Sette giorni a Lisbona, la capitale vista Oceano che ti stupisce tra gotico e baccalà

SETTE GIORNI A LISBONA
Scritto da: Thelma18
sette giorni a lisbona, la capitale vista oceano che ti stupisce tra gotico e baccalà
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Sette giorni a Lisbona. Si parte il 17 settembre da Malpensa, arrivo a Lisbona ore 13,45, con 30 minuti di ritardo. Tramite Booking abbiamo già prenotato un Uber. A Lisbona dovevamo fermarci solo 3 gg, e poi andare a Porto, ma a causa di un piccolo incidente, Porto è saltato ed i giorni sono diventati 7, tutto sommato è stata una scelta oculata perchè ci ha permesso di viverla al meglio e con tranquillità. Il primo B&B che abbiamo prenotato è in centro B&B Lisbona Downtown Suites –  Rua dos Douradores 126 2º andar, Santa Maria Maior, 1100-422  (€702,00 per 4 notti), senza ascensore, molto piccolo ma pulito, comodissimo per gli spostamenti. Lisbona ci aspetta e dopo una veloce e rinfrancante doccia iniziamo il nostro tour.

Diario di viaggio

Giorno 1

Notiamo immediatamente la pulizia delle strade nonostante i moltissimi turisti. Sulla Rua Augusta, verso Piazza del Commercio, al n. 106 si trova la Casa Portuguesa do Pastel de Bacalhau (crocchette di baccala ripiene di formaggio) per ambientarci un po’ e vista l’ora, abbiamo un certo languorino, prendiamo 2 pastel de Bacalhau e due birre, 20 €, un po’ carucci, ma decisamente buoni. Scendiamo verso Praça do Comercio, passando sotto l’arco da Rua Augusta, questo imponente arco della vittoria rappresenta l’ingresso monumentale alla città e la collega all’ampia Piazza. Il progetto di questo grande arco trionfale risale al Settecento, durante il periodo in cui governava il Marchese di Pombal, come celebrazione della rinascita della città dopo il devastante terremoto del 1755.  Le statue decorative poste sull’arco raffigurano personaggi importanti della storia di Lisbona tra cui l’esploratore Vasco de Gama e il Marchese de Pombal. Con Lisbona card si può salire gratuitamente sull’arco, noi abbiamo deciso di non fare la carta perché a conti fatti, per le nostre esigenze, non risultava conveniente. Abbiamo invece optato per la Viva Viagem che serve per i trasporti, costo 0,50 € (dura un anno), si può ricaricare di 6,60 € e dura 24 h dalla prima timbratura, oppure c’è l’opzione zapping, che non ha limite di utilizzo: si sceglie l’importo di ricarica e si hanno degli sconti sui biglietti, con questa carta si possono prendere tutti i bus e tram, metro, treno per Sintra, bus per Cabo de Roca, battello per Almada, gli elevator.

