Irlanda on the road 7
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PRIMO GIORNO (domenica): GLENDALOUGH – CARLOW – KILKENNY
Siamo atterrati all’aeroporto di Dublino dove avevamo già prenotato un’auto con cambio manuale con Europecar. Il bus navetta ci ha portati al parcheggio dove abbiamo incontrato un assistente italiano al quale abbiamo chiesto meglio alcuni chiarimenti. Con 170 euro abbiamo noleggiato una Seat Ibiza 1.2 con assicurazione all inclusive, senza franchigie, da domenica pomeriggio a venerdì pomeriggio. La prima destinazione è stata Glendalough. Soprattutto nel sud dell’Irlanda ci sono poche autostrade e abbiamo percorso principalmente stradine di campagna. Il primo impatto con la guida a sinistra è stato meno brutto del previsto. Il problema principale era calcolare bene le distanze a sinistra. Ogni tanto la mia ragazza lanciava qualche gridolino per avvisarmi che avevo appena sfiorato un’auto parcheggiata, una staccionata … una pecora, ecc.! Comunque non abbiamo trovato peli di lana sulla carrozzeria e anche il ciclista che ha avuto la sfortuna di trovarsi davanti a noi è uscito illeso dal mio sorpasso!
Siamo arrivati a Glendalough sotto la tipica pioggerella irlandese. Il sito è carino, merita una visita di passaggio. I resti monastici sono interessanti, anche se meno rispetto altri luoghi; comunque è gratuita. E’ carina la passeggiata intorno al lago, in mezzo al bosco circostante. Peccato per la pioggia, ma presto avremmo imparato a considerarla come un compagno di viaggio che viene e va molte volte durante la giornata. Abbiamo ripreso la guida verso Kilkenny, decidendo di fermarci a Carlow per andare a vedere il dolmen. Devo dire che è stato deludente. Infatti non è molto curato e pubblicizzato, si trova in mezzo ad un prato con l’erba alta e incolta. Si tratta di un enorme masso sorretto da altre rocce in cui in passato probabilmente venivano bruciati i morti. Credo che una migliore presentazione lo renderebbe molto più interessante. Siamo ripartiti da questo sito (c’eravamo solo noi) e siamo andati a Kilkenny, alla ricerca dell’Aspect Hotel (bagno non molto pulito e cattivo odore nei corridori). Non siamo riusciti a trovarlo subito e abbiamo avuto la sfortuna di chiedere indicazioni a persone che avevano difetti di pronuncia.. già non era facile capirli … comunque alla fine ci siamo arrivati. Abbiamo fatto una pessima cena al KFC, ma era a fianco dell’hotel ed eravamo stanchi. Amen, ci saremmo rifatti nei giorni successivi.
SECONDO GIORNO (lunedì): KILKENNY – CASHEL – KILLARNEY
Alla mattina siamo partiti per visitare la cittadina di Kilkenny. E’ molto graziosa, non troppo grande, ma comunque ben servita da negozi e servizi. Abbiamo incontrato un gentile signore anziano che ci aveva visto consultare la mappa ritirata in albergo. Ci ha indicato un buon posto dove fare colazione (presso la caffetteria della St. Mary’s Cathedral) e ci ha addirittura accompagnato fino all’entrata. Peccato che ne ha approfittato per parlarci di religione, di amore nel mondo, del tentativo dei giapponesi di eliminare i cristiani ecc… Peccato che per almeno 20-25 minuti non ci ha più mollati! Alla fine (sono stato costretto ad essere un po’ sgarbato, forse, ma stava davvero esagerando) ci ha lasciato fare un’ottima colazione. Abbiamo poi visitato la cattedrale: piacevole. Poi siamo andati alla St. Canice e l’abbiamo trovata più bella. Carina anche la piccola Black Abbey. E’ stata una visita interessante anche quella al castello, peccato che non avevamo fatto ancora la Heritage Card. FATELA, conviene! La visita guidata è necessaria in questi luoghi, dove è interessante capire la funzionalità degli ambienti più che ammirare in autonomia la bellezza delle stanze o dell’arredamento. Dopo aver pranzato al sacco con un panino e della verdura presa in un supermercato (i principali hanno della gastronomia take away) siamo partiti per Cashel. La rocca è in cima ad una collina, di