Di dicembre a Torino
Di dicembre a Torino (15 – 18 dicembre 2006)
Torino rappresentava da qualche tempo una meta importante nella lista dei nostri desideri, c’era una specie di “buco” nelle nostre conoscenze geografiche che, sul versante occidentale della nostra penisola, arrivavano appena a Milano. L’occasione è arrivata quando, nel decidere la probabile...
Di dicembre a Torino (15 – 18 dicembre 2006) Torino rappresentava da qualche tempo una meta importante nella lista dei nostri desideri, c’era una specie di “buco” nelle nostre conoscenze geografiche che, sul versante occidentale della nostra penisola, arrivavano appena a Milano. L’occasione è arrivata quando, nel decidere la probabile meta di quella piccola vacanza che ci concediamo abitualmente nel ponte che segue l’8 dicembre, siamo incappati nelle offerte week-end proposte da Turismo Torino. Dal sito, ben organizzato, siamo riusciti a reperire numerose informazioni e dopo un’attenta valutazione tra le varie proposte abbiamo scelto quella che per noi è risultata la soluzione migliore: l’Hotel Le Meridien Lingotto, un 5 stelle di nuova apertura nell’ex fabbrica della Fiat diventata grazie all’intervento di Renzo Piano un centro commerciale e di svago con due hotel e la Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli. L’offerta era molto vantaggiosa per quello che offriva: 3 notti per 2 persone in b&b, 2 Torino card (trasporti pubblici e musei gratuiti) e la cena di sabato per due, al prezzo complessivo di 300 euro. Partiamo il venerdì in auto da Padova, senza fare nessuna levataccia e siamo a Torino già nel primo pomeriggio. L’hotel ci sorprende per la sua architettura e gli arredi moderni, tutto in vetro ed acciaio, ma con tocchi di colore ed un’atmosfera raffinata che però non incute soggezione come certi alberghi di tradizione: qui l’ospite è libero di sentirsi come crede. La vista dall’hotel purtroppo non è emozionante essendo questa un’area a vocazione operaia dove hanno trovato rifugio, negli ultimi tempi, anche molti immigrati. Ci organizziamo subito in modo da non toccare più l’auto, ma da usare i mezzi pubblici, le cui fermate non distano molto. E così partiamo per l’esplorazione di quella che un tempo era la capitale d’Italia e che ne conserva tuttora l’impronta. Girare Torino è molto semplice perché è stata costruita a scacchiera con grandi vie che si intersecano seguendo i punti cardinali. Grandi piazze interrompono i rettilinei degli ampi viali e, a parte una zona limitata del cuore medievale, ci sorprende per il resto di trovare una città ariosa e luminosa e niente affatto grigia e cupa come una certa letteratura la descrive. Certo i palazzi, talora ripetitivi nello stile, ci possono trarre in inganno e presentarcela come un’ossessione che facilmente porta alla depressione e alla noia. Ma siamo fortunati ché il periodo è pre-natalizio e la città è in fibrillazione per lo shopping che ci cattura con le sue vetrine scintillanti, di fronte alle quali sostiamo con l’acquolina in bocca per ammirare estasiati soprattutto i prodotti culinari di vera eccellenza. La città è molto affascinante di sera perchè basta alzare gli occhi per godere dell’atmosfera magica creata dalle luci d’autore, concorso indetto ogni anno per addobbare a festa la città con opere luminose e poetiche create dalla fantasia degli artisti internazionali. Elencare con ordine tutto ciò che abbiamo fatto e visto in questo breve arco di tempo è assai difficile, perché come al solito cerchiamo di prepararci in anticipo per non disperdere tempo prezioso. Ritornando con la memoria affiorano via via i bellissimi monumenti e musei che fanno di Torino una meta culturalmente molto ricca. E così siamo sorpresi dalla bellezza della Mole Antonelliana, che oltre l’ampio panorama che offre dall’alto, utile