Bologna e Cinque Terre in camper

Quando si parte in Camper senza sapere dove ti porta il Viaggio
Scritto da: Zembo
bologna e cinque terre in camper

Per motivi di lavoro miei e di mia moglie, le ferie estive come le fai tu noi non le possiamo fare. Di solito dobbiamo spezzarle in due e ci prendiamo una settimana in Marzo ed una in Settembre. Questa vacanza l’abbiamo fatta in Marzo 2019 e probabilmente in questo racconto capirai che viaggiare in camper è anche partire senza sapere dove andare.

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È Venerdì, cominciamo il nostro viaggio a bordo del nostro Camper Arca Scout con il nostro cane: un carlino di nome Kappa. L’intenzione è di andare a Chioggia e passare qualche giorno in barca a zonzo per la Laguna, considerato che la stagione non è ancora così calda. Il camper lo teniamo come base d’appoggio per la notte, poi nei giorni successivi decideremo il da farsi.

Sai quando le cose non vanno come vuoi, ma il destino ti riserva qualcos’altro?

Domenica sera consulto il meteo per il giorno dopo: dicono che ci saranno venti di Bora e maltempo a macchia di leopardo. Alla luce di ciò non ci resta che ormeggiare bene e trovare un’alternativa per questa settimana. Alla sera a tavola ad Emilia, mia moglie, viene l’idea di andare a fare un giro a Bologna dove ho fatto il Militare.

Bologna

Partiamo la mattina presto e in un paio d’ore siamo al Centro Turistico Città di Bologna, un po’ dopo l’uscita della Padova-Bologna; è una struttura metà campeggio e meta residenziale dove lasciamo il camper per andare a visitare la città. Davanti alla portineria prendiamo il bus navetta che ci porta all’incirca a metà di via dell’Indipendenza. Di lì saliamo a piedi fino a Piazza Maggiore dove con mio sconforto trovo la prima sorpresa: sai il Nettuno, la fontana simbolo della città? Lo hanno ingabbiato, con una recinzione! Ma non si può?! Passato lo smarrimento iniziamo il classico giro entrando a turno nella Basilica di San Petronio perché ci siamo portati a spasso il nostro Kappa, poi abbiamo preso un caffè in un bar sotto il portico di Palazzo del Podestà e siamo arrivati giù fino alle due Torri di Bologna. Lo sai che non me le ricordavo così grandi?

Visto che siamo in zona arriviamo fino a piazza Santo Stefano e alle Sette Chiese. Tornando indietro, mi ricordo che in via Ugo Bassi c’erano le mie due attrazioni preferite e decido di farci una puntatina, ma il negozio “Ricordi” dove passavo le ore a cercare miei dischi preferiti purtroppo non esiste più, in compenso la pizzeria “da Altero” invece esiste ancora; diciamo che considerata l’ora non ci stanno male un paio di tranci di pizza e due Coca-Cola.

Da lì con altri due passi si arriva in via Frassinago, non potevo mancare di andare a vedere la caserma dove ho fatto il militare. Cento metri più in su c’è la fermata dell’autobus di Porta Saragozza, lo prendiamo direzione Giardini Margherita. Arrivati lì sono quasi corso a vedere, volevo vedere le mie amiche scimmie, ma non ci sono più?! Accidenti! Però in compenso il laghetto si è riempito di tartarughe acquatiche. Cominciamo ad essere stanchi e ritorniamo verso via Indipendenza, ma avendo perso quello precedente siamo in anticipo di un’ora abbondante sull’arrivo del Bus navetta. E se andiamo a riposarci un po’ al Parco della montagnola? Non ci posso credere: quando l’ho visto presidiato dalla Polizia, così trascurato e la fontana vuota e sporca ho provato una grande tristezza.

Modena

Ritorniamo in campeggio e come consuetudine a cena pensiamo un alto posto da visitare. Emilia, che di solito fa decidere me i posti da vedere, questa volta mi chiede se potrebbe andar bene Modena? Non mi sembra vero che lo dica lei: e Modena sia! Dopo aver passato la notte in campeggio facciamo la doccia e partiamo dopo colazione; intorno le nove siamo già fuori dell’autostrada. Lungo il viale che porta verso il centro vediamo il cartello che indica Casa della Ferrari! Emilia mi chiede se mi piacerebbe andarlo a vedere. No, per niente, non le ho nemmeno risposto ed ancor prima che finisse la frase avevo già messo il muso del camper all’interno del parcheggio!

Non sono un gran appassionato di auto ma lì dentro, amico mio, resti letteralmente con la bocca spalancata. Nell’enorme struttura col tetto con la forma che ricorda il cofano di una macchina da corsa degli anni ’50 c’è una collezione di auto pazzesca: dalle prime progettate mi sembra dall’Ing. Jano fino alle “concept car” odierne. Appena fuori, nella vecchia officina intitolata ad Alfredo Ferrari detto“Dino”, il figlio sfortunato di Enzo, si vede l’evoluzione della Ferrari in una collezione di motori: da quelli ad aste e bilanceri a quelli delle Formula 1. E in bella mostra c’era lei, il mio sogno: la Ferrari Dino, veramente rossa mi sarebbe piaciuta di più! Ma lo sapevi che Ferrari aveva fatto anche un motoscafo da corsa? È proprio davanti alla portineria!

