La pratica dell’Hanami non può essere senza saké

Il Giappone è la fioritura dei ciliegi e rituali mistici. Ma il Giappone è anche karaoke e luci al neon.
Scritto da: medea77
la pratica dell'hanami non può essere senza saké
Partenza il: 15/04/2012
Ritorno il: 30/04/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Due mesi di preparativi e nonostante il poco tempo siamo riusciti ad organizzare un viaggio perfetto! Siamo in quattro, io, Luca e due amici, Alberta e Andrea. Inizio idilliaco grazie ad un’offerta Alitalia: partenza il 16 aprile 2012 da Venezia alle 11.10 e arrivo a Tokyo alle 10.20 del 17 aprile con scalo a Roma. Ritorno previsto per il 30 aprile alle 13.05 e arrivo a Venezia alle 21.05. Prezzo complessivo di 530 euro a/r compresa assicurazione sanitaria/annullamento viaggio! Un vero affare! In verità vi dico fin da ora che il Giappone non è così caro come si crede, c’è sempre il modo di poter stare comodi anche risparmiando, e non abbiamo speso più di 2000 euro a testa!

17 aprile

Per il trasferimento da Narita al centro di Tokyo ci sono varie opzioni: noi abbiamo scelto il treno Keisei Limited Express, il viaggio dura 75 minuti e passa ogni 40. Non sono necessarie prenotazioni. Costo 1000 yen. Il Keisei Skyliner collega l’aeroporto con la stazione di Ueno, nel centro di Tokyo.

Abbiamo subito trovato il nostro primo hotel di Tokyo:

Hotel Horidome Villa, 1-10-10 Nihonbashi Horidomecho Chuo, Chuo. Tokyo, 103-0012. Costo 40 euro la camera matrimoniale.

Dormiamo lì per due notti. La stanza è piccola ma per il tempo in cui la sfrutterete, non avrete il tempo di accorgervene. E’ buono il rapporto qualità-prezzo. Non siamo stati particolarmente attenti alla zona, considerato che la nostra idea era di stare in mezzo alla bolgia e al divertimento le ultime sere, quando saremmo ritornati a Tokyo.

Dopo un breve riposino per sopravvivere ci spostiamo con la metropolitana nella zona di Ueno, troviamo con successo una viuzza, dove poter gustare il nostro primo pasto giapponese a base di palline di polipo: siamo rimasti stupiti dall’arte di “giramento delle palline” per facilitare la cottura perfetta! Ci addentriamo poi nel Parco di Ueno, il più grande di Tokyo e uno dei più antichi del Giappone. Siamo fortunati, i ciliegi sono ancora in fiore al 17 aprile, e ci accingiamo ad apprendere l’antica pratica dell’Hanami anche se, ahimè, ci manca il sakè. Il parco è cosparso da piccoli templi…di alcuni è difficile identificare il nome… Ma sicuramente abbiamo visto il Santuario di Toshogu costruito nel XVII secolo, dedicato a Ieyasu Tokugawa, il fondatore dello shogunato dei Tokugawa e l’uomo che ha portato Tokyo (nel periodo Edo) a livello di capitale politica. Potete ammirare il santuario principale riccamente decorato, la pagoda a cinque piani e il viale lastricato che conduce al santuario, bordato da numerose lanterne in pietra e, soprattutto, da 50 lanterne in bronzo offerte dai signori feudali di tutto il paese. Questo santuario è stato classificato Tesoro Nazionale. Molto carino è anche il tempio sull’acqua.

Tentiamo di bere un aperitivo a Ginza ma la pioggia e la stanchezza del viaggio ci fermano; ci tuffiamo, muniti di tovaglia al collo presa direttamente dai cartoni animati, nella nostra prima zuppa di sobu.

Metropolina: durante i primi giorni a Tokyo abbiamo utilizzato la Tokyo metro card, scegliendo di utilizzare solo le linee appartenenti alla Tokyo Metro Lines. Durante gli ultimi giorni abbiamo usato la tessera Pasmo perchè ci consentiva di usare anche le altre, compresa la linea ferroviaria per Mitaka. La Pasmo è una semplice tessera ricaricabile che, però, non offre particolari viaggi o sconti, quindi occorre valutare in base ai tragitti giornalieri. Costo 710 yen al giorno.

18 aprile

Dopo un sonno ristoratore andiamo diretti al Parco Imperiale. Purtroppo non è possibile visitarlo e anche da fuori è molto, molto lontano, ma i suoi giardini sono molto belli e i nostri eroi possono fare Hanami. I giardini sono aperti dalle 9.00 alle 16.30 da martedì a giovedì, da marzo a ottobre anche sabato e domenica. Ingresso libero.