a comprendere la posizione della città tra la dolce collina e le cime maestose delle Alpi, ospita al suo interno uno strabiliante Museo del Cinema dove si può ripercorrere, con le più moderne tecnologie, la storia della settima arte e ritrovare i volti dei divi più amati. Non perdiamo la visita guidata al Museo Egizio, ricchissimo di collezioni esposte in maniera chiara e didattica, certamente il più importante dopo quello del Cairo, per la conoscenza del mondo dei faraoni. Non manchiamo il Palazzo Reale, dove attraverso le sue sontuose sale e magnifici arredi, ripercorriamo una pagina della storia italiana. Abbiamo la fortuna di entrare pure a Palazzo Madama, che dopo un lungo restauro durato diciotto anni, ha riaperto le sue sale in forma smagliante proprio quel sabato del nostro week-end. Dall’imponente scalone di Juvarra rimesso a nuovo, seguiamo il percorso espositivo che inizia con il Quattrocento nel piano più basso per arrivare alle straordinarie collezioni di ceramiche e vetri nel sottotetto. Si esce frastornati per la preziosità e quantità delle opere viste. Un altro luogo che ci ha entusiasmati è stato il Museo Accorsi con le sue splendide collezioni di arredi, gioielli, vasi, vetri, mobili e quant’altro è stato sapientemente collezionato da questo signore, di umili origini ma di gusto e fiuto eccezionali al punto di diventare cliente dei re d’Europa e fornitore delle più ricche famiglie del mondo, “l’antiquario dei re ed il re degli antiquari”. Un salto anche a Superga era pure dovuto con il simpatico trenino a cremagliera, o “dentiera” come dicono da queste parti. Interessante ed un po’ macabra la visita alle Tombe reali dei Savoia custodite nei sotterranei della basilica, una sorta di Kapuzinergruft degli Asburgo di Vienna. Siamo entrati anche al Duomo, dov’è conservata la Sacra Sindone di cui è visibile una riproduzione fotografica essendo l’originale esposto solo in occasioni particolari come per il giubileo. Abbiamo passeggiato di sera anche in zone che sembravano poco sicure ed in preda al degrado, come l’area del mercato coperto, ma nel complesso abbiamo trovato una città molto attiva e rimessa a nuovo. Infatti, grazie agli interventi eseguiti in occasione delle olimpiadi invernali dell’anno scorso e alla loro perfetta organizzazione Torino è balzata non solo sugli schermi di tutto il mondo ma ha fatto ricordare anche agli italiani che esiste questa bella città ed il riscontro in termini di flusso turistico non ha tardato farsi sentire.
Come ho prima accennato Torino abbonda di negozi di specialità gastronomiche esibite con gusto ed opulenza. Tra queste primeggia senz’altro il cioccolato e la crema di nocciole gianduia, ingrediente base del famoso “bicerin” la speciale bevanda, tanto amata da Cavour, che in un semplice bicchiere riunisce cioccolato, caffè, panna e graniglia di nocciole (ma ogni locale ha poi la sua variante) in un connubio paradisiaco per il palato, ma che è un vero attentato alla linea. Abbiamo degustato, dopo una snervante attesa, l’originale bicerin proprio nel minuscolo locale di Piazza della Consolata con gli arredi d’antan, dove la bevanda è nata. Il locale è suggestivo e merita una visita purché si metta in conto anche l’ipotesi di venire serviti dopo un intero gruppo di turisti, magari tedeschi, che giustamente vogliono deliziarsi con questa specialità.
Anche noi non ci siamo tirati indietro ed abbiamo fatto buona scorta di praline e gianduiotti collezionati visitando le migliori pasticcerie di Torino e staccando di volta in volta i buoni da un carnet di Choco-pass in vendita all’ufficio turistico, una specie di mappa alla ricerca di un tesoro di…Cacao! Regale Torino meritavi forse una visita più approfondita, ma questo incontro è stato probabilmente lo stimolo per rivederti ancora.