Avventura in moto, tra Costiera Amalfitana, Eolie e Sicilia!
GIORNO 2 : 1° agosto 2010 AMALFI – RAVELLO – POSITANO – PRAIANO
Lo spettacolo dalla nostra terrazza non ci delude assolutamente, la colazione viene servita sotto gli ombrelloni, in tavolini di pietra. C’e’ un sole spettacolare, il mare e’ calmissimo, le barchette lasciano la scia… Insomma un paradiso, una pace e un bel respiro di bellezza. Dopo la buona colazione con dei croissant giganti, alle 10 e finalmente saliamo sulla nostra moto e ripartiamo: destinazione Amalfi. Da un lontano scolastico ricordo, Amalfi fu una delle 4 repubbliche marinare. È un paese sul mare ovviamente, ora super affollato. Fatichiamo addirittura a trovare parcheggio con la moto, fortunatamente un tipo napoletano, con tutte le soluzioni in tasca, ci dice di seguirlo, sposta 2 bidoni, ed ecco che come per magia ci trova un nostro parcheggio per un onesto obolo di 5 euro. Che alla fine sembrano anche giusti, considerato che il parcheggio comunale costa 3 euro l’ora! Ci sono un sacco di motorini, qua la macchina è inutilizzabile. La costiera va visitata in moto, via mare, oppure con una gita organizzata… Lascerei davvero stare l’auto propria, o per lo meno non in agosto. Facciamo la nostra passeggiata per Amalfi, visitiamo il duomo di Sant’Andrea, in cui sono custodite le sue reliquie, tra cui una parte del cranio. E’ alta, spaziosa, molto luminosa. Visitiamo per 3 euro la cripta (dove sono custoditi i resti del santo) e il chiostro. Alla fine ne vale la pena, il chiostro non e’ tanto grande però e’ molto piacevole, prima di passare alla cripta si passa nella basilica del crocefisso, il primo insediamento medioevale della zona. E’ ormai mezzogiorno. Lasciato Amalfi, ci spostiamo verso Ravello. Ravello non e’ direttamente sul mare, ma sul monte. Apparentemente non sembra abbia chissà quali cose da visitare. La piazzetta e’ molto carina, pedonale, con qualche caffè all’aperto. Viene denominata la città delle musica, questo perché ogni anno si svolge il Ravello Festival, una rassegna musicale che attira numerosi visitatori. Imperdibile è infatti la visita della Villa Rufolo. Al costo di 5 euro a persona, si visita uno spettacolare giardino e un panorama sulla costiera davvero mozzafiato. Mangiamo un super panino con la mozzarella di bufala e i pomodorini, acquistato in una bottega e ci dirigiamo verso Positano. Positano è un villaggio letteralmente sdraiato sulle pendici del monte, tutte le casette colorate e bianche si tuffano nel mare, stracolme di negozietti di souvenir, abiti da mare e limoni. In fondo una spiaggetta di sassi, super affollata… Ma utile per rilassarsi sotto il sole per un po’.. Il sole alle 17 scompare dietro al monte e quindi la tintarella finisce, ma l’ombra e la spiaggia che si svuota rilassa ancora di più le nostre menti dalla fatica della moto e della strada tutte curve della costiera. Prendiamo la moto con appiccicata una bella multa per divieto di sosta (!!!!) e cerchiamo un ristorante sul mare per la cena. Ci fermiamo in una pizzeria, da Gennaro, a Praiano. C’e’ una terrazza sul mare, la terrazza si affaccia sulla piazza della chiesa del paese. Senza saperlo, in questi giorni si festeggia la Luminaria di San Domenico (www.luminariadisandomenico.it). E’ un’antica tradizione in cui tutti i cittadini adornano le terrazze, le finestre, i giardini, le stradine, le cupole delle abitazioni con delle candele, e tutti insieme decorano con 2000 candele ogni sera il decoro di piazza San Gennaro. Una volta accesa tutta la piazza sotto ai nostri occhi, inizia un spettacolo di mangiafuoco, attori che giocano con il fuoco. Veramente suggestivo! Dopo una super pizza ai frutti di mare e un piatto di spaghetti alle vongole, rientriamo al b&b.
GIORNO 3: 2 agosto 2010 SORRENTO – MARIGLIANO – NAPOLI
Facciamo la colazione in terrazza, salutiamo il nostro amico Saverio, carichiamo la moto e partiamo per Sorrento. E’ caldo, e il traffico non e’ proprio scorrevole. La strada per arrivare e’ molto bella, saliamo in cima, vediamo il Vesuvio e il tutto il panorama circostante. Il lato negativo dei trasferimenti è viaggiare con tutti i bagagli con noi, dobbiamo trovare un parcheggio per lasciare la moto carica. Con le giacche in mano e la conchiglia in spalla, facciamo il giro di Sorrento. E’ un paese appoggiato alla scogliera, scende a picco nel mare. Il panorama da Piazza della Vittoria è davvero degno di nota, in lontananza il Vesuvio fa da cornice al golfo, sotto alla piazza c’e’ la marina. Vengono sfruttati i moli per adibirli a bagni, e’ pieno di gente che prende il sole e fa qualche tuffo. Le vie sono colorate, botteghe di limoni, di intagliatori, di calzolai, barettini. E’ evidente l’attenzione al turista soprattutto straniero, tutti i cartelli sono in inglese e le bandierine che sventolano per ricordare a tutti che siamo in Italia, da’ l’impressione di un’ immensa promozione turistica napoletana. Terminiamo il giretto e ci dirigiamo verso Marigliano, alle porte di Napoli dove mio padre ha prenotato per noi una stanza all’Hotel Elio da amici. Passiamo così dalla Costiera, da Sorrento, posti da cartolina, puliti, regolari, con i caschi, alla vera provincia Napoletana, quella che qualcuno tenta di raccontarti, ma che fino a che non la vedi non ti puoi veramente rendere conto. Passiamo da Pomigliano D’Arco, un paesone gigantesco, con un sacco di case, le strade sono dissestate, l’immondizia e’ ovunque, le case non sembrano nemmeno finite. Sono le 3 del pomeriggio e tutto è deserto, non c’e’ nessuno, sembra tutto abbandonato. L’impressione e’ delle peggiori, da scappare via, fortunatamente l’albergo e’ un’ isola felice, e’ molto pulito, ristrutturato recentemente, loro sono molto gentili. Appoggiamo la roba in camera e la nostra testa sul cuscino e … Crolliamo dal sonno, coccolati dall’aria condizionata. Siamo fuori Napoli di circa 30 km, ci vuole una buona mezz’ora, siamo indecisi su cosa fare. Alla fine sono le 18 e decidiamo di andare a fare un giretto per la città, per poi rientrare a cena in albergo considerato che mio padre ha insistito tantissimo. Anche in questo caso, la fortuna è di avere la moto, la macchina si perderebbe in questo traffico allucinante e non ne uscirebbe più. Arriviamo alle porte della città e mentre ancora cerchiamo di trovare una direzione tipo “centro”, ci troviamo risucchiati dal traffico, da moto che sfrecciano al nostro fianco come il vento, macchine con clacson incessanti, pedoni che passano dappertutto. Impariamo in un attimo a sgattaiolare tra auto, bus e motorini, in un secondo siamo anche noi napoletani!. E’ indispensabile tanta calma e attenzione, se ci fermiamo siamo perduti, se non reagiamo restiamo schiacciati e allora via…se non avessimo fatto così saremo ancora là.