I fossati del Palazzo Imperiale, denominati Chidorigafuchi, sono fiancheggiati da ciliegi, la cui maestosa fioritura primaverile è una delle mete più belle per una passeggiata a Tokyo. È possibile noleggiare delle barche per navigarvi. Qui, purtroppo, i ciliegi erano già senza petali e non abbiamo potuto noleggiare la nostra barchetta.

Come nei cartoni animati, possiamo finalmente sederci a un bancone e ordinare dei ramen!

Arriviamo nel quartiere di Asakusa. Dalla porta di Kaminarimon, con le sue enormi lanterne rosse e le sculture di legno del dio Tuono e del dio Vento fino alla porta di Hozomon o porta del Palazzo del Tesoro; lungo questi 140 metri si sviluppa la via dello shopping di Nakamise-dori, in una strada pavimentata che ospita numerose bancarelle di souvenir. Vi potrete trovare di tutto, dai kimoni ai ventagli, senza dimenticare le prelibatezze tradizionali.

Il tempio di Senso-ji, meglio noto come il Tempio di Asakusa Kannon è dedicato a Kannon, il sacerdote della compassione, a cui è consacrato l’edificio principale. Secondo la leggenda, questo tempio fu fondato nel VII secolo da tre pescatori che avevano trovato una statuetta di Kannon alta 5 cm impigliata nelle loro reti. Nonostante avessero deciso di rigettarla nel fiume Sumida-gawa, la statuetta continuava ad infilarsi nelle reti. Decisero allora di ordinare la costruzione di un tempio, che è ancora oggi il più antico di Tokyo. Il Senso-ji è costituito da un edificio principale, o Senso-ji Hondo, e da una pagoda a cinque piani. Ingresso libero e apertura 24/24.

La sera ce ne andiamo nella zona notturna più turistica di Roppongi, dove possiamo ammirare le Roppongi Hills, la torre di Tokyo (Una brutta copia della tour Eiffel) e degustare del delizioso sushi prima di tuffarci nella vita notturna. In questo quartiere ci sono molti pub, osterie e karaoke, dove poter fare notte fonda, e abbiamo avuto l’imbarazzo della scelta.

19 aprile

E’ la giornata del mercato del pesce Tsukiji: il pesce è di ottima qualità e decidiamo di proseguire lì il nostro tour enogastronomico. Il cibo giapponese ci piace davvero ed è molto economico, in molti posti si può mangiare con pochi euro, soprattutto alle bancarelle del mercato, dove possiamo assaggiare le tortine di riso avvolte da una foglia, diventate famose grazie a Sampei. Poi di nuovo sushi (superlative le uova di salmone). Il mercato è chiuso nei giorni festivi.

Dopo pranzo ci avviamo nel mondo otaku di Akihabara, dove padroneggiano grattaceli stracolmi di negozi di fumetti e vestiti per cosplay e maid girls (che non possono essere fotografate), oltre che mille gadgets privi di qualsiasi utilità! Fino ad arrivare ad una sosta ambita da alcuni di noi: il Gundam Café! Tutto è ipertecnologico, persino i bagni. Parentesi sui bagni giapponesi: vengono puliti in continuazione, hanno dei pulsanti che coprono i vostri rumori, fanno il bidè, alcuni anche la musica!! Ordiniamo qualcosa da mangiare circondati da modellini di Gundam, appassionati nerd e un megaschermo in cui vengono proiettate vecchie e nuove puntate del famoso cartone animato. Dopodiché ritorniamo a girare per i negozi; la missione è quella di trovare gadgets dell’Anime Death Note, ma purtroppo per i fanatici giapponesi è già un cartone troppo vecchio e siamo costretti a rinunciare.

Andiamo velocemente a prendere i nostri bagagli in albergo e ci avvicendiamo alla ricerca della Willer Bus, nella zona di Ikebukuro, l’unico intoppo durante le nostre vacanze. La stazione è poco segnalata, ma per fortuna tra un giapponese e l’altro siamo riusciti a raggiungere l’autobus per un pelo. I giapponesi sono fantastici, pochi parlano bene l’inglese, ma in ogni caso, se non riescono a farsi capire, sono disposti ad accompagnarti! Quindi, di qualsiasi cosa abbiate bisogno, chiedete a loro e vi rimarranno nel cuore!

