La Via della Seta

Samarcanda, Khiva e Bukhara, luoghi mitici tra Oriente e Occidente
Scritto da: solfra
la via della seta
Partenza il: 14/05/2010
Ritorno il: 21/05/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
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DIARIO DELLA VACANZA dal 14 al 21 maggio 2010

“L’Uzbekistan? E dov’è?”

Era questa la domanda che più di frequente mi sentivo rivolgere quando parlavo del mio prossimo viaggio e c’era sempre qualche spiritoso che quando cominciavo a spiegare che era la nazione dove si trova la città di Samarcanda mi sorrideva dicendo “ah, ma allora esiste davvero? non è solo una canzone di Vecchioni ?”. Eppure per me Samarcanda era un posto speciale, che evocava i racconti delle “Mille e una notte”, silenzi infiniti del deserto, profumi d’oriente, storie di carovane lungo la via della seta, immagini di tappeti, di palazzi principeschi, sempre in bilico tra leggenda e realtà. Ecco il nostro viaggio.

1° Giorno URGENCH – KHIVA Appena arrivati dall’aeroporto incontriamo la nostra guida, NURIK, uzbeka al 70%, (come lui si definiva, di pura razza bastarda come tutti gli abitanti del posto, sempre parole sue) e quindi ci trasferiamo subito all’hotel alla periferia della città per lasciare i bagagli e iniziare subito la visita di Khiva. La prima e unica giornata dedicata a Khiva. La città entro le antiche mura di mattoni, detta Ichan Kala, è una intatta e remota città dell’antica Via della Seta, esempio di cittadella medioevale. Oggi la città è un posto tranquillo dove sembra essersi fermato il tempo ed offre al viaggiatore la possibilità di vedere come si poteva presentare una città del genere agli occhi di un passante migliaia di anni fa. I luoghi di maggiore interesse sono concentrati nella Ichan Kala, la parte storica, in cui si possono visitare le principali moschee e madrasse.

2° GIORNO KHIVA/BUKHARA Oggi attraversiamo la zona desertica Kyzyl Kum e ci attende una bella cammellata (sempre parole di Nurik la guida) di circa 480 km fino a Bukhara. Durante il tragitto vedremo i villaggi della regione del Khorezm, attraverseremo il deserto di sabbia e quello stepposo ed anche il corso del fiume Amudarya che dopo centinaia di chilometri sfocia nel lago d’Aral. Ci fermiamo per una piccola sosta idraulica e Nurik ci avverte che la prossima sosta potrà essere solo dietro un cespuglio. Durante il viaggio ci racconta che le città di Khiva, Bukhara e Sammarcanda sono costruite su un oasi e cioè sotto c’è sabbia ed acqua ed è per questo motivo che quando ci sono i terremoti non succede niente. L’unica città che non è su un’oasi è Tashkent e nel 1966 fu quasi completamente distrutta da un violento terremoto e quindi ricostruita, purtroppo, in stile russo. Arriviamo a Bukhara, un po’ di tempo per rilassarsi, cena e pernottamento.

3° GIORNO BUKHARA Dopo colazione iniziamo la visita all’antica città di Bukhara, anch’essa posta sull’antica rotta della seta. La città merita di essere visitata perché ospita alcuni dei monumenti più antichi di tutta l’Asia centrale e sembra che qui il tempo si sia fermato. Il visitatore è proiettato in una epoca lontana e affascinante: quando abili mercanti attraversavano questi luoghi diretti in Asia o di ritorno dai loro vantaggiosi affari. I luoghi più interessanti sono sicuramente la Labi-Hauz, ideale punto di partenza per una visita della città su cui si trovano alcune interessanti Madrasse (tra cui quella fatta costruire da Ulughbek, il nipote di Tamerlano) e il sempre affollato Mercato Coperto, ricco di stoffe colorate, spezie ed oggetti di artigianato. Altri luoghi di sicuro interesse sono l’imponente Minareto di Kalan, sicuramente il monumento più celebre della città, la Moschea Kalan e la Residenza dell’Ark. La nostra guida ci spiega che le moschee che hanno alla sommità una mezza luna significa che sono attive come luogo di culto. Alla fine della giornata un piacevole ed interessante fuori programma: la visita del luogo più sacro di Bukhara ed una delle mete più importanti per i Sufi di tutto il mondo islamico. Ci rechiamo a Bakhauddin Naqshbandi, un luogo di gemme sacre, storie e superstizioni di una fede islamica parallela e crescente. Tomba che conserva le spoglie di Khazreti Muhammed Bakhauddin Naqshbandi fondatore dell’omonimo Ordine Sufi. La guida ci dice che non visitare questo luogo e un po’ come andare a Roma e non visitare San Pietro.

