Non c’e’ del marcio in danimarca, assolutamente

Destinazione: Danimarca Data: 07/08/07-24/08/07 Partecipanti: sempre noi, Giank e Max e Fabia , (la nostra auto) I° giorno 07/08/07, martedì È arrivata l’ora!! Finalmente si parte!! Piccola descrizione dei partecipanti: Giank, cioè io e Max. Dell’estate ci piace tutto tranne che il caldo esasperante; non sopportiamo i luoghi affollati...
Scritto da: Giankarlo
non c’e’ del marcio in danimarca, assolutamente
Partenza il: 07/08/2007
Ritorno il: 27/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Destinazione: Danimarca Data: 07/08/07-24/08/07 Partecipanti: sempre noi, Giank e Max e Fabia , (la nostra auto) I° giorno 07/08/07, martedì È arrivata l’ora!! Finalmente si parte!! Piccola descrizione dei partecipanti: Giank, cioè io e Max. Dell’estate ci piace tutto tranne che il caldo esasperante; non sopportiamo i luoghi affollati e le vacanze di massa, adoriamo andare in giro in piena libertà, dotati semplicemente di un’auto e di una mappa del posto.

Prima di andare in un paese cerchiamo di documentarci sugli usi e costumi del posto, un po’ di storia dei luoghi, e ci dotiamo di un programma di massima, che verrà farcito di volta in volta durante il viaggio, anche cambiando itinerari, alla scoperta di luoghi al di fuori dei classici circuiti turistici. Abbiamo attinto anche informazioni dai vari diari di viaggio reperiti sui vari siti, ma la maggior parte portava itinerari “ canonici”. Aggiungiamo anche il fatto che ci piace visitare i paesi nordici ed è fatta! Alle ore 9.45 il nostro aereo decolla da Napoli e alle ore 12.30 abbiamo già allacciato le cinture della nostra Skoda Fabia noleggiata all’aeroporto di Berlino. Abbiamo preferito il volo per Berlino e non per Copenaghen in quanto al ritorno pensiamo di fermarci qualche giorno qui, da Lisa, una nostra cara amica berlinese.

La prima tappa sarà Amburgo in quanto ci aspettano Joana e Jens.

Dimenticavo di dire che io e Max siamo membri di alcune ottime organizzazioni che hanno un proprio sito su internet . In pratica raggruppano persone di tutto il mondo che sono disposte ad accogliere altri membri come ospiti, offrendo un posto per dormire o, al limite, accompagnarli in giro per la loro città. E’ una trovata fantastica!! In pratica non solo possiamo pernottare ovunque senza spendere soldi, ma, ed è per noi la cosa più importante, in tal modo ci viene data la possibilità di conoscere sempre persone nuove e in particolare di girare i luoghi utilizzando la loro conoscenza del posto.Si riesce così a vedere cose stupende magari non riportate dalle guide. In tal modo abbiamo già visitato la Lituania, la Lettonia, l’Estonia etc.. Jana e Jens di Amburgo, appunto, li abbiamo contattati tramite internet e siamo ansiosi di conoscerli. In viaggio, i ruoli miei e di Max sono quasi sempre gli stessi, io faccio “ l’autista”, e Max si occupa di seguire le mappe, prendere i contatti e chiedere informazioni alle persone, primo perché a lui non piace tanto guidare, e poi perché parla benissimo l’inglese . Le decisioni su tutto il resto, dove andare, cosa vedere etc… vengono prese di comune accordo,diciamo che abbiamo le stesse esigenze ed interessi; per le cose che invece possono interessare o me o lui non ci sono problemi, si cerca di accontentarci a vicenda.

Torniamo a noi.

Nonostante tutto, sbagliamo strada, o meglio ci distraiamo parlando e ci ritroviamo subito su stradine secondarie. In pratica siamo usciti dalla superstrada e non riusciamo più a trovarla! Arriviamo sotto casa di Jens ad Amburgo alle 21.30.

Subito scatta una forte simpatia, J. È un ragazzo molto semplice, passiamo la serata parlando di noi, di lui, del nostro viaggio e di Jana, sua moglie, che al momento non c’è e che vedremo solo domani.

La camera che ci hanno riservato è accogliente, abbiamo internet a disposizione per prendere altri contatti e un bel piatto di spaghetti con verdurine fresche preparato dal nostro ospite.

08/08/07- mercoledì Inizia la nostra visita ad Amburgo.

Avendo un solo giorno a disposizione preferiamo soffermarci sulla vita quotidiana, le strade, gli esterni; ciò ci basta per capire che si tratta di una città a misura d’uomo, più ricca di case d’epoca rispetto a berlino e stupenda nel suo insieme.

Verso le 15.00 ci troviamo sdraiati in un meraviglioso parco al centro della città, “ Planten und Blumen”dove ci raggiunge Jana e con la quale facciamo conoscenza. Non conoscendoci di persona, si aggirava tutta trafelata per il parco con una nostra foto in mano, sperando di riconoscerci…

La serata passa tranquilla in un ristorantino sotto casa, mangiando piatti tipici amburghesi. I nostri amici ci invitano a restare ancora per qualche giorno, ma l’idea di partire alla scoperta della Danimarca ci attira troppo, così pensiamo di ritagliarci un giorno al ritorno.

09/08/07 giovedì Attraversiamo il confine con la Danimarca nei pressi di Flensborg, seguendo la superstrada E45.

Percorrendo l’arteria interurbana n°8 arriviamo nel primo centro degno di interesse: Tonder.

Il paesino è fantastico, sembra di essere stati catapultati in una fiaba di Andersen, case a due piani, colorate, e tanti piccoli negozietti. Nella piazzetta centrale c’è una vecchia farmacia trasformata in negozio di cose tipiche danesi, e “ fa un po’ strano” vedere in bella mostra in agosto gli addobbi natalizi con i relativi motivetti! È immenso, due piani più un seminterrato. Una signora alla cassa paga un piccolo Babbo Natale con la renna dorata… che se ne farà mai in questo periodo? Lo compera in anticipo per “ togliersi il pensiero”? Ci fermiamo in un piccolo locale a fronte strada per consumare una ricca colazione- pranzo a base di tante leccornie. Risaliamo in auto e ci avviamo verso un paesino che dista pochi km, l’antico borgo di Mogeltonder. Seguiamo l’indicazione per il centro ma non lo troviamo; chiediamo ad un vecchietto e nel suo perfetto inglese, sorridendo, ci dice: è qui! In pratica il paesino è formato da una strada alberata dove si possono vedere casine piccole piccole ai lati, dotate di tetti di culmi di grano e dai tanti colori pastello. In pratica è un borgo incantato, sembra che gnomi e folletti debbano saltare fuori da ogni dove. Arriviamo in fondo alla strada e ci attira una chiesetta bianca immersa in un piccolo cimitero. Il tutto è molto sereno e tranquillo.

Osservazioni:” Abbiamo visitato il piccolo cimitero di Mogeltonder e ciò che salta agli occhi è, da una parte il diverso rapporto che da queste parti hanno con la morte, trasuda una forte spiritualità a fronte del materialismo dei cimiteri nostrani, non ci sono lumini, foto o altro, e poi la puntuale cura del verde, quasi maniacale. Ogni tomba è separata dall’altra da una stretta siepe di bosso, modellata secondo le migliori tecniche topiarie; inoltre non ci sono marmi ma solo cespugli a fiore di ogni tipo, in pratica non sembra un cimitero ma un curatissimo giardino. Pochi metri più in là, ci sono la casette, divise dal cimitero solo da piccole siepi, i bambini giocano educatamente nei loro spazi, sia fisici che acustici.” Si riparte, prossima tappa l’isola di Romo, sulla costa ovest; il paesaggio che ci separa dall’isola è tipico della zona, lunghe distese di campi di grano in fase di trebbiatura, pascoli con pecore e vacche intente a fissare il vuoto…

L’isola è collegata alla terraferma da una stretta striscia di terra, una strada che corre su una lingua di terra lunga qualche km. Con l’auto percorriamo la zona sud dell’isola e tramite piccole stradine sterrate arriviamo in un posto spettacolare: il mare è dinanzi a noi, l’oceano ?, ma scopriamo che il suolo su cui stiamo scorazzando con Fabia, altro non è che il fondo del mare in bassa marea. La sabbia è dura che sembra cemento. Lo sguardo corre veloce lungo tutta la infinita distesa di sabbia , mare e vento… ci sono persone in acqua, altre, come noi, imbacuccati nelle giacche a vento. Tutto questo ci appare stupendo e surreale allo stesso tempo! Giro un piccolo filmino con la mia macchinetta , ma non si sente la voce, il vento sovrasta tutto.

