Lunghissime spiagge e ritmi rilassati: se stai pensando a una vacanza in Riviera, la sua Capitale ti lascerà senza parole
Sta arrivando di nuovo la stagione estiva ed in tanti si chiedono dove passare le vacanze quest’anno. Io un’idea ce l’ho e oggi ve ne voglio parlare. Proprio nell’estrema punta meridionale della mitica Riviera Romagnola c’è una piccola cittadina che da anni è il centro delle vacanze estive di molti italiani. La chiamano La Regina e come tale, silenziosa ed imperturbabile, rimane sdraiata su un’ampia insenatura naturale che guarda sorgere il sole la mattina per poi vederlo sparire all’orizzonte la sera. Sto parlando di Cattolica, una cittadina moderna ed appariscente, ma dal cuore antico e misterioso, appassionata e attraente come il suo passato remoto.
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Cattolica è conosciuta da tutti per la sua ampia spiaggia, per le numerose isole pedonali, per l’Arena all’aperto e per i giochi d’acqua delle tante fontane che la impreziosiscono. Molti la considerano un’oasi felice sul litorale adriatico e se ne innamorano, tanto da tornarci ogni anno. Ma quella che molti non conoscono è la sua storia, conservata tra le mura delle vecchie case del centro storico, nella frescura delle grotte sotterranee e nel Museo Archeologico che custodisce le tracce dell’antica tradizione marinara. Un poco di quella storia ve la voglio raccontare, perché a Cattolica ci sono nata e la vivo ogni giorno, guardandola con gli occhi di chi la ama da sempre e la decanta, come si fa con un buon Sangiovese, ad ogni turista che incontra.
Tra antico e moderno, la storia di Cattolica
Cantato da Dante nella Divina Commedia (Inferno, XXIII), l’insediamento di Cattolica nasce ufficialmente il 16 agosto 1271, quando gli abitanti del Castello di Focara, sul monte San Bartolo a pochi passi da qui, decisero di sottomettersi a Rimini. I marchigiani occuparono il nuovo insediamento nel luogo denominato al tempo “que vocetur Catholica” che chiamano Cattolica. Da quel momento, divenne oggetto di dispute continue fra Rimini e lo Stato Pontificio. Furono i Malatesta però, che riuscirono a mantenere il controllo sull’insediamento, fino al 1504. In questo luogo esisteva già un abitato di età romana sorto lungo la via Flaminia nel 200 a.C. per opera dell’Impero Romano. Cattolica all’epoca era terra di transito per i viandanti e i commercianti che si recavano a mercati e fiere oltre che per i pellegrini, che si dirigevano ai santuari di Loreto e San Pietro.
La vocazione di Cattolica è stata quindi sempre quella dell’accoglienza, dall’età romana passando per il Medioevo fino ad arrivare ai giorni nostri. Alla fine dl 1500 fu contrada di taverne, se ne potevano contare addirittura una ventina. Dalla seconda metà del 1700, quando il rischio di incursioni e guerre venne meno, la comunità crebbe e nella sicurezza della costa, all’economia turistica si affiancarono le attività legate alla pesca. Il grande cambiamento di Cattolica arrivò nel 1861, quando venne inaugurata la stazione con il tratto ferroviario Bologna-Ancona. Questi furono gli anni in cui si iniziò la costruzione dei primi villini sul mare, ad opera di nobili famiglie emiliane che passavano la villeggiatura sulla costa tra bagni al mare e serate danzanti.
Le residenze estive degli aristocratici e facoltosi professionisti emiliani sono un ricordo indissolubile, impresso nelle tante cartoline che ritraggono la nostra Cattolica dell’epoca Liberty. Il borgo marinaro di un tempo divenne così, a partire dagli anni 30 del 1900, una fiorente meta mondana e turistica conosciuta in tutta Europa. Per l’enorme richiesta, moltissime ville vennero trasformate in alberghi di lusso dotati di ogni comodità per soddisfare la clientela composta dalla nuova borghesia industriale. Fu negli anni Cinquanta e Sessanta, che il turismo, prima riservato alle famiglie facoltose, divenne fenomeno di massa così come lo conosciamo oggi, con milioni di presenze l’anno.
