In Spagna tra la capitale e la costa

Madrid, un po’ di Mancha e Valencia
Scritto da: Modasa
in spagna tra la capitale e la costa
Partenza il: 19/06/2013
Ritorno il: 30/06/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
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Madrid, un po’ di Mancha e Valencia (19 – 30 giugno 2013)

Che sudata… anche stavolta ce l’abbiamo fatta a preparare tutto anche se di “corsissima”. Si parte alla vola di Azzano San Paolo (BG), la signora Barbara (B&B Barbara www.bbbarbaraairport.com) ci aspetta, sono le 21 di mercoledì 19 giugno, abbiamo chiuso casa e cenato dalla nonna, speriamo di arrivare prima di mezzanotte. Alla fine è meglio andare a dormire nei pressi dell’aeroporto (tra l’altro per 85 € abbiamo la stanza, la colazione, il parcheggio e il passaggio andata e ritorno dall’aeroporto), l’aereo domattina parte alle 9:55 ma tra viaggio, parcheggio, eventuali imprevisti e traffico milanese è meglio non rischiare. Arriviamo intorno alla mezzanotte (dopo 20 minuti abbondanti di coda a Milano alle 11 di sera!) al B&B, giusto il tempo per farci vedere la camera (che è ricavata in taverna nell’interrato, molto spaziosa ma un po’ claustrofobica) e si va a nanna.

Giovedì 20 giugno

Sveglia intorno alle 8, facciamo colazione da Barbara che poi ci carica sulla sua multipla verde per portarci all’aeroporto che dista circa un km da casa sua. Facciamo il check-in e partiamo puntuali con un 737-800 della Ryanair alla volta di Madrid dove atterriamo verso mezzogiorno. Ritiriamo i bagagli e, dopo avere chiamato Diana, la padrona di casa, andiamo con la metropolitana (5 € a testa) verso l’appartamento che abbiamo prenotato (Calle Amparo nº 74, 4º B, www.madridmadrid.eu). Impieghiamo circa 30 minuti per arrivare alla stazione Lavapies dalla quale la casa dista solo 5 minuti. L’appartamento è molto carino, pulito e confortevole, ha l’aria condizionata ed è attrezzato di tutto, si trova in una zona recuperata dopo anni di abbandono, ci vivono molte comunità straniere ma sembra tutto tranquillo. Diana ci dà le istruzioni del caso, paghiamo i 255 € dell’affitto (64 € a notte) e ci impossessiamo della dimora. Mentre Sara e Monica mangiano i panini comprati a Bergamo, io scendo a fare un po’ di spesa per la colazione e mi prendo qualcosa da mangiare nel supermercato che c’è proprio qui vicini, in faccia alla fermata della metro. Un veloce riposino e usciamo. Acquistiamo i carnet da 10 biglietti per la metro (12,20 € l’uno) e andiamo alla Puerta del Sol (1 fermata), l’ombelico di Madrid, dove c’è sempre un fiume di gente, di artisti di strada, di figuranti, di gente che chiede soldi e di compro oro che promuovono i loro servizi. Passeggiando verso il Palazzo Reale ci dirigiamo alla famosissima Chocolateria de San Ginés dove gustiamo i churros con la cioccolata calda (fuori ci sono 35 gradi!), saranno anche parte della tradizione ma non ci fanno impazzire! Passiamo davanti al Teatro Reale e ci fermiamo un po’ nei giardini di Plaza de Oriente che è contornata da bellissimi edifici e da ristoranti per turisti. Rientriamo verso il centro percorrendo Calle Mayor e ci fermiamo in Plaza de la Villa, è considerata la piazza più antica della città. In epoca medievale ospitava il mercato cittadino, fino al trasferimento del Municipio di Madrid nel palazzo Casa de la Villa. L’edificio venne costruito alla fine del XVII secolo su progetto dell’architetto Juan Gòmez de Mora per ospitare fin da subito il Consiglio della Città. Il colonnato di stile toscano è opera dell’architetto reale Juan de Villanueva. I due edifici più antichi sono Casa de Cisneros e Casa de los Lujanes, e costituiscono i massimi esempi di “gotico-mudéjar” che ancora si conservano nella capitale. Per cena ci fidiamo della guida e cerchiamo Casa Labra (Calle de Tetuán, 12) un locale tradizionale, molto antico e spartano, ceniamo (stuzzichiamo…) a base di tapas molto buone e a buon prezzo (20 €). Facciamo un giretto in Plaza Mayor e poi riprendiamo la metro per tornare a casa, come prima giornata non c’è male, siamo stanchissimi.

