Multiculturale, magnifica e gustosa: la Napoli francese è una città da visitare almeno una volta nella vita

4 giorni in giro per Marsiglia
Scritto da: RosaLuca
multiculturale, magnifica e gustosa: la napoli francese è una città da visitare almeno una volta nella vita

Ci sono città che ti rimangono dentro. Per me Marsiglia è stato un amore a prima vista. Così ci torno per la terza volta, perché ogni tanto me ne viene nostalgia. E poi, dopo la prima volta, mi sono anche letta Jean-Claude Izzo che ha contribuito all’innamoramento. Volo Ryanair da Bologna 83€ a testa con bagaglio a mano andata e ritorno, Hotel Meininger Marseille Centre La Joliette, 4 notti doppia con colazione a buffet per 400€. Guide Cartoville del Touring e Marsiglia della Morellini, poi molte cose scaricate da internet. Il volo purtroppo è serale. Arriviamo alle 20 in aeroporto, mega scarpinata per arrivare all’uscita e subito andiamo a cercare la fermata del bus 91 che porta senza fermate in circa 30/40 minuti alla Stazione Saint Charles. La biglietteria è un po’ nascosta ma serve per fare il biglietto andata e ritorno che costa un po’ meno (16€ a testa) e che a bordo o nelle macchinette non è possibile fare. La troviamo giusto in tempo per salire per ultimi sul bus che è già in partenza. Arrivati in stazione andiamo diretti alla metro e con l’M2 in due fermate siamo alla Joliette, usiamo un biglietto unico per 4 persone che viaggiano insieme che costa 4,90 in tutto. Dalla fermata all’hotel circa 300 metri di leggera salita. L’hotel ha la reception h24, e arriviamo giusto in tempo per una birretta e per andare a letto. È una catena presente in moltissime città europee dove sono già stata anche in altre città e lo stile mi piace. Gente giovane alla reception e possibilità di cucinare, fare lavatrici, giocare, bar etc. Cose che a noi non servono, ma fa “casa”!

Diario di viaggio

Martedì 5 settembre 2023

Sveglia alle 6, colazione alle 6,45 (siamo i primi!), ottima e abbondante e si parte. Prendiamo un tram, alla Joliette ci sono tram, metro e bus e la piantina dei mezzi di trasporto integrati è fantastica così come le indicazioni alle fermate con piantine e percorsi. La città si gira facilmente con i mezzi pubblici, numerosi ed efficienti. Facciamo il biglietto individuale giornaliero che costa 5,20 e si può prendere qualsiasi cosa. Scendiamo nella Belsunce e affacciamo subito sulla Canebière verso il Vieux Port. Colpo d’occhio bellissimo (tempo splendido e la luce e l’azzurro di Marsiglia sono particolari!). Ci sono alcuni banchetti col pesce e ancora poca gente in giro. Subito ci fermiamo sotto l’Ombriere di Norman Foster per qualche foto. Atmosfera suggestiva.

Prendiamo l’autobus 60 che porta alla chiesa che domina Marsiglia: Notre-Dame-de-la-Garde. Abbiamo scelto di venirci alla mattina presto (apre prestissimo) perché c’è meno gente e la luce è bellissima. L’autobus è molto più comodo del trenino tanto reclamizzato (che avevo sperimentato la prima volta) e più veloce. La chiesa con le barche di tutti i tipi appese, i mosaici dorati e gli ex voto dei marinai è veramente bella. Visitiamo anche la cripta e tutta la terrazza circostante da cui si gode una bellissima vista su tutta la città e anche sul famoso stadio Stadio Vélodrome dell’Olympique Marseille.

Riprendiamo il 60 a scendere e ci fermiamo alla fermata Saint Victor per andare a vedere l’antica Abbazia fortificata. Scendendo facciamo una sosta obbligata a Le Four des Navettes, il più antico panificio di Marsiglia, situato sulla via sacra che conduce appunto all’Abbazia, appartiene al Maestro Artigiano Panettiere Jean-Claude Imbert e suo figlio Nicolas. Per più di 200 anni il segreto della ricetta Navette è stato gelosamente custodito dai proprietari del Four des Navettes sin dalla sua creazione nel 1781. Una delle caratteristiche è l’aroma dei fiori d’arancio che, a dire il vero, a noi ha fatto un po’ un effetto saponetta. Il biscotto è secco (può durare anche un anno) e a forma di barchetta. È associato ai festeggiamenti della Candelora (2 febbraio) celebrati appunto nell’abbazia di Saint-Victor. Entriamo nell’Abbazia, molto suggestiva e particolare, visitiamo la cripta (a pagamento 2€ a testa) inaspettatamente grandissima e ricca di sepolture e tombe antichissime, fra cui quella di San Giovanni Cassiano, fondatore dell’Abbazia nel V secolo. Ci colpisce la Pietra tombale dell’abate Isarn, morto nel 1047, con piedi a vista da un lato e dall’altro testa e il resto del corpo coperto da una lastra con iscrizione. Vale veramente la visita. Poi nella chiesa un dipinto della scuola di Caravaggio e due bacheche con ricca esposizione di reliquie di santi molto particolari.

