La verde Madeira e la brulla Porto Santo

Dodici giorni alla scoperta di questo piccolo arcipelago portoghese perso nell'Oceano Atlantico.
Scritto da: Tonyofitaly
la verde madeira e la brulla porto santo

Situate a largo delle coste del Marocco, le due isole portoghesi di Madeira e Porto Santo sono state da me scelte come mete per le ferie estive 2022, approfittando del volo diretto che Ryanair ha inaugurato da Bergamo verso Funchal, la capitale dell’arcipelago.

È proprio in una fredda giornata di gennaio che leggo la newsletter della compagnia in cui si annuncia l’introduzione, nel timetable estivo, di un volo bisettimanale diretto che stuzzica ulteriormente il mio interesse così, dopo averne parlato con il mio compagno di viaggio, la prenotazione aerea è subito fatta: partenza domenica 17 luglio e rientro giovedì 28 dello stesso mese.

Ovviamente è contemporanea anche la definizione del giro e la relativa prenotazione degli alberghi quindi dal 17 al 22 si soggiornerà a Funchal per la visita all’isola, poi dal 23 al 26 ci si trasferirà a Porto Santo, il 27 si rientrerà a Funchal e il 28 si ritornerà a Bergamo.

Tramite Booking, allora, prenoto a Funchal uno studio presso gli Apartamentos Turisticos Atlantida, poi un bilocale presso gli Apartamentos Paraiso Dourado a Vila Baleira di Porto Santo e, per l’ultima notte, una camera presso l’hotel Quinta da Penha de França, non lontano dal porto di Funchal.

La ricerca di un’auto da noleggiare è un pochino più ardua ma, alla fine, prenoto una Renault Clio presso AVIS (ed è tra le più economiche!) da ritirare in aeroporto.

Inoltre, alla fine di maggio, compro anche i biglietti del traghetto tra le due isole, chiudendo così l’organizzazione del viaggio: non ci resta che partire.

Diario di viaggio

17 luglio

All’atto dell’acquisto dei voli non si poteva prevedere il caos che sarebbe scoppiato negli aeroporti del mondo, quindi ci accingiamo a raggiungere Bergamo col timore che il volo sia stato cancellato e ne sapessimo nulla.

Per fortuna, invece, il volo Ryanair è puntualissimo e, dopo quasi quattro ore di viaggio, tra le nuvole appaiono prima la brulla isola di Porto Santo e poi l’estrema propaggine di Madeira: un’ampia virata e l’aereo atterra in quello che è considerato uno dei dieci aeroporti più pericolosi del mondo.

Ritirato il bagaglio, prendiamo un taxi per la struttura prenotata (un errore non averlo riservato tramite Booking: il tragitto ci costa 43 euro) dove, dopo il rapido check-in, ci organizziamo nel comodo appartamento sito al 5° piano.

Abbiamo davanti la città di Funchal con le sovrastanti case arroccate sulle pendici che si illuminano come un presepe non appena cala la sera.

18 luglio

Giornata dedicata alla visita del capoluogo, piccola città adagiata sulla costa sud.

Partiamo dal Giardino Municipale, proprio a due minuti a piedi dall’appartamento, per visitare il Teatro Diaz e gli azulejos facenti parte del café Ritz Madeira.

Diamo uno sguardo all’ingresso del Museo del Vino e poi ci fermiamo ad ammirare la statua di Zarco e l’ingresso al Banco do Portugal situato proprio alle spalle.

Il Castello di San Lorenzo è ora sede del rappresentante della Repubblica, sebbene in passato abbia difeso la città dagli attacchi pirateschi: al suo interno trova posto anche il Museo Militare.

Nella prospiciente Praça do Provo trovano sede il nome stilizzato dell’isola, un memoriale a Nelson Mandela, una statua dedicata a Gandhi ed una agli emigranti dell’isola mentre la Porta della città è una ricostruzione dell’ingresso all’abitato quando esistevano le mura: originali sono solo la corona, lo stemma reale e la pietra frontale.