Viaggio notturno, direzione Osaka. La scelta del Bus notturno è stata valutata tra varie opzioni perché ci è sembrata la più conveniente: con 100 euro avevamo a disposizione tre viaggi a lungo raggio, che, tra l’altro, abbiamo scelto di fare in notturna risparmiando anche due notti di albergo. In realtà abbiamo utilizzato solo due viaggi: Tokyo-Osaka e Kyoto-Tokyo, ma tenuto conto che lo shinkansen costa 120 euro solo all’andata e il Jrp costa 400, e non ci conveniva per le mete che ci eravamo prefissi, è stato comunque un notevole risparmio. Inoltre gli autobus notturni giapponesi sono molto più comodi e reclinabili di quanto siamo abituati.

20 aprile

Arrivati alla stazione degli autobus, ci dirigiamo a piedi, per un breve tragitto, alla prima stazione della metropolitana. Sarà stato l’orario ma lì ce la siamo vista brutta! Abbiamo beccato l’ora di punta in cui tutti i giapponesi si recano al lavoro e, per non arrivare in ritardo e rischiare l’onore, si stipano come sardine dentro le vetture della metro, spingendo all’inverosimile, credevo di soffocare e ho persino rischiato di perdere le valige!

Facciamo subito un passaggio al nostro Hotel:

Hearton Hotel Minamisenba 2-12-22 Minamisenba Chuo-ku Costo 50 euro a notte, stanza matrimoniale.

Visto il tempo andiamo all’acquario di Osaka. Accanto all’acquario c’è la ruota panoramica più alta del Giappone. Nell’acquario ci sono lo squalo tigre, i pinguini, le otarie e meduse di colori iridescenti. E’ costituito da una grande vasca centrale che percorre più piani e attraversando l’acquario ci si gira intorno. Biglietto d’ingresso: circa 20 euro.

E poi ci rechiamo alla visita del Castello di Osaka, simbolo della potenza e della storia della città. Nella torre principale sono illustrati numerosi reperti storici, tra cui un paravento che rappresenta la “Guerra d’estate di Osaka”. La torre offre anche una veduta spettacolare sulla città. Lo yagura (torretta) e i muri in blocchi di pietra colossali risalgono al periodo Tokugawa.

La sera la passiamo nel quartiere di Dotonbori dove le luci al neon la fanno da padrone. Passiamo la serata in un paio di locali pasteggiando con sakè, ma il più carino lo troviamo sulla strada del ritorno. Una classica osteria giapponese con un bancone, niente tavolini ma sgabelli al bancone, due avventori, padre cinquantenne con capelli neri e figlia diciottenne con capelli lunghi e biondo scuro….ma adesso siamo finiti nella bettola di Licia e Marrabbio? Manca solo il gatto Giuliano! Assaggiamo anche il sochu, la bottiglia ha la strana immagine di una balena ma meglio non farsi troppe domande, anche se paghi 10 euro al bicchiere!

21 aprile

Questa giornata è dedicata al Parco di Nara, conosciuto meglio con il nome di “Parco dei cervi” perché i cervi possono vagare liberi, mangiano direttamente le gallette dalle mani dei turisti! Veniamo subito inseguiti da alcuni di essi: se possono ti tolgono le gallette dalle mani, inoltre uno di essi è particolarmente affezionato a Luca e mentre ci stavamo riposando su un muretto gli ha rubato un pacchetto intero di gallette direttamente dallo zaino!!

Abbiamo visitato tutti i templi: il Tempio di Todaiji, che ospita il Grande Budda di Nara, è il più celebre tra monumenti antichi della città. Il Daibutsu-den, in cui è contenuta la statua di bronzo, è la costruzione in legno più grande del mondo (Orario 8.00-17.00, ingresso 500 yen). Un altro sito molto visitato è il Grande Santuario Kasuga, costruito nel 768 e uno dei più famosi santuari shintoisti del Giappone. Gli edifici laccati di rosso vermiglio regalano un contrasto sorprendente e ricco di bellezza con la vegetazione circostante. 1800 lanterne in pietra illuminano la cinta muraria del santuario e un migliaio di lanterne in metallo sono appese sui cornicioni dei suoi corridoi.

Il Tempio di Horyuji, oltre a colpire per la sua straordinaria bellezza è anche uno dei luoghi di culto più importanti di tutto il Giappone. Tra tutte le costruzioni, il tempio, rimasto intatto, è il più antico del Paese, e risale al 607.

La sera ritorniamo a Osaka, breve riposo in albergo e di nuovo per le vie di Dotonbori, dove troviamo un pub karaoke per festeggiare degnamente il mio compleanno! Non siamo stati in un classico karaoke giapponese perché questo avrebbe annoiato alcuni di noi, abbiamo preferito un pub karaoke in stile irlandese in cui cantare con altri irlandesi e giapponesi fino a notte fonda!

Per andare a Nara occorre recarsi alla Stazione Namba e prendere la Linea Kinetsunara. Il viaggio dura 36 minuti e i treni partono circa ogni mezzora.