Usciti scendendo verso il Vieux Port facciamo sosta al museo/negozio del produttore di santon Marcel Carbonel. Si tratta di figurine e allestimenti di presepi che vanno dalle singole statuine di ogni tipo e misura a tutti gli annessi e connessi per case e ambienti dove collocarle. Si visionano anche gli stampi e la modalità di lavorazione. Veramente un lavoro super artigianale e artistico. Facciamo zero acquisti sia per la fragilità che per i prezzi.

Una scala in discesa ci porta direttamente sul porto e ci dirigiamo alla fermata dell’83 per andare al Vallon des Auffes, il porticciolo tradizionale di pescatori con le barche “pointu” e le piccole case colorate nascosto sotto il grande ponte ad archi della Corniche Kennedy, la strada costiera principale. L’autobus ferma proprio dove si trova la discesa (scalinata ripida) al porto e in corrispondenza dell’enorme Monumento agli Eroi dell’Esercito d’Oriente e delle Terre Lontane in posizione panoramica sulle isole Frioul e sul castello d’If.

Scesi al porto lo giriamo tutto fino ad arrivare sotto l’arcata della strada dove si trova una sorta di piscina in un anfratto naturale con la gente che fa il bagno ed un grazioso bar. Torniamo dando un’occhiata al menu di Fonfon, famoso locale per la bouillabaisse marsigliese, prezzo per noi proibitivo. Risaliamo alla fermata e riprendiamo il bus per scendere più avanti lungo la corniche in vicinanza dell’altra statua che volevamo vedere: il Memoriale dei rimpatriati dall’Algeria opera dello scultore César Baldaccini detto “César”. La grande elica della nave simboleggia la traversata del Mediterraneo che i rimpatriati dovettero compiere nel 1962 per raggiungere Marsiglia. A piedi, tornando verso Marsiglia, percorriamo un lungo tratto della Corniche Kennedy; costruita a partire dal 1848, la Corniche marsigliese è una delle strade panoramiche più belle d’Europa, venne dedicata a Kennedy nel 1963, anno del suo assassinio. Sul lato della strada che dà sul mare c’è una panchina che si estende per 3 km senza quasi nessuna interruzione e in lunghi tratti ricoperta da coloratissimi mosaici. Questo ha fatto sì che gli abitanti di Marsiglia la soprannominassero la panchina più lunga del mondo.

Riprendiamo il bus questa volta in direzione Marsiglia e scendiamo alla fermata Le Pharo. Davanti alla fermata c’è l’ingresso al parco che porta al Palais du Pharo, oggi centro conferenze e sede dell’Università di Aix-Marseille. Sculture adornano i prati ben tenuti del Parc Émile Duclaux. L’ottocentesca Batterie de la Désirade, tuttora occupata dalla marina militare francese, si affaccia sull’Arcipelago delle Frioul. Sostiamo in un chiosco per bere qualcosa e poi saliamo fino al Monumento agli eroi e alle vittime del mare che domina il porto vecchio e che offre una vista panoramica mozzafiato anche sul porto nuovo, sul Mucem e sul Forte Saint Jean. Il palazzo venne costruito sotto Luigi Napoleone Bonaparte, che ne fece dono alla moglie Eugenia, sui terreni che erano stati offerti dalla città di Marsiglia nel 1855; oggi è di proprietà della città di Marsiglia, che lo ha messo a disposizione del pubblico.

Di nuovo bus e scendiamo in zona centrale vicino all’Ombriere di Norman Foster, sempre affascinante. Sotto gente che vende qualcosa, che suona, che chiacchiera all’ombra, che guarda all’insù cercando il proprio riflesso. Decidiamo di andare all’ufficio del Turismo che si trova all’inizio della Canebière, probabilmente la strada più famosa di Marsiglia, vicino al bellissimo palazzo della Borsa. La Canebière lunga circa 1 km dal vecchio porto alla chiesa des Réformés è nata nel 1666 per volontà di Luigi XIV sulle ceneri di un campo e di una fabbrica di canapa che vi sorgeva (da cui prende il nome attuale).

