Giappone 2008: tra templi e sushi

GIAPPONE AGOSTO 2008 – di Beatrice Cianchi e Vittorio Lazzeri Durante l’inverno, Vittorio ed io (Beatrice, detta anche Cianchi Tour) abbiamo preso la decisione per questa meta, comprato la guida Lonely Planet e, a marzo, abbiamo acquistato il biglietto aereo con Alitalia (980 euro a persona Fi-Roma Tokio a/r). Abbiamo fatto le prenotazioni...
Scritto da: bea1965
giappone 2008: tra templi e sushi
Partenza il: 05/08/2008
Ritorno il: 21/08/2008
Viaggiatori: in coppia
GIAPPONE AGOSTO 2008 – di Beatrice Cianchi e Vittorio Lazzeri Durante l’inverno, Vittorio ed io (Beatrice, detta anche Cianchi Tour) abbiamo preso la decisione per questa meta, comprato la guida Lonely Planet e, a marzo, abbiamo acquistato il biglietto aereo con Alitalia (980 euro a persona Fi-Roma Tokio a/r). Abbiamo fatto le prenotazioni per gli hotel tramite internet; solo per Kyoto abbiamo avuto problemi, dato che in quel periodo c’è una tipica festa commemorativa Giapponese (festa del Daimon-Ji, di cui parlerò più avanti) e gli hotel sono affollati. Niente paura: all’agenzia H.I.S. Di Firenze sono molto gentili ed efficienti e comunque sono riusciti a trovarci un albergo ad un prezzo accettabile.

5 AGOSTO – FIRENZE / TOKYO Partenza da Firenze alla mattina con 100.000 yen in contanti e la fedele carta di credito. Volo buono fino a Roma e poi il cambio per l’intercontinentale. Volo ottimo; non siamo riusciti a dormire, ma il tempo è trascorso piacevolmente grazie alla visione di numerosi films in italiano! Mi sono beccata anche una partaccia da una giapponese che mi ha accusato di parlare a voce troppo alta con una coppia di Roma seduta dietro a noi. Mi dice: “Signora qui non siamo in Italia, siamo già in Giappone!” Forse aveva ragione, ma da buona italiana chiassona e chiacchierona… 6 AGOSTO – ARRIVO A TOKYO Arrivo a Tokio alle 10 di mattina…Ed ora inizia il bello! Intanto dobbiamo trovare l’ufficio per validare il Japan Rail Pass (14 giorni, circa 270 euro a persona), prendere la navetta giusta che collega il Narita Airport con la stazione metro di Tokio e poi la metropolitana fino all’hotel. Ce la faranno i nostri eroi? Ebbene si, dopo un po’ di informazioni e indicazioni arriviamo alla fermata metro del nostro hotel… ma qual è l’uscita giusta? Una folla di gente cammina velocemente e noi ci sentiamo sperduti. Si avvicina anche un ragazzo italiano che vive a Tokio; si vede che ha voglia di parlare in italiano con qualcuno, ma non conosce il nostro hotel… ma poi, ecco una cartina e tutto si risolve: scala mobile giusta e le porte dell’hotel Villa Fontaine Shiodome (circa 48 euro a persona) si spalancano! L’hotel a colpo d’occhio è magnifico ed imponente: nella hall ci potrebbe comodamente stare un intero palazzo di cinque piani! Crolliamo nel minuscolo letto matrimoniale; io non ho problemi (vedi i vantaggi ad essere corta!) ma il povero Vittorio, con il suo metro e novanta di altezza, non è proprio entro la media standard dei giapponesi e si deve adattare. Pure il bagno è microscopico! Qui abbiamo il primo incontro con il wc giapponese: altissima tecnologia, ciambella riscaldata e acqua per farsi il bidet all’interno del wc! Scritte solo in giapponese ma, per fortuna, ci sono i disegni! Roba da matti! Ci facciamo una dormita ristoratrice e poi usciamo per la serata: decidiamo di visitare il quartiere Rappongi by night! Riusciamo a gestirci bene con la metro: temevo il peggio! Quante luci e ristoranti! Capitiamo però in un posto molto semplice e ci mangiamo un cumulo di piattini giapponesi niente male (menù rigorosamente in giapponese, ma per fortuna sopra ci sono le foto!); spendiamo in yen l’equivalente di 2 euro a testa e facciamo il primo brindisi con la birra Asahi! Il caldo umido è insopportabile e mi sa tanto che non ci abitueremo! L’unica salvezza saranno i distributori di bibite e d’acqua che si trovano dappertutto in Giappone, praticamente ogni 20 metri! 7 AGOSTO – GITA AL MONTE FUJI Oggi abbiamo in programma l’escursione al monte Fuji già prenotata dall’ Italia (70 euro circa a persona, con guida in lingua inglese); cinque ore per arrivare alla meta con il bus… e la cima del vulcano dov’è finita? Scomparsa in mezzo alla nebbia! Per cui ci tocca fare le foto sotto al cartellone con disegnato il Fuji. Questi giapponesi! Sono ancora spaesata: un po’ il jet lag, un po’ il caldo; scambio qualche parola con i nostri colleghi turisti. Ci sono anche quattro persone di Figline Valdarno ma soprattutto ci sono tanti australiani: loro si che sono vicini al Giappone! La coppia anziana che mangia vicino a noi è stata a Firenze e naturalmente ci rivolgono le solite frasi di apprezzamento: “very nice!”. Si, lo so, siamo fortunati a vivere a Firenze! Dopo pranzo andiamo dall’altra parte del monte Fuji e vediamo molti laghetti con acqua sulfurea che, più che altro, si sentono all’odore: c’è una puzza che porta via e poi il caldo è veramente insopportabile! Mentre siamo sulla funivia, incredibile: improvvisamente la nebbia si dirada e, dal nulla, ci appare la vetta del monte Fuji, che prima si era negata! Non è innevata come nelle cartoline, ma siamo stati davvero fortunati! Arriviamo ad un lago che attraversiamo con un galeone piratesco! (…Ma siamo in Giappone o a Gardaland?).

