Corea del Sud, altra perla dell’Estremo Oriente

Una destinazione decisamente fuori dalle consuete rotte turistiche
Scritto da: Paolo Varesi
corea del sud, altra perla dell'estremo oriente
Partenza il: 03/09/2014
Ritorno il: 20/09/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
La Corea del Sud è una destinazione decisamente fuori dalle consuete rotte turistiche. In giro per il Paese è difficile vedere turisti e la cosa si comprende anche dal modo piuttosto incuriosito in cui i coreani guardano gli occidentali, capita spesso che qualcuno vedendoti mentre leggi la guida ti chieda se sei americano (eh si, chiedono tutti se sei americano) o che i bambini ti guardino incuriositi e ti salutino con “Hello”. Infine ad Haeinsa (vicino Daegu) ho conosciuto due ragazzi che stavano svolgendo il servizio civile presso il servizio guardia al tempio, mi hanno fatto per un po’ da guida, e ad un certo punto mi hanno chiesto una foto con ciascuno di loro, come se fossero alla presenza di un extraterrestre. Uniche eccezioni sono il quartiere di Itaewon a Seoul (pieno di soldati americani e loro famigliari) e la città di Busan, dove si vedono diversi russi ed americani. Secondo la regola generale tipica delle popolazioni dell’Estremo Oriente, il popolo coreano è molto gentile e disponibile, ma pensateci bene prima di discutere con loro della Corea del Nord o del Giappone, ed il Paese è decisamente bello ed affascinante oltre ad essere sicurissimo. L’inglese è una lingua quasi sconosciuta, tuttavia nei grandi centri tutti i segnali sono bilingue, pertanto si riesce agevolmente ad orientarsi.

Quando andare: l’Estremo Oriente è caratterizzato da inverni rigidi ed estati torride ed umide, pertanto il periodo migliore è decisamente la primavera o l’autunno.

Periodo del viaggio: 3-20 settembre 2013

Budget: meno di 1450€ tutto, ma proprio tutto, anche le bottigliette dell’acqua, compreso. La Corea è un Paese pazzescamente economico, quando sei li non puoi non domandarti quanto sia caro un viaggio in Italia per un turista coreano.

Moneta: Won coreano, 1€ è pari a circa 1450 won

Requisiti per entrare nel Paese: non è richiesto alcun visto, basta il passaporto, controllare sulla scheda del paese sul sito www.viaggiaresicuri.it per restare aggiornati sull’eventuale validità residua richiesta.

Indicazioni sanitarie: Non ho usato alcun accorgimento particolare, il Paese è organizzatissimo e pulitissimo, si trova un bagno praticamente ad ogni angolo, anche tra i boschi, ed in condizioni paragonabili al bagno di casa propria.

Mezzi di trasporto: treni della KTX, come tutti i treni dell’Estremo Oriente, veloci, puntuali e puliti. Tratto da Jeonju a Busan in pullman. I taxi sono molto convenienti.

Shopping: ovviamente in Corea troverete di tutto, dai grandi centri commerciali (a Busan c’è il Centum City che è il centro commerciale più grande al mondo) ai piccoli mercatini. Se non siete mai stati in Estremo Oriente è l’ideale per acquistare oggetti dell’artigianato locale, data l’economicità dei prezzi (per dire io ho acquistato in un negozio due t-shirt ricordo ed un paio di calzini di Doraemon a 7€). In Corea è molto difficile reperire dei souvenir veri e propri, dimostrazione di come il Paese viva molto poco di turismo, basti pensare che nei vari negozi di casalinghi si trovano souvenir non della Corea ma di Londra!

Cosa portare con voi: sul sito vistikorea.or.kr (c’è la versione in inglese) è possibile richiedere guide, mappe e brochures che verranno inviate gratuitamente. La guida è piccola ma è stupenda, decisamente completa, da sola sarebbe sufficiente, tuttavia l’ho integrata con paio di diari di viaggio presi dal sito di Turisti per caso e con la consultazione del sito Visitkorea , dove basta digitare il nome dell’attrazione che si intende visitare e verranno indicati in modo assolutamente minuzioso i vari modi su come raggiungerla.

