La Sicilia che non ti aspetti
Quello delle 16 è già pieno quindi rimango a terra ad aspettare quello dell’ora dopo, che fortunatamente è vuoto e riesco perciò a salire. Dopo 2 ore di viaggio eccomi finalmente: Erika e Stefano sono già pronti in macchina e in breve siamo in centro a Niscemi, una città di quasi 30.000 anime, ricca di viuzze strette e trafficate, con palazzi alti, uno attaccato all’altro, arroccata sul cucuzzolo di una collina e da cui si può ammirare il bellissimo paesaggio circostante. La serata inizia col gelato di Musco, il mitico gran caffè, il posto dove questa vacanza è iniziata e dove (per tradizione della compagnia di amici lì conosciuti) si è conclusa. Proseguiamo il tour di Niscemi visitando il centro storico, già in abbellimento in vista di Ferragosto, poi il quartiere crollato nel 1997 dove oggi ci si può fermare per ammirare il paesaggio (una sorta di terrazza panoramica) e i tanti murales sparsi qua e là per la città.
Ormai è ora di cena, lascio i bagagli a casa di Erika o per meglio dire, quella che per 10 giorni è stata anche casa mia, e decidiamo di cenare con gli arancini (quelli classici, ragù e piselli). Finito di mangiare è ora di uscire nuovamente. Conosco quindi la compagnia di amici di Erika e Stefano (cerco anche di impararne i nomi ma la memoria è pessima e, col fatto che spesso si chiamano allo stesso modo, fallisco miseramente) e con loro prosegue il tour di Niscemi: ancora il centro storico, piazza Vittorio Emanuele III, la Chiesa Madre e quella Dell’Addolorata (che è sempre o quasi chiusa), il Palazzo del Municipio, i palazzi Masaracchio e Branciforte, oggi un bar ed ex dimora delle famiglie fondatrici di Niscemi, provenienti dalla vicina Butera e dalla Calabria. Palazzo Malerba invece non esiste più e al suo posto c’è un parcheggio. Ci dirigiamo verso il famoso Belvedere, in dialetto “U Tunnu” da cui sia di notte che di giorno puoi godere di una vista privilegiata sul panorama. Da lì continuiamo verso la nostra ultima meta: una piazza occupata da una fontana in secca, circondata da tavolini di un altro posto strategico (come Musco), ovvero il bar Kaos dove ovviamente bevo del tè alla pesca con granita. Essendosi fatta una certa, salutiamo tutti e andiamo a dormire.
Il secondo giorno inizia col mercato di Niscemi (ogni giovedì): caotico è dir poco, bancarelle ovunque, tutti che urlano e io che non capisco cosa dicono, una sagra sotto un caldo potente ma non umido, il divertimento è assicurato! In breve arriva l’ora di pranzo e ci spostiamo nella casa in campagna di Stefano, dove la sua famiglia ha preparato il risotto alla salsiccia, la parmigiana, i pomodori secchi, le patate al forno e chi più ne ha più ne metta. A digestione conclusa il tuffo in piscina è d’obbligo. A metà pomeriggio mangio finalmente la brioche col gelato, home made by Stefano. Doccina veloce e partiamo in macchina alla volta di Caltagirone, ancora illuminata a festa per San Giacomo: è d’obbligo la scalata della Scala di Santa Maria del Monte che con i suoi 142 scalini decorati con piastrelle in ceramica policroma in diversi stili artistici che rispecchiano la storia dell’isola, collegano in 130m la chiesa omonima con il Palazzo del Municipio. Un po’ come Rocky a Philadelphia, raggiungiamo la vetta e dall’alto dominiamo la città. Incredibilmente troviamo l’unico negozietto di ceramica ancora aperto alle 21.30 e ne approfitto per fare i primi acquisti. Avendo fame dopo la scalata, ceniamo da Oxygen, nella piazza in cima alla scala, dove con un tagliere di formaggi, verdure e salse, accompagnato da una deliziosa birra artigianale, ci saziamo allegramente e concludiamo la serata.
Il terzo giorno è tutto dedicato ad Agrigento: partiamo alle 8.00 e arriviamo nella meravigliosa Valle dei Templi. Il parcheggio è un po’ lontano rispetto all’entrata, prendiamo perciò il taxi navetta, facciamo i biglietti e compriamo la cartina del sito archeologico. Era da una vita che volevo vedere questi templi che raccontano di persone e storie lontanissime, tutte le foto viste e studiate sui libri di scuola e all’università ed eccomi finalmente qua! Una passeggiata nella storia sotto il sole di Agrigento non ha prezzo!