4° GIORNO – BUKHARA – SHAKHRISABZ – SAMARCANDA Oggi è prevista un’ altro bel viaggio verso Shakhrisabz (paese natale di Tamerlano) e quindi arrivare a Samarcanda, in totale circa 300 km. Durante il tragitto la nostra simpatica, e preparata, guida ci racconta alcuni aspetti della vita sociale degli uzbeki ed interessante è stato l’apprendere quali sono i doveri di un padre nei confronti dei propri figli maschi e cioè la circoncisione, il matrimonio e il dono del Corano; ci racconta inoltre del disastro ecologico del lago d’Aral, prosciugato ormai quasi irrimediabilmente a seguito della coltura forzata del cotone, imposta negli anni 60 dall’Unione Sovietica. Visitiamo Ak Saray (il Palazzo bianco), residenza estiva di Tamerlano (14° secolo), Kok Gumbaz (Cupola Blu), la Moschea del Venerdi costruita da Ulugbeck in onore di suo padre e Dorut Tilyavat (Casa della meditazione), complesso tombale in memoria di Tamerlano e la Cripta scoperta solo nel 1963. Dopo una sosta proseguiamo per Shakhrisabz (letteralmente “città verde”) via Chirakchi. Il deserto si trasforma in campagna fertile e offre prodotti dell’ agricoltura in tutte le stagioni. Cena e pernottamento a Samarcanda. Sfiniti dal viaggio arriviamo all’hotel Panorama con cena in albergo. Dopo cena decidiamo di andare alla famosa piazza Registan per vedere l’effetto notturno. Appena arrivati la vediamo illuminata per qualche minuto e poi si spegne tutto. Incontriamo un’ altro gruppo di italiani che avevano avuto la stessa idea, a quel punto la comune delusione ci dà la forza di trattare con le guardie per la accensione delle luce e dopo una lunga trattativa otteniamo (pagando) la riaccensione delle luci. L’attesa non ci delude, il complesso di maestose madrasse, letteralmente ricoperte da maioliche e mosaici azzurri, appare maestoso. E’ l’immagine che sempre avevo associato a Samarcanda, e resto lì, incantata a guardare gli edifici e le decorazioni.

5° GIORNO – SAMARCANDA Samarcanda, la mitica città di Tamerlano, la storica città posta sull’antica via della seta, proprio a metà strada tra Occidente ed Oriente, rappresenta la massima attrazione del paese ed una della mete più affascinanti a livello mondiale, grazie alle sue splendide architetture, al fascino dei suoi mercati ed al profumo di spezie che si respira in ogni suo angolo. In virtù della sua posizione strategica Samarcanda ha sempre attirato le mire espansionistiche di grandi conquistatori, a partire da Alessandro Magno sino al grande Genghis Khan, che grazie all’abilità della cavalleria mongola conquistò nel XIII sec. Uno dei più grandi imperi della storia e rese la città uno dei principali centri Successivamente, grazie all’opera di Tamerlano, nacquero in città gli imponenti monumenti che ancora oggi rendono Samarcanda una meta unica e affascinante. Non si può assolutamente prescindere infatti dalla visita di luoghi come il Registan, il Gran Bazar, la Moschea di Bibi Khanym, lo Shahi-Zinda e soprattutto il Mausoleo di Tamerlano, luogo sacro per gli uzbeki su cui circolano varie storie e leggende. All’interno sono conservati i resti di Tamerlano e di alcuni suoi successori e sembra che chiunque abbia profanato la tomba del sovrano sia incorso in sventure più o meno grandi, così ci racconta la nostra guida Nurik. Iniziamo la visita di Samarcanda e con l’immagine che sempre avevo associato a questo posto, resto incantata a guardare gli edifici e le decorazioni. Iniziamo con Gur Emir (tomba dell’emiro), mausoleo di Tamerlano e dei Timuridi e poi la sontuosa piazza Registan, un insieme di maestose Madrasse considerate prime in Asia centrale e fra le meraviglie islamiche di tutto il mondo. La gigantesca Bibi Khanym Mosque, l’adiacente Siab Bazar, il colorito mercato dei contadini, qualcosa di fantastico, forse il principale e più brulicante, ancora oggi è il mercato degli uzbeki, dove si trovava di tutto: abbigliamento, pezzi meccanici, utensili, oggetti per la casa, stoffe e mercanzie di ogni genere. Ho acquistato degli oggetti di artigianato in legno ed in ferro ed un atrezzo come “marchio” da apporre sul pane preparato in casa. Una cosa mi ha colpito particolarmente: le donne che ci offrivano di assaggiare la loro ricotta, trasportata in un sacco bagnato per la conservazione. Dopo pranzo la necropoli dei governanti di Samarcanda Shaki Zinda. Il suo nome si riferisce alla originale, più sacra interna cripta, tomba di Qusam ibn-Abbas un cugino del Profeta Maometto. La nostra guida ci indica l’osservatorio Ulugbek con i resti dell’astrolabio per l’osservazione delle stelle. Le rovine di Afrasiab (la città antica precedente a Samarcanda) con frammenti di affreschi del 7° secolo. Cena e secondo pernottamento a Samarcanda ed osservando come le ragazze siano molto belle e la nostra guida ci spiega che quasi tutte hanno le trecce: una o due trecce significano che le ragazze sono sposate o fidanzate, tante trecce sono disponibili.