A fine giornata arriviamo stanchi morti all’albergo e decidiamo di mangiare in un ristorante nella nostra area di Shiodome; optiamo per la fonduta e per un piatto di spaghetti zucchine e gamberetti: tutto ottimo (spendiamo 6000 yen in due con 2,5 litri di birra, davvero una miseria!). Si spende davvero meno che da noi: ma chi l’aveva detto che il Giappone è caro? 8 AGOSTO – TOKYO Sveglia di buon mattino, colazione nella stupenda hall dell’hotel, in assoluto silenzio: in sottofondo si sente solo il rumore delle bacchette e delle pagine di giornale sfogliate! Acquistiamo da una macchinetta automatica l’abbonamento giornaliero della metro (1000 yen, come dire 6 euro) e poi…Via per le strade di Tokyo! Visitiamo il museo nazionale, il tempio Sho-Gu, il parco Ueno, il mercatino di Sakura, il tempio della dea Kannon.

Al parco Ueno notiamo una gran folla e, curiosa come sono, mi precipito a vedere. Non è una festa o la coda per l’ingresso ad un museo: è una fila di molti barboni che aspettano di ricevere del vestiario, ma sono tutti molto composti. Anche qui ci sono persone povere, silenziose, tristi e bisognose, ma dignitose.

Ci allontaniamo, con l’aria colpevole e malinconica dei ricchi turisti che si godono le ferie. Più in là un gruppo di ragazze suona della musica da cartone animato giapponese; mi ritorna un po’ di brio, che finisce davanti alla statua del Samurai con il cane! Cena con bis di sushi, sashimi e birra…Tanto per cambiare! 9 AGOSTO – TOKYO / NIKKO Ci alziamo di buon mattino e con la metro si torna alla Tokio Station, direzione Nikko! In stazione abbiamo il primo vero impatto con i treni giapponesi e con la loro proverbiale puntualità. Non abbiamo la prenotazione, quindi dobbiamo capire qual è il vagone riservato a chi è senza prenotazione.

Fortunatamente gli annunci dei treni in transito sono sia in giapponese che in inglese, così come le scritte che scorrono sui tabelloni dei treni e sui display posti sui binari.

Troviamo senza difficoltà il nostro binario e ci mettiamo in coda sul marciapiede, rigorosamente entro la linea indicata in terra! Dietro di noi si forma una coda di persone, per lo più Giapponesi, tutte in ordinata e silenziosa attesa. Non possiamo non notare la differenza con una chiassosa ed incasinata stazione ferroviaria italiana! Arriviamo a Nikko e visitiamo i templi buddisti, che sono stupendi; in mezzo al verde degli alberi, il caldo è meno opprimente.