Lunga disquisizione se fare o meno la tessera “visit Marseille” ma ragionando, visto i pochi ingressi ai musei compresi e quello che vorremmo fare, ci conviene fare il giornaliero per i mezzi e basta. Chiediamo un po’ di altre informazioni per il castello d’If (controllare alla mattina il sito https://www.lebateau-frioul-if.fr/ che mette un banner rosso se il battello non ci va per via del tempo, l’attracco infatti è di affiancamento senza porto, mentre va comunque tutti i giorni alle altre isole del Frioul) e per la decantata La Friche la Belle de Mai. Ci facciamo un tè alla menta nella Belsunce e entriamo a vedere il famoso bar del Grand Hôtel Beauvau che affaccia sul Vecchio Porto, dove si incontrarono Chopin e George Sand. Suggestivo! Decidiamo a questo punto di prendere l’autobus 49 e andare, con percorso lunghetto, a La Friche la Belle de Mai, ex manifattura di tabacco, costruita nel 1848. Nel 1992, dopo la dismissione della fabbrica, un gruppo di artisti si attiva per il recupero di una parte della struttura dove promuovere un progetto culturale per il quartiere: Lo scopo del progetto è di creare un polo locale e internazionale per gli artisti e per il quartiere, inventare nuovi modi di socializzazione e aumentare gli spazi culturali della città di Marsiglia. L’ex manifattura, ha una superficie di 12 ettari complessivi di cui il centro occupa un’area di 45 000 mq. Una parte della superficie, circa 25000 mq, sono spazi a servizi per la città di Marsiglia. Il centro culturale ospita: 6 studi di registrazione, 1 Bar/Ristorante, 1 Dance hall, 3 sale per il teatro, 1 galleria per esposizioni artistiche, 18 laboratori per artisti, spazi per le associazioni, spazi multi-uso per esibizioni, performances, laboratori. Invogliati dalla ragazza dell’Ufficio del turismo che lo promuoveva come spazio alternativo interessante, arriviamo ma la parte più bella secondo le informazioni, cioè la mega terrazza, è chiusa per allestimento di una mostra, giriamo una gran parte della struttura, mercatino coltivatori bio (3 patate e 4 zucche), un bel ristorante che ci invoglia, molti spazi dipinti con street art per skate e giochi di bambini, una grande reception con altri bar. Nell’insieme lo consideriamo deludente e con aria sfatta a parte l’edificio dell’ex manifattura che è stato ristrutturato. Insomma visto così per noi non valeva la pena venirci. Facciamo un altro tratto con il 49 per arrivare a prendere la metro che ci riporta all’Ombriere.

Da lì in pochi passi si raggiunge la zona “Arsenal des Galères” di Re Luigi XIV, un’enorme piazza rettangolare fra alti palazzi tutta piena di ristoranti di diversi tipi. Fra questa zona e il lungo porto detto in questa zona Rive Neuve anche le stradine sono piene a loro volta di tavolini e ristoranti, insomma la zona ideale per la cena. Alla fine ci fermiamo nella graziosissima e animatissima Place Thiars, con la bella fontana al centro e ceniamo a l’Esquinade, turistico il giusto, bouillabaisse a prezzo accettabile e situazione animata e vivace. Per digerire passeggiata fino all’imbarcadero dei battelli per memorizzare gli orari e poi metro e a casa. Siamo veramente stracotti, la giornata è stata pienissima!

Mercoledì 6 settembre 2023

Sveglia sempre strapresto e colazione all’apertura. Prendiamo l’autobus 82 per il Vieux port e alle 8 il sito del battello toglie il banner, si va al Castello d’If. Facciamo subito il biglietto comprensivo dell’andata anche alle Frioul (16,70€ a testa) e alle 9 partiamo. Tempo sempre magnifico, battello pieno. Il percorso in uscita è già di per sé uno spettacolo, si esce dal porto passando fra il Pharo e la torre Saint Jean e la vista è magnifica su Saint Victor e Notre Dame de la Garde che domina luccicante la città. Si approda all’isoletta con semplice accostamento del battello e saltello per scendere. Poi salita a piedi fino all’ingresso dove si paga il biglietto (6 € a testa) e poi si entra. Essendo il battello delle 9 il primo della giornata ci si gode il tutto con veramente poca gente.