Venerdì 21 giugno

Sveglia con calma, siamo in vacanza, colazione e siamo in giro. Scendiamo a Sol e andiamo a visitare la Catedral de la Almudena, non prima di avere fatto una sosta nel bellissimo Mercado de San Miguel con spuntino a base di micro salamini. La cattedrale di Madrid, che immaginavamo bellissima e sfarzosissima, ci delude abbastanza, è molto cupa e gli affreschi e le decorazioni sono degli anni ’90. Costruita sul finire del XIX secolo, sui resti dell’antica chiesa di Santa María la Mayor, fu eretta per onorare la Madonna patrona di Madrid. Nel 1883 si pose la prima pietra di questo monumento, situato in uno dei punti più belli della città. Nel 1911 la cripta fu aperta al culto; tuttavia la costruzione rimase interrotta fino al termine della Guerra Civile, quando fu affidata agli architetti Fernando Chueca Goitia e Carlos Sidro, i quali diedero un impulso definitivo ai lavori. Poi, finalmente, nel 1983 la Cattedrale fu consacrata al culto. Molto bello invece il panorama che si gode dalla cupola (6/4 €), un ottima veduta di tutta la città, con il cielo terso di oggi è veramente uno spettacolo. Scendiamo dalla cupola ed entriamo a Palazzo Reale (10/5 €), facciamo una visita veloce perché il palazzo è immenso, si parla di 2800 stanze e Sara è già un po’ annoiata. Costruito nel XVIII secolo, per volontà di Filippo V, sul terreno dove precedentemente sorgeva l’antico Alcazar, già castello musulmano. I lavori avviati da Sacchetti nel 1738 si conclusero nel 1764. Sabatini realizzò l’ala sud-est e la grande scalinata o scala d’onore. La pianta è quadrata con un grande cortile centrale, al quale si accede dalla porta del Principe, situata sul lato orientale dell’edificio. La classificazione di questo edificio è ancora dibattuta e mentre alcuni autori propendono per il barocco, altri lo inquadrano in uno stile neoclassico. Al suo interno ci sono dipinti di Velázquez, Goya, Rubens, El Greco e Caravaggio. Siamo un po’ stanchi e par mangiare decidiamo di tornare al Mercato de San Miguel. Facciamo la caccia agli sgabelli e andiamo nei diversi banchi a rifornirci di piattini, a parte la paella che è mediocre, tutto il resto è molto buono (35 €). Dopo pranzo torniamo nella zona della residenza reale per fare un giretto nei Giardini Sabatini che però sono in parte chiusi per l’allestimento di un grande palco. Passeggiando arriviamo in Plaza de España per vedere la grande fontana dedicata a Cervantes e le statue di Don Chisciotte e Sancho Panza. Dalla piazza prendiamo la metro e rientriamo a casa per una doccia e un riposino in vista della cena. Andiamo a mangiare a La casa del Abuelo (Calle Núñez De Arce, 5), un locale molto decantato dalla Lonely Planet in cui pare si mangino i migliori gamberi di Madrid. Mangiamo in maniera mediocre e spendiamo molto (65 €), peccato, qui in giro ci sono molti locali pieni di gente e con l’aria di essere migliori, noi invece abbiamo cenato quasi da soli nel locale. Una passeggiata digestiva per le viuzze di questo quartiere molto carino e frequentato, l’immancabile tappa in Plaza Mayor richiesta da Sara che si è innamorata di questo posto e torniamo alla base per il meritato riposo.

