Destinazione Lofoten, in sedia a rotelle

Premessa: In questo reportage abbiamo preferito non citare i nomi delle strutture ricettive, siamo però ultra disponibili a fornire info e dettagli al nostro indirizzo e-mail: manudero@katamail.com. I prezzi indicati si riferiscono a due persone in camera doppia con colazione inclusa o bungalow dove specificato. Vi consigliamo di rivolgervi...
Scritto da: manu&dave
destinazione lofoten, in sedia a rotelle
Partenza il: 05/08/2006
Ritorno il: 26/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Premessa: In questo reportage abbiamo preferito non citare i nomi delle strutture ricettive, siamo però ultra disponibili a fornire info e dettagli al nostro indirizzo e-mail: manudero@katamail.com. I prezzi indicati si riferiscono a due persone in camera doppia con colazione inclusa o bungalow dove specificato. Vi consigliamo di rivolgervi anche all’Ente Norvegese per il Turismo (www.visitnorway.com) che provvederà ad inviare gratuitamente a casa vostra utile materiale informativo, tra cui orari e costi dei traghetti ed una dettagliata cartina stradale della Norvegia. 5 Agosto, San Lazzaro di Savena (BO) – Monaco di Baviera (567 Km) L’equipaggio è così formato: io, Manuela detta Mandalina; Davide, detto Dave; Tetramobil, la nostra affidabile Peugeot 406 SW ben caricata; Tom&Gerry, ossia navigatore satellitare con antenna annessa. Dopo la lunga preparazione del viaggio, iniziata in gennaio, finalmente oggi si parte e mentre comincia l’esodo verso le spiagge romagnole noi da Bologna andiamo verso nord e oltrepassiamo il Brennero. Attraversiamo la verde terra austriaca dove le autostrade presentano vari lavori in corso (ma sono gli stessi dell’anno scorso, testati di ritorno dall’Olanda???) e nel primo pomeriggio arriviamo a Monaco, anzi 20 Km prima, a Strasslach-Holzhausen, minuscolo villaggio immerso nel verde e nei pascoli dove pernottiamo in un mini appartamento (65 euro) ma ci sono anche stanze. Da notare che i gestori del bed&breakfast non spiccicano una parola d’inglese e quindi con estrema cortesia vi spiegheranno tutto in un fluente tedesco, ma preparano la colazione all’ora che volete (x noi alle 6.00!!). 6 Agosto, Monaco di Baviera – Berlino (587 Km) Lungo l’autostrada n. 9 non c’è traffico..forse perché è l’alba di una piovosa domenica mattina?!? Il paesaggio è verdeggiante, tendente grigio per riflesso delle nuvole gonfie d’acqua. L’hotel (69 euro) è in Berlino Est , pulito e molto, molto originale. C’è possibilità di parcheggio sotterraneo gratuito anche se un po’ allagato. Giro in auto per la città: Alexander Platz, Postdamer Platz, Charlottenburg (a ovest), Europa Center, Kreuzberg. Il traffico è tanto ma ordinato e fluido. 7 Agosto, Berlino (0 Km) Ci dedichiamo alla visita della città. La distinzione tra Ovest ed Est è ancora ben presente, anche se ad est le gru e i lavori in corso compaiono in tutte le nostre foto e a questa frenetica ricostruzione edilizia sembra accompagnarsi un vivace fermento di cultura e divertimento, visto il numero di locali, alcuni alquanto imboscati e ancor più suggestivi. Noi ovviamente passeggiamo lungo ciò che rimane del muro vicino a Check Point Charlie e dedichiamo parecchio tempo alla Topographie des Terrors, mostra all’aperto di materiale sul nazismo, la persecuzione degli ebrei e il processo di Norimberga. A pranzo il tipico curry wurst in uno dei tanti chioschi, dolce in panificio e prugne dal fruttivendolo turco. Cena, come la sera precedente, nella zona pedonale, in una taverna (wurstel, cotoletta, crauti, patate, aringhe) da noi soprannominata “Zia Muller” in onore alla proprietaria che sembra la vecchia zia cuoca. Cena: piatto unico + birra scura enorme: euro 10 ca. A testa. Bere birra in Germania conviene decisamente. Anche se può avere effetti collaterali: dov’è il bagno?? 