Dopo aver salito un milione di scalini – tanti così ci sono sembrati – ci fermiamo a riposare accanto ad una famiglia giapponese. La mamma, con un inglese un po’ impacciato, ci chiede da dove veniamo ed invita i suoi bambini a parlare con noi. Non è che gli alunni giapponesi siano tanto più bravi dei nostri! Alla fine ci regalano alcuni origami e noi non abbiamo niente per ricambiare, nemmeno una caramella. Mi sento mortificata e quindi sorrido! Inizia a piovere , ma è già l’ora di pranzo e ci fermiamo in un ristorante con cucina occidentale, ma purtroppo oggi non c’è molta scelta. Accanto si sente un gran vociare, andiamo a vedere e… C’è una palestra dove stanno svolgendo un allenamento di Kendo! Stiamo un po’ lì a guardare (e Vittorio, da buon praticante della “via della spada”, non riesce a smettere di fare riprese video con la telecamera). Alla fine riprendiamo il cammino. Ci fermiamo da un venditore ambulante, un vecchino sdentato e compriamo un fischietto e un gattino di legno. Non parla inglese, ma quando capisce che siamo italiani ordina alla moglie, pure lei anziana e sdentata, di regalarci un altro gattino. Faccio per non accettare, ma lui insiste tanto e allora, per educazione, accetto e ringrazio! Nel pomeriggio scattiamo foto a un ponticino rosso sul fiume, proprio tipico giapponese! Rientriamo a Tokio e…Stasera sushi, sashimi e tempura a volontà! 10 AGOSTO – TOKYO / TAKAYAMA Oggi siamo diretti sulle montagne giapponesi, nella cittadina di Takayama. Lasciamo Tokyo senza problemi: è domenica e in giro c’è pochissima gente. Cambiamo treno a Nagoya e, in totale, impieghiamo circa 5 ore! Abbiamo prenotato in una pensione tipica giapponese (gli alberghi tipici in stile giapponese si chiamano Ryokan) un po’ più cara del solito (22000 yen in due, come dire circa 66 euro a testa colazione compresa: quasi come a Rimini in pensione!), ma l’esperienza vale veramente la pena! Quando scendo dal treno mi accorgo che c’è un’aria diversa in tutti i sensi: fa più fresco e non ci sono né traffico né grattacieli. Tutto è a misura d’uomo, molto più adatto a me! A piedi ci incamminiamo al Ryokan Asunaro dove siamo accolti dalla fontana del viandante e dal proprietario che ci invita a toglierci le scarpe e ad infilarci le ciabattine per non sciupare il pavimento in legno! Vittorio è in piena fase di esaltazione: “Ecco finalmente il vero Giappone!” Quando poi entriamo in camera e vediamo il tatami, il futon e i kimono (Kimono per le donne, Yukata per gli uomini) pronti per essere indossati, per Vittorio è il delirio più completo! Mezz’ora buona di foto in tutte le pose e siamo pronti per uscire! Qui le cose da vedere non mancano e sono davvero interessanti: mi sembra di essere in un’altra dimensione, in un altro tempo, in un altro Giappone! Visitiamo una casa di mercanti dove ci viene offerto il tè verde ed una specie di frittellone (sempre gradito), il museo con i carri che sfilano per una festa tipica, il teatrino Kabuki delle marionette animate, dove assistiamo allo spettacolo e troviamo anche alcuni turisti italiani e spagnoli.

Camminiamo piacevolmente tra le stradine strette, tra casine in legno molto antiche e ci infiliamo nei numerosi negozietti, comperando l’impossibile; infine gustiamo un buon gelato giapponese, che non sarà il massimo ma ci sta proprio bene! Torniamo al Ryokan e ci infiliamo nell’Onsen (tipico bagno caldo giapponese, separato tra uomini e donne). Nella vasca femminile sono sola e quindi dopo un po’ mi annoio e decido di tornare in camera. Vittorio invece arriva molto più tardi perchè nell’Onsen ha trovato alcuni francesi ed ha approfittato della conversazione per rispolverare le proprie riminescenze scolastiche della lingua. E’ dispiaciuto perché non c’è posto al Ryokan per la cena (andava prenotata) e l’apparecchiatura lo allettava parecchio! Cerco di consolarlo dicendogli che ci rifaremo alla colazione del giorno dopo.

Scegliamo il ristorante Suzuya, segnalato sulla guida ed è davvero carino! Noto subito la tavolata di italiani di Avventure nel Mondo e scambiamo con loro due parole sulle mete di rito.