Tappe: Seoul, Suwon, Panmunjom, Jeonju, Busan, Gyeongju, Daegu

Seoul

Seoul è la capitale della Corea del Sud, città moderna ma, tuttavia, ancora a misura d’uomo (niente a che vedere con Tokyo ad esempio), che coniuga la modernità con diversi palazzi e templi tradizionali e tanto verde. Splendide le montagne che la circondano e che si vedono all’orizzonte.

Clima trovato: inizio del viaggio fresco, fine del viaggio caldo.

Giorni necessari: 5 o 6 (compresi Suwon e Panmunjon)

Come muoversi: dall’aeroporto prendere il treno Arex (su google si trova digitando Arex Seoul), molto comodo, che arriva fino a Seoul Station. Effettua due servizi, un espresso senza fermate che impiega 45 minuti ed un servizio più economico che effettua alcuna fermate e che impiega un’ora. Alcune compagnie aeree permettono di effettuare il check in alla Seoul Station almeno tre ore prima del volo

In città: prevalentemente metro e qualche volta autobus. La metro ha tantissime linee e raggiunge anche città vicine come Incheon e Suwon, le indicazioni sono anche in inglese, oltre a cinese e giapponese. Le fermate degli autobus sono indicate solo in coreano, quindi bisogna cercare la corrispondenza con i caratteri hangul riportati sulle varie guide e mappe. Acquistate la tessera T-Money presso il primo Convenience Store che trovate, ha un costo minimo iniziale (dovrebbe essere 2000 won se ricordo bene) che verrà poi restituito al momento della riconsegna e ricaricatela, può essere usata sulla metro e bus di Seoul e di altre città della Corea, sebbene non tutte, una di queste è Busan. Ho usato la T-Money anche per prendere il treno Arex per l’aeroporto ma ad Incheon non ho trovato un Convenience Store che accettasse il reso della T-Money, comunque per soli 2000 won è un bel souvenir da tenere. La T-Money può essere usata anche come carta prepagata per fare acquisti nei Convenience Store ed altri esercizi.

Dove scegliere l’albergo: decisamente vicino ad una fermata della metro, ancora meglio se ad una delle fermate dell’Arex, il mio era a due passi dall’Hongik University. Vi tornerà molto utile soprattutto se avete un orario del volo noioso (io ad esempio avevo il volo di ritorno alle 9:30 di mattina). Seoul ha una miriade di linee della metro ed alberghi che non avrete problemi.

Cosa mangiare: tranne che a Gyongju, nel resto della Corea ho trovato i soliti cibi tradizionali (bulgogi, bibimbap e vari noodles), tutti accompagnati da tantissime ciotoline di contorno con l’immancabile Kimchi (tipica pietanza coreana consistente in una verdura dal sapore particolare). Il cibo in Corea è molto salutare ed economico. In Corea c’è l’abitudine a quanto pare di andare a mangiare fuori almeno in due, questo vuol dire che in alcuni locali alcune pietanze sono riservate soltanto ad un numero di commensali pari almeno a due, in alcuni locali addirittura non ti accettano se sei da solo, ma si tratta di casi sporadici, non avrete problemi. Una caratteristica della Corea è l’uso abbastanza diffuso di forchette e soprattutto cucchiai, cosa assolutamente non comune nel vicino Giappone. Il liquore tradizionale coreano è il soju, che i coreani sono soliti bere con i barbecue di carne.

Suggerimenti generali: Seoul è una città organizzatissima, pulita e sicura, la gente è educata e disponibile, vi troverete benissimo. La città e divisa dal fiume Han, a nord c’è la parte tradizionale con i principali monumenti, a sud c’è la parte moderna, con il quartiere di Gangnam ed il complesso Olimpico.