Ripartiamo alla volta di Ribe e ci fermiamo a dormire presso un altro membro dell’organizzazione in un paesino distante 10 km da Ribe, Gansager. Martin ci accoglie sorridendo e ci presenta agli altri di casa; Martin dirige una scuola di musica per ragazzi diversamente abili, il tutto è come una piccola comune, c’è un docente portoghese e un’assistente finlandese; la casa dove dormono i ragazzi , la scuola con aule dotate di strumenti musicali, sala di registrazione, campi da gioco, e poi c’è la nostra residenza: una grande villa su tre piani al momento disabitata. Siamo gli unici ospiti per cui possiamo girare liberamente senza dare fastidio a nessuno. Il lavoro di Martin non gli permette di dedicarci molto tempo, passiamo un po’ di tempo con Aria, un’assistente, mangiamo qualcosa e poi a letto.

10/08/07 – venerdì Ribe ( dicono) sia la più antica città danese, e vale certamente la pena vederla. E’ stupenda , con il suo centro storico fatato e con i mille vicoletti colorati e pieni di vita ti porta in un’altra epoca.

Saliamo sulla torre della chiesetta per ammirare il panorama e il dedalo di viuzze; sono circa 200 gradini , e quando arriviamo all’altezza delle campane acceleriamo il passo per paura degli eventuali rintocchi. In cima alla torre siamo in pochi, una coppia di giapponesi, qualche inglese e una famigliola di italiani… gli unici che parlano a voce alta, , cozzando in tal modo con il silenzio del posto. Facciamo una piccola sosta in un localino poco distante, dove gustiamo leccornie gustosissime. Al di là del vetro vediamo passare un piccolo corteo, poche persone, una decina in tutto, si tratta di un matrimonio, gli sposi vanno a piedi alla chiesetta e il tutto si svolge in modo molto semplice , che bello! Ripartiamo per un luogo che ci dicono sia da non perdere, un museo vivente dove è stata riprodotta la civiltà vichinga. Si trova a pochi km da Ribe, così ci arriviamo in pochi minuti. Ci sono vari cottages dislocati sul territorio, in ognuno di essi persone con vestiti dell’epoca ripropongono vari mestieri e arti vichinghe, ma l’effetto è smorzato per la vista di tutti i visitatori che, come noi, sono vestiti “ normalmente”, sarebbe stato meglio dotare ognuno di un vestito vichingo usa e getta, in modo da non disturbare il contesto. La visita è stata gradevole ma, sinceramente, potevamo farne a meno, penso sia un posto per famiglie con bambini, loro si che si divertivano.

Prossima tappa l’isola di Mandø.

Abbiamo letto che si tratta di un piccolo isolotto collegato alla terraferma da un piccolo corridoio, che a differenza dell’isola precedente, è soggetto alla marea, per cui l’isola in certe ore è raggiungibile in auto, in altre no. Arriviamo con Fabia fino a metà “corridoio”, ma una signora ci consiglia di aspettare le 14.30 per la partenza di un piccolo trenino trainato da un trattore, in questo modo faremo l’esperienza di “camminare sull’acqua” e non rischiamo di restare isolati… Così facciamo! Torniamo indietro , parcheggiamo e alle 14.30 saliamo sul piccolo treno ma, piccola delusione, arrivati all’imbocco, la stradina non è per niente coperta dall’acqua, anzi ci rendiamo conto che la marea non copre mai la strada, le macchine ci passano tranquillamente, ed il trenino, per dare una parvenza di passaggio in acqua, devia il percorso lateralmente lungo un tragitto in acqua determinato da canne conficcate nel fondale.

La delusione del percorso forzato viene però ampiamente ripagata dagli scenari dell’isola; paludi e canneti battuti dal vento, piccoli moli e casine sparse. Io mi sdraio su una panchina affacciata su un promontorio e Max si avventura nei canneti arrivando a camminare nell’acqua fino ai polpacci. L’acqua a suo dire non è fredda, ma il vento si. Visitiamo dei negozietti comprando marmellate di rose del posto, fatte dalle nonne dell’isola, e risaliamo alle 16.30 sul mitico trenino che ci riporta all’auto.

Ci rimettiamo in viaggio per il grande Nord! Lungo la strada ci regaliamo una sosta in un bosco di faggi, spengo il motore e possiamo assaporare il fascino del silenzio e del cinguettio degli uccelli. Ci inerpichiamo lungo un sentiero ma preferiamo non allontanarci tanto dall’auto, così riprendiamo il cammino. Altra sosta la facciamo nel punto più alto della Danimarca, di cui ora mi sfugge il nome, da dove si gode una vista su tutta la vallata. In realtà è alto poche centinaia di metri, una collinetta, ma qui mancano le vere montagne. Il posto è carino, peccato sia iper turistico, ciò ci incita ad allontanarci quanto prima. Per la notte stiamo cercando una B&B di cui abbiamo letto molto bene in un Diario di viaggio di “ Turisti per Caso”. Dovremmo arrivare a Thyregord, nei pressi di Give. Abbiamo il nome della B&B, l’indirizzo, ma come ovvio, nessuno sa dove sia; alla fine ci immettiamo su una strada per cambiare zona e, noto una scritta “ zimmer”, ci arriviamo e scopriamo che sono proprio loro: Boye e sua moglie Inghe che suona l’organo ed ha una casa con due pianoforti di cui uno a coda. E’ una coppia affabile, e lui si offre di accompagnarci al vicino ristorante sul lago, dove mangiamo benissimo e spendiamo relativamente poco. Lo scenario che abbiamo di fronte è affascinante, un piccolo isolotto incastonato in un lago, raggiungibile tramite il solito corridoio , che noi, ovviamente, a notte fonda, percorriamo, anche per digerire il tutto. 11/08/07 sabato I padroni di casa non ci sono, Inghe aveva un concerto in chiesa alle 8.00 , però ci hanno lasciato la tavola apparecchiata e il frigo a disposizione.Dopo una ricca colazione e dopo aver preparato i panini per il pranzo ( con il formaggio e il prosciutto che non riusciamo in nessun modo a mangiare a colazione), ci rimettiamo in viaggio. La prima sosta la facciamo in un paesino chiamato Silkeborg, niente di particolare, ma merita un po’ del nostro tempo. Non merita invece neanche uno sguardo la cittadina di Skive, un paesone senza personalità da cui siamo scappati velocemente, senza neanche scattare una foto. Non capiamo perché venga riportata dalle guide turistiche.

Non ci andate!!!!!!!! Ci avviamo così verso l’isola di Mors, collegata da un ponte, e arriviamo in un posto chiamato Hanklit, a picco sul mare, ampiamente panoramico, dove è possibile stare in silenzio a contemplare l’orizzonte. Attraverso un tunnel di fitta vegetazione arriviamo sulle bianche scogliere battute dal vento, silenzio e quiete.Per la sera troviamo sistemazione in una B&B sita in Nerre Draby, riporto l’indirizzo perché merita davvero a parte la pulizia e la gentilezza, si trova a 2 metri dal mare e in piena campagna ( Astrid Lykken, Saltbaekvej 66, Nr Draaby, DK 7900, Nykoebing mors, Dk, e-mail: likken@soebugten.Dk) la proprietaria ci mette a disposizione un intero appartamento situato in una mansarda, dove potrebbero trovarvi sistemazione una decina di persone, in camere singole o doppie, pulite, profumate e con l’uso della cucina. Siamo soli, e ci sentiamo gli unici padroni anche del panorama che ci attende sul terrazzino. La signora Ingrid è particolare, alleva e vende gatti, li esporta anche all’estero ed ha un suo sito. La casa di Ingrid vanta la presenza di una ventina di gattoni a pelo lungo, veramente belli, ( non nella B&B!) , ci colleghiamo ad internet per i futuri pernottamenti e poi di corsa a mangiare in un ristorantino vicino, sul mare , piatti a base di pesce e spesa contenuta. P.S. Oggi per me è stata una giornata molto triste, non sono riuscito a trattenere il pianto, sarà per il sogno che ho fatto stanotte, questo viaggio per me è stato anche un’evasione , ma non sempre i bei ricordi stanno alla larga dalla mia mente. Vado avanti.

