si viaggia).

Meteo e clima

Qui va considerato il fatto che il nostro viaggio è stato fatto tra fine ottobre e inizio novembre, periodo in cui il clima peruviano passa dall’inverno secco all’estate piovosa. Noi abbiamo avuto fortuna e la pioggia non l’abbiamo mai vista (in realtà sembra che inizi a piovere più verso fine dicembre- gennaio nei luoghi che sono stati visitati in questo viaggio), e in contemporanea non abbiamo mai avuto il problema di temperature basse. Tralasciando la zona della costa dove non ci sono mai problemi con le temperature (Lima, Paracas, Nasca), noi abbiamo fatto tutta la vacanza con una giacca a vento abbastanza leggera e una felpa. L’utilizzo di termiche o calzamaglia non è mai stata necessaria. Quindi se viaggiate in questo periodo e siete freddolosi non riempitevi lo zaino di materiale tecnico in quanto le temperature sono rimaste sempre intorno ai 10 gradi come minima.

Anche di notte, compreso in alloggi senza riscaldamento (come ad esempio a casa dei locali ad Amantanì) abbiamo sempre dormito con un pigiama leggero al massimo. Il problema di viaggiare in questo periodo può essere legato alla minore possibilità di vedere i condor al Canyon del Colca e una maggiore possibilità di trovare la nebbia a Machu Picchu, però noi non abbiamo avuto nessuno dei due problemi.

Non aspettatevi però che la bassa stagione significhi pochi turisti: a parte gli italiani (che sono sempre ovunque nel mondo in qualsiasi periodo dell’anno) i siti turistici sono stracolmi del turismo interno (peruviano e latinoamericano in generale).

Valigia

A parte i discorsi sul meteo fatto sopra, che quindi prevedono una mole diversa di materiale per le basse temperature in funzione del periodo dell’anno in cui si viaggia, penso che ci siano alcuni gadget che siano indispensabili in un viaggio in Perù come:

  • Giacca a vento
  • Scarpe da trekking (noi usiamo le Salomon)
  • Poncho per la pioggia (copre anche lo zaino e se piove molto è meglio rispetto alla giacca)
  • Pantaloni lunghi che possono diventare corti (per il passaggio di quota dal mare ai 4000 metri)
  • Qualcosa di tecnico per il freddo (se viaggiate tra ottobre e dicembre più per sicurezza che per necessità)
  • Oltre ai farmaci vari, fermenti lattici e Polase (magari in pastiglia se non si ha molta acqua o un bicchiere) da prendere tutti i giorni soprattutto nella prima parte della vacanza
  • Capello, occhiali e crema solare (soprattutto quando si è ad alta quota)
  • Macchina fotografica

Noi abbiamo anche portato i sacchi lenzuolo che per sicurezza ci accompagnano in tutti i viaggi, ma in tutti i posti in cui siamo stati abbiamo trovato una pulizia tale che non ci ha mai invogliati di toglierli dallo zaino.

Vale la pena/non vale la pena

Normalmente chiudo questo diario con cosa vale la pena e cosa no. In questa vacanza però è molto difficile trovare qualcosa per cui non vale la pena perché anche cose meno “belle” (tipo Moray o la riserva di Paracas) lo sono solo relazionate alle altre cose viste. Inoltre qui più che altrove può succedere che una cosa colpisca di più per il contesto, la luce, il numero di turisti ecc per cui anche Moray per qualcuno potrebbe essere la cosa più bella che ha vissuto in Perù. Infine non me la sento di consigliare a qualcuno di non vedere posti come Moray o la riserva di Paracas perché sono oggettivamente parte integrante della vacanza e sarebbe un peccato perderle. L’unica cosa che si sarebbe potuto cambiare del nostro tour è fare il viaggio Puno-Cusco di notte ed evitare il giro turistico sulla ruta del sol, però essendo una vacanza densa e fisicamente impegnativa, capisco anche chi preferisca fare un viaggio un po’ più comodo con delle pause piuttosto che sei ore tirate di notte.

Tutta questa introduzione per dire che qui di seguito riporterò solamente quello che ritengo sia un vero abominio saltare nel caso decidiate di fare una vacanza in Perù (in ordine non proprio casuale):

  • Machu Picchu all’alba dalla casa del guardiano
  • Una notte a casa dei locali sul lago Titicaca
  • Il sorvolo delle linee di Nasca
  • Pisac e/o Ollaytatambo con una guida per capire meglio il popolo Inca
  • Sperare di vedere i condor alla mattina sulla cruz del Condor e ammirare la varietà di paesaggi del Canyon del Colca
  • Una montagna arcobaleno in base alle esigenze e desideri
  • Tornare a casa con almeno duecento foto fatte ai vari camelidi andini incontrati nella vacanza
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  • luciasalsa luciasalsa
    Ciao ci siamo sentiti l anno scorso per qualche informazioni sul Perù, volevo chiederti un consiglio. Noi arriveremo con il bus notturno (Cruz del Sur) ad Arequipa intorno alle 09:00/09:30, secondo te basta visitare la città soltanto quel giorno intero? Perché inizialmente avevamo messo nel nostro itinerario 2 giorni pieni ed il 3 giorno tour al colca ma non so se vale la pena stare 2 giorni fissi ad Arequipa. Cosa mi consigli? Grazie mille 🙏🏼 ☺️ Email: serena.sabbatini2@libero.it Whatsapp: 3208844229 Serena"
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