Lisbona, Obrigado!
Dopo due anni di stop “forzato” a causa della situazione pandemica che tutti ben conosciamo, finalmente cogliamo l’occasione del mio compleanno per organizzare un weekend all’estero e la scelta ricade su Lisbona, una città che ci ha sempre affascinato, con una tappa nella vicina Sintra, magica cittadina dai palazzi coloratissimi e dalle forme molto originali.
Indice dei contenuti
Per risparmiare sul costo dei voli optiamo per la partenza serale del 23 aprile per poi tornare col volo mattutino il 27; la compagnia prescelta, partendo da Bergamo, è Ryanair e l’hotel in cui abbiamo soggiornato è l’Empire Lisbon Hotel, attaccato alla metro Arroios, non propriamente nel centro storico ma neanche troppo distante dai luoghi dove si svolge la vita nella capitale portoghese. Consigliamo inoltre di ritirare allo sportello dell’aeroporto la Lisboa Card (da prenotare prima online e riscattare poi una volta arrivati) che consente di viaggiare gratis su tutti i mezzi, treni compresi, e di avere ingressi scontati se non addirittura gratis alle principali attrazioni della città.
Giorno 1
Dopo aver scoperto le prelibatezze dell’abbondantissima colazione del nostro hotel, raggiungiamo il quartiere di Belem facilmente raggiungibile con il tram 15 da Cais do Sodre, un quartiere che testimonia l’antico passato glorioso dei navigatori portoghesi, i quali resero il loro Paese una potenza coloniale e marittima, sia attraverso i commerci, sia tramite le imprese compiute come ad esempio la circumnavigazione del continente africano; i nomi di alcuni di questi marinai sono scolpiti nei nostri libri di storia, basti solo citare Vasco da Gama o Ferdinando Magellano.
Immancabile, per cominciare la nostra visita, è sostare davanti alla Torre di Belem, il vero simbolo di questa parte di Lisbona, costruita nel XVI secolo che si staglia in mezzo al fiume Tago quasi a “protezione” della città intera; piccola parentesi: i più attenti nel leggere avranno notato che ho posizionato la torre in mezzo ad un fiume e non al mare o all’oceano, infatti Lisbona, per quanto guardando la cartina del portogallo e conoscendo le imprese dei suoi navigatori possa sembrare una città marittima in realtà si trova all’estuario del fiume Tago, molto vicino all’imbocco dell’Oceano Atlantico ma non affacciata direttamente.
Proseguendo la camminata sul lungofiume si incontra un monumento imponente, a forma di prua di nave, il Padrao dos Descobrimentos, struttura che è “sorretta” da statue gigantesche dei navigatori più famosi dell’epoca; nella piazza attigua abbassando lo sguardo è possibile vedere la Mappa Marittima, che rappresenta le rotte seguite dai navigatori portoghesi e le date di conquista coloniale.
Proseguendo poco più in là, alla vostra sinistra se avete seguito il nostro itinerario, scorgerete una costruzione molto grande di un bianco accecante che assomiglia ad una cattedrale: si tratta del Mosteiro dos Jeronimos, monastero costruito nel 1501 per celebrare le imprese di Vasco da Gama (mi permetterei di dire anche grazie ai forzieri d’oro che quest’ultimo ha riportato in madrepatria), una volta abitato da monaci i quali quotidianamente avevano il compito di pregare per proteggere i marinai e il re, oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO veramente impressionante per bellezza e imponenza, sensazione che ha il suo apice affacciandosi sul chiostro interno.
Belem non è famosa solo per i monumenti e la storia dei suoi navigatori, ma anche per un piccolo dolcetto delizioso che qui è nato e di cui si dice che solamente tre persone in tutta Lisbona conoscano la ricetta, la quale viene tramandata di generazione in generazione: stiamo parlando dei Pasteis de Belem, acquistabili solamente nella pasticceria omonima; si tratta di pasticcini di pasta sfoglia ripieni di crema leggermente abbrustolita sulla sommità. Una versione leggermente diversa è venduta in tutta Lisbona, ma data la segretezza della ricetta, il nome Pasteis de Belem può essere utilizzato solo qui, mentre negli altri luoghi li troverete venduti con il nome Pasteis de Nata. Per cena abbiamo optato invece per il ristorante Bastardo, in pieno centro (Rua Augusta), dove abbiamo mangiato piatti a base di pesce.