Sabato 22 giugno

Facciamo colazione e usciamo, prendiamo la metro fino a Callao e poi cerchiamo il Monasterio de las Descalzas Reales (7/4 €), un antico monastero di monache di clausura, dell’ordine delle clarisse, fondato nel 1559 da Giovanna d’Austria. La visita è molto interessante anche se Sara si annoia un po’, ci sono decine di cappelle votive con belle opere d’arte quali statue, quadri e sculture e una grande sala con arazzi fiamminghi realizzati su cartoni di Rubens. Usciti dal monastero imbocchiamo la Gran Via che percorriamo ammirando i bellissimi palazzi costruiti ai suoi lati. Passeggiamo poi in Calle de Alcalà fino ad arrivare in Piazza Cibeles dove ammiriamo la bellissima fontana dedicata alla dea greca stessa e poi saliamo al mirador (4/2,5 €), la terrazza panoramica del Palacio de Comunicaciones, attuale sede del Comune di Madrid. La vista è bella anche se non spettacolare come quella goduta dalla cupola della cattedrale. Scendiamo e pranziamo allo Starbucks Coffee sul Paseo del Prado (25 €). Dopo pranzo entriamo nel Parque del Retiro, fa molto caldo ma il parco è bellissimo nonché immenso e molto variegato oltre che ben tenuto. Naturalmente affittiamo una barca (7,5 €) e facciamo un giretto nel laghetto artificiale dove Sara si diverte molto remando e dando da mangiare alle papere e alle enormi carpe che lo popolano. Dopo un riposino e una bibita fresca rientriamo a casa, abbiamo ancora delle cose da vedere nel parco ma le vedremo un altro giorno. Per cena ci facciamo di nuovo tentare dalla guida e torniamo nel quartiere di Huertas (come ieri sera), stavolta entriamo da Casa Alberto (Calle del Las Huertas, 18), un austero,elegante e formale ristorante con annessa taperia. dove però mangiamo abbastanza bene anche se spendiamo abbastanza (66 €). Dopo cena facciamo una passeggiata nella zona della Puerta del Sol, prendiamo un gelato riprendiamo la metro a Callao per tornare a casa.

Domenica 23 giugno

A piedi raggiungiamo la via de El Rastro, il famoso mercato delle pulci madrileno, pieno di gente (dicono anche di borseggiatori) e di banchetti. Non sembra un vero mercato delle pulci o forse col tempo è cambiato, è più una lunga fila di bancarelle che vendono cianfrusaglie cinesi, articoli di pelletteria di provenienza mediorientale, sono rarissimi i banchi veramente interessanti. In uno di questi ultimi compriamo una bella litografia di Don Chisciotte con lo sfondo dei mulini a vento, ma a parte qualche regalino per gli amici non troviamo niente di interessante. Ci spostiamo nel quartiere de La Latina e visitiamo la Basilica Reale di San Francesco il Grande, opera classicista del XVIII secolo, fu costruita su un antico convento che, secondo la leggenda, fu fondato dallo stesso San Francesco d’Assisi nel XIII secolo. Il re Carlo III ordinò la costruzione di questo nuovo tempioe. Dalla facciata verticale, l’esterno dell’edificio spicca per la sua immensa cupola di 33 metri di diametro. All’interno, invece, risaltano le tele decorative di prestigiosi pittori tra cui Francisco de Goya. Per pranzare cerchiamo un posto nei dintorni, ci sono molti locali carini ma tanti sono ancora chiusi (gli orari dei madrileni non coincidono con i nostri e soprattutto con quelli di Sara) e quelli aperti fanno solo tapas in piedi, alla fine ci fermiamo a La Cava de Yllan (Calle Cava Baja, 16) un posto abbastanza carino e appetitoso ma finiamo per mangiare in maniera mediocre (23 €). Dopo pranzo passeggiamo in questo bel quartiere e vediamo la Iglesia de San Andrés e l’omonima piazza per poi spostarci nuovamente verso Palazzo Reale e la zona della Puerta del Sol dove finalmente (sono 2 giorni che le faccio il filo!) entriamo nella pasticceria La Mallorchina (9,2 €) e ci pappiamo il tanto agognato tronquito de nata, un fantastico dolce fatto con una sfoglia di pan di spagna ripieno di panna montata, sublime! Invece la tanto decantata horchata ci lascia indifferenti. Torniamo a casa per riposarci un poco e poi torniamo nel quartiere La Latina per cena. Purtroppo però c’è molta gente e molto casino e non si trovano posti che abbiano tavoli a sedere, la maggior parte sono taperie. Posti molto carini e invitanti ma non troppo adatti a Sara. Torniamo quindi a mangiare al Mercado de San Miguel dove, dopo la solita caccia agli sgabelli mangiamo assaggiando i piattini di diversi banchetti (30 €), la solita passeggiata con tappa in Plaza Mayor e si va casa per la nanna.