Arrivati a Praça do Comercio, il colpo d’occhio è notevole, immensa con di fronte il fiume Tago, che più che un fiume sembra un mare, viste le navi da crociera che lo navigano; al tramonto il riverbero dei raggi del sole che riflettono sulla “calçada portuguesa” rendono la luce abbagliante. Ci sediamo un attimo sui gradini che scendono verso il Tago, di fronte a noi si ergono le colonne di Cais das colunas che hanno una storia travagliata e curiosa. Installate durante la ricostruzione post-terremoto, furono rubate alla fine dell’Ottocento e riapparse misteriosamente nel 1929; nel 1997 furono smontate a causa dei lavori della metropolitana e tornarono alla loro collocazione originaria nel 2008. Proseguiamo quindi verso Pink Street (strada rosa), vecchio quartiere a luci rosse trasformato in centro della vita notturna di Lisbona, carina, molto instagrammabile, piena di locali e giovani che amano divertirsi, in realtà tutta Lisbona è piena di locali dove si radunano i giovani, non c’è un’unica zona di movida. È calata la sera, torniamo sui nostri passi, nel negozio Vista Alegre Chiado in Largo do Chiado 20 23, acquistiamo il nostro primo souvenir, una bella sardina di Bordallo Pinheiro con disegnato il ponte 25 Aprile. Per la cena, viste le buone recensioni, scegliamo il ristorante al Leão de Ouro in Rua 1 de Dezembro n. 105, locale caratteristico, con i classici azulejos alle pareti, tranquillo e frequentato dai portoghesi, pochi i turisti. Abbiamo scoperto che in Portogallo, al ristorante portano immediatamente il pane, una scodellina di olive, degli affettati con formaggio o delle salsine, ma le paghi solo se le consumi. I piatti sono abbondanti, come i condimenti, olio a fiumi, comunque tutto molto buono, in particolare il polpo, tenerissimo. Vista l’abbondante cena, facciamo ancora due passi nella vicina Praça Dom Pedro IV 3, meglio conosciuta come Praça Rossio, che significa Grande Piazza. La pavimentazione a mosaico, la cui composizione artistica di ciotoli di pietra bianca e nera ricordano le onde del mare, è stata realizzata dai detenuti del Castello di São Jorge. Il Rossio è sempre stato la piazza del popolo, il luogo in cui si svolgeva la vita quotidiana e ci si incontrava per i grandi avvenimenti. Prima del Medioevo era una piazza che si trovava fuori le mura; qui si incontravano i contadini e cittadini per scambiare e vendere i loro prodotti. Dopo divenne parte integrante di Lisbona e quindi la piazza delle corride, dei tumulti e delle feste. Dopo la Scoperta dell’America, il Rossio divenne il luogo in cui si scambiavano gli oggetti quotidiani per il lavoro e la casa, mentre dall’altra parte del Tago c’erano i mercati delle stoffe e dei prodotti esotici. Il periodo più buio del Rossio è tra ‘600 e ‘700, quando domina la vita della piazza il Palazzo dell’Inquisizione. I palazzi che oggi ammiriamo intorno alla Piazza sono quelli ricostruiti dopo il terribile terremoto del 1755, al posto del Palazzo dell’Inquisizione oggi possiamo vedere il Teatro Nacional Dona Maria. Al centro della piazza si erge, su una colonna alta 27 metri, la statua di Don Pedro I. Qui si possono ammirare anche due splendide fontane gemelle in stile barocco con figure in bronzo che vennero installate nel 1890. Le due fontane precedentemente si trovavano a Parigi e vennero smontate pezzo per pezzo e ricostruite a Lisbona. Tornando ai giorni nostri qui troviamo il famoso Mundo fantastico da sardinha portuguesa, un’area giostre, con tanto di colonna a forma di carillon, mongolfiere appese al soffitto, teatrino sul soffitto all’altezza della cassa, tutto rigorosamente rosso, pieno di scatole di sardine e non solo, organizzate per data, da 100 anni fa fino all’anno in corso. Su ogni scatola, c’è un aneddoto rilevante e alcuni nomi di personaggi famosi che sono nati in quel giorno. Ogni anno corrisponde a un diverso colore di latta, naturalmente non ci siamo trattenuti e le abbiamo acquistate.

