In Giappone tra Kyoto e Tokyo
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COSTI:
Costo totale della vacanza: € 3.500 in due, tutto incluso fino all’ultima monetina di yen!
Nel dettaglio:
Costo volo: Alitalia + KLM in due € 1.382,02 (prenotato il 21 marzo. Considerate che i prezzi variavano anche di € 300 se impostavo un a/r su Narita oppure arrivo a Narita e partenza da Osaka! Questo è il prezzo migliore che ho ottenuto dopo lunghe ricerche.
Pernottamento per due: 5 notti a Kyoto, Monterey hotel € 452 + 5 notti a Tokyo, Shinjuku Granbell hotel € 478
Il Giappone è caro? Absolutely not! Sfatiamo il mito del Giappone che è un viaggio dai prezzi proibitivi. Lo era una volta quando il cambio era sfavorevole e lo è ancora oggi se si fa tramite agenzie viaggi. E’ decisamente meno costoso di un viaggio negli USA o di una settimana a ferragosto a Formentera. E’ possibile trovare voli a 600 euro a/r, metro e autobus costano come da noi, di ingressi non si spende molto e, infine, se si ha un minimo di spirito di adattamento si mangia divinamente spendendo una sciocchezza: in due abbiamo speso un media di 10 € a pranzo e 20 € a cena!
HOTEL
Anche gli hotel li abbiamo prenotati a marzo. Vedendo che la scelta non era molta ci siamo affrettati. L’idea era di stare sotto gli 80 euro a notte e, pretendendo di stare in zone centrali e ben collegate con i mezzi di trasporto. Non è stato affatto semplice, con quella cifra erano rimaste solo topaie! Pur essendo in largo anticipo erano già poche le strutture ancora disponibili, forse perché era periodo di festività nazionale (l’Obon)! Alla fine abbiamo trovato le due strutture menzionate sopra a circa € 90 a notte, tute e due con solo pernottamento; la colazione veniva circa € 10 a persona, una follia, specialmente se pensi che non è una colazione all’italiana! La struttura di Kyoto era super scontata (50%) perché era l’ultima camera rimasta con Agoda mentre per Tokyo, prenotato con Expedia, era scontato del 15% e, aveva un prezzo più abbordabile rispetto alla media, perché è situato nella zona di Kabukicho (quartiere con locali a luci rosse, ma comunque per nulla pericoloso).
Detto questo consiglio di verificare i prezzi degli hotel su Tripadvisor, mettendo le date propone i prezzi dei vari Booking, Expedia, Agoda & co.e potrebbero capitarvi botte di fortuna come è successo a noi con l’hotel di Kyoto.
Se non avete grandi pretese e volete risparmiare stando in zone centrali tenete in considerazione la catena Toyoko Inn.
Quartieri: a Kyoto eravamo a Karasuma-dori, egregiamente collegato con metro e autobus mentre per la sera, per raggiungere Gion, ci impiegavamo un quarto d’ora. A Tokyo eravamo a Shinjuku, quartiere altrettanto ben collegato con le due linee metro, yamanote line e treni e, proprio per tale motivo, le stazioni erano super affollare!
Le zone consigliate sono il quartiere Gion per Kyoto e, per quanto riguarda Tokyo, il quartiere Shinjuku e Shibuya (zone moderne e frenetiche, centralissime e ben collegate con i trasporti) oppure Ueno e Asakusa (sono zone tradizionali/antiche, dove si respira un’aria più rilassata, ma gli alloggi hanno prezzi più elevati).
CLIMA IN AGOSTO
Parlo subito del clima! Avevo letto e stra-riletto che il Giappone in agosto è una fornace. Memore di un viaggio in Thailandia nello stesso periodo, preceduto da terrorismo psicologico circa il clima, pensavamo di potercela cavare. Tra integratori, fiumi di acqua, tappe al fresco dei negozi e ristoranti ce la caveremo, infondo siamo giovani (30 anni) e sportivi, chi ci ammazza?! Beh, non c’è stato giorno in cui non ci siamo pentiti di non aver dato retta a chi ci diceva che era da evitare. Durante il giorno la media dei gradi si aggirava sui 32, molto meno che in Italia se vogliamo vedere, ma il problema è l’afa, l’effetto sauna + bagno turco messi insieme. Dalle 8 della mattina alle 6 di sera sudavi come una fontana. Uscivi dall’hotel, attraversavi la strada e già ti prendeva un desiderio di rientrare per farti una doccia. Va da se che un caldo del genere ti condiziona in tutto e per tutto, ti innervosisce e ti toglie le forze. La sera invece, diversamente dalle torride giornate Bresciane di luglio, si stava divinamente! Considerate però che, le due settimane dopo il nostro rientro, c’è stato brutto tempo con pioggia e drastico calo delle temperature, idem quasi tutto agosto 2014! Quindi, come da noi, non ci si può fidare del clima! In 10 giorni abbiamo trovato una mattina di pioggia a Kyoto e un pomeriggio di pioggia a Tokyo.
TRASPORTI – COME MUOVERSI
Altro capitolo che mi aveva agitata durante l’organizzazione sono proprio i trasporti. Ebbene sì, ero meno terrorizzata lo scorso anno dei leoni in Sudafrica che quest’anno della linea metro di Tokyo!
Andiamo per gradi: una delle prime parole che leggerete quando sarete alla ricerca di info sul Giappone sarà “JRP” che è l’acronimo del Japan rail pass, un pass che vi permette di utilizzare una serie di mezzi di trasporto in Giappone per 7 o 14 giorni. Non entro nel dettaglio perché ci sono un’infinità di siti che ne parlano. Consiglio: prima di acquistarlo, dato che sembra indispensabile a detta di molti, stabilite un itinerario. Nel nostro caso, se lo avessimo acquistato, avremmo buttato via un sacco di soldi e ci saremmo trovati vincolati ad utilizzare a Tokyo la Yamanote line invece delle metro che erano più a portata di mano. Considerate però che noi siamo arrivati all’aeroporto di Osaka e siamo ripartiti da quello di Narita, già se avessimo dovuto fare a/r in treno per la tratta Tokyo-Kyoto sarebbe stato più conveniente!
Con il dovuto anticipo mi ero apprestata a fare calcoli dei trasporti su siti come Hyperdia, a confrontarli con Google Maps, a trovare stazioni più vicine all’hotel e con meno cambi, a scoprire escamotage su vari forum e blog di viaggi. Stavo impazzendo perché volevo contenere i costi e ottimizzare i tempi. Ora, a conti fatti, non acquistare questo JRP posso confermare che ci ha fatto risparmiare un sacco di soldi!
Essendo senza questo JRP avevamo carta bianca sui mezzi da utilizzare, e qua mi sono davvero “esaurita”!! Mille opzioni, mille stazioni, mille linee. Una magari conveniva in termini di tempo, l’altra in termini di costi.
Dopo questo lavoraccio possiamo dire di non aver avuto il minimo intoppo o la minima difficoltà.
Nelle stazioni abbiamo trovato quasi sempre cartelli anche in inglese (diversamente dai ristoranti e siti turistici, dove non esiste traslitterazione!) ma dovete tenere conto che, i mille cartelli che ci sono, non sono tutti anche in inglese. Potreste trovare in fondo alla parete una mappa, arrivare davanti, e scoprire che quella è solo in Giapponese. I vari addetti sono molto disponibili ma non sempre il loro inglese è comprensibile.
Ciò che vi consiglio quindi è: cercare i mezzi di trasporto esatti dal vostro hotel alle varie destinazioni, cercare l’uscita metro esatta (un’uscita piuttosto che un’altra potrebbe costarvi km!) e, per la prenotazione dei treni, stamparvi dal sito Hyperdia l’opzione prescelta da mostrare all’addetto del ticket office. Altra cosa che ho fatto, sempre per contenere le spese, è stato di valutare giornalmente se conveniva acquistare i biglietti giornalieri autobus/metro.
TRENI
– Acquisto biglietti: Per noi turisti non possono essere acquistati on-line. I biglietti per viaggi di breve distanza so che possono essere acquistati anche presso i distributori automatici, mentre le tratte a lunga percorrenza possono essere acquistati presso le biglietterie nelle stazioni.
– Quando acquistarli: per non saper né leggere né scrivere abbiamo prenotato con qualche giorno di anticipo sia il treno da Kyoto a Tokyo che il Narita express che collega Tokyo con l’aeroporto di Narita. Dicono di prenotare con anticipo i treni specialmente se viaggiate durante il weekend, noi viaggiavamo durante l’Obon e non abbiamo voluto rischiare.
– Posto a sedere: sui treni locali non è possibile effettuare la prenotazione mentre alcuni treni hanno la prenotazione opzionale (hanno delle carrozze per chi decide di non farla, es. Haruka dall’aeroporto di Osaka a Kyoto) e per alcuni treni, es. Narita Express, la prenotazione del posto a sedere è obbligatoria.
N.B.: considerate che con il JRP la prenotazione dei posti è gratuita.