La giornata di visite per tutti è terminata, quindi se volete conoscere cosa abbiamo visto negli altri due giorni vi consiglio di saltare direttamente al punto Giorno 2, altrimenti, per chi è un calciofilo incallito come me, continuate pure a leggere perché adesso vi racconterò la parte “sportiva” che abbiamo visto il primo giorno in città.
Lisbona e il calcio
A Lisbona ci sono tre squadre che giocano nella massima serie portoghese, ma solo due sono famosissime in tutta Europa e nel Mondo e sono lo Sporting Lisbona (colori sociali bianco-verde) e il Benfica (simboleggiati dal colore rosso e dall’aquila rappresentata anche sul loro stemma). I due stadi sono rispettivamente l’Estadio Josè Alvalade, raggiungibile fermandosi alla fermata di bus o metro Campo Grande, e l’Estadio da Luz, il quale si può anche raggiungere direttamente dall’Alvalade tramite il bus 750, scendendo alla fermata da Luz oppure con la metro blu stazione Alto dos Moinhos; sono molto belli entrambi, ma per storia, blasone e un debole, vedendo vecchi video sul web, per Eusebio, stella portoghese degli anni 60, ho preferito leggermente di più il Da Luz.
Giorno 2
Il secondo giorno lo abbiamo dedicato a Sintra, un paese a 40 minuti di treno da Lisbona, famosissimo per i suoi coloratissimi palazzi dalle architetture veramente strane; una volta scesi dal treno consiglio di comprare il biglietto valido 24h per il bus Hop on Hop off il quale permette di raggiungere, attraverso dei percorsi ad anello, tutti i luoghi più caratteristici della città e molto utili anche per limitare la fatica dal momento che Sintra è costellata di saliscendi più o meno impervi; il primo palazzo che scegliamo di visitare è il Palacio Nacional de Pena, la cartolina per eccellenza di questo luogo, con le sue facciate rosse e gialle e i suoi giardini immensi. Noi abbiamo scelto di prendere il biglietto solo per il parco, che comunque permette di salire sulle terrazze panoramiche del palazzo, dal momento che la coda lunghissima e alcune recensioni un po’ piatte sugli interni ci hanno fatto propendere per questa scelta. Dal palazzo si scorge su un’altura il Castelo dos Mouros, fortezza ai tempi inespugnabile da cui si comandava tutta la vallata; in seguito ritorniamo in centro città per fotografare da fuori il Palacio Nacional de Sintra, costruito nel XVI secolo come residenza estiva dei regnanti portoghesi, dalla facciata di un bianco candido la cui archittettura ricorda un po’ quella che si può vedere in qualche città araba.
Dopo esserci rifocillati con un veloce spuntino a base di Pasteis de Bachalau (crocchette di baccalà), prendiamo il bus 435 direzione Quinta da Regaleira, costruzione relativamente recente (primi del 900) commissionata ad un architetto italiano da un nobile portoghese, il quale non aveva sicuramente limite a dar sfogo alla sua fantasia costruttiva, in quanto il palazzo ma soprattutto il suo giardino sono ricchi di fontane, tempietti, labirinti e, soprattutto, del cosiddetto Poco Iniciatico, ovvero un pozzo molto profondo che si può discendere tramite una scala a spirale, quasi come se veramente si stesse compiendo un viaggio iniziatico che, chi lo sa, dove possa condurre (sembra che questo pozzo ispiri ancora leggende sul fatto che possa essere l’entrata del Purgatorio o peggio ancora dell’Inferno).
Tornati a Lisbona, tramite lo stesso viaggio in treno dell’andata, per cena ci dirigiamo nel quartiere dell’Alfama, il più antico quartiere di Lisbona, patria del Fado, musica tipica portoghese, che si staglia su di un colle stretto tra il Castello e il fiume Tago; preparatevi perché il centro storico di Lisbona, come vedrete nel capitolo successivo, è un continuo saliscendi anche ripido in alcuni punti, particolare che lo rende unico e meraviglioso agli occhi dei visitatori. Il ristorante prescelto, prenotato la sera prima, è il Lugar Marcado, un locale intimo con pochi coperti gestito magistralmente da una proprietaria simpaticissima e molto disponibile; i piatti forti sono sicuramente il Polpo alla griglia e la torta di Mandorle.
