Un quartiere fatto di libri nella capitale più moderna al mondo: al suo interno ci sono ben 180 librerie!

Adriano Bocci, 27 Ago 2024
un quartiere fatto di libri nella capitale più moderna al mondo: al suo interno ci sono ben 180 librerie!

Templi storici e grattacieli illuminati a neon sono solo una frazione del fascino della frenetica e ultramoderna capitale del Giappone, Tokyo. In suoi vari punti, come ogni grande città, ci sono zone specifiche, di nicchia, paradiso terrestre per grandi gruppi di persone accomunati da determinate passioni. In Giappone non è inusuale, sia a livello scolastico che non, creare dei circoli o dei club specifici per certe cose. Ben sappiamo come la storia influisca (senza il “possa influire”) su tante e tante cose, e oggi vi parliamo di un luogo molto famoso, un puntino, un paio di strade, un paio di incroci… a tutti gli effetti, un quartiere: il quartiere dei libri di Tokyo. Codesto si chiama Jimbocho, o Kanda-Jinbocho, o Jinbocho: più internazionalmente famoso come Jimbocho Book Town, è famoso per l’incredibile concentrazione di librerie dove chi ama la letteratura in tutte le salse può perdersi fra migliaia e migliaia di volumi. Questo vecchio quartiere ha una storia tutta per sé, ed è uno delle parti più importanti della cultura letteraria giapponese. Jimbocho sta nel distretto di Chiyoda, nell’area del Kanda, e ospita più di 180 librerie in un paio di incroci. Fenomenali poteri cosmici… in un minuscolo spazio vitale, avrebbe detto Gigi Proietti. Ma com’è nato questo quartiere imperdibile? Cosa lo ha reso così speciale?

Perché è il quartiere dei libri? Storia di Jimbocho, la Book Town di Tokyo

jimbocho - mmpai, shutterstock.comUna libreria di Jimbocho – MMpai / Shutterstock.com

Le origini di Jinbocho (Jimbocho) risalgono al periodo Edo (1603 – 1868) quando l’area era una tranquilla area residenziale di samurai e funzionari dello shogunato Tokugawa. Il nome stesso del quartiere deriva da Nagaharu Jinbo, samurai di alto rango che possedeva ampie proprietà in zona a fine XVII secolo. Nei secoli il quartiere ne ha subite di trasformazioni, ma è stato un evento un molto tragico a definirne il destino a livello culturale.

A seguito della Restaurazione Meiji (dal 1870, appunto) sono nate nella zona di Jinbocho diverse scuole di studi stranieri, come la Bansho Shirabesho e la Tokyo Gaikokugo Gakko, rispettivamente l’instituto per la ricerca di documenti stranieri e la scuola di lingue straniere di Tokyo. Che, sempre rispettivamente, sono diventate l’università di Tokyo, e quella di Hitotsubashi, ma qui si stabilirono pure quella di Gakushuin, Ochanomizu e la Senshu.

Molte  università, molti studenti: un habitat più che naturale per lo sviluppo del suo alto volume di librerie in zona, fra studiosi e insegnanti che, come da noi, comprano, vendono e rivendono il proprio materiale accademico e i libri di testo. Anche specialistico, anche prettamente in lingue straniere (al giapponese), ma come anticipato, l’evento tragico arrivò nel 1913, con un grande incendio che ha distrutto Bonaparte della zona.

jinbocho. dflc prints, shutterstock.comJinbocho, DFLC Prints / Shutterstock.com

Passano dieci anni e nel 1923 il Grande Terremoto del Kanto causò un ulteriore incendio, distruggendo nuovamente il tutto, inclusa parte dell’università di Tokyo (che poi, da lì, si è spostata altrove). La cultura però è rimasta, e subito dopo il terremoto, un professore universitario di nome Shigeo Iwanami aprì una libreria che a breve divenne una delle case editrici più influenti del Giappone, la Iwanami Shoten. Ciò attirò altre librerie, case editrici e caffè letterari portando specificatamente Jinbocho a diventare la capitale del libro.

Per gli anni ’30 l’area è principalmente un distretto studentesco, cosa che portò naturalmente allo sviluppo di un mercato di libri di seconda mano. Questo deriva anche dai “libri da uno yen”, un mercato di libri in brossura che si potevano produrre in massa e a poco, andando su ogni forma di genere e nicchia. I negozi che vendono per l’appunto libri rari proliferarono a Jimbocho negli anni ’50, e per il 2009 ce n’erano 150 di librerie di seconda mano. Ora come ora ci sono almeno 176 librerie di seconda mano, facendo un terzo delle librerie dell’usato di tutto il Giappone.

