Giappone: sorprese ed emozione nel paese del Sol Levante
Il volo Venezia-Francoforte-Tokyo ci catapulta nell’estremo oriente. Il cielo è grigio e minaccioso e l’accogliente hotel Keio Plaza, a Shinjuku, è disponibile solo dal pomeriggio. Ci avventuriamo ad una prima scoperta di Tokyo, usufruendo anche della metro in mezzo ad una marea di gente frenetica, tra palazzi e grattacieli. Dopo la notte in volo e le ore in giro per la città, arriviamo stanchissimi in hotel e primo impatto con la tecnologia giapponese del decantato water riscaldato con incorporato bidé, fontanella e pulsantiera. Da provare.
L’indomani, intera giornata di visita a Tokyo utilizzando i mezzi pubblici: il Palazzo del Governo metropolitano, la piazza del Palazzo Imperiale, il santuario shintoista Meiji, nei pressi della stazione di Harajuku, dedicato alle anime dell’Imperatore Mutsuhito e di sua moglie, l’imperatrice Shōken. (Lo Shintō o Shintoismo è una religione nativa del Giappone: prevede l’adorazione dei Kami, divinità, spiriti naturali o semplicemente presenze spirituali).
All’ingresso un gigantesco Torii e lungo il viale alberato si trovano numerosi pittoreschi barili di sake donati al santuario. Assistiamo anche ad un battesimo e a due matrimoni con i sacerdoti e le sacerdotesse del santuario. Intrufolati in una marea di gente ci dirigiamo al complesso templare Sensō-ji, nel quartiere di Asakusa, dove incontriamo tre geishe con splendidi kimono che si lasciano fotografare. Fulcro del complesso è il tempio Sensōji, dedicato a Kannon Sama, la dea buddista della misericordia, il luogo di venerazione più antico di Tokyo. La via principale del quartiere passa davanti al Kaminarimon (Porta del tuono) con la sua chōchin, l’imponente lanterna di carta rossa. Ci sono numerose donne con i kimono, tradizionali abiti giapponesi. Ci addentriamo poi nella megalopoli. Lungo il fiume Sumida, sul prato, sotto i ciliegi in fiore molti gruppi fanno pic-nic, giocano, si divertono, ci invitano a fare festa con loro. Prima del rientro una parte del gruppo va a vedere la baia di Tokio con la guida, altri la Tokyo Tower, la torre delle telecomunicazioni, copia della torre Eiffel giapponese colorata di rosso. Alla sera visitiamo il quartiere di Shinjuku, uno dei centri più frenetici e trafficati di Tokyo. Un caleidoscopio di luci e colori.
Altra giornata grigia e piovigginosa. Partiamo con treno proiettile per Shizuoka, dove si trova il santuario shintoista Nikko Toshogu, dedicato a Tokugawa Ieyasu, il fondatore dello shogunato Tokugawa, ultimo shogunato del Giappone, costruito in origine nel 1617. Lo raggiungiamo in teleferica che scompare nella nebbia fra gli alberi della foresta. Molto bello. Si sarebbe potuto vedere anche il monte Fuji ma, causa la nebbia, lo abbiamo visto solo in cartolina. Pranzo tradizionale giapponese, con tante ciotoline piene di non ben identificate cose commestibili assaggiate a denti stretti. Nuovo treno proiettile sino a Kyoto, stazione immensa, futuristica, con gradinata illuminata di tanti colori e sistemazione al Rihga Royal Kyoto. Uscita serale al quartiere delle geishe, ne incontriamo un paio che furtive spariscono nel cortile di un’abitazione, al viale dei ciliegi in fiore e il quartiere con case tradizionali.
Intera giornata di visita a Kyoto, capitale culturale del Giappone. Piove. Su una collina il tempio buddhista Kiyomizu, che significa “acqua pura”. La costruzione fu iniziata nel 798, ma l’edificio attuale risale al 1633. Il nome deriva dalla cascata presente all’interno del complesso, che scorre dalle colline vicine. Lungo il pendio un cimitero molto esteso e il vivace villaggio con tanti negozi. Raggiungiamo il tempio Sanjusangendo, famoso per le sue 1001 statue di Kannon, dea della pietà. Il tempio venne fondato nel 1164, e la sua attuale struttura è rimasta inalterata dal 1266.