fronte alla Hore Abbey, un rudere di una chiesa in mezzo ad un campo raggiungibile camminandoci fra erba e sassi. L’abbiamo trovata molto suggestiva, sebbene non ci sia un centro visitatori o guide, ma solo alcune targhe esplicative. Rock of Cashel è invece una struttura molto bella, molto interessante e anche con una buona organizzazione. Lì abbiamo fatto l’Heritage Card e ci siamo uniti ad una visita guidata (in inglese). Ha descritto con un inglese comprensibile le trasformazioni che nei secoli hanno coinvolto questo bel sito storico. Un ottimo punto inoltre dove fare splendide foto! Dopo quest’oretta di visita siamo andati a Cahir, ma siamo arrivati alle 18, mentre l’ultima entrata era alle 17.30. Era comunque una meta opzionale, perché sapevamo che non saremmo riusciti a vedere tutto quello che si poteva durante il nostro tragitto. Siamo quindi andati a Killarney, all’Heights Hotel. L’hotel era carino. Alla sera siamo usciti e abbiamo trovato un centro molto vivo, con molti locali che facevamo musica dal vivo e birra a volontà nelle mani degli avventori, spesso sulla strada fuori dai pub. Attenzione agli orari!! Molte cucine chiudono alle 21.30! Al The Porterhouse Restaurant abbiamo mangiato un ottimo stufato di agnello e del salmone affumicato (40 euro in due con birra e acqua). Piacevole anche la musica folk. Come in tutti i pub e ristoranti si servono piatti unici, che quindi saziano tranquillamente. Dopo cena abbiamo passeggiato ascoltando le musiche suonate con arpa, fisarmonica, ma anche che venivano da gruppi di rock moderno. La vivace vita notturna finisce comunque presto e verso mezzanotte già le strade sono deserte. Ovviamente la pioggia come al solito veniva e andava.
TERZO GIORNO (martedì): KIILLARNEY – RING OF KERRY – DINGLE
Avevamo pianificato di noleggiare le bici per farci un’escursione nel parco nazionale di Killarney. E’ un parco davvero carino, in collina, con un lago al centro, che offre molti percorsi dolci adatti anche a schiappe come noi! Purtroppo la classica pioggerella che ci ha accolti al mattino si è trasformata in pioggia battente ed insistente. Abbiamo quindi scelto di fare solo una passeggiata di un’oretta e mezza (la pioggia si è poi calmata) attraverso un percorso ben segnato verso la Muckross Abbey (suggestive rovine di una chiesa) e una residenza vittoriana (Muckross House). Quest’ultima offre visite guidate di un’ora (gratuite con la Heritage card). Abbiamo deciso di non visitarla, per avere più tempo per fare altre cose. Siamo quindi tornati all’auto e siamo partiti per il Ring of Kerry. La nostra intenzione era farlo in senso orario, in modo da stare sulla parte sinistra verso il mare e potersi fermare a fare le foto. Abbiamo però sbagliato strada e lo abbiamo fatto in senso antiorario. Poco male. Comunque c’era la possibilità di fermarsi e i punti panoramici erano spesso segnalati prima. La strada offre molte viste delle scogliere, dell’oceano ovviamente e della penisola di Dingle di fronte al Ring. Abbiamo deciso di improvvisare e siamo svoltati a Cahersiveen in una stradina che portava su un promontorio in mezzo al nulla. Siamo arrivati in realtà ad un castello diroccato, il Ballycarbery Castle, con qualche visitatore improvvisato come noi, sopra una collina, in mezzo a mucche e tori al pascolo, raggiungibile camminando fra erba e i resti lasciati per terra dai bovini (quindi occhio!!). Affascinante e stupendo il paesaggio circostante. Risaliti in auto abbiamo ripreso il Ring e ci siamo diretti in Valencia Island, girando le colline e dirigendoci poi verso Knightstown. Subito dopo il ponte, entrando in Valencia Island, la strada apre ad un bellissimo scorcio sulle scogliere sottostanti. Foto d’obbligo! Lungo le stradine di quest’isola ci siamo imbattuti in molti alti punti dove ammirare degli splendidi paesaggi. Knightstown non offre molto, giusto qualche locale per ristorarci. E’ stato divertente vedere come mentre noi eravamo