lunedì 24 giugno

Oggi torniamo al Parque del Retiro per vedere le zone che non abbiamo visto l’altro giorno, il Palacio de Cristal, la Fuente de la Alcachofa, la Fuente del Ángel Caído e il Bosque de los Ausentes e il monumento commemorativo alle 191 vittime degli attentati del 3 aprile 2004 alla stazione di Atocha. Purtroppo non riusciamo a vedere La Rosaleda in quanto è nella parte del parco che oggi è chiusa per una cerimonia militare. Usciti dal Parco andiamo a vedere la Stazione di Atocha, cerchiamo l’ufficio della Europca dove domani ritireremo la macchina a noleggio e visitiamo l’interno della stazione in cui è stato creato un giardino tropicale con centinaia di piante e un laghetto con le tartarughe. Pranziamo da McDonald’s di fronte alla stazione (18 €). Dopo pranzo entriamo a visitare il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia (8/0 €), visto che non siamo appassionati di musei abbiamo optato per questo invece del Prado attratti soprattutto da Guernica di Pablo Picasso che in effetti si rivela essere molto interessante e di grande impatto oltre che di grandi dimensioni. Il dipinto è stato realizzato dopo il bombardamento aereo della città omonima durante la guerra civile spagnola da parte della tedesca Luftwaffe il 26 aprile 1937. Ci sono molte altre opere di Mirò, Dalì, Warhol e molti altri e una interessante sezione sulla stampa e la satira durante la dittatura di Francisco Franco. Purtroppo la parte delle opere più recenti, dagli anni ’50 in poi, non è nelle nostre corde e decidiamo di saltarla e di uscire. Prima di rientrare a casa è d’obbligo l’ultima sosta alla pasticceria La Mallorchina per l’ultimo dolce madrileno. Per cena torniamo nel quartiere la Huertas ma la scelta non è delle migliori e cade sulla Taberna La Fragua de Vulcano (Calle Alvarez Gato, 9), un posto per turisti abbastanza economico (38 €), senza infamia e senza lode, speriamo di rifarci altrove, Madrid non ci ha soddisfatto nel mangiare, probabilmente non abbiamo fatto buone scelte. Un’ultima passeggiata e si va a nanna.