Tagliamo per il centro e sbuchiamo davanti alla , il principale luogo di culto di Madeira nonché una delle più popolari attrattive turistiche, che sorge proprio nel cuore del capoluogo: il suo campanile domina l’orizzonte fin dagli inizi del XVI secolo. Sebbene di proporzioni modeste, all’esterno si presenta con una facciata austera scandita nei toni del bianco e del marrone scuro mentre l’interno, invece, è gotico, tripartito dalle navate. Ricca di ori la decorazione dell’abside e il tetto, visibile poiché è in corso la Messa, è tutto intrecciato e intagliato.

Dalla Sé ci portiamo poi in Praça do Municipio dove si affacciano il Palazzo del Consiglio, che ospita il municipio di Funchal, e il Collegio dei Gesuiti con la chiesa di San Giovanni Evangelista.

Entriamo nel primo, ex palazzo nobiliare del XVIII secolo, per visitare il suo bellissimo cortile decorato con azulejos e con una fontana al centro rappresentante Leda e il cigno.

Ci dedichiamo poi ad un giro nella bella chiesa barocca prima di imboccare rua das Petras ed arrivare alla piccola chiesa di San Pedro, le cui pareti sarebbero decorate con azulejos (condizionale d’obbligo in quanto la troviamo chiusa).

Saliamo l’irta Calçada de Santa Clara diretti più in alto e passiamo prima davanti alla Casa-Museo Frederico de Freitas (ricco notaio madeirense di cui tutto ciò che in vita aveva collezionato è esposto qui, dalla mobilia pregiata alle opere d’arte passando per gli argenti, le ceramiche e una esposizione di azulejos) e poi davanti il Convento di Santa Clara, chiuso però per restauri ma di cui si può vedere il tetto del campanile.

Arriviamo al Museo Quinta das Cruces, situato in quella che è una tipica villa madeirense, completa di giardino e cappella privata e dove al suo interno viene illustrata la vita dell’aristocrazia isolana dal XV al XIX secolo.

Adiacente alla Quinta c’è l’omonimo miradouro, particolare per le piastrelle site lungo le sedute, e su di esso sovrasta la Fortezza do Pico, che aveva funzioni di vedetta contro eventuali incursioni piratesche: sebbene sia aperto al pubblico, bisogna comunque fare un’altra erta salita per giungervi.

Noi preferiamo riprendere la strada della discesa e facciamo il percorso a ritroso fino all’Igreja di San Pedro per poi girare subito in rua da Mouraria, dove passiamo davanti al Museo di Storia Naturale di Funchal.

Arrivati in fondo, giriamo alla nostra sinistra e percorriamo la rua Carreira, ricca di negozi e locali, fino la Sé e ci dirigiamo verso il Mercado dos Lavradores, situato alla fine di rua de Ornelas, un’ampia strada pedonale: arriviamo al cospetto di un edificio a tre piani con un cortile interno, dove i commercianti dell’isola vendono fiori, frutta esotica, pesce e mercanzie di vario genere. Alcune piastrelle con temi regionali sono presenti sulla facciata esterna, all’ingresso principale e al mercato del pesce mentre dentro è un’esplosione di colori e odori.

Dopo le immancabili foto, ci portiamo agli inizi di rua Santa Maria, il cuore della Zona Velha in cui trovano posto moltissimi ristoranti e locali, situati tra gli ingressi delle antiche case le cui porte sono state utilizzate come tavolozze per dipingere: su una c’è una sirena; su un’altra un veliero con dei gabbiani; una damina dell’ottocento e un mondo astratto appaiono su due ingressi contigui e così via.

Arriviamo al Miradouro do Socorro, di fronte la chiesa barocca di Sao Tiago, che prende il nome dal vicino forte affacciato sul mare: siamo giunti nella parte più est del centro di Funchal e, da qui, ritorniamo indietro seguendo il lungomare.