12/08/07 domenica Verso le 09.30, dopo aver ripreparato i panini con il resto della colazione, foto di rito con la proprietaria, ci avviamo verso la punta nord dell’isola, ma prima facciamo un ultimo giro panoramico nei dintorni, favoloso. Il piccolo traghetto che dall’isola di Mors ci porta nel territorio di Thy, precisamente da Feggeron a Sander Arup, costa circa 9 euro, più o meno 60 corone per un tragitto di 5 minuti. La nostra idea è quella di andare sulla costa del mare del nord, in un posto indicato dalla mappa come panoramico, Bulbjerg, ci arriviamo in pochissimo tempo, e , dopo aver attraversato laghi, lagune e campagne, ci troviamo di fronte una collina ricoperta di erica in fiore e graminacee, con piccoli sentieri scavati dai passi. Sulla cima si ammira un panorama indescrivibile, il vento è molto forte e , passando tra la vegetazione,crea suoni come strani lamenti . Scendiamo verso il mare, lungo la spiaggia ricca di ciottoli trasparenti e sulla nostra destra scopriamo maestosa un costone roccioso su cui hanno trovato riparo e nidificato centinaia di gabbiani. Spettacolo veramente bello. Salendo nuovamente sulla collina troviamo un vecchio bunker con feritoie sul mare, utilizzato dai tedeschi durante l’ultima guerra come punto di osservazione sul mare norvegese. Entriamo e scopriamo che è stato trasformato in un punto di informazioni turistiche, ci sono pannelli in tutte le stanzette che illustrano le varie fasi della guerra vissuta in questi posti lontani, e poi altri pannelli che invece parlano della flora e della fauna del posto. La tappa ha sortito l’effetto sperato, ne è valsa la pena.

Ci indirizziamo ora verso la strada n° 11, alla ricerca della punta più a nord della DK. Osservazioni: “ Lungo tutto il percorso, dall’inizio del nostro viaggio in Danimarca, abbiamo notato sporadicamente, dei piccoli contenitori con tettoia fuori dalle abitazioni, contenenti alcuni sacchetti con prodotti agricoli, ma non ci era chiara la motivazione di tutto ciò. Così, alla vista dell’ennesima baracchetta chiedo a Max di scendere a vedere e… Incredibile… In ogni baracchetta ci sono sacchetti con patate, verdure, frutta, prodotti dell’orto casalingo, su ognuno è riportato il prezzo in corone. Al fianco dei pacchettini c’è una scatolina con dei soldi, in pratica ognuno che passa può prendere un sacchetto e lasciare il relativo importo nella scatoletta, magari prendendo anche il resto!! Che cosa bella e impensabile dalle nostre parti. Mi ha fatto entrare nelle loro menti, capire il grado di fiducia che hanno nel prossimo, e la mancanza totale di ladri e di disonestà da queste parti.

In pratica il proprietario del Kartofler, così mi sembra si chiamino queste postazioni, la sera non fa altro che uscire di casa, prendere la cassettina con i soldi e pensare a rimettere altri prodotti in mostra per l’indomani.” Arriviamo a Rubjerg-Knude, sulla costa; è veramente fantastico, la stradina sterrata finisce proprio di fronte a delle immense dune di sabbia bianca, tra cui si erge la punta di un vecchio faro. Da lontano vediamo tante persone salire e sprofondare fino alla caviglia nella sabbia, come piccole formichine, mi sembra l’ascesa dantesca al paradiso. Colmi di stupore ci incamminiamo anche noi, a piedi nudi, e sulla cima rotoliamo dalla parte opposta ,verso il faro. Ci accorgiamo che la natura si è impossessata dei luoghi, insabbiando la struttura in muratura e legno, fino a sfondare i tetti e a riempire ogni piccolo spazio con la sabbia. Il faro è coperto a metà, il tutto è alquanto surreale, veramente un luogo che merita! Ci rimettiamo in viaggio e arriviamo all’imbocco con Rabiergmile, il famoso deserto danese, ma per motivi di tempo e stanchezza soprassediamo, abbiamo già raccolto un’idea delle dune, così raggiungiamo la punta più a nord della DK, la mitica Skagen, più precisamente Grenen. Lasciata l’auto al parcheggio ( questa volta solo a pagamento), camminiamo lungo la spiaggia verso l’apice, il punto in cui i due mari, quello del Nord a sinistra, e quello Baltico a destra, si incontrano. Facciamo il percorso con una famigliola tedesca, il cui cane Oscar, si volta incuriosito ad ogni mio abbaiare!! Arriviamo, l’acqua non è fredda ma c’è molto vento. Lo spettacolo che si mostra ai nostri occhi non è così eccezionale come ci era stato descritto, ma vedere queste due onde che si vengono incontro e si uniscono dà un certo effetto. Facciamo le foto di rito appena in tempo, la mia digitale ha le batterie scariche. Una sosta al grande bar vicino al parcheggio( gli interni sono tappezzati di foto d’epoca inerenti la costruzione e l’evoluzione della struttura) per un caffè lungo caldo e poi visita al paesino. Skagen è veramente un gioiellino, si ha l’impressione di trovarsi ai confini del mondo, inoltre nel pub dove ci siamo rintanati , sono veramente gentili, ci permettono di usare internet e di ricaricare i cellulari! Osservazioni: “ Di solito , anche da noi, nei bar all’aperto ho visto le classiche stufe a gas che in inverno riscaldano i clienti ai tavoli, qui invece ogni poltroncina all’aperto è dotata di una copertina adatta all’uopo.” Ci aspetta un viaggio ancora lungo e ci incamminiamo lungo la costa est, scendendo verso sud. Lungo la strada facciamo una tappa a Den Linsardeden Kirche, una chiesa insabbiata tipo il faro visto precedentemente, ma oramai della struttura rimane solo il campanile, la navata non esiste più, si vedono solo la parte apicale delle mura perimetrali, inoltre non ci sono dune , in poche parole, evitate di fare la deviazione! Ci fermiamo o per meglio dire, rallentiamo per pochi minuti in un piccolo paesino non importante ai fini turistici, Albaek, ma dato che ci è vissuta una nostra cara amica napoletana durante la sua infanzia, ci sembra il caso di scattare qualche foto dei luoghi a lei ora così lontani.Dobbiamo ora arrivare ad Alborg, seconda città danese per importanza, dove abbiamo appuntamento con un altro membro dell’organizzazione. Alle 21.30 incontriamo il nostro amico che ci precede in bicicletta fino a portarci a casa sua. Sinceramente la sistemazione non è delle migliori, anzi, una piccola casetta di una stanza, senza corrente elettrica e con i servizi allocati fuori e per niente … igienici… In compenso il nostro amico si prodiga nel darci quel poco che ha, offrendoci finanche il suo letto e andando a dormire a casa di suoi conoscenti. La zona è fuori mano da tutto, ceniamo tutti e tre con la nostra rimanenza dei panini, la birra è di casa. Forse lo spirito dell’organizzazione a cui facciamo capo è proprio questo!

13/08/07 lunedì La notte passa quasi insonne, non ci sentiamo a nostro agio, fuori è tutto buio, tutta la zona non ha mai avuto corrente, presumo sia un intero quartiere abusivo, dove mancano anche le fognature; al posto delle coperte abbiamo un sacco a pelo, intorno al letto ci sono scatoloni pieni di cose che non riusciamo a decifrare, il “bagno” è fuori e la piccola camera è piena di zanzare. Siamo in pensiero per l’auto parcheggiata fuori! Alle 6.00 partiamo e alle 6.30 ci accoglie un centro storico di Alborg ancora assonnato, come noi!! Ci fiondiamo nell’unico bar aperto e con il nostro bicchierone caldo ci sediamo su una panchina per strada, alcuni uccelletti aspettano le molliche del dolcino; piove! La nostra attesa in questa città vuota ci permette di capire il lavoro che sta dietro al bel quadro, ci sono alcuni operai in giro, chi toglie le poche cartacce da terra, chi irriga le piante nei vasi, chi invece lava le iperpulite panchine; ognuno nelle sue competenze fa il suo dovere per dare decoro alla città e per presentarla imbellettata ai turisti che di lì a poco la popoleranno.

Finalmente la città comincia a ravvivarsi, alle 9.00 apre il tourist information, così possiamo prendere un po’ di materiale e girare il centro con maggiori informazioni.

Le locandine e il manuale fornitoci è molto buono, abbiamo una cartina con descrizione del percorso e con notizie storiche molto dettagliate. Il centro storico è veramente carino, tutto funziona, dalla cura del verde ai mezzi pubblici, al sorriso delle persone! Alborg ci ha veramente affascinato, la consigliamo tranquillamente.