Scegliamo le cose tipiche: il famoso manzo Kobe e una zuppetta; naturalmente spolveriamo tutto con grande appetito. Ci portano il manzo crudo (ottimo ma finissimo, non è certo la nostra bistecca alla fiorentina), lo cuociamo da noi su un fornellino; non è molto semplice senza forchetta, ma la fame aiuta! Spendiamo in yen il corrispondente di 24 euro a testa ed è stata la cifra più “salata” che abbiamo speso in tutto il viaggio in un singolo pasto: ma certamente meritava! 11 AGOSTO – TAKAYAMA / HIROSHIMA Appena svegli indossiamo l’abbigliamento da “samurai e gentile signora” e ci prepariamo per la colazione : non posso stare a lungo in ginocchio e adotto quindi una posizione più congeniale per i miei legamenti offesi! La sala da pranzo del Ryokan è un ambiante incredibile e sembra veramente di vivere in un altro tempo: nel Giappone dell’era Imperiale! Il servizio è al tavolo e la cameriera ci serve inginocchiandosi in Seiza.

Ci divertiamo ad aprire le varie ciotoline con dentro riso, salmone, carne, verdure, polpettine (certo tutti i giorni una colazione così abbondante non ce la farei…) ma, tanto per cambiare, gradiamo e spazzoliamo tutto! Dopo ci dirigiamo ancora nel centro di Takayama per mercatini dove impieghiamo un’ora di tempo per provare e comprare i kimono da portare in Italia! Prendiamo un autobus che ci porta al museo all’aperto folkloristico di Hida No Sato, dove ci sono case tradizionali, smantellate dalle loro sedi naturali e ricostruite sul sito: è veramente caratteristico e bellissimo! Salutiamo a malincuore Takayama e andiamo alla stazione: un sandwich in piedi per non perdere il posto in fila e, in circa sei ore e con due cambi di treno, arriviamo ad Hiroshima. Ci prendiamo un taxi (700 yen, nemmeno i taxi sono cari!) e arriviamo all’hotel Active (48 euro in due), trendissimo e pieno di giovani. Ci sentiamo un po’ gli “zii”, ma sono troppo stanca per riflettere e soprattutto sono affamata. Lasciamo velocemente i bagagli nella minuscola camera e ceniamo nella zona più animata della città in un locale anonimo: due braciole e patate, con uso di forchette!

12 AGOSTO – HIROSHIMA E MIYAJIMA Colazione nell’hotel, tavolone unico per tutti, ma ci sono tante cose buone ed è molto moderno! A piedi ci dirigiamo al parco della pace, dove camminiamo in silenzio osservando la devastazione della guerra.

Scattiamo foto ai monumenti, pensando a quante morti assurde provoca la crudeltà umana. Entriamo nel museo della pace, dove si paga solo un biglietto a prezzo simbolico. Nelle teche ci sono i vestiti di alcune persone, un triciclo, numerosi orologi fermi all’ora dello scoppio della bomba atomica. Mi soffermo a leggere il libro dei visitatori e a guardare le foto dei personaggi illustri che, nel corso degli anni, hanno visitato il museo.

Poi usciamo e cambiamo decisamente aria; prendiamo alcuni tram e filobus e ci dirigiamo alla stazione, dove cerchiamo di chiedere dove si trova la fermata per tornare in hotel. Ovviamente la signora di turno non conosce l’inglese ma riesce a capire a forza di gesti e ci accompagna molto gentilmente alla fermata, che da soli non avremmo mai trovato. Ma che logica hanno questi giapponesi: i tram non ripartono mai dallo stesso capolinea dove arrivano? Poi prendiamo il trenino con destinazione l’isola di Miyajima, detta anche l’isola dei cervi.

Impieghiamo mezz’ora di tempo e poi prendiamo un traghetto, sul quale vale anche il nostro Japan Rail Pass (per cui non spendiamo un soldo), che ci sbarca sull’isoletta. Prendo una cartina al desk delle informazioni ma, mentre mi distraggo un attimo, me la sento strappare di mano: è un daino affamato che se la sta mangiando e non riesco a recuperare il maltolto. Non mi resta che rientrare e prenderne un’altra! Sull’isola i daini sono una quantità impressionante e sono praticamente addomesticati: si avvicinano senza timore, si fanno accarezzare e, soprattutto, accettano volentieri tutto ciò che per loro è commestibile, carta compresa! Ma sono daini o capre, che mangiano di tutto? Girelliamo per le stradine, visitiamo i molti negozietti ed i templi, ammiriamo il famoso Torij immerso in una melma maleodorante a causa della bassa marea. Pranziamo al Kurawanka: ostriche espresse servite in piatto unico insieme a verdurine e uova strapazzate (3200 yen in due). Poi proseguiamo il giro e Vittorio compra una katana (c’era da aspettarselo!).