18 Settembre, giorno 2

Al mattino colazione alla Fàbrica da Nata in Praça dos Restauradores 62-68 dove abbiamo mangiato uno dei migliori pasteis de nata di Lisbona, per accompagnarli ho optato per una spremuta, il caffè o il cappuccino al di fuori dell’Italia sono imbevibili. Raggiungiamo Praça Martim Moniz 39 al capolinea del famoso tram 28, alle 9.30 c’è già una coda infinita, da qualche parte ho letto che se si va alle fermate successive si evita di aspettare troppo, ma noi vogliamo sederci per assaporare meglio il viaggio, quindi ci armiamo di sacrosanta pazienza e ci mettiamo in coda anche noi. Dopo quasi due ore, e molte chiacchiere con altri turisti in attesa come noi, saliamo sul famoso tram; effettivamente è impressionante come riesca a passare quasi rasente ai muri nei vicoli dell’Alfama. Scendiamo vicino al Miradauro de São Jorge, è questo il belvedere più emblematico di Lisbona, ha un colpo d’occhio impressionante sulla città e sul fiume e domina tutto il paesaggio circostante. Non andiamo a visitare il Castello, poiché a parte il parco ed i famosi pavoni, che comunque passeggiano nelle vie del centro storico, c’è poco da vedere. Passando l’ingresso della città araba, Largo das Portas do sol, preferiamo inoltraci nelle stradine del quartiere Mouraria e Alfama con i loro caratteristici negozietti. Giungiamo al bellissimo Miradauro de Santa Luzia – Rua do Alecrim, n.º 68 considerato come il belvedere più romantico di Lisbona, il pergolato è ricco di bouganville e di particolare bellezza sono anche gli azulejos presenti sul muro sud della terrazza che raffigurano la Piazza del Commercio di Lisbona, come era prima del terremoto e la battaglia tra cristiani e mori nel Castello di São Jorge. Dopo le solite riprese e fotografie di rito, entriamo nella bottega Azulejo & Faianca Loja in Largo Santa Luzia nº9, dove le mani esperte degli artigiani dipingono bellissimi azulejo. Piccola pausa per pranzo e poi raggiungiamo Piazza del Rossio o Praça Dom Pedro IV, dove ci attende Tommaso Lunardi (cell +351937941137), ‘A Lisbona con Tommaso’ che, dopo aver letto le più che ottime recensioni sulla pagina Fb di ‘Visitare Lisbona’ ho contattato ancora prima di partire da Torino, per fare un tour nei quartieri di Baixa e Chiado.

La visita ha superato di gran lunga le aspettative, non solo ci ha fatto scoprire questi affascinanti quartieri, ma ci ha anche dato indicazioni su come organizzare eventuali altre gite in città. Con lui abbiamo scoperto la triste storia della chiesa di São Domingos, una delle chiese più belle della città, le volte rosso mattone e le colonne portanti nero bruciato, sono rimaste così dopo l’incendio di Lisbona del 1959. All’interno nella cappella maggiore si possono ancora vedere le tracce del caldo nelle pietre rotte del pavimento. In questa chiesa furono celebrati moltissimi atti solenni nazionali e reali, esequie, battesimi e matrimoni; la storia però mostra anche il suo lato più oscuro, era da qui che uscivano infatti i condannati per eresia dal vicino palazzo dell’inquisizione per essere poi uccisi nella piazza pubblica a Rossio. La piazza antistante è stata teatro di una tremenda strage di ebrei nell’anno 1506 in cui a migliaia vennero massacrati o bruciati vivi, in memoria ci sono sia un monumento sferico con stella di Davide che una placca di scuse della Chiesa Cattolica per il massacro perpetrato. Una sosta ricca di storia e di fantasmi, proprio in centro a Lisbona. Sulla piazza e anche in giro per Lisbona incontriamo deversi gruppi di ragazzi, sono universitari, la loro divisa ricorda quella del Collegio di Hogwarts del romanzo di Harry Potter, a quanto pare la Rowling si è ispirata proprio a loro per le divise del collegio, ed anche il mantello dell’uomo che compare sull’etichetta del porto Sandeman è lo stesso degli universitari portoghesi, come ci spiega Tommaso, questi ultimi hanno una tradizione goliardica a volte al limite del nonnismo da caserma, purtroppo ci soni stati episodi anche spiacevoli. Li abbiamo incontrati spesso, anche mentre si esibivano in concerti e balli, molto bravi e divertenti.

Tommaso ci ha fatto scoprire Casa do Alentejo, sede dell’associazione lisboeta della regione portoghese dell’Alentejo, che occupa un terzo del Portogallo. Nel 1919 diventò primo casinò della città, il Magestic Club. Gli ambienti dell’edificio sono arricchiti con decorazioni ora arabeggianti, come il bellissimo patio centrale, ora ispirate al Romanticismo e alle atmosfere Belle Epoque, un gioiellino. Torniamo alla stazione di Rossio, e prendendo le scale mobili, all’interno della stazione, in pochi minuti di passeggiata si arriva alla passerella dell’Elevador di Santa Justa, senza fare interminabili file e pagare un biglietto salato per pochi secondi di risalita. La passerella collega il quartiere Baixa a Largo Carmo dove si erge il Museo della Guardia Nazional ed il Convento Do Carmo, questa struttura gotica in tutte le sue linee fu distrutta da un fortissimo terremoto che colpì Lisbona nel 1755 e che rase al suolo il convento adiacente costruito nel lontano 1389. L’allora regina, decise che la chiesa venisse ricostruita ma i lavori non progredirono, cosicché con il Romanticismo e il dilagante fascino verso le cose antiche ed un po’ in rovina, si decise di lasciare intatta la chiesa così come il terremoto l’aveva ridotta dandole valore anzichè rimodellarla su canoni estetici differenti; ricorda molto l’Abbazia di San Galgano in Toscana.

