Innsbruck e Salisburgo al volo
A proposito di panini: una volta non vedevo l’ora di fermarmi ad un autogrill per gustarmi un panino con la mortadella, erano favolosi. Oggi non sono più gli stessi, non capisco come mai. Propongo la creazione di un “Comitato pro panini di una volta in autostrada”.
E’ l’ultima stazione italiana sul Brennero. Chiedo la targhetta che ti consente di viaggiare nelle autostrade austriache senza pagare, ma l’hanno finite. Mi dicono di acquistarle già in territorio austriaco, dove una volta c’era la frontiera.
Arrivato lì, grazie ad una segnaletica incomprensibile, finisco a destra in mezzo ad una fila di camion. . . Era la zona di scorrimento riservata ai mezzi pesanti. Panico. Un gentile camionista italiano mi dice di spostarmi perché mi trovo in una posizione pericolosa. Rischio, non posso fare altrimenti, non saprei dove comprare la famosa targhetta senza la quale, sulla base di segnalazioni di altri viaggiatori, rischieresti una multa salatissima. A cento all’ara, nonostante mi faccia male anche un ginocchio, mi precipito dentro l’ufficio. € 8,00 il costo della targhetta, l’attacco sul vetro anteriore e via verso Innsbruck.
Prima sorpresa: troviamo un casello e paghiamo altri 8,00 €. Ma non erano gratis le autostrade? Boh! Avanti, sono le 16,00 circa.
Dobbiamo raggiungere l’hotel Zach, in pieno centro, in Wilmen-Greil-Strasse. Grazie al nostro satellitare sull’auto non ci saranno problemi. Infatti comincia a dare i numeri e con lui noi.
Il mio istinto di “grande viaggiatore” mi suggerisce di uscire a Innsbruck sud. Scelta indovinata. Pochi minuti dopo ci troviamo in centro, dopo esserci lasciati alle spalle lo storico trampolino olimpico del salto con gli sci.
Abituati al caotico traffico delle nostre città, registriamo piacevolmente che qui sembra di essere in un altro mondo. Anche le auto si muovono a passo di valzer. Oserei chiamarlo un “traffico felice” che ci consente con calma di capire dove ci troviamo.
Quando si dice il caso! Altri punti si aggiungono al mio carnet di capogita: leggo un’indicazione HOTEL ZACH seguita da una freccia indicatoria. Applausi a scena aperta dei miei compagni di viaggio. Mi è sembrato che applaudissero anche alcuni austriaci fermi sul marciapiede.
Un minuto dopo siamo parcheggiati (in divieto di sosta) davanti all’hotel. Io aspetto in auto mentre Lara, Max e Maria portano dentro i bagagli e prendono i primi contatti. Poco dopo tornano: riferiscono che le camere sono spaziose e molto pulite. Con loro hanno la chiave del garage: parcheggio al coperto e custodito € 10,00 al giorno. Le camere invece, due doppie, con un’abbondante prima colazione, € 119,00 l’una, un po’ care per un tre stelle. Comunque siamo in pieno centro, a due passi dai vicoli e dalle storiche piazzette della città.
Abbiamo poco tempo da dedicare a d Innsbruck per cui ci immergiamo subito nella zona pedonale. Ed è proprio questa, a mio avviso, la caratteristica principale di questa città: respirarne l’aria, apprezzarne l’ordine, la pulizia, gli odori e lasciarsi trasportare.
Comprarsi quindi un cappello tirolese € 5,00 e via.
Caricate le macchine fotografiche e le telecamere e fissate nei vostri ricordi gli splendidi colori delle antiche case, del verde dei prati e del bianco della neve delle montagne circostanti. Fatevi immortalare davanti al Tettuccio d’oro che merita veramente una “visita riflessiva” e salite sulla Torre civica lì davanti: avrete una visione spettacolare di tutta la città da 50 mt. Di altezza.