Trasporti:

Per viaggiare da Osaka- Nara- Koysan e ritornare a Kyoto abbiamo utilizzato il Kansai Thru Pass. Si tratta di un pass utilizzabile dagli stranieri che si recano in Giappone per motivi turistici da utilizzare esclusivamente per la regione del Kansai. Si può scegliere per il pass di 2 o 3 giorni, rispettivamente 3800 e 5000 yen. Si può usare in quasi tutti i treni (e metropolitane) con alcune restrizioni, ad esempio non si usa sui treni JR, ma la rete ferroviaria del Giappone è talmente funzionante che sarà facile trovare una valida alternativa. Per il tragitto che avevamo in mente non è stato un grosso guadagno, ma ci siamo comunque risparmiati la difficoltà di fare un biglietto per ogni viaggio.

22 aprile

Oggi partiamo alla volta del Koyasan, dopo aver lasciato le valige nel tempio dove avremmo alloggiato di notte, troviamo un negozietto con una signora che ci rimpinza di riso col pesce avvolto da alghe. Sfamati, anche qui possiamo iniziare il nostro tour: il Tempio di Kongobu-ji è il tempio principale sui 3600 templi Shingon presenti in tutto il Giappone. Edificato nel 1592, è celebre per i suoi dipinti su fusuma (porte a scorrimento, vietate le fotografie). Il giardino di Banryu-tei è il più grande giardino zen in pietra del Giappone, veramente splendido, ha fatto ombra su quelli che avremmo visto successivamente a Kyoto.

Il Danjogaran è un sito che riunisce diversi edifici. Il Kondo è stato costruito nell’anno 819 da Kukai (da allora ricostruito più volte) ed è sede di importanti cerimonie religiose. Il Miedo è riconoscibile per la forma del tetto, di grande eleganza. Il Konpon-Daito è una pagoda in lacca vermiglia di circa 50 metri d’altezza.

Consigliamo a tutti la mistica esperienza di alloggiare una notte in un tempio del monte Koyasan. Qui si ha la possibilità di respirare da vicino la semplicità della vita monastica, di assaggiare la tipica cucina vegana (shoijn-ryori) senza carne, pesce, cipolla, aglio e uova; di vestirsi con i kimoni, farsi un bagno nella vasca comune e alzarsi all’alba per seguire la preghiera mattunina e la suggestiva cerimonia del fuoco. Tutto questo ha un costo dai 100 euro in su (comprensivo di cena e prima colazione)…alla faccia della semplicità, ma è un’esperienza da fare una volta nella vita. Noi abbiamo dormito all’ Eko-in, 497 Koyasan, Koya-cho to-gun, Wakayama-ken.

La cena viene servita alle 17.30 ed è accompagnata da sakè. E poi ce ne andiamo a dormire presto con i nostri kimoni!

Trasporti:

Per arrivare al Koyasan occorre recarsi alla Stazione Namba, prendere la Linea Espresso Nankai Testudo e scendere alla Stazione Gokuraku-bashi. I treni partono ogni ora. Arrivati alla stazione occorre prendere una funicolare e un autobus, il tutto chiaramente segnalato.

23 aprile

Al mattino alle 6.30 partecipiamo alla preghiera mattutina, celebrata solo da un paio di monaci, ma comunque interessante. Successivamente alla cerimonia del fuoco, anch’essa suggestiva, anche se in questi luoghi si ha sempre l’impressione che siano un po’ troppo turistici. E finalmente ecco la colazione, anch’essa a base di tofu e frutti strani!

Prima di ripartire visitiamo l’accesso al cimitero Okuno-in. Questi è disseminato di oltre 200000 sepolcri alcuni dei quali sono più che millenari, monumenti e statue memoriali di figure storiche. Vi si incontrano nomi importanti della storia giapponese, come Toyotomi Hideyoshi e Oda Nobunaga. All’inizio c’è persino un mausoleo dedicato alle termiti che sono state sterminate durante una disinfestazione al cimitero!

All’interno del cimitero si incontra anche un pozzo: un’antica leggenda dice che chi non vede la propria immagine riflessa nello specchio entro 3 anni morirà. Noi l’abbiamo vista tutti per fortuna!!! I giapponesi vanno pazzi per questi riti e leggende!

Per andare a Kyoto occorre comunque ripassare per Osaka percorrendo a ritroso il tragitto dell’andata (autobus, funicolare e treno).Dalla Stazione Namba di Osaka bisogna prendere la metropolitana e recarsi alla stazione di Umeda (da M20 diretta linea rossa per M15 o M16). Qui occorre prendere la linea hankyu; si arriva alla stazione di Karasuma e Kawarama.