Raggiungiamo Piazza del Plebiscito e parcheggiamo la moto. Occhi bene aperti, ma comunque c’e’ un sacco di polizia, vigili in divisa e in borghese, la zona e’ affollatissima e super controllata. Gelato, passeggiata, negozi, galleria Umberto I e rientriamo. Sicuramente la cena è stata all’altezza delle aspettative, mangiamo un sacco di pesce, prepariamo i bauli per l’indomani e buona notte. Devo ammettere che l’incontro con Napoli, mi ha letteralmente sconvolta, la città è sicuramente bella, ma davvero ingestibile con il proprio mezzo. Penso che sia il treno il mezzo più giusto. Si arriva in centro, si gira tranquillamente a piedi e di visita la zona più famosa e interessante.
GIORNO 4: 3 agosto 2010 ISCHIA
Partiamo abbastanza presto, salutiamo Angelo e di nuovo verso Napoli. Abbiamo pensato di andare a trovare i genitori di Franco a Ischia. Da Napoli ci sono diversi traghetti e aliscafi, sui primi si possono caricare i mezzi, mentre i secondi sono solo per persone. Per la moto sembra non ci sia più posto, forse meglio così per non avere tutto il peso con noi. Arriviamo a Napoli senza incredibilmente sbagliare strada, arriviamo al porto con i minuti contati. I traghetti per Ischia partono dal Molo Beverello, in fondo, vicino al Maschio Angioino. Viaggio andata per Ischia Porto, 16 euro a testa, da Forio un euro in più. Parcheggiamo la moto in un parcheggio custodito all’aperto, vicino al molo della partenza. Si chiama Parcheggio Buono. C’e’ un deposito bagaglio, lasciamo le giacche e i bauletti per euro 5 per l’intera giornata e euro 6 per la moto. Ore 9.35 riusciamo a imbarcarci, in un’ora e poco più arriviamo all’isola. E’ caldo, il sole e’ bello alto, vicino al porto non c’e’ molto vento. Facciamo un giretto turistico tutt’ attorno, andiamo al Castello Aragonese. Un castello ora privato che sta in cima alla scogliera. Ischia e’ famosa per le sue terme, infatti ogni albergo ha all’interno la struttura per le terme. Andiamo all’hotel dove soggiornano i suoi genitori, ne approfittiamo per un bagno in piscina, l’acqua e’ calda ma e’ comunque rilassante e necessario per riprendere un po’ di energie, sparite dal caldo. Pranziamo all’hotel, e poi altro giro tour per l’isola. Ci sono panorami stupendi e il mare sembra sempre più blu, ogni minuto che passa. Prendiamo un caffè a Sant’Angelo. Un paesino, piccolo arroccato, ci sono i barettini e i ristorantini, alla sera deve essere davvero una chicca. Ormai sono le 16 e alle 16.30 abbiamo l’aliscafo da Forio. Anche la nostra gita a Ischia è finita. Devo ammettere che e’ molto carina, e penso che sia comunque abbastanza grande da consentire il soggiorno di 10 gg. Ci sono diversi paesini, Ischia Porto, Ischia ponte, Forio, Panza, Sant’angelo… Con tanti scorci e calettine per fare mare. Torniamo a Napoli e aspettiamo l’imbarco per Lipari. Alle 20.10 salpiamo dal porto di Napoli con la Nave Lauriana, Siremar. Il biglietto e’ costato per 2 persone con la moto, euro 206, con cuccetta. L’arrivo e’ previsto per le 11 del mattino dopo a Lipari, ci mette un sacco di tempo… Ma prima ferma a Stromboli, Panarea, Salina e alla fine a Lipari. Magari e’ meglio prendersi il pranzo al sacco, abbiamo speso 40 euro in 2 per la cena al self service. La cuccetta è senza bagno, ma almeno è sempre meglio che dormire sul ponte o nelle poltrone.