Martedì 25 giugno

Oggi sveglia presto, si parte per Toledo e poi Consuegra. Facciamo colazione, lasciamo le chiavi sul tavolo secondo le istruzioni di Diana e prendiamo la metro per la stazione di Atocha, dobbiamo essere all’ufficio della Europcar per le 8,30. Arriviamo abbastanza puntuali e al noleggio ci propongono una Fiat 500 rossa fiammante (98,50 € per due giorni più 30 € di seggiolino tramite il broker www.rentalcars.com, molto più economico del fornitore), Monica e Sara sono molto contente, in effetti si rivelerà una buona macchina, molto confortevole. Partiamo alla volta di Toledo (75 Km) dove arriviamo dopo circa un’ora di strada. Parcheggiamo nei pressi delle scale mobili che salgono al centro storico, fa un caldo allucinante anche se l’aria è molto secca e non si suda quasi. Toledo, la sua imponente cattedrale e i suoi vicoletti sono veramente un gioiellino. Per prima cosa visitiamo la Catedral Primada de Santa Maria de Toledo (8/11 con salita al campanile/0 €), edificata tra il 1226, durante il regno di Ferdinando III, e il 1493, che è considerata il capolavoro dello stile gotico in Spagna. In effetti è bellissima, la cosa che mi ha colpito maggiormente è il Transparente, un complesso scultoreo in marmo e alabastro situato proprio alle spalle dell’altare maggiore. Costruito in modo da illuminare il tabernacolo sul lato opposto, aprendo un oculo che facesse penetrare la luce fin sul tabernacolo; a sua volta questo oculo riceve una potente illuminazione dagli abbaini e dalle finestre che l’architetto Tomé realizzò nei muri della parte superiore dell’abside. Notevoli anche l’organo, il coro, l’altare maggiore con le sue pale e il tesoro della cattedrale. Io e Sara saliamo sul campanile, si gode una splendida vista di Toledo rovinata però un poco dalle grate alle finestre. Usciamo dalla chiesa che si è fatta ora di pranzo, gironzoliamo un po’ sotto il sole a picco fino a che ci fermiamo da Bu Terraza (Corralillo de San Miguel), sulla terrazza panoramica sopra il fiume Tago. Mangiamo abbastanza bene (19 €) anche se eravamo un po’ prevenuti ritenendolo un posto acchiappa-turisti. Ci riposiamo un po’ e apprendiamo dal proprietario che il caldo infernale di oggi corrisponde ad una giornata “fresca” per Toledo, infatti di solito siamo sui 40 gradi ed oggi “solo” a 35! Proseguiamo la visita della città andando alla Sinagoga del Tránsito, con questo nome si conosce popolarmente la sinagoga di Samuel ha-Levi, l’esempio più importante di arte ispano-ebraica. Costruita nel XIV secolo, è decorata da elementi in stile mudejar, bei motivi geometrici e floreali, e iscrizioni arabe ed ebraiche. Gli interni sono molto belli e ben conservati e sono stati recentemente restaurati. Sulla via del ritorno ci fermiamo a comprare qualche pezzo del famoso marzapane di Toledo da regalare e anche qualche assaggio per noi. Recuperiamo la macchina nel parcheggio (11,8 €) e prendiamo la strada che costeggia il Tago per avere una vista panoramica della città e scattare qualche bella foto e poi ci mettiamo in viaggio alla volta di Consuegra (65 km), il paesaggio della Mancha è molto desertico, ma a zone completamente brulle si alternano colline e pianure coltivate a vite (ad alberello) ed ulivi a perdita d’occhio. Arriviamo a Consuegra intorno alle 18,30 e cerchiamo il nostro albergo, l’Hotel Rural La Vida de Antes (Calle Colón, 2), un posticino davvero splendido (88 € compresa la colazione), una vecchia casa agricola trasformata in hotel conservando un fascino di altri tempi. Peccato che la città sia quasi spettrale e non ci sia niente di bello a parte i famosi mulini a vento che pare abbiano ispirato Cervantes nel Don Chisciotte, d’altronde noi siamo qui per vedere quelli! Già dalla finestra della nostra grande camera si gode un panorama spettacolare sulla collina che ospita i mulini. Usciamo quasi subito per andare a vederli e fare qualche foto, il sole è ancora molto forte e caldo anche se è basso nel cielo e proietta un luce particolare. Le strutture sono in parte restaurate, il castello è in fase di restauro (peccato per l’enorme gru in primo piano), il colpo d’occhio superbo. Scendiamo dalla collina e andiamo nel “centro” del paese a cercare un ristorante, che desolazione….. alla fine optiamo per Taperia Gaudy (Plus Ultra, 7B), un locale “fighetto” e un po’ pretenzioso per il luogo. Mangiamo così così (43,6 €) e poi rientriamo in albergo per la nanna, non che ci sia altro da fare!