Dopo un breve spuntino in un locale vicino alla Sé, ci rechiamo al Museo CR7, che celebra la figura del famoso calciatore Cristiano Ronaldo, nato a Madeira: la sua brillante carriera, costellata di premi e trofei (molti qui conservati), viene testimoniata da foto e video nonché da una statua posta all’ingresso.

Dopo quest’ultima visita, trascorriamo il resto del pomeriggio gironzolando tra negozi e locali mentre di sera, dopo cena, è d’obbligo una passeggiata nelle tranquille vie del centro.

19 luglio

Con il veloce Aerobus siamo diretti all’aeroporto per ritirare l’auto prenotata tramite AVIS: le pratiche sono abbastanza celeri così verso le 11 siamo già sulla VR1 diretti a Praia de Machico, dove ci fermiamo per una sosta che ci consente di visitare (solo da di fuori essendo chiuso) il forte di Nostra Signora di Amparo, la Chiesa Madre di Nostra Signora della Concezione (risalente al ‘400 e che contiene la statua della Vergine Maria) e la Cappella dei Miracoli che si erge sul posto dove sorgeva la prima chiesa dell’isola.

A mezzogiorno arriviamo al parcheggio di Ponta de Sao Lourenço per iniziare la passeggiata di circa 5 km che porta al Mirador Ponta do Furado, ammirando le alte scogliere battute dal vento: il sentiero di terra e sassi sale e scende tra clivi e rocce, permettendo di scorgere meravigliosi panorami e di ammirare il bellissimo mare che si insinua tra le rade e gli anfratti.

Per nostra scelta percorriamo soltanto il primo chilometro poi ritorniamo all’auto e, tramite la VE 1 e poi la E103, andiamo di filato verso Ribeiro Frio, dove c’è l’accesso alla Levada dos Balcoes. Giunti, parcheggiamo davanti al ristorante Faisca e raggiungiamo la levada tramite un’erta salita, proseguendo poi lungo la camminata che lambisce il canale e che conduce ad un panoramico terrazzo abitato da gatti: la vista sulla sottostante valle si allunga fino al mare e la foresta di Laurisilva occupa buona parte dei ripidi pendii.

Tornati indietro, ripartiamo proseguendo la strada intrapresa e svoltando, dopo una decina di minuti, sulla destra diretti al Pico de Arreeiro: la salita sfonda le nuvole e ci troviamo oltre i 1.500 m d’altezza. Arriviamo accompagnati da un caldo sole nel parcheggio del radar posto sulla cima, lì dove trovano sede anche un bar ed un negozio di souvenir. Però la vera e principale attrazione è lo splendido panorama a 360° che spazia su tutta l’isola: le nubi imbiancate dai raggi solari sono sotto di noi e giocano con le brune montagne e con i fondo valle ricoperti di verde.

Da questo punto partono e arrivano anche una serie di sentieri escursionistici che collegano altri punti dell’isola.

Dopo la visita, riscendiamo a Funchal e rientriamo nel nostro residence che è già pomeriggio inoltrato: una rigenerante doccia; un buon pasto a base di formaggio e verdure locali; una passeggiata sul lungomare toccato dalla brezza serale e poi a nanna.

20 luglio

Oggi dedichiamo la visita alla zona centrale dell’isola e, dopo colazione, partiamo per Santana tramite la VR1 e poi la VE1, arrivandoci in poco meno di un’ora.

Parcheggiamo e iniziamo le escursioni previste visitando le famose casas tipicas dalla forma triangolare: originariamente presenti su tutta l’isola, sono discendenti delle prime costruzioni primitive fatte di legno e tetti di paglia, elementi che permettevano di restare fresche d’estate e calde d’inverno.