Lungo la strada ci fermiamo a Lindholm Hoje per visitare l’unico cimitero vichingo esistente in DK.

Consta di un museo ( in cui non ci addentriamo), e di campi all’aperto disseminati di tombe, caratterizzate da grosse pietre conficcate nel manto erboso. Le informazioni possono essere attinte da plastici dislocati sui campi.

Siamo un po’ indecisi su dove fermarci per la notte, vorremmo un posto tranquillo, possibilmente sul mare; non abbiamo preso contatti e quindi ci indirizziamo verso la penisola dello Djursland, non sappiamo niente di questo posto, ma la forma strana, divisa in tante altre piccole protuberanze, e soprattutto la mancanza di strade di un certo rilievo ci fanno pensare al meglio. Il caso e l’istinto ci portano quindi verso zone marginali, sicuramente fuori dai normali itinerari turistici, e arriviamo in un posto a dir poco fiabesco. Si, la piccola penisola di Helgenaes, con la sua forma ad “ugola”ci affascina, è qui che speriamo di trovare asilo! Lo troviamo, riporto gli estremi perché merita davvero: B&B di Grethe Chistensen, Asgilhojevej 29 B, Kongsgarde, Helgenaes, DK 8420 Knebel. La signora Grethe parla solo danese e tedesco, ma riusciamo a farci capire, alla fine ci ritroviamo in un cottage spettacolare a picco sul mare, la vista è veramente indescrivibile, un bosco alle spalle con tanto di volpi che fanno capolino e un mare calmo avanti, a pochi metri, un piccolo molo su cui fare due passi, due barchette che si strofinano in un amplesso marino e tanta pace! Il cottage ha un unico ambiente, in fondo i letti e avanti una piccola zona con poltroncine tavolino e angolo cottura. Tutto è in legno e le tende in lino colorato, dalle finestre si abbraccia tutta la baia. Siamo molto entusiasti di essere capitati qui.

Passiamo al vicino market e compriamo spaghetti, tonno , pomodoro e altro. La cena la prepara Max, un gustoso piatto di spaghetti all’italiana… Slurp… Il tutto è molto rilassante, io intento a scrivere appunti sul diario sul patio, facendo a botte con il vento, e Max che gironzola sul molo guardando le meduse che diventano fluorescenti al crepuscolo… magico! 14/08/07 martedì Siamo rilassati e riposati, intensa colazione sul tavolino all’esterno, vista panoramica e silenzio. Di colpo ci viene l’idea di cambiare i programmi. Abbiamo tribulato tanto per trovare un posto così, perché non restarvi un altro giorno? Cisì facciamo, avvisiamo la signora Grethe e contenti ci avviamo verso Arhus.Ci sono tante cose da vedere in questa ridente cittadina, ma arriviamo alle 11.00, e subito entriamo nel museo “ Kunst-Museum” per vedere la mostra dell’autore danese Ron Mueck; abbiamo letto di lui su Repubblica tempo fa, e ci attirano molto le sue opere giganti raffiguranti persone nei minimi particolari, sia anatomici che espressivi. Il biglietto costerebbe circa 12 €, ma mi viene l’idea di presentare le nostre carte di identità attestanti che siamo docenti e così, con nostra somma meraviglia, non solo risparmiamo sul biglietto d’ingresso, ma addirittura ci fanno entrare gratis! Però la delusione arriva ben presto,; del nostro ricercato artista è presente solo un’opera, il “ bambino gigante”, il resto veniamo a sapere che è dislocato nel resto del mondo, peccato! In compenso il museo offre altre sezioni interessanti, in particolare al piano zero c’è una mostra di arte contemporanea che contempla l’uso di filmati, non ricordo l’autore, ma l’opera riguarda la nascita e l’ascesa di un angelo; praticamente in una grande sala buia sono presenti 5 grossi schermi alle pareti che propongono scene di acqua e figure umane indescrivibili, il tutto accompagnato da un possente sonoro. Nella stessa sezione è possibile osservare altre 4 opere sullo stesso genere. Da vedere! Da non vedere invece, a nostro avviso, è una macabra “opera” ai piani alti, in pratica una grossa bacheca ospita circa 200-300 barattoli di vetro con formalina, in cui vengono conservate tutte le parti di un cavallo fatto a pezzi. Tutto questo quadretto è accompagnato da un filmato anni ’70 che riprende dal vivo lo sgozzamento e la resezione del povero animale. Ne usciamo alquanto disgustati! Meraviglia: in una sezione di arte del ’77 troviamo un quadro di un autore danese che riprende la vista da una loggia di una casa sull’isola di Procida. Il pomeriggio lo passiamo in centro, veramentenotevole questa Arhus, anche più di Alborg; è attraversata da mille navigli con ponticelli in legno ravvivati da artisti di strada, tanti piccoli localini all’aperto e tante belle persone rendono l’aria festosa e allegra. Evitate comunque di prendere il caffè nel bar all’inizio del viale, 3.50 €, ed era anche una ciofeca! Nei dintorni c’è un museo all’aperto che ripropone la ricostruzione della vecchia città nel ‘500, “ Den Gaml By”, in pratica ci sono tutte comparse con vestiti dell’epoca, il tempo va indietro, ma peccato che non abbiamo tempo, il timer del parcheggio scade e così rinunciamo, oltretutto sono già le 17.30 e la visita alla vecchia città si deve concludere per le 18.30. Decidiamo quindi di rientrare. La nostra B&B dista circa un’ora , e una volta arrivati in zona ne approfittiamo per guardare il mare da altri punti panoramici. Peccato dover andar via. La serata passa tranquilla, Max prepara della carne alla brace, abbiamo una frittata di pasta e uova mal riuscita, il tutto è così … rilassante.

15/08/07 Ci alziamo di buon’ora, o meglio mi alzo di buon’ora, per prepararmi in modo da partire quanto prima. Essendo restati a dormire qui abbiamo più km da fare . Mentre faccio la doccia mi rendo conto che tra i miei piedi ho la compagnia di una rana! Carichiamo l’auto e ci dirigiamo verso la punta sud della penisoletta, altri scenari si aprono, un faro isolato contempla tutto il blu del mare. Lungo la strada compriamo delle susine e delle pietre dipinte presso un kartofluen; lasciare le poche monetine richieste dal cartellino dentro la scatoletta mi intenerisce ancora.

Percorrendo la n°15 pensiamo che magari possiamo fermarci nuovamente in Arus per vedere la cittadella ricostruita, ma una pioggia intensa e un vento forte ci fanno subito cambiare idea e ci dirigiamo verso la grande isola di Fyn, con l’idea di visitare Odense e pernottare nei dintorni.

Passando sul ponte che collega lo Jylland all’isola di Fyn l’auto viene sballottata fortemente dal vento, faccio fatica a tenere la strada, ma dura solo pochi minuti, eccoci arrivati all’isola. Rispetto ale altre che abbiamo visto l’isola di Fyn è immensa, e non si recepisce affatto la dimensione isolana. Ci fermiamo a mangiare un boccone in un piccolo campo attrezzato ma subito ci rifugiamo in auto per la pioggia, decisamente oggi non è proprio una bella giornata, la prima dall’inizio della nostra vacanza.