Notevole il parco e il castello Nijō, un complesso fortificato di Nakagyō-ku, costruito a partire dal 1601 per volere di Tokugawa Ieyasu (1543-1613), primo shōgun del periodo Edo e completato nel 1626. Simbolo del potere e della ricchezza, fu residenza degli shōgun per quasi 270 anni, ovvero fino al 1867, anno in cui proprio qui l’ultimo shōgun Tokugawa si dimise dalla carica al cospetto dell’imperatore Meiji e fu in seguito usato come residenza imperiale. E’ annoverato tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Il quartiere Higashiyama, risalente al XIV° secolo, presenta una vitalità speciale in materia di architettura, giardini e belle arti. Raggiungiamo poi, sotto la pioggia battente, il tempio buddhista del Padiglione d’Oro o il Kinkaku-ji, costruito nel 1397 come villa per lo Shogun Ashikaga Yoshimitsu. La struttura è circondata da uno stagno, chiamato Kyōko-chi (Lago a specchio), con molte isole e pietre che rappresentano la storia della creazione secondo il Buddhismo.
Un blitz anche al Ryoan-ji, un tempio zen appartenente alla scuola Myoshin-ji, branca zen del Buddhismo, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Al mattino partenza in treno per Kanazawa per visitare il quartiere tradizionale dei samurai, con edifici d’epoca in legno, passando per la via e la casa delle geishe senza troppe emozioni. Poi saliamo in collina piena di alberi in fiore dove domina il castello di Kanazawa. La fioritura è spettacolare, peccato per il tempo inclemente che ci perseguita. Anche qui si celebra un matrimonio con gli sposi che si fanno fotografare con lo sfondo del castello e la fioritura dei ciliegi. Scendiamo a visitare il bel giardino Kenrokuen e passiamo per il mercato del pesce, prima della cena di buon livello al 23° piano del Kanazawa hotel.
In pullman raggiungiamo Shirakawa, località famosa per le antiche case di campagna della valle di Shokowa, dove abbiamo trovato la neve. Freddo intenso, scaldacollo e berretto di lana e la guida ci ha fatto applicare sulla schiena dei cerotti riscaldanti. Il sito è inserito tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Il villaggio è noto per le costruzioni in stile gasshō-zukuri, caratterizzato da un tetto in paglia fortemente spiovente che ricorda due mani unite in preghiera. Le proprietà della paglia, combinate con la forma del tetto, fanno sì che le costruzioni possano resistere alle forti nevicate che si verificano in questa regione nei periodi invernali. Le abitazioni sono costruite su 3 o 4 piani e storicamente progettate per ospitare famiglie molto numerose ed un’efficiente organizzazione degli spazi, dedicati anche ad attività artigianali. Dal belvedere si ha una bella vista sulla valle e il villaggio. Abbiamo assaggiato gli spiedini di crocchette di patate gustosi e… caldi.
Proseguimento poi per Takayama e primo impatto con la città nota per le sue testimonianze di arte carpentiera. Interessanti il Takayama Jinya, residenza storica dei governatori e il Tempio di Hida Kokubunji, originariamente costruito nel 746 dall’imperatore Shommu, dedicato alla pace della regione, bruciato in un incendio, e ora l’edificio più antico è quello principale, risalente al XVI° secolo.
Al mattino visita al mercatino lungo il corso del fiume, prima di prendere il treno espresso per Nagoya e proseguimento in treno proiettile sino a Hiroshima con sistemazione molto confortevole al Rihga Royal Hiroshima e giretto serale per la città illuminata.
Giornata clou e il tempo peggiora: da nuvoloso e grigio a pioggia battente. Invertiamo il programma visitando il Parco della Pace e il museo della bomba atomica.