Rientriamo tranquillamente in hotel e scegliamo una cenetta romantica sul lungo fiume. Sembra di essere a Parigi lungo la Senna ma però pensiamo poco al romanticismo del posto e mangiamo come ussari! Riso alla marinara (una specie), una frittura di pesce che dobbiamo cuocere da soli, ma oramai siamo esperti! Decisamente piacevole e a solo 20 euro a testa.

13 AGOSTO – HIROSHIMA / OSAKA Appena svegli, collegamento su internet nell’Internet Point dell’albergo per vedere il risultato della partita dei preliminari della Fiorentina: Mutu e Gila un gol a testa, la giornata inizia decisamente bene! Arriva il taxi, ma è prenotato dai signori “Biatturisu”, solo che nella hall ci siamo solo noi…Ma menomale che Vittorio capisce! La pronuncia non è delle migliori, ma il taxista ha pronunciato “Beatrice” in giapponese! Un’ora di treno e ci fermiamo ad Himeji per visitare il castello.

Lasciamo in deposito le valigie negli armadietti della stazione(1600 yen… e tutti in moneta!) e ci dirigiamo a piedi al castello. Percorriamo un vialone diritto ed avvistiamo in fondo il castello…È magnifico! Ci perdiamo nelle stanze spoglie e saliamo le scale sempre più strette, fino a raggiungere la cima. Ogni tanto ci dobbiamo togliere le scarpe e infilarle nei sacchetti che ci porgono. Alla fine della visita lasciamo il sacchetto a una donnina che, con una gran pazienza tipica giapponese, lo ripiega e lo prepara per essere riutilizzato! Il castello è molto bello, peccato che le stanze siano completamente vuote e allora devo usare la fantasia per immaginare gli alloggi abitati dai samurai! Ci dirigiamo nei giardini adiacenti di Koko-En in stile Edo: davvero carini con i molteplici laghetti con dentro carpe lunghe mezzo metro! Pranziamo nel ristorante con vista su una cascatella, molto rilassante dopo il caldo impossibile! Torniamo alla stazione , ritiriamo i bagagli e riprendiamo lo Shinkansen (treno iperveloce) fino ad Osaka, impiegandoci una misera oretta.

Lì raggiungiamo l’hotel Sunroute Umeda (12.000 yen a notte in due), il bagno è sempre più piccolo, stile roulotte, ma va bene alla grande! A piedi ci dirigiamo allo Sky Building da dove ammiriamo un bellissimo panorama della città ormai quasi al tramonto. Sotto le torri c’è una viuzza ricostruita in stile Edo piena di ristorantini, ma per noi è troppo presto per la cena. Torniamo quindi in hotel e dopo una santa doccia, usciamo di nuovo. Vicino all’hotel c’è una strada con numerosi ristoranti: osserviamo attentamente le vetrine dove sono esposti i piatti in cera che riproducono i cibi e ne scegliamo uno. Saliamo con l’ascensore ai piani alti, lasciamo le scarpe fuori e una cameriera in kimono ci accompagna al tavolone, dove possiamo osservare lo chef-banzai all’opera! Prendiamo di tutto, beviamo le solite cinque birre e spendiamo solo 7000 yen in due (circa 21 euro a testa…Alla faccia del Giappone caro!).

14 AGOSTO – OSAKA Prendiamo il treno con il nostro Japan Rail Pass e visitiamo il castello di Osaka. Percorriamo un parco pieno di alberi ma comunque il caldo è insopportabile. Arriviamo al fossato e poi dobbiamo fare anche una salita! Il castello è ricostruito e all’interno è esposta una ricca collezione di oggetti inerenti alla storia del castello; arrivati all’ottavo piano, godiamo di una bella vista della città.

Ci dirigiamo poi nel quartiere di Dotombori: è il quartiere dei divertimenti notturni ma noi lo visitiamo di giorno . E’ un dedalo di gallerie, negozi, ristoranti e rumorosissimi locali di pachinko per tutti i gusti. Ci fermiamo davanti ad una vetrina di un ristorante con un piccolo acquario…Mi sa che qui il pesce è proprio fresco! Ci sediamo al bancone e osserviamo lo chef che ci prepara un sashimi veramente espresso. Mi viene un gran appetito e, spinta dalla fame, infilo in bocca una manciata di roba di colore rosa; Vittorio se ne accorge tardi e non riesce a fermarmi. “È il sapone” (così lui chiama il Gari, che è un condimento per il sashimi molto apprezzato dai Giapponesi ma molto meno dagli occidentali!), mi dice e, senza vergogna, me lo tolgo di bocca! La nostra scelta però è ottima e abbiamo il coraggio di sceglierci anche del sushi con sopra un uovo di quaglia, oltre ad altre leccornie! Spendiamo solo 3200 yen in due: nemmeno il prezzo di un panino con bibita in centro a Firenze! Nel pomeriggio affrontiamo la lunga ma ordinatissima coda per entrare nell’acquario di Osaka, che ospita gli squali balena nella vasca più grande del mondo, oltre che razze, tonni ed altri pesci! Il biglietto costa solo 2000 yen a persona! (circa 12 euro).