Alle 14.00 arriviamo ad Odensee, visto che i musei chiudono intorno alle 17.30, subito andiamo a visitare la casa natale di C.H. Andersen con annesso museo. La piccola cittadella che lo attornia è di una bellezza unica, mi sembra di stare nelle casine di Edenlandia a Napoli, tutto ovviamente molto colorato, pulito e tranquillo. L’entrata al museo prevede un biglietto di circa 8.5€, ma ormai, avendo imparato che i docenti non pagano entriamo gratis. Nel museo è possibile visitare varie sezioni, la storia letteraria e personale di Andersen, i suoi rapporti con altri autori dell’epoca tipo Dickens, e scopriamo che quest’ultimo non nutriva molta simpatia per l’autore di Hansel e Grethel, nonostante lo avesse ospitato a lungo in Inghilterra. La figlia di Dickens diceva anzi che Andersen fosse noioso e non sapeva l’inglese.Altre sezioni danno testimonianze sui passatempi e sui giochi preferiti dall’aurore, ad esempio era solito ritagliare fogli di carta per ottenere tante strane figure simmetriche, oppure riunire persone e raccontare le sue fiabe… alla fine di tutta questa visita restiamo contenti soprattutto per il giardino, veramente curato a puntino. Osservazioni: “tutto questo rumore per un autore si importante, ma sempre un autore minore, se penso che in Italia non vengono messi in rilievo personaggi dello stampo di Leopardi di cui abbiamo sul Vesuvio la “Villa delle Ginestre” dove scrisse l’omonima poesia… O tanti molti altri… Certo qui hanno poco pero lo sanno vendere bene.” Il centro storico di Odense è leggermente separato dalla cittadella di Andersen, ma è altrettanto bello, valeva sicuramente spenderci un po’ del nostro tempo, il museo forse un po’ meno.Ecco, ora si ripropone il solito problema pomeridiano: non abbiamo preso contatti per cui dobbiamo cercare una B&B per la notte.Ci avviamo verso Kerteminde seguendo la 165, arriviamo in città ma non troviamo niente, la cittadina sembra meritare, notiamo tutto un borgo di pescatori a fronte del porticciolo e quindi ci riproponiamo di tornarci domani.Ci rivolgiamo quindi, come nostro solito, verso luoghi non battuti, sperando che ci diano fascino. Lungo la 315 che taglia in due la penisola di Hindsholm ci ritroviamo in un piccolo paesino affascinante ma deserto, Viby, dove però non riusciamo a trovare niente per la notte, ma ecco per incanto un piccolo cartellino con la scritta B&B! Il posto è bello, un vecchio cottage a ferro di cavallo trasformato in tante piccole camerette, con tanto di frutteto e laghetto alle spalle. La signora chiede 400 corone con colazione, decidiamo quindi di fermarci anche perché non sapremmo dove andare a cercare e siamo molto ma molto stanchi.

Vicino la nostra B&B c’è una chiesa e ci fermiamo ad ascoltare un ragazzo che stà provando dei pezzi classici all’organo per la messa serale. La nostra camera affaccia sul cimitero locale, ma non è per niente inquietante. Sono un po’ preoccupato per Max, non si sente molto bene, ed ho paura che si becchi l’influenza, di solito è una buona forchetta ma stasera ha mangiato solo un piccolo pèanino e dietro mia insistenza. Gli ho dato una Oki sperando che la notte gli faccia passare tutto.

16/08/07 giovedì Max si sveglia verso le 9.00 ed io molto prima; stà molto meglio, così dopo la colazione ci rilassiamo un po’ parlando con i vicini di camera in giardino e ci rimettiamo in viaggio. Prima di allontanarci dalla zona vogliamo perlustrare la parte nord della piccola penisola , vedere dove finisce la terra e comincia il mare, per scoprire magari qualche altro luogo selvaggio ricco di natura. Di natura qui scopriamo che possiamo trovarne in quantità enorme. Arriviamo con l’auto fin dove è possibile e parcheggiamo su una piccola striscia di terra, nel punto estremo della penisola. Da una piccola legenda in danese si evince che ci troviamo in una riserva di nidificazione avicola; la natura ci avvolge lungo il nostro cammino per i sentieri di un piccolo promontorio; le vacche e le pecore si beano indisturbate a pochi metri da noi, il vento è forte ma non fa freddo. Incontriamo la coppia della B&B e scambiamo qualche battuta. Non resisto alla vista di un vecchio contenitore di aranciata abbandonato in un posto stupendo, così lo raccolgo e lo porto con me in auto. Proviamo ad incamminarci per Karteminde ma le tentazioni sono tante, ci imbuchiamo in un altro piccolo sentiero carrabile e finiamo in un piccolo borgo, dove in una serretta in vetro fanno bella mostra di sé dei grappoli d’uva appena invaiati. Un cartello turistico attira la nostra attenzione e ci incamminiamo verso un piccolo rilievo indicato dal sito. Si tratta di una antica tomba neolitica,; l’apertura consta di uno stretto cunicolo che dobbiamo percorrere a carponi ed inoltre l’interno è buio pesto. Scatto delle foto senza vedere niente, solo per un attimo ho notato con il flash che la tomba è molto profonda, incute timore ed inquietudine; usciamo in fretta da questo luogo un po’ opprimente, ma riguardando le foto ci accorgiamo della bellezza dei colori delle rocce.Altre sorprese: ad entrambi scppa un “Hoooo” alla vista di un piccolo cerbiatto che ci taglia la strada. Quante belle cose per i nostri occhi, è bello andare alla ricerca di queste semplici emozioni.

Arriviamo a Karteminde, una piccola cittadina di pescatori, facciamo un giro per il piccolo centro storico, visitiamo due piccoli musei sulla storia locale( non si paga biglietto) e poi ci infiliamo in biblioteca per consultare internet; dobbiamo verificare la disponibilità di Crhistine che ci aspetta a Cophenaghen. Fatto ciò approfittiamo di un localino sul porto che ci offre la possibilità di mangiare cibo a base di pesce affumicato, ottimo. Ci rimettiamo in viaggio. La mappa della DK ci propone , lungo la E20, la visita ad altre cittadine, ma noi andiamo avanti, la strada è tanta e siamo stanchi. Verso le 14.00 arriviamo al ponte per l’isola Syelland,; lo scorgiamo da lontano ed è molto più lungo di quello precedente, inoltre è a pagamento, circa 25€. Siamo arrivati sull’isola della capitale. Osservazioni:” questa volta sono un po’ critico; Prima osservazione: abbiamo appurato che la DK stà centomila anni avanti rispetto a noi per quanto riguarda il rispetto dei diritti delle persone, delle scelte e delle libertà, ma non capisco come sia possibile permettere di fumare nei locali pubblici non prevedendo per legge sale apposite o , in mancanza, il divieto assoluto ! solo in qualche caso ho notato locali separati, per il resto ci hanno sempre fumato in faccia! ( noi non fumiamo!) . Seconda osservazione: Riguarda il cambio delle lenzuola. Non esistono lenzuola, ma qui si usa una specie di coprimaterasso in spugna ed un piumino inserito in un copripiumino apposito. E’ un’impressione, ma ho la sensazione che non tutte le B&B cambino le lenzuola al susseguirsi dei vari ospiti.” Decidiamo di uscire dalla E20 per visitare una cittadina riportata in giallo sulla cartina, quindi degna di nota, si tratta di Slagelse; lo facciamo anche perché si trova solo a 4 km. In realtà non so perché l’abbiano evidenziata, diciamo che è senza infamia e senza gloria, un po’ anonima, o saremo noi che siamo stanchi e di paesini così ne abbiamo già visti tanti. Ci rifugiamo così in un supermercato dove non mi trattengo dal fotografare piccole vacche colorate, in particolare una vestita da Superman, il cui costo è proibitivo. C’è anche la vacca al mare e quella giapponese!! Proseguendo il giro al supermercato mi attraversa un attimo di tristezza dettato dai miei pensieri che vanno in libertà , e per un attimo mi danno l’illusione di eventi impossibili, ma cercio di non soffermarmi; non ci riesco tanto a mascherare visto che Max avverte tale cambiamento. Ok. Saliti in auto ci avviamo in direzione opposta, verso Soro. Parcheggiamo fuori dal centro pedonale e come prima entriamo in biblioteca per internet. Che bello, Christine ci ha risposto, abbiamo il suo indirizzo e telefono, così stampiamo anche una mappa per poter arrivare sotto casa sua senza perderci.

Osservazioni: Funzionamento dei parcheggi in DK.