Sito utile per i treni (e anche metro) è Hyperdia, potete cercare percorsi, tariffe e orari. http://www.hyperdia.com/ scaricatevi anche l’app, se non erro funziona anche offline.
Da HyperDia, per fare le valutazioni sulla convenienza del JRP, dovete togliere flag Nozomi/Mizuho, Airplane e Airport Shuttle Bus. Nelle proposte è indicato il numero dei cambiamenti “transfer”.
La classe, “seat fee”, è così divisa: “Green seat” è l’equivalente della prima classe, “reserved seat” seconda classe e “unreserved seat”, il più economico ma con il rischio di non trovare un posto a sedere.
AUTOBUS A KYOTO
A Kyoto si utilizzano molto di più gli autobus della metro.
– Non è necessario acquistare prima il biglietto, lo si fa a bordo.
– Circolano di solito dalle 6.00 alle 22.30.
– Si sale dal centro/dietro e si scende da davanti
– Quando scendete dovete pagare l’esatto ammontare in monete (sopra al conducente c’è uno schermo che indica le varie tariffe) inserendole nella macchinetta vicino al conducente. Di fianco alla macchinetta per pagare ce n’è una che cambia i soldi: cambiate prima di arrivare la fermata così da non far perdere tempo al momento di scendere.
– Se si è utilizzato una scheda/carta prepagata (suica, pasmo, icoca), bisogna inserirla nel lettore di schede. La tariffa viene visualizzata sul display vicino all’uscita.
Sito utile: http://www.giapponepertutti.it/citta/kyoto/autobus_kyoto.html
METRO A KYOTO: Le linee sono due: Karasuma Line (verde) e Tozai Line (rossa). Si incrociano alla stazione “Karasuma Oike”.
PASS GIORNALIERI A KYOTO:
Non valgono 24 ore ma valgono fino alla mezzanotte del giorno di acquisto. Non si possono caricare sulle IC card.
I pass per l’autobus si acquistano direttamente dal conducente dell’autobus mentre quelli per la metro agli sportelli automatici.
Le opzioni sono 3:
–Kyoto City Bus & Kyoto Bus One-Day Pass: costa 500 yen (ogni singola corsa sarebbe 230y), viaggi illimitati sugli autobus. Se la zona non è inclusa ci si adegua prima di scendere. La prima volta che scendete dovrete inserirlo nella macchinetta posta vicino all’autista, questa stamperà la data di convalida dell’abbonamento. Per tutte le volte successive basterà mostrare la data sulla tessera all’autista prima di scendere.
–Kyoto City Subway One-day Pass: 600 yen, viaggi illimitati sulle metro Karasuma Line & Tozai Line
–Kyoto Sightseeing One and Two-day Pass Card a 1200 yen per 1 giorno o per 2 giorni a 2000 yen, pass per tutti i Kyoto city bus + metro
Dall’aeroporto Kansai a Kyoto:
Il più veloce servizio è effettuato dalla JR è il treno “Haruka“, con frequenze ogni mezz’ora. Arriva a Kyoto in 70 minuti (3500 yen). I posti sono riservati, è anche possibile prendere dei biglietti per posti non riservati (rischiando di rimanere in piedi) pagando qualcosa meno. Noi abbiamo scelto questo.
Altra opzione è con l’autobus “limousine bus”, impiega 100-130 minuti e costa 2550 yen. Ha di positivo che, avendo i bagagli al seguito, sei più comodo ma non ti porta direttamente al tuo hotel, si ferma in determinati punti della città.
L’alternativa economica per raggiungere Kyoto è prendere la JR Airport line fino a Osaka station e li prendere la JR Kyoto line per Kyoto station (totale dall’aeroporto circa 100 minuti, 1740 yen).
Siti utili trasporti a Kyoto:
Trasporti Kyoto: https://www.japan-rail-pass.it/giappone-in-treno/consigli-di-viaggio/come-spostarsi-a-kyoto
Orari e info bus e metro Kyoto : http://www.city.kyoto.jp/koho/eng/access/transport.html
METRO A TOKYO
Per leggere le mappe dovete considerare che la lettera e il colore rappresentano la linea della metropolitana e il numero indica la stazione.
I gestori delle principali linee sono la Tokyo Metro Line, caratterizzata dalla “M” bianca su sfondo azzurro e gestisce 9 linee della metropolitana; la Toei invece gestisce 4 linee ed è rappresentata da una specie di ombrello verde, che è poi il simbolo del governo metropolitano di Tokyo.
Oltre a queste due linee metropolitane, c’è anche la linea JR Yamanote che segue un tragitto circolare, passando dalle zone principali. Questa linea è inclusa nel Japan Rail Pass, se lo avete non dovrete fare nessun biglietto, ma mostrare solo il pass al controllore.
I biglietti della metro hanno un prezzo variabile in base ai Km che dovete percorrere, quelli della Tokyo Metro, per esempio, vanno da un minimo di 170 yen a un massimo di 310 yen. Ovviamente, durante un tragitto che prevede cambi, conviene economicamente utilizzare metro della stessa compagnia (logicamente non sempre è fattibile).
PASS GIORNALIERI A TOKYO
Come per quelli di Kyoto: non si possono caricare sulle IC card, sono validi fino a mezzanotte e si possono acquistare in quasi tutte le stazioni, presso gli sportelli automatici o in biglietteria. Ecco le 3 opzioni:
– Tokyo metro 1 Day Open Ticket: 710 yen
– Common one day ticket Tokyo Metro + Toei subway: 1000 yen
– Tokyo Combination Ticket: 1590 yen. Permette di utilizzare tutte le linee (nell’area metropolitana di Tokyo) della Tokyo Metro, della Toei, della JR, Toden, Tobus (eccetto gli autobus “special late-night” e bus con pochi posti a sedere), tutte le linee della tratta Nippori/Toneri.
Da Tokyo a aeroporto Narita: Due compagnie ferroviarie operano collegamenti tra l’aeroporto di Narita e la città di Tokyo: la JR East e la Keisei railways.
– Lo Skyliner della Keisei railways è attualmente l’alternativa più veloce in assoluto per raggiungere una stazione “centrale” di Tokyo, effettua due sole fermate: Nippori station (40 minuti) e Ueno station (45 minuti), entrambe stazioni servite dalla Yamanote line e alcune linee di metro, quindi molto comode. Il biglietto costa 2470 yen (2200 se lo acquisti via web) e vi è un treno ogni mezz’ora. I posti sono riservati.
– Altra opzione è il Narita Express , che abbiamo utilizzato noi, parte/arriva dalla stazione di Shinjuku o quella di Tokyo, collega l’aeroporto di Narita in 55 minuti.
Badate bene alle info che trovate in giro. a partire dal 14 marzo 2015 la promozione “N’EX Tokyo Direct Ticket” è stata sostituita da una nuova promozione, chiamata “NEX Tokyo Round Trip Ticket”: le condizioni saranno le stesse della precedente, con la differenza che il biglietto sarà di andata e ritorno e il prezzo salirà a 4000 yen. Ora l’unico modo per acquistare un biglietto di sola andata con il Narita Express sarà quello di pagarlo a prezzo pieno.
Il costo del biglietto singolo costa circa 3220 Yen fino a Tokyo Station e 3190 Yen fino a Shinjuku.
– Il Limousine bus ¥ 3100, durata viaggio 85/115 minuti, comodo se la fermata è vicina al vs hotel.
– Ia JR Sobu line è l’alternativa della JR, molto più economica, con frequenze abbastanza scarse (più o meno una partenza ogni ora). Una sorta di servizio ferroviario metropolitano, identificato come JR Sobu line Rapid Service, che effettua numerose fermate e arriva a Tokyo station in circa 90 minuti per soli 1320 yen. I posti non sono riservati.
Siti utili trasporti a Tokyo:
Https://www.japan-rail-pass.it/giappone-in-treno/consigli-di-viaggio/come-spostarsi-a-tokyo
Sito ufficiale della metro dove potete calcolare le tariffe: http://www.tokyometro.jp/en/index.html scaricatevi anche l’app, se non erro funziona anche offline.
IC CARD (Suica, Pasmo, ICOCA)
Si tratta di schede prepagate ricaricabili per viaggiare sui trasporti. Semplicemente vi evitano di dover fare il biglietto ogni volta che vi spostate. Viene scalato il prezzo intero del singolo biglietto.
Ai tornelli la card va passata al posto del biglietto, invece che inserirla la strisciate sul sensore.
Sullo schermo dei tornelli (o nelle macchinette da dove la ricaricate) leggerete il credito residuo.
Costano 2000 yen (di cui 1500 di credito e 500 di cauzione). Potrete utilizzarle per metro, treni JR East, autobus, negozi col logo Pasmo/Suica e nei vari distributori automatici di bevande.
Quando viene restituita la carta, il deposito di ¥ 500 viene restituito con qualsiasi importo residuo.
Mi pare di ricordare che vi è una tassa di 220 yen per restituire una carta, che viene detratto dal totale. Erano così carine che le abbiamo conservate!
A differenza di altre città non è possibile caricare su queste tessere i biglietti giornalieri.