6° GIORNO – TASHKENT Partenza di buon mattino per Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, dovremo viaggiare (circa 380 km) tutta la mattinata per poter visitare nel primo pomeriggio la città. Tashkent ha oltre 2000 anni di storia, ma nel 1996 un violento terremoto la rase al suolo e venne ricostruita ex novo ma purtroppo ne scaturì una città dallo stile inconfondibilmente sovietico. Abbondano edifici in cemento, squadrati, ampi viali, giardini che fino a poco tempo fa ospitavano le statue di Lenin e Marx, oggi rimosse e sostituite da quelle di Tamerlano. Sorprendente il giro in metropolitana costruita da sovietici. La nostra guida ci comunica che è vietato fare fotografie. Facciamo un salto alla madrassa di Kukeldash recentemente restaurata con il contributo di vari paesi islamici. La nostra guida ci spiega che molti edifici religiosi sono costruiti o restaurati dopo il crollo dell’Unione Sovietica con il sostegno finanziario dei Sauditi o altri paesi islamici. Comunque settant’anni di socialismo reale hanno lasciato tracce evidenti dell’ex Unione Sovietica. Sebbene lo stato sia laico e la stragrande maggioranza della popolazione sia musulmana, i praticanti sono una percentuale molto limitata (dopo tutte le visite fatte credo non dimenticheremo più la differenza fra Moschee, luogo di culto, e le Madrasse scuole coraniche). Quando si arriva a Taskent, la città sembra diversa, una metropoli, grandi viali e poi improvvisamente, compaiono dal nulla asinelli che trainano poveri carretti. Difficile immaginare che questa città è stata il cuore di un continente antico, capitale di un mondo di grande ricchezza e fascino quando l’occidente allora conosciuto era in declino. Lo testimoniano i tesori dei musei di stato; per il resto la città vanta parchi urbani, la metropolitana, enfatici palazzi anni sessanta. Il presidente è considerato tanto democratico da costringere tutti i giornalisti stranieri e le ong a lasciare il paese. Non si vedono giornalai o edicole.

Conclusioni e considerazioni personali

Si è trattato di una vacanza culturale in senso stretto. La sera le città sono vuote, non ci sono molte attrattive culturali e/o di divertimento. Si mangia malino ma il te è strepitoso al punto che non abbiamo mai sentito la mancanza di un caffè. In generale gli uzbeki sono poveri, soffrono per questa sostanziale dittatura e per la mancanza di infrastrutture. Non mi dilungo sulle città d’arte, meravigliose ed informazioni a tal proposito si trovano numerose su internet. Khiva è molto bella ed in 4 ore si vede tutto. Nella cittadella ci sono solo due locali dove poter mangiare, pochi turisti e sempre in comitiva: una bella città museo. Bukhara è la vera perla dell’Uzbekistan, meravigliosa (è considerata la città Sacra). Samarcanda è bella, anche se piazza Registan ha pienamente mantenuto le nostre attese (era uno degli obiettivi principali del nostro viaggio). La piazza del minareto Kalon di Bukhara è straordinaria. Una mezza giornata a Tashkent è piacevole. Andare in Uzbekistan quindi? Certo, ma deve interessarvi almeno un po’ la storia o la storia dell’arte. Vi sembrerà di vedere sempre le stesse cose (madrasse, madrasse e ancora madrasse) ma non è così, ci sono tante “cose” e tutte meritevoli di essere viste e gustate. Mettete in conto di passare una bella fetta della vostra vacanza in autobus.

Franca Andrea Roberto



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