Durata 29 minuti. Partono circa tre treni ogni ora.

A Kyoto andiamo a posare i bagagli e tentiamo di dare un’occhiata raggiungendo a piedi il Tempio di Daitokuji: si tratta di un complesso per la trasmissione e l’insegnamento del Buddismo Zen, è costituito da una ventina di templi, di cui cinque sono aperti al pubblico. Nascondono un gran numero di tesori inestimabili e splendidi giardini-paesaggi risalenti ai secoli XV, XVI e XVII. Uno dei più famosi è il giardino di pietre del Tempio di Daisen-in. Purtroppo riusciamo ad entrare solo in quest’ultimo perché arriviamo in orario di chiusura, e all’interno non si possono fare foto. Dei 24 templi alcuni sono a ingresso libero, altri a pochi euro. Apertura: 9.00-17.30.

La sera mangiamo una specie di frittata con dentro di tutto in un posticino accanto al Gion Corner. Questo teatro propone una o due volte al giorno delle rappresentazioni di un’ora per scoprire le arti e gli spettacoli tradizionali giapponesi. Poi troviamo un fantastico posticino dove si paga il corrispettivo di 3 euro per sedersi e poi i cocktail costano 2.50 l’uno…..i giapponesi non avevano capito con chi avevano a che fare!!

Dormiamo al 603-8156 Kyoto, Kyoto, Kita-ku Koyama Nakamizo-cho 16-8. A Kyoto, per immergerci completamente nella sua tradizionale atmosfera, avevamo deciso di concederci un albergo un po’ più costoso e dormire sui letti a futon. Il vecchietto che gestisce l’albergo è molto simpatico e adora l’Italia, ma rischia di non lasciarvi più uscire perdendosi nei suoi racconti.

24 aprile

Oggi ci aspetta la nostra guida Chie, che ci accompagna pazientemente in giro per tutto il giorno. Prima di partire avevamo trovato questo sito http://www.visitkansai.com, in cui sono elencate guide giapponesi, professionali e non, che si mettono a disposizione dei turisti in quei pochi giorni di ferie che hanno all’anno. Alcune sono veri professionisti e vogliono essere pagati, altri non sanno raccontarvi nulla dei posti che visiterete, ma saranno molto felici di portarvi in giro. La nostra era professionale ma non si faceva pagare; le abbiamo ovviamente pagato i viaggi e il pranzo, oltre che regalato una moka e un pacco di caffè italiano, chissà se sarà mai riuscita ad utilizzarla. Abbiamo scelto di fare quest’esperienza proprio a Kyoto perché ci sono moltissime cose da vedere ed eravamo sicuri che ci avrebbe aiutato ad ottimizzare i tempi. Inoltre Chie parla italiano e riesce a raccontare qualcosa dei monumenti, delle leggende e della vita giapponese. E’ stato bello conoscere una giapponese, hanno la capacità di stupirsi (o fare finta) di qualsiasi cosa! Per chi volesse contattarla può cercarla sul sito o chiedermi la sua email.

Iniziamo dal Castello di Nijo, fu costruito nel 1603 per essere residenza degli shogun Tokugawa durante i loro soggiorni a Kyoto. È il riflesso della potenza di questi shogun che hanno governato il Giappone per oltre 200 anni. Vi si trovano diversi giardini molto belli e, all’interno del castello, si trovano numerose opere d’arte, tra le quali, in particolare, i pannelli dipinti della sala principale.

Il Tempio di Kinkaku-ji, o “Padiglione d’Oro” fu originariamente la villa di riposo di uno shogun Ashikaga, generale del periodo Muromachi (1336-1573). Alla sua morte, fu trasformata in tempio. Un meraviglioso giardino si estende davanti a questo padiglione ricoperto con foglie d’oro, replica perfetta dell’edificio originale distrutto nel 1950 e ricostruito nel 1955. Nel giardino ci sono dei vasi: se si lancia la monetina dentro il vaso giusto si avvera il desiderio! Accanto a questo tempio abbiamo trovato persino un distributore automatico di benedizioni!!

Il Tempio di Ryoan-ji è famoso per il suo giardino, un perfetto esempio di ispirazione Karesansui. Quindici rocce emergono da un mare di sabbia bianca. La sua semplicità e la sua purezza sono l’emanazione dei principi del Buddismo zen. A dire il vero non ci ha entusiasmato, ma forse non ci capiamo molto di pietre zen!