GIORNO 5: 4 agosto 2010 ARRIVO A LIPARI
Al mattino, alle 6 chiamano i passeggeri che scendono a Stromboli. Peccato non essere usciti, perché scendeva il Presidente della Repubblica Napolitano… Un salutino, sarebbe stato carino…. Arriviamo a Lipari effettivamente alle 10.45 circa, è bello svegliarsi in mezzo al mare, con il sole e guardare il panorama di queste isole. Al porto ci attende Kevin, dell’agriturismo che abbiamo scelto. Dobbiamo ammettere che ce lo aspettavamo tranquillo, ma così…. Si chiama Agriturismo Monte delle Cristule a contrada Monte, in cima. Da quassù c’e’ una pace mai vista, sono 3 casette gialle che guardano il mare, in lontananza Alicudi e Filicudi, a destra Salina. Si respira il profumo del rosmarino, del verde, sembra un profumo tipo pino marittimo, c’e’ un sacco si lavanda e Bougainville bianca e fucsia. Ogni casetta ha davanti il tavolo e il barbecue. La camera e’ grande, il bagno tutto in maiolica arancione e bianca. Siamo solo noi, al momento non ci sono altri ospiti. Ci rilassiamo, troviamo un bel po’ di pace e un po’ di forze. L’unico lato negativo è che l’ultimo tratto di strada per raggiungere l’agriturismo e’ sterrato, con molta sabbia. Un po’ rischioso per la moto, ma con un po’ di abitudine sembra andare meglio. Scendiamo per trovare una spiaggetta. Sabbia, qua non ce n’e’ tanta, anzi praticamente nulla. Andiamo a Canneto. Il mare è blu, con dei bei sassi. Un po’ tardi arriva una corrente e porta con se rifiuti, carte e mozziconi. Mangiamo un arancino (buonissimo) e restiamo lì fino all’ora di cena. L’acqua e’ fresca, il bagno si fa tranquillamente. Le uniche cose indispensabile sono le scarpine per fare il bagno. I ciottoli sono abbastanza grossi e scendere in acqua è un massaggio plantare un po’ troppo energico. Rientriamo per goderci il tramonto dall’agriturismo. Davvero emozionante, il cielo si fa prima rosa poi rosso, il sole scompare dietro Filicudi, lasciando per un buon 20 minuti le nuvole rosate. Scendiamo a Lipari nuovamente per la cena e per la passeggiata. Lipari è davvero molto carino, caratteristico o meglio simile ai paesini turistici marittimi, lungo il corso ristoranti, bar, negozietti di souvenir… Un andirivieni di persone, tutte ben tenute. Decidiamo per il ristorante La Piazzetta, consigliato da varie guide. Si mangia bene, spaghetti all’eoliana e maccheroncini con pesce spada e vongole. Il servizio non sembra molto cortese, molto attenti a fare più coperti possibili… Spendiamo onesti 64 euro. Ma la prima rapina, nel paese nuovo ci sta sempre!
GIORNO 6: 5 agosto 2010 – LIPARI
Non mi dilungo oltre sulla bellezza del panorama dell’agriturismo, e sulla colazione servita in terrazza. Scendiamo in paese per scegliere le escursioni verso le altre isole. Ci sono venditori, agenzie turistiche, barcaioli ovunque. Non è proprio semplice scegliere a chi affidarsi, meglio farsi consigliare dall’albergo, di solito loro conoscono altri amici e ti indirizzano. Diversamente sono davvero tantissimi. Abbiamo a disposizione 3 giorni. Decidiamo per Lipari più Salina, Vulcano e per la gita a Stromboli, compresa la salita al vulcano. Per le prime ci affidiamo al gruppo ‘Popolo Giallo’, consigliato da Marcella dell’agriturismo. Il loro ufficio, si trova al porto, praticamente al bivio per Canneto. Per l’escursione sul vulcano, in centro c’e’ un’agenzia ‘ La Dolce Vita’, che lavora con le guide autorizzate Magmatrek, le piu’ consigliate per salire. La nostra giornata di mare e’ alle spiagge bianche. A nord -est di Lipari c’era la cava di pomice dismessa da quando qualche anno fa l’arcipelago è entrato a fare parte del patrimonio dell’Unesco. Il tutto e’ lasciato come se un bel giorno, si fosse spento l’interruttore, abbandonato, senza recupero. La zona è tutta bianca, polverosa, sgretolata. Ci sono i pontili per il carico della pomice sulle navi, arruginiti, non si capisce come facciamo a reggere ancora con la salsedine e la forza del mare.
Andiamo fino ad Acquacalda, a nord, vediamo la spiaggia di Ponticello e alla fine e decidiamo per Campo Bianco. Parcheggiamo la moto scendiamo a piedi, lungo un sentiero bianco e tutto di pomice, fino ad arrivare ad un vecchio e abbandonato stabilimento. Davanti ci sono ombrelloni, lettini, bar. Il mare è bello. Ci sono sempre i ciottoli, ma in acqua dopo qualche metro inizia la sabbia, o meglio la polvere bianca della pomice che dona all’acqua un colore azzurro- turchese da cartolina. Verso il tramonto scegliamo di visitare in moto il perimetro dell’isola, l’isola e’ piccola, alla fine in 40 min massimo si fa tutto il giro, passando per Quattropani, Pianoconte. Mi regalo una lezione di yoga all’agriturismo, al tramonto. Un’esperienza speciale, la musica, l’insegnante e il colore del cielo hanno reso la serata unica. Scendiamo a ceniamo alla Cambusa, purtroppo la scelta dei piatti non è stata fortunatissima, ma nel complesso abbiamo speso poco.
GIORNO 7: 6 agosto 2010 – LIPARI
Devo dire che la spiaggia di questa giornata è la migliore fino ad ora. Fortunatamente abbiamo deciso di non fare nessuna gita oggi, il mare è mosso e molte barche non sono uscite. Passato Canneto, ci sono alcuni motorini parcheggiati lungo la strada, e lì sotto c’e’ una scalinata per raggiungere un camminamento che arriva in una spiaggettina davvero super. Sempre nella zona delle Spiagge Bianche. È attrezzata, Lido da Carlo, le persone sono molto gentili, ombrellone e 2 lettini costa 13 euro. L’acqua qua è di un colore strepitoso,limpidissima, azzurra, turchese. Ci sono un po’ di meduse, ma davvero non importa, l’acqua chiama solo per fare il bagno. Restiamo tutto il giorno. Passiamo per Lipari per aperitivo e per la cena scegliamo il ristorante Le Macine a Pianoconte. Ristorante tipico eoliano, ottimo servizio, con antipasti a scelta tra una vastissima offerta. Mangiamo molto bene, e paghiamo altrettanto bene 74 euro.