Dove acquistare e caricare Suica: nelle stazioni ai JR Ticket Offices e nei Travel Service Centers.
Può essere caricata quante volte si vuole da un minimo di 1.000 a un massimo di 20.000 ¥ presso i distributori automatici, solo con i contanti.
Noi abbiamo scelto la ICOCA per via del pacchetto ICOCA & HARUKA (L’Haruka è il treno che dal Kansai Airport porta a Kyoto e a Osaka). Costa 4060 yen a/r o 3030 yen solo andata; si può acquistare nella stazione dell’aeroporto Kansai presentando il passaporto e biglietto aereo di ritorno (a me non l’hanno chiesto).
ICOCA & HARUKA è un insieme scontato contenente un ICOCA IC card (con un credito di ¥ 1,500 + 500 deposito) e un biglietto ridotto per il Kansai Airport Express “HARUKA” senza posto a sedere prenotato; il biglietto del treno vale il giorno di acquisto nel caso di acquisto “solo andata” e 14 giorni nel caso di acquisto “a/r”.
N.B.: la ICOCA viene venduta solo a Kyoto ma l’ho utilizzata ovunque anche a Tokyo.
SOLDI:
Noi abbiamo preso gli YEN in Italia. Siamo partiti con 100.000,00 yen, l’equivalente di 700 euro circa. Per qualche ristorante e per la prenotazione dei treni abbiamo usato la carta di credito mentre per il resto solo i contanti, quindi, non abbiamo esperienze diretti circa i prelievi agli ATM con carte di credito e bancomat.
Leggevo che lo yen negli anni ha subito abbastanza oscillazioni, passando da un tasso di cambio molto favorevole (1 euro = 170 yen è stato il massimo raggiunto negli ultimi anni) ad uno molto sfavorevole ( 1 euro = 100 yen). Durante il nostro viaggio 1 euro corrispondeva a 137 yen.
Il pagamento con carte di credito non è diffuso. In piccoli ristoranti e piccoli esercizi commerciali accettano solo contanti.
La maggior parte dei bancomat non consente prelievi con carte straniere. Trovate bancomat per il prelievo presso gli uffici postali nei conbini 7-Eleven e negli sportelli CityBank e Seven Bank. La commissione dipende dalla vostra banca e alcune hanno anche una percentuale sul tasso di cambio.
Prima di partire ricordatevi di farvi abilitare l’operatività del bancomat per prelevare all’estero!
CHIAMATE / CELLULARE:
In Giappone funzionano i cellulari con rete 3G o 4G.
Chiamare un numero telefonico giapponese mentre siete in Giappone: potete usare una scheda telefonica per telefonate nazionali o semplicemente i gettoni. Le cabine telefoniche si trovano ovunque, non preoccupatevi. Ce ne sono nelle stazioni e praticamente in ogni strada. Quelle verdi sono x chiamate nazionali, quelle grigie anche internazionali.
Chiamare il Giappone dall’Italia: il numero da comporre è 0081, seguito dal prefisso (senza lo zero iniziale) e dal numero che si intende raggiungere.
Chiamare l’Italia dal Giappone: il numero da comporre è 01039, seguito dal prefisso (incluso lo zero iniziale) e dal numero che si intende raggiungere.
Il wifi è ancora poco diffuso ma negli hotel c’era e funzionava alla grande. Con il wifi degli hotel ho fatto chiamate sia tramite Skype che WhatsApp e Messenger di Facebook.
SIM dati della “Visitor SIM B Mobile”:
Lode all’inventore, un giorno troverete la sua statua vicino a quella di Haciko 😉
E’ la sim giapponese solo dati (quindi solo internet e niente chiamate e sms) che ti semplifica la vacanza: avendo la connessione si possono utilizzare tutte le app del caso (per i percorsi e trasporti oltre al traduttore in caso di necessità). Vi garantisco che senza di essa, o meglio, senza google maps, avremmo visto la metà delle cose, anzi, saremmo ancora dispersi in qualche uscita metro o a qualche attraversamento pedonale!
Si può scegliere tra due opzioni: – 1 GB massimo di traffico da usare in 14 gg alla velocità massima disponibile – oppure con traffico illimitato ma molto più lente (300 kbps di velocità di massima) sempre per 14 gg.
Tutte e due costano 3,980 – € 30 circa. Io ho scelto la prima, l’ho stra-usta per 10 giorni (eccetto in hotel che usavo il wifi) e mi erano avanzati 700 gb!
Le loro sim sono acquistabili in qualsiasi Yodobashi camera e si occupa il commesso di attivarle oppure, come nel nostro caso, si possono ordinare online (da tre a massimo 10 giorni prima) e te la spediscono in hotel senza costi aggiuntivi. Fico, no?!
Il mio cellulare è un samsung galaxy gt i8260, non compariva nella loro lista dei dispositivi compatibili, ma funzionava comunque. Già perché non è detto che – non so per quale motivo – funzioni con tutti i cellulari!
Questo è il sito http://www.bmobile.ne.jp/english/product.html e qua spiegano bene http://www.italiajapan.net/b-mobile/
APP UTILI
Hyperdia ne ho parlato nella sezione treni. Si può scaricare solo quando si è in Giappone. Io, dopo ricerche sul web, sono riuscita a scaricarla da qua.
Arukumachi KYOTO a seconda del posto in cui ci si trova e della meta impostata ti propone i bus da prendere e a Kyoto i rispettivi orari. Non funziona off line.
Tokyo metro calcola il percorso ottimale in metro, il tempo e il costo .
Google translate: per tradurre e sentire la pronuncia. E’ possibile scaricare determinate lingue da gestire offline.
Che non ho scaricato ma mi ero appuntata:
Tokyo city guide e Kyoto city guide trovano ristoranti, alberghi, luoghi d’interesse, negozi nelle vicinanze del punto in cui ci trova o in tutta la città. La guida ti fornirà le indicazioni precise per raggiungere il luogo scelto e non solo, ad aiutarti a decidere ci saranno tutte le recensioni degli utenti di TA. Oppure se hai una mezza giornata libera e non hai idee sul da farsi la guida ti viene in aiuto mostrandoti cosa c’è di interessante intorno a te.
MapsWithMe è possibile cercare l’indirizzo e hanno l’itinerario calcolato per voi. Si può pre-caricare le mappe sul dispositivo prima di uscire di casa e non avrete bisogno di connessione dati.
ATTRAZIONI
Tre appunti importanti:
1) Non è semplice reperire gli orari e i costi degli ingressi dei vari siti d’interesse. Per quanto riguarda i templi diciamo che gli orari di apertura vanno generalmente dalle 9 alle 17 (decisamente prestissimo!) e il costo degli ingressi mediamente va dai 300 a 600 yen. Il sito più aggiornato e completo in questi termini è http://www.japan-guide.com/ segnala anche quando ci sono lavori di ristrutturazione.
2) Se contattate tramite e-mail l’Ente Nazionale del Turismo Giapponese (JNTO) vi invieranno gratuitamente dei depliant informativi
3) Con il dovuto anticipo è possibile contattare delle free guide, (guida gratuita alla quale va pagato il trasporto e cibo) http://tokyofreeguide.com/modules/en/index.php?content_id=2
SITI UTILI
Ne avrei a bizzeffe ma cerco di contenermi, i siti più completi e esaustivi sono https://zugojapan.wordpress.com/
Http://www.sognandoilgiappone.com/
Http://www.marcotogni.it/
Prima di intraprendere l’organizzazione di un viaggio in Giappone vi consiglio di leggere queste impressioni di viaggio, rendono perfettamente l’idea di ciò che resta più impresso!
Http://machedavvero.it/2010/05/quello-che-rimane-di-tokyo/#
Http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/selvaggia-lucarelli-dispersa-giappone-quella-non-dare-nome-107487.htm scritto da Selvaggia Lucarelli, era lì gli stessi nostri giorni!
CIBO
Uno va in Giappone pensando di fare ingestione di sushi, sashimi e ramen. Niente di più sbagliato! Penso di aver contato più ristoranti giapponesi qua a Brescia che in 10 giorni in Giappone!
Da grandi amanti della cucina italiana e da grandissimi schizzinosi possiamo dirvi che abbiamo mangiato 9 volte su 10 veramente bene!
Ecco qualche piatto tipico/nome che mi ero segnata:
Donburi: E’ un piatto di riso bianco con adagiati sopra vari ingredienti. Quando trovate un piatto che finisce con “don” è di solito donburi. Per esempio ten-don è il donburi con la tempura, sashimi-don è il donburi con sashimi (pesce crudo), unagi-don cioè con anguilla, ecc.
Miso zuppa: zuppa calda il cui ingrediente principale è il miso, cioè una pasta fatta con soia fermentata che viene sciolta in un brodo di pesce chiamato dashi.
Okonomiyaki: frittata, che si può fare con tantissimi ingredienti
Omuraisu: Omelette ripiena di riso saltato con condimenti vari (sugo, carne, funghi….)