La tradizione dedicata all’accoglienza continua e io posso dirlo, perché sono nata in uno di quei classici alberghi romagnoli, dove i turisti erano chiamati “bagnanti” e la loro non era una vacanza, ma una “villeggiatura” che spesso durava settimane. Mi ricordo ancora quando i miei genitori aprivano il librone delle prenotazioni ed usavano la matita, che la nonna la chiamava lapis, per inserire a mano le caparre dei nostri villeggianti. Mio babbo Osvaldo, sapeva quattro parole di tedesco e tre di inglese, eppure li conquistava con il suo sorriso e la sua zuppa di pesce. Anno dopo anno tornavano nel nostro albergo e per ringraziarci dell’ospitalità, portavano cioccolate, giochi e bambole a noi ragazzine. Mia sorella, giovanissima, lavorava in sala mentre mia mamma in cucina, faceva il risotto alla marinara più buono di Cattolica. E non lo dicevo solo io!
I romagnoli sono sempre stati conosciuti e ricordati per la loro accoglienza e simpatia. Ruspanti e genuini, i bagnini si facevano riconoscere per essere i latin lover di riferimento a livello mondiale. Le ragazze del nord Europa venivano in vacanza qui solo per loro! Tempi memorabili quelli, per chiunque li abbia vissuti. Ricordi indelebili che ancora fanno della Romagna una delle mete più richieste per le vacanze estive.
Cattolica oggi: un giretto in centro
Cattolica è fatta a misura d’uomo, a piedi è possibile arrivare ovunque, quindi metto per voi un paio di scarpe comode e lascio l’auto a casa per andare dritta verso il centro. È ormai l’ora della seconda colazione, quindi come prima tappa mi fermo alla pasticceria Canasta dove Gigi mi fa il caffè. Si trova in via Risorgimento, a 2 passi dalla principale piazza Nettuno e sì, questa pasticceria è mitica. Di proprietà della famiglia Ercoles che l’ha aperta nel 1948, oggi i figli con le rispettive famiglie, la portano avanti con quella passione di un tempo. Io vengo qui da quando sono nata e me li ricordo i loro genitori, erano stupendi, sempre sorridenti. Marco Ercoles è un vero Maestro pasticcere dell’ Accademia Maestri Pasticceri Italiani, ogni tanto lo si vede uscire dal laboratorio con l’impeccabile divisa bianca e in testa il lungo cappello da maestro chef. Io sono una divoratrice di brioches e buona come quella del Canasta non l’ho mai mangiata da nessuna parte, giuro, neanche a Parigi!
La mia seconda tappa è il Mercato Coperto, vengo qui a fare la spesa ogni giorno, perché al suo interno si trovano tutti i più tipici prodotti freschi del circondario. C’è una buona scelta di formaggi, pasta fresca, salumi, dolci e pesce fresco, da asporto già pronto oppure al dettaglio da cucinare a casa. Se venite, chiedete di assaggiare qualcosa, rimarrete sicuramente affascinati dai sapori intensi dei prodotti di Romagna. Inoltre la struttura è molto bella, divisa su due livelli ha una comoda scala mobile per accedere al piano superiore, per chi è pigro come me è perfetta. Alla piazza che ospita questa antica struttura, dedicata da sempre alla gastronomia, si affacciano diverse attività aperte tutto l’anno. C’è il mitico bar di Bo dove vado ogni mattina per la prima colazione, poi negozi di artigiani, l’ottica Lisotti con le marche di ultimo grido, attività commerciali e un delizioso e intimo ristorante all’angolo, dall’arredamento tra il francese e lo stile di recupero.
Abitando in centro passo a casa ad appoggiare la spesa e la mia prossima direzione è quella del mare. La passeggiata di viale Mancini e viale Bovio, con le vetrine curate e le ricche boutique, mi tiene compagnia per il tempo necessario ad arrivare alla grande piazza I Maggio che si affaccia sulla spiaggia. Qui è inevitabile per me scattare qualche foto, la pavimentazione originale si presta al grandangolo del mio smartphone e la Fontana delle Sirene, immortalata con alle spalle villa Fulgida e il Kursaal, è lo scenario perfetto per una splendida foto di Cattolica. Su questo grande slargo si affacciano due delle strutture più antiche e di pregio della cittadina e io come sempre, ne rimango affascinata. Nonostante le conosca da sempre, ripasso ogni volta la loro storia nella mia mente, come se fosse un mantra che mi lega a loro in un modo che non so spiegare nemmeno a me stessa.