GIORNO 8: 7 agosto 2010 – PANAREA – STROMBOLI
La gita organizzata parte a mezzogiorno dalla Marina Corta di Lipari. L’agenzia che abbiamo scelto è La Dolce Vita, così anche la nave. Il gruppo è di 22 persone. La prima tappa è Panarea. è l’isola più piccola delle Eolie, una chicchina, una vetrina di negozi, alberghi, ristorantini sul molo. È carina, scendiamo facciamo una passeggiata fino alla chiesa di San Pietro da cui si vede un panorama sul porticciolo molto bello. In lontananza vediamo il nostro amico vulcano che ci attende, con il suo fumo bianco che esce dalla cima. Un quarto alle 15 partiamo da Panarea per arrivare a Stromboli. Ci mettiamo un’oretta abbondante. Una volta arrivati lì, il nostro accompagnatore ci porta nell’ufficio delle guide per il vulcano, Magmatrek (www.magmatrek.it). Ci sono diverse associazioni che fanno queste visite. Sul vulcano non è permessa la visita libera dopo i 400 metri di altezza. La guida Mario subito ci squadra da capo a piedi, controlla scarpe, cambi di riserva, luce. L’attrezzatura completa sarebbe un cambio di t-shirt (io ne consiglio 2, uno anche per il rientro), pantaloni corti per la salita, lunghi per la discesa, felpa/maglione, sicuramente la giacca a vento (il k-way) – in cima c’e’ un vento molto forte e questo ti salva la vita, torcia, cena al sacco. Questione scarpe: le pedule da montagna sono le ideali, devono essere alte e coprire la caviglia. Il rientro è davvero in mezzo alla sabbia, e con le scarpe basse si rischia di riempire la scarpa di sabbia e come ha detto la guida “ in discesa non si aspetta nessuno perché c’è il rischio frane”! Per tutto il materiale che non si ha a disposizione, in piazza di fronte all’agenzia delle guide, c’è un noleggio “Totem Trekking” da cui si può prendere tutto il necessario. Ok, pronti si parte alle 17.45 da 35 m.s.l. , abbiamo raggiunto 941 m.s.l. Arrivati in cima alle 20.45. Abbiamo fatto 3 pause per prendere fiato. Un’ esperienza tanto bella, quanto faticosa. Una vera scalata di trekking, da giù non sembrava così ripido, e invece era davvero sfidante. La prima parte del tragitto è al sole e quindi anche il caldo non aiuta. Penso che sia consigliabile a tutti, nel nostro gruppo c’era una bambina di 10/11 anni, sicuramente ci vuole un po’ di sopportazione alla fatica, la mia preparazione atletica e’ pari a zero ma ho resistito, non è sicuramente un’escursione da prendere sotto gamba. Siamo quasi in cima appena in tempo per vedere il tramonto, il cielo rosso e il sole che si getta nel mare… ancora qualche metro e ci siamo. Siamo ad un passo dai crateri. Siamo sudatissimi, lassù la temperatura è circa 8/10 gradi, c’e’ il vento e sembra ancora più’ freddo. Ci sono dei paravento in pietra per cambiarsi. Cambio totale, elmetto, luce accesa e pronti in attesa allo scoppio. Lo Stromboli è in continua attività, la sua presenza è continuamente affermata dagli scoppi, che al buio, regalano scoppiettanti lapilli di lava e nuvole di fumo bianco.
Assistiamo ad uno spettacolo unico, il cielo è viola e blu, ancora un po’ di colori del tramonto e i tre crateri iniziano a borbottare. La cosa si ripete un sacco di volte. Dopo 50 minuti circa, facciamo l’ultimissimo tratto per raggiungere proprio la cima. Lo spettacolo continua. Esplode ancora un paio di volte, siamo sopra ai tre crateri e vediamo zampillare lava e fumo. Ancora qualche minuto per video e foto prima di scendere. Effettivamente la discesa è ripida, sicuramente meno faticosa, ma comunque occorre attenzione, per il buio e per la sabbia che davvero rende il tutto un po’ più impegnativo. Impieghiamo un’ora e tre quarti per scendere, Il buio rende la discesa emozionante, in cielo le stelle sono tantissime, sembra quasi di essere dentro ad un planetario. Fantastico. Arriviamo alla base sani e salvi, stanchissimi, ma orgogliosi di noi stessi e consapevoli che davvero ne valeva la pena. La Città di Stromboli è davvero molto buia, sono le 22.30, riprendiamo la nostra barca e torniamo in 2 ore circa alla Marina Corta di Lipari.
GIORNO 9: 8 agosto 2010: VULCANO.
Pensavo di non riuscirmi ad alzarmi. Il dolore fisico è esteso dappertutto, ma piano piano recupero un po’ di energia per un’altra gita. Prendiamo questa volta una barca con il gruppo Popolo Giallo che si trova sul molo della Marina Lunga (dove arrivano i traghetti). Sono una coppia di ragazzi, molto simpatici e disponibili, con loro abbiamo prenotato sia Vulcano a 15 euro a testa, che Lipari più alina a 25 euro per il giorno successivo. Vulcano è l’isola più vicina a Lipari. Praticamente composta dal solo Vulcano. Anche questo e’ un vulcano attivo, ma e’ ritenuto più pericoloso di tutti, in quanto sbuffa tutti i giorni, ma apparentemente non ha un’attività forte… Si pensa che possa scoppiare da un momento all’altro. Le eruzioni nei secoli scorsi di Vulcano sono state piuttosto devastanti. Prima di arrivare al porto di Vulcano, facciamo alcune soste bagno. Il mare e’ sempre più blu, le meduse scoraggiano un po’ le immersioni, ma davvero è un peccato non buttarsi.
Una volta sbarcati sull’isola ci lasciano per l’intera giornata. L’isola sembra molto più calda di Lipari. Vicino al porto ci sono i bagni di funghi sulfurei, noti per le proprietà terapeutiche. Alcuni li sconsigliano per il cattivo odore o per il rischio di rovinare costumi e gioielli. Ma ovviamente noi optiamo per tentare. E’ consigliato restare con i fanghi e restare immersi nella pozza per un massimo di 20 minuti. Dal fondo di questa pozza, continua ad uscire il vapore sulfureo che fa bollire continuamente l’acqua sovrastante. In alcune posizioni occorre stare attenti a non scottarsi. Il costo dell’ingresso è 6 euro a testa più è consigliabile comprare il costume a 5 euro, non tanto perché si sfaldi come dicono, ma per l’odore che non andrà più via. L’odore di zolfo è fortissimo. Dopo avere sparso sul corpo il fango che avrebbe poteri medici per le malattie della pelle e delle articolazioni, si va nel mare dove c’e’ una parte in cui l’attività del sottosuolo fa “bollire” l’acqua e anche qua è calda, l’odore persiste.
