Cantabria occidentale

Tra mare, colline, cittadine medievali e buona cucina, nella Cantabria occidentale...
Scritto da: Michele Abagnale
cantabria occidentale
Partenza il: 29/07/2010
Ritorno il: 01/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Premetto che il viaggio é stato fatto da Madrid, in auto ci vogliono circa 5 ore per andare a San Vicente de la Barquera (A1 fino a Burgos, da lí proseguire per Sandander lungo la nazionale N627 verso Aguilar de Campóo, poi la autostrada A67 fino a Torrelavega, quindi sulla A8 verso Oviedo – Asturie fino all’uscita di San Vicente) La zona presenta delle spiagge molto belle e una geografia interessante e paesi medievali, con colline che degradano dolcemente verso l’oceano, ai cui piedi arrivano quasi i pascolo rigogliosi e pieni di mucche che vedrete per ogni dove. Ci siamo alloggiati tre notti nel campeggio El Rosal di San Vicente de la Barquera, a 2 km dal centro di San Vicente verso la spiagga di El Rosal. Vicino al campeggio c’é un quartiere residenziale con bar, negozi e ristoranti, animato anche di sera. Il campeggio ha un bar con un negozietto che vende di tutto, nel bar si puó fare colazione o mangiare, la sera é aperto per i clienti e non. Il campeggio é ben organizzato, con non molte piazzole, ma per questo non é saturato. É molto vicino al mare, per cui di notte si sente di continuo il ruggito delle onde (cosa meravigliosa e per niente fastidiosa). I bagni e tutti i servizi sono puliti, c’é anche molto spazio per le auto, sia dentro che fuori il camping, per di piú é anche economico. L’accesso alla spiaggia é a piedi, a pochi metri, per andare in paese c’é un autobus oppure ci si arriva in mezz’oretta a piedi. Il primo giorno arrivammo da Madrid e, montata la tenda, ci fiondammo al centro di San Vicente a cenare. Nella parte vecchia, sul corso principale, ci sono dei portici antichi con molti ristorantini tipici e alcuni anche economici. Noi andammo in uno alla buona dove mangiammo benissimo spendendo poco, delle sardine arrosto, polipo alla gallega, frutti di mare, vino per un totale di meno di 20 euro a testa. Tornando in campeggio beccammo una panetteria ancora aperta (a mezzanotte!) dove comprammo un pacco di “sobados”, una sorta di brioche tipica della cantabria, che ci allietó le colazioni in tenda… Il secondo giorno facemmo il bagno nell’immenso spiaggione di El Rosal. La spiaggia vicino al campeggio é enorme e viene gente da ogni dove, malgrado lo spazio immenso d’estate risulta cmq affollata. Camminando un pó si puó andare verso zone piú tranquille, visitando le rocce scoperte dalla bassa marea e cercando i granchi intrappolati nelle pozze d’acqua. La passeggiata sulla sabbia viene fatta da molte persone, che si fanno i 3 km di lunghezza dello spiaggione. Alla fine della camminata, c’é la spiaggia del Cabo, ossia una spiaggetta che sta giusto sotto il Cabo Oyambre, un promontorio naturale, dove facemmo un ottimo bagno. L’acqua un pó fredda, peró la vegetazione sottomarina é impressionante, anche se c’é da stare attenti con le correnti e le onde che ti avvicinano pericolosamente alle rocce (ci sono comunque due baywatch all’erta sulle moto d’acqua..) Dopo un pranzo economico e senza lode vicino la spiagga di El Rosal, andammo a visitare meglio il centro di San Vicente, che é una cittadina di pescatori che si estende lungo l’estuario di un fiume, esattamente nella confluenza di un’altro fiume che forma una specie di laguna triangolare, molto singolare da vedere, soprattutto quando si ritira il mare per la bassa marea e tutte le barche rimangono in secca. Per andare da El Rosal al centro si passa per un antico ponte medievale. Nel centro storico é interessante salire a piedi alla rocca, dove c’é il castello medievale (visita 1,5 euro) e la chiesa di Nuestra Señora de Los Ángeles, da cui si gode di un’ottima veduta delle lagune e degli estuari, nonché dell’oceano e della cittá vecchia. La chiesa é molto fredda e sobria e contrasta con le spettacolari vedute del di fuori. Il giorno seguente, andiamo a visitare meglio Cabo Oyambre, per la strada nazionale CA131 (parte del camino de Santiago del nord, tra l’altro). Arrivati alle lagune del Río Capitán, si gira a sinistra e letteralmente attraversando un campo di golf (attenti a golfisti che attraversano tra una buca e l’altra!..) si