Imperdibli:

Seoul è caratterizzata dalla presenza di cinque grandi palazzi (Changdeokgung, Changgyeonggung, Deoksugung, Gyeongbokgung, Gyeonghuigung) e quattro porte d’accesso alla città in stile orientale situate ai quattro punti cardinali. Le quattro porte sono simili tra loro ma tutte facilmente raggiungibili in metro, pertanto ognuna di esse vale una visita, anche perchè danno la possibilità di osservare per ognuna una zona diversa di Seoul. Tra queste una menzione particolare meritano la Namdaemun, in quanto nelle sua prossimità è presenta il Namdaemun Market, un mercato tradizionale coreano molto grande, la Sungnyemun per la sua bellezza e l’Heunginjimun, in quando nei suoi pressi sono presenti diversi centri commerciali dove comprare anche souvenir.

Stesso discorso vale per i palazzi, tutti e cinque meritano di essere visitati. Il Changdeokgung è meraviglioso nella sua maestosità e con le imponenti montagne che ne fanno da sfondo all’orizzonte. E’ possibile anche assistere alla cerimonia del cambio della guardia dei soldati vestiti con gli abiti tradizionali del medioevo coreano (quelli dei Korean Drama per intenderci). In Corea è molto usato, nei pressi dei monumenti, effettuare delle rivisitazioni storiche, dimostrazioni di combattimenti o tecniche di Tae-kwon-do e concerti di musica tradizionale, il tutto da persone indossanti gli abiti tradizionali. Il Changgyeonggung, invece, è affascinante nella sua monocromaticità.

Seoul Tower: più che la torre in se merita arrivare in cima alla collina dove è situata, sia per la vista che si gode che per le varie rappresentazioni di cultura tradizionale coreana che li si svolgono (canti, danze, musiche e tecniche di spada). Una volta giunti in cima la vista di Seoul è già soddisfacente che non ho sentito la necessità di spendere i 3€ del biglietto per salire in cima alla torre. Sulla cima della collina ci si può arrivare in due modi: o tramite una funivia, di cui non sono riuscito a rintracciare il punto di partenza, o facendosela a piedi, qualora sceglieste quest’ultima ipotesi preparatevi a ciò che vi aspetta.

Salendo verso la cima della collina vedrete qualcosa che vi stupirà, ma che poi scoprirete essere abbastanza comune in Corea, ovvero la presenza nei parchi pubblici di veri e propri attrezzi da palestra a disposizione di tutti, inutile dire che in Italia diverrebbero presto vittime dei soliti vandali di turno che li condannerebbero ad una ben breve vita.

Villaggio degli Hanok: gli Hanok sono le case tradizionali coreane (tipiche case ad architettura cinese, giapponese, coreana per intenderci) che hanno reso famosa Jeonju. Il villaggio si incrocia scendendo a piedi dalla collina della Seoul Tower, è stupendo, offrono anche un check up gratuito in base alla medicina tradizionale coreana effettuato da dottoresse vestite negli immancabili abiti tradizionali; c’è la possibilità di indossare gli abiti tradizionali coreani (a pagamento) e li ho trovato le prime persone che mi hanno parlato della nomea dell’Italia in loco come Paese pieno di borseggiatori.

Korea House: si trova poco dopo il villaggio degli Hanok, non ho capito bene cosa fosse, credo un ristorante o una casa da thè, ad ogni modo merita una visita in quanto splendido esempio di architettura orientale immerso nei grattacieli di Seoul.