Lo spettacolo dell’acquario è molto bello ma, in verità, di acquari ne abbiamo visti anche di più belli in giro per il mondo.

Stanchi ed accaldati torniamo all’hotel e per la cena scegliamo di andare al piano inferiore dell’hotel New Hankyu International, di fronte al nostro. Scegliamo il ristorante, ci togliamo le scarpe e veniamo accompagnati in una stanzina tutta per noi ma, ahimè, il menù è solo in giapponese! Niente paura: ci mandano la cameriera che sa l’inglese…Ma per modo di dire! Allora usciamo scalzi e cominciamo ad ordinare guardando le foto del menù esterno al ristorante! La scelta si rivela ottima, come al solito: consumiamo una quantità di piattini appetitosi ma, su tutti, il polpo fritto è una vera bontà! Spendiamo i soliti 20 euro a testa e a panza piena! 15 AGOSTO – OSAKA / KYOTO Solito Shinkansen iperveloce e, con un’ora scarsa di treno, arriviamo a Kyoto: la stazione è avveniristica, ma siamo ansiosi di visitare l’antica capitale del Giappone e quindi saliamo su un taxi per raggiungere al più presto l’hotel.

La camera non è subito disponibile per cui lasciamo i bagagli alla reception e a piedi raggiungiamo i giardini del palazzo imperiale. Non è proprio molto vicino: anche se sembra meno caldo del solito, la fatica si fa sentire! Ci fermiamo lungo la strada a mangiare, il locale è anonimo ma Vittorio teme di non trovare molto di meglio nei paraggi. Scelgo una ciotolina dal menù: sembravano melanzane, avevo proprio voglia di verdure e invece è carne: pazienza! Vittorio invece va sul fritto. Spendiamo 2500 yen in due, ma stavolta non è stato un granché. Continuiamo a camminare verso la zona dei templi, ma non si arriva mai; strade larghe con case basse, ogni tanto qualche cimitero: così, ai lati della strada, senza recinto. Finalmente arriviamo al celebre Tempio d’Oro, uno dei siti di maggior interesse del Giappone e lì la folla è notevole.

Visitiamo anche il tempio Ninnaji, dove incontro una ragazza italiana che veniva in palestra insieme a me (ma guarda, il mondo è veramente piccolo!).

Scambiamo due parole sull’itinerario e sulla coincidenza di ritrovarsi così lontano da casa e visitiamo il Ryoan-Ji, dove il giardino zen è una composizione austera di 15 massi di roccia. Arriviamo tardi al tempio successivo, ma ormai siamo abbastanza cotti; una signora molto gentile ci fa scattare qualche foto alla pagoda e poi chiude definitivamente il cancello.

Decidiamo di fermare il primo taxi per tornare all’hotel, per evitare di stramazzare a terra! Doccia ristoratrice e cenetta nei paraggi dell’hotel: per oggi abbiamo dato! 16 AGOSTO – KYOTO Anche oggi decidiamo di camminare e visitiamo una quantità notevole di templi: Jishu-Jina, Kiyomizu-Dera (il mio preferito), la pagoda Yasaka, il tempio Kodaj, il tempio Chian-In, il tempio Shoren, il santuario Hean Unge, il tutto in mezzo a quartieri antichi pieni di negozietti, di ristorantini e di turisti come noi. Per raggiungere un tempio saliamo in una stradina stretta che costeggia un immenso cimitero; alcune persone portano fiori alle tombe: in questo non è poi tanto diverso il mondo.

Concludiamo nel quartiere di Gion, dove Vittorio si mette a fare la posta davanti alla casa del tè: in quel luogo c’è infatti la concreta possibilità di vedere le mitiche Geishe.

