Il senso di Berlino sta nel muro

“Alexander Platz, aufwiederseen, c'era la neve, faccio quattro passi a piedi fino alla frontiera: vengo con te". (F. Battiato).
Scritto da: Manem79
il senso di berlino sta nel muro
Partenza il: 30/08/2010
Ritorno il: 02/09/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
“Alexander Platz, aufwiederseen, c’era la neve, faccio quattro passi a piedi fino alla frontiera: vengo con te”. (F. Battiato).

Sono stato a Berlino per 3 giorni con la mia ragazza. Tempo sufficiente per vedere i suoi monumenti più importanti ma non abbastanza per “vivere” a pieno questa città. La sensazione che ho avuto da subito è stata quella di una città “sparpagliata” un po’ ovunque, senza un vero centro da girare. Dispersiva. Non troppo caotica, anzi a tratti silenziosa. Disarmonica architettonicamente: frastagliata tra vecchio e nuovo. Una gigantesca “periferia” caratterizzata da un degrado che si ritrova un po’ in tutte le metropoli europee o forse a Berlino lo è ancora di più. Quel degrado che a volte a Berlino diventa arte. Una città giovane, dinamica e molto di tendenza, che costruisce il “nuovo”, a volte stravagante e bizzarro, per cercare forse di dare un segno di discontinuità con un passato ancora così recente e vivo nella memoria del popolo berlinese (anche di quello più giovane), sottomesso da due regimi che si sono susseguiti uno dietro l’altro. Di bello da vedere a Berlino c’è senza dubbio la cupola di vetro del Reichstag, i giardini di Schloos Charlottenburg, la Torre della Televisione (visibile da ogni parte della città) ed il Berliner Dom ma per lo più, nel complesso, credo che la città non affascini per le sue bellezze, bensì colpisce molto di più per i simboli che, come segni indelebili, ricordano le sofferenze patite da questa città. E’ proprio con questa ottica che vanno ammirati i vari siti, suggestivi perché carichi di significato. E tra questi certamente il muro è il simbolo più importante. Il muro è ovunque: nelle piazze, nelle mostre fotografiche all’aperto, dietro il Reichstag, davanti ad alcuni negozi (forse per voler attirare l’attenzione del turista), lungo il corso dello Sprea, fatto a pezzettini e venduto come cimelio nelle cartoline (?!?), ricordato dai mattoni che seguono il suo tracciato originario in mezzo alle macchine, o ancora ricordato dalle croci bianche, davanti alla Porta di Brandeburgo, in memoria di coloro che sono stati uccisi per cercare di oltrepassarlo. Il muro non fa parte del passato. Il muro è realtà. Il muro è carico di significati e parla anche a chi come me conosce quel tratto di storia in modo un po’ superficiale. A vederlo non è niente di che. Fa parte di quel degrado urbano che caratterizza la capitale tedesca. Pieno di graffiti e di scritte. Ma a Berlino il muro è “bello” anche per questo. Il muro è vissuto dalla gente. Ecco dunque che, alcuni luoghi diventano assolutamente impedibili come il Checkpoint Charlie, l’East Side Gallery e la Topografia del Terrore. Ci sono poi quei luoghi altrettanto suggestivi come quelli che ricordano i gravi orrori della seconda guerra mondiale: la chiesa diroccata di Kaiser-Wilhem-Gedachtniskirche o il bunker sotto la stazione metropolitana di Gesundbrunnen. Ci sono poi quelli che simboleggiano lo sfarzo ed il potere dello Stato socialista come la Torre della Televisione o la Statua della Vittoria nel parco del Tiergarten o ancora il Monumento Sovietico a Treptower Park: simboli della ricchezza e del potere che contrastano con un paese che a quei tempi era dilaniato dalla povertà. E ancora, ci sono quei monumenti che ricordano invece la pagina nera dell’olocausto come il Museo Ebraico o il Memoriale dell’Olocausto situato vicino alla Porta di Brandeburgo: centinaia di macigni che, nel loro anonimato, pesano enormemente sulla coscienza di ognuno di noi. E’ come se tutti questi luoghi della memoria, così diversi tra loro perché comunque riferiti a momenti di storia e a situazioni ben distinte, fossero però legati da quel muro che, “gironzolando” un po’ per tutta la città, ha diviso ma ha anche unito: quel muro che oggi