Bongeunsa: Questo tempio è stupendo e si trova nella zona di Gangnam. Innanzitutto raggiungerlo non è facilissimo e le indicazioni trovate su visitkorea, ad eccezione della fermata della metro, le ho trovate del tutto sballate. Ho avuto la fortuna di chiedere, una volta che vagavo senza meta, ad una signora che stava andando proprio al tempio a pregare e così mi ha accompagnato per un bel po’. Come punto di riferimento prendete lo stadio Olimpico, si trova dalle sue parti, anche se non vicinissimo. Questo tempio è stupendo già in se, con un enorme statua bianca del Buddha, ma ciò che lo rende ancora più suggestivo è che non si trova tra i boschi o sulla riva dell’oceano o sulle montagne, come la maggior parte dei templi, bensì tra i grattacieli di Gangnam, pertanto si ottiene un’immagine perfetta della convivenza tra tradizionale e ipermoderno che caratterizza i paesi dell’estremo oriente.

Seoul Plaza: si trova al centro di Seoul, è una piazza molto grande dove è presente il municipio di Seoul, il palazzo Changdeok e quasi sempre (almeno quando ci sono passato io) dei mercatini.

DMZ

Tempo necessario: dalle 08:30 alle 16:30.

Come muoversi: tour organizzato da acquistare su internet, basta digitare DMZ su google e si possono acquistare i pacchetti, di norma si trovano tre diversi tipi di pacchetti per tre diverse fasce di prezzo, io ho scelto il secondo, quello di fascia media, che prevede anche l’accesso a Panmunjeom, ovvero dove corre il confine tra le due Coree e si fronteggiano i loro militari. Il consiglio è quello di scegliere il pacchetto che preveda l’accesso a Panmunjeon, ne vale assolutamente la pena. Una persona verrà a prelevarvi in macchina presso il vostro hotel e vi porterà al Lotte Hotel, punto di partenza di tutti questi tour, dove pagherete la quota e da li partirete. Il tour prevede una guida e, nel mio caso, anche la presenza a bordo di una ragazza nord coreana, fuggita dalla Corea del Nord, a cui si potevano fare domande ma alla quale era proibito fare foto per evitare che il governo nord coreano scoprisse che era fuggita dal Paese e si rivalesse sulla sua famiglia.

Perché è imperdibile: Se come me avete sempre avuto la curiosità di vedere la Corea del Nord, questo tour (che non è economico) va assolutamente fatto. Verrete portati all’osservatorio di Imjingak, dove le due Coree sono divise da appena 400m dal fiume e da dove è possibile vedere la Corea del Nord. Intendiamoci, non è che vedrete molto, solo montagne, vegetazione e qualche edificio in lontananza tra l’altro disabitato, ma la suggestione che si prova è veramente tantissima, la stessa vegetazione nord coreana si presenta arida rispetto a quella presente nel lato sud coreano, caratterizzata invece da un verde scuro vivissimo. Prima di recarsi sulla terrazza dell’osservatorio è possibile assistere alla proiezione di un filmato molto interessante, anche se un po’ datato, sulle atrocità commesse dalla Corea del Nord verso i propri cittadini, sebbene non va dimenticato che quando una delle due Coree parla dell’altra un po’ di sana propaganda non manca mai. Sono presenti anche diverse raffigurazioni di scene di vita quotidiana in Corea del Nord, come la ricostruzione di una scuola o di una casa. Ricordatevi di portarvi una monetina da 500 Won per poter usare i cannocchiali sulla terrazza, io purtroppo non l’avevo e mi sono dovuto accontentare della vista al naturale, lo rimpiangerò per sempre. Successivamente ci si dirige verso la DMZ, dove si può entrare soltanto attraverso questi tour guidati, in quanto si è ospiti del contingente militare dell’ONU di guardia al confine, e per farlo bisogna rispettare delle regole circa l’abbigliamento (indicate nel sito dove prenoterete il vostro tour) per impedire di essere fotografati o ripresi ed usati dal regime nord coreano nella propaganda antioccidentale. Tecnicamente le due Coree sono ancora in guerra, la zona è considerata una delle più pericolose al mondo e pertanto firmerete una liberatoria nel caso in cui rimaniate vittime di un improvviso conflitto. Il clou della DMZ è quando arriverete al confine tra le due Coree e sarete a pochi metri dalla Corea del Nord. Sia all’osservatorio che alla DMZ è possibile acquistare materiale proveniente dalla Corea del Nord. L’esperienza mi è piaciuta talmente tanto che l’ultimo giorno che stavo in Corea ho deciso di tornare all’osservatorio con i mezzi pubblici seguendo le indicazioni su visitkorea, purtroppo le insegne esclusivamente in coreano sui bus ed alle fermate e la quasi totale ignoranza d’inglese dei coreani hanno fatto si che cambiassi tre autobus senza riuscire a raggiungere la destinazione, fino a quando ho incontrato una comitiva di taiwanesi in cerca di una riproduzione di un villaggio della Costa Azzurra nei paraggi, che poi si rivelerà piuttosto insignificante, così mi sono arreso ed ho deciso di proseguire la giornata con loro.