Nel 90% dei casi si trova sempre un posto per parcheggiare, inoltre è bene dotarsi di un disco orario, in quanto quasi tutti i parcheggi sono a tempo, all’ingresso dell’area parcheggio è riportato il numero di ore per cui si può parcheggiare senza pagare, ore=timer. In qualche caso , in pieno centro si va dai 15 minuti a 30 minuti; se si è più distanti dal centro non c’è limite, ma in genere le ore sono 2-3, ovviamente senza pagare. Solo in pochi casi abbiamo dovutocomprare il biglietto (billet) alla macchinetta. In qualsiasi caso, gratis o meno, non bisogna assolutamente forare il tempo, anche pochi minuti possono essere letali per le vostre tasche! Pioviggina! Imperterriti, dotati di cappellini e giacca a vento ci incamminiamo per il centro. Indubbiamente merita una sosta, il tutto è molto gradevole alla vista. Passiamo sotto un vecchio arco per avvicinarci al lago e scopriamo un paradiso verde!! Il paesaggio che ci si para davanti è indescrivibile, il silenzio rotto solo dallo starnazzare delle oche e anatre in acqua, le tonalità di verde ci sono proprio tutte, salici secolari sdraiati sull’acqua attirano l’attenzione di Max che ne prende di mira uno e lo percorre tutto fino a scivolare in acqua, il tutto prontamente ripreso dalla mia macchinetta. Incalza la pioggia, così ci ripariamo sotto un boschetto di olmi su una piccola collinetta. Il momento è magico. Avvertiamo la pioggia tutto intorno al bosco che forma come un fungo il nostro ricovero, ma stiamo all’asciutto, godiamo della vista del lago, dei suoi abitanti e del silenzio pregnante. E’ un vero peccato dover andar via.. Soro è veramente magica, consigliamo a tutti una sosta di almeno un paio d’ore. Rieccoci da Fabia. Copenaghen è alle porte, la mappa stradale che abbiamo stampato ci salva la vita e arriviamo proprio sotto casa di Christine, la persona che ci ospiterà e con la quale abbiamo avuto solo contatti tramite e-mail. Appena la incontriamo scatta una grande simpatia, è una ragazza allegra, solare, ha una casa piena di cose, al punto che è difficile anche appoggiare il cellulare su di un tavolo; penso che se ce lo permetterà resteremo qui per tutta la nostra permanenza a Copenaghen, ci siamo trovati subito a nostro agio. Passiamo la serata a chiacchierare, scopriamo che Christine anni fa è stata a lavorare nei pressi di Napoli, per cui parla anche un poco italiano. Veramente una persona gradevole, inoltre ci ha accolto con un ricco e profumato pollo a forno e canzoni classiche napoletane cantate da Pavarotti. Sono le 00.30, andiamo a letto stanchi ma contenti , facendoci spazio tra i mille oggetti presenti nella nostra camera.

17/08/07 venerdì Verso le 9.30 siamo pronti per scoprire la capitale. Dicidiamo di usare la metro e di lasciare l’auto a riposo, sia perché passeremmo mezza giornata a trovare le strade e poi perché non è semplice trovare parcheggio, si paga quasi ovunque, terzo perché sto guidando da 10 giorni. Casa di Christine è molto comoda, la metro è a 10 minuti a piedi, e con appena 4 fermate si arriva in centro. Facciamo un biglietto per una sola corsa, quello giornaliero lo si può avere solo alle fermate in centro. Abbiamo con noi un piccolo libro-guida sulla capitale, un po’ vecchiotto ma fatto molto bene; ci propone vari percorsi, descrivendo le varie cose da vedere e da fare. E’ inutile dilungarsi su tutto ciò che c’è da vedere, rimando ad una qualsiasi guida della città, ma in particolare è singolare l’impatto con Cristiania, si tratta di un piccolo pezzo della città in cui vi erano fabbriche dimesse , che negli anni ’70 fù occupato da giovani contestatori; il governo nel tempo si è sottoposto a vari compromessi e la piccola cittadella si è sviluppata al punto da divenire in un certo qual modo autosufficiente rispetto al resto del paese. Ognuno in tale territorio porta avanti lavori artigianali, e molto viene ricavato dal riuso e dal riciclaggio, mi ha colpito molto un piccolo bazar con la scritta in inglese “lascia e prendi”, in pratica se qualcosa non ti serve la lasci lì in quanto potrà servire a qualcun altro, e se trovi qualcosa che può esserti utile la puoi portare con te, senza pagare. Nella cittadella c’è un forte consumo di sostanze stupefacenti, e vengono offerte ai visitatori in modo esplicito. Insomma lo Stato danese ha assunto nei confronti di tale comunità, una filosofia tipo “vivi e lascia vivere”, forse anche perché attira centinaia di migliaia di visitatori all’anno. Sono dotatidi ufficio postale e asilo nido autonomo. Non è mio scopo muovere critiche positive o negative a tale realtà, ma il poco tempo che ho passato al suo interno per visitarla, mi ha regalato sensazioni di libertà, e anche un ottimo pranzo in un ristorantino vegetariano. Tra le altre cose da non perdere, il mitico Stroget, una strada in pieno centro storico dove puoi incontrare centinaia di persone , e non tutte tanto “ordinarie”. La visita alla tanto conosciuta “Sirenetta” invece non ci ha preso più di tanto, probabilmente perché come già detto, siamo maggiormente attratti dai luoghi e dalle cose un tantino fuori dali circuiti turistici. Pensavo che dopo tanti giorni passati in luoghi solitari e silenziosi, l’impatto con la “grande città” sarebbe stato pesante , invece è stata una cosa soft e gradevole, da continuare nei prossimi due giorni.

18/08/07 sabato La mattinata passa praticamente a casa , chiacchierando con la nostra simpatica Christine. Facciamo colazione, ascoltiamo dei pezzi di Giuni Russo sul suo sito ufficiale. Christine non conosce questa mitica artista, la mia preferita, e resta impietrita dall’ascolto de “ L’Addio”, in cui Giuni si destreggia in acuti da brivido. Scendiamo verso le 11.00, abbiamo superato noi stessi, ma anche questi momenti sono molto gradevoli. Ieri abbiamo fatto un lungo giro per andare alla metro, così stamane cerchiamo una scorciatoia. Ci addentriamo in un parco con piccole costruzioni e notiamo un’ambulanza ferma. Alla fine del percorso una rete alta 2 metri ci separa dalla metro. Max vorrebbe tornare indietro, io invece scavalco e convinco anche lui a farlo. A sera Christine ci dirà che siamo passati attraverso il cortile di una clinica per malattie mentali, ed abbiamo scavalcato la rete in modo che chi ci vedeva poteva ipotizzare un’”evasione dal manicomio”. Scoppiamo a ridere! La giornata in Copenaghen prevede altri due percorsi, ma prima di tutto ci indirizziamo verso l’Orto Botanico; in verità interessa me, Max … si adegua… . Ciò che voglio particolarmente vedere sono le serre con le palme e piante tropicali. Infatti, una volta trovate, mi rendo conto che sono notevoli, in stile neoclassico, molto alte e dotate di scale a chiocciola interne, con corridoi sopraelevati, in modo da permettere al visitatore di troversi all’altezza delle corone di foglie delle palme. Iniziamo il nuovo percorso, il il terzo, con la visita ad altri monumenti e strade, un piccolo caffè con dolcino ci permettono di continure il quarto ed ultimo percorso, con la visita esterna al Palazzo Reale e al caratteristico porto dei pescatori, dove prendiamo una chiatta che ci fa rilassare per circa un’ora e mezza, godendo della vista della città dai suoi mille canali. Decidiamo di scendere a ¾ del percorso, presso il parco giochi “Tivoli”, in quanto Christine ci attende con la figlia proprio lì. Il parco è veramente notevole, per entrare si pagano circa 10 € e poi, per eventuali corse sulle varie attrazioni bisogna fare nuovi biglietti. Noi decidiamo di fare un giro del parco e di sederci a bere una birra. Il tuto è molto gradevole, ed è sicuramente da vedere; il fascino del parco si accentua all’imbrunire, quando tutte le mille luci colorate si accendono. Immaginiamo come potrebbe essere il Tivoli durante il periodo natalizio! Verso le 21.00 decidiamo di rientrare a casa a piedi, dista circa un’ora. In tal modo ci viene offerta la possibilità di godere di scorci di vita notturna, passeggiate lungo i canali e per ultimo la visita alla zona universitaria che , sorta da appena pochi anni, mostra tutte strutture moderne, la presenza di tanti giovani e musica irradiata dal vivo in modo rducato e non invadente. E’ un ambiente veramente bello da vivere. Abbiamo passato una bellissima giornata, abbiamo visto tanto e abbiamo riso tanto. Siamo anche molto stanchi. Tornati a casa prendiamo un caffè e ci colleghiamo un po’ ad internet, Christine vuole visitare il sito di Max, dove ascoltiamo pezzi scritti e cantati da lui e dal suo gruppo I Lorelayne, rimarrebbe a sentirli fino al mattino tanto che le piacciono, ma ormai è tardi… Abbiamo infettato anche lei … .

