Lefkada nascosta
Sicuramente però se ci aspettavamo una vacanza tutta sole-mare-ozio siamo rimasti positivamente sorpresi da una terra che evidentemente ha finora nascosto i suoi più splendidi gioielli.
Non sto parlando solo delle sue candide spiagge selvagge lambite da un fantastico mare, ma anche (e soprattutto) del suo avventuroso entroterra costellato da tanti piccoli villaggi in cui è sempre stato un piacere fermarsi per dare un’occhiata al panorama mozzafiato che si offriva al nostro sguardo.
Vorrei quindi parlare della Lefkada meno nota, quella di cui sinceramente non ho trovato grande traccia negli articoli e nei diari letti prima di partire.
Le spiagge: nella nostra personalissima classifica è posizionata al primo posto assoluto la spiaggia di Milos, non solo per la sua desertica bellezza (era una delle spiagge preferite dai nudisti che tuttora, forse in minor numero rispetto al passato, la popolano) ma anche e soprattutto per l’impervio ma panoramicissimo sentiero che bisogna affrontare per raggiungerla.
A dire il vero basterebbe arrivare alla piccola e caratteristica spiaggia di Aghios Nikitas per salire sul taxi boat che per 3 euro vi ci può comodamente accompagnare, ma io e mio marito Fabio amiamo l’avventura e seguendo le indicazioni, poste prima su un piccolo cartello in legno e poi su uno scalino (aguzzate la vista appena imboccata la stradina principale del borgo) abbiamo affrontato il percorso immerso tra gli ulivi e i pini marittimi che ci ha condotto a questo angolo di paradiso. Raccomandazione fondamentale: armatevi di acqua e cibo perché non troverete alcun punto di ristoro!
Naturalmente dovrete dedicare almeno un paio di giorni alle più note Porto Katsiki, Engremni (la discesa verso quest’ultima è vivamente sconsigliata a chi soffre di vertigini!) e Kathisma, ma è ovvio che ad agosto sarà più facile ritrovarvi a dividere gli spazi con tanti altri turisti.
Prima di arrivare ad Aghios Nikitas, percorrendo la panoramica venendo dalla città di Lefkada, troverete sulla destra, dopo un curvone, la discesa per la spiaggia di Pefkulia, punto di ritrovo di molti campeggiatori che si sistemano nella pineta che arriva fino alla spiaggia: il colore dell’acqua è magnifico, forse il tratto più bello in cui siamo stati.
Un’ultima spiaggia che merita un pomeriggio, soprattutto se c’è vento, è quella di Ai Yiannis, più comunemente conosciuta come la spiaggia dei mulini situata proprio a nord della città di Lefkada: lo spettacolo di almeno una cinquantina di kite surf che volteggiavano nell’aria è ancora davanti ai miei occhi!
L’entroterra: seguendo la cartina dell’isola e partendo dal capoluogo abbiamo attraversato una terra meravigliosa, fermandoci dapprima a visitare il monastero della vergine Faneromeni, posto sulla strada panoramica da cui si gode lo spettacolo della città di Lefkada dall’alto, e poi ci siamo diretti vero la gola “tis Melissas” (dell’ape), altro luogo incantato in cui abbiamo trascorso una buona parte della giornata.
Il percorso all’interno del bosco (due chilometri da percorrere naturalmente a piedi) si snoda tra una fitta vegetazione da cui spuntano ogni tanto le antiche costruzioni in pietra degli abitanti che prima popolavano la gola.. trovarsi da soli, con il silenzio interrotto solo dai suoni della natura, è sicuramente stata una delle esperienze più forti di questa vacanza.
Proseguendo, attraversando i vari villaggi che abbiamo incontrato sulla strada, ci siamo fermati a Karia, centro famoso in tutta la Grecia per l’abilità delle sue ricamatrici.
A parte il rigenerante pranzetto sotto i grandi platani della piazza, abbiamo curiosato nei negozi che vendono ogni genere di meraviglia per chi adora merletti e ricami. Saranno veramente fatti a mano dalle nonnine vestite di nero ritratte intente nei loro lavori sulla soglia di casa? Mah… io intanto il mio tesoro l’ho portato a casa!
Dopo Karia abbiamo continuato nella nostra escursione alla ricerca del monastero di San Michele, a detta della guida il più bello ed interessante dell’isola. Dopo aver percorso per una buona mezzoretta una strada che ci ha portato su e giù per la montagna, attraversando borghi, campi coltivati e boschi isolati, abbiamo finalmente scovato (per pura fortuna dato che non esistono indicazioni) questa meravigliosa chiesetta abbandonata nella più struggente solitudine.
Capo Lefkada: nel punto più estremo dell’isola – raggiungibile percorrendo la strada che prima vi ha condotto alle spiagge di Porto Katsiki ed Egremni – troverete delle splendide scogliere bianche da cui, si narra, la mitica poetessa Saffò si gettò in mare per amore del giovane Faone.
Il faro, che sbuca all’orizzonte di una strada assolutamente solitaria, pare sia stato costruito sopra l’antico tempio di Apollo: uso il condizionale perché una volta giunti non vi è alcuna traccia di antiche vestigia.
Da questo punto il panorama è mozzafiato e le isole di Cefalonia e di Itaca sono veramente vicine.
L’arcipelago: dalla suggestiva Nidrì abbiamo scelto di veleggiare verso le isole della baia a bordo della pittoresca Odysseia capitanata dal singolare Capitano Geronimo e dal suo allegro equipaggio.
Meganissi (il pesino di Spartohori sembra congelato negli anni sessanta!), Kalamos, Kastos e la leggendaria Skorpios… ma la vera emozione sono stati i due delfini che ci hanno accompagnato nel primo tratto verso il mare aperto.
Potrei continuare con tante altre emozioni… a voi auguro di scoprire la vostra Lefkada!