8 Agosto, Berlino – Koge (548 Km) Percorriamo l’autostrada n. 24 fino ad Amburgo e poi la n.1 e il traffico diminuisce via via che si guida verso nord. Temperatura ideale: 25 gradi, caldo secco. A Puttgarden ci imbarchiamo per la Danimarca. Siamo in anticipo rispetto all’orario del traghetto (50 euro ca.) prenotato via internet ma all’ufficio informazioni ci dicono che possiamo comunque imbarcarci sul primo traghetto utile visto che c’è posto. Sbarchiamo a Rodby e da qui proseguiamo verso Koge, ca.30 Km a sud di Copenhagen. L’hotel (925 DKK = corona danese) non è granchè e non ci sembra neanche molto pulito (in stanza c’è un terribile odore di fumo!). Da altri turisti per caso sappiamo però che l’ostello di Koge non è niente male. Koge è piccola ma carina, ceniamo al porticciolo, purtroppo il ristorante è costoso (426 DKK) e il servizio molto lento, ma alle 21 è uno dei pochi ristoranti con la cucina ancora aperta. 9 Agosto, Koge – Oslo (566 Km) Da Koge, l’autostrada attraversa Copenhagen e alle 7 c’è già un gran traffico, ci piacerebbe visitarla ma la nostra tabella di marcia non permette trasgressioni. Poi ecco il ponte dell’ Oresund (4 km sotto il livello del mare + 12 di ponte) che unisce Danimarca e Svezia attraverso Km di mare (fa un po’ effetto..). Ed eccoci in terra svedese. L’autostrada fino a Oslo è poco trafficata e a tratti veramente noiosa! Entriamo in Oslo (si paga un pedaggio di 20 Nok) con la pioggia e finalmente troviamo parcheggio abbastanza vicino all’hotel (660 Nok = corona norvegese) . Nelle città norvegesi i parcheggi sono costosi e si dividono in privati e pubblici, quest’ultimi generalmente sono a pagamento fino alle ore 17. Nella nostra stanza c’è una piccola cucina con lavandino e piastra elettrica e finalmente Mandalina può preparare litri di caffè con la moka portata da casa e farne scorta nel termos!! Sembra che Oslo non offra molto da visitare e comunque noi abbiamo poco tempo. Visitiamo il porto dove ci sono molti locali eleganti e per cena seguiamo il consiglio della nostra inseparabile guida e ci fermiamo al supermercato, fornitissimo di gastronomia, insalate e panini già pronti nonché di tavolini dove consumare. Comincia ad imbrunire verso le 21.30 e alle 5.00 c’è già luce di nuovo. 10 Agosto, Oslo – Bergen (538 Km) Finalmente Norvegia!! Intendiamo quella da cartolina, quella che ci si aspetta leggendo la guida. Lungo la strada incontriamo fiordi, montagne, strade semi deserte, paesini che sembrano disabitati e la pioggerellina mattutina rende più suggestivo il paesaggio. Un consiglio: la fretta lasciate voi che in Norvegia guidate. E non solo allo scopo di ammirare i paesaggi. In questo stupendo paese infatti non esistono autostrade. Ci sono strade di grande comunicazione (E seguite da numero, in verde sulla cartina fornita dall’Ente Turismo norvegese), talvolta a due corsie, ma comunque paragonabili alle nostre statali anche se con buona pavimentazione, straordinariamente mantenuta nonostante i rigori invernali (da noi la E45 ha buche ormai d’antiquariato!). Ci sono poi le RV, strade principali (in rosso sulla cartina), e secondarie (in giallo). Generalmente queste sono più strette e con parecchie curve con scarsa visibilità dove è possibile incrociare camper, tir e soprattutto pullman