19/08/07 domenica Questa mattina ci siamo svegliati verso le 9.30. ( io alle 7 ero già in stato di semicoscienza) e abbiamo fatto colazione con degli ottimi dolcini acquistati ieri sera. In pratica abbiamo passato tutta la mattinata a casa a chiacchierare in quanto non potremo restare quest’altra notte qui a dormire,; ritorna l’altra figlia di Christine e quindi non c’è spazio. La nostra amica ci ha informato di questa cosa quasi mortificandosi, ma subito ci ha proposto di passare l’ultima notte a casa del suo ex marito, sempre in Cophenaghen; che cara, pensa proprio a tutto. Il distacco da lei è stato un po’ triste, ci ha preparato anche i panini per il pranzo… Sicuramente riusciremo a farla venire qualche giorno a Napoli! Bagagli in auto e ricomincia il viaggio! Questa giornata la dedichiamo al nord di Sjaelland, in particolare visiteremo la zona dei castelli. La prima tappa la facciamo al castello di Kronburg sito in Helsingor, utilizzato dai reali come residenza estiva. Per tale motivo la visita si deve limitare agli esterni e al grande parco che gira tutto intorno. Durante la visita veniamo fermati per un’intervista sul gradimento del parco . Ci avviamo verso il museo “Luisiana”. E’ riportato in tutte le guide come un importante sito di arte moderna, affacciato direttamente sul mare che guarda verso la Svezia. Il museo non prevede ingresso gratuito per docenti e quindi paghiamo circa 12 €. La visita richiede circa 2 ore, anche perché ci sono opere disseminate lungo i viali e prati esterni; in realtà siamo molto stanchi, ci sediamo ovunque, e non riusciamo a prestare la dovuta attenzione che il posto richiede. Attirano la nostra attenzione in particolare alcune opere di A. Warrhol e di un artista danese che utilizza teorie matematiche e fisiche per creare arte, un cert Cecil (?). Approfitto del punto vendita interno al museo per comprare dei puzzle ai miei nipotini e ripartiamo alla volta del castello di Helsingor, dove si dice che Shakspear abbia ambientato l’amleto. Arriviamo alle 16.30 e il sito chiude alle 17.00. Non è possibile entrare, ma la cosa non ci dispiace tanto in quanto le varie guide ed in particolare i diari di viaggio che abbiamo letto, non ne parlano in modo molto entusiasta. Il castello è stato eretto nei secoli passati a difesa della vicina Svezia, che si vede lì. Poco distante. Ha un aspetto che viene definito cupo e tetro dalla maggioranza, ma a me non sembra tale, sarà forse colpa della bella giornata di sole che abbiamo trovato. Comunque ci ha colpito maggiormente il mercato del pesce allestito dai locali sul molo, scene di vita quotidiana. La cittadina certamente non merita molto tempo, come queste ne abbiamo viste tante, quindi completiamo la nostra giornata nel piccolo borgo di pescatori di Gilleleje, seguendo la 237. Capitiamo in questa piccola cittadella in concomitanza con una festa locale, che ricorda il filosofo danese S. Kierkegaard. Ci sono tante persone con abiti d’epoca che inscenano varie scenette teatrali di cui non capiamo niente in quanto in danese. Il posto merita, è suggestivo, si respira la vita di mare e la semplicità di queste persone.A questo punto comincia realmente il conto alla rovescia del nostro viaggio!!! Abbiamo percorso finora 2470 km( tutti con me al volante e Max alle mappe), e comincia la discesa verso il confine tedesco.. La notte , come detto precedentemente, la passiamo a casa dell’ex marito di christine, Escar, che riusciamo a trovare solo verso le 21.00. E’ una persona molto gentile e sa come trattare gli ospiti, ci accoglie in modo molto caloroso, ci mette a nostro agio facendoci guardare i suoi dipinti che raffigurano prevalentemente scene campestri in cui sono immerse le sue figlie, parliamo un po’ fino a che non gustiamo la deliziosa cenetta da lui preparata: polpettine con patate e contorni vari. Sono ormai le 23.30, il tempo è passato chiacchierando piacevolmente. Andiamo a letto. Osservazioni: Sempre in merito all’alto senso di civiltà notato in questo paese; Voglio focalizzare l’attenzione su tre questioni in particolare: 1) tutta la DK, dai posti più centrali a quelli più sperduti, è disseminata di pale eoliche, che invece da noi opposizione anche da parte delle forze politiche che dovrebbero spingere in tal senso. Non sono affatto antiestetiche, anzi danno il senso di pulizia energetica, ed inculcano il rispetto per l’ambiente. 2) per tutti i 2500 km percorsi sinora, non abbiamo visto un solo cane o un solo gatto spiaccicato sull’asfalto, ma solo qualche volpe o uno sporadico riccio. Questo è sicuramente il segno che il DK non esiste minimamente il problema dell’abbandono degli animali domestici ed il relativo randagismo! 3) Qualsiasi w.C., pubblico o privato, è dotato di due diverse quantità di acqua per lo scarico, in modo da utilizzare meno acqua se si è fatta solo la pipì! Quanto risparmio idrico, dovremmo prendere esempio dai danesi, e loro di acqua ne hanno veramente tanta.

20/08/07 lunedì Ci siamo svegliati presto, aspettiamo che Escar si svegli ma alle 9.30 tutto tace.

Dato che abbiamo la giornata ad incastro, decidiamo di partire lasciando un biglietto di ringraziamento, riproponendoci di chiamarlo in mattinata. L’obbiettivo è raggiungere il punto di imbarco per Rostock, Germania. Ovviamente anche durante il ritorno approfittiamo per fare piccole soste o deviazioni non impegnativem; la prima la facciamo a Vallo, sulla cartina è riportato un sito di interesse artistico, arriviamo a destinazione con un po’ di fatica ma inutilmente, c’è solo un piccolo castelletto per di più trasformato in un condominio privato, il parco deve essere molto bello ed è pure visitabile, ma preferiamo fare colazione da qualche parte, qui non c’è neanche l’ombra di niente, inoltre oggi scade il noleggio dell’auto e dobbiamo chiamare per avvisare che la teniamo un atro giorno, ma dai cellulari non ci riesce, dobbiamo trovare una cabina.. Trovata! E abbiamo trovato anche la pasticceria! Proseguiamo verso sud alla volta dell’isola di Mon,e andiamo dritti verso le scogliere di gesso di Mons Klint. Si esce dalla strada asfaltata per percorrere una stradina sterrata immersa nel verde di fitti boschi.. La strada è tutta curve ma è gradevole sia alla vista che allo spirito. Arriviamo alla meta, qui il parcheggio prevede il pagamento di 25 corone, inoltre c’è la possibilità di visitare il museo geologico. Ci avviamo alla scogliera attraverso una scala di legno con tantissimi gradini. Un vento forte e freddo ci avvolge ma all’improvviso notiamo, maestose ,le alte rupi.

Si tratta di calcare sotto forma di gesso che ha inglobato tante pietre nere vetrose, e presumo anche dei reperti fossili. Le scale terminano sulla spiaggia ma per passare dobbiamo guadare un tratto di mare, togliamo le scarpe e andiamo. C’è gesso ovunque, i bambini si divertono a scrivere sulle pietre nere a mò di lavagna, tutto intorno è bianco, anche l’acqua del mare. Noi e la nostra smania di andare sempre oltre, sulla punta, per fare ciò dobbiamo girare intorno ad una piccola montagnola di pietra e gesso alta circa 2 m, in quanto dalla parte opposta ci sono le “ sabbie mobili”. Passano altre persone, ma appena lo faccio io la montagnola crolla e mi frana sul lato destro sommergendomi la gamba fino al fianco. Il dolore è abbastanza forte, e anche la paura che si prende Max tentando di aiutarmi. Mi siedo più in la cercando di nascondere il dolore; in pratica ho tutta la parte della gamba destra, dal ginocchio in giù, contusa, con un rigonfiamento a livello dello stinco che mi duole davvero tanto. Penso che poteva andare peggio, se fosse passato un bambino al posto mio sarebbe stato travolto. La risalita ora è abbastanza faticosa… torniamo all’auto, avevamo programmato di prendere il traghetto per la Germania in un punto più vicino a Lubecca, in modo da passarci e poi restare un altro giorno ad Amburgo da Jaen, Il mio problema cambia tutto, non riesco a camminare molto bene, e domani saràa peggio, camminare per Lubecca non se ne parla. Se poi consideriamo che eravamo già stanchi morti, il cambio di programma non si fa attendere. Decidiamo allora di tornare sui nostri passi e prendere il traghetto per Rostok, più vicino a Berlino, dove dovremmo passare gli ultimi giorni a casa di una nostra cara amica che conosciamo da qualche anno, Lisa. Arriviamo all’imbarco ; aspettiamo solo 15 minuti e ci danno il segnale di salire con l’auto,; ovviamente dimentichiamo il mio pantalone bagnato e sporco di gesso sul tetto dell’auto steso al sole, e il cofano totalmente aperto. Il tutto ci viene prontamente fatto notare dal personale addetto, che avrà pensato “ Ma come avranno fatto questi due imbranati ad arrivare qui?” ovviamente il traghetto parte puntuale e a bordo io ho il tempo di scrivere alcune pagine del diario e di far riposare le mie stanche membra. Max dorme alla grande. Sbarchiamo puntuali, e dopo circa 3 ore di auto arriviamo a Berlino. Lisa è sempre solare e allegra, anche se è appena finita la sua giornata di lavoro, si mostra a noi con sorrisi, senza mostrare stanchezza. Ci aspettano 3 giorni stupendi , a corollario della nostra vacanza; spero tanto di riposarmi! 21/08/07 martedì La nostra vacanza stà volgendo al termine; vorremmo spendere bene questi tre giorni ma in realtà siamo veramente stanchi e ci capita sempre più spesso di sederci ovunque ci capiti. Stamane dobbiamo anche consegnare Fabia all’aereoporto di Schonefeld. Io mi alzo un po’ prima , verso le 8.00. Lisa è già andata a lavoro e in casa non trovo molto per la colazione, così scendo fino alla vicina pasticceria per risalire con 4 paste veramente “ingrassanti”. Con un po’ di fatica riusciamo a trovare la strada e a consegnare l’auto. In pratica per 14 giorni ci è costata 450 € , circa 30€ al giorno. Considerando che abbiamo fatto una assicurazione extra non penso abbiamo pagato molto;.Lasciarla lì al parcheggio ci ha un po’ intristito, in fondo l’ho guidata per 3082 km!! Con il biglietto giornaliero arriviamo ad Alexander Platz, nel cuore di Berlino.