più che mai simboleggia la libertà, la pace e la speranza tra i popoli. Ecco qui allora qualche consiglio utile per visitare la città in più rispetto alle solite informazioni che una Guida può dare: l’aeroporto di Shoenefeld, si trova in zona C. E’ ben collegato con il centro città mediante vari mezzi. Noi abbiamo optato per la S9 che si prende da una stazione distante dai terminali dell’aeroporto circa 400 mt. A piedi. Noi abbiamo fatto, fin da subito, l’abbonamento per le zone ABC al costo di 6,50 euro giornaliero. Quello per le sole zone AB costa € 6,10. Attenzione al percorso della S9: infatti noi avevamo una cartina della metro forse un po’ vecchia. Oggi la S9 arriva a Pankow per cui, per arrivare in centro città (Alexander Platz) bisogna cambiare prima, come anche i cartelli alla stazione consigliano. Abbiamo alloggiato al City54Hotel&Hotel che consiglio visto il rapporto qualità / prezzo ottimo, tra l’altro con una buonissima e abbondante colazione inclusa. L’unico neo: vi potrebbero mettere al 5^ piano senza ascensore. Oltre ai posti indicati sopra: – Vale certamente la pena vedere il Pergamon Museum (€ 10 intero, € 5 ridotto) perché ciò che lo rende originale (e sinceramente non noioso come invece altri musei) è il fatto che i vari siti archeologici sono stati ricostruiti al suo interno e quindi dominano la scena. – Per quanto riguarda l’entrata nel Bunker dentro la stazione della metro Gesundbrunnen noi abbiamo fatto il Tour 1 al costo di € 9 (ridotto € 7). Si entra solo a gruppi. Ci sono vari ingressi durante la giornata a varie ore del giorno ed in varie lingue (in lingua italiana solo il sabato). Non potendo fare quella del sabato abbiamo seguito il gruppo in lingua inglese. La visita dura 1 h e ½. Lo consiglio vivamente anche se talvolta avevamo problemi di comprensione in quanto la nostra guida parlava troppo speditamente. Peccato, perché più che il posto da vedere era veramente interessante tutta la spiegazione della costruzione del bunker, della sua vita all’interno nonché la storia di quegli anni raccontata da un tedesco. – Per quanto riguarda la Berliner Dom è molto più bello fuori che dentro. L’interno infatti mi ha detto poco. – Come tutti, anch’io consiglio di salire sulla cupola del Reichstag: visto che è gratuito fatela come prima cosa nel mattino perché c’è la coda di persone: del resto c’è da passare il metal detector e salire con l’ascensore. E’ l’unica coda che abbiamo trovato perché poi di fatto Berlino mi è parsa molto tranquilla. Anche le metro non le abbiamo mai trovate stracolme di persone. Del resto, Berlino è molto grande e poi, a differenza di altre grande capitali europee, non ha una grande vocazione turistica. Sono infatti pochi i negozi per turisti per lo più concentrati sul viale Unter den Linden (vicino alla Porta di Brandeburgo) e nei pressi della Chiesa diroccata di Kaiser-Wilhem-Gedachtniskirche. – Molto carino è anche girare per le stradine del quartiere di Nikolaivierterl: forse l’unica zona che dà più l’idea di “centro” come lo intendiamo noi: pieno di ristoranti e negozi. – Per vedere una pregevole opera moderna non vi resta che entrare nel cortile del Sony Center: veramente bello. Bella anche la moderna è la Postdamer Platz. Sconsiglio invece di salire sul grattecello (quello centrale) di questa piazza: € 5,50 per vedere un panorama che non è niente di che e che comunque lo si può ammirare anche da altre parti della città, tra l’altro a costo zero quando salite sulla cupola di Foster del Reichstag o sulla Torre della Televisione (io qui però non ci sono salito). Praticamente l’unica curiosità nel salire sul grattaccello è quella di prendere l’ascensore più veloce d’Europa anche se non ve ne accorgerete nemmeno. – Alexander Platz è un’altra di quelle piazze sul moderno ma che non dice molto. Certo anche questo luogo è carico di significato essendo stato simbolo della Berlino Est. Che dire di più, Berlino è questo ed altro. E’ la storia della Germania, dell’Europa e forse la storia un po’ di ognuno di noi. Buon viaggio.



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