Il castello è una fortificazione francese sorta tra il 1527 e il 1529 con funzione di prigione, diventata celebre grazie al romanzo Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas padre. Molti e famosi i prigionieri veri. Famosi prigionieri nella finzione letteraria sono stati invece Edmond Dantès e l’abate Faria del suddetto romanzo e la cosiddetta maschera di ferro de Il visconte di Bragelonne. Carina la cella dell’abate Faria con video. Si sale in cima ad una delle torri. Vista spettacolare.

Prendiamo il battello successivo per andare all’isola di Ratonneau, quella più edificata e con ampio porto, collegata all’altra, Pomègues, attraverso la diga di Berry, così è possibile visitarle entrambe passando a piedi da una all’altra. Le isole furono usate soprattutto come lazzaretto. Nel XIX secolo l’architetto Pinchaud edificò l’ospedale Caroline, che si costeggia entrando nel porto di Ratonneau, destinato ai malati contagiosi della città. Scesi, ci facciamo una bella passeggiata fra piccoli bar e negozietti fino alla diga e fino ad una bella baia con spiaggetta. Queste isole sono utilizzate dai marsigliesi proprio per fare mare visto che sono così vicine alla città e molto servite e tranquille. Aperitivo (ovviamente pastis) e saliamo alla Chapelle Saint-Etienne pour la Quarantaine, fatta in stile tempio greco e sempre legata al periodo in cui le isole erano usate come lazzaretto.

Purtroppo tocca tornare. Prendiamo di nuovo il battello e si va diretti a Marsiglia. Entrata sempre mozzafiato per il panorama cittadino e scendiamo super soddisfatti della bella gita. Passeggiata lungo la Canebière fino all’incrocio con la Belsunce dove prendiamo un tram verso il Palazzo di Longchamp. Colpo d’occhio bellissimo con tutte le fontane in funzione. Ci sono due bei musei, gratuiti, nelle ali laterali del palazzo. Diamo un’occhiata veloce solo a quello di Belle Arti, molto scenografico per le scalinate, perché l’avevamo già visto nella seconda visita. Scesi, riprendiamo il tram fino a Noalles e poi la metro fino al Rondo Point. In pratica è la fermata dello stadio e di un grandissimo centro commerciale, oltre che dà accesso ad una bella zona residenziale. Da lì prendiamo un bus per andare all’Unité d’Habitation de Marseille, nota anche come Cité Radieuse, un edificio progettato dall’architetto svizzero Le Corbusier del tutto analogo agli altri quattro successivamente realizzati a Nantes, a Briey, a Firminy e a Berlino Ovest.

Rappresenta una delle realizzazioni pratiche delle teorie ideate dal celebre architetto svizzero circa il nuovo concetto di costruire la città, nonché uno dei punti di arrivo fondamentali del Movimento Moderno nel concepire l’architettura e l’urbanistica. Il 12 ottobre 1995 è stato nominato Monument Historique, nonché Patrimonio UNESCO nel 2016. È particolare e molto interessante. Si può salire liberamente con l’ascensore fino alla terrazza, stupefacente, dove sono installate opere artistiche moderne e poi si può visitare il terzo piano dove c’è anche un bar e un hotel e alcuni negozi. In questo edificio si trovano 337 appartamenti e in origine erano presenti tutti i servizi compresi scuole e negozi. Noi lo visitiamo in libertà ma ci sono anche visite guidate soprattutto per chi è particolarmente interessato all’architettura. Ci facciamo l’aperitivo nella piccola terrazza del bar ricca di atmosfera, emozionante.

Riprendiamo il bus fino al Rondo Point da cui poi ne prendiamo un altro fino alla rotonda del museo d’arte moderna (che non visitiamo) per vedere una cosa molto particolare, un enorme pollicione in bronzo, Le Pouce de César, opera del César Baldaccini dell’Elica sulla Corniche. È ahimè proprio in mezzo ad una rotonda trafficata ed attraversare per andarci vicino è rischioso, ma per qualche foto vale la pena! È strano e può non piacere ma è talmente originale!

Riprendiamo il bus poi metro, e torniamo nella zona della Rive Neuve per la cena. Scegliamo Les Grandes Halles du Vieux-Port, molto carino e con un sacco di spazio fuori. Qualche problema in quanto tutte le varie offerte di preparazioni sono a ordine singolo e singolo pagamento e volendo prendere cose diverse si fa del casino. Alla fine ce la facciamo e mangiamo bene spendendo poco in mezzo a situazione vivace ed animata. Stasera per tornare in Hotel decidiamo di provare il bus 49 che passa in una strada sopra al nostro albergo così per raggiungerlo abbiamo una distanza inferiore e in discesa, si capisce che siamo stanchini?