Arriva una macchina scura dalla quale escono due Maiko (apprendiste Geishe), scatto delle foto, mentre Vittorio si arrabbia con me e dice che non ha potuto filmare niente perchè gli sono entrata nel mezzo dell’inquadratura! Decido di lasciarlo solo e me ne vado a zonzo per i negozi. Quando torno lo trovo tutto soddisfatto: ha un intero reportage su due Geishe e lo mostra entusiasta a un gruppetto di italiani rimasti a bocca asciutta! Considerando che solo pochi Giapponesi possono, nel corso della loro vita, dire di aver visto da vicino una vera Geisha, possiamo ben dire di essere stati molto fortunati, per essere dei semplici turisti di passaggio! Continuiamo a perderci per le strade di Gion davvero molto belle e caratteristiche e poi ci incamminiamo verso il fiume, dove dovremmo riuscire a vedere i famosi fuochi della festa del Daimon-Ji, ricorrenza che serve per commemorare e dare un saluto alle anime degli antenati. Su cinque colli vengono accesi grandi fuochi a forma di ideogrammi giapponesi, visibili da molto distante e da vari punti della città. L’argine del fiume che abbiamo scelto noi è già affollatissimo, per cui cerchiamo un posticino per sedersi, dato che manca ancora un’ora all’inizio dell’evento. Si avvicina una coppia di turisti, probabilmente scandinavi e dopo averci chiesto se parliamo inglese, ci chiedono di spiegarci che cosa stia succedendo. Rispondiamo e ci ringraziano e poi commentiamo: ma non ce l’hanno una guida?!? Mi siedo mentre Vittorio va a prendere qualcosa da mangiare. Sono stanca, sudata e maleodorante, ma cerco di godermi comunque il momento. Accanto c’è un ragazzino entusiasta che cerca di scambiare qualche parola con me. Mi rianimo, mi fa vedere la tv sul suo telefonino dove, in diretta, stanno trasmettendo l’evento. Mi spiega che tra poco accenderanno tutti i falò a forma di ideogrammi. Torna Vittorio con uno spiedino: dice che è di carne di cane morto…Molto spiritoso, ma è comunque davvero buono! Inizia la festa, i fuochi a forma di ideogrammi vengono accesi sulle colline circostanti, tutti battono le mani…E in un attimo è tutto finito! Belli i miei fuochi di San Giovanni! Lentamente ci avviamo verso la metro, c’è un macello di gente, chiediamo indicazioni, qualcuno ci aiuta e dopo mezz’ora siamo in camera belli ripuliti e profumati a rifocillarci con l’ennesima birra Asahi della giornata! 17 AGOSTO – GITA A NARA Oggi abbiamo in programma la gita a Nara (circa tre quarti d’ora di treno, praticamente una passeggiata!), l’antica capitale del Giappone. Vi sono alcuni siti dichiarati patrimonio dell’umanità, templi davvero belli e un’aria mistica.

Visitiamo i templi principali, raggiungibili con un piccolo bus dalla stazione, ma poi si gira benissimo anche a piedi. Ci fermiamo a mangiare da una donnina, praticamente sembra di essere in casa sua: bicchieri di vetro uso osteria anni trenta, tavoli di plastica anni settanta. Scegliamo dalla vetrinetta due piatti semplici e ci godiamo il silenzio del locale. Continuiamo a scattare foto ai bellissimi templi e poi ci incamminiamo verso la stazione. Non posso non fermarmi nei numerosi negozi e, in uno di essi, mentre compro di tutto riesco anche a scambiare due parole con il figlio della proprietaria che studia letteratura in Germania! 18AGOSTO – KYOTO Oggi abbiamo il biglietto giornaliero per l’autobus e quindi ci risparmieremo la fatica di camminare a piedi. Cominciamo con il Ninjo Castle e poi intraprendiamo il cammino del filosofo, che però adesso dovrebbe chiamarsi “del turista”! Ogni tanto c’è qualche scorcio carino ma non è certo come viene descritto dalle guide. Forse perché il momento migliore per visitarlo è in primavera, con tutti gli alberi in fiore e non certo in pieno agosto! Visitiamo ancora i templi Ginka-Ku, Todaj ed Eiakon, ma con l’autobus è tutto molto meno faticoso! Torniamo in hotel e, dopo una doccia veloce, tutti belli e profumati andiamo a pranzo lungo il fiume; il menù a prezzo fisso è un po’ caro e quindi decidiamo di rinunciare alla terrazza panoramica ed entriamo in un locale al chiuso. Ci sono anche tre italiani e ci divertiamo a sentire i loro discorsi, mangiano e bevono a crepapelle come noi! Poi, una passeggiata romantica sul lungo fiume, mano nella mano, al chiaro di luna… 19 AGOSTO – KYOTO / TOKYO Lasciamo Kyoto e lo Shinkansen impiega circa tre ore per arrivare a Tokyo.