Proseguiamo poi fino al grande parcheggio di Achada do Texeira, di sicuro sito oltre i 1.500 m: dal parcheggio si può raggiungere sia un pezzo di foresta di Laurisilva, dichiarata Patrimonio dell’Unesco poiché è tutto ciò che rimane dell’habitat florense della Macaronesia, residuo della vecchia Pangea prima della frammentazione tettonica, sia l’Homen en Pé, una struttura geologica composta da blocchi di basalto in equilibrio.

Anche da questo parcheggio partono molti percorsi escursionistici che portano in vari luoghi dell’isola.

Riscendiamo verso la costa e procediamo il nostro giro andando verso San Vicente con la VE1 fermandoci, però, prima alle rovine del Castello di Sao Jorge: sebbene sia rimasto ben poco del castello che qui sorgeva, la presenza di ciò che resta di una porta prospiciente il mare rende questo posto molto famoso anche su Instagram.

Ripartiamo per Sao Vicente, dove arriviamo giusto per ora di pranzo: dopo una sosta rifocillatrice al ristorante Ferro Velho, facciamo un giro per il borgo visitando la Igreja Matriz, una chiesa del ‘600 sul cui soffitto è dipinto San Vincenzo che benedice la città, e ammiriamo da lontano la Torre dell’Orologio della Cappella di San Vincenzo o Nostra Signora di Fatima, che si erge su un colle visibile dalla piazza principale.

A Sao Vicente ci sono anche un interessante gruppo di grotte che, però, troviamo chiuse e allora ci avviamo sulla VE4 in direzione Ribeira Brava, dove arriviamo nel primo pomeriggio, parcheggiando proprio dietro la Chiesa Madre dedicata a Sao Bento, che conserva alcuni elementi del ‘500 come la fonte in pietra scolpita, il pulpito decorato con immagini di animali selvaggi, il dipinto fiammingo della Natività e la statua in legno della Vergine sull’altare. Dalla piazza addobbata a festa si nota il campanile che conserva ancora delle splendide piastrelle sul tetto: una breve passeggiata e siamo sulla spiaggia, al cospetto di tutto ciò che resta del forte che proteggeva la città ossia un basso torrione.

Ripartiamo in direzione Funchal sulla VR1 ma lungo la strada usciamo a Cabo Girao, intenzionati a visitare la seconda delle scogliere più alte d’Europa: dopo una decina di minuti parcheggiamo l’auto vicino l’ingresso del piccolo parco che ospita uno dei miradouros più panoramici e belli di Madeira.

Da questo punto la vista spazia su buona parte della costa occidentale dell’isola ad un’altezza di quasi 600 m e si vede anche di sotto grazie al pavimento in vetro: stiamo, infatti, su uno skywalk ossia una terrazza dal pavimento in vetro che consente di ammirare la costa e la scogliera situate sotto i nostri piedi.

Dopo il brivido dell’altezza, ripartiamo per Funchal e arriviamo nel tardo pomeriggio al nostro residence: il tempo di un riposo e di una doccia calda e poi andiamo a cena al Restaurante Trigal, dove mangiamo molto bene.

Una breve passeggiata fino al museo CR7 e poi rientriamo per una salutare dormita.

21 luglio

Mattinata coperta per la nostra ultima escursione all’isola ma siamo fiduciosi che il vento spazzerà presto le nuvole. Noi, comunque, partiamo in direzione di Sao Vicente sulla VR1 e, dopo quasi un’oretta, superiamo la cittadina già visitata e andiamo in direzione di Porto Muniz, a nord dell’isola.

Appena imboccata la VE2, la cascata d’Agua d’Alto si getta quasi sulla strada ed attira persone per l’immancabile selfie.

Dopo una decina di minuti ci fermiamo al Miradouro do Véu da Noiva, da cui si può ammirare la cascata che si getta direttamente nel mare e che sembra proprio un velo da sposa.

Proseguiamo lungo la strada piena di gallerie e facciamo sosta al Miradouro da Ribeira de Janela: siamo vicinissimi ad una spiaggia nera che s’affaccia davanti una serie di alti faraglioni di lava e la giornata ventosa rende molto malinconico ma affascinante questo posto. Per ammirar meglio i faraglioni percorriamo il tunnel scavato nella roccia che sbuca proprio davanti ad essi.