Scendiamo verso uno dei caffè storici più famosi di Lisbona, ‘La Brasileira’ in R.Garrett 122, qui fu servito il primo caffè espresso in città. Venne inaugurato il 5 novembre del 1905, si vendevano prodotti provenienti dal Brasile, in particolar modo caffè. Il proprietario, Adriano Soares Telles, aveva l’abitudine di offrire una tazza di caffè ai suoi clienti. Ma solo nel 1908 il negozio si trasforma in una caffetteria. Una caffetteria che in poco tempo si trasforma in un luogo di ritrovo di scrittori, artisti e giornalisti. Nomi famosi come Fernando Pessoa, Jorge Barradas e Almada Negreiros. Di fronte troviamo, in Rua Carrett 63, la Libreria Bertrand, la più antica del mondo ancora in funzione, se si compra un libro ricordarsi di farlo timbrare. Passeggiamo lungo la Rua Aurea, la via delle banche e arriviamo in Praça do Comèrcio, sono trascorse 4 ore, che con Tommaso sono volate, qui ci illustra ancora alcuni particolari della bellissima piazza, e ammirando insieme la luce particolare del tramonto, ci salutiamo. Un po’ stanchi ci fermiamo a mangiare in uno dei ristoranti sulla via Augusta, senza infamia e senza lode, poi ci coccoliamo con un pastéis de nata e un bicchierino di porto.

19 settembre, giorno 3

La partenza è ottima, l’arrivo un disastro! Colazione al caffè La Brasileira, ottima. Poi si parte per andare a visitare il Monastero dos Jerònimos, e mentre guardo il cellulare per capire dove andare a prendere il bus, non vedo un pezzo di tubo di plastica che esce dalla strada e cado di faccia spaccandomi il labbro! E aggiungo alle tappe il pronto soccorso di Lisbona! Mi sono stupita della gentilezza e professionalità di tutti quelli che mi hanno aiutata, dal taxista di un tuk tuk che per primo mi ha soccorsa, alla Polizia che ha chiamato l’ambulanza, alle dottoresse del Pronto Soccorso che mi hanno ricucita, oltre alla celerità con cui il tutto è avvenuto. Nel pomeriggio, bendata e un po’ gonfia, decidiamo che possiamo fare la gita che ci ha suggerito Tommaso.   Prendiamo la metro verde per Cais do Sodré, poi il battello per Cacilhas, arrivati sulla sponda sud facciamo una bella passeggiata lungo il molo, gli edifici abbandonati sono ricoperti di bei murales che hanno fatto da scenografia per diverse scene della famosa serie La casa di Carta. Il colpo d’occhio è spettacolare, il letto immenso del fiume Tago, il Ponte 25 de Abril e sullo sfondo il Cristo Rei. Prendiamo l’ascensore panoramico gratuito Boca do Vento, e ci inoltriamo tra le stradine di Almada.   Torniamo sui nostri passi, riprendiamo il battello per Cais do Sodrè e ammiriamo il tramonto sul Tago.