Lasciamo l’area del vulcano, e finiamo la nostra permanenza alle spiagge nere, nere per le sabbie ovviamente di origini vulcaniche. Rientriamo a Lipari. Per la cena pensiamo di sfruttare la pace del nostro agriturismo e cosi’ prendiamo gli arancini, la frutta, un misto di capperi, olio e olive, con tutto il sapore mediterraneo ceniamo al tramonto davanti alla nostra stanza.
GIORNO 10: 9 agosto 2010 LIPARI più SALINA
Oggi tocca al giro attorno a Lipari e a Salina, sempre prenotate con il Popolo Giallo.
La prima spiaggia che vediamo sono quelle relative alle spiagge bianche, cioè quelle sottostanti le ex cave di pietra pomice. Tutta la polvere della pomice che negli anni è stata gettata in mare fa sì che il fondo sia bianco e le acque cristalline e trasparente. Dopo il bagno andiamo direttamente a Salina, il canale tra le due isole è abbastanza movimentato. Facciamo un paio di bagni attorno all’isola, si tratta dell’isola più verde dell’arcipelago, perché ci sono le fonti di acqua dolce. Il verde si mescola alle striature delle rocce, date dalla sedimentazione del vulcano, o meglio dei 2 vulcani, infatti si vedono ancora i due coni. Tra le calette ci fermiamo per un bagno a Pollara, dove da vero marketing turistico, è famosa per essere stato il set de “Il Postino” l’ultimo film di Massimo Troisi. Il mare è sempre molto blu, la caratteristica è che dal paesino sul costone della roccia ci sono 163 scalini per raggiungere la spiaggia. Sulla piccolissima spiaggetta, ci sono i turisti vicino ai ripari per barche usati in passato dai pescatori.
L’erosione del vento da questo lato dell’isola è molto visibile, le rocce sono frastagliate. Lo spettacolo della natura è davvero notevole, il mare finisce il quadro. La sosta è a Lingua, un paesino famoso soprattutto per un paio di ristoranti che dicono facciano il pane cunzato migliore delle Eolie e la granita strepitosa. Ci fermiamo al Gambero, ci facciamo un bel pane cunzato a testa… È una fetta di pane condita sopra come una sorta di pizza, pomodorini, basilico e mozzarella per me e pomodori melanzane acciughe x lui. Molto di piu’ di uno spuntino, forse era sufficiente uno a testa. Dopo pranzo e un po’ di relax all’ombra ripartiamo verso Lipari, visitando il lato occidentale. Solcato dal vento, questa parte offre il mare forse piu’ bello e facciamo il bagno in alcuni punti davvero bellissimi, l’acqua e’ sempre piu’ blu, a volte azzurro trasparente anche a diversi metri si vede il fondo. È vero ci sono ancora un po’ di meduse, ma è il loro habitat mica possiamo farci molto. Ultimo bagno e il capitano ci offre una malvasia ghiacciata per concludere la nostra gita.
Alla sera all’agriturismo hanno organizzato una grigliata di pesce e una famiglia pugliese ha preparato la tajedda, uno sformato di patate, riso, cozze, cipolle e pomodorini. La sera scorre via molto piacevolmente, la cena è ottima, il pesce, la caponata…. Tutto ottimo. Facciamo i conti con Marcella e prepariamo i bauli per la partenza.
GIORNO 11: 10 agosto LIPARI – MILAZZO – TAORMINA – NAXOS
Il nostro soggiorno alle isole Eolie termina. Prendiamo il traghetto al mattino dal porto di Marina Lunga e arriviamo a Milazzo a mezzogiorno passato. Cerchiamo di fare un giretto per Milazzo perché apparentemente sembra un posto carino. Infatti lo è ma è tenuto piuttosto male, nella parte alta c’è un vecchio castello normanno, forse interessante da visitare ma è inspiegabilmente chiuso e sembra visitabile solo con la guida (?)… Torniamo di fronte al porto, assaggiamo la nostra prima granita vera con panna e brioche e partiamo verso Taormina.
Sicuramente le temperature sono piuttosto alte, dal un lato la moto è una fortuna dall’altro però non c’e’ tregua è veramente caldo e il sole e’ a picco sulle nostre teste. Arriviamo a Taormina, c’e’ molto gente, e’ famosa e chic, molto frequentata. È arroccata sulla punta del monte. Facciamo il giro per la via principale Corso Umberto I costeggiata di negozi di marca, souvenir, turisti di ogni razza, gite organizzate, gruppi delle crociere…. È una meta obbligata. La passeggiata è piacevole, la via principale sfocia nella piazzetta da cui la vista sulla costa è davvero bella. In lontananza si vede Giardini Naxos. Sotto Taormina c’è la spiaggia e una funicolare collega la parte bassa con quella alta. Il monumento più noto di Taormina è il Teatro greco. Il biglietto costa 8 euro. Nota negativa, oltre al costo dell’ingresso, è che non c’ è materiale informativo cartaceo, nemmeno la mappa “perché esaurita” a disposizione, a pagamento di altri 4 euro, l’audio guida. I greci sapevano sfruttare benissimo la ricchezza del territorio, in questo caso la pendenza naturale della montagna per costruirvi la scalinata e utilizzare lo stupendo panorama come sceneggiatura del teatro. Durante l’estate il teatro viene utilizzato per una serie di manifestazioni, concerti, spettacoli, opere. Infatti purtroppo al centro è allestito il palco, con luci, mixer, effetti, e con le quinte che coprono il panorama naturale. Altro lato negativo che il prezzo del biglietto non cambia, con o senza allestimenti… Forse dovrebbe essere ridotto considerato quanto le sceneggiature deturpino la bellezza del luogo. È pomeriggio tardi, scendiamo verso Giardini Naxos per trovare alloggio per la notte. Ci immaginavamo il paese con un che di lussuoso, chic… Sembra una normale cittadina di mare, paese di turisti con negozi e ristoranti. Il traffico è molto intenso, un senso unico entra nel paese e il lungomare ti fa uscire. Dopo una coda di gas e caldo, troviamo l’albergo alla marina. Hotel Porto Azzurro euro 100 con prima colazione. Ceniamo sul mare, al ristorante Cambusa , pesce per euro 64 in 2.