vestiti con felpe e giubbino, dei ragazzini in costume si tuffavano dal pontile nell’acqua fredda del porto! La nostra idea originale era di percorrere tutto il Ring, ma visto che avevamo perso tempo in tante deviazioni, abbiamo cambiato programma e siamo tornati indietro da dove eravamo venuti. A Killorglin ci siamo fermati per fare una foto con King Puch, la capra simbolo del paese. E’ una statua che si trova all’inizio del ponte, ma vale la pena di fermarsi giusto per fare una foto divertente, niente di più. Man mano che percorrevamo la penisola di Dingle ci fermavamo in altri punti panoramici che offrivano delle belle visuali. Abbiamo trovato una spiaggia di sabbia, dove siamo scesi, con molte conchiglie e aspiranti surfisti che si apprestavano ad affrontare le onde. Il vento soffiava effettivamente molto forte. Un paio di ragazze praticavano yoga nell’acqua gelida dell’oceano. Il mondo è bello perché vario! Siamo finalmente arrivati alla nostra destinazione, il B&B Ard Na Mara, una graziosa abitazione con un proprietaria anziana altrettanto graziosa che ci ha consigliato di mangiare al Danno’s, in centro a Dingle. Dopo aver accettato il tè di benvenuto e fatto 4 chiacchere con due ospiti americani, abbiamo seguito il consiglio e mangiato un ottimo Hake (nasello) e un altrettanto buon piatto di Fish&Chips (senza la pastella unta e pesante come si trova a volte da noi). A differenza degli altri due paesi, Dingle è un paesino che almeno durante la settimana non ha praticamente vita notturna. Quindi dopo cena abbiamo fatto solo due passi e incoraggiati anche dal “fresco” vento oceanico siamo tornati al b&b.
QUARTO GIORNO (mercoledì): DINGLE – CLIFFS OF MOHER – GALWAY
Alla mattina abbiamo fatto la colazione prenotata la sera prima: io ho scelto il french toast con sciroppo d’acero, mentre lei uova strapazzate con salmone. Oltre a queste c’erano comunque a disposizione cereali, pane, burro e marmellata. Con la pancia bella piena siamo scesi al porto per andare a prenotare la partenza in barca per andare a vedere il delfino Fungie. Avevamo comprato i biglietti on line, temendo si esaurissero, visto che dalle descrizioni trovate in internet sembrava che partissero centinaia di persone ogni giorno. Non so negli altri periodi, ma noi abbiamo trovato poche persone. Comunque il sito non permetteva la prenotazione dell’orario, quindi dovevamo recarci presso l’agenzia per partire con la prima barca alle 10. Pensavamo infatti di partire poi subito dopo per il nostro viaggio. Alle 10 siamo quindi saliti insieme ad un’altra quindicina di persone e siamo andati al largo. Ci hanno spiegato che Fungie è un delfino che da molti anni vive nella baia, uscendo per cacciare e poi cercando la compagnia dell’uomo. Solitamente le barche lo attirano perché generano le onde sulle quali a lui piace saltare. Ci sono due agenzie in porto. La nostra e una che offre il rimborso del prezzo nel caso in cui il delfino non si mostri. Dopo 30 minuti la barca ha iniziato ad andare avanti e indietro per la baia e il viso della ragazza che teneva il microfono iniziava a preoccuparsi. Dopo circa un’ora siamo andati sempre più al largo, così come facevano altre 4 imbarcazioni, alla ricerca di Fungie. E’ stata un’occasione per vedere la costa dal largo e fotografare le insenature e le grotte che si alternavano nelle scogliere rocciose. Dopo circa un’ora e mezza lo sconforto ha iniziato a prenderci tutti, insieme alla pioggia che aveva iniziato a battere sopra il tetto della barca e che entrava per il vento incessante. Alla fine siamo ritornati a riva … a bocca asciutta. Se avessimo preso l’altra agenzia almeno ci avrebbero rimborsato il biglietto. Sarà utile per i prossimi passeggeri che avranno la fortuna di leggere questo passo del nostro diario di viaggio. Un altro consiglio: invece di parcheggiare nel parcheggio a pagamento al porto, se scendete presto, tipo verso le 9 / 9.15, potete parcheggiare al Supervalu, un