Giovedì 7 settembre 2023

Sveglia con un po’ più di calma. Colazione e con la metro facciamo una puntata alla stazione per assicurarci del luogo di partenza del bus per l’aeroporto che prenderemo domani. La Gare Saint-Charles, inaugurata nel 1848, non aveva accesso diretto al Boulevard d’Athènes. Fu solo nel 1925 che una scala permise questa comunicazione. È grandiosa e scenografica, 15,5 metri di altezza, 104 gradini, intervallati da 7 pianerottoli. Questa scala simboleggia oggi la partenza e l’arrivo a Marsiglia, maestosa, ma a volte molto irritante quando si è molto carichi! Ricca di lampioni e sculture ad ogni pianerottolo dà accesso alla stazione molto bella e luminosa con alberi all’interno che la rendono particolarmente accogliente. Dalla terrazza in cima alla scalinata vista sulla città e ovviamente su Notre-Dame-de-la-Garde!

Con la metro raggiungiamo di nuovo l’Ombriere e da lì con il bus 83 andiamo al Mucem. La prima sosta la facciamo alla Villa Méditerranée di Stefano Boeri, un “centro per il dialogo e gli scambi nel mediterraneo” molto suggestivo. L’edificio della Villa ha la forma di una L rovesciata, ed è quasi interamente circondato dal mare con una grande parte aggettante nel vuoto. Ospita sale riunioni, spazi espositivi e un auditorium. All’interno è possibile visitare il Cosquer Méditerranée, una struttura museale espositiva che riproduce la famosa grotta fisicamente ricostruita con i vari graffiti preistorici. La grotta Cosquer è una delle più interessanti grotte sommerse al mondo, grazie alla presenza di graffiti i più antichi dei quali risalgono a circa 27.000 anni fa. Prende il nome da Henri Cosquer, un sub francese che la scoprì nel 1991. L’ingresso è situato nel mar Mediterraneo a 37 m di profondità, pochi km ad est di Marsiglia, ed è protetta e a rischio di conservazione.

Paghiamo il biglietto (che era possibile acquistare anche online), 16€ a testa ed entriamo. Si fa un lungo percorso con audioguida in italiano seduti su poltroncine su rotaie che seguono il percorso dentro la riproduzione della grotta. È bellissima, sembra vera. Infatti poi nella parte di museo che si visita poi viene illustrato come il team di specialisti ha potuto riprodurre esattamente la grotta come la si trova in natura. Un lavoro incredibile. Bellissimo anche l’edificio visto dall’interno. Usciamo molto soddisfatti ed entriamo al Mucem (acronimo di Museo delle civiltà dell’Europa e del Mediterraneo). È proprio a fianco della Villa Méditerranée e l’insieme di questi due edifici così originali è veramente un colpo d’occhio unico. Decidiamo di fare il biglietto completo, 11€ a testa, e visitiamo sia le mostre permanenti (interessante “Le grand Mezzé” sui cibi del mediterraneo) che una temporanea dal titolo: “Fashion folklore – Costumes populaires et Haute couture” molto bella con abiti mutuati dai costumi popolari di tutto il mondo e disegnati dai più famosi stilisti francesi. L’allestimento è splendido.

Rudy Ricciotti è l’architetto di origini francesi e algerine che ha progettato il museo, che è concepito come un quadrato perfetto di 72 metri di lato che accoglie al suo interno un quadrato più piccolo (52 x 52 metri) che costituisce il cuore del museo. La struttura interna, realizzata in acciaio e vetro, è rivestita da una sorta di pelle ornamentale in cemento filigranato simile a un pizzo che fa pensare sia alla luce ondeggiante del fondo del mare che ad una mashrabiyya, un vedo non vedo affascinante che assume diverse tonalità a seconda del momento del giorno e delle condizioni atmosferiche. Lo si può notare soprattutto in un giorno di sole, quando luce e ombra si alternano in un piacevole gioco che conferisce alla facciata un aspetto unico. Percorriamo il passaggio esterno a spirale, protetto dal “pizzo di cemento”, che porta alla meravigliosa terrazza con bar, vista mozzafiato e copertura sempre “pizzosa”. Non si andrebbe più via. La luce accecante e l’azzurro del cielo e del mare su cui si affaccia il Mucem, mitigati dalla originale copertura sono indimenticabili.