Soba: tagliatelle di grano saraceno, servite con vari condimenti. Il piatto standard è la kake soba, ossia soba in brodo
Tempura: frittura fatta con una pastella molto leggera. Gli ingredienti principali sono verdure e gamberoni.
Takoyaki: Sono delle polpette fatte con una pastella ed all’interno pezzi di polipo.
Tonkatsu: cotoletta di maiale, servita con cavolo cappuccio
Udon: sono una varietà di noodles preparati con farina integrale di grano
Unagi: anguilla
Yakiniku: carne grigliata
Yakitori: spiedini di pollo alla griglia
Yakisoba: spaghetti di grano saraceno
DIARIO DI VIAGGIO
Bene, veniamo al dunque:
Domenica 9 agosto
Partiamo da Linate, facendo scalo a Amsterdam, in direzione Kansai airport di Osaka, l’aeroporto più utilizzato per raggiungere Kyoto. Solo quasi due ore sulla prima tratta e 11 sulla seconda. Ripercorro con la mente in maniera ossessiva compulsiva se ho preso tutto e se ho cercato tutte le informazioni necessarie per il viaggio e, tra un discreto pasto, un paio di film e i pianti strazianti di una bimba in fasce, riesco a sonnecchiare un po’. Per mio marito, nonostante l’overdose di melatonina, nulla da fare.
Lunedì 10 agosto
Alle 08.35 atterriamo a Osaka e ci attende una lunga fila ai controlli immigrazione. Seguiamo i cartelli per la stazione e, finalmente, mettiamo fuori il naso, pocaccialamiseriaccia che forno!! Troviamo subito un ufficio che riporta il logo JR e ho il mio primo contatto con una giapponesina. Acquisto due Hicoca&Haruka a 3030 yen l’una e, già che ci siamo, i biglietti per il treno Shinkansen per Tokyo a 13,800 yen l’uno.
Ora dobbiamo aspettare il treno per più di un’ora e poi un’altra ora abbondante di viaggio per raggiungere Kyoto station, poi, dopo aver strisciato per la prima volta la nostra bellissima icoca, prendiamo la metro e raggiungiamo l’hotel. Con grande gioia lo troviamo senza difficoltà, ci danno la camera subito nonostante il checkin fosse alle 15, ci consegnano la SIM che avevo ordinato (beh, temevo non arrivasse, gli avevo scritto l’indirizzo di consegna con non solo quale criterio!) e ci dicono pure che per noi hanno riservato una camera king nonostante avessimo prenotato la standard. Wow! Peccato che per quei due metri quadrati in più hanno messo un letto matrimoniale che sembravano 4 insieme! Dopo la fase del “come diamine apro la valigia” testiamo la più geniale invenzione giapponese (il washlet!), facciamo una doccia rigenerante e poi un bel riposino. Le ore di viaggio e le 7 ore di fuso orario si fanno sentire!
Pronti, partenza, via! Verso le 17 ci incamminiamo a piedi al nishiki market. E’ un mercato semi coperto dove si può trovare di tutto, soprattutto cibi, salse e spezie, dolcetti, tè e coltellerie. Notiamo subito che è tutto scritto esclusivamente in giapponese, quindi, di fronte a certi cibi incomprensibili, adiamo a intuito e di forte immaginazione. Tanto per dirne una: ci sono dolci che non capiamo se sono dolci perché sembrano oggetti in legno! Avevo letto che nel mese di agosto, per via della calura, era da evitare. Mica vero, molti negozietti (che sono aperti) avevano l’aria condizionata, quindi, camminando adiacenti alle bancarelle, non abbiamo patito caldo.
Considerate che generalmente i negozi sono aperti dalle 9:00 alle 18:00 e chiudono di solito il mercoledì o la domenica.
Camminiamo senza meta, lasciandoci trasportare dalla nostra curiosità, arriviamo a Teramachi dori, altro tratto semi coperto / no afa zone. Qua ci sono un sacco di negozi di diverso genere oltre a ristoranti, 1000 yen shop e parafarmacie. Queste parafarmacie meriterebbero una capitolo a parte, mi limito a reindirizzarvi qua http://ilgiapponedidaniela.blogspot.it/2011/04/il-paese-dei-balocchi-la-parafarmacia.html
Essendosi fatta l’ora di cena ci dirigiamo in zona Gion. Da Shijo dori arriviamo al ponte sul fiume Kamo e qua si accende il nostro stupore e l’entusiasmo. Scendiamo a passeggiare lungo il fiume e troviamo un sacco di persone sdraiate sul prato, altre che immergono i piedi nell’acqua, giovani coppiette con abiti locali e sopra di noi delle palafitte il legno che ospitano dei ristoranti. Cominciamo alla caccia con il ristorante percorrendo Pontochō (parallela al percorso del fiume Kamo). Pontochō è un vicolo lungo e stretto, con locali e ristoranti uno dietro l’altro, alcuni con veranda sul fiume. Respirando la vera atmosfera giapponese cerchiamo disperatamente un ristorante che abbia fuori un menù in inglese. Ci infiliamo in uno che faceva prevalentemente tempura e, una volta entrati, scopriamo con grande gioia che è uno di quei posti dove si mangia su un tavolino basso tenendo le gambe incrociate. Ceniamo appunto a base di tempura e con una sorta di sformato con melanzane. Tralasciando i dolori alle ginocchia e schiena, niente male la nostra prima cena! Stanchi stanchissimi torniamo in hotel per una profonda dormita.
MARTEDì 11 – Quartiere di Higashiyama
Facciamo colazione in camera, non inteso come servizio in camera: la facciamo seduti su di un angolino del letto con un piede nel trolley e l’altro sotto il comodino. La colazione intercontinentale in hotel sarebbe costata 2,600 Yen = 19 euro al giorno, non ho nemmeno voluto indagare se il prezzo fosse a persona o a camera! Eccetto 3 o 4 colazioni da Starbucks e Cafè veloce siamo andati di succo e biscotti acquistati al 7/11 (uno dei tanti convenience store presenti)…del resto non potevamo passare tutte le mattine a soffiare per un’ora sul cappuccino rovente come lava!
Prendiamo il bus 207 dalla fermata a Shijo Dori. Cerchiamo di comunicare con l’autista chiedendogli il ticket giornaliero per gli autobus. Lui inizia a scuotere la testa e a fare croci con le braccia. Alle tante, non so come, intuisce e tira fuori questi maledetti bigliettini!
Scendiamo alla fermata Kiyomizu-michi, da lì una lieve salita di 10 minuti per poi arrivare al Tempio Kiyomizu-Dera. Davvero di grande effetto, visto dal lato dove sbuca tra il verde poi… è qualcosa di indescrivibile.
Questo tempio fu fondato nel lontano 798, mentre gli edifici attuali risalgono al 1633 e rimane associato alla setta Hosso, una delle più antiche sette del buddismo giapponese. Sotto la terrazza si può gustare l’acqua di sorgente (che dà il nome al tempio), si dice abbia poteri di guarigione. Dietro la sala principale del Kyomizudera si trova il Santuario Jishu, un santuario dedicato alla dea dell’amore. Di fronte al santuario ci sono due rocce, collocate diversi metri l’una dall’altra. Riuscire a raggiungere una roccia partendo dall’altra con gli occhi chiusi, si dice porti fortuna in amore. Ah… ecco perché ogni tanto qualcuno ci scontrava!
In questi paraggi mi ero segnata anche di vedere la Yasaka Pagoda ma tra il caldo e lo sciame di turisti… ci è sfuggita!
Proseguiamo percorrendo Ninen–zaka e Sannen-Zaka che sono due vie molto belle da percorrere in discesa perché regalano dei bellissimi scatti fotografici. In questa strada ci sono sale da thè e tanti negozi di artigianato.
Arriviamo così al Kodaiji Temple, un tempio buddista zen, appartenente alla setta Rinzai. Come ogni tempio zen che si rispetti, anche questo è circondato da meravigliosi giardini, tra cui un giardino di roccia da fare invidia al ben più noto Ryoanji! Ce lo godiamo tranquilli e beati, senza la ressa dei turisti.
Proseguiamo verso il Maruyama park spegniamo il navigatore appena ci sembra di intravederlo. Gravissimo errore, così facendo siamo finiti erroneamente al cimitero e, per potercene rendere conto, abbiamo camminato per circa 500 metri sotto il sole cocente!
Finalmente arriviamo al parco e ci fermiamo subito in un chiosco per pranzare. Chiedo al barista cosa contenesse in vegetarian rice, e lui, mi risponde “chicken”…va beh, piuttosto scuoti la testa e fammi le X con le braccia come l’autista di questa mattina!
Passeggiando nel parco e incontriamo due bellissime ragazze in abiti locali, quindi, ci improvvisiamo paparazzi. Il parco è ad ingresso libero, sempre aperto, ed è famoso per i suoi alberi di ciliegio in primavera. A est, attaccato al parco, si trova il famoso Yasaka shrine anch’esso gratis e sempre aperto. Ci sono centinaia di lanterne bianche che pubblicizzano gli esercizi commerciali che hanno offerto fondi e trovano i loro indirizzi su una lanterna a loro dedicata. L’abbiamo visto anche di sera con le lanterne accese e poche anime…diventa un posto magico.