Tra un tempio e l’altro, percorrendo la strada che li collega, trovo anche modo di comprare qualche souvenir a 1€. Non dimenticate di fermarvi nel Giardino dei Giusti, dove alcuni ulivi sono stati dedicati a uomini e donne di incredibile coraggio (Paolo Borsellino, Piersanti Mattarella ecc.).
E’ l’ora di pranzo quando terminiamo la visita, ma non ce ne andiamo senza prima aver comprato altri modellini delle bellezze appena ammirate.
Il tempo di un panino comprato in mattinata a Niscemi e siamo alla Scala dei Turchi. Ecco un’altra meraviglia che volevo assolutamente vedere! Semplicemente wow, tutti gli scalini fatti per scendere dalla strada fino in spiaggia valgono la pena perché questa scala di roccia naturale, talmente bianca da abbagliare, è incredibile!
Rimaniamo a scottarci sotto il sole tutto il pomeriggio, ma prima di andarcene le foto di rito sulla scala. I più temerari hanno fatto anche qualche tuffo nell’acqua gelida (3 giorni di maestrale l’hanno resa fredda e agitata), io mi sono accontentata di mettermi in ammollo, il tuffo è rimandato alla prossima volta, sperando in un’acqua più calma e calda.
Ci rimettiamo in viaggio, non vediamo l’ora di una doccia ma ahimè non è vacanza senza qualche imprevisto: niente acqua in casa. Quindi spirito di adattamento e tanto divertimento (soprattutto mio vista la situazione particolare) e andiamo a scrocco di doccia dagli zii di Erika. Anche da qui si vede l’accoglienza, la disponibilità della gente del luogo che ti offre la sedia per chiacchierare in strada bevendo il tè con la granita anche se non ti conoscono.
Concludiamo questa bellissima giornata con il panino “onto” da Paolo: le patatine sono un must, poi puoi aggiungere quello che vuoi, io ho preso il pollo al curry per provare, e beh, pesante ma buono, se poi non ti sporchi le mani o la faccia godi solo a metà!
Il quarto giorno inizia in bellezza, con l’acqua che è tornata, con la spesa e una granita alle mandorle e una al cioccolato (la classica è al limone) del bar Vicari, in centro a Niscemi, offerta dalla amica-vicina di Erika, la mitica Maria Concetta che mi fa da guida dentro la Chiesa Madre dove spicca all’ingresso un gigantesco rosone pavimentale riscoperto da poco e protetto da una teca in vetro.
Pranziamo a casa con pasta al sugo di peperoni e noci e al pomeriggio partiamo per un’altra importante meta culturale: la Villa romana del Casale. Una volta entrati (non senza difficoltà visto che ci hanno fatto storie per l’autocertificazione universitaria) non ci resta che perderci tra i numerosi mosaici, ovunque e bellissimi. Quanto tempo e quanta pazienza per inserire quelle piccole tessere colorate e comporre questi disegni elaborati, bello bello e bello! Tornando verso il parcheggio per prendere la macchina ci fermiamo in uno dei tanti chioschi che vendono prodotti tipici oltre ai vari souvenir: questo in particolare, “Siciliartegusto” di Michele Seminato ci ha fatto assaggiare un buonissimo vino alle mandorle e dei dolcetti sempre alle mandorle. Purtroppo dovendo poi prendere l’aereo non ho potuto prendere nessuna bottiglia di vino, ma fortunatamente fa spedizioni in tutto il mondo!
Prima di tornare a casa facciamo un giro in centro a Piazza Armerina dove troviamo il duomo aperto: anche questo come la Chiesa Madre di Niscemi è caratterizzato dalla bicromia bianco-azzurro.
Domenica è giorno di spiaggia, tutta la compagnia si sposta a Scoglitti. La spiaggia così come il mare sono simili alla nostra Bibione, un bel posto, non troppo lontano e relativamente affollato. Sistemati un buon numero di ombrelloni ci si rilassa tutto il giorno.
La sera siamo prima in piazza a Niscemi tra amici e poi al compleanno della mamma di Stefano: lo spirito siciliano, la famiglia tutta riunita lo vedi anche dalle feste. Tra una pizzetta e una birra si è già fatto tardi, e ci dirigiamo verso casa, il giorno dopo ci aspetta una trasferta importante: Palermo, capitale italiana della cultura 2017!