di linea e quest’ultimi non rallentano molto! Ci si può comunque rivolgere all’Ufficio Strade per avere maggiori info: firmapost-vest@vegvesen.no. La caratteristica delle strade giustifica, almeno in parte, i limiti di velocità, che sembrano essere severamente controllati. Ci è capitato di vedere un poliziotto provvisto di autovelox seduto su uno sgabellino da campeggio al limite della strada in una mattinata fredda e piovosa!!! Se vi capita di accodarvi ad un “limitante” (dicesi colui che osserva rigidamente i limiti), praticamente la maggior parte dei guidatori norvegesi, siate pronti a frenare perché inchiodano esattamente in corrispondenza dei cartelli indicanti il limite di velocità. Attraversiamo il tunnel stradale più lungo del mondo (Km 24,5) tra Laerdal e Aurland e diverse “betlemmiche”, come abbiamo chiamato le tante gallerie, per lo più in salita e poi in discesa (Dave, il tecnico, dice sia per favorire l’aerazione; Mandalina, umanista nel midollo, non ci sarebbe mai arrivata!), alcune con pietra “a vista”, cioè senza rivestimento, un paio senza illuminazione…ovviamente senza corsia d’emergenza! Merita la deviazione ad Undredal, villaggio in riva all’Aurlandsfjorden, dove c’è la chiesa più piccola chiesa di legno di tutta la Scandinavia e dove si può assaggiare un formaggio dall’improbabile colore scuro e dal sapore caramellato prodotto con il latte delle tante capre che si arrampicano sui pendii circostanti. Dopo 10 ore di viaggio e una miriade di fotografie arriviamo a Bergen, dove il pedaggio di entrata si paga anche se non sembra nel senso che una telecamera filma la vostra targa e il conto arriva a casa (a noi ancora non è arrivato nulla, ma arriverà….saranno mica così fessi!). 11 Agosto, Bergen (0 Km) Finalmente una giornata di relax! Ci dedichiamo alla visita della cittadina medievale riscaldati da 25°di sole. Affascinante l’antico porto del Bryggen con i suoi edifici in legno ed ancor di più il colorato mercato del pesce, il Torget, dove vi consigliamo di pranzare: si possono gustare panini con salmone e gamberetti, polpa di granchio e la rara carne di balena che noi assaggiamo (non siamo animalisti). Acquistiamo anche due panini per la cena, da riporre nel frigo bar dell’albergo (1050 Nok, presentando il Fjord Pass, acquistabile anche nell’hotel a 100 Nok) e consumare davanti alla BBC, il nostro contatto con il resto del mondo. Approfittiamo della giornata di sosta anche per lavare un po’ di bucato che asciuga per lo più sullo scalda asciugamani della camera e per il resto steso sulle valigie nel bagaglio di Tetramobil. Buonissime le shillingboller, tipiche ciambelle che si trovano in quasi tutte le panetterie. Da notare che la rigida legge anti-alcol non ci permette di acquistare birra in un supermercato oltre le 20, meno male che ci sono le italiche scorte! In Norvegia, infatti, vini e birre oltre una certa gradazione e i superalcolici vengono venduti solo nei negozi del monopolio e a costi decisamente alti, quindi vi consigliamo di portare qualcosa da casa. Ma comunque nel fine settimana i ragazzi norvegesi sono delle spugne e lo si può notare dai cori notturni e da un giovane barcollante fuori da una galleria, sul ciglio della strada, con una bottiglia semi-vuota di un noto amaro alle erbe. 12 Agosto, Bergen – Geiranger (346 Km) Viaggiamo lungo la E39 fino a Oppedal. Qui la strada finisce e prendiamo il primo traghetto norvegese (112 Nok) per oltrepassare il Sognefjorden fino a Lavik da dove continuiamo la E39. A Byrkjelo imbocchiamo la RV 60 che costeggia l’Innvikfjorden