Partiti dopo le immancabili foto e riprese, giungiamo a Porto Moniz e lasciamo l’auto al parcheggio libero per visitare la città, famosa soprattutto per le sue piscine naturali.

La natura, qui, si è sbizzarrita a formare, con l’aiuto del mare, una serie di piscine naturali che, tramite una serie di barriere naturali e non, permettono di fare lunghe nuotate anche se l’Oceano è in pieno moto ondoso.

Più avanti, il vecchio forte ospita l’Acquario di Madeira e dai suoi torrioni si può vedere tutta la costa est dell’isola.

E’ quasi mezzogiorno quando lasciamo la città diretti al Miradouro di Achada de Cruz, situato lungo la costa nord dell’isola: percorrendo la E101, ci giungiamo dopo una mezz’oretta d’auto, accolti da un caldo sole e da un vento impetuoso. Il motivo della visita a questo miradouro è non solo lo splendido panorama aperto sulla vastità dell’Oceano Atlantico, ma anche il fatto che sia situato in prossimità di una funivia che lo collega alla sottostante spiaggia, abitata da pochissime persone aventi in essa l’unica via di comunicazione. Purtroppo il forte vento non permette all’impianto di operare e non possiamo scendere ad ammirare questo singolare luogo perso e lontano dal mondo.

Riprendiamo il nostro tragitto sempre sulla E 101 andando verso Punta do Pargo ma la fame ci spinge a fermarci prima in un ristorante lungo la strada, A Carreta, dove mangiamo divinamente.

Per digerire, ritorniamo sulla strada e ci fermiamo alla tappa prevista, ossia nel parcheggio di Punta do Pargo, dove un faro bianco e rosso troneggia sull’altura: ovviamente il panorama sulla costa nord ed ovest dell’isola è spettacolare e la bella giornata offre scorci davvero impareggiabili.

Rientriamo a Funchal nel pomeriggio tramite la VE3 e poi la VR 1 e trascorriamo la serata con una passeggiata fino al Forte di Sao Tiago.

22 luglio

Riconsegniamo in mattinata l’auto noleggiata all’aeroporto e prendiamo l’Aerobus di ritorno scendendo alla prima fermata del lungomare, in modo da essere vicino più possibile alla stazione del Teleferico per Monte: è nostra intenzione, infatti, di recarci al quartiere più alto e più famoso della città.

Pagato il biglietto di 15 euro per sola andata ed affrontata la lunga ma celere coda per accedere, saliamo sulla cabina che ci porta fin la stazione alta, sorvolando i tetti della città e permettendo di ammirarla dall’alto.

La corsa di una quindicina di minuti si concude al terminal superiore, che lasciamo incamminandoci sulla destra verso il Miradouro do Largo do Babosas, che apre il suo panorama sulla sottostante valle e da cui si può raggiunge il teleferico che porta al Giardino Botanico, altra meraviglia di Funchal.

Dopo le consuete foto, ritorniamo sui nostri passi e andiamo al Monte Palace Garden, un altro orto botanico situato alla sinistra del terminal superiore: in questo grande giardino terrazzato trovano posto alberi di vario genere, laghetti, statue e un museo mineralogico.

Proseguiamo poi lungo Largo da Fonte fino ai piedi della Igreja de Nossa Senhora do Monte, di cui saliamo la ripida scalinata fino all’ingresso. Prima di entrare, una foto alla statua di Carlo I d’Austria non ce la perdiamo e leggiamo che il povero Imperatore, destituito dal suo trono a Vienna, era stato subito esiliato a Madeira e qui era morto appena dopo un anno: la sua tomba, infatti, la troviamo subito entrati nella chiesa.