GIORNO 12: 11 agosto SIRACUSA – ORTIGIA
Passando per Giammore, Aitrezza, saliamo ad Acireale per assaggiare il primo barocco siciliano. Il duomo e la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, a fianco sono imponenti, sia esterni che interni.
Arriviamo a Siracusa – Ortigia a mezzogiorno. Troviamo un bed & breakfast al primo colpo, B&B Apollo in piazza Pancali a Ortigia, euro 70 senza colazione, ma è di fronte alla pasticceria che per 5 euro in 2 al mattino facciamo colazione. Prenotiamo 2 notti. Dopo essersi ripresi, doccia e sonnellino facendo passare ore più calde, andiamo a visitare Ortigia, il nome dell’ isolotto, in cui resta la parte piu’ antica della città ed è collegato a Siracusa solo da 2 ponti. Un insieme di arte, di tempi passati, di culture. Le strade sono strette, con negozietti tipici, qua ogni chiesa è in stile barocco. Tutta questa zona della Sicilia, Siracusa, Ragusa, Noto, Modica è stata definita patrimonio dell’Unesco, proprio per la sua arte. Andiamo a visitare sotto l’albergo della Giudecca un Miqwe, il bagno sacro antico degli ebrei, sembra l’unico o uno dei pochissimi, conservati in italia. Ci sono 3 vasche che venivano usate dalle donne per i riti di purificazioni, dopo le mestruazioni, dopo il parto e prima del matrimonio. L’acqua arriva da un vecchio acquedotto greco ancora oggi in funzione. La visita è molto interessante, grazie anche alla presente nel gruppo di un architetto di Firenze molto preparato che fa un sacco di domande e al tempo stesso racconta un sacco di aneddoti. Al centro dell’isola di Ortigia, c’è una grandissima piazza dove si erge, il bellissimo Duomo. L’esterno è spettacolare, barocco, color ambrato bianco. All’interno si notano i vari strati su cui è stato costruito, ancora è presente il colonnato del tempio greco. Visitiamo la Fonte Aretusa, è una fonte di acqua dolce ad un passo dal mare, all’interno della quale crescono piante di papiro. È quasi l’ora del tramonto prendiamo un aperitivo in un caffè proprio sulla piazza. Ci siamo fatti consigliare dalla cameriera il ristorante e si tratta di un posto un po’ spartano, in un vicoletto, si chiama Da Mariano, il servizio è un po’ teatrale, ma se non si ha fretta, il cibo merita e anche il costo, 40 euro in 2. L’illuminazione della piazza e del Duomo alla sera merita una passeggiata.
GIORNO 13: 12 agosto SIRACUSA -NEAPOLIS
Dedichiamo la mattina alla visita dei siti archeologici a Siracusa città. Il parco si chiama Neapolis ed è famoso per un bellissimo teatro greco e per un anfiteatro romano. Entrata più libretto miniguida per due persone 21 euro. Purtroppo anche in questo caso la non curanza dell’amministrazione locale e il mancato utilizzo dei fondi del biglietto d’ingresso rendono questo sito molto trasandato. L’anfiteatro romano è molto grande, il terzo in Italia dopo il Colosseo e l’arena di Verona. E’ pieno di erbacce, i resti si mischiano alle piante e a fatica si vedono gli anelli dei gradini…. È davvero un peccato, perche’ sarebbe molto piu’ attraente e, se spiegato come si deve, molto piu’ bello di quanto lo sia già. Il teatro greco è più pulito, forse anche perche’ esposto totalmente al sole e scavato direttamente nella roccia. Come a Taormina, anche in questo caso lo sfondo scenografico è il panorama sulla vallata. Si pensi potesse raccogliere 16.000 persone. Oltre ai teatri, nel sito c’e’ il particolare orecchio di Dioniso, una grotta scavata nella roccia che grazie alla sua forma ha l’ effetto di una cassa di risonanza. Quest’area veniva utilizzata in tempi romani e successivi come cava per l’estrazione della pietra.
Ovviamente il sole del mezzogiorno rende la visita caldissima e faticosa. Prima di rientrare, andiamo a visitare la basilica di S. Giovanni e le catacombe sotto di essa. La visita si rivela davvero una sorpresa inaspettata. Il biglietto di ingresso e’ di euro 6 con la guida. Le catacombe che sono qua si distendono per un’area di 10.000 metri. Sono interamente visitabili, tutte aperte. Nella nostra visita ne vediamo una parte, si pensa ci siano almeno 10.000 tombe, sia di famiglia, che loculi, che a terra. Risale al I secolo (300 d.c.), e sono state costruite dai cristiani utilizzando un vecchio acquedotto greco ormai senza acqua a causa dello spostamento del corso del fiume in seguito al un terremoto.
Nel pomeriggio ci rilassiamo in spiaggia. Vicino alla città ci sono alcune zone balneari, la Arenella, Ognina e le Fontane Bianche. Andiamo prima a Fontane Bianche ma le indicazioni , la strada non ci convincono; ci fermiamo a Ognina, e’ rocciosa, il mare è davvero molto azzurro, sono le 2 del pomeriggio e il sole è davvero molto aggressivo, noi non abbiamo l’ombrellone cosi’ ci spostiamo verso Arenella. Qua c’ è un sacco di gente, c’ è sia una spiaggia libera che un lido attrezzato che per 20 euro (!) ti concede ombrellone e 2 lettini. Accettiamo perche’ il caldo ci toglie la ragione e vogliamo rilassarci un po’. Il mare è trasparentissimo, azzurro, sembra una piscina, il fondo è di sabbia chiara. Restiamo fino al tramonto circa. La spiaggia perde la sua folla del pomeriggio e l’atmosfera è davvero piacevole. Alla sera ceniamo alla trattoria la Foglia a Ortigia. Un ristorante un po’ particolare, un misto tra museo e casa della nonna, con tutti i merletti, i mobili del ‘900, i vasi, i bicchieri di un tempo.