20 settembre, giorno 4

Si parte dalla stazione di Rossio con il treno delle 9.45, costo € 4,30, ricaricabili sulla Viva Viagem nelle macchinette al Rossio, destinazione Sintra, il viaggio dura circa un’ora. Il programma prevedeva Palacio da Pena, prenotato precedentemente per le 14, poi la Quinta da Regaleira e Cabo de Roca, peccato che non abbia messo in conto le interminabili code e che per spostarsi il bus faccia il giro dell’oca, poiché le strade sono a senso unico e quindi si perde molto tempo. Col senno del poi avrei dovuto prenotare la visita guidata con Tommaso, avremmo saltato molte code. Arrivati a Sintra prendiamo il biglietto giornaliero per i bus 434, che ci porta a Palazzo da Pena, costo del biglietto € 12 cad. Dall’entrata del parco al Palazzo ci vogliono circa 15 minuti di camminata in salita, ma arrivati ai piedi del Palazzo lo spettacolo ripaga dalla fatica, il colpo d’occhio è fiabesco. Sulla base di un convento abbandonato dopo l’estinzione degli ordini monastici, nell’Ottocento è stato realizzato questo stupefacente palazzo che è un mix di stili. Essendo presto visitiamo parte dell’immenso e bellissimo parco e lo chalet della Contessa d’Elda, carino. Ho letto che per il Palazzo è necessario rispettare rigorosamente l’orario di prenotazione, altrimenti se si arriva in ritardo non fanno più entrare. Alle 13 ci mettiamo in coda dietro ad una fila lunghissima, purtroppo l’organizzazione museale portoghese lascia molto a desiderare. I controlli da parte del personale sono ridondanti (arrivano a controllare il biglietto anche 4 volte). Finalmente entriamo, la visita agli interni richiede circa 1 h, nelle stanze si possono ammirare gli arredi delle varie epoche in cui i regnanti vi hanno soggiornato. Bella la cappella che faceva parte del convento originale come pure il chiostro. Dalle terrazze si può godere di un panorama spettacolare. Finita la visita ci concediamo una breve sosta al bar, sconsigliatissimo, dopo l’ennesima coda riesco ad accaparrarmi due panini immangiabili. Decidiamo di andare a visitare la Quinta da Regaleira, ma tra le code per prendere il bus e il percorso ad anello, arriviamo che è quasi orario di chiusura, quindi decidiamo di ritentare il giorno seguente. E torniamo a Lisbona. Ceniamo in un bel ristorantino a Barrio Alto, Alfaia Tv. Da Queimada 1200-365, non è un ristorante turistico, per la maggior parte i clienti sono portoghesi, il personale gentilissimo, ed un buon rapporto qualità/prezzo.

