La Torre Martello a Sandycove, Dublino
Se sei passato tra Talbot Street e Gardiner Street, il distretto di Dublino che alla fine dell’ ‘800 ha dato lavoro contemporaneamente a 1.600 prostitute, e sei arrivato a quest’ora alla Connoly Station, senza ombra di dubbio vuol dire che vuoi seguire il Settembrino fino a Sandycove, a 9 km da Dublino sulla costa orientale. Il Settembrino vuole visitare la Torre Martello. Vuole toccare il luogo dove è stato ambientato il primo capitolo dell’Ulisse di James Joyce, l’opera che ha rivoluzionato per sempre la letteratura mondiale.
Il Settembrino ha appena fatto tre biglietti per Sandycove. Uno per lui, uno per me e uno per te che stai leggendo. Il treno leggero Dart impiegherà circa mezz’ora per arrivare. Hai un ombrello con te? È una giornata di nebbia e in cielo si vedono due grandi masse di nuvole scure simili a un ventre gravido. Il treno è arrivato. Possiamo salire.
Visto che il Settembrino guarda fuori dal finestrino, quasi ipnotizzato dalle distese sabbiose che si affacciano sulla Baia di Dublino, se ti va possiamo fare quattro chiacchiere. L’hai già vista la statua di James Joyce? Quella all’angolo tra North Earl Street e O’Connell Street. Hai notato che in quella statua Joyce viene rappresentato anziano? Sì, anziano: il mento all’insù, il cappello di traverso, gli occhiali, la mano sinistra in tasca e il peso del corpo appoggiato a un bastone curvo. Visto che Joyce ha lasciato l’Irlanda a 22 anni e da quel giorno non vi ha più messo piede, è singolare che in quella che può considerarsi la statua principale di Joyce a Dublino venga rappresentato come un uomo anziano.
Come dici? Se a Dublino esiste una statua di Joyce giovane? Sì. La trovi tra i tavolini di un locale che si affaccia su Anglesea Street. Sono due sculture in bronzo che raffigurano Joyce, giovane, in piedi, mentre chiacchiera con Gogarty, un medico, scrittore e amico di Joyce, seduto su una panchina.
Il legame tra Joyce e Gogarty è fondamentale per capire la Torre Martello che andremo a visitare. Vorrei raccontarti di questo legame ma siamo arrivati alla stazione di Sandycove e Glasthule e il Settembrino sta scendendo. Sbrighiamoci. Detto in confidenza, caro lettore, se stavamo da soli ti avrei fatto scendere alla stazione di Dun Laoghaire. Avremmo visitato il porto, ti avrei offerto un aperitivo in uno yacht club e poi avremmo camminato per circa 2 km fino alla Torre; tuttavia il Settembrino era così impaziente di raggiungere la Martello Tower che, credimi, non era proprio possibile contraddirlo. Sarà per la prossima volta.
Il Settembrino esce dalla stazione e, prendendo verso il mare, si trova subito sulla Scotsman’s Bay, la baia rocciosa che si estende dal molo Dun Laoghaire fino a Sandycove. La vedi la Torre Martello in lontananza? Il suono della pioggia è simile a quello di una radio accesa ma sintonizzata su nessuna stazione. Mentre camminiamo, continuo il racconto. Dove eravamo rimasti? Ah sì, al legame tra il giovane Joyce e Gogarty.
Quella che stiamo per raggiungere è una delle ventisei torri che gli inglesi hanno costruito per difendere l’Irlanda da un’invasione napoleonica. Visto che i francesi non sono mai sbarcati in Irlanda, il Dipartimento della Guerra britannico decise di affittare a privati cittadini queste massicce opere difensive. Il primo che affittò la Torre che andremo a visitare fu proprio Gogarty che, a quel tempo, era ancora uno studente di medicina con l’ambizione di diventare uno scrittore. Gogarty era solito invitare nella Torre amici e conoscenti che a quel tempo avevano buon ingegno in opere d’inchiostro; tra questi c’era James Joyce che è stato ospite dal 9 al 15 settembre 1904. Vai più piano. Il Settembrino ha rallentato il passo sulla promenade. In questa passeggiata, tra la baia rocciosa e un prato di erba smeraldina, incrocia persone che fanno jogging, footing, running (sul prato c’è anche una piccola palestra pubblica) passeggiatori con o senza cane al guinzaglio e bagnanti seminudi che il Settembrino guarda strabuzzando gli occhi perché ci sono 16 gradi e lui indossa un piumino.
In verità Gogarty aveva invitato Joyce a soggiornare nella Torre Martello per vendicarsi del fatto che Joyce aveva scritto un’opera, intitolata The Holy Office, in cui aveva parlato male proprio di Gogarty. Escogitò una vendetta tanto bizzarra quanto cruenta. Durante la notte, mentre tutti dormivano, tirò fuori una pistola e sparò alcuni colpi contro Joyce. Joyce rimase miracolosamente illeso; gli spari colpirono il muro sopra di lui. Quando Joyce gli chiese spiegazioni, Gogarty disse che aveva sognato una pantera che lo assaliva e d’istinto aveva estratto la pistola e aveva sparato. Gogarty si era giustificato dicendo che i colpi non erano rivolti a Joyce ma alla pantera. Ti sembra credibile? Neanche a Joyce. Infatti dopo quella notte, a 22 anni, quello che diventerà l’autore dell’Ulisse lasciò per sempre l’Irlanda e non vi farà mai più ritorno. Siamo arrivati al Fortyfoot. Il Settembrino scende delle scalette e, con il suo piumino, si ritrova in uno spogliatoio all’aperto con decine di persone in costume da bagno.
Fortyfoot (tradotto: quaranta piedi) si trova a circa cento metri dalla Torre ed è uno specchio d’acqua che, grazie a una sporgenza rocciosa che lo ripara, è profondo meno di quaranta piedi e per questo adatto per fare un bagno. Nel primo capitolo dell’Ulisse, dopo la colazione, Mulligan, Haines e Stephen raggiungono proprio il Fortyfoot. Superato lo spogliatoio il Settembrino si affaccia sulla Baia di Dublino e, guardando in basso, vede due uomini in canoa e una decina di persone che fanno il bagno.
Vuoi tuffarti? Da come sei vestito direi di no. Allora seguiamo il Settembrino lungo questa salita che ci porterà finalmente a destinazione. Eccola qui. Il Settembrino ha toccato la Torre Martello. Adesso tocca a te. Goditi questo momento. Stai toccando l’inizio dell’Ulisse, l’opera che ha cambiato per sempre la letteratura.
Puoi visitare il piccolo museo che sta dentro la Torre. È un museo inaugurato nel 1962 per volontà di Sylvia Beach, l’editrice dell’Ulisse. Adesso il museo è gestito da volontari. Dentro ci sono foto, carte e oggetti legati a Joyce: in particolare un 45 giri con l’unica registrazione che abbiamo della voce dello scrittore, la prima edizione dell’Ulisse, la sua chitarra, la sua valigia da viaggio, il bastone e altre lettere e cartoline autografe.
Inoltre c’è una ricostruzione dell’arredo della stanza in cui soggiornò Joyce e in cui Gogarty gli sparò.
Certo, io ti aspetto qui.