Era il 1877 quando il prof. Mori di Cesena decise di costruire per la sua famiglia, una villa sulla spiaggia con leoni accovacciati nei due ingressi a protezione della tenuta. La Villa Fulgida è diventata un albergo nel 1933, dopo essere stata acquistata dalla signora Andreina Sormani, milanese e da suo fratello che videro in essa, con acuta lungimiranza, un’occasione di lavoro e di guadagno. Se fossi io una turista in visita a Cattolica, sinceramente verrei in vacanza qui. Certo non è da meno l’Hotel Kursaal, un importante esempio italiano di arte Liberty. Costruito alla fine del 1800 su progetto dell’ingegnere Gaetano Urbani ed adibito da subito a stabilimento balneare, si trova dove un tempo sorgeva l’ufficio doganale dei traffici marittimi.
Al suo interno c’era una sala delle cure, uno spazio per il teatro, uno per le danze e per il gioco d’azzardo. Ogni sera la sala da ballo ed il ristorante si riempivano di dame ed aristocratici, personaggi politici e nobiltà. Parlando con la mia cara amica Chicca, la proprietaria, sembra che si sentano ancora le risate e la musica provenire dalla splendida sala affacciata sul mare. Bello pensare che gli echi di quelle giornate spensierate riecheggino ancora tra le mura, come amabili fantasmi di un tempo memorabile. Oggi al suo interno, in ricordo di quegli anni, c’è una camera che ha volutamente tutti gli arredi originali di inizio ‘900, rimessa a nuovo dai proprietari secondo i canoni storici dell’epoca.
Il mare di Cattolica
Passando per il lungomare Rasi Spinelli, la vista del mare è privilegiata, data dal marciapiede leggermente sopraelevato rispetto alla spiaggia. In ogni periodo dell’anno vale la pena fare questi metri per ammirare il mare in inverno, con i suoi flutti che si infrangono sugli scogli, oppure godere del sole quando la stagione si fa bella e le aiuole si riempiono di piccoli fiori. Ora il lungomare sta per essere rinnovato, diventerà quasi interamente una zona pedonale, dove le barriere architettoniche spariranno rendendo la passeggiata a portata di tutti e molto più funzionale e green. Arrivata al porto, a mio parere la zona più bella di Cattolica, proseguo camminando fino a camminare sulla passeggiata di legno sopraelevata, che costeggia la nuova darsena, quella che ospita le barche a vela e i piccoli yacht. Ma prima una tappa alla libreria proprio dietro il Mura, un localino da aperitivi che negli anni ha preso il suo spazio all’interno del panorama dei divertimenti cattolichini.
Già la vista dalla piazzetta dedicata a Gianfranco Micucci, uno dei sindaci più amati di Cattolica, è meravigliosa, ma quello che si vede dalla passeggiata è stupefacente. Cattolica è costruita su di una insenatura naturale e quando non c’è foschia, la vista dal porto permette di vedere la costa interamente, fino al grattacielo di Cesenatico. Questo porto è uno tra i più belli in cui mi sia imbattuta, è curato, nuovo, ma allo stesso tempo mantiene la parte antica dove sono attraccate le vongolare, le barche con cui i nostri pescatori vanno a pescare le vongole. In questo luogo è possibile toccare con mano la nostra tradizione marinara, venendo ad aspettare che le barche tornino in porto con il pescato del giorno. Per chi è fortunato ad imbattersi in una di esse, consiglio di acquistare un po’ di pesce direttamente dai marinai che lo vendono prendendolo direttamente dalle cassette a bordo. Non è così scontato assistere a questo commercio, per noi cattolichini è la normalità, ma per chi abita in città o lontano dal mare, è come un tuffo nel passato e nella tradizione di una terra e di un mestiere tra i più antichi al mondo.
Fate caso alle tante barche che sulla prua hanno un disegno a forma di occhi stilizzati. Questi sono chiamati “gli occhi di Cubia”, simbolo di Cattolica e di un’antichissima tradizione marinara. Nell’alto Adriatico, già dai tempi dei romani o forse ancor prima, i due occhi venivano posti ai lati della prua dei trabaccoli, le imbarcazioni tipiche con le vele al terzo, come simbolo di buon auspicio. Sul fasciame esterno laterale dello scafo, attraverso cui passano sia la catena dell’ancora che le cime d’ormeggio, chiamati appunto cubie, venivano dipinti dei cerchi che ricordavano la forma di grandi occhi. Si pensava al tempo che gli occhi guidassero il piccolo veliero lungo le giuste rotte, così che la barca potesse stare lontana dai pericoli della navigazione e riportare a casa i marinai sani e salvi dalle loro famiglie. A Cattolica la tradizione è rimasta e adottato il simbolo come emblema della città.