GIORNO 14: 13 agosto NOTO – MODICA – RAGUSA
Ci alziamo abbastanza presto, facciamo un passaggio al mercato di Ortigia. Ci sono i banchi del pesce molto ricchi, in alcuni casi anche 5 pesci spada interi in vendita, le vongole veraci ancora sputano l’acqua del mare.
La prima tappa di oggi è Noto. Noto è una città quasi totalmente ricostruita nel 1700 dopo che il terremoto del 1693 l’ha rasa al suolo. Per questo motivo si vede il vero barocco di quei tempi, a differenza di Siracusa che è fatta a strati. Saliamo sul campanile della chiesa di San Carlo per avere una vista sulla città. E’ veramente molto bella, color giallo sole, dato dalla roccia utilizzata. Visitiamo anche il Duomo, la facciata è imponente e si staglia nel cielo azzurro. Questo duomo alla fine degli anni ‘90 è crollato per un cedimento strutturale. È stato totalmente ricostruito e inaugurato nel 2006. All’interno è tutto bianco, non ci sono piu’ i marmi di un tempo. Un pittore sta rifacendo i dipinti della cupola.
Da Noto ci dirigiamo a Modica. La strada che percorriamo è 20 km in mezzo alle masserie, non incontriamo nessuno, soltanto la postina, è caldissimo, il sole picchia, ci sono alcune mucche che non so come facciano a rosolarsi al sole. Finalmente arriviamo a Modica. Entriamo per errore nella parte Modica Alta e non sembra che sia un posto da visitare, fantasma… Cotto dal sole… Poi andiamo nella parte bassa e lì vediamo risbocciare il barocco di questa zona. Modica è famosa per il cioccolato, il cioccolato di Modica arriva direttamente dall’America Latina. Cerchiamo la cioccolateria famosa che fa ancora il cioccolato in maniera artigianali proprio come ai tempi in cui venne importato. “Antica cioccolateria Bonaiuto” . Il laboratorio di pasticceria è qua a Modica, mentre la fabbrica del cioccolato resta fuori verso Ragusa. Il cioccolato è spettacolare, buonissimo, fatto di pasta a mano, non si liquefà, peccato non poterne prendere con noi per il caldo della moto.
Facciamo pausa acqua e pranzo e ripartiamo alla volta di Ragusa. Arriviamo a Ragusa, sembra un presepe arroccato sul monte. Tutto il colore mattone giallo oro, un po’ terra ambra. Ragusa e’ separata in Ragusa superiore e Ragusa Ibla, la parte più antica, medievale fino al terremoto del 1693 e barocca dopo. Troviamo un bed & breakfast a euro 90 all’interno di un palazzo molto bello, la camera è enorme, si chiama “il risveglio ibleo”. Visitiamo Ragusa Ibla, partendo dai bellissimi giardini iblei. Un parco ben tenuto, pulito, ordinato con aiuole , fontane e fiori. All’interno del giardino ci sono 3 chiese, Chiesa di San Vincenzo Ferreri, la Chiesa di San Giacomo e la Chiesa dei Cappuccini, cui 2 in restauro e non visitabili. Dopo questa pausa verde, andiamo in piazza, verso il duomo ovviamente imponente in stile barocco. Le strade sono strette, con scorci di palazzi con particolari interessanti. Arriviamo prima in piazza Pola, sui cui si affaccia la chiesa di San Giuseppe e poi il piazza del duomo dove in cima alla scalinata si staglia verso il cielo. Lungo la piazza un sacco di barettini, negozi e trattorie. In queste terre imperversano i set del telefim il commisario montalbano, e casualmente ceniamo nella trattoria rusticana, usata spesso dal protagonista.
GIORNO 15 : 14 agosto Ragusa
Il nostro programma prevede di proseguire verso Piazza Armerina, purtroppo la dissenteria del viaggiatore ci blocca in città. Fortunamente grazie alla disponibilità del b&b, ci spostiamo nell’hotel barocco che ha una stanza per noi, siamo alle porte del ferragosto e abbiamo rischiato anche di non trovare da dormire. Alla sera in paese c’e’ una bellissima festa folkloristica siciliana, con tema centrale il matrimonio e con tutte le tradizioni connesse. C’e’ anche una sfilata di carretti siciliani, sono degli spettacoli di artigianato, davvero particolareggiati, colorati… Un simpatico siciliano mi fa da guida, raccontandomi usi e costumi, e richiamando la mia attenzione sui diversi particolari di questo artigianato.
GIORNO 16: 15 agosto Agrigento
Ripartiamo per Agrigento. Circa 2 ore e mezzo di strada, passando per la terribile Gela, una città la cui attrazione principale sembra essere il petrolchimico che da’ il benvenuto all’ingresso del paese. Arriviamo ai piedi della città e scorgiamo i templi della valle, che in realtà sono in cima alla collina. Facciamo un giretto per cercare l’albergo, ma non sembriamo molto fortunati, prima al mare, poi verso i templi. Troviamo a euro 90 praticamente alle porte della valle (Hotel Colleverde). Appoggiamo i bauli, andiamo verso il mare, alla ricerca della famosa Scala dei Turchi. Si tratta di una spiaggia, al di sotto di una scogliera bianca candida come la neve, modellata dal vento proprio a forma di scala. Il mare è sempre azzurro, ci sono diverse piscine, il caldo è davvero torrido, ma lo spettacolo è sempre affascinante.
Doccia veloce e ingresso ai templi. E’ quasi ora del tramonto, ed è ancora caldo, penso sia davvero difficile sopportare la visita alla valle in pieno giorno. Consigliatissima la visita serale.
La Valle è considerato il parco archeologico piu’ grande del mondo. Entriamo velocemente dalla parte del tempio della concordia, ma ci spostiamo nella parte piu’ a sud che chiude alle 19 e non resta aperta anche alla notte. Le due parti del parco sono collegate da una lunga strada pedonale. I ruderi del tempio di Giove, dei tempio dei Dioscuri (Castore e Polluce), di Giunone sono quelli meglio tenuti da questo lato. Aspettiamo il tramonto e visitiamo l’altra parte che assume continuamente colori diversi man mano che il sole scende e diventa buio. Il tempio delle Concordia, forse il più famoso è enorme, il suo colonnato è quasi completo, praticamente tutto in piedi, grazie al fatto anche che nel sedicesimo secolo venne trasformato in chiesa cristiana e pertanto recuperato. L’illuminazione è dedicata solo ai templi, la strada pedonale è molto in ombra… il risalto e’ dato a questi meravigliosi ruderi.