Dopodiché ci rechiamo nel quartiere di Arashiyama. Costruito nel XIV secolo, il Tempio di Tenryu-ji è conosciuto soprattutto per il suo giardino. Progettato per calmare lo spirito, secondo i principi dello Zen, il centro è un laghetto attorno al quale sono disposte diverse specie di alberi e di rocce che riproducono un paesaggio naturale. Le colline di Arashiyama, sullo sfondo, sembrano in tal modo il prolungamento del giardino. Questa struttura ispirò in seguito numerosi celebri giardini. Questo tempio, che fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco, è il tempio principale della scuola Rinzai del Buddhismo Zen.

E infine una passeggiata per la foresta trascendentale Arashiyama. Durante il periodo Heian (794-1192), fu la destinazione preferita dalla corte imperiale per quanto riguardava le passeggiate. Il paesaggio conserva tracce di quell’epoca e, tutt’oggi, si può passeggiare in una foresta di bambù.

La giornata è stata molto lunga, e la sera ci accontentiamo di una breve cena e poi nanna.

25 aprile

In questa giornata di sole siamo andati un po’ fuori città, a visitare il Fushimi-Inari, il Tempio dei 1000 torii. Bellissima la passeggiata nel bosco sotto le interminabili colonne rosse, i colori emergono dallo sfondo verde. E’ una splendida costruzione.

Spostarsi a Kyoto è più complicato che in altri posti, infatti ci sono la metropolitana, il tram e gli autobus, perciò occorre capire qual è il mezzo più adatto per raggiungere il posto dove volete andare nel più breve tempo possibile. In ogni caso abbiamo camminato molto di più che in altri posti e siamo stati contenti di aver scelto l’itinerario più intensivo per il per il primo giorno, con l’ottima guida che ha saputo ottimizzare i tempi.

In pausa pranzo ci fermiamo a mangiare al mercato di Kyoto ad assaggiare alcune prelibatezze tra cui il polipo caramellato.

Al pomeriggio andiamo a vedere il Sanjusangendo. Questo tempio, ricostruito nel 1266, è famoso per la sua statua in legno del bodhisattva Kannon dalle undici facce, classificata Tesoro Nazionale. È circondata da 28 statue delle sue guardie e da mille e una più piccole che riproducono il bodhisattva stesso. Inoltre, con i suoi 118 metri di lunghezza, è l’edificio in legno più lungo del mondo. Purtroppo dentro non si possono fare fotografie!

Andando a cercare informazioni per spostarci, vediamo di sfuggita la torre di Kyoto e la stazione, inaugurata nel 1997, dal design firmato Hiroshi Hara.

Illuse dalla guida che descriveva un mercatino fino alle 21 presso il tempio Kutano, io e Alberta andiamo a cercare souvenirs, ma purtroppo i mercanti stanno già chiudendo tutto. Il tempio vale comunque una visita serale.

La sera ritorniamo nel nostro pub di fiducia del primo giorno per sbancarli!!

26 aprile

Giornata dedicata agli ultimi templi che ci restano, almeno di quelli a cui avevamo dato la priorità. Kyoto ha 3000 templi ed è praticamente impossibile vederli tutti!

Il tempio kyomizu è pieno di elementi simbolici: all’ingresso è presente un’ascia che solo i puri di cuore riescono a sollevare, in realtà sfiderei chiunque! Ci sono, poi, due pietre distanti qualche metro l’una dall’altra. Bisogna raggiungere la seconda ad occhi chiusi per essere fortunati in amore! Chi si sposa ritorna al tempio e lascia il suo nome. Infine, i fedeli bevono alla fonte per avere fortuna in salute, amore e lavoro. Questa visita porta via quasi mezza giornata, anche perchè come non fermarsi nei numerosi negozietti che percorrono tutto il tragitto verso il tempio?!

Il secondo ad essere visitato è il Tempio di Ginkaku-ji o “Padiglione d’Argento”, nella zona di Higashijama, 3 minuti a piedi dalla fermata dell’autobus Ginkakuji-mae, eretto nel 1489 per fungere da villa allo shogun Ashikaga Yoshimasa, che desiderava coprirlo di foglie d’argento. Desiderio non realizzato, fu trasformato in tempio buddista alla sua morte. Questo padiglione è classificato Tesoro Nazionale. Ingresso: 500 yen. Orario: 8.30-17.00. Il suo giardino è un bell’esempio di Karesansui (giardino di pietre). Prima di ritornare all’albergo e prendere le valigie per un altro spostamento facciamo un’ultima passeggiata lungo il Cammino dei filosofi.