La chiesa, di per sé, offre null’altro e ne usciamo presto per recarci a pranzo proprio ai suoi piedi, presso Sweet Monte, dove un buon panino ed un’acqua sono sufficienti per affrontare quella che è stata definita da Hemingway “l’esperienza più esaltante” del mondo: la discesa verso Funchal sui cestini da vimini.

I carreiros do Monte sono infatti una cooperativa di uomini che, ora per mero aspetto turistico, conducono questi cesti di vimini lungo le pendenti strade di Monte fino a Livramento, più in basso: si paga a seconda del numero di persone a bordo (€ 25 singoli; € 15 se si è due o tre persone); si fa una fila d’attesa (almeno una mezz’oretta) e poi ci si accomoda dentro i cesti, pronti alla discesa.

Noi facciamo proprio così e ci troviamo a scendere a velocità sostenuta lungo Camino do Monte, sfrecciando tra auto e pedoni e guidati dalle mani sapienti dei carreiros: la corsa, che dura una quindicina di minuti, finisce a Livramento, proprio di fronte la fermata dell’autobus cui cui ritorniamo poi in centro.

Dopo aver dedicato qualche oretta allo shopping, ci ritiriamo in residence per una doccia, la cena e poi una breve passeggiata, visto che ci aspetta un’alzataccia.

23 luglio

Sono le 7 del mattino e siamo già davanti all’imbarco del traghetto della Porto Santo Line in attesa che inizi la salita alla nave che ci condurrà nell’isola distante una cinquantina di chilometri da Madeira: dopo mezz’ora saliamo sul traghetto e prendiamo posto in attesa che, alle 8, questo si stacchi dal molo e proceda spedito verso l’isola.

Appena puntualmente partiti, la costa sud dell’isola ci sfila davanti e possiamo vedere sia la mastodontica struttura aeroportuale (metà della pista è costruita su piloni di cemento) sia le alte scogliere a picco sul mare.

La traversata, cullati dal mare leggermente mosso, dura due ore e mezzo e verso le 10 ci accolgono le alte ripe dell’isola da Cal seguite dal profilo brullo e variegato di Porto Santo: arrivati in perfetto orario, sbarchiamo, ritiriamo il bagaglio e prendiamo un taxi diretti al Residence Apartamenos Turisticos Paraiso Dourado dove ci viene assegnato un bilocale molto grande in cui trascorreremo le prossime giornate.

Sistemati valige e guardaroba, usciamo per un breve giro e prendere conoscenza del posto: siamo a Vila Baleira, a due minuti a piedi dalla playa do Ribeira Cochino e a trenta di camminata lungo la ER 120, la strada che percorre tutta la litoranea fino al centro principale.

Porto Santo, infatti, possiede ciò che non ha Madeira ossia una lunga e naturale spiaggia di sabbia dorata lunga ben 9 km, che parte dall’estrema punta est dell’isola e si estende fino alla Ponta da Calheta, proprio di fronte l’isola da Cal: noi siamo proprio nel mezzo.

Dopo pranzo ed un riposino, facciamo infatti una bella passeggiata sulla battigia in direzione Ponta da Calheta, baciati dal sole e con i piedi in ammollo, tra i tanti bagnanti che trascorrono la loro giornata sulla spiaggia.

In serata ci concediamo un’ottima cena a base di pesce da Vila Alencastre e ci troviamo così bene spendendo anche poco che ci ritorneremo pure in altre serate.

24 luglio

Ci rechiamo con una passeggiata lungo la ER 120 fino a Porto Santo città per ritirare presso Bic’n’Nic il motorino noleggiato prima di partire dall’Italia ed otteniamo una Vespa rimessa a nuovo e fornite di batterie in quanto sull’isola buona parte dei mezzi di trasporto sono elettrici.

La scelta non è delle migliori in quanto non sappiamo dove poter ricaricare le batterie però, dato che hanno una durata totale di 60 km, dovremmo farcela per visitare l’isola.