supermercato vicino. Qui si possono prendere panini e gastronomia varia (incluse le forchette) per un pranzo al sacco. Siamo partiti quindi alla volta delle Cliffs Of Moher. Arrivando nel pomeriggio abbiamo notato l’intenso traffico di ritorno. Quindi abbiamo dedotto che il momento migliore per andarci non è il mattino. Non si paga un biglietto per entrare. Infatti è tutto aperto e si può accedere alle scogliere liberamente. Il problema è che ci si può arrivare solo in auto e ovunque c’è divieto di parcheggio. Quindi l’unico posto dove si può lasciare l’auto è un parcheggio che costa 6 euro a passeggero. Lei è scesa prima, così entrando ho pagato solo io, ma poi un “controllore” ci ha chiesto i biglietti e vedendo che lei non li aveva ci ha detto di farli dentro il centro visitatori. Il biglietto dà diritto anche ad una presentazione all’interno, che noi non abbiamo visto. Appena siamo passati davanti al centro (lei doveva andare in bagno), fra tutti quelli che giravano una guardia ha chiesto proprio a noi il biglietto. L’impressione è che si fossero avvisati con le trasmittenti. Comunque mi è sembrato che se non si entra nel centro visitatori e non si sta nell’auto quando entra nel parcheggio, non ci sia obbligo di pagare. Infatti l’accesso è libero. Uno potrebbe raccontare di essere stato accompagnato lì. Le scogliere sono uno spettacolo naturale che non necessita di manutenzione, a parte qualche staccionata di pietre per assicurare i percorsi più impervi. Le scogliere sono davvero belle, maestose, pareti verticali di roccia sferzate dal vento, davanti alle quali si vedono volteggiare molti uccelli di specie diverse. Dal centro è possibile procedere verso sinistra o verso destra. Secondo noi a sinistra si godono le viste migliori. Abbiamo percorso a destra un po’ di strada, ma poi abbiamo ritenuto che non potesse offrire uno spettacolo migliore di quello che avevamo già visto dall’altra parte. Occorre fare attenzione al vento che in alcuni punti è fortissimo. Soprattutto le persone minute potrebbero trovare difficoltà a procedere. Era curioso come a volte sentivamo un pioggerella davvero strana … ci siamo poi accorti che la pioggia precedente aveva creato piccoli rigagnoli di acqua che scendevano oltre il bordo, ma che il vento ricacciava su polverizzandola in minuscole gocce. Per una parte del percorso si può procedere protetti da una barriera di pietre a 4-5 metri dal precipizio oppure scegliere di camminare proprio sull’orlo del baratro. Ad un certo punto invece le barriere cessano. Non a caso una targa all’ingresso commemora quanti hanno perso la vita alle scogliere e qualche avviso pubblicizzava consulenza psicologiche per quanti provassero il desiderio di suicidarsi. Direi che il messaggio è chiaro. Queste maestose scogliere scogliere attirano tanti aspiranti suicidi! Terminata la visita (un’oretta) siamo partiti per Galway. Avevamo prenotato al Bunk Boutique Hostel. L’ostello è stato recentemente ristrutturato e rispetto ad altre strutture simili lo abbiamo trovato bello e moderno. Purtroppo hanno fatto confusione con un’altra prenotazione e ci siamo trovati una stanza che non era stata pulita. Abbiamo chiesto le lenzuola nuove che comunque ci sono state prontamente date. Il posto ovviamente è pieno di giovani e può essere un’opportunità per condividere le proprie esperienze con altri viaggiatori, scambiarsi opinioni ecc.. Una pecca del centro di Galway: i parcheggi sono tutti a pagamento di giorno (2 euro all’ora) e al massimo per due ore. Esistono dei parcheggi giornalieri, che servono principalmente quanti poi si imbarcano al porto (previste multe salate se non si può dimostrare di essere dei passeggeri dei traghetti) e comunque costano almeno 12/15 euro al giorno. Il prezzo andrebbe anche bene, se uno volesse stare tutto il giorno lì, ma francamente Galway non offre tanto. Abbiamo cenato quindi in centro, in zona pedonale, dove c’erano molti pub con musica e giovani.