GIORNO 17: 16 agosto CASTELLAMARE DEL GOLFO
Ci sposiamo nell’ultima parte del nostro viaggio, tra Trapani e Palermo. Ci dirigiamo verso il mare, troviamo un albergo a Castellamare del Golfo. È passato ferragosto, ma i prezzi sono ancora alti e sicuramente la vicinanza al mare peggiora lo standard. Paghiamo euro 124 all’hotel Al Madagarid in piazza a Castellamare. Andiamo verso la Riserva dello Zingaro, una riserva naturale che si estende da Scopello a San Vito lo Capo. Si può entrare e fare il percorso a piedi, ma il caldo non lo permette e non lo prendiamo nemmeno in considerazione. Andiamo a Scopello, ai faraglioni per fare mare. Un’ insolita realtà, Scopello non ha la spiaggia ma scogli e soprattutto l’ingresso è a pagamento (euro 3) perché è una proprietà privata, si tratta dell’area della vecchia tonnara di Scopello. Sembrerebbe tutto molto intimo, invece in fondo alla discesa troviamo un sacco di persone che come noi si sdraia sulle rocce e sulla discesa per le barche. L’idea comunque non è male, il mare è molto bello e un po’ mosso, cosi’ le onde che si infrangono sul molo rendono la cosa un po’ divertente. È un po’ nuvoloso, il primo giorno da quando siamo partiti, che il sole ci abbandona. E’ un’ area tipica per le immersioni.
Alla sera ceniamo al ristorante Esedra consigliato dall’albergo. Mangiamo ovviamente pesce, io assaggio il cous cous trapanese.
GIORNO 18: 17 agosto San Vito Lo Capo.
Oggi e’ il giorno in cui ci dedichiamo alla tanto consigliata San Vito Lo Capo. Sono 40 km da Castellamare. C’e’ un’ unica strada che porta a San Vito, e per fortuna abbiamo la moto… la fila di macchine è infinita. Arriviamo passando da Macari in cui si vede già che il mare è molto bello, al paese. Immaginavamo che ci fossero persone essendo agosto, vacanza…. Ma la realtà ci lascia a bocca aperta. E’ si’ una spiaggia di sabbia chiara, lunghissima, larga, il mare è davvero azzurro, ma ci sono migliaia e migliaia di persone sia sulla spiaggia che in mare. L’impatto è davvero shoccante, nel nostro immaginario doveva essere una specie di paradiso, le foto viste erano tutte di una spiaggia deserta… Beh!forse a dicembre!!!! Comunque decidiamo di restare e con ombrellone e lettino ci mischiamo ai siciliani di tutti i colori e turisti di ogni parte. Il mare è davvero molto bello, limpido, azzurro, si scende piano piano, avendo cosi’ tutto il tempo di camminare un po’ prima di arrivare nel punto di non tocco. Rientriamo e ceniamo alla Cambusa, un ristorante di pesce sul porto di Castellamare. Questa località non offre grandi cose, ma e’ molto tranquillo, ci sono diversi ristoranti, una bella passeggiata sul porto.
GIORNO 19: 18 agosto PALERMO – MONDELLO
Eccoci alla tappa finale, la città piu’ importante della Sicilia: Palermo. Sono attratta da questa città, ho buone aspettative. Troviamo l’albergo praticamente in centro, Hotel Letizia, euro 68. Facciamo subito un giro per la città, purtroppo il ns giro è sempre nell’ora di pausa pranzo e i negozi sono spesso chiusi. Facciamo un passaggio per il famoso mercato della Vucciria, passiamo per Corso Emanuele, i 4 canti e arriviamo alla cattedrale, dedicata alla Vergine Maria Santissima Assunta. L’impressione non e’ proprio delle migliori, la città è sporchissima, siamo in centro e a terra c’e’ tutta la sporcizia possibile e inimmaginabile, sporcano non raccolgono… Questa penso sia la prima cosa che salta agli occhi e poi si percepisce una certa pericolosità, le volanti della polizia sono spesso in giro, le sirene non mancano.. Decidiamo di passare la fine della giornata al mare a Mondello. Le insegne sono sempre un po’ da interpretare. Arriviamo alla spiaggia in un orario in cui tutti stanno andando via. La spiaggia è sempre di sabbia, lunga ma stavolta molto stretta e con tutte le cabine dì legno come in un vecchio film. L’acqua del mare non si smentisce. Prendiamo un aperitivo e ceniamo al paesino, che in un paio di ore di riempie di persone e bambini urlanti.
Come ultima serata in Sicilia la scelta del ristorante non e’ stata delle piu’ felici, abbiamo aspettato come al solito un sacco di tempo e forse qualche dubbio sulla freschezza del pesce ci e’ venuto.
GIORNO 20 : 19 agosto PALERMO
La seconda parte della visita della città, la rende un po’ più amabile. Visitiamo il palazzo dei Normanni con la strepitosa Cappella Palatina con i suoi strepitosi mosaici. Il palazzo è la sede del parlamento siciliano e visitiamo il palazzo reale con la guida. Usciamo dalla visita e ci buttiamo nel famoso mercato Ballarò. L’espressione piu’ vera del siciliano venditore, tra verdura, pesce e cianfrusaglia, urlanti e gioiosi. Ultime ore al duomo di Monreale, 8 km da Palermo. Uno spettacolo di mosaici e arte medievale, un panorama mozzafiato sulla città di Palermo. Visitiamo anche il chiostro dell’antico convento benedettino.
Rientriamo all’albergo che ci aveva gentilmente tenuto i bagagli, carichiamo la moto e andiamo al porto. Per prendere il traghetto Palermo – Civitavecchia in serata. Abbiamo prenotato all’ultimo momento, e abbiamo trovato solo le poltrone…aiutooo! Veramente toste , abbinate all’aria condizionata è stato una nottata decisamente poco riposante.
GIORNO 21 : 20 agosto PALERMO – CIVITAVECCHIA – BOLOGNA