Mercoledì 26 giugno

Facciamo una super colazione e poi lasciamo l’hotel, prendiamo la macchina e saliamo nuovamente alla collina dei mulini per una vista e qualche foto con il sole del mattino. Poi ci rimettiamo in macchina alla volta di Cuenca (200 km) il paesaggio man mano che ci avviciniamo cambia e le pianure desertiche lasciano il posto a boschi e colline molto più verdi. Parcheggiamo ai piedi del centro storico della città e saliamo verso la piazza della cattedrale, la cittadina è molto carina e fa molto meno caldo dei giorni precedenti. La scelta cade sul Restaurante San Juan Plaza Mayor sulla piazza principale, è un posto per turisti a menù fisso ma con 20 € mangiamo abbastanza bene un pranzo completo, primo, contorno e dolce, bevande comprese! Dopo pranzo vediamo le famose Casas Colgadas, note anche come case appese o pensili. In passato era frequente questa caratteristica architettonica sul bordo orientale della città vecchia, di fronte alla foce del fiume Huécar, anche se oggi ne rimane solo qualcuna. Le più note formano un gruppo di tre con balconi in legno. Queste case devono il loro nome per i balconi a sbalzo, ma sono attaccati alla struttura portante da tiranti interni. Sono state utilizzate come abitazioni per uso privato e Municipio, ma ora sono sede di un ristorante e del Museo di Arte Astratta Spagnola. Poi prendiamo il bus per arrivare nella parte più alta di Cuenca nella zona del castello da cui si gode una bella vista della città.

Scendiamo a piedi a recuperare la macchina, paghiamo il parcheggio (6,1 €) e ci mettiamo in auto alla volta di Valencia (210 km). Il viaggio è buono, ci fermiamo un paio di volte per fare benzina (in Spagna costa 1,45 € al litro e in tutto il nostro viaggio non abbiamo mai pagato l’autostrada!) e arriviamo a destinazione intorno alle 19,30. Trovare la stazione Joaquin Sorolla non è semplice nemmeno col navigatore e dobbiamo fare due giri per entrare nel parcheggio Europcar e restituire la macchina. Cerchiamo un taxi (4,75 €) che ci porti nel centro storico al Blue Moon Apartments (Calle Portal del Valldigna, 8), un residence fresco di ristrutturazione dove abbiamo affittato un appartamento (72 € a notte). L’appartamento è molto carino e molto ben attrezzato, in posizione centralissima (un po’ rumoroso la notte per la movida). Mentre le mie donne si riposano io esco a cercare un supermercato per fare un po’ di spesa. Una doccia e usciamo subito per cena dato che è già tardi. Poco distante dall’appartamento troviamo la Taberna Jamon Jamon (Carrer de la Bosseria, 36) un posto tipico, piccolino ma molto accogliente con una grande varietà di tapas, montaditos e piatti tradizionali (indimenticabile la frittura di puntillas, calamari piccolissimi). Mangiamo molto bene spendendo il giusto (33 €) serviti da un simpatico ragazzo che parlotta un po’ di italiano. Facciamo una breve passeggiata prima di andare a letto e abbiamo la sensazione di essere in una città molto diversa da Madrid, molto meno caotica e più vivibile.