QUINTO GIORNO (giovedì): GALWAY – CLONMACNOISE – CASTELLO DI TRIM – NAVAN
La colazione dell’ostello consiste in pane, burro, marmellata, latte e cereali. Il tutto “autogestito”. Ognuno si arrangia a prendersi scodelle e quant’altro e poi ovviamente a lavarli. E’ un ottimo momento per fare quattro chiacchiere con i ragazzi che non hanno troppo i visi assonnati. Abbiamo visitato il centro cittadino, con la solita alternanza sole/pioggia, ma non abbiamo pensato di dedicargli più di un paio ore, con capatina al Subway per rifornirci per il pranzo. La successiva destinazione sarebbe stata decisamente più interessante. Clonmacnoise ospita un interessante sito monastico (incluso nella Heritage Card) e un centro visitatori che proietta video introduttivi di 20 minuti. Noi lo abbiamo ascoltato in inglese (abbastanza comprensibile secondo noi), ma alle 14 ne facevano anche uno in italiano. Il sito è costituito dai resti della chiesa principale e edifici minori, oltre ad una torre circolare. E’ posto in cima ad una collinetta e si possono fare delle fotografie eccezionali. Molto belle le due croci celtiche all’interno del centro. Siamo quindi partiti per un’altra tappa inclusa nella Heritage Card, cioè la visita guidata al castello di Trim. Questa volta la guida utilizzava un inglese decisamente meno comprensibile delle altre volte. Inoltre si fermava su molti dettagli tecnici relativi alla vita del castello, ai diversi lavori che si svolgevano all’interno, ai nomi delle armi, ecc.. Comunque siamo riusciti a capire alcune delle nozioni principali e abbiamo apprezzato il percorso nelle molte stanze del castello, nei suoi saloni e in cima alle sue torri. E’ il luogo dove hanno girato importanti scene del film “Braveheart”, riportate da alcune immagini su un cartellone alla fine del percorso.
Dopo un’oretta la visita è terminata e ci siamo diretti a Navan o più precisamente in una sua frazione, a Mooretown, al Daly’ b&b. E’ una bella casa attrezzata a bed&breakfast, con un wi-fi funzionante finalmente a tempo pieno e senza sbalzi e… udite udite … con un bagno dotato di una vera finestra! Basta con i soliti oblò o ventole poco efficaci! E qui siamo andati in bagno di gusto! In pochi minuti abbiamo raggiunto il centro di Navan per la cena. In realtà avevamo deciso di risparmiare e siamo andati al McDonald’s. Successivamente ci siamo consolati con una Guinness e un po’ di musica irlandese. Il centro non è certo vivo come quello di Killarney, ma più che sufficiente per le nostre esigenze.