La sera ci accingiamo, prima di andare al terminal dei bus e approfittando del fatto che non abbiamo più la camera d’albergo per farci una doccia, al Funaoka Onsen, in Kuramaguchi-dori è il più bello di tutta Kyoto. Per raggiungerlo bisogna percorrere Kuramaguchi per circa 400 metri dall’incrocio con Kuramaguchi-Horiikawa. Si trova alla sinistra poco oltre il negozio Lawson, lo individuerete dalle rocce antistanti. Ingresso 410 yen. Aperto dalle 15 alle 1.00, dalle 8-1 domenica e festivi.

Ed eccoci al nostro secondo viaggio notturno con la Willer bus, per ritornare a Tokyo.

27 aprile

Questa volta troviamo qualche difficoltà a trovare il nostro albergo che non è segnalato in modo adeguato, e pure piove! Il che non è il massimo dopo una notte passata sull’autobus. Luca entra nel locale distretto di polizia a chiedere informazioni e grazie a una gentile vecchietta disponibile ad accompagnarci raggiungiamo il nostro Best Hotel.

Best Hotel- 1-2-3 Hyakuning-cho- Shinjuku-58,21 camera matrimoniale, circa 25 euro a testa.

Dopo un riposino decidiamo di prendere la metropolitana per Odaiba.

Per arrivarci occorre scendere alla stazione di Shinbashi e prendere la linea privata Yurikamome che passa ogni 5 minuti e arriva in un quarto d’ora. Lì abbiamo acquistato un biglietto forfettario giornaliero a tariffa ridotta sulla linea Yurikamome: “One day Free Pass for Yurikamome”. Prezzo: 800 yen.

In posizione dominante su Odaiba, si situa la sede della televisione Fuji, edificio all’architetto Kenzo Tange. I visitatori possono osservare il dietro le quinte di un programma televisivo e godere della vista panoramica. Lungo 798 metri, il Rainbow Bridge rappresenta la porta d’ingresso alla baia di Tokyo. Qui è situato anche il Tokyo Big Sight, il più grande centro congressi del Giappone che ha un design straordinario. Qui si svolgono numerosi eventi, dalle mostre internazionali ai concerti di musica rock.

Ma ecco finalmente arrivati alla metà tanto attesa da alcuni di noi! La statua di Gundam di 18 metri!! E la brutta copia della statua della libertà! La statua di Gundam ogni ora da qualche cenno di vita spruzzando vapori ed emettendo luci colorate che ne simulano il decollo verso lo spazio infinito, ma sono convinta che un giorno i giapponesi riusciranno a fare anche questo.

Poi giunge il momento di rilassarci alle terme di Oedo onsen Monotagari (20 euro). Le terme sono suddivise in maschi e femmine perché si entra rigorosamente nudi, sono abbastanza grandi, anche con negozi all’interno e un distributore automatico di te. Da prestare estrema attenzione: le prime docce che si incontrano servono per sciacquarsi ma non per usare il sapone! I giapponesi passano almeno mezzora a lavarsi e strofinarsi su scomodi sgabellini prima di entrare nell’acqua termale, cercate di fare altrettanto per non essere guardati male. L’acqua termale va dai 38 gradi in su con temperature diverse nelle varie vasche, per poi immergersi nelle vasche fredde all’esterno.

La sera ritorniamo a Shinjiuku pronti per una nottata tra un locale e l’altro costeggiando strade illuminate di insegne e luci al neon. Nei locali e per strada si incontrano manager in giacca e cravatta che bevono come spugne, almeno dopo l’orario di lavoro anche loro si divertono. Peccato che ogni tanto si senta un tonfo…qualcuno è caduto a terra… Questa sera decidiamo di andare a mangiare il famigerato Sukiyaki: ci portano una pentola su una griglia con brodo di shoyu, zucchero, sakè, verdure e tofu. A ognuno portano poi una ciotola con uovo sbattuto, 2 salse e 3 piatti contenenti rispettivamente, 8 fettine di maiale, 8 fettine di un tipo di manzo e 8 di un altro tipo di manzo. La carne va fatta cuocere nella pentola, poi intinta nell’uovo e in ultimo nelle salse. Eccezionale! Il tutto per 30 euro a testa comprese due birre medie cadauno.

Si trova poi un locale dove passare la serata e scambiamo due chiacchiere con gente del posto assistendo alle scene divertenti che, nel frattempo, si creano nel locale.

28 aprile

Finalmente una bella giornata di sole! Così si decide di fare pic nic ai giardini di Shinjiuku, ancora immersi nei ciliegi in fiore. Era dal nostro arrivo che l’avevamo programmato! Troviamo un negozio di sushi ad asporto e ci appostiamo sotto il sole con il nostro asciugamano, che c’è di meglio del sapore di sushi gustato in uno splendido giardino giapponese?