Finito di girare questo fantastico posto ci fermiamo appena fuori del parcheggio a mangiare qualcosa che poi si va a Maranello al museo della squadra corse della Ferrari; Non te lo avevo detto? Abbiamo preso entrambi i biglietti! Arriviamo e già nel parcheggio vieni travolto, non so com’è, ma lì respiri anche l’aria che sa di Ferrari! All’interno non ci sono parole per descrivere un luogo così. Ci sono le prime auto da corsa, le carrozzerie nude che mostrano l’anima di queste auto da sogno, fino ad arrivare alle sale dedicate a Michael Schumacher e una specie di tempio, lo chiamo io così, perché è un salone dedicato a tutti i piloti, i trofei ed alle macchine da formula uno che hanno fatto amare la Ferrari a tutto il mondo! Quando usciamo mi riprometto di andare a provare il circuito di Maranello e farlo di corsa col camper… sto scherzando! L’ho potuto solo sbirciare da uno squarcio negli oscuranti.

Per la notte decidiamo di ritornare a Modena dove sostiamo nel parcheggio del parco Enzo Ferrari, non sono ancora le sedici così ci concediamo una passeggiata per il centro e visitare il meraviglioso Duomo che francamente mi sembrava un po’ tutto storto!? a me che piacciono castelli torri e campanili, non potevo non salire sul grande campanile che vista “l’ora dorata” ci fa godere una vista dall’alto: mozzafiato.

Parma

A cena decidiamo che la prossima destinazione è Parma.

Al mattino il tempo è brutto e pioviggina. Nonostante tutto riusciamo a fare un giro per il centro per poi fermarci in un parcheggio fuori dal al parco della Cittadella. Mentre preparo da mangiare comincia a piovere proprio tanto ed a tavola Emilia mi stupisce ancora chiedendomi: Quanto distanti sono le Cinque Terre? la guardo e le dico “che importa, andiamo alle Cinque Terre!”.

Purtroppo è stato un viaggio da incubo: acqua, vento, nebbia, fortunatamente arriviamo incolumi a Levanto. Troviamo dove dovrebbe esserci l’area sosta camper. Ma è un parcheggio! i posti sono stretti, è accanto ad un distributore, sotto la stazione dei treni, tariffa 36 euro al giorno… ma anche no! Intanto andiamo a fare la spesa. Nel parcheggio del supermercato apro l’app di Camperonline e senza tanto cercare trovo il Park camper il Poggio, è un po’ scomodo e ci arriviamo che è appena cessato di piovere.

Cinque Terre

Il posto è carino: hai piazzole comode, acqua, luce, scarichi e per 25 euro al giorno ti danno anche il servizio navetta gratuito a chiamata; ma vuoi mettere? Mercoledì mattina Sara, la gentilissima titolare del park, ci accompagna giù a Monterosso al mare e ci dice che quando vogliamo la chiamiamo e ci viene a prendere. Ottimo direi! La giornata è uggiosa ma non piove e cominciamo il nostro giro dalla salita che conduce al Monastero dei Cappuccini fino al particolare cimitero in cima ad uno strapiombo. Non ti sto a descrivere tutto poiché ne dovrei scrivere un romanzo, ma ti posso dire che le Cinque Terre sono dei paesini che si affacciano sul Mare con case coloratissime e scorci incantevoli.

Nel pomeriggio fa capolino anche il sole e in treno andiamo a Vernazza, dove siamo restati incantati da una mareggiata che ci ha offerto uno spettacolo di onde che si infrangevano sugli scogli del porto. Giovedì mattina prendiamo il treno e andiamo diretti a Riomaggiore dove uno splendido sottopasso decorato da mosaici realizzati con pietre e vetri colorati accoglie i visitatori. Manarola è proprio piccolo lo si visita in poco più di un ora, mentre quando arriviamo a Corniglia scopriamo che è arroccato su una collina. Facciamo la famosissima scalinata di mattoni rossi che guardandola sia da sotto che da sopra hai due prospettive eccezionali!

Cosa che mi mancherà? Di non aver potuto fare il sentiero degli innamorati, è stato distrutto in vari punti dalla grande mareggiata del 2018.

Si, anche a me hanno detto che la Liguria è cara, ma se ti accontenti, fai come noi e vai a mangiare le focacce farcite o le fritture da asporto paghi come in qualsiasi altro posto. Una cosa però mi è restata qui: dovendoci muovere col treno in tratte da poco più di un minuto il costo del biglietto era 1,90€ a corsa, in due giorni abbiamo speso un’esagerazione!

Siamo giunti a Venerdì ed inizia a piovere e visto che non è così distante l’intenzione era di andare all’acquario di Genova ma ci sconsigliano di andarci in camper. Dicono che l’area sosta non sia sicura e soggetta a frequenti furti. Invece andandoci in treno dalla stazione devi farti una lunga camminata che francamente sotto questo diluvio non è il caso. Valutiamo di ritornare verso casa.

Oltrepassata Parma è ora di pranzo e nel tempo che facciamo due trofie col pesto che ci siamo comprati a Monterosso smette di piovere e si rasserena che sembra magia. E adesso cosa facciamo? Emilia che in questo viaggio ha fatto da ufficiale di rotta mi chiede cosa c’è sulla strada. Io le dico: Mantova. Lei : ed è bella? C’è un posto per il camper? …C’è! È un campeggio proprio al di la del Ponte di fronte al castello di San Giorgio, dove passiamo la notte e quella successiva. Mantova? L’abbiamo girata in lungo ed in largo per un pomeriggio e un giorno intero… eccome se è bella !

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