Giovedì 27 giugno

Facciamo colazione in appartamento e poi usciamo per andare fuori dal centro storico (che non è servito dalla metro, solo da un paio di bus) a prendere l’autobus 95 per andare al bioparco (11,7 € il biglietto da tre giorni per tutti i mezzi urbani). Dopo circa 15 minuti siamo arrivati ed entriamo al Bioparc Valencia (23,8/18 €) dall’esterno la struttura sembra un po’ trascurata e non promette molto ma ne abbiamo tanto sentito parlare…. In effetti è bellissimo! Si tratta di un parco con animali di concezione moderna, senza gabbie e recinti ma solo barriere naturali o vetri nei punti dove il pubblico può entrare in contatto diretto con gli animali più pericolosi. Il tutto realizzato nella parte occidentale dell’immenso parco che la città di Valencia ha realizzato nell’ex letto del fiume Turia, deviato negli anni ’50 dopo una esondazione drammatica. Molte le ambientazioni affascinanti, quella dei fenicotteri, degli scimpanzé, dei leopardi (in versione “classica” e in versione nera), degli elefanti, degli ippopotami, delle giraffe (c’è n’è anche una piccolina che è un amore), delle zebre e così via. Ma le due installazioni che ci rimarranno sempre nel cuore sono l’area Madagascar e l’area gorilla. La prima con le sue sette specie di bellissimi lemuri, liberi di avvicinarsi e di osservare i visitatori. Ad evitare contatti ci pensano i guardiani che impediscono ai visitatori di toccare gli animali perché per farlo basterebbe allungare la mano, tant’è che uno di loro, incuriosito dal peluche a lui somigliante portato in braccio da Sara (Re Julien), è stato più volte sul punto di saltarle in braccio! Avremmo voluto stare per sempre in loro compagnia! L’altra zona è quella dei gorilla e dei cercopitechi (dispettosissimi questi ultimi, sbeffeggiano gli enormi gorilla e poi scappano a gambe levate). Il pezzo forte è Ebo, un cucciolo di gorilla nato il 26 ottobre 2012 che gioca intorno alla madre e da questa viene trasportato appeso ad una gamba mentre il padre mangia le foglie dei rami che gli inservienti gli gettano o si batte i pugni sul petto, come nei film di Tarzan. A parte la sosta pranzo in stile fast food (12 €) e qualche acquisto al negozio di souvenir, passiamo la giornata ad ammirare gli animali. Nel tardo pomeriggio torniamo a casa sempre con il bus 95 per un riposino prima di uscire a cena. Dopo avere inutilmente cercato un locale segnalato dalla guida, decidiamo di tornare da Jamon Jamon e anche questa sera mangiamo molto bene (42 €). Facciamo un giretto notturno nel centro storico e poi torniamo a casa per vedere la fine della Partita Italia-Spagna della Confederation Cup, anche questa volta ci dice male, perdiamo 6 a 7 ai rigori.

Venerdì 28 giugno

Oggi dedichiamo la giornata alla visita della città, il centro storico di Valencia non è molto grande e ce lo giriamo con calma. Per prima visitiamo la cattedrale e saliamo tutti e tre sul campanile (2/1 €), si gode una bella vista a 360 gradi su cui spicca la città delle arti e della scienza. Ci facciamo tentare nuovamente dall’assaggio dell’horchata ma nemmeno questa volta ci soddisfa. Bello invece il Mercado Central che comprende quasi 400 banchi, coinvolgendo nell’attività giornaliera 1.500 persone ed è il più grande centro d’Europa dedicato alle specialità di prodotti freschi. Ci sono banchi strabordanti di prociutti e salumi, di carni di tutti i tipi e di pesce i cui prezzi sono estremamente bassi. Per pranzo accontentiamo Sara portandola da McDonald’s (6 €) mentre io e Monica mangiamo qualche tapas (18 €) in un locale carino nei pressi della Plaza Redonda (“el clot”, il buco per i valenciani). Dopo pranzo visitiamo la Lonja de la Seda, il palazzo dell’antico mercato/borsa della seta (2/1 €). Si tratta di uno degli edifici più caratteristici della città, oltre ad essere uno dei più famosi monumenti appartenenti al gotico civile che si possa trovare in Europa ed è stata dichiarata dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Passeggiamo poi in direzione della Plaza del Ayuntamiento, la piazza centrale del borgo antico di Valencia, dove oggi ha sede il municipio, bella la sua fontana e gli edifici barocchi che la contornano, tra i quali il Palazzo delle Poste e il Palazzo del Comune, un edificio degli inizi del XX secolo con una torre centrale fiancheggiato da torrioni circolari. Finiamo la passeggiata davanti alla Stazione Nord che si trova di fianco alla Plaza de Toros e prendiamo il bus 5 che fa un giro tutto intorno al centro storico per tornare a casa. Ci riposiamo un po’, ci cambiamo e prendiamo la metro (linea 4) fino alla zona delle spiagge. C’è molto vento che alza la sabbia e il mare è agitato, come avevamo letto la spiaggia di Valencia è molto profonda e di sabbia fine ma il mare non è particolarmente bello. Arriviamo nella zona dei ristoranti specializzati in paella a la valenciana ma è ancora presto, così prendiamo il bus e andiamo nella zona del porto della America’s Cup. Ci sono le basi dei vari team che hanno disputato le regate del 2010, Luna Rossa, Team New Zealand, Shosholoza ecc., ma è tutto in abbandono; si vede che come succede spesso, evidentemente non solo in Italia, non si riescono a riutilizzare le cose costruite per eventi specifici. Torniamo nella zona della spiaggia e entriamo da La Marcelina (Paseo Neptuno, 8), eravamo indecisi tra questo e Pepica, la guida li consigliava entrambi, ma questo ha aperto prima! Il locale è un po’ antico ed austero come il cameriere, la paella è cucinata in molti modo diversi, noi optiamo per quella classica. Che dire…….. non è che ci abbia entusiasmato, è un po’ secca ed attaccata alla pentola (ma è così che deve essere rigorosamente) e non è niente di eccezionale, speravamo in qualcosa di molto più gustoso, pazienza, per domani abbiamo già in mente di rifarci da Jamon Jamon per l’ultima cena in terra di Spagna. Per riprendere la metro e tornare a casa ci tocca fare una lunga scarpinata, ma alla fine arriviamo alla fermata.