21 Settembre, giorno 5

Al mattino ci spostiamo di B&B, perché avremmo dovuto andare a Porto, ma visto l’incidente abbiamo deciso di rimanere tutta la settimana a Lisbona e a parte l’incidente con sette giorni a disposizione ce la siamo presa comoda e goduta al meglio. Il nuovo B&B Casado Jasmim Boutique Guesthouse in R.do Jasmin 19, si trova a Barrio Alto, (€ 681,00 per 3 notti) ottima posizione, comoda ai mezzi ed al centro. Veniamo accolti dalla signora Bruna, gentilissima e parla anche un po’ di italiano. Come nell’altro B&B, ci si deve arrampicare su per alcune rampe di scale, qui la stanza è molto più ampia ed è dotata di tutti i servizi necessari e il panorama sui tetti di Lisbona ha il suo fascino. La colazione è molto buona e variegata, con prodotti di pasticceria e altri preparati al momento. Visto che la nostra stanza non è ancora pronta, lasciamo le valige e prendiamo il bus 727 per raggiungere il Monastero dos Jerònimos, che fu costruito sulle rovine della chiesetta Ermida do Restelo, dove secondo la leggenda il navigatore Vasco de Gama avrebbe passato in preghiera la notte prima della sua partenza per il lungo viaggio alla scoperta della rotta per le Indie. I lavori di costruzione del monastero, iniziati nel 1502, durarono circa cento anni, e il risultato finale è quello di un edificio in stile manuelino, con elementi tardo gotici e rinascimentali. Sia all’esterno che all’interno la pietra sembra ricamata talmente sono minuziosi i suoi intagli. Facciamo i biglietti on-line, per il monastero, l’entrata alla chiesa è gratuito, ma per entrare ci attende una lunghissima fila, l’orario di entrata delle 13, riportato sulla prenotazione, non ha alcun valore, quindi rassegnati ci mettiamo in fila anche noi, anche qui i controlli sono esasperanti, chiedono di far vedere il biglietto 4 volte. Dopo circa 1,30 h guadagniamo l’entrata, forse nel tardo pomeriggio la coda è più veloce. Se si è almeno in due è vantaggioso nell’attesa, alternarsi per andare a visitare la chiesa, dove si fa un’altra coda, all’interno della quale si possono ammirare le colonne in stile manuelino del secolo XVI e la tomba di Vasco De Gama quella di Luís de Camões autore del poema epico Os Lusíadas dedicato alle imprese di Vasco da Gama. Il monastero con i suoi portali ed il chiostro riccamente decorati rappresenta il massimo esempio dello stile manuelino. La pietra contrasta con il cielo blu di Lisbona. Il Monastero non prevede la visita di molti ambienti interni, ma si accede sostanzialmente solo al chiostro coi suoi due bellissimi piani, quindi non richiede un tempo lunghissimo. Il Monastero e la Chiesa offrono uno spettacolare esempio di Manuelino che lascia a bocca aperta e va ammirato per tutto il tempo che uno ritiene necessario. Passeggiamo lungo il Tago e arriviamo al monumento di Padrão dos Descobrimentos. Il monumento, alto 52 metri, raffigura una caravella, guidata dall’immagine dell’Infante D. Henrique, seguito da un corteo di 32 personalità storiche che diedero il loro contributo all’Epoca delle Scoperte, come Vasco da Gama che scoprì la rotta marittima per l’India, Pedro Álvares Cabral lo scopritore del Brasile, e Ferdinando Magellano, che attraversò l’Atlantico. Di fronte al monumento si può ammirare un mosaico gigante della rosa dei venti con al centro la riproduzione di una mappa terrestre d’epoca che mette in risalto i nuovi possedimenti coloniali delle potenze europee. Nei giardini antistanti si erge una colonna con in cima la statua di Alfonso de Albuquerque esploratore e militare portoghese.

Più avanti si staglia in un cielo di un azzurro intenso la Torre di Belèm, il simbolo di Lisbona. La Torre, che in realtà è un bastione di 30 metri con 4 piccole torri, fonde armoniosamente elementi gotici, bizantini e manuelini. Fu progettata come sistema di difesa per la foce del fiume Tago è stata edificata utilizzando blocchi di lioz, o pedra real, avanzati dalla costruzione del Monastero. All’epoca in cui venne costruita la torre era situata in mezzo alla corrente del fiume, mentre oggi si trova a poca distanza dalla riva del Tago. Questo spostamento è dovuto secondo alcuni a una deviazione del fiume avvenuta in seguito al devastante terremoto del 1755, mentre altri sostengono che sia una conseguenza del progressivo spostamento verso sud del litorale. Sul lato verso il fiume si può notare la testa di un rinoceronte che rappresenta il primo rinoceronte entrato vivo in Europa dal III secolo a.C., donato da uno zar indiano al Governatore dell’India Portoghese, che a sua volta lo inviò al re Manuele I . Non siamo entrati nella torre ma approfittando della bassa marea ci siamo deliziati a fotografare solo l’esterno. Una buona merenda seduti al bar sulle sponde del fiume e ritorno verso la famosa Pasticceria dove si dice che sia stato brevettato il celeberrimo “Pasteis De Belèm” e che si trova in rua Belem 84/92, incredibilmente non c’è coda e ne approfittiamo per acquistarne un po’ per poi mangiarli in seguito ed acquistiamo anche del porto da regalare.