SESTO GIORNO (venerdì): BRU’ NA BOINNE – DUBLINO
Avevamo letto che l’accesso ai siti di Newgrange e Knowth erano soggetti a disponibilità limitata. La Lonely Planet parlava addirittura di 750 posti e basta. Comunque fosse noi siamo arrivati poco dopo l’apertura del centro visitatori di Brù Na Boinne. Lì è possibile acquistare il biglietto per visitare Knowth e Newgrange o solo Newgrange. Dato che con la Heritage Card era gratuita la visita guidata ad entrambi, ne abbiamo approfittato. Dowth purtroppo è chiusa. Nel piazzale interno partono le navette che conducono ai due siti. Un bollino da attaccare sulla giacca indica l’orario di partenza dei bus e il suo colore identifica i vari gruppi. La nostra prima guida era un giovane simpatico che parlava in modo comprensibile. Knowth è molto interessante e lui è stato molto esaustivo nelle descrizioni. Peccato che l’interno di questa costruzione che anticipa le piramidi egizie sia limitato ad una sola stanza. Non si possono percorrere le gallerie interne. Dopo circa mezz’ora di spiegazione e 15 minuti liberi siamo andati a prendere la navetta per proseguire con Newgrange. Lì ci ha accolti un’altra signora che ha dedicato una quindicina di minuti alla presentazione del sito all’esterno (decisamente più affollato del primo, dove eravamo solo noi del gruppo) e poi altri 15 all’interno. Si entra a gruppetti. Lo stretto e basso corridoio porta alla camera di sepoltura centrale. Io l’ho trovato molto suggestivo. Meno la mia ragazza, che ha trovato i siti interessanti, ma non come i castelli e i panorami. Qui non ci sono strutture complete e complesse, perché parliamo di opere di migliaia di anni fa che nel corso dei secoli hanno subito numerosi interventi, lasciando molti punti di domanda intorno alla vita che vi si svolgeva attorno. A me proprio questo alone di mistero affascinava!
Terminata la visita siamo arrivati in una quarantina di minuti all’aeroporto di Dublino, dove abbiamo consegnato l’auto. Abbiamo preso l’Aircoach bus che si fermava proprio davanti al nostro Tara Towers Hotel (16 euro andata e ritorno). Se ci fossimo informati meglio avremmo preso una combinazione di biglietti che includeva anche il trasporto locale. Meglio informarsi bene presso i banconi dell’aeroporto. Dopo il check-in abbiamo preso il bus 7(che va in centro insieme al 4) e siamo andati a vedere come prima cosa il Trinity College. Il complesso è carino e ben curato, ma non lo abbiamo trovato particolarmente interessante all’esterno, non degno di particolare nota almeno. Le visite agli interni non erano disponibili a quell’orario e abbiamo comunque deciso di escluderlo dalle nostre mete delle ultime 48 ore in Irlanda. Abbiamo proseguito con un passeggiata in centro, mangiato in uno dei molti pub e infine siamo tornati in albergo.
SETTIMO GIORNO (sabato): DUBLINO (MUSEO ARCHEOLOGICO, CASTELLO, PRIGIONI)
La colazione metteva a disposizione mini croissant, pane, burro, marmellata, cereali, succhi oltre a tutta la parte salata (pancetta, salsicce, ecc.). Abbiamo preso l’autobus verso il centro e siamo andati al museo archeologico. Il museo è sempre gratuito, ma se si vuole si può lasciare una donazione all’ingresso. Noi abbiamo lasciato 5 euro in due. Il museo non è particolarmente grande e ci sono descrizioni esaurienti in ogni sala e per ogni reperto. Abbiamo dedicato un’ora alla visita. Abbiamo poi passeggiato fino al Dublin’s Castle, dove entrata e visita guidate erano incluse nella Heritage Card. Nei 40 minuti che mancavano all’inizio della visita, siamo andati a bere qualcosa. Ovviamente sempre accompagnati dalla nostra amica pioggia, che ogni ora fa una capatina di 5-10 minuti per ricordare che non si è mai troppo bagnati! La nostra guida era una giovane in gamba che parlava con velocità e accento più che comprensibili. La visita parte dalle fondamenta medievali (altrimenti non accessibili se non accompagnati) e percorre i corridoi e le stanze del castello. E’ stato molto interessante capire come nei secoli si sono sviluppate le funzioni delle varie parti e di come si sono evolute le abitudini dei regnanti.
