Nove piemontesi nelle Rhone-Alpes

sedere noi. Mangiamo un ottimo antipasto misto che più misto non si può (dai gamberi al fois gras) e poi una sontuosa bistecca (per A: una bella cofana di cozze.. d’altronde, A è riuscito a mangiare le cozze persino a Budapest, a migliaia di km dal mare cozzifero più vicino), il tutto innaffiato da alcune birre locali più che discrete. Sotto la pioggerellina, rientriamo verso il ns Etap. Essendo tutti assolutamente uguali, ogni volta sembra di ritornare a casa.
DOMENICA 4 NOVEMBRE
Dopo una balda colazione presso l’unica boulangerie che troviamo aperta in tutto il circondario (un pò squalliduccio, è un’area semi-industriale.. ma i croissants sono ottimi) annaffiata dal succo di frutta acquistato nel contiguo supermercato, decidiamo di fare una puntata al castello di Flecheres, poco fuori Villefranche; è in qualche modo “gemellato” con quello di Cormatin, e dal depliant sembra bello. Arriviamo in pochi minuti; è ancora chiuso, e aspettiamo nel bellissimo viale di platani centenari, finchè si apre una porticina e ci fanno entrare. La visita è solo guidata, ma siamo talmente numerosi che.. il gruppo può partire subito! I vantaggi del Gruppone Piemonte.
La visita è solo in francese; malauguratamente, diamo ad intendere che la cosa non sia un problema perchè il francese suppergiù lo capiamo. Preso dall’entusiasmo, il signore che ci fa da guida si lancia in una prolissa descrizione di ogni dettaglio architettonico della facciata e di ogni rapporto di parentela di ciascun proprietario del castello.. dopo quasi 20 minuti nel cortile del castello, a valutare le differenze tra le sagome dei comignoli, la situazione diventa talmente comica che I e B scoppiano in una ridarola incontrollabile! E noi a cercare di guardarle con disapprovazione, e a fare i seri per non mancare di rispetto alla povera guida… Per fortuna lui nel frattempo ha davvero esaurito tutti i dettagli, e ci porta all’interno dove (alleluia!) tace, e ci presta una traduzione in italiano della descrizione di ciascuna stanza. A viene nominato volontario per la lettura, e possiamo goderci gli interni, molto interessanti perché Flecheres era proprietà di un nobile protestante e pertanto nel ‘700 ospitava una sorta di chiesa clandestina, dove i protestanti della zona si riunivano per i propri riti. Visitiamo anche le cantine e le cucine, e poi i giardini, anch’essi graziosi.
Salutiamo la valle della Saona, è ora di riprendere la via di casa; da Villefranche in un’oretta siamo al borgo medievale di Perouges, uno dei più bei borghi di Francia, ultima nostra tappa. Peccato che piova.. ci era andata fin troppo bene, finora. Lasciamo le auto in uno dei mille parcheggi a pagamento che circondano il villaggio.. ci pare di capire che sia un immenso ‘turistificio’, in estate. Oggi di sicuro non ci pesteremo i piedi. Il villaggio è magnificamente ben conservato, contornato ancora da tutte le mura, con una cattedrale fortificata, un paio di piazze e tante case in pietra a vista, una più bella dell’altra. Gironzoliamo un’oretta, e poi cerchiamo di mangiare qualcosa prima di ripartire, ma il periodo di bassissima stagione limita le nostre opzioni all’unica brasserie aperta, all’ingresso del villaggio. Vogliamo mangiare qualcosa di leggero, chessò un’insalata… tanto per non stare a stomaco vuoto.. le ultime parole famose: pierrade per tutti! E’ la carne cotta sulla piastra rovente direttamente in tavola; ottima davvero, ma puzzeremo di barbecue fino a casa, e poi certo leggeri non siamo stati.. E per giunta alcuni, di cui non faccio il nome, hanno anche preso il dolce! Massì, è vacanza.. guideremo piano. Tanto sta diluviando, andremo al massimo ai 50 all’ora. E sono già le 3 passate! Entriamo in autostrada subito dopo Perouges, e vista la noia della pioggia, chi non dorme ricorda i dettagli di questo bel tour in un angolo di Francia meno noto, ma come al solito godibilissimo, vista l’attenzione per i turisti e la possibilità di girare con una spesa contenuta. In circa tre ore e mezzo siamo a Torino. Poveri gli alessandrini, che come dice il nome devono ancora arrivare ad Alessandria, e super-povera S, che dopo Alessandria poi deve ancora arrivare a Genova! Gliel’avevamo detto, di diventare piemontese anche lei.. anche perché ci crea un problema per il titolo, nel resoconto di viaggio su TpC!