Da quando dieci anni fa lo shopping online è proliferato, Jinbocho ha subito un po’ di declino nella clientela. Ora come ora, infatti, diverse librerie dell’usato si sono adattate facendo servizi secondari di vario tipo, come meeting, cafè ed eventi di vario tipo. Da diversi anni la cultura giapponese è espatriata in grande stile: i fan di anime, manga e videogiochi si godono Jinbocho come molti, anche perché a un tiro di schioppo da Jimbocho c’è l’oasi di questa parte della cultura: la splendente Akihabara.

Cosa vedere e fare a Jimbocho

jinbocho angolo del quartiereL’angolo del quartiere

  • Librerie storiche e specializzate
  • Caffè letterari tradizionali
  • Kanda Used Book Festival
  • Cinema d’epoca
  • Musei e gallerie d’arte

Librerie storiche e specializzate

Jimbocho è rinomato per l’infinita concentrazione di librerie, molte delle quali hanno una lunga storia alle spalle, come:

  • Kitazawa Bookstore nata nel 1902, famosa per la collezione di libri in inglese che vanno dalle scienze sociali alla letteratura classica. Qui ci sono testi rari e preziosi: d’altronde, Jinbocho è molto famosa anche per essere un luogo dove si trova l’introvabile.
  • Komiyama Book Store per l’arte contemporanea, fotografia e cultura pop. Libri, riviste di design, moda e storia culturale. Nella parte di sopra c’è una galleria d’arte.
  • The Isseido Booksellers, un luogo imperdibile se ami i libri antichi. Sta vicino alla stazione di Jinbocho (da dove arrivi, leggi dopo), e ha una enorme gamma di volumi rari e storici in un ambiente silenzioso.
  • Paper Press Cafe dentro al Toyodo Books, un negozio di libri moderno che vende un sacco di cose oltre ai libri, con caffetteria integrata.
  • Nyankodo, o meglio l’Anegawa Book Store, una libreria a tema gatto dedicata ai gatti. Popolare come poche.
  • Italia Shobo invece è esattamente ciò che potreste aspettarvi: nata nel ’58 e specializzata in libri scritti in Italiano, e fu la stessa che pubblicò la prima enciclopedia italo-giapponese degli anni ’80.

Caffè letterari tradizionali

Dopo aver trascorso ore tra scaffali colmi di libri, c’è da ricordare che Jinbocho è piena anche di caffè letterari sparsi qui e lì. Spesso hanno un’atmosfera retrò e sono decorati in stile vintage, anch’essi con scaffali di libri. Fra i più famosi che il Sabouru Coffee, aperto nel ’55, con l’arredamento rustico e un menu semplice, ma è pieno, davvero pieno, specie da quando Jimbocho ha dovuto riadattarsi agli spostamenti di mercato. Molti studenti li frequentano, così come i loro insegnanti, per relax e studio.

Kanda Used Book Festival

Ogni autunno Jimbocho ospita il Kanda Used Book Festival che attira a migliaia da tutto il Sol Levante e dall’estero. Nel festival il quartiere si riempie di bancarelle piene di sconti, rarità ed edizioni limitate e limitatissime. Incontri con gli autori, workshop, performance, letture pubbliche, street food, di tutto, ma non solo a questo evento nello specifico (fine ottobre-inizio novembre), ma ci sono eventi qui e lì tutto l’anno a Jimbocho.

Cinema d’epoca

Cultura, ma non solo libri, perché nel boom culturale Jimbocho divenne noto pure per i cinema d’epoca che tutt’oggi proiettano film classici e d’autore, specie al Jinbocho Theater che fa rassegne cinematografiche con pellicole rare.

Volete saperne di più? Andate sul sito del turismo di Jimbocho. Attenzione: usate il traduttore.

Come arrivare a Jinbocho, il quartiere dei libri di Tokyo (Maps)

Jinbocho, quartiere dei libri di Tokyo, è un distretto dell’area di Kanda in zona Chiyoda. Si raggiunge facilmente in metro, ed è vicino a 3 università: Nihon, Chuo e Meiji. Jinbocho è il nome della fermata e si trova su tre linee: la Toei Mita (blu I), la Hanzomon (viola Z) e la Toei Shinjuku (verde S). Scesi dalla fermata della metro il quartiere è a due passi. Tocca qui per avviare Google Maps e capire come arrivarci. Per qualunque evenienza, invece, qui c’è la mappa della metropolitana (scaricabile anche in PDF).


Crediti foto copertina: Florian Dietzel / Shutterstock.com



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