Le Cinque Terre dopo alluvione
Si parte giovedì 23 alle 6 di mattina per arrivare, pause incluse, alle ore 11 in quel di Corniglia dove ad attenderci non ci sono parcheggi pubblici ma un simpaticissimo parcheggiatore che ci chiede 10 € al giorno (sconto incluso) per lasciare la macchina fuori dal piccolo paese, dal momento che all’interno i parcheggi sono tutti riservati ai residenti. Lasciamo la macchina, prendiamo lo zaino e arriviamo alla residenza che si trova proprio lungo la via principale del centro storico di Corniglia. Lasciamo i bagagli e decidiamo di scendere al mare che è ben visibile dalla nostra camera. Non prima di aver assaggiato la focaccia con pesto e pomodorini che si farà ricordare dopo ogni bagno in mare, per circa 3-4 ore. Dalla piazzetta di Corniglia troviamo una scalinata di circa 100 gradini che porta a degli scogli e lastroni di pietra molto comoda per un riposino sotto il sole, l’acqua è decisamente pulita e limpida. Ci godiamo un pomeriggio di relax tra bagni e bagni di sole ammirando la favolosa roccia frastagliata che crea la caletta in cui ci troviamo. Alcuni scogli riportano delle scritte di attenzione, sia in italiano che in inglese e tedesco, non sottovalutatele perché potrebbe verificarsi la caduta di piccoli massi dal costone di roccia sovrastante al mare.
Ci ritiriamo nella camera per una doccia veloce per poi ripartire alla volta di Vernazza per un aperitivo a base di vino bianco CinqueTerre in uno dei bar riaperti tempestivamente dopo l’alluvione di ottobre 2011. Devo dire che sono visibili i segni dell’alluvione, non soltanto sulle case dai mille colori, anche sui volti di chi l’ha vissuta. Ci trasferiamo a Monterosso in cui troviamo una bella spiaggia attrezzata ancora affollata alle 7 di sera, ci spostiamo nel centro storico attraversando la galleria che lo collega alla stazione ferroviaria e tra i vari negozietti e ristoranti decidiamo di cenare al Piccolo Diavolo in cui abbiamo potuto assaporare trofie al pesto, cozze e fritto di totani da lasciarci a bocca aperta o meglio, a pancia piena.
Dopo la lunga “e dura” giornata ci concediamo di andare a dormire presto tipo modalità anziano: ON, per cui ci appropinquiamo a raggiungere la stazione ferroviaria per prendere uno dei frequentissimi treni che ci riporta a Corniglia. Sorpresa delle sorprese la scalinata che abbiamo dovuto fare in discesa, ora per raggiungere il paese, è in salita! Boia di un destino! In circa 5 minuti abbiamo percorso la scalinata di 382 gradini e con un gran fiatone siamo pronti per un gelato, come ricompensa per la fatica fatta, in una delle due gelaterie di Corniglia. Gustato il gelato sulla terrazza panoramica siamo pronti ad andare a dormire.
Il giorno successivo decidiamo di percorrere parte del sentiero dell’amore che dovrebbe congiungere le Cinque Terre ma che attualmente è chiuso da Manarola a Corniglia per cedimenti della montagna. Con il treno raggiungiamo Riomaggiore in treno e dopo aver visitato il piccolo centro ci incamminiamo verso la rivendita dei pass per il sentiero ed inizia il nostro giro. Davvero affascinante la camminata a picco sul mare, gradevole la musica che si sente nella galleria ma ciò che veramente mi colpisce sono le frasi d’amore incise sulle panchine di legno presenti nella galleria. Meno suggestivi i lucchetti a mo’ di ponte Milvio. Raggiungiamo Manarola, visitiamo il piccolo centro e poi ci incamminiamo verso Corniglia per il sentiero dell’amore che ad un tratto si interrompe lasciandoci un po’ delusi. Torniamo a Riomaggiore, ci concediamo un veloce bagno in mare dove avvistiamo delle meduse, ci si asciuga e poi via, un altro pranzo a base di focacce. Questa volta decidiamo di assaggiare la focaccia di Recco che consiste in due strati sottili di sfoglia che nascondono una crema di stracchino che ve la raccomandiamo. Dopo questo frugale ma alquanto gustoso pranzo torniamo sui nostri passi, sul sentiero dell’amore e raggiungiamo il parchetto antistante il cimitero del paese, parco dotato di servizi igienici, parco giochi per bambini e un fraticello su cui trascorreremo un’oretta all’ombra di un ulivo. La vista è mozzafiato, il vento ci alleggerisce del caldo accumulato in mattinata. Dopo questa siesta torniamo a Corniglia per prepararci per la sera e concederci un riposino in camera. Torniamo a Manarola per l’aperitivo in riva al mare e per una gustosissima cena al ristorante Scogliera, in cui gustiamo dei pansotti alla crema di noci, spaghetti piccanti con totani, fritto misto ed un ottima vernaccia.
La vacanza è quasi finita, un velo di tristezza ci fa ripercorrere i bei momenti trascorsi alle cinque terre e ci ricorda, nostro malgrado, che abbiamo ancora una gradinata da percorrere un’ultima volta. Chissà..
Sabato mattina sveglia presto, giro veloce di shopping per fare incetta di prodotti locali e poi colazione al Pan e Vin Bar in cui gustiamo un cappuccino fatto a perfetta regola d’arte, muffin ed una torta di noci che non ti fa passar la voglia di partire.
Dopo esserci sfamati, torniamo dal simpatico parcheggiatore, prendiamo la macchina e ce ne torniamo “inda valley”.
Cosa cambierei della vacanza
Non cambierei nulla. Solo alcuni dettagli pratici:
– evitate di andare alle Cinque Tterre in macchina, se non dovete fare 5 cambi di treno come noi, scegliete la rotaia;
– acquistate la Cinque Tterre card con inclusi i viaggi in treno, risparmierete e non avrete la fregola di dover fare il biglietto quando il treno è in partenza e voi siete in ritardo.