Berlino per noi non è una scoperta, ci siamo già stati altre volte, grazie all’ospitalità di Lisa, per cui l’abbiamo già visitata nei suoi aspetti turistici, così decidiamo di vedere alcune cose che le volte passate non ci è stato possibile visitare, e dedicare il resto del tempo semplicemente a girare per il centro, a riposarci e a godere della compagnia di Lisa. La giornata in pratica passa tra il pranzo ai vari localini dove ci rimpinziamo delle più gustose nefandezze. Verso le 16.00 ci raggiunge Lisa e facciamo un giro in quartieri molto moderni nell’architettura, tipo Postdam.

Siamo tutti stanchissimi, così decidiamo di passare la serata in un ristorantino vietnamita nel pittoresco quartiere di Kreutzberg e poi di corsa a letto ( il cibo vietnamita lasciava molto a desiderare). Lisa abita proprio al centro di questo stupendo quartiere multirazziale. Oggi per me è stata una giornata un po’ triste, non in quanto la vacanza stia finendo, ma perché penso alle cose cose e alle persone che non troverò al mio ritorno a Napoli. La distanza a volte ti fa credere che alcuni eventi dolorosi non siano mai accaduti, ma poi ti ritrovi faccia a faccia con la realtà e subentra la tristezza e il dolore. Mi spiace davvero tanto di trasmettere il mio stato d’animo alle persone care che mi stanno intorno, ma proprio non riesco a nasconderlo. 22/08/07 mercoledì Anche oggi Lisa lavora, per cui organizziamo la giornata secondo i nostri ritmi. Nella piazzetta all’angolo della nostra casa c’è un locale molto gradevole, è situato nel cuore di Kroetzberg ed è frequentato da persone i vario tipo. Dal ragazzo nullafacente al punk o all’intellettuale, da coppie etero e non. La cosa più importante però è la colazione: ogni volta che ci andiamo prendiamo questa grande ciotola ricolma di frutta tipo macedonia, tanti frutti di bosco immersi in un mare di yogurt, il tutto guarnito da un rametto di menta. E’ una cosa gustosissima! Così abbiamo fatto anche stavolta, e ci siamo ricaricati per arrivare a piedi fino al Museo Ebraico che dista da lì circa 1,5 km. Il cielo è pregno di acqua, tuona e tutto prelude ad un temporale tremendo, mi piace molto questa atmosfera… fa anche un po’ freddo. Arriviamo all’ingresso del museo e si scatena il putiferio, facciamo appena in tempo ad entrare. Ci sono altre persone fuori in attesa, sotto l’acqua. La fila interna comunque è abbastanza lunga, in quanto come misure di sicurezza contro attentati, controllano le borse e le persone, tipo aeroporto. Finalmente inizia questa nuova immersione culturale. Dell’ebraismo conosco solo le tragedie della seconda guerra mondiale, ma poco o niente so sulle origini e le varie vicissitudini di questo popolo. Il museo è suddiviso in quattro piani, e il percorso segue un criterio cronologico, si parte dalle origini con le prime colonie in Germania, si passa per il medioevo, le varie fasi critiche, gli alti e bassi fino ad arrivare all’Olocausto e ai processi post bellici. La visita è durata 4 ore e mezza! Per finire , abbiamo potuto osservare anche alcune opere d’arte moderna che ci hanno lasciati un po’ angosciati, tipo il grande tappeto formato da migliaia di facce di metallo dall’aspetto inquietante, su cui , camminando, si provoca un rumore metallico che da voce a coloro che non possono più parlare. Certamente merita, e la nostra giornata è stata ben spesa. Sono ormai le 17.00 e la fame si fa sentire, abbiamo saltato il pranzo, un ristorantino cinese all’angolo del museo attira la nostra attenzione. Torniamo a casa stanchi ma contenti di ciò che abbiamo visto. Lisa verso le 21.30 ci accompagna in un locale tipico berlinese.

23/08/07 giovedì E’ il nostro ultimo giorno di vacanza!! Sigh!!! Alle 9 già siamo pronti per il nostro ultimo giro ( questo perché avevamo deciso di volerci riposare a Berlino!) Il programma di oggi prevede la visita all’Orto Botanico, cosa che attira me in particolar modo. Max forse avrebbe voluto fare altro , ma sa che io ci tengo e quindi viene volentieri, in fondo gli parlo sempre di piante… Per arrivare alla meta dobbiamo cambiare 3 metropolitane.

L’Orto Botanico di Berlino è uno dei più importanti d’Europa, ed è nato come giardino in cui acclimatare tutte le specie vegetali portate dalle colonie tedesche sparse per il mondo. Oggi ovviamente si è di molto ingrandito e quello che mi ha lasciato stupito è la grande superficie coperta con serre. In pratica ogni serra ripropone un clima diverso, in cui sono stati ricostruiti i vari ecosistemi ovviamente considerando la parte vegetale. La collezione di bromeliaceae e di piante epifita è maestosa. Abbiamo passato 3 ore stupende ma stancanti. Ci resta ancora il pomeriggio da sfruttare, vorremmo riposarci, ma ci rendiamo conto che domani non saremo qui, quindi pensiamo di vedere uno dei pochi musei che ancora non abbiamo visto, quello sulla condizione omosessuale a berlino nel corso degli anni.

In pratica è un excursus sulla tematica omosessuale che qui a Berlino è molto sentita e ripettata. In realtà troviamo solo un piccolo museo in poche stanze di un palazzotto, dove alle pareti sono poste foto artistiche in bianco e nero degli anni 50 e 60. Poche di queste a sfondo omosessuale.

La parte lesbica è del tutto assente, come lo sono molte altre cose. Ci aspettavamo ben altro, il mondo gay visto con gli occhi di artisti, letterati e storici, che lo hanno vissuto dall’interno. Pensavo ci fossero sezioni su O. Wilde, V. Wolf Queen etc… invece… Ci incontriamo con Lisa ed una sua amica molto carina e simpatica, Francesca, e passiamo la serata in un locale turco. Arriviamo a casa verso le 22.00 e con tristezza sistemiamo le valigie. La vacanza è finita e il taxi ci aspetta alle 4.45!!! 24/08/07 Il volo parte puntuale alle 7.00 e, alle 9.30, sigh… siamo a Napoli. Fa un caldo bestiale e siamo anche ingrassati di 3 chili! Sarà difficile ora riprendere i nostri ruoli ordinari; forse passeremo pochi giorni a Procida per “ riposare”, ma già stiamo pensando alla prossima vacanza. Magari prenotando ora con Easy jet potremmo trovare un volo conveniente per l’Islanda…



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