Stanchi e sudici cerchiamo un autobus e torniamo in hotel.
Tempo di riprenderci un po’ e usciamo. Entriamo in un centro commerciale sulla Shijo dori e, senza accorgercene, perdiamo un sacco di tempo. Scopriamo tante cose perfettamente inutili ma che potrebbero diventare indispensabili. Tra una mantellina da pioggia per qualsiasi cosa/persona/animale, tra biro colorate di tutte le sfumature possibili e immaginabili e tra maschere viso che sembrano maschere di carnevale, finalmente usciamo!
Veniamo attirati da una statua di un bimbo con il cane che gli tira i pantaloni, ci avviciniamo e scopriamo che è un locale di okonomyaki dove fanno esclusivamente okonomyaki! Il posto si chiama “Issen Yoshoku” e, fortunatamente, arriviamo giusto in tempo prima della formazione di una fila chilometrica! Il locale è troppo carino e quella sorta di pancake salato con dentro de ogni è una goduria per le nostre papille gustative!
Passeggiamo entrando in qualche negozietto di souvenir e raggiungiamo di nuovo lo Yasaka shrine, come dicevo prima, la sera merita veramente. Qua si conclude il nostro primo giorno effettivo in Giappone.
MERCOLEDì 12 – Nara:
Oggi raggiungeremo Nara, per farlo dobbiamo andare in metro alla stazione di Kyoto e da lì prenderemo la JR Nara Line a 710 yen. Il treno è molto obsoleto, non si capisce nemmeno più il colore dei sedili, ma comunque pulito, come sempre e ovunque in questa nazione.
Durante questa ora di viaggio ci divertiamo a scrutare i personaggi. No so come mai ma sui mezzi di trasporto siamo quasi sempre gli unici turisti presenti! Tutti o dormono o smanettano con il cellulare. Sempre! Mi piacerebbe scrivere un capitolo a parte su quelli che dormono in treno e metro. Abbiamo visto anche gente dormire in piedi, proprio come i cavalli, senza essere attaccati da nessuna parte!
Arriviamo a Nara e alla stazione prendiamo 2 daily ticket bus a 500 yen l’uno. La città potrebbe anche essere girata tutta a piedi ma con l’autobus si ottimizzano i tempi e si risparmia in sudore!
Decidiamo di tralasciare uno dei più importanti templi, il Kofukuji; è in fase di restauro quindi non si può godere di tutto il suo splendore.
Con l’autobus andiamo in zona Yoshikien garden ovvero un giardino – gratuito ai turisti – costituito da tre differenti parti : un giardino con laghetto, un giardino di muschio e un giardino per la cerimonia del thè. Ripieghiamo in questa visita al posto del noto Isuien garden perché avevo letto che era chiuso durante l’Obon. Peccato che dopo ci siamo passati davanti e invece era aperto!
Da qua, sempre a piedi, ci dirigiamo al Tempio Todaiji, antico tempio buddista costruito circa 1300 anni fa ed al suo interno si trova la statua di Buddha in bronzo più grande del mondo (14 metri). Ci vediamo costretti a confrontarlo con le varie statue di Buddha viste in Thailandia e questa, purtroppo, non regge il confronto con nessuna.
Ci fermiamo un bel po’ fuori dal tempio e ci divertiamo a scattare foto ai cervi e a cercare di capire i gusti di granite che vendono a un baldacchino.
Next stop: Santuario Kasuga Taisha nella speranza di trovare un autobus che ci porti in zona…arriviamo all’ingresso! La location è davvero mistica. E’ santuario shintoista di rosso dipinto e si trova dopo un lungo percorso in una fitta vegetazione e bellissime lanterne in pietra dalle quali sbucano i cervi! A Nara pare ce ne siano 1200 e sono diventati un simbolo della città, nello shintoismo il cervo è considerato un messaggero degli dei.
Essendosi fatta ora di pranzo decidiamo di recarci a Naramachi, quartiere commerciale rimasto come un tempo con case tradizionali, ristoranti e negozietti. Prendiamo l’autobus ed è l’autista a indicarci a quale fermata scendere. Bene: deserto dei tartari e non c’è un filo di ombra nemmeno a pagarla. Girovaghiamo alla ricerca di esseri umani, alla parola: “excuse me” uno fugge in bici, l’altro finge di non sentirci e un altro ancora ci guarda attonito e scuote la testa! Proseguiamo tra le vie in maniera casuale fino a trovare un piccolo santuario che ci conferma di essere proprio a Naramachi, le “anime” iniziano a aumentare e troviamo addirittura un vigile al quale chiedere se siamo davvero a Naramachi ma, soprattutto, dove se magnaaa!!! Lui non capisce l’inglese ma, come si suol dire, si fai in 4! Ci chiede di restare lì e si precipita in un negozio di medicina tradizionale giapponese dal quale esce insieme a lui un ragazzo, gli esponiamo il quesito e ci chiede a sua volta di restare lì. In quegli istanti ci chiediamo in cosa consiste questa medicina tradizionale giapponese e ci immaginiamo già con aghi infilati in ogni dove e a bere siero di serpente! Alle tante arriva con una penna e una bellissima cartina, scritta in giappo ovviamente, e inizia a elencarci tuuutti i ristoranti di Nara e dintorni! Un idolo!
Comunque: o ci è sfuggita la zona più centrale o in questo quartiere non c’è proprio un ciufolo!
Pranziamo con un hamburger alternativo che sembrava tutto fuorché un hamburger e poi torniamo in stazione per prendere il treno JR Nara Line per Inari (Attenzione: solo i treni “local” della Nara line fermano a Inari station, gli altri treni passano oltre.) spendendo 670 yen a testa. Dopo un’ora arriviamo alla stazione che si trova proprio di fronte alla scalinata che conduce all’ingresso del Fushimi Inari Shrine che, oltre a essere gratuito, è sempre aperto!
Il Fushimi Inari è un importante santuario Scinto, credo sia una delle prime immagini che ho visto del Giappone. E’ famoso per le migliaia di torii rossi che formano dei tunnel nella foresta, risalendo il Monte Inari. Il Fushimi è il più importante delle migliaia di santuari dedicati ad Inari, la Dea Scinto del riso. Tutti i torii che compongono questi tunnel sono stati donati o da persone oppure da compagnie, e il nome del donatore e il giorno in cui la donazione è avvenuta si trovano iscritti sul retro di ognuno di esso, sono stati donati prevalentemente da un’azienda giapponese o da uomini che sono riusciti ad avere successo in carriera.
Il percorso è lungo circa 4 km tra scale, sentieri e rampe intervallati da zone dove si può riposare.
Leggevo che la camminata fino al cima della montagna richiede circa 2 ore ma considerate che, dopo circa 30-45 minuti di salita (molto soft), la densità dei torii diminuisce e si raggiunge la Yotsutsuji intersection (intersezione), dalla quale si gode una bella vista su Kyoto. Molti turisti si fermano in questo punto, perché proseguendo lo spettacolo non varia di molto, e i torii sono sempre meno fitti. Noi ci siamo fermati qua (dopo essere riusciti a fare una foto al tunnel senza nessuno in mezzo alle balle, una vera impresa!).
Sarà per la sua particolarità, sarà perché abbiamo incontrato un sacco di giapponesi in abiti locali, sarà perché non si schiattava di caldo, a noi questo fushimi inari è rimasto impresso nel cuore!
Riprendiamo il treno JR Nara Line e in 5 minuti siamo a Kyoto station.
Per questa sera ci sentiamo pronti per il nostro primo vero e proprio approccio con il sushi! In Italia ci abbiamo provato qualche volta senza restarne entusiasmati. Dal web scopro che la catena “Ganko” viene considerata ottima come rapporto qualità/prezzo, quindi, andiamo da questo Ganko che si trova sulla Sanjo Dori. Beh… sarà l’atmosfera, sarà che in Giappone è più buono, fatto sta che siamo rimasti davvero soddisfatti! Era troppo bello avere davanti al naso il “sushaiolo” che ti preparava le pietanze al momento, per non parlare del tè verde gratuito e a volontà. Pur parlando una lingua diversa dalla maggior parte dei commensali, con le loro grida, riuscivano a intrattenere e far divertire tutti!
Facciamo una passeggiata lungo Kawaramachi dori e torniamo in hotel.
GIOVEDì 13
Il meteo.it non sbaglia nemmeno in JP e, come previsto, pioviggina. Mettere il Kway varrebbe a dire morire, quindi, ci godiamo la pioggia!
Prendiamo sempre l’autobus e partiamo dal Kinkaku-ji (Padiglione d’oro) che è stato quello che più ci ha lasciati a bocca aperta! Non si può visitare l’interno, quindi, il tempo di trovare un pertugio per fare le foto e siamo già fuori.