Suwon

Tempo necessario: mezza giornata

Come muoversi: metro fino a Suwon, poi autobus fino alla fortezza, alla fortezza si può poi prendere un trenino che fa il giro della fortezza ma vi lascia lontani dal punto di partenza, da li aspettate un autobus che torna alla stazione. Arrivati a Suwon uscite dalla stazione e trovate l’ufficio turistico, vi daranno una mappa ed un pezzetto di carta con le varie linee di bus che arrivano alla fortezza, dirigetevi a sinistra e la fermata è poco distante, le linee che vanno alla fortezza sono diverse, se ricordo alcuni bus hanno proprio l’indicazione Suwon Fortress. Io sono sceso un po’ prima, alla vista della classica porta orientale, tipo quelle presenti a Seoul, ed ho poi proseguito a piedi.

Perché è imperdibile: La fortezza di Suwon è un sito riconosciuto come patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Una volta arrivati iniziate con una visita al palazzo sotto la collina, dove davanti al suo ingresso potrete anche godere delle immancabili rappresentazioni storiche con dimostrazioni di arti marziali e danze. Salendo la collina potrete ammirare la grandezza e la geometria dell’architettura di questo palazzo oltre a godere di una vista panoramica di Suwon. Una volta usciti dal palazzo dirigetevi sulla collina alle sue spalle (la scalata non è proprio semplice) e da li potrete fare il biglietto per il trenino. Ovviamente la fortezza può anche essere percorsa a piedi, ma si tratta di 10 km. Nei pressi del palazzo ai piedi della fortezza, sopra una collina, c’è un piccolo tempio, con una statua color oro enorme del Buddha (è proprio questa statua infatti che rende visibile il tempio dal basso). La collina è ripida e sebbene si tratti di una zona urbana, pertanto tutta asfaltata, arrivarci richiede una certa sfacchinata e la fortuna di indovinare la via giusta nel labirinto di viucole, ma ne vale la pena.

Se avete tempo e siete appassionati di sport:

Seoul World Cup Stadium ed il World Cup Museum, con tanti cimeli sui mondiali di Giappone e Corea del 2002 ed alcuni riguardanti la nazionale di calcio coreana e le altre edizioni dei mondiali di calcio. Io ero l’unico visitatore.

Complesso Olimpico, con i vari impianti dove si sono svolte le Olimpiadi di Seoul. Mi ricordo che quando fecero le Olimpiadi a Seoul io facevo la quinta elementare, la mattina prima di andare a scuola vedevo alla TV le Olimpiadi ed iniziavo a scoprire il fascino del fuso orario, trovarmi ora in quei posti che vedevo in Tv e vedere come erano fatti effettivamente mi ha emozionato.

Jeonju

Jeonju è famosa per gli Hanok, le case tradizionali coreane.

Clima trovato: caldo.

Giorni necessari: 1 o 1 e mezzo

Come muoversi: treno.