La città è stata completamente ricostruita dopo l’esplosione atomica provocata dagli americani il 6 agosto 1945. Impressionante nel Memorial Park, il Memoriale della pace di Hiroshima, ricco di oggetti, foto, plastici, filmati del prima e del dopo bomba. Sulla spianata antistante sorge il Cenotaph for the A-bomb Victims, che conserva al suo interno i registri con i nomi delle vittime della bomba. La Fiamma della Pace è un altro monumento alle vittime di Hiroshima, la cui fiamma rimarrà accesa sino alla completa denuclearizzazione del pianeta. Sull’altra riva del fiume Kyobashi-gawa, emoziona il rudere della Camera di promozione industriale di Hiroshima, denominato A-bomb Dome, recentemente restaurato e consolidato nella struttura distrutta dall’esplosione, con i resti della cupola che perse le lastre di bronzo al momento dell’esplosione. E’ forse questa l’immagine più conosciuta della città.
Con il tram raggiungiamo il traghetto che ci porta all’isola di Miyajima, nel mare interno giapponese. “L’isola in cui convivono uomini e dei” è un luogo sacro da quando vi fu costruito il santuario shintoista di Itsukushima nel 593 d.C. (ma gli edifici risalgono al XII° secolo), dedicato alla dea custode dei mari, costruito in parte nel mare, con edifici su palafitte e un torii a poche decine di metri al largo realizzato in legno di canfora, verniciato di color rosso vermiglio, i cui pilastri principali sono alti circa 17 metri. Assaggiamo gustosi spiedini di pesce fatti al momento sotto la pioggia battente. Il complesso nell’insieme è molto suggestivo e anche qui troviamo una sposa in costume tipico giapponese. Serata con cena a buffet e opportunità di assaggiare alcune delizie giapponesi, con diversi tipi di sushi.
Altro treno per Kurashiki un’antica città di mercanti del periodo Meiji. All’epoca signorile, era un porto attivo per il commercio del riso, testimoniato dalla presenza di diversi vecchi magazzini del riso. Un’atmosfera d’altri tempi e numerosi musei contribuiscono al fascino della città, con canali e ponti. Proseguiamo con treno proiettile per Osaka, dove saliamo all’Umeda Sky Building, opera del noto architetto Hiroshi Hara, che ha progettato anche la ristrutturazione della stazione di Kyoto. L’originale struttura a ponte è composta da due torri gemelle di quaranta piani collegate tra loro nei due piani più alti, dove è ospitata la Floating Garden Observatory (osservatorio del giardino pensile), una delle principali attrazioni cittadine. Si gode di una vista spettacolare su tutta Osaka a 360 gradi.
Escursione in treno a Nara, fondata nel 710 dall’imperatore Kammu, per un lungo periodo capitale del Giappone, ancora oggi importante centro culturale. Visitiamo il centro storico e il parco dove girano liberamente i cervi che invocano cibo dai turisti. Nel grandioso tempio Todai-ji, uno dei monumenti più importanti della città, una statua di Buddah alta 14 metri. Il grande santuario shintoista Kasuga, fondato nel 768 e ricostruito diverse volte, è il santuario della famiglia Fujiwara. L’interno è famoso per le sue lanterne di bronzo e le oltre mille lanterne di pietra (tōrō) che conducono al santuario lungo il sentiero che attraversa il Parco del Cervo. Il Giardino Botanico Manyo è adiacente al santuario. Saliamo al Yakushi-ji, il tempio principale della setta Hossō, la più antica setta buddhista del Giappone, dedicato al Buddha della medicina: Yakushi Nyorai.
Nel pomeriggio visita di Osaka, il quartiere Umeda con i suoi grattacieli, il centro commerciale, il parco molto frequentato e, da lontano, il castello di Osaka. In serata cena, senza scarpe, in ristorante tipico giapponese. Trasferimento all’aeroporto di Kansai (80 km) per il volo di rientro, con coincidenza a Francoforte beccata al volo.
Un Paese diverso, sorprendente, moderno e allo stesso tempo ancorato alle antiche tradizioni, organizzato, con servizi efficienti (sul treno proiettile ci hanno chiesto scusa, dopo 200 km, per 20 secondi di ritardo!), metropoli di milioni di abitanti dove, indifferentemente, bambini e anziani si muovono e si destreggiano con sicurezza al ritmo frenetico dei cartoni animati, ovviamente giapponesi.