Fa molto caldo. Per fortuna Lara aveva consigliato un abbigliamento a cipolla che è stato vincente: siamo passati dal maglione alle maniche corte. Brava Lara! Degna moglie del capogita.
Raggiungiamo il fiume Inn e nei pressi del ponte Inn Brucke notiamo, al fresco degli alberi, una specie di “Festa dell’Unità” anni ’60. Si tratta invece di una birreria-trattoria. Quattro birre fresche sono il degno coronamento per finire il pomeriggio.
Rientro in albergo, doccia e alle 21,00 cena.
Con € 80,00, compresa la mancia, abbiamo cenato a base di gulasch, dolci, birre e caffè. Il ristorante, Stiftskeller, si trova nella stradina che costeggia l’Hofburg lato Tettuccio d’oro.
Messaggio per i fumatori che farà imbestialire gli estensori e i sostenitori della legge contro il fumo: che meraviglia gustarsi una sigaretta a fine pasto comodamente seduti a tavola!! La mattina seguente, dopo aver visitato il duomo, volevamo fare un giro sulla funicolare Hungerburgbahn, che parte proprio dal centro per raggiungere i 2000 metri del Hungerburg, ma purtroppo è in fase di ammodernamento quindi chiusa per molti mesi a venire, almeno così ci hanno riferito.
Allora partiamo subito per Salisburgo. Sul satellitare dell’auto inseriamo, con un punta d’ironia, l’indirizzo: Nonntaler Hauptstrade n. 49. E’ lì che si trova la Pension Katrin che avevamo prenotato da casa, sito internet www.Pensionkatrin.At, € 85,00 matrimoniale più grande, € 75,00 matrimoniale più piccola, più prima colazione.
Questa volta il marchingegno parlante sull’auto funziona alla perfezione e raggiungiamo la nostra destinazione con grande facilità. Secondo Max sembra che il satellitare, una volta giunti, ci abbia mandato a quel paese, ma non è pronto a giurarlo.
La pensione la consiglio vivamente: una bella villetta immersa nel verde, con posto macchina; la signora Sandra Terler è gentilissima e parla un ottimo italiano; le camere è inutile descriverle, sono belle, nuove, pulite; la città si raggiunge a piedi, in alternativa c’è, a 50 mt., la fermata del bus il n. 5 che passa ogni 10 minuti; la signora noleggia gratuitamente anche delle biciclette, ma sono soltanto tre.
Sono le 17,00 circa. Una rinfrescata e siamo pronti. Acquistiamo la Salzburg card alla pensione € 20,00 per 24 ore.
Attenzione: fecendola corta noi avremmo speso € 48,00 a testa, visitando quello che abbiamo potuto vedere, è evidente che conviene farla, oltre al risparmio è comodissima.
All’unanimità, siccome siamo per la politica dell’alternanza, nominiamo Max comandante in capo del soggiorno a Salisburgo.
Si guadagna subito i galloni sul campo. Infatti raggiungiamo a piedi la città attraverso una spettacolare stradina panoramica, Festungsgasse, che passa proprio sotto la fortezza Hohensalzburg. Da indagini successive è emerso che il suggerimento a Max gli era stato dato dalla signora Sandra, ma gli perdoniamo questa innocente marachella.
Giunti alla fine della stradina troviamo la partenza della funivia: sono le ore 18,00. Timbriamo le Salzburg card e siamo al castello in un minuto. La vista sulla città dai bastioni, merita già da sola il viaggio a Salisburgo. Le sale interne però, dato l’orario, sono chiuse, peccato. Passeggiamo comunque dentro la fortezza che è davvero imponente: la più grande dell’Europa centrale.
Ridiscendiamo con la funivia al tramonto e passeggiamo per il centro. Qualche foto in Residenzplatz, alla fontana Residenzbrunnen, in Mozartplatz e siamo pronti per la cena.