Il nome di questo tempio buddista deriva dalla foglia d’oro con cui è ricoperto il padiglione: l’oro ha infatti un forte valore simbolico di purificazione da ogni tipo di inquinamento o pensiero negativo e inoltre crea un particolare riflesso sullo stagno. La pagoda, che si articola su tre piani, contiene inoltre le reliquie del Buddha.
Via da qua girovaghiamo alla ricerca dell’autobus che porta al Ryoan-ji, tempio zen-buddista fondato intorno al 1470. Dalla veranda del tempio si può ammirare il famosissimo giardino roccioso. Giardino rettangolare formato interamente da ghiaia bianchissima rastrellata, dalla quale emergono armoniosamente quindici rocce che raffigurano vette sopra le nubi o scogliere fuoriuscenti dal mare, il tutto finalizzato alla meditazione dei monaci. Il giardino zen non ci ha colpiti per nulla mentre il parco che lo precede è meraviglioso!
Torna a splendere il sole e proseguiamo poi con il Tempio Ninnaji, l’antica residenza dell’imperatore, e visitiamo solo l’esterno in quanto gratuito e poi ci rechiamo al Kitano Tenman-Gu Shrine santuario dedicato allo spirito vendicativo di Sugawara no Michizane, un consigliere degli imperatori Uda e Daigo, uomo politico, poeta e studioso. La leggenda associa questo spirito allo studio e all’istruzione, infatti moltissimi studenti si recano al tempio per pregare per il proprio percorso di studi.
Ci sono varie statue che raffigurano alcuni buoi, in pietra, che sembrerebbero rappresentare un bue morto di stenti nel trasporto della bara di Sugawara. Per avere tanta fortuna e sollievo dai dolori, bisogna strofinare queste statue!
Direi che per oggi abbiamo dato con i templi, quindi, a un orario improbabile, pranziamo in un MC Donald’s vicino all’hotel. Restiamo sconvolti per una serie di motivi: silenziosissimo, pulitisssssiiimo, il bagno lustrissimo e super tecnologico, con un menù completo e un panino spendiamo ben 7 euro, però… niente menù in inglese.
Dopo una doccia e un riposino riprendiamo le nostre gambe. Andiamo a Teramachi Street alla ricerca di qualche souvenir, c’è l’imbarazzo della scelta!
Cerchiamo un posto per cena che mi ero appuntata ma aveva fuori una fila infinita, decidiamo tornarci l’indomani alle 7. Giriamo l’angolo e ci troviamo davanti Ganko, il destino vuole che ceniamo nuovamente lì!
Dopo cena ci buttiamo dentro una delle tante sale giocHi. Già, uno pensa in Giappone di trovare ristoranti di sushi gomito a gomito, invece, la categoria con più alta concentrazione credo siano le sale giochi. Erano 8, e dico otto, piani. Eravamo gli unici turisti e i giapponesi seriosi visti fino a poco prima si erano trasformati in pazzi scatenati! E’ stata un’esperienza a dir poco bizzarra!
VENERDì 14
Oggi visiteremo il quartiere di Arashiyama. Dal nostro hotel lo raggiungiamo tramite la Metro Hankyu Kyoto Line + Hankyu Arashiyama Line in una ventina di minuti. Dalla stazione Hankyu di Arashiyama raggiungeremo la via principale attraversando il ponte Togetsukyo, Il ponte che attraversa il Katsura river. In quel tratto troverete ottime bancarelle di street food e, sempre in zona, potrete anche affittare una bicicletta per girare il quartiere oppure noleggiare una barca a remi (a nord ovest del ponte) per una romantica remata sul fiume.
Cerchiamo subito l’attrattiva principale della zona: la foresta di bamboo! E’ una breve stradina pedonale che si percorre in mezzo ai bambù, molto suggestiva… se non fosse per la processione di turisti!
Ora viene il bello. Credo che in questa zona ci sia la più alta concentrazione di templi, quindi, dovendo scegliere, la decisione ricade sui due più particolari, diversi da tutti quelli già visti. Ci dirigiamo verso il Otagi Nenbutsuji Temple famoso per le sue 1200 statue di pietra di Rakan, devoti seguaci del Buddismo, ognuno con una diversa espressione facciale! Dal termine della foresta di bamboo il navigatore segna 2,2 km ma credo che abbiamo camminati per un’ora, tra campi, case, laghetti e colline. Ovviamente, un caldo che non vi dico! Il navigatore ci dice che siamo arrivati, davanti a noi nessun tempio, nessun cartello, solo un campo di fango e un auto abbandonata. Dopo aver invocato tutti gli spiriti del tempio, dopo aver insultato google maps, ce ne facciamo una ragione! Cerchiamo il prossimo tempio: Adashino Nenbutsuji, il piazzale del tempio è coperto da centinaia di statue di pietra che rappresentano gli spiriti dei morti. Nella parte posteriore del tempio, c’è un breve sentiero di bambù, dove scattare foto che fanno invidia alle centinaia di turisti ammassati nella foresta di bambù!
Ora vorremmo andare al Tenryuji Temple che, oltre ad essere il tempio principale, è nella via principale, dove se magna!
Camminiamo ancora per circa un’ora. Incontriamo solo distributori automatici! Arriviamo al Tenryuji, classificato tra i cinque più grandi templi Zen di Kyoto, fu fondato nel 1339. Oltre ai suoi edifici, ci sono giardini splendidi e sentieri.
Nella ricerca disperata di un posto dove mangiare, stanchi morti e provati dal caldo, mi sfugge un gradino e mi si piega un piedino! Per un istante ho avuto delle visioni mistiche, subito dopo mi immaginavo di dover girare il resto della vacanza con le stampelle! Dopo un bell’impacco di ghiaccio provo a mettermi in piedi e noto che camminando sto meglio, quindi, via verso il Monkey Park. Il parco delle scimmie è sito nei monti Arashiyama, l’ingresso si trova a sud del ponte, dopo una salita che dura circa 20 min. Fortunatamente, pur essendo impegnativa a causa del terreno dissestato, era tutta all’ombra e c’erano vari spiazzi dove potersi fermare. Arrivati in cima c’è un’area aperta con più di 100 scimmie che girano liberamente, da qui si gode anche una bella vista sulla città. A noi è piaciuto un sacco!
Torniamo all’hotel ma prima vorrei comperare una pomata per la mia caviglia che si sta gonfiando a vista d’occhio! Ci rendiamo conto di non aver mai notato farmacie e, dopo una rapida ricerca su internet, scopro che ce ne sono pochissime. Tutti i farmaci che non prevedono ricette vengono venduti nelle parafarmacie. Ovviamente non hanno nulla a che vedere con le nostre: vendono detersivi, trucchi, biscotti, bibite oltre ai medicinali! Spiegare al “farmacista” che non ero stata punta da un moskitos ma che era una distorsione non è stato affatto semplice, comunque divertente!
Puntuali alle 7 ci piazziamo fuori da Chao Chao Gyoza, bettola dove cucinano solo ravioli giapponesi, terzo in classifica su trip advisor. Ci sono due posti liberi al bancone e, dopo aver assaggiato tutti i ravioli che avevano, capiamo il perché della fila della sera prima! Divini! Non può assolutamente mancare una cena qua!
SABATO 15
Mi alzo, appoggio il mio piede dolente a terra, che dolooorrrr! Bando alle lagne, oggi ci trasferiamo a Tokyo e ci attende una bella trottata con i bagagli al seguito! Voglia dire che uno si può far accompagnare con il taxi alla stazione: spesso e volentieri, dall’ingresso della stazione metro, si cammina per parecchi metri prima di arrivare al punto in cui passa il convoglio e, come se non bastasse, le scale mobili non sono sempre presenti! Alla modica cifra di 27,600 yen (200 euri, in due!) prendiamo il treno dalla stazione di Kyoto per quella di Tokyo. Ci attende un viaggio di 2 ore e mezza su uno shinkansen hikari, il treno proiettile! Giunti al Granbell hotel nel quartiere Shinjuku restiamo sconvolti dalle dimensioni della camera. Va bene fare le camere piccole ma è contro ogni logica non lasciare lo spazio per aprire un trolley di medie dimensioni! Vogliamo parlare del letto? Più piccolo di una nostra piazza e mezza e contro il muro. La notte avevo come la sensazione di essere in punizione! Alla fine, mettendo la sedia sopra la scrivania, riuscivamo a aprile a turno un trolley. Sembrava un accampamento!
Partiamo dall’attrazione principale del nostro quartiere: Tokyo Metropolitan Governmet Building, in questo palazzo di 243 metri c’è un osservatorio gratuito (a 202 metri, 45° piano) con una vista sulla città niente male! Siamo partiti proprio da qua anche perché sapevo che a piano terra della torre nord c’è un ufficio informazioni con guide e mappe gratuite in italiano. Inutile dire che si sono rivelate inutili: tra lonely planet e internet avevo già tutto prestabilito mentre per quanto riguarda le mappe… cosa diamine me ne faccio se non ci sono i nomi delle vie?!