Sabato 29 giugno

Prendiamo il bus 95 per raggiungere la Ciudad de las Artes y las Ciencias, il centro ludico-culturale famoso per le sue caratteristiche architettoniche e per la sua immensa capacità di divertire, insegnare ed emozionare. Ha un’estensione di quasi due chilometri sull’antico letto del fiume Turia ed una superficie di 350.000 metri quadri. L’architettura riveste un ruolo fondamentale grazie al lavoro di due architetti spagnoli di fama internazionale che proprio qui hanno realizzato le loro opere migliori: il valenciano Santiago Calatrava, ideatore del Palazzo delle Arti Regina Sofia, dell’Emisfero, del Museo delle Scienze Principe Felipe, dell’Umbracle e dell’ Ágora, e Félix Candela, ideatore delle singolari coperture degli edifici principali dell’Oceanografico. Noi visitiamo l’Oceanogràfic (27,9/21 €), un modernissimo parco marino con una enorme la varietà di specie presenti (circa 500) per un totale di 45.000 esemplari in un’area di circa 100.000 m². Il complesso è diviso in zone che riproducono gli ambienti marini più disparati presenti sulla Terra. Una delle parti più suggestive è un tunnel sottomarino della lunghezza di 70 metri dove si vedono pesci di ogni tipo compresi i temutissimi squali. Naturalmente non possono mancare il delfinario con il suo sempre affascinante spettacolo, i leoni marini, le foche, i beluga, i pinguini e una enorme voliera sferica con degli uccelli coloratissimi tra cui il bellissimo Ibis Scarlatto. Tra una visita e l’altra ci concediamo una sosta per il pranzo in uno dei fast food del parco (25 €) e nel pomeriggio riprendiamo il bus 95 per tornare in centro, fare le ultime compere e una bella merenda, anche se i dolci di Madrid rimangono ineguagliabili. Rientrando a casa passiamo a prenotare il ristorante, è sabato, c’è molta gente in giro e non vogliamo sorprese. Dopo esserci riposati un pochino e avere fatto prenotare un taxi per domattina per andare in aeroporto, usciamo e ceniamo nuovamente da Jamon Jamon, inutile dire che ci affezioniamo molto ai posti dove mangiamo bene e tendiamo a rimanere fedeli invece di sperimentare nuove soluzioni. Ci facciamo un po’ prendere al mano ed ordiniamo più di quanto vorremmo mangiare e anche il conto ne risente (57,9 €), tutto buono come al solito. Una passeggiata nel centro storico e poi si va a nanna.

Domenica 30 giugno

Sveglia alle 6,30, colazione e alle 7,15, puntualissimo, arriva il nostro taxi che in una ventina di minuti ci porta in aeroporto (17,5 €). Il volo Ryanair per Bergamo parte alle 8,55 e intorno alle 11 siamo già fuori dal terminal ad aspettare (3 minuti di orologio) la signora Barbara che ci accompagna a casa sua a recuperare la macchina per tornare ad Albenga.



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