ed attraversa i paesi di Olden e Loen alle pendici del ghiacciaio Jostedalsbreen. A Stryn deviamo per la RV 63 e dalle pendici del monte Dalsnibba (1476 mt.) il panorama è mozzafiato: cime aguzze, ghiacciai che puoi quasi accarezzare, piccoli arbusti e tante cascate. Arriviamo dall’alto a Geiranger e godiamo di una magnifica vista sul Geirangerfjorden. Siamo stanchissimi e l’albergo prenotato non ci ha riservato la stanza; anche se con poca professionalità e tanta scortesia, ci rimediano una stanza in un altro hotel (1010 Nok), dove ci troviamo benissimo. Ceniamo nel ristorante dell’albergo con romantica vista sul fiordo (siamo a due passi dall’acqua!) e un ricchissimo buffet. A far lievitare il conto è soprattutto il vino, costosissimo in Norvegia. Ma almeno stasera diamo sfogo al portafoglio. 13 Agosto, Geiranger – Kristiansund (309 Km) Il buffet della colazione è degno di quello della sera precedente. Ma dobbiamo sbrigarci perché alle 8.00 ci imbarchiamo sul traghetto per Hellesylt (289 Nok), che in realtà è una mini crociera!! Si naviga per un’oretta sul fiordo, tra le cascate da nomi fantasiosi (Le sette sorelle, Il pretendente, Il velo da sposa), fattorie a picco (ma come faranno ad arrivare fin lassù??) e ghiacciai sulle vette. Da Hellesylt guidiamo lungo la RV 60 fino a Stranda, prendiamo il traghetto per Liabygda (72 Nok) e proseguiamo sulla RV 650 fino a Sjoholt. Da qui riprendiamo la E39 fino a Vestnes da dove c’imbarchiamo per Molde (126 Nok). Ci ricolleghiamo così alla RV 64 che per un certo tratto prende il nome di Atlanterhavsveien, ovvero Strada Atlantica, che collega ben diciassette isolette attraverso otto ponti costruiti per far fronte alle intemperie dell’oceano . Da Bremsnes il traghetto porta a Kristiansund (100 Nok), dove ci fermiamo a dormire. Il campeggio è piccolo ma le ragazze della reception molto gentili. Ci sono piazzole, camere con cucina in comune e bungalow (670 Nok), come quello in cui dormiamo noi con le lenzuola blu portate da casa. In questa tappa i traghetti sono molti ma non spaventatevi perché, orari alla mano, i tempi di attesa si riducono al minimo. Non sono a buon mercato, tuttavia in alcuni tratti non ci sono alternative. 14 Agosto, Kristiansund – Namsskogan (408 Km) Dopo il traghetto tra Halsa e Kanestraum (90 Nok), lasciamo la regione dei fiordi ed imbocchiamo la E39, qui detta Strada Artica. Notiamo che i Norvegesi bevono litrate di caffè, lungo, lunghissimo, anche in auto, ovviamente nella caratteristica tazza d’alluminio che riempiono nei vari autogrill e sistemano in un apposito porta tazza sul cruscotto. Lungo le strade infatti ci sono chioschi dove è possibile trovare di tutto, da bere e da mangiare, talvolta anche frutta fresca, a prezzi da supermercato. Oltrepassiamo Trondheim e proseguiamo attraverso foreste e torrenti fino al bungalow del campeggio di Namsskogan immerso in un Parco Nazionale ( 995 Nok). Il luogo è decisamente rilassante. 15 Agosto, Namsskogan – Bodo (448 Km) La strada si fa più tortuosa ma visto lo scarso traffico è comunque rilassante. Attraversiamo il Circolo Polare Artico, paesaggio lunare un po’ rovinato da negozio di souvenir da evitare. La temperatura è di 13° ma il vento è gelido. Bodo è una cittadina con un porto industriale che non offre granchè ma visto che è presto facciamo un giro per il centro commerciale e ceniamo in un chiosco simil americano con appaganti ed insani alimenti (memorabile la torta, anche se rimangono ignoti gli ingredienti). (Pernottamento 680 Nok). 