Via da qua, dopo esserci fatti una vasca lungo la via principale di Shinjuku, andiamo in un posto in cui desideravo tanto andare: un nekko-bar alias un bar di gatti! Dal web scegliamo il “Cat Cafe Calico” perché non distante dall’hotel e con taaanti gattini, pare una trentina! Ce li spupazziamo tutti e usciamo che è già ora di cena. Perché non approfittare della vicinanza e andare a Omoide Yokocho? E’ un vicoletto dietro la stazione, la stradina è molto stretta e fumosa a causa del cibo che cuoce sulle griglie all’aperto. Qui si mangiano solamente gli yakitori (spiedini di pollo alla brace, ma c’è anche la versione con carne di maiale e, in tutti e due i casi, cucinano anche le frattaglie!) La viuzza è molto caratteristica, tutti i locali hanno pochissimi posti e le lanterne rosse rendono l’atmosfera magica. Solo due locali hanno il menu in inglese ma poco cambia, o mangi yakitori o ti attacchi! Questa ce la ricorderemo come la peggior cena in Giappone: le cera e il profumo erano invitanti, peccato fossero proprio quelli fatti con le frattaglie e, per giunta, poco cotti. Teribbile!
Torniamo nel nostro loculo stanchi e con la pancia vuota!
16 AGOSTO
La nostra camminata oggi parte dalla stazione metro di Shibuya, ovviamente usciamo alla Hachiko exit per andare a vedere la statua del celebre cane, fatta in onore del suo affetto e lealtà. Sempre da qua c’è lo Shibuya crossing, uno dei crocevia più famosi del mondo perché ogni giorno passano migliaia di persone. Visto da un cavalcavia in alto fa davvero effetto! Siamo in mezzo a un immenso gioco di luci: mega schermi con pubblicità, colori, flash, persone che camminano veloci senza mai scontrarsi. Tutto questo è davvero esaltante!
Proseguiamo nord verso il parco Yoyogi, non è niente di entusiasmante ma ci passiamo per raggiungere la prossima meta. E’ domenica mattina e ci sono un sacco di giapponesi che fanno jogging: donne, uomini, anziani, ben coperti da capo a piedi, che corrono con 40 gradi all’ombra e il 200% di umidità. Mi piacerebbe sapere quale sarà il segreto per trovare le forze!
Dopo una lunga camminata arriviamo al Meiji-Jingu, il più grande tempio scintoista di Tokyo dedicato alle anime dell’Imperatore Mutsuhito e di sua moglie. Leggevo che nel weekend è possibile trovare matrimoni celebrati con il rito scintoista, noi non abbiamo avuto questa fortuna. Dall’ingresso, segnalato da un altissimo torii, percorriamo una strada nel bosco di circa 2 km al termine della quale c’è il santuario vero e proprio.
Da qua ci spostiamo nel quartiere di Harajuku per percorrere Takeshita Dori strada affollatissimissima e piena di negozi da ragazzina e botteghe che fanno crepes in mille modi diversi. Qui, specialmente nel weekend, c’è un’alta concentrazione di “cosplay-zoku” ossia gruppi di ragazzi che si travestono nelle maniere più improbabili.
Pranziamo in un posto consigliato dalla lonely planet: Harajuku Gyozaro, dove ovviamente l’insegna è scritta in giappo ma ovviamente capitiamo di essere arrivati nel posto giusto per via della fila di persone. Ovviamente, dal nome del locale, cosa cucinano? Solo Gyoza! Buonissimi ma non come quelli di Kyoto. Qua li fanno solo con il maiale.
Torniamo a Takeshita-dori per mangiare una crepes. Poco più avanti c’è Omotesando , la via dello shopping di lusso, una sorta di via Monte Napoleone o Champs-Élysées.
Ritorniamo a Shibuya e gironzoliamo per due centri commerciali: Tokyo plaza e Tokyu.
Torniamo in hotel e per cena andiamo da Sushi Zanmai, catena di sushi sempre consigliata per via dell’ottimo rapporto qualità prezzo. Mangiamo benissimo, il ragazzo alla cassa ci regala anche un lecca lecca a forma di nighiri e ci insegue per strada continuando a ringraziarci, salutarci e chinarsi. Giretto nel marasma di Shinjuku che, illuminata la sera è un vero spettacolo, ma per il resto niente di che: non ci sono né negozietti né locali per bere qualcosa. Tutte sale giochi e locali di non si sa bene cosa.
Notiamo una sorta di balconata che ci potrebbe regalare dei bellissimi scatti dall’alto, spinti dalla curiosità la raggiungiamo e scopriamo che è l’ingresso di una multisala spettacolare!
Prima di andare a dormire andiamo sulla terrazza del nostro hotel, c’è una sorta di rooftop bar con una bella visuale sulla città illuminata.
17 AGOSTO
Questa mattina piove seriamente. Niente Kway perché fa comunque caldo quindi giriamo subito i tacchi nella speranza che smetta presto. Nel rientrare in hotel scoviamo un portaombrelli con ombrelli gratuiti per gli ospiti. Ma quanto sono avanti?! Siamo rimasti ancora più stupiti quando ci siamo accorti che in giro ci sono portaombrelli con lucchetto!
Bene, ora possiamo andare! Via verso il Mercato del pesce di Tsukiji pare sia il più grande mercato ittico del mondo!
Noi siamo arrivati verso le 9.30 ma in realtà l’orario migliore per vedere questo luogo davvero suggestivo sarebbe tra le 5.25 e le 6.15 del mattino, registrandosi alle 5 (c’è chi va anche in piena notte!). Non costa nulla partecipare all’asta e accetta 2 turni da 60 visitatori ciascuno il primo alle 5.25 mi pare il secondo mezz’ora dopo. Il mercato è chiuso la domenica e a volte il mercoledì.
E’ composto da due parti: l’Inner Market e l’Outer Market. Nell’Inner Market si tiene l’asta dei tonni , successivamente si può vedere l’attività di compravendita. L’Outer Market invece è la parte aperta a tutti dove si trovano bancarelle, ristoranti, negozi che vendono coltelli, frutta, oggetti vari.
E’ un luogo che ti lascia a bocca aperta e sembra di essere finiti in un film o in un posto surreale!
Proseguiamo a piedi verso Ginza, il quartiere di classe di Tokyo. Qua si trovano principalmente negozi di alta moda con architetture futuristiche, ottimi e costosi ristoranti, centri commerciali ecc.
I più famosi centri commerciali sono Mitsukoshi, Matsuya, Matsuzakaya, Printemps, Hankyu e il recente Marronnier Gate. Noi siamo entrati invece da Ginza Hands (fa parte del gruppo Tokyu Hands, ne troverete non so quanti!). Diciamo che vendono di tutto e di più. Ogni piano è diviso in sezioni ognuna destinata ad una categoria (es. sezione giardino, scuola, cucina, casa, bricolage, etc..) all’interno della quale trovare articoli di ogni genere esistente. Nel piano della cosmesi si trovano cose che noi donne non possiamo nemmeno immaginare!
Per pranzo ci affidiamo ai consigli della Lonely Planet e andiamo da Tonkatsu Ginza Bairin per provare la famosa cotoletta giapponese. La scena si ripete: bancone show coking, spazi microscopici e menu senza alternative. Niente male la giappo-cotoletta!
Piove ancora quindi abbiamo pensato di ripararci in un museo. Ci trasferiamo nel quartiere di Roppongi per visitare Roppongi Hills, un mastodontico complesso inaugurato nel 2003 con l’intenzione di creare un luogo unico dove concentrare l’abitazione, il lavoro, i luoghi di svago per coloro che ci avrebbero abitato. Il simbolo di Roppongi Hills è la Mori Tower, un grattacielo di 53 piani pieno di uffici di multinazionali famose (Yahoo, ad esempio). I primi sei piani del grattacielo sono adibiti a centro commerciale. In cima al grattacielo si trova invece il Mori Museum, che ospita diverse mostre a seconda del periodo, e il City View, un osservatorio panoramico a 360 gradi. Sul tetto è inoltre presente lo Sky deck, un punto di osservazione a 200 metri di altezza all’aria aperta, caso quasi unico a Tokyo. Circondato dai moderni edifici di Roppongi Hills c’è il Mori garden, un’oasi verde in pieno stile giapponese.
Andiamo al Mori Art Museum, museo che ospita opere di arte contemporanea al 53° piano del Mori tower, il biglietto di ingresso include anche l’accesso alla piattaforma per osservare la città dall’alto (City View).
Abbiamo beccato una mostra sulla guerra del Vietnam che consisteva in filmati, un aeroplano e due manichini vestiti da soldati. Diluviando non abbiamo potuto accedere allo sky deck. Tutto questo alla modica cifra di 13 euro a testa!
Ci consoliamo dalla delusione cenando con una pizza davvero buona in un locale davvero bello, da “Salvatore Cuomo”. Salvatore mi sa che era andato a Ischia per le vacanze o forse da qua non è mai passato visto e considerato gli strafalcioni scritti sul menù e sui cartelli!