22 Settembre, giorno 6

Torniamo a Sintra, sempre partendo dalla stazione Rossio. Arrivati a Sintra, visto che la nostra meta è la Quinta da Regaleira, chiediamo all’autista del bus di farci un biglietto per 1 corsa, ma dopo una breve discussione abbiamo nuovamente dovuto fare quello giornaliero, una fregatura. Prima della visita consiglio di leggerne la storia, molto interessante. All’ingresso della Quinta da Regaleira non c’è molta coda, entriamo ed andiamo subito al verso il Pozzo Iniziatico, dove ci soni già molte persone in attesa, ma non spaventatevi, è abbastanza veloce e ne vale assolutamente la pena, suggestiva la discesa e la successiva passeggiata/labirinto nei cunicoli. Nella tenuta si trovano laghetti, grotte, labirinti, tempietti, statue circondati da una meravigliosa vegetazione e da giardini esotici, torrette da cui si può ammirare il panorama circostante. Nella costruzione, con i suoi curiosi “pinnacoli”, si possono osservare vari stili architettonici: prevale il gotico-manuelino, ma vi sono anche tracce dello stile rinascimentale e romanico. Numerosi sono i riferimenti all’esoterismo, alla massoneria (sopra la porta d’ingresso della cappella), all’alchimia e alla mitologia classica. Il palazzo si visita velocemente, la vera attrazione è il parco molto grande e con tanti punti di interesse, davvero uno spettacolo per gli occhi, pieno di sentieri dove purtroppo ci sono poche indicazioni ed è facile perdersi. Dopo la visita che dura poco più di due ore, prendiamo il bus 1253 che dopo circa 1h ci porta a Cabo de Roca. Il punto più ad Ovest del Continente Europeo, una stupenda scogliera di falesie a picco sull’Oceano merita la visita per il paesaggio e l’aria che si respira, il momento migliore è verso il tramonto quando nelle giornate terse si può ammirare il sole tuffarsi nell’oceano. È emozionante sapere di trovarsi al confine di un continente e ammirare l’inizio dell’oceano, non si può viaggiare in Portogallo senza vederlo. Suggestivo anche il faro, che purtroppo non è visitabile. Consiglio un k way per ripararsi dal forte vento.

23 settembre, giorno 7

Dopo un’abbondante ed ottima colazione la mattina la dedichiamo allo shopping ed alla visita della Cattedrale e della chiesa di Sant’Antonio edificata nel luogo esatto dove è nato il Santo che è il patrono di Lisbona. Passeggiata lungo i vicoli dell’Alfama, uno spuntino la Casa Portuguesa do Pastel de Bacalhau con due bicchieri di porto ed il pomeriggio andiamo nella zona di Alcantara. Alcantara è la zona hippie e artistica di Lisbona. Molte delle fabbriche e il porto vennero riqualificati e a partire degli anni 90 si trasformò in una interessante zona della vita notturna. Lx Factory è l’attrazione più celebre del quartiere Un complesso di 23.000 metri quadrati che in passato fu la sede di una della più importanti stamperie portoghesi, poi abbandonata per decenni, e infine nel 2008, grazie ad una azienda di Porto, venne acquistata e trasformata nel più importante centro culturale di Lisbona. Tanti ristoranti che offrono di tutto, qualche negozietto vintage e la libreria Ler Devagar una delle librerie più fotografate al mondo.

Per cena vogliamo provare la famosa “francesinha”,andiamo quindi in Time Out Market da Miguel Castro Silva, famoso per la sua francesinha ovvero due fette di pane in cassetta farcite con salsiccia fresca, fiambre (un prosciutto cotto tipico del Portogallo), linguiça, salumi e una bistecca di manzo, il tutto ricoperto con formaggio fuso e infornato in una terrina di terracotta con un’abbondante salsa a base di pomodoro, birra e peperoncino, un piatto “leggerino”, io non ce l’ho fatta a finirla. Alle 20.00 c’è già un fiume di gente, tanti posti a sedere e innumerevoli locali col cibo più vario. L’atmosfera è davvero conviviale e divertente il rumore assordante, comunque è una bella esperienza! Usciti più che satolli decidiamo di tornare al B&B a piedi, un bel giro notturno per Lisbona ci aiuterà ad apprezzare meglio la francesinha.

24 settembre, giorno 8 

La nostra settimana a Lisbona è giunta al termine, si torna a casa. L’abbiamo vissuta con tranquillità, i suoi spettacolari tramonti sul fiume Tago rimarranno a lungo nei nostri ricordi, così come la tranquillità e la gentilezza dei portoghesi.

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