Dove mangiare a Cattolica
Tornata verso il centro, mi fermo “ai 4 bar”, all’angolo tra via Fiume e via Dante, per fare un aperitivo con il mio amico Mauro. Qui c’è Peledo, un locale storico rinnovato di recente, dove si può stare seduti fuori a bere qualcosa prima di pranzo. Cerchiamo di vagliare dove pranzare oggi, ci sono tanti ristorantini dove si mangia davvero bene e scegliere è difficile. Abbiamo voglia di una piadina? Allora a due passi c’è la gastronomia Il Guazzetto, romagnoli doc che fanno una piada stracchino e rucola super buona e potete crederci, perché ve lo dice una romagnola. Qui in realtà è buono un po’ tutto, dal fritto misto ai paccheri con il sugo di pesce, quindi la decisione è se vogliamo mangiare veloce oppure sederci ad un tavolo di ristorante. A me andrebbero anche due spiedini di gamberi e calamari, quindi Pesci in Faccia sarebbe l’ideale considerando che fanno la pasta fresca e Mauro ne è un intenditore. Qui è tutto buono, dove in cucina ci sono le ‘zdore autoctone e “scafate”, è impossibile mangiare un piatto di strozzapreti che non sia più che ottimo.
Alla seconda birretta decidiamo di dirigerci nella Cattolica Vecchia, la parte storica del paese, fatta di casette e piccole vie tutte da scoprire. Qui ci aspetta un tavolo sotto la verandina della Gina, uno storico locale romagnolo da dove il profumo del ragù esce dalla porta sul retro ogni santo giorno. Mi si apre lo stomaco ogni volta che ci passo! La piazzetta dove è locato questo mitico ristorante, prende il nome del locale: Piazzetta dalla Gina. Vi dico questo per farvi capire l’importanza di questo locale per noi cattolichini, ma soprattutto quanto teniamo alla sua tagliatella con il ragù. In sostanza, se volete mangiare bene a Cattolica, affidatevi al consiglio di un cattolichino, dove andiamo noi del posto è sempre sinonimo di mangiar bene spendendo il giusto.
Come arrivare a Cattolica
Per i pochi che ancora non conoscono la strada, per arrivare a Cattolica ci sono diverse possibilità:
- in treno. La Stazione Cattolica-San Giovanni-Gabicce è quella dove dovrete fermarvi. Con una passeggiata di 10 minuti sarete già davanti al Municipio quindi in centro pronti a fare una passeggiata tra i negozi.
- Se invece preferite l’autobus, il Flixbus è un’ottima idea. È un servizio che parte ormai da ogni città e vi porta direttamente in zona centro mare a Cattolica, fermata via Mazzini. È un mezzo comodo e economico che tra l’altro ferma in zona centro-mare. Meglio di così!
Opzione più gettonata è l’automobile. Ha i suoi pro e i suoi contro ma pare sia la prescelta dai molti. Usciti dal casello dell’ A14 Cattolica-San Giovanni-Gabicce prendete la rotonda a destra e, andando sempre dritto, arriverete in men che non si dica davanti alla rotonda Welcome to Cattolica. Davanti c’è via Ferrara, una delle strade principali che porta al mare, vi consiglio di parcheggiare appena trovate, perché andando avanti sarà molto difficile trovare un posto libero. Se invece andare verso via Mazzini/via Fiume, parcheggiare l’auto prima dell’incrocio via Fiume/via Del Prete, proseguendo il problema parcheggio sarà il medesimo. Assicuratevi di pagare il parchimetro e lasciate lì la macchina posteggiata fino a quando non dovrete riprenderla per tornare a casa. Cattolica si gira a piedi!
Tra grigliata di pesce e storia antica, la Regina è oggi più che mai sinonimo di belle vacanze, cibo buono e tanta allegria. Alla prossima viaggiatori e … Evviva la Romagna, evviva il Sangiovese!