Un altro degli elementi spettacolari del Mucem è il suo stretto ponte pedonale. Sospeso a diversi metri dal livello dell’acqua, parte dal museo per finire al Fort Saint-Jean, sottile come un tratto di matita, collegando la modernità sfavillante del museo alla bellezza classica del forte. Nel forte altre sale espositive e il passaggio fino alla torre del Re Renè (Renato d’Angiò). La torre quadrata di 28,5 metri di altezza costruita dal 1447 al 1452 coi suoi 147 gradini permette di raggiungere una spettacolare terrazza sul tetto di 180 m² che domina a 360° il Porto Vecchio e La Joliette. Da qui si ammira il panorama più perfetto del porto di Marsiglia. Un secondo ponte sospeso fa uscire dal Fort Saint Jean e dal Mucem e congiunge il complesso al resto della città, esattamente si arriva alla base del quartiere del Panier. La passeggiata crea un collegamento tra il litorale e la parte più alta della città.

Era il quartiere dei pescatori, come testimoniano le casette lunghe e strette, le stradine che appena fanno filtrare la luce. Poi arrivarono le ondate di immigrati: i Corsi, gli Armeni, gli Italiani, i Maghrebini. Arrivarono anche il contrabbando e la malavita, ed i Nazisti trovarono in quel caos di genti, crimine, vicoli fatiscenti e pericolosi, una scusa per farne saltare per aria tutta la parte inferiore (per fortuna si fermarono lì). Ha continuato ad essere un quartiere “difficile” il Panier, bello ma malandato e pericoloso. Ma con il generale cambiamento che ha attraversato tutta la città in occasione della sua candidatura a Capitale Europea della Cultura per il 2013 anche il Panier si è ingentilito, si è aperto al turismo, senza perdere però quel carattere autentico, non domato, di melting-pot che lo caratterizza, la famosa “mixite”.

Ci incamminiamo partendo dalla Chiesa di Saint Laurent per le caratteristiche stradine strette e in salita, sosta nella rinomata Place de Lenche, l’antica Agora, piena di bar e ristoranti e si arriva, passando da una via molto caratteristica, Rue du Refuge, a La Vieille Charité, edificio in stile barocco che si trova nel cuore del Panier che aveva la funzione di ospizio dei poveri. L’idea di un ospizio per i poveri risale al 1622, ma la costruzione iniziò solo nel 1671 su progetto dell’architetto Pierre Puget e fu completata nel 1749 sotto la direzione di suo figlio François. La cappella centrale fu eretta tra il 1679 e il 1704. All’interno si trovano tre gallerie ad arcate sovrapposte che si aprono su un cortile interno di 82 per 45 metri quadri, all’interno del quale si trova una cappella centrale sormontata da una cupola ellittica e fronteggiata da un portico. Caratteristico il colore caldo dovuto alla particolare pietra molassa di tonalità rosa e giallo proveniente dalle antiche cave di Cap Couronne. Oggi gli spazi sono utilizzati come museo e centro culturale. Visitiamo la parte egizia e quella dell’America latina e saliamo al terzo piano per il colpo d’occhio imperdibile sulla struttura.

Usciti dirigiamo al bar più famoso del Panier: Bar des 13 Coins (13 angoli) affacciato su una piazzetta molto carina e con di fronte la Maison de la Boule tutta centrata sulla petanque che è una specialità dello sport delle bocce, nata in Provenza e derivata dal “gioco provenzale”. Insieme al volo e alla raffa, è una delle tre specialità proposte dalla Confédération Mondiale des Sports de Boules come possibili nuove discipline per le Olimpiadi del 2024. Molto interessante e curioso. Dopo il pastis e la birretta di rito andiamo fino a Place des Moulins, il punto più alto del Panier dove infatti si trovavano dei mulini ora non più visibili. Continuiamo a girare e scendiamo verso la Chiesa di Notre-Dame-des-Accoules, costruita sulle rovine di un antico tempio dedicato a Minerva, per fare, in discesa la Montée des Accoules, la super fotografata scalinata che sale al Panier dal vecchio porto.