16 Agosto Bodo – Laukvik (155 Km) Alle 10.15 ci imbarchiamo per le isole Lofoten, la traversata di ca. 100 Km dura 3h e ½ e ai più fortunati capita di avvistare le balene, ma a noi non è successo. Abbiamo riservato il posto via internet: 821 Nok comprensivi di sovrapprezzo per la prenotazione). Comincia a delinearsi all’orizzonte “il muro delle Lofoten” che sembra riparare la costa norvegese dal vento atlantico ed alle 13.30 arriviamo a Moskenes. Attraverso una tortuosa strada arriviamo alla punta meridionale delle Lofoten dove sorge il villaggio di pescatori di A, che prende il nome dall’ultima lettera dell’alfabeto norvegese. Poi ci dirigiamo a nord lungo la E10 attraverso i paesini di Reine, Ramberg, Kavelbag, Svolvaer e ci rammarichiamo di non avere abbastanza tempo a disposizione per visitarle con calma. In più punti si ammira il contrasto tra le vette aguzze incappucciate dai ghiacci e la spiaggia con sabbia bianca ed acqua cristallina, la cui temperatura, nonostante mitigata dalla Corrente del Golfo, ci ricorda a quale latitudine ci troviamo. Arriviamo nel borgo di Sandsletta, vicino a Laukvik, dove abbiamo prenotato una hytta (800 Nok), cioè un bungalow in legno, che si affaccia sul fiordo. Si sentono soltanto i suoni della natura e il rumore di qualche barchetta che corre sull’acqua. Festeggiamo questo paradiso con pasta alle verdure e vino italiano. Alle 23.30 c’è ancora chiaro ad alle 3.00 la luce è crepuscolare, praticamente non c’è mai buio completo. Poiché in Norvegia quasi nessuna finestra è dotata di persiane, occorre tirare le tende per addormentarsi. 17 agosto, Lofoten (0 km) Purtroppo oggi il tempo non promette bene: 8-10 gradi, nebbiolina e pioggia fina fina. Ma non ci scoraggiamo, in fondo il paesaggio è suggestivo anche così e sembra proprio che non ci sia confine tra acqua e cielo. Laukvik è un piccolissimo villaggio che sorge sull’Atlantico allo sbocco del Sunlandsfjorden. Sembra disabitato e, oltre alle rastrelliere per fare essiccare il merluzzo, c’è solo un minuscolo ma fornitissimo supermercato dotato di computer e dove i gestori cinquantenni parlano un perfetto inglese, infatti mi faccio spiegare come cucinare le polpette di merluzzo appena acquistate che saranno la nostra cena. Quando sembra di stare ai confini del mondo ci si accorge di essere perfettamente calati nella civiltà ultra-moderna. 18 agosto, Laukvik – Kangos (443 Km) Proseguiamo verso nord sulla E10 e prendiamo l’ultimo traghetto da Fiskebol a Melbu (114 Nok) dopo un’ora di attesa. In genere siamo stati più fortunati con i traghetti e non abbiamo mai dovuto aspettare più di venti minuti. Il tempo è grigio e ci assale un po’ di malinconia nel lasciare questi luoghi stupendi. Attraverso le Vesteralen, isole più piatte e meno spettacolari, torniamo sulla terraferma e lasciamo la Norvegia entrando in terra svedese in prossimità dell’Abisko National Park. Incontriamo le prime renne, di alci neanche l’ombra nonostante i numerosi cartelli che ne indichino il passaggio. Siamo in terra lappone ed i cartelli stradali sono bilingue, svedese e sami. I limiti di velocità salgono un pochino e la strada invita ad andare più veloci ma le renne, per nulla spaventate dalle auto, sono in agguato ed attraversano la strada all’improvviso o lentamente trotterellano davanti a noi. Ovviamente la gente locale le considera alla pari di animali da cortile e non ci fa proprio caso. Noi invece realizziamo un book fotografico a queste amiche di babbo natale. Oltrepassiamo Kiruna e a Vittangi imbocchiamo la strada 395 e ci fermiamo a Kangos (deviazione di pochi Km) per la notte, stanza con cucinotto a 560 Sek (= corone svedesi). Abbiamo creato questa tappa intermedia pensando che il percorso fosse più lento, in realtà le condizioni della strada permetterebbero di fare tutta una tirata fino a Rovaniemi. 