Partiamo alle 4.30 del mattino, (un’alzataccia!), grazie al passaggio offerto dallo zio di Stefano che deve essere a Palermo per lavoro, quindi siamo in piazza Indipendenza alle 7.00. La città ancora dorme e ci sembra nostra. Prima che aprano tutti i luoghi che vogliamo vedere abbiamo ancora 2 ore e decidiamo di fare colazione nel primo bar che troviamo nella piazza dove ci hanno lasciato. Il bar in questione è Santoro dove ho mangiato e bevuto un’ottima brioche al pistacchio e cappuccino. Sono le 8.00 e ci incamminiamo verso il centro. Passiamo sotto la Porta Nuova, in stile arabo con 4 uomini giganti. Subito alla nostra destra c’è il Palazzo Reale dei Normanni, oggi sede dell’ARS (Assemblea Regionale Siciliana). Temporeggiando nel giardino di fronte al palazzo, aspettiamo che il palazzo apra verso le 9.00: all’ora stabilita ci dirigiamo verso quella che pensavamo fosse l’entrata quando invece dobbiamo fare il giro dietro per accedere al museo. Fatti i biglietti iniziamo la visita dalla mostra sul “Novecento Italiano, una storia”, dove tra le tante opere contemporanee spicca la Vucciria di Renato Gattuso. Al primo piano invece vi sono gli appartamenti reali, con la Sala dei Viceré, la Sala Cinese, o ancora la Sala d’Ercole dove tutt’oggi si riuniscono i deputati dell’ARS. Torniamo nell’atrio principale, sempre al primo piano, ed entriamo nella parte più affascinante di tutto il Palazzo Reale, ovvero la Cappella Palatina, un trionfo di mosaici dorati, pavimenti marmorei e soffitto a muqarna (stile islamico simile alle stalattiti) che lasciano senza parole!
Usciamo dal Palazzo dei Normanni, non senza aver comprato dalle bancarelle subito lì fuori 2 pupi siciliani (io porto a casa Carlo Magno!) e ci dirigiamo verso la Cattedrale. La struttura architettonica è qualcosa di unico, mi lascia un po’ delusa il suo interno, ma troviamo subito qualcosa di speciale: il tesoro, la cripta, ma soprattutto la scala nascosta in una delle torri che porta al tetto della cattedrale, da cui è possibile dominare la città dall’alto. Fantastico, le colline gialle da una parte, la città e più in là il mare con il porto di Palermo. Oltre alle tombe dei re di Sicilia, tra cui spicca Federico II, merita uno sguardo la tomba del Beato Pino Puglisi, uno degli uomini simbolo della lotta alla mafia.
Usciamo dalla cattedrale e a due passi troviamo il nostro B&B, proprio dietro l’edificio religioso. Paghiamo e depositiamo qualche bagaglio ingombrante per visitare la città in tutta comodità. Ne approfittiamo per chiedere al proprietario dove possiamo pranzare e ci consiglia il famoso Nino U Ballerino, chiamato così perché mentre prepara da mangiare balla. In breve tempo, un quarto d’ora al massimo dal nostro appartamento, troviamo il ristorante e ordiniamo i due panini per eccellenza: u panino c’a meusa, cioè il panino con la milza e il panino con panelle (quadratini fritti di farina di ceci) e crocchè di patate. Buonissimi! E’ d’obbligo mangiare da Nino se si è a Palermo, velocissimo che sembra che balli, i suoi panini sono sublimi!
Un po’ stanchi per l’alzataccia e per il caldo, compriamo delle bottiglie d’acqua e torniamo in appartamento per la pennichella. Ripartiamo solo verso le 17.00 con direzione Quattro Canti. Da lì entriamo quasi per sbaglio nella chiesa di San Giuseppe dei Teatini, una chicca che non ti aspetti, stucchi ovunque! Usciti da lì siamo subito davanti alla Fontana Pretoria. Poco lontano c’è l’Ufficio Informazioni Turistiche, ma è chiuso, perciò siamo costretti a comprate in tabaccheria una cartina della città a 4€. I negozi di souvenir non mancano, così come i bar dove gustare granite, brioche al gelato e frappè. Ci spostiamo fino al Teatro Massimo, ormai chiuso alle visite perciò cerchiamo il modo di vedere almeno una targa commemorativa dei martiri uccisi dalla mafia (sono sparse qua e là per la città, per vederle tutte bisogna prendere tutti gli autobus possibili ma soprattutto avere tempo che noi, in 2 giorni scarsi non abbiamo avuto). In 20′ dal Teatro Massimo, tra autobus e passeggiata, arriviamo in via Isidoro Carini dove sono morti Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emmanuela Setti Carraro e la scorta Domenico Russo. Triste e commovente allo stesso modo, lasciamo questo luogo di memoria e torniamo verso casa. Ci fermiamo a comprare un po’ di pesce fritto, gli sfinciuni (le pizzette alte e saporite palermitane) e qualche birra che consumiamo in allegria nella nostra terrazza con vista sulla cattedrale.