Arriviamo al porto poco distanti dall’Hotel de ville, in stile barocco provenzale, molto riconoscibile ed elegante. Sotto il porticato due negozi interessanti: La Savonnerie Marseillaise de La Licorne, famosa per il sapone di Marsiglia, considerato il discendente diretto del sapone di Aleppo. Il sapone di Marsiglia iniziò ad essere prodotto in Francia a partire, indicativamente, dal XII secolo, quando i crociati importarono in Europa il sapone di Aleppo, realizzato con olio di oliva e olio di alloro. Dopo la scoperta e l’enorme successo ottenuto dal sapone di Aleppo, gli artigiani marsigliesi iniziarono a produrre un sapone simile utilizzando i soli ingredienti disponibili nella loro terra: olio extravergine di oliva e cenere di salicornia. Ne acquistiamo un tot, già provato e usato dopo le scorse visite, è imperdibile, 72% di olio d’oliva. Accanto La Maison Du Pastis. È un aperitivo alcolico profumato all’anice tipico della Francia (nasce proprio nella città di Marsiglia), con un contenuto di alcol di solito intorno al 40-45%, anche se esistono versioni analcoliche della bevanda. Il nome pastis viene dall’occitano pastís, che significa “pasticcio” o “miscela”. Quando in Francia fu proibito l’assenzio nel 1916, i maggiori produttori (Pernod e Ricard, riformularono le loro ricette introducendo l’anice, aggiungendo zucchero e riducendo il contenuto di alcool. Il pastis in particolare venne inventato da Paul Ricard nel 1932, a Marsiglia; la sua gradazione alcolica originariamente era di 45°. Si beve di solito diluito con acqua fresca e ghiaccio.

Riprendiamo l’ennesimo bus, l’82 anche se sarebbe meglio il 49, per andare alla Major. La cattedrale di Marsiglia, Santa Maria Maggiore (in francese: Cathédrale Sainte-Marie-Majeure) o La Major, dal suo nome occitano, è una cattedrale cattolica in stile neobizantino. Grandissima, decorata, bella e imponente. Visita rapida e attraversiamo la strada che corre lungo il mare per raggiungere la strana e significativa scultura Bleu de Chine dell’artista Bruno Catalano. Bruno Catalano, di origine italo-francese, e marocchino di nascita, dopo svariati lavori, incontra l’arte e la scultura all’età di 30 anni, grazie ad artisti come per esempio Cèsar e Giacometti. I viaggiatori, Les Voyageurs, sono le sue sculture in bronzo più note, riconoscibili per la mancanza totale della parte centrale del corpo. Lo spettatore può identificarsi con il personaggio, in quanto esso è una figura eterea, creando una connessione ed un dialogo con chi le osserva. «Nella valigia dei viaggiatori – precisa Catalano – ci sono ricordi, nostalgia, il peso della vita, i vincoli… ma anche la speranza, l’orgoglio e il desiderio di viaggiare, vivere». Colpisce veramente e a seconda da dove si osserva si notano i particolari perfetti del viso, della mano, della valigia e nel vuoto si incorniciano alberi, la Major, una macchina che passa.

Proseguiamo fino a Les Docks Village. I magazzini portuali di Marsiglia sono stati trasformati in una sequenza di corti arredate con installazioni, piante, luci e colori con negozi e locali. La più grande, dotata di grandi palme, è la principale ed è proprio di fronte al grande centro commerciale. I magazzini sono lunghi quasi 400 metri e alti sei piani e costeggiano il porto mercantile, ma, essendo nel quartiere Joliette, sono anche a due passi dal Panier. Visitiamo le tre corti principali e poi entriamo nel centro commerciale Les Terrasses du Port e raggiungiamo l’ultimo piano con la bellissima terrazza, musica ristoranti e panchine, organizzata come il pontile di una nave. Dalla terrazza si vede bene la CMA CGM Tower, un grattacielo alto 147 metri situato nel Euromediterranee, il quartiere finanziario centrale di Marsiglia, progettato dalla famosa archistar irachena Zaha Hadid. CMA CGM S.A. è una compagnia francese di trasporto e spedizione di container. È una delle più grandi compagnie navali a livello mondiale, che utilizza 200 rotte marittime tra 420 porti in 150 paesi.

Di nuovo bus 82 e torniamo a cenare a Les Grandes Halles du Vieux-Port, siamo più organizzati di ieri sera ma il cibo ci piace un po’ meno. Ottimo e gigantesco il gelato. Prendiamo l’ultimo bus 49 della sera e a letto, sempre più sfatti ma molto contenti.

Venerdì 8 settembre 2023

Sveglia con comodo anche oggi. Colazione e check out lasciando le valigie in deposito. Stamattina con il tram arriviamo in zona Noalles per andare al famoso mercato Marché des Capucins, quanto di più etnico si può trovare a Marsiglia. Subito ci fermiamo in una pasticceria turca per tè alla menta e un baklava e poi ci facciamo tutti i negozi più belli e colorati di spezie, olive, cesti, spugne, carni, verdure e tanto altro. Colori e profumi oltre a una marea di gente che fa acquisti o semplicemente guarda, come noi. Alla fine compriamo due bellissimi ventagli di paglia africani e varie spezie, oltre a degli incensi profumati. Ci sono anche tanti posti dove mangiare che invogliano.