Il ristorante, panoramico, economico, molto grande, con posti al chiuso e all’aperto, ci è stato consigliato dalla signora Sandra e si trova sulla Festungsgasse si chiama Stieglkeller. Abbiamo mangiato ottimo stinco di maiale, patate fritte e al forno. Prendete tutti i dolci che volete, soprattutto lo strudel che è ottimo, ma mi raccomando, non chiedete gli gnocchi di Salisburgo. Vinti dalla curiosità abbiamo ordinato una porzione di questo dolce € 11,00. Ce l’hanno portato a tavola in tre. Un ammasso di bianco d’uovo montato con panna, leggermente strinacchiato in crosta. Sgomenti, nell’ilarità generale, assistiamo immobili mentre lo tagliano e riempiono i piatti in mezzo ad un allucinante odore di frescume. E continua a crescere nel piatto. La montagnola che ho davanti mi impedisce di vedere Max seduto davanti a me. Mi immagino che cosa sarebbe successo se ne avessimo ordinato uno a testa, avrebbero parlato di noi per anni a Salisburgo. Non l’abbiamo nemmeno assaggiato. Paghiamo € 90,00 compresa la mancia e “Alien”.
Ritorniamo alla pensione a piedi attraverso la Festungsgasse: l’aria si riempie dei profumi della primavera, sotto di noi la città illuminata dalla luna: splendido.
Il giorno dopo abbondante prima colazione e via, questa volta con l’autobus, verso una giornata piena.
A questo punto potete scegliere l’itinerario che volete, a seconda dei gusti e preferenze. Se avete una guida e la Salzburg card, la città si visita anche in un giorno se non vi fermate a mangiare in un ristorante, ma vi accontentate di un hot dog, per altro buonissimi, che trovate a più di un chiosco in Alter Markt.
Posso segnalare alcune visite che a noi sono apparse più interessanti: il Mirabel con il cimitero lì vicino e , sempre nei pressi, la residenza della famiglia Mozart; il duomo, la cattedrale di San Peter, i saloni del Residenz. Non fatevi mancare una passeggiata nella Getreidegasse, ci sono un’infinità di insegne in ferro battuto che non hanno riscontri ma, se potete, non comprate niente, sono stupidate a prezzi esorbitanti e, soprattutto, perdereste tanto tempo.
Molto bravi sono i numerosi “musicisti di strada”. Mi raccomando lasciategli un contributo se lo meritano, come tutti i musicisti di strada del mondo. Se vi capita di fare un giro in barca sul fiume Salzach (40 minuti), tanto con la Salzburg card non pagate il biglietto, avrete una panoramica della città che non è niente male. Noi l’abbiamo fatto, ma attenzione al mal di mare: prima di attraccare hanno pensato bene di fare con la barca, a tempo di musica, alcuni giri di valzer proprio al centro del fiume. Io, che non ho mai imparato a ballare il liscio perché mi gira la testa, ho dovuto minacciare il comandante che avrei raggiunto la riva a nuoto se non avesse smesso. Ha continuato! Una volta raggiunto il molo, sorretto da Lara, ho visto, senza ombra di dubbio, W.Amadeus Mozart che intonava alcune note tratte dal Flauto Magico, seduto su una panchina del lungofiume.
Nel tardo pomeriggio raggiungete il quartiere di Mulln (quartiere a nord) e cenate alla Augustiner bier. Si tratta di una straordinaria birreria ricavata da un vecchio convento. Fatevi un a bella grigliata mista con patate fritte, crauti e annaffiate il tutto con un bel boccale di birra… è divina e i prezzi sono popolari.
Al ritorno fate, a piedi, il lungofiume che è ciclabile e pedonale. E’ bellissimo e la città che si accende, vista da quella parte, è molto suggestiva. Foto e riprese a volontà.
Per il ritorno in Italia abbiamo optato per il Friuli via Villach. Strada meno trafficata e più veloce del Brennero. L’abbiamo indovinata. Prima di raggiungere il confine abbiamo pagato un decina di Euro di pedaggio. Ma non erano gratis le autostrade austriache? Boh!! Ciao, a presto.