Ultimi due giorni nella capitale e poi il volo di ritorno per l’Italia. Ormai siamo esperti e non abbiamo problemi a ritrovare il nostro hotel Villa Fontaine a Shiodome: mi sento quasi come a casa! Lasciamo i bagagli e ci dirigiamo ai giardini del palazzo reale. Prima ci fermiamo per il pranzo al Morimochi Building, una specie di grande centro commerciale. Scegliamo un localino giapponese trendy (ma, volendo, c’erano anche dei locali con cibo italiano) e pranzando godiamo anche di un’ottima vista sui giardini reali di fronte a noi. Ho anche il tempo per acquistare dei cucchiaini dall’aspetto bello grasso. Poi entriamo nei giardini del Palazzo Reale dell’Imperatore e passeggiamo per i giardini del palazzo, scattando le ultime foto. Bello e caratteristico anche il ponte Niju-Bashi, che è uno dei siti più fotografati del Giappone ed è anche famoso per essere stato ripreso nelle inquadrature di numerosi films famosi, tra i quali spicca Memorie di una Geisha.

La sera è dedicata agli spiedini di carne…Naturalmente ottimi! 20 AGOSTO – TOKYO Sveglia alle ore 6 per vedere il famoso mercato del pesce! Arriviamo comunque tardi: l’asta dei tonni è già finita ma ci sono ancora moltissimi tonni giganti surgelati che vengono caricati su una specie di furgoncini (ne circolano veramente a centinaia!).

Trambusto come al solito e qualche turista mattiniero come noi ma comunque giunto in ritardo. Usciamo dalla zona delle aste e ci tuffiamo nel mercato vero e proprio che, a quell’ora, inizia a prendere vita. Ci sono numerosi acquirenti, sia privati che ristoranti, che contrattano il pesce con alte grida in un incomprensibile trambusto giapponese.

I banchi con la merce esposta sono a centinaia ed il pesce in mostra è tantissimo e di ogni forma e colore. La cosa più impressionante è però la grandezza del pesce esposto: le cozze sono giganti (con una ci sfami almeno tre persone), le anguille sono enormi ed ancora vive, i granchi sono grandi come tavolini da tè; insomma: tutto il pesce in Giappone è più grande che da noi! Sarà mica un effetto secondario delle radiazioni atomiche?!? Dopo un giro in lungo e in largo del mercato del pesce – e dopo molte riprese filmate di Vittorio che non voleva più venire via da lì – torniamo all’hotel per fare colazione e poi…Via per l’ultimo giorno giapponese! Saliamo sulla Tokyo Tower (una specie di Tour Eiffel in miniatura) e, data l’ora, sono la prima a fare il biglietto. Il panorama dell’immensa Tokyo è splendido ma mi fa un po’ effetto guardare in giù e allora guardo in orizzontale, anche perchè ci sono un sacco di bancarelle! Poi scendiamo per fare una veloce passeggiata per i quartieri di Shibuya, Shinjuku, Ikeburo, Akihabara (il quartiere dell’elettronica) e Ginza. Nel quartiere di Shibuya cerco la statua di Hachiko, un cane che aspettava tutti i giorni il padrone alla stazione e che continuò a farlo anche dopo la sua morte.

Chiedo in giro ma nessuno capisce l’inglese; provo a fare un abbaio per spiegare cosa cerco e mi prendono per matta! Quando ormai penso di rinunciare, ecco sbucare la statua in un angolino, in mezzo al caos. Ci eravamo passati davanti e non me n’ero accorta! Mi commuovo nel guardarla, come sempre mi succede quando si tratta di animali.

Sempre nel quartiere di Shibuya capitiamo in un mega incrocio di vie pieno di gente, auto, luci rutilanti, schermi giganti che trasmettono video e musica a tutto volume. Sembra proprio di essere a New York in Time Square: tutto il mondo è paese! Rientriamo nel quartiere di Shiodome e consumiamo l’ultima cena giapponese a base di fritto misto (tempura) e poi (sigh e sob) domani si torna a casa! 21 AGOSTO – TOKYO / FIRENZE Prendiamo il Narita Express per l’aeroporto ed il volo di ritorno con la Jal, ma prima…Facciamo gli ultimi acquisti al duty free! Poi finalmente siamo a casa, dove siamo accolti dai guaiti dei cani, fedeli amici che aspettavano fiduciosi il nostro ritorno! Spesa totale all-in per 16 giorni in Giappone: poco più di 2.500 euro a testa.

E adesso pronti per organizzare un nuovo viaggio: ciao, meraviglioso e misterioso Giappone e…Argentina, stiamo arrivando!



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