Giorno 3
L’ultimo giorno a Lisbona sarà dedicato alla scoperta del suo centro storico, con l’ausilio di tram e mezzi pubblici e come non iniziare parlando del mezzo pubblico più famoso della città il tram 28E, dall’inconfondibile color giallo, che parte dalla piazza Martim Moniz e che permette di vedere comodamente seduti tutti i monumenti di Lisbona, in un viaggio ricco di fascino e bellezza; armatevi, però, di molta pazienza in quanto il tram è preso d’assalto dai turisti e al capolinea la coda per salirci è molto molto lunga. Questi tram un po’ vintage vengono utilizzati ancora in quanto le salite e le strade dei quartieri centrali sono talmente ripide e strette che i moderni tram non riuscirebbero a garantire un traffico scorrevole e sicuro.
Dopo il giro in tram cominciamo le visite a partire dalla Sè de Lisboa, ovvero la cattedrale della città, simile a una fortezza ed edificata sul sito di una vecchia moschea quando i portoghesi riconquistarono la città dal dominio arabo; a poca distanza è presente uno dei tanti miradouri della città, ovvero terrazze panoramiche da cui si possono scattare immagini fantastiche dall’alto. In seguito scendiamo nella piazza più famosa del centro città, ovvero Praca do Comercio, un tempo punto d’arrivo di chiunque arrivasse in città, oggi piazza brulicante di turisti e locali dove si capisce, solamente osservando le persone che la popolano, che ci si trova in una sorta di “salotto” all’aperto dove chiacchierare, assaporare una bevanda fresca, riposarsi, ecc. Al suo lato antistante al fiume si staglia l’Arco di Rua Augusta, che immette nella via omonima, il vero cuore pulsante della città ricca di negozi di souvenir e di atelier dei migliori brand mondiali. Al termine della Rua Augusta di apre la Praca do Figueira, dove arrivano la maggior parte dei mezzi pubblici come capolinea e da dove parte il pullman 737 direzione Castelo, che sarà la nostra prossima meta; infatti Lisbona è sormontata dal Castelo de Sao Jorge, fortezza dell’XI secolo che testimonia il potere della città, in quanto qui vi si sono succeduti i mori, i regnanti portoghesi, prigioni, battaglie e molto molto altro; oggi viene visitata più che per i suoi bastioni restaurati, perché da qui si ha una delle viste più suggestive della città.
Successivamente ci dirigiamo nel quartiere della Baixa, dove è presente una costruzione alquanto singolare nel suo aspetto attuale, che deve la sua popolarità ad un terribile avvenimento verificatosi nel 1755: un violentissimo terremoto distrusse gran parte della città ponendo praticamente fine alla potenza coloniale e imperiale del Portogallo, il quale per via dei costi esorbitanti destinati alla ricostruzione, magistralmente curata dal Marques do Pombal e terminata in tempi record, non poté più recitare un ruolo da protagonista nello scenario mondiale; la costruzione menzionata prima si chiama Convento do Carmo ed è collegata al terremoto, in quanto si tratta di un convento la cui volta è crollata a causa delle scosse e non è più stata ricostruita a testimonianza di quanto successo; oggi è un luogo in cui ci si può perdere a scrutare il limpido cielo delle giornate di sole semplicemente alzando gli occhi e, nelle sue sale coperte, ospita anche un piccolo museo archeologico.
Essendo il giorno successivo, quello della partenza, il mio compleanno, per cena abbiamo prenotato un tavolo presso il ristorante M’Arrecreo, una pizzeria il cui pizzaiolo, proveniente da Napoli, sforna pizze veramente buonissime e fedeli alla tradizione tanto da aver ricevuto ufficialmente l’affiliazione all’Associazione Verace Pizza Napoletana di Napoli, un vero punto di riferimento come locale per chi vuole mangiare cibo italiano senza incorrere nelle classiche “trappole per turisti”.
Conclusioni
Lisbona è veramente una città dall’atmosfera magica che ci ha colpito sin dal primo momento per le sue numerose sfaccettature, dalle ripide stradine del centro storico, alla monumentalità del quartiere di Belem, agli ampi spazi verdi presenti; insomma come “ripartenza” dopo un periodo in cui il viaggiare era molto complicato non potevamo scegliere di meglio. Obrigado, Lisbona!