19 Agosto, Kangos – Rovaniemi (315 Km) In questo tratto i pericoli alla guida sono due: le immancabili renne che tentano varie tecniche di attraversamento strada; e la modalità di asfaltatura “tipica dei finlandesi” (e non parliamo di chewing gum). Questi simpaticoni, infatti, lasciano dei tratti di strada ricoperti di grossi pezzi di ghiaia per lo più non segnalati per renderne più avvincentel’attraversamento! O te ne accorgi in tempo oppure senti le sospensioni di Tetramobil che chiedono pietà! Rovaniemi è una cittadina che non sembra offrire granchè. A ca. 10 Km, in corrispondenza del Napapiri (Circolo Polare Artico) c’è il Santa Claus Village. I bambini, soprattutto a Natale, apprezzerebbero l’Ufficio di Babbo Natale, noi ci rilassiamo nei vari negozi di souvenir, anche perché la temperatura è gradevolissima (siamo in maglietta a mezze maniche!). Rovaniemi non ha nulla a che fare con la Scandinavia, ricorda piuttosto una città dell’ex Unione Sovietica per tratti somatici, lingua ed atteggiamento generale. Sembra una città occidentalizzata da poco come dimostra il buon tasso alcolico in circolazione abbinato alle parecchie auto di polizia in giro dopo le 20. Ma a quell’ora ci ritiriamo nella nostra camera corredata di sauna (65 euro)! 20 Agosto, Rovaniemi – Ornskoldvik (595 Km) Si comincia a ridiscendere verso sud attraverso la Svezia, assai meno spettacolare della Norvegia nonostante la strada sia in mezzo a foreste e laghi. L’albergo prenotato fa parte di una nota catena ma ci delude un po’ (860 sek) ed è praticamente sulla E4, di fianco ad una rotonda e di fronte ad un Centro commerciale…ma Ornskoldvik non doveva essere sul mare?!? In realtà la cartina non ci aveva tradito, perché percorrendo qualche Km arriviamo in questa piccola cittadina che tuttavia tradisce le aspettative. E’ domenica, c’è poca gente in giro, i negozi sono chiusi e l’unico bar aperto è un chiosco vista fabbrica. Rientriamo in albergo non prima di aver fatto la spesa: il supermercato è ormai il nostro ristorante preferito! 21 agosto, Ornskoldvik – Stoccolma (531 Km) Di questo tragitto rimane impresso il numero di autovelox…anche quattro in un tratto di 2 Km, piazzati dietro ad una curva, all’inizio di una discesa, subito dopo un cartello di limite di velocità…praticamente si va a singhiozzo: dai 110 ai 90-70-50 nel giro di pochi Km. Arriviamo a Stoccolma salutati da un bel nubifragio e per di più girare in auto a Stoccolma non è affatto semplice e dà del filo da torcere anche ai nostri Tom&Gerry: incroci di strade, corsie per tram e per autobus, strade sopra e sotto l’acqua, viadotti, sottopassi, gallerie con annesse entrate ed uscite di altre corsie…..comunque ci dicono che i trasporti pubblici sono parecchio efficienti! E meno male! Abbiamo prenotato un monolocale ((695 sek) dove l’entrata dello stabile e del parcheggio privato è regolato da una tessera magnetica unito ad un codice: avveniristico! Ci piace molto. Ci spostiamo in centro per la cena in un pub apparentemente tipico, in realtà gestito da un modenese che ci rompe tutta la sera con i suoi poco interessanti paragoni economico-sociali tra Svezia ed Italia. Peccato perché il cibo è buono ed in effetti la cucina svedese è quella che ti spacciano all’Ikea : salmone, merluzzo e patate, che qui vengono spesso mangiate lesse e con la buccia. 