Dal noleggio partiamo subito per il Miradouro da Portela, situato ad est dell’isola, proprio in vicinanza degli unici tre colorati mulini a legno che trovano sede lì vicino: l’isola è ai nostri piedi e possiamo ammirare la lunga spiaggia allungarsi fino al lato opposto.

Ci rechiamo, poi, al Miradouro do Pico Castelo, situato più internamente a ridosso del fianco di un antico cratere vulcanico: siamo proprio affacciati sul sottostante aeroporto.

Scendiamo verso Camacha e andiamo a Fonte de Areia, un’antica fonte situata sulla parte nord dell’isola: qui siamo proprio affacciati sull’impetuoso Oceano Atlantico.

Più avanti, posteggiamo sul lato sinistro della strada e ci affacciamo sul bianco campo chiamato Dunas do Porto Santo: siamo a ridosso dell’aeroporto e un’alta recisione ci vieta di andar oltre.

Rientriamo da qui al residence dove pranziamo e ci riposiamo per poi fare la consueta passeggiata sulla battigia godendo del caldo sole e della bellezza dei colori del mare (stavolta andiamo verso Porto Santo).

In serata, approfittando della Vespa, scegliamo di cenare da Vila Miseria a Campo de Cima e mangiamo della carne buonissima (la famosa Espetada, carne alla brace su uno spiedino portato al tavolo appeso e non su un piatto) ad un prezzo davvero minimo.

25 luglio

Le gite in Vespa riprendono questa mattina, e ci rechiamo verso la parte sud dell’isola, esattamente a Pico de Ana Ferreira: la strada è sterrata ma si arriva facilmente ai piedi delle Pipe d’Organo, una serie di formazioni prismatiche di basalto che testimoniano la natura vulcanica dell’isola.

Da questo punto parte anche una passeggiata che sale sulla vetta della collina e che porta alla scoperta di un gruppo di grotte particolari: sbucano, infatti, sul fianco del monte, creando punti panoramici.

Lasciamo le Pipe d’Organo e andiamo diretti verso i Morenos, anche se dobbiamo far una breve sosta per cambiare spinotto: una batteria è già scarica!

Dopo una serie di saliscendi e un bel po’ di curve, giungiamo sulla costa nord ovest dell’isola ai Morenos, formazioni basaltiche dovute ad enormi colate di lava che, nei tempi preistorici, sono state eruttate in direzione del mare e lì gettatesi ancora calde.

Dai Morenos andiamo al Miradouro das Flores, nel punto a sud più alto dell’isola: uno spettacolo meraviglioso a 360° ci accoglie, spaziando dall’isola da Cal fino all’estremo nord.

Riscendiamo dall’altura e ci fermiamo alla sottostante Ponta da Calheta, proprio alla fine meridionale della lunghissima spiaggia: la spiaggia di sabbia finissima si perde nelle tonalità d’azzurro che il mare e la bellissima giornata regalano e ci sembra proprio di stare ai Caraibi.

Ritorniamo in residence giusto per il pranzo, il consueto riposo e la sempre ben apprezzata passeggiata sulla battigia, stavolta però interrotta da una insistente ed improvvisa pioggerellina.

In serata ritorniamo a Vila Alecastre e ceniamo con un buonissimo polpo a la gallega ed un delizioso vinello bianco.

26 luglio

Non potendo ricaricare la batteria superstite e non sapendo ancora quanta autonomia ci resta, decidiamo di riconsegnare la Vespa all’autonoleggio perdendo, purtroppo, la visita alla zona est dell’isola ma rifacendoci con una all’agglomerato principale che dà nome all’isola: Porto Santo.

Le poche attrattive di questo piccolo centro sono la Chiesa di Nostra Signora della Pietà e la Casa di Colombo, che visse a Porto Santo per un breve periodo della sua vita, sposandosi e rimanendo purtroppo ben presto vedovo: fu a ciò che ritorno in terraferma e dette poi vita all’avventura che tutti conosciamo.

