Campi Flegrei ed Ercolano
Sabato 29 settembre 2018
Partenza ore 05:00 da Lucca
Saranno due giorni all’insegna dell’archeologia. Siamo un gruppo di 43 persone. Intorno alle 11:45 siamo a Nola, scarichiamo i bagagli e pranziamo presso il ristorante dell’hotel (Hotel dei Platani****).
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Subito dopo partiamo alla volta dei Campi Flegrei, la zona ad Ovest di Napoli cui fa capo Pozzuoli e dove si trovano le solfatare e dove è attivo il fenomeno del bradisismo. Tutta la zona è una piattaforma vulcanica allo stato quiescente in continuo mutamento dove si riscontrano tutti i fenomeni tipici dei vulcani. In modo particolare visitiamo il sito archeologico di Cuma (ingresso € 4).
La guida, Roberta, ci conduce alla scoperta dell’Antro della Sibilla, uno dei santuari più venerati dell’Italia antica dove la Sibilla Cumana. Sacerdotessa del dio Apollo, profetizzava con i suoi oracoli, e dell’Acropoli.
La città, colonia greca, venne fondata intorno al 730 a.C. e si sviluppò rapidamente fino ad arrivare ad avere il controllo del Golfo di Napoli; nel 338 a.C. fu conquistata da Roma. L’anno 1207 segnò la sua fine con la distruzione da parte di Napoli.
I primi ritrovamenti risalgono al XVII sec, anche se i veri e propri scavi iniziarono nel XIX sec per volontà dei Borboni. Vennero alla luce il Tempio di Apollo, il Tempio di Giove. L’Antro della Sibilla venne scoperto nel 1932. Si tratta di una galleria tufacea lunga circa 130 m in fondo alla quale si aprono degli ambienti più grandi, probabilmente dove venivano rinchiuse le sacerdotesse.
Dalla sommità dell’Acropoli si scorgono i resti del Foro (attualmente non visitabile per lavori di scavo in corso) e, volgendo lo sguardo sul mare si scorgono Ischia, Procida e, in lontananza, Capri.
Lasciamo Cuma per dirigerci verso Pozzuoli fermandoci qualche minuto presso il Lago d’Averno, il luogo considerato da Virgilio nell’Eneide e da Dante nella Divina Commedia l’ingresso al mondo degli inferi. È un piccolo lago generatosi circa 4000 anni fa all’interno di un cratere vulcanico spento. Il nome Averno significa “senza uccelli” poiché le acque esalavano gas che non permettevano la vita di volatili.
Guardando in direzione del mare si scorge Capo Miseno, la punta della penisola flegrea, dove aveva sede la flotta romana comandata da Plinio il Vecchio che partì proprio da qui per raggiungere Ercolano e Pompei durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Plinio morì durante questo viaggio volto alla salvezza della popolazione ma che, purtroppo, non riuscì a raggiungere.
Arrivati a Pozzuoli osserviamo dall’alto il Tempio di Serapide o Macellum. Non è possibile entrare all’interno del sito archeologico perché il fenomeno del bradisismo, qui, è molto evidente e, in alcuni momenti dell’anno, l’acqua sommerge gran parte dei resti. Erroneamente considerato tempio, in realtà era la zona dei mercati.
Giunti a Napoli, passiamo di fronte al Maschio Angioino, a Piazza del Plebiscito e al Palazzo Reale avendo a disposizione circa 1 h per scattare foto e passeggiare per le strade che circondano la piazza principale.
Alle 20 abbiamo la cena presso Ristorante Pizzeria Rosati per una serata a base di pizza napoletana. Dal lato opposto della strada si trova il Caffè Gambrinus, un locale storico arredato in stile Liberty e frequentato da illustri personaggi tra cui Totò e i fratelli De Filippo. Qui assaggiamo altre specialità partenopee, il caffè e le sfogliatelle.
La serata è volata velocemente: torniamo in hotel.
Domenica 30 settembre 2018
L’area dello scavo, purtroppo, è limitata rispetto all’intera città poiché, sopra gli antichi edifici, è stata edificata la moderna Ercolano.
La città di Ercolano venne sepolta sotto la cenere, i lapilli ed il fango durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e fu riscoperta casualmente all’inizio del XVIII sec. durante lo scavo per un pozzo.
Secondo la leggenda fu fondata da Ercole; fu conquistata dai Greci e, successivamente dai Romani che la abbellirono e la resero un luogo di vacanze per l’aristocrazia.
Iniziamo in nostro viaggio indietro nel tempo passando dall’antico porto della città dove sono conservati gli scheletri delle persone che tentarono di fuggire dalla catastrofe; sono ammassate l’uno accanto all’altro. Si possono percepire l’angoscia e la paura di quel momento terribile.
La visita prosegue visitando:
• Terrazza di Nonio Balbo, un piazza di forma rettangolare dove si trova un ara (altare) funeraria dedicata a M. Nonio Balbo, senatore al tempo dell’imperatore Augusto.
• Terme suburbane. In antichità sorgeva tra le mura cittadine ed il mare. Gli ambienti riccamente decorati comprendevano il frigidarium, tepidarium ed il calidarium.
• Casa del rilievo di Telefo, una delle abitazione più grandi della città cotruita in posizione panoramica sul mare.
• Casa dei Cervi
• Grande taberna, l’antica osteria della città. Il bancone era rivestito in marmo e, al suo interno, erano inserite delle giare che contenevano vino o cibi vari.
• Palestra. L’edificio è vistabile solo parzialmente poiché, una buona parte di esso, è ancora interrato. Era lo spazio dedicato alle attività sportive ed educative.
• Pistrinum, era il panificio. Ancora oggi sono visibile le macine per il grano.
• Casa del Salone nero
• Bottega ad Cucumas dove si trovano raffigurate, su un pilastro posto all’ingresso, delle brocche di colore diverso per indicare il tipo di bevanda venduta all’interno della locanda.
• Sede degli Augustali. Era il luogo dedicato al culto dell’imperatore Augusto.
• Terme maschili e terme femminili
• Casa di Nettuno e Anfitrite dove è possibile ammirare la ricca decorazione a mosaico raffigurante il dio Nettuno e della nereide (ninfa marina) Anfitrite.
• Casa Sannitica
• Casa a graticcio, era una casa destinata a più famiglie. Caratteristico è il balcone in legno.
• Casa d’Argo.
Naturalmente il parco archeologico conserva molte altre abitazioni e/o botteghe, ma sarebbe troppo lungo elencarle tutte.
Terminata la visita, torniamo in hotel per il pranzo. Subito dopo riprendiamo la strada del rientro in attesa di altri viaggi.