Terminata la visita (1 ora circa) abbiamo deciso di andare a vedere il carcere Kilmainham Gaol. Per la precisione interessava a me. Ero incuriosito dalla visita guidata (inclusa nella Heritage Card) che avrebbe spiegato la funzione delle prigioni in relazione alle varie lotte per l’indipendenza che gli irlandesi hanno sostenuto contro gli inglesi. La mia dolce metà non era entusiasta dall’idea, ma ha avuto il buon cuore di accontentarmi. Ci siamo resi conto, dopo un po’ che consultavamo la mappa per turisti, che la distanza era maggiore di quel che sembrava. Inoltre per la seconda volta (la prima era stata a Killarney) abbiamo sperimentato la pioggia battente e persistente, a differenza delle goccette mordi e fuggi. Dopo 45 minuti abbondanti di camminata sotto la pioggia, dopo mille parolacce e promesse di innumerevoli notti in bianco, siamo finalmente arrivati alle prigioni. E non senza difficoltà, ma lungo la strada abbiamo incontrato altri turisti che vagavano in cerca di informazioni, quindi ci siamo consolati. Davanti all’entrata abbiamo trovato il cartello “Sold Out”… Ebbene sì, anche le prigioni ospitano un numero limitato di visitatori e sarebbe stato meglio visitarle alla mattina. Al ritorno abbiamo preso un autobus. Felicità alle stelle ovviamente … Per rimediare l’ho portata in centro in uno dei molti Carrolls, dove ho comprato una felpa per me e una anche per lei con le classiche stampe “Ireland” e “Dublin”. Molto belle, anche se tipicamente per turisti, soprattutto per 20 euro!! A cena siamo andati nel Temple Bar, il quartiere che di giorno ospita artisti di strada e di notte tanti giovani e non con la voglia di fare festa! Abbiamo mangiato al Boxti House: salmone con gnocchi (dumplings) e cozze in una crema speziata per lei e una sorta di spezzatino con patate per me. Buono tutto. Se vi piace assistere agli spettacoli per strada anche di sera non c’è che l’imbarazzo della scelta. Se siete single e volete conoscere persone, sicuramente questa è la zona giusta. Se siete amanti della birra, risulta anche inutile ripeterlo. Se invece siete amanti dei cocktail …, beh, in bocca al lupo! Ne abbiamo provato in diversi locali e li abbiamo trovati costosi (9/10 euro) e annacquati! Anche se riportavano la pubblicità sulle vetrine e nei menù! No, decisamente non si va a Dublino per bere cocktail alla sera! Con 15 euro infine siamo tornati in taxi. I bus terminano alle 23.30.
OTTAVO GIORNO: CENTRO E PARTENZA
L’ultima mattina l’abbiamo dedicata ad un tranquillo e malinconico giro in centro. Siamo stati alla St. Patrick’s Cathedral, ma era in corso una cerimonia religiosa. Dovevamo aspettare 45 minuti e poi pagare 6 euro per vederla. Abbiamo deciso di lasciare stare. Abbiamo passeggiato in una zona pedonale (oltre a quella a sud del fiume, attorno a Temple Bar per intenderci), vale a dire lungo Henry St. e Earl St. N., dove abbiamo giocato facendoci foto con la statua di James Joyce. Con un ultimo Frapuccino allo Starbucks abbiamo chiuso la nostra visita al centro. Siamo tornati in albergo e poi con bus verso l’aeroporto.
CONSIDERAZIONI FINALI
Anche se non serve dirlo, per visitare l’Irlanda è indispensabile una giacca col cappuccio o un Kway. Inoltre è stato importante vestirmi a cipolla, avendo quindi nei momenti di caldo (che magari duravano 10 minuti, con intervalli di una o due ore) sempre qualcosa legato al fianco. La Heritage Card è sicuramente conveniente. Se si noleggia l’auto è importante farlo con assicurazione senza franchigie, molte stradine di campagna sono strette e il rischio di fare anche solo un graffio è elevato. Per il resto, buon divertimento!