In città: bus, non c’è la metro, la T-Money è accettata. Jeonju praticamente consiste di una strada principale che la attraversa tutta e da varie strade che la intersecano, pertanto è piuttosto semplice riuscire ad orientarsi.

Dove scegliere l’albergo: decisamente vicino al villaggio degli Hanok. Nella mia stanza (un dormitorio per otto persone) non erano presenti i lockers, questo la dice lunga sul livello di sicurezza della Corea, dove non si sente la necessità di mettere sotto chiave le proprie cose.

Imperdibli:

Il villaggio degli Hanok: il villaggio in se è piccolo, si paga il biglietto d’ingresso ed è possibile ammirare un villaggio della Corea medievale con tutti edifici tradizionali. All’ingresso usufruirete delle consuete dimostrazioni, io ho sempre trovato quelle di ragazzi e ragazze di una scuola di Tae-kwon-do, veramente impressionanti, sebbene lo stesso tipo di dimostrazione già lo avevo visto al villaggio degli Hanok di Seoul.

Fuori dal villaggio è possibile continuare ad ammirare una miriade di edifici e bancarelle tradizionali che rendono tutta la zona veramente graziosa.

Ponte con tempio: non conosco il nome, l’ho trovato sulla mappa turistica presa all’ufficio del turismo, si trova dopo il villaggio degli hanok, dirigendosi verso il fiume, si tratta di un ponte dove sopra è stato costruito un tempio dall’architettura molto semplice.

Deokjin Park: si tratta dei giardini pubblici di Jeonju, vi si giunge con il bus e sono molto graziosi, presentano degli scorci molto belli e suggestivi tra piccole pagode, foglie di loto, ponticini e passeggiate sospese sul lago. La visita richiede tra una e due ore, se avete tempo vale la pena visitarli.

Se avete tempo e siete appassionati di sport:

Jeonju World Cup Stadium: qui ho scoperto che in Corea all’interno degli stadi ci sono anche dei locali dove celebrano i matrimoni.

Busan

Busan è la seconda città della Corea, si affaccia sull’Oceano Pacifico e, quindi, è anche un importante centro portuale oltre a presentare delle bellissime spiagge. Da qui, se avete tempo, potete prendere i traghetti che portano in Giappone. Busan presenta un lungomare molti vivo, pieno di locali e di turisti, approfittatene per farvi una passeggiata e godervi la brezza marina seduti ad un tavolo sorseggiando una birrra o del soju. A Busan è presente il Centum City, il centro commerciale più grande del mondo.

Clima trovato: caldo.

Giorni necessari: 3

Come muoversi: treno bus e aereo.

In città: metro, Busan ha due linee della Metro che si incrociano alla stazione principale (tipo Roma per intenderci), per raggiungere i due templi più importanti è poi necessario prendere dei bus.

Dove scegliere l’albergo: decisamente vicino ad una fermata della metro. Il mio si trovava ad Haeundae ad appena 50 metri dall’omonima fermata della metro.

Imperdibli:

Haedong Youngungsa: decisamente uno dei templi più belli che abbia visto tra Giappone e Corea, in Corea decisamente il più bello. E’ situato sulle rocce a strapiombo sull’oceano, creando un’atmosfera assolutamente meravigliosa, da dipinto su tela tradizionale. Anche l’architettura del tempio è meravigliosa.

Dalla stazione della metro di Haeundae prendere il bus 181 e scendere alla fermata Youngungsa Temple, dopodiché camminare per circa 10 minuti nel sentiero e si arriva all’ingresso del tempio.

Beomeosa Temple: uno dei templi più importanti e grandi della Corea, si trova immerso tra i boschi sulle montagne, in completa contrapposizione agli scenari che caratterizzano invece lo Youngungsa. Dalla stazione della metro Beomeosa prendere il bus 90 che porta al tempio.