arriva al parcheggio della spiaggia di Oyambre, anche questa molto grande. La maggior parte della spiaggia viene ripresa dal mare, per cui attenti alla linea di sabbia asciutta che dista quasi 300 metri dalla riva quando c’é bassa marea… Camminando verso Cabo Oyambre, questa volta il lato nord, arriviamo ai piedi di un boschetto passando vicino a pascoli che arrivano fin sopra la spiaggia, con le vacche che quasi scendo sulla sabbia… Alla fine della spiaggia, c’é una zona di rocce e un sentiero che porta al capo, ma noi ci soffermammo sulle splendide acque cristalline della zona, passando diverse ore a tuffarci nelle acque basse in cui si vedevano molti pesci e piante sottomarine. Attenzione agli avvisi dei guardacoste, quel giorno avevano avvistato la temibile (e velenosa) medusa caravella portoghese, per cui non ci allontanammo dalla costa come il giorno prima. Ma anche cosí, vicino alle rocce e a riva si godeva uno spettacolo sottomarino alquanto interessante. Ripresa l’auto, proseguimmo per la stradina e arrivammo a un villaggio, da cui si va per un sentiero sterrato al Cabo Oyambre, da cui si ha una incredibile veduta della spiagga de El Rosal e delle ondate dell’oceano (ma attenti alla ripida stradina sterrata..) Dopo di che puntammo verso Santillana del Mar, lungo la CA131, passando per Comillas, che avemmo visitato l’indomani. I cántabri scherzano sul nome di Santillana, dicendo che non é né santa, né piana (“llana”) né sta vicino al mare… Peró é una cittadina medievale molto ben conservata.Il pezzo forte é sicuramente la chiesa della Collegiata di Santa Juliana. L’interno della chiesa é prettamente medievale e abbastanza sobrio, ma con pezzi d’arte interessanti nell’altare principale. Molto bello é il chiostro, che presenta un colonnato con capitelli decorati, e la visita guidata spiega le raffigurazioni di ognuno e racconta aneddoti e spezzoni della storia della regione (in spagnolo, rigorosamente). Fuori la chiesa c’é una piazza con un abbeveratoio di cavalli e alcuni negozietti tipici, e una librería di testi antichi. A fianco c’é un maneggio che fa fare giri turistici in cavallo o pony, un pó caro per i nostri gusti.. Da evitare direi anche il museo delle torutre dell’inquisizione e lo zoo di Santillana (che ci fa uno zoo in una cittadina medievale tanto carina?). Da visitare anche la plaza Mayor e le viuzze del centro storico e nei dintorni della Collegiata, ci sono anche molti baretti interessanti e sulla strada principale c’é un altro monumento storico, il convento delle Clarisse. Dopo una deludente puntata a Suances (cittadone costiero alquanto moderno e caotico), ci concedemmo una cena in un ristorante sperduto nei dintorni di Comillas, dove ceniamo un ottimo piatto di peperoni ripieni di frutti di mare in crema di pesce, e un piatto di acciughe molto prelibate (quelle di Santoña sono molto ricercate). Ah, non dimentichiamo un altro dolce tipico locale, la Quesada Pasiega (la torta al formaggio). Il giorno seguente andammo a mare a Comillas, che ha una spiaggia molto carina, peró ci colse la tormenta (é abbastanza normale avere 1 giorno su 3 di pioggia nella costa nord della Spagna..) Per cui, ripiegammo sulla visita a Comillas, che merita sicuramente piú tempo di quanto avevamo pensato. Il centro storico é un piccolo gioello, incastonato tra colline e il mare. Da visitare sicuramente la plaza mayor, la piazza della chiesa di San Cristobal e la stessa chiesa, i vicoli e le case dai tipici balconi e facciate di legno, le antiche pasticcerie e il parador dei pellegrini del camino de Santiago. Fuori dal centro, in direzione montagna, c’é da visitare il capriccio di Gaudí, uno strambo palazzatto costruito dal famoso artista catalano, adesso un ristorante privato (ma visitabile, anche se non ci si ferma a pranzo..) e il palazzo Sobrellanos. Verso il mare, interessante é la collina con il monumento al Duca di Comillas e la casa in stile vittoriano della duchessa, nonché il cimitero gotico (realmente impressionante, per gli amanti del tema..). Dopo aver provato altre specialitá tipiche della gastronomia, una su tutte la Crema Pasiega (come una crema catalana, ma con un pan di spagna inzuppato di rum sul fondo), prendemmo armi e bagagli e via di nuovo verso casa (Madrid).


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