Israele: oltre Gerusalemme

Storia e spiritualità a confronto
Scritto da: FULCOLA
israele: oltre gerusalemme
Partenza il: 18/10/2015
Ritorno il: 25/10/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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E alla fine fu Israele! Dopo aver toccato quasi tutti i paesi del Medio Oriente non ci restava che un viaggio alla scoperta di questo Paese ricco di storia, arte, bellezze naturali e spiritualità.

Purtroppo, nell’offerta pur ampia di internet e dei cataloghi, non siamo riusciti a trovare un viaggio con una più marcata impronta archeologica, nostro principale interesse: tutte le soluzioni proposte per un tour di una settimana alla fine si assomigliano, prediligendo l’aspetto religioso, quasi una sorta di pellegrinaggio cristiano nei luoghi in cui predicò e visse Gesù.

In quei luoghi sono nate e convivono le principali religioni monoteiste e questo intrecciarci e sovrapporsi delle diverse concezioni del Sacro è alla base di un difficile equilibrio, che purtroppo periodicamente sfocia in episodi che poco hanno a che fare con la spiritualità e la tolleranza.

E proprio in uno di questi momenti – la cosiddetta “terza intifada” – siamo partiti per il nostro tour, che fortunatamente ha risentito solo minimamente della situazione creatasi. A onor del vero dobbiamo comunque dire che durante la nostra permanenza nel Paese non abbiamo assolutamente percepito una sensazione di pericolo o di rischio: la sorveglianza dei luoghi da parte delle forze dell’ordine era discreta e non invadente (ad eccezione del venerdì alla Porta di Damasco) e solo la risolutezza del Tour Operator locale nel voler evitare di esporci a qualsiasi potenziale pericolo ci ha impedito di visitare il quartiere arabo e, soprattutto, la spianata delle moschee, che invece sarebbe stata possibile. C’era da abituarsi al fatto, per noi insolito, di vedere guardie di sicurezza armate in giro per la hall degli alberghi o magari sedute al tavolo accanto in ristorante con il mitra sotto alla sedia, ma del resto è stato un piccolo scotto da pagare alla tranquillità…

Il pacchetto turistico l’abbiamo acquistato via internet dalla Otto e mezzo Viaggi di Roma, già felicemente sperimentata in precedenti occasioni di viaggio.

Il nostro tour ha toccato quelle che sono le mete “classiche” di un primo viaggio organizzato in Israele: un paio di giornate per le visite della parte nord del Paese, con Cesarea, Akko e la zona del Lago di Tiberiade ed il resto della settimana per scoprire Beth Shean, Gerusalemme, il Mar Morto,Qumran e Masada.

Israele ha un territorio relativamente piccolo e le distanze per raggiungere i principali luoghi di interesse non sono mai eccessive, consentendo un viaggio con tempi rilassati , assolutamente non faticoso ed adatto a tutti: tanto che si incontrano frotte di turisti – in particolar modo pellegrini – un po’ ovunque.

Unico neo sono stati gli eccessivi (secondo noi) controlli all’ingresso del Paese: il fatto di aver visitato l’ Iran un paio di volte, ancorchè per turismo, ha suscitato parecchi sospetti ed il visto di ingresso ci è stato rilasciato solo dopo tre ore di attesa.

Alla buona riuscita del nostro viaggio ha invece contribuito Uri, la nostra guida ed autista : raramente abbiamo trovato un accompagnatore così preparato e competente con inoltre uno spiccato senso dell’umorismo ( per eventuali riferimenti, contattatemi). A voler cercare un difetto all’organizzazione c’è da dire che, nei siti dove sarebbe stato possibile – ad esempio ad Akko- si è trascurata la visita dei monumenti islamici, che pure sono una parte della storia del Paese.

Tornando ai luoghi visitati, per l’aspetto archeologico più che Cesarea (il teatro è stato pesantemente ricostruito ed il resto del sito – eccezion fatta per l’acquedotto e lo stadio – non offre resti spettacolari se non per la posizione in riva al mare ) merita una citazione Beth Shean che, per via della posizione strategica sulle antiche vie commerciali, fu una città ricca ed importante per molti secoli. Le rovine più spettacolari risalgono al periodo romano e bizantino con l’imponente teatro, le terme, il ninfeo ed il monumento colonnato; proprio la massiccia presenza di colonne costituisce una caratteristica del sito oltre al fatto che molte di esse si trovano a terra cadute e spezzate a causa di violenti terremoti che colpirono la città, causandone il declino: quasi un’immagine cristallizzata dello scorrere del tempo.