22 Agosto, Stoccolma (0 Km) Che fortuna, oggi c’è il sole! Visitiamo Gamle Store (centro storico) dove Dave passa ore a scegliere il suoi Troll preferiti, Municipio dalle tegole rosse, Palazzo Reale…quartieri che si trovano tutti su isole diverse. Pranzo alla Salus Hall, mercato in un edificio storico e tipicamente decorato, dove gustiamo pane spalmato di burro con gamberetti e salmone, dal nome irripetibile. Nel pomeriggio passiamo per la vivacissima zona moderna e poi visitiamo lo Skansen Museum, grande museo all’aperto che riunisce tipiche costruzioni della tradizione svedese e anche un mini zoo dove finalmente vediamo l’orso e finalmente l’alce…anche se un po’ addormentati visto dove stanno. 23 Agosto, Stoccolma – Koge (613 Km) La strada è piuttosto noiosa e..piovosa! A Koge facciamo la spesa in un supermercato dove non accettano una delle carte di credito più diffuse e ne pretendono la versione danese…ma non era internazionale?? Al contrario durante tutto il viaggio non abbiamo mai avuto problemi a pagare con la carta di credito. 24 Agosto, Koge – Hannover (629 Km) Scegliamo di tornare in Germania attraverso la terraferma con la speranza che il paesaggio danese assomigli all’Olanda (visitata l’anno scorso) ma rimaniamo delusi perché sembra più simile alla pianura padana. Il traffico è scarso e il ponte di Odense è spettacolare tanto quanto quello tra Copenhagen e Malmo. Hannover (65 euro) è invece una piacevolissima scoperta. Nel centro storico spiccano le particolari case a graticcio e ci sono molti locali e negozi. C’è un mercatino nella piazza del Duomo e ne approfittiamo per acquistare grissini per merenda e torte biologiche per la colazione. Scoviamo anche un divertente sexy shop in pieno centro e soprattutto un negozio di scarpe dove ne compero un paio tipicamente tedesche, robuste e senza tanti estetici fronzoli, e la simpatica commerciante ci regala pure due cioccolate. Festeggiamo il compleanno di Dave cenando in un’osteria, questa volta davvero autentica, con tanto di due enormi boccali di birra (si vede che siamo ritornati in Germania!). 25 Agosto, Hannover – Monaco di Baviera (632 Km) A Monaco ci fermiamo nello stesso bed&breakfast dell’andata (65 euro) ma siccome abbiamo un po’ di tempo visitiamo il centro di Monaco, e soprattutto la piazza del Duomo, vivace ed affollatissima. Passeggiando incrociamo anche una signora che va in giro tranquillamente indossando il tipico costume bavarese. 26 Agosto, Monaco di Baviera – San Lazzaro di Savena (B0) (561 Km) Si rientra in Italia. Si rivela una delle tappe più stancanti (meno male che è l’ultima!) perché rimaniamo praticamente imprigionati in Trentino visto che alle 8.30 passiamo il Brennero per arrivare a Mantova alle 15!! Insomma siamo capitati nel bel mezzo dell’esodo tedesco diretto verso sole e mare italiani. D’altra parte quando per qualcuno le vacanze finiscono, per altri iniziano…e quindi buone vacanze a tutti!!! P.S. Per chi avesse avuto la pazienza e la cortesia di leggere l’intero reportage: una delle particolarità della nostra esperienza è che Dave è in carrozzina (tetraplegia in seguito a lesione spinale). Dunque abbiamo scelto le strutture per il pernottamento in base a precise esigenze e spesso non abbiamo trovato soluzioni particolarmente economiche. Ci teniamo a dire che pur essendo la Norvegia non proprio a buon mercato si possono trovare sistemazioni anche a costo inferiore che possono contribuire ad abbassare il budget della vacanza.


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