Le scale di Cours Julien segnano un passaggio simbolico tra il centro città e il quartiere alla moda dei creativi. Decine di artisti di graffiti si incontrano ogni anno in Cours Julien per lo Street Art Festival, organizzato da Marseille Centre, la federazione delle imprese del centro, l’evento permette agli artisti di esprimersi in mezzo alla strada, sulle facciate di bar e ristoranti, negozi di abbigliamento. Consacra inoltre il “Cours Ju” come uno dei maggiori spazi dell’ arte di strada a Marsiglia; la scalinata del Cours Ju è una delle zone ridisegnate costantemente dagli artisti. Lungo la scala, proprio come tradizione, troviamo un signore che seduto con tavolino taglia le verdure. Inoltre nelle alzate dei gradini sono incastonate tante piccole foto. Effetto curioso! In mezzo alla scalinata si apre l’accesso a una fermata della metro, come un antro, anch’esso tutto dipinto. Insomma, una cosa veramente notevole. Saliti si arriva nella mega piazza con alberi e laghetto con ponticelli tutta circondata da bar e ristoranti.

Le stradine laterali, anch’esse dipinte e con negozietti artigianali alternativi molto particolari conducono alla Place Jean-Jaurès, alias La Plaine, una piazza storica di Marsiglia, la più grande, completamente rinnovata nel 2021. Dal XIII secolo Campo dei Crociati, poi campo di manovra, sede di fiere, partenza di mongolfiere, grande mercato, campi da gioco, teatro di rivolte e rivendicazioni ma anche di criminalità, galleria d’arte urbana a cielo aperto con le sue opere più o meno riuscite. Anche qui street art ovunque e giardini. L’attraversiamo per raggiungere Au Petit Nice, un’istituzione a Marsiglia, bar frequentato da una folla variopinta, spesso composta da studenti in cerca di prezzi bassi. Costantemente affollato, sia di sera che di giorno, ha guadagnato ancora più superficie con la riqualificazione di La Plaine nel 2021. Ma questo punto di riferimento è noto anche per il suo capo emblematico, Richard Caramanolis, l’ultimo campione europeo di boxe di Marsiglia nel 1984! Ci facciamo il pastis di rito e prendiamo il Tram1 (che non avevamo mai preso) che viaggia quasi sotterraneo e si ferma a Noalles. Nel complesso questa zona, piuttosto strana, andrebbe visitata verso sera perché di certo sarà più animata nei bar e nei locali. Di mattina ha l’aria un po’ assonnata, ma certo è un altro pezzo di Marsiglia diverso e imperdibile.

Torniamo così alla vita della Canebière, una sosta alla Torrefaction Noailles per un caffè e un po’ di shopping nei negozi e poi ci fermiamo nella Belsunce a mangiare all’Istanbul un ricco kebab con cous cous e ayran. Visitiamo poi la grande e bellissima biblioteca pubblica situata all’interno dell’Alcazar. L’Alcazar di Marsiglia era uno dei luoghi simbolo della città francese. Un vero e proprio tempio dell’arte. Inaugurato il 10 dicembre del 1857 con una sala decorata con fantasie moresche, come era di moda in quel tempo, all’inizio era un teatro in stile caffè chantant con i tavolini in sala dove si poteva bere e fumare. E dove si sono esibiti i più famosi attori del tempo. Distrutto da un incendio ha poi subito varie sorti fino a diventare appunto biblioteca. Osserviamo il sistema di restituzione dei libri automatico, non l’avevo mai visto!

Ultima sosta al bar La Samaritaine nel punto più bello del Vieux Port ad osservare panorama e gente. Una birra 10€ e passa la paura, ma è un must di Marsiglia. L’altro bar famoso è il Bar de la Marine ma questa volta non ci siamo stati!

Torniamo in hotel, recuperiamo le valigie, metro e bus per l’aeroporto. Volo un po’ in ritardo ma si torna a casa stanchi e con gli occhi pieni di azzurro. Marsiglia, come molti altri luoghi, o ti prende il cuore o non ti piace. I motivi sono come sempre in parte oggettivi, come ad esempio il mare e la posizione scenografica, e in parte dovuti a sensazioni e gusti personali. Qui comunque ci sono il mare, il mistral, le isole, la luce, gli azzurri, l’atmosfera multietnica vivace e accogliente. Direi che piacevole, diversa e suggestiva sono le parole che meglio la descrivono.

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