Poi una breve visita al Tokyo Metropolitan Governement Building, progettato dall’architetto Kenzo Tange, che da ogni lato del 45° piano (nord e sud) a 202 metri di altezza, è aperto al pubblico. Ci siamo saliti sperando in una bella vista panoramica ma nessuna traccia del monte Fuji!

A questo punto le nostre strade si sono divise: i ragazzi sono tornati a fare acquisti ad Akihabara mentre io e Alberta abbiamo fatto un giro di Shopping a Shinjiuku e Shibujia, ma scoraggiate dai prezzi abbiamo optato per una birra fresca! E’ stato molto suggestivo attraversare le strade e i grossi incroci dove passano mille giapponesi contemporaneamente.

Un’altra cosa da ricordare del Giappone è che i locali hanno quasi tutti uno spazio per fumatori, e in quelli che non hanno uno spazio apposito si può fumare ovunque, almeno nelle metropoli come Tokyo. Al contrario all’aperto è vietato fumare se non in appositi spazi circondati da strane teche di vetro…oltre il quale si può ammirare un animale ormai quasi estinto: il fumatore!! Il che è anche sensato se si pensa alla densità della popolazione e al rischio di incendiare altre persone camminando con la sigaretta accesa, oltre che al beneficio di contribuire a tenere le strade pulite da migliaia di mozziconi.

Dopo la birra fresca ci riuniamo con gli uomini per mangiare spunciotti in un locale in cui si ordina tramite un computer e dopo breve tempo il cameriere porta tutto quello che si è ordinato. Anche qui abbiamo speso poco più di 10 euro a testa inclusi bibite e saké.

29 aprile

E’ la giornata del museo Ghibli, purtroppo sono vietate le foto. E’ un posto da intenditori, ma dopo essermi guardata quasi tutti i film di Myazaki prima di partire, posso dire di esserlo diventata un po’ anch’io. Vi troverete alcuni effetti speciali usati dallo studio, bozzetti, disegni sperimentali dello stesso Myazaki e modellini. C’è la possibilità di vedere dei cortometraggi ad orari prestabiliti: mettetevi in coda! Ingresso a pagamento: 1000 yen, circa 10 euro. Si può fare anche dall’Italia ma c’è una prevendita di altri 10 euro da pagare. Altrimenti li si possono acquistare nei negozi Lawson aperti 24/24 presso la biglietteria automatica. La lonely planet consiglia di prenotare con largo anticipo. Su altri siti dicono che bastano 2-3 giorni prima. Non si può cambiare giorno o disdire la prenotazione. Inoltre occorre essere puntuali perché si entra solo in quattro orari (10, 12, 14 o 16) e si può restare massimo 2 ore. Noi abbiamo comunque optato di non rischiare e li abbiamo ordinati in Italia. Si trova a Mytaka. Apertura: chiuso il martedì. Orari: 10-18. Metro: 210 yen, parte un treno ogni 17 minuti per Mitaka.

Al pomeriggio siamo andati alla ricerca di cosplay per Harajiuku, purtroppo con scarsi risultati! Abbiamo visto solo qualche ragazza vestita da Lolitas e una specie di Tenerone. Comunque molto suggestiva la domenica dei giovani giapponesi nel quartiere.

La sera abbiamo trovato un altro posto carino per mangiare e poi siamo stati ad un karaoke coreano, poca clientela con cui abbiamo fatto amicizia tra una canzone e l’altra, anche se alla fine ci hanno spennato: 90 euro per una bottiglia di sochu (in 4), una birra a testa e qualche spunciotto. In generale abbiamo sempre speso poco sia per bere che per mangiare, ma abbiamo notato che quando c’era di mezzo il sochu i prezzi si alzavano alle stelle!!

30 aprile

Si riparte al mattino presto, purtroppo, ma un giorno ritorneremo!!

Alcuni consigli:

Prenotare in anticipo: sembra che sia maleducato presentarsi senza prenotazione. Non vi diranno mai di no ma saranno visibilmente nel panico.

Non finire mai il bicchiere: finire il bicchiere significa che si è gradito il tutto e quindi siete pronti per il bicchiere successivo, perciò se siete soddisfati lasciatene sempre un po’ sul fondo.

I giapponesi non sanno dire di no, quindi se non sanno darvi delle indicazioni vi forniranno informazioni a caso nel peggiore dei casi, altrimenti saranno così gentili da accompagnarvi o da seguirvi per assicurarsi che prendiate la strada corretta.

Se volete andare nei bagni pubblici o alle terme ricordate che è vietato l’ingresso a chi porta tatuaggi.

Sfruttate i dispenser dei distributori automatici ma evitate la fanta alla mora!!

In alcune stradine di Kyoto potreste avvistare le ultime geishe rimaste ma sono molto schive.



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