Samgwangsa Temple: sono venuto a conoscenza di questo tempio soltanto per caso, in quanto me ne ha parlato il ragazzo della reception del mio albergo a Busan. Infatti nessuna guida che ho letto ne faceva cenno e non capisco il perché. E’ vero che è di recente costruzione ed ha una valenza storica pari a zero, ma è un tempio molto bello, oserei definirlo barocco per la massiccia presenza di colori, lanterne (uno dei pochi templi in Corea con le lanterne esposte) e statue, bellissima quella gigante del Buddha. E’ il tempio dove ogni anno viene svolta la festa delle lanterne per il compleanno del Buddha, vedendo le foto su internet deve essere meravigliosa, con migliaia di lanterne illuminate con i più disparati colori. Per arrivarci bisogna prendere il 25, che porta proprio fino al tempio. Io ho preso un altro autobus, credo il 61, che mi ha lasciato a circa 1 km di distanza, per arrivarci ho dovuto chiedere informazioni e farmi una bel po’ di ripida salita a piedi.

Torre di Busan e zona adiacente: la torre di Busan si trova su una collina, volendo si può salire per godersi il panorama, cosa che io non ho fatto in quanto ho preferito vederlo dal terrazzo di un centro commerciale vicino. Nei suoi dintorni c’è qualche statua e pagoda, mentre ai piedi della collina c’è il centro di Busan, una via costeggiata da diversi negozi che si presta ad una piacevole passeggiata e che fa respirare l’atmosfera della vita di tutti i giorni che si svolge a Busan.

Se avete tempo:

Acquario di Busan, io sono un appassionato di acquari, pertanto non ho perso l’occasione per visitarlo, tra i tanti animali che si possono ammirare ci sono anche un paio di squali e poter ammirare i loro denti da circa un metro mette una certa soggezione.

Centum City: centro commerciale più grande al mondo

Gyeongju

Gyeongju è la Kyoto della Corea del Sud, in quanto fu la capitale dell’impero Silla, pertanto è un concentrato di monumenti che corrono indietro nel tempo di diversi secoli fino al VI secolo D.C. La natura che circonda la città è anch’essa meravigliosa, in quanto Gyeongju è immersa tra le campagne e le colline, pertanto all’orizzonte si distendono kilometri di infinite tonalità di verde. La maggior parte delle attrazioni turistiche sono piuttosto vicine, pertanto è possibile visitarle a piedi nell’arco di qualche ora seguendo un unico itinerario.

Clima trovato: umido e piovoso.

Giorni necessari: 2

Come muoversi: treno.

In città: piedi ad eccezione del bus necessario per raggiungere il Bulgugska Temple e poi la grotta Seokguram

Dove scegliere l’albergo: nella zona della stazione dei bus ci sono tantissimi hotel dell’amore. Sebbene il nome possa far pensare a strutture squallide e sporche, la realtà è ben diversa, si tratta di alberghi con stanze attrezzate di ogni comfort ed a buon prezzo. Molte persone si avvalgono di queste strutture come semplici ed ordinari alberghi. Avevo considerato un hotel dell’amore nel caso in cui non avessi trovato posto alla Sa Rang Chae Guesthouse, piccola guesthouse in completo stile orientale dove si dorme in stanze con il futon e le porte di legno e carta e vicina alle attrazioni storiche di Gyeongju nonché anche al centro città, ben più della zona della stazione dei bus. Ad ogni modo i taxi in Corea sono così economici che non sarebbe stato lo stesso un problema.

Cosa mangiare: Gyeongju è famosa per il suo pane, il problema è che nella maggior parte dei posti viene venduto in confezioni da almeno 12 unità, pertanto per un viaggiatore solitario come me non è stato facilissimo riuscire ad assaggiarlo.