Il primo di agosto inizia con il mercato di Ballarò, un delirio. Scappiamo in fretta verso la Martorana che potrebbe fare concorrenza per bellezza con la Cappella Palatina. La sua vicina, la chiesa di San Cataldo non è da meno nonostante la sua semplicità. Ci dirigiamo verso il Teatro Massimo, questa volta per vederlo da dentro e siamo pure fortunati visto che assistiamo, seppur per qualche minuto, alle prove del concerto del giorno dopo. Volevamo concludere in bellezza con la Zisa e le Catacombe dei Cappuccini ma per una manciata di minuti troviamo tutto chiuso. Ormai pomeriggio ci incamminiamo verso la stazione degli autobus con cui rientriamo a Niscemi verso sera.
Il 2 agosto è giornata relax: piscina e pranzo da Stefano. Alla sera siamo tutti al bar Kaos per la solita granita. Il caso ha voluto che arrivassi a Niscemi proprio durante il torneo di beach volley: la partita finisce alle 2.00 del mattino, ma ormai siamo in ballo e ci fermiamo a chiacchierare aspettando le 4.00, quando il panificio di fiducia apre e ci si fionda a mangiare le prime brioches alla crema e Nutella appena sfornate. Una delle notti più belle di tutta l’estate!
Il 3 agosto è il mio penultimo giorno: i miei amici mi accompagnano a Marina di Ragusa dove il mare è bellissimo e limpido, la spiaggia giovane e vivace. La sera siamo a cena da Maria Concetta che ha preparato una tavola da re che può fare concorrenza al cenone di San Silvestro: tutte cose tipiche, a parte lo spritz pronto comprato in mio onore, l’unica veneta della tavolata, e tutte cose deliziose!
Il 4 agosto è giornata di saluti: come anticipato si va tutti da Musco per fare colazione, è lì che si festeggia l’amico che parte. Ci si saluta tutti, per loro sfortuna mi vedranno anche l’anno prossimo, alcuni li ritroverò a Padova per l’università.
Pranzo a sacco e via, mi portano a Caltagirone dove prendo l’autobus delle 15.30 che mi porta in aeroporto dove il volo parte alle 19.30.
10 giorni a spasso per la Sicilia del sud, alla scoperta di luoghi non sempre conosciuti o apprezzati come si deve, guidata da AMICI incredibili, accolta da persone che non mi conoscevano ma che mi hanno fatto sentire una del posto, cibo da diventare obesi ma soprattutto divertimento allo stato puro.
Grazie a tutti quelli che hanno reso tale questa vacanza e, a tutti i turisti per caso, andate in Sicilia, evitate le solite mete e scoprirete che anche nella costa più a sud d’Italia c’è un mondo da vivere!
[ETNA trasporti, Catania aeroporto-Ponte Olivo, nei pressi di Niscemi: 6,70€
Taxi-navetta dal parcheggio alla Valle dei Templi: 3€ a persona
Biglietto Valle dei Templi: gratuito per chi studia Beni Culturali (serve l’autocertificazione); ridotto per <26 anni
Cartina Valle dei Templi: 1€
Villa romana del Casale: gratuito per chi studia Beni Culturali (serve l’autocertificazione); ridotto per <26 anni
Autobus Palermo: per il centro storico è GRATIS, per tutte le altre destinazioni 1,40€ a testa per 90′
Palazzo dei Normanni: gratuito per chi studia Beni Culturali (serve l’autocertificazione); ridotto per <26 anni
Pupo siciliano: 10€
Cattedrale di Palermo, tesoro, cripta, tombe e tetto: 7€
B&B The Cathedral, Palermo: con Booking.com 27€ a testa per 4 persone, dal 31luglio al 1 agosto, prenotato con 2 giorni d’anticipo
Nino U Ballerino: circa 2€ a panino
La Martorana: 1€
Chiesa di San Cataldo: 1,50€
Teatro Massimo: 5€ ridotto <26 anni
SAIS trasporti, Palermo-Ponte Olivo, nei pressi di Niscemi: 15,20€
AST trasporti, Caltagirone-Catania aeroporto: 6,00€]