La Chiesa è piccola mentre della Casa di Colombo, tutta ricostruita, apprezziamo soprattutto il cortile, sul cui pavimento sono disegnati a mosaico una rosa de venti e una caravella.

Il resto del paese è composto da una strada piena di negozi soprattutto per turisti, da un lungo molo e da un piccolo parco dove trovano sede un paio di statue e un antico cannone.

Dopo un po’ di shopping, un salto all’unico Pingo Doce presente sull’isola e ad un breve drink in un bar sulla piazza, rientriamo con un taxi al residence per il pranzo e il riposo per poi concederci la consueta passeggiata sulla spiaggia.

In serata decidiamo di terminare le provviste personali cenando a casa.

27 luglio

La mattinata è dedicata alla preparazione delle valigie con l’intenzione di lasciare il residence all’orario previsto ma la gentilissima signora alla reception ci invita ad usufruire dell’appartamento fino alle 17, orario in cui abbiamo prenotato un taxi per il porto: grati per il gesto, ne approfittiamo per sistemar bene le valige ed andiamo a pranzare da O Girassol, un bar proprio sulla litoranea.

Dopo un buon riposo, verso le 17 prendiamo il taxi e ci facciamo lasciare al porto, proprio davanti l’imbarco della Porto Santo Line: rifacciamo la trafila e alle 19 il traghetto lascia l’isola, proprio mentre il sole inizia a calare dietro le montagne, facendoci imprimere un meraviglioso ricordo dell’isola.

Arriviamo a Funchal alle 21,30 e ci facciamo portare all’hotel Quinta da Penha de França, non lontano, dove trascorreremo l’ultima notte a Madeira.

Una doccia e poi direttamente a dormire.

28 luglio

Dopo l’abbondante colazione in questo bellissimo albergo, troviamo alle 9.30 precise il driver prenotato tramite Booking (€ 27, molto meno rispetto all’arrivo) che ci conduce dritti in aeroporto.

Fatto il check in e comprati al duty free una bottiglia del vino di Madeira e una scatola di biscotti tipici, ci imbarchiamo e decolliamo per Milano/Orio con 40 minuti di ritardo: l’ultima ripresa che facciamo è quella dell’aereo che si innalza dalla pista e sorvola Cabo di San Lorenzo forando le nuvole che vanno a coprire l’isola e chiudendoci così la sua visione e la vacanza.

Informazioni utili

Volo

Con Ryanair da Bergamo/Orio il volo è costato 145 euro a testa, comprensivo della priority e di un bagaglio da stiva di 10 kg in due (anche se la prossima volta torneremo al bagaglio da 20 kg).

Hotel

Agli Apartamentos Turisticos Atlantida il nostro soggiorno è costato, per sei notti, 380 euro: in piena Funchal, era un bilocale su due piani, con un salotto, un angolo cottura e un bagno a piano inferiore e un salottino con camera da letto e bagno al piano superiore.

Il bilocale agli Apartamentos Paraiso Dourado di Porto Santo è costato, per quattro notti, 390 euro ed era composto da un’ampia cucina, una sala da pranzo, una camera da letto e il bagno.

Per l’ultima notte all’hotel Quinta da Penha de França abbiamo pagato 90 euro in B&B e sia la camera che la colazione sono state perfette.

Noleggi

Ovviamente è necessaria un’auto per poter visitare con una certa libertà Madeira e quindi ci siamo affidati ad AVIS che ci ha offerto, per tre giorni di noleggi, una Renault Clio al prezzo di 408 euro comprensivo anche delle assicurazioni: forse in loco si spende anche meno ma c’è da perdere un po’ di tempo al riguardo mentre noi abbiamo fatto il check-in dal cellulare e ottenuto l’auto in meno di 20 minuti.

Per Porto Santo, invece, ho prenotato una Vespa presso Bic’n’Nic per tre giorni al prezzo di 100 euro ma non credevo fosse elettrica: la sconsiglio perché se non si ha una presa dove ricaricare le batterie, si può restare a piedi.

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