I ristoranti italiani qua abbondano e da quando ce ne siamo accorti ci siamo divertiti a leggere i menu: buon appe tito, anti pasti, vino di Nontalcino. Per non parlare della riproduzione in plastica della carbonara con tanto di uovo alla “occhio di bue” sopra!
18 AGOSTO
Il nostro giro oggi parte dal quartiere di Yanaka. Scesi alla stazione di Nippori abbiamo girato come dei cretini per non so quanto tempo prima di trovare la via principale!
E’ un quartiere storico della città dove ci sono casette giapponesi e una via piena di piccoli e deliziosi negozi dove si vendono prodotti locali e street food. Abbiamo fatto una passeggiata piacevole, senza la calca dei turisti e ci siamo persi tra i negozi di souvenir e artigianato locale.
Desideravo passare di qua perché avevo letto che ci sono tanti gatti che gironzolano. Peccato che gli unici gatti che ho visto erano quelli legno sui tetti o quelli disegnati nelle insegne!
Camminando verso sud siamo passati per il bellissimo parco di Ueno, dove si trova lo Shinobazu ike, il lago dove in primavera tantissimi si ritrovano per la contemplazione dei ciliegi in fiore. Nel parco si trova anche lo zoo della città e il Museo Nazionale di Tokyo.
Da qua, camminando sempre per i soliti due chilometri che non calano mai, siamo arrivati a Akihabara, famoso quartiere di elettronica e manga. Il quartiere si è iniziato a sviluppare dopo la seconda Guerra Mondiale quando questa zona stava diventando un mercato nero per i pezzi di ricambi delle radio. Le strade di Akihabara sono un vero parco giochi: tanti negozi con riproduzioni dei protagonisti dei manga, tanti negozi di manga e un paio di palazzi dedicati ai videogiochi. Divertenti anche le ragazze vestite da cameriere in stile vittoriano-francese che pubblicizzano i maid cafè.
Entriamo nel negozio della Sega e in altri due di cui non ricordo il nome. Ci perdiamo un po’ con altri souvenir in un tax free shop davvero conveniente e poi entriamo in uno dei tanti Yodobashi Camera, colosso dell’elettronica presente in tutto il Giappone, a Tokyo ci sono moltissimi centri e questo è il più grande.
Torniamo in hotel per una doccia, questa sera ci trasferiamo a Odaiba, una grande isola completamente artificiale situata sulla Baia di Tokyo. Anche qua c’è un’alta concentrazione di centri commerciali. L’edificio più famoso dell’isola è la sede della Fuji TV, sono imperdibili la copia in miniatura della Statua della Libertà ed il Gundam a grandezza naturale che si trova di fronte al DiverCity. Uno dei simboli di Odaiba è il famoso Rainbow Bridge, ispirato al ponte di Brooklyn.
Merita di essere visitata anche solo per il viaggio che si compie con la Yurikamome!
Dopo essere arrivati alla stazione di Shimbashi abbiamo preso questa Yurikamome, una linea ferroviaria con un treno su monorotaia sopraelevato e totalmente automatico senza conducente. Il tragitto, che dura una ventina di minuti (si scende solitamente alla fermata Daiba), è fantastico. Questa monorotaia passa in mezzo a grattaceli e sopra la baia, abbiamo avuto la fortuna di compiere il percorso verso le 18.30, nel bel mezzo del tramonto. Che spettacolo!
Arrivati alla fermata di Daiba corriamo verso lo spiazzo che c’è davanti al centro commerciale Aqua city, c’è una bellissima vista sul Rainbow Bridge è la luce di quest’ora ci ha regalato delle foto super! Entriamo proprio nel centro commerciale Aqua city con l’intenzione di cercare un ristorante dove cenare che abbia la visuale su questa splendida cartolina. La nostra scelta ricade su “Kobe Motomachi Doria” dove abbiamo mangiato, credo, l’omuraisu, o comunque una specie crespella con dentro riso e altre mille cose che sono state servite in sopra una sorta di fornellino. Anche a questo giro la cena è stata di nostro gradimento!
Andiamo a fare un romantico giro sulla ruota panoramica Daikanransha che, dall’altro dei suoi 115 metri, offre una splendida vista della baia di Tokyo e Odaiba. Un giro completo dura circa 15 minuti e costa 920 yen. Torniamo in hotel felici e contenti.
19 AGOSTO
L’ultimo giorno è davvero arrivato, siamo un po’ tristi perché non siamo riusciti a vedere tutto quello che avevamo in programma. Avremmo voluto dedicare un giornata a Nikko ma questa afa ci ha veramente spezzato le gambe.
Adiamo nella zona di Asakusa e ci dirigiamo verso il Senso-Ji, tempio buddista della dea della misericordia Kannon. Per raggiungerlo si passa da una strada denominata Nakamise, piena negozi che vendono souvenir, i più belli visti fino ad oggi! Credo di essermi persa come una bimba in un negozio di giocattoli! Souvenir per tutti i gusti, e per tutte le tasche: calamite, bacchette di tutti i prezzi, kimono, katane, ventagli. Anche con i dolci non scherzano e io mi mangio, con molta mestizia, l’ultimo gelato al tè verde e vaniglia.
Ci dirigiamo verso il Tokyo SkyTree, la torre più alta del Giappone, aperta nell’aprile 2012. E’ altra 634 metri e ha due osservatori, uno a 350 metri e uno a 450 metri con vista a 360 gradi. Sapevamo che ci avrebbe atteso una bella fila ma, essendo mezzogiorno, mai avremmo pensato di dover fare 90 minuti di coda solo per acquistare il biglietto. Purtroppo senza carta di credito Giapponese non è fattibile acquistare i biglietti in anticipo (una follia, sotto questo punto di vista sono ancora decisamente indietro). Decidiamo di lasciar perdere, anche perché non era possibile sapere se, dopo la coda per l’acquisto del biglietto, saremmo potuti accedere subito o se ci saremmo dovuti presentare chissà a quale ora.
Torniamo a Shinjuku, ci facciamo l’ultima vera mangiata di sushi e andiamo da Isetan, enorme e chicchissimo centro commerciale con un piano dedicato al cibo che ci ha lasciati a bocca aperta. Uva con chicchi grandi come una noce, pesche che parevano culetti di bambini, carni che sembravano tessuti, dolci, dolci e ancora dolci. Provenienti da tutto il mondo, delle opere d’arte. Abbiamo pure trovato dei vini delle nostre zone (Franciacorta).
Compriamo una torta al cioccolato e frutta secca che porteremo questa sera ad una coppia di ragazzi che vivono a Tokyo per lavoro da quasi 3 anni. Abbiamo dei parenti in comune grazie ai quali siamo riusciti a metterci in contatto e ad organizzare questo incontro.
Li raggiungiamo nel loro quartiere, Meguro. Facciamo un giretto nel quartiere vicino, Nakameguro. Sembra di essere lontani anni luce dal caos di Shinjuku, qua l’atmosfera è davvero piacevole e più rilassata.
Facciamo tappa a Daikanyama T-Site, una libreria fichissima con bar annesso, che non ha nulla a che vedere con le nostre.
I ragazzi ci chiedono quale pietanza locale non abbiamo ancora provato e decidiamo di andare a mangiare il ramen, con grande sorpresa ci piace davvero!
Proseguiamo la serata a casa loro, sul un balcone che si affaccia sulla città illuminata. Li abbiamo tartassati di domande sulla vita in Giappone e ci hanno raccontato una sacco di curiosità e aneddoti sulla popolazione locale.
Li salutiamo e torniamo in hotel prendendo la metro più tardi delle altre sere, saranno state le 23.30. Vediamo quanto ci hanno raccontato ma che ancora non avevamo avuto il piacere di vedere: salaryman, ancora in giro con valigetta e camiciola, visibilmente brilli che barcollano, se la ridono, si abbracciano. Irriconoscibili!
Ci addormentiamo pensando a quanto è bizzarra questa popolazione!
20 AGOSTO
Il volo decolla da Narita alle 14, quindi, ci alziamo alle 7 e arriveremo a casa esattamente 24 ore dopo!
Conclusioni
Questo viaggio, ma soprattutto la sua popolazione, ci ha trasmesso tanto. Il rispetto per il prossimo, l’educazione e il buon senso sono le prime cose che avverti in questo paese. Basta vederli in coda ad aspettare il treno o ammassati sulla metro per capire tutto questo e restarne piacevolmente stupiti. Basta vedere quanto sono pulite le strade e i mezzi pubblici, nonostante i cestini non esistano.
Al tempo stesso siamo rimasti stupiti di quanto siano poco aperti al turismo: specialmente a Kyoto credo di non aver mai visto un tempio con il nome e le indicazioni in inglese, non esistono biglietti combinati / abbonamenti alle varie attrazioni turistiche, spesso i siti internet sono solo in giapponese, per non parlare dei menu dei ristoranti! Diciamo a tratti sembrano molto avanti e a tratti ancora molto indietro.
Il Giappone è un paese da “vivere”. Il suo patrimonio artistico, culturale e paesaggistico è decisamente povero rispetto a tanti altri paesi ma, nonostante questo, ti riesce a regalare grandi emozioni.