Altro luogo suggestivo, sia per la “location” che per i drammatici eventi che l’hanno segnato, è la rocca di Masada con i resti della fortezza erodiana, ultimo baluardo a capitolare della rivolta giudaica contro Roma: dopo un lunghissimo assedio e con i soldati della X Legione romana ormai arrivati alla sommità delle mura grazie ad una enorme rampa ( ancor oggi visibile) , gli occupanti si suicidarono in massa pur di non cadere schiavi dell’Impero.

Ed ancora un’ altra località evocativa è Qumran, famosa per il ritrovamento dei “rotoli del Mar Morto”: il luogo in sè non colpisce per le rovine quanto invece per la spettacolarità del contesto ambientale in cui queste sono situate, tra canyon scavati dal vento e dalle acque e le rive del Mar Morto.

Siti minori per importanza che abbiamo visitato sono stati Old Jaffa ( ormai divenuta un quartiere di Tel Aviv) e, nei pressi del Lago di Tiberiade, Cafarnao, la città dell’apostolo Pietro, con i resti di una sinagoga e Tabgha con mosaici paleocristiani.

Sempre in quell’area il tour prevedeva la visita di Nazareth e del Monte delle Beatitudini, luoghi legati alla religione cristiana e la cittadina di Safed, importante invece per l’Ebraismo.

Il periodo storico medioevale è stato ben rappresentato dalla città costiera di Akko che i crociati elessero a loro roccaforte costruendovi imponenti opere difensive, in gran parte distrutte dopo la riconquista mamelucca e delle quali si può avere un’ idea visitando i sotterranei e le cripte che sono state riaperti al pubblico; ma un po’ tutta la città ha il fascino decadente di un porto di mare dal grande passato.

Ovviamente il clou del viaggio è stata la visita di Gerusalemme, la città che più di ogni altra rappresenta la complessità del Paese: la suddivisione della città vecchia in quattro quartieri ( armeno, cristiano, ebraico e musulmano) non è poi così netta come si è portati a pensare e luoghi santi per una religione si trovano a pochi metri dai simboli religiosi di un’altra. Capita così di vedere il minareto della moschea di Omar svettare di fronte al Santo Sepolcro nel quartiere cristiano e ancor più di veder pregare i fedeli ebrei ai piedi del Muro Occidentale sui cui però svetta la Cupola della Roccia, uno dei monumenti musulmani più importanti. Proprio la cupola dorata è quello che universalmente è riconosciuto il simbolo della città e la si ritrova in ogni poster o cartolina. Altri edifici che dominano lo “skyline” di Gerusalemme sono la cupola annerita della moschea di Al-Aqsa e la Chiesa della Dormizione sul monte Sion; le visite classiche prevedono inoltre oltre al Santo Sepolcro, siti quali il giardino di Gethsemani, il Monte degli Ulivi, la tomba di Maria e le varie porte di ingresso alla città vecchia.

Colpisce l’imponente cinta muraria che circonda la città vecchia ed il brulicare di vita che ne anima le strette vie. I secoli di storia che l’hanno caratterizzata si possono vedere in particolar modo nel quartiere ebraico dove, grazie al fatto di essere stato pesantemente danneggiato durante la Guerra dei Sei Giorni, si è potuto scavare e riportare alla luce reperti delle culture che si sono sedimentate nel corso del tempo, quali il muro difensivo risalente al sesto secolo a. C. o il cardo romano.

Un ampio spaccato dell’importanza che questi territori hanno rivestito è visibile all’imperdibile Museo d’ Israele dove la parte archeologica copre un arco temporale di migliaia di anni che va dal paleolitico al periodo crociato e dove si può ammirare un bellissmo plastico con la ricostruzione della città ai tempi del Secondo Tempio (1° sec. d.C.). Altro luogo la cui visita non può mancare è il memoriale Yad Vashem con le impressionanti testimonianze sull’Olocausto.

Poco più a sud della città si trova Betlemme – compresa nei Territori sotto amministrazione palestinese – dove è possibile visitare la Chiesa della Natività, risalente ai tempi di Giustiniano ( 590 d.C.), i cui interni sono però attualmente in restauro impedendo di apprezzarne le sontuose decorazioni.

Per gli amanti dell’aspetto naturalistico merita di sicuro una visita l’oasi di Ein Gedi dove si possono ammirare senza difficoltà stambecchi della Nubia e iraci del capo ( procavie) , simpatici roditori simili a marmotte.

A completare la visita del Paese non poteva mancare una sosta “balneare” sul Mar Morto, la depressione più profonda della Terra ( 400 mestri s.l.m.) : il bagnarsi nelle sue salatissime acque, con la spinta idrostatica che impedisce di affondare o di nuotare e che consente solo di galleggiare, è un ’esperienza da provare almeno una volta nella vita.

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