Imperdibili: La visita a Gyeongju si può dividere in due fasi, nella prima si possono visitare i vari monumenti a distanza di cammino uno dall’altro, quindi il Tumuli Park, il parco con le tombe tumulo che caratterizzano tutta Gyeongju (si tratta di colline artificiali di diversa grandezza che, in realtà, costituiscono delle tombe), l’osservatorio Cheomseongdae (il più antico osservatorio astronomico esistente in Asia), l’Anapji Pond (un parco con diverse pagode che si affacciano su un lago, decisamente il monumento più bello di Gyongju, meraviglioso), il Bunhwangsa Temple (tempio risalente all’epoca Silla, con una pagoda di pietra che attualmente mantiene solo tre piani ma che, originariamente, doveva essere tra i sette ed i nove piani).

Gli altri due monumenti da visitare sono il tempio Bulgugska Temple e poi la grotta Seokguram. Il primo si raggiunge con il bus n. 11 in partenza dalla stazione di Gyeongju, è un tempio stupendo e affollatissimo, era infatti pieno di scolaresche ed era molto divertente vedere le assistenti dei monaci che facevano segno a bambini di 8/10 anni che non si potevano fare foto all’interno dei templi e questi bambini che, non appena le donne si giravano per continuare la preghiera, ne approfittavano con i loro Samsung per fare le foto di nascosto (ecco, questo è un tipo di comportamento che da un giapponese non vedrete mai). Dopo la visita al Bulgugska si prende un bus che parte ogni ora per il Seokguram. Io ovviamente ho mancato l’appuntamento con il bus per cinque minuti, ma sono stato aiutato nell’attesa da un turista cinese che mi ha offerto un panino tradizionale di Gyeongju dandomi la possibilità finalmente di assaggiarlo. La Seokguram è una grotta molto suggestiva, al cui interno è stata costruita una statua gigante del Buddha, la statua è protetta da una vetrata e, purtroppo, è proibito potergli fare foto. Alla grotta si giunge dopo una camminata di circa quindici minuti all’interno di un bosco.

Yangdong folk village: si tratta di un sito patrimonio mondiale dell’umanità secondo l’Unesco, presenta abitazioni in stile orientale insieme ad altre con il tetto di torba ed è attualmente ancora abitato. Ci si arriva con diversi bus che partono dalla stazione di Gyongju e che hanno indicate tra le varie fermate anche Yangdong folk village, dopodichè bisogna camminare per poco più di 1km. La visita richiede circa un paio d’ore.

Daegu

Daegu in se è una città che turisticamente non offre molto, è la classica città moderna coreana con un architettura prevalentemente urbanistica, sebbene offra qualche scorcio di architettura tradizionale. La visita a Daegu merita in quanto punto d’appoggio per raggiungere l’Haeinsa temple, uno dei più famosi templi della Corea e distante un’ora e mezza di autobus. Il centro di Daegu è comunque vibrante, giovanile e pieno di negozi ed attrazioni

Clima trovato: caldo.

Giorni necessari: 1

Come muoversi: treno.

In città: piedi, metro e bus.

Dove scegliere l’albergo: nei pressi di downtown.

Imperdibili: Haeinsa Temple, si tratta di un tempio meraviglioso tra i boschi. Si raggiunge con un apposito bus che parte dal terminal dei bus di Daegu ed è diretto ad Haeinsa. Una volta arrivati, dopo un’ora e mezza, bisogna scendere giù per la collina e poi salire verso il tempio, che è piuttosto addentrato nel bosco. Durante la visita ho assistito alla performance di un monaco che suonava il tamburo, incredibile per tecnica e bravura. All’andata sono stato accompagnato da due ragazzi sudcoreani, mentre al ritorno ero da solo e, infatti, mi sono perso, per fortuna che In mio soccorso è giunta una ragazza giapponese che mi ha dato informazioni su come tornare alla fermata dell’autobus.

Se avete tempo:

Daegu downtown e la torre di Daegu, quest’ultima si trova in cima ad una collina immersa nel verde, pertanto permette una piacevole passeggiata nel corso della quale è possibile scorgere anche qualche grazioso tempietto, pagoda o laghetto.



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