Atene in due giorni
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Partenza alle 10:40, in perfetto orario, ed atterraggio alle 13:30 (occhio che ad Atene c’è da mandare avanti l’orologio di 1 h!)
Appena usciti dall’aeroporto trovate l’accesso alla stazione del treno e della metro, dovete prendere la linea blu sino alla fermata più vicina al vostro albergo; noi abbiamo prenotato al Philippos Hotel con una super offerta su booking.com, pertanto abbiamo abbandonato la linea blu alla fermata Syntagma ed abbiamo preso la rossa e siamo scesi alla fermata Acropoli. L’hotel è posizionato in una strada perpendicolare alla “passeggiata antica” che passa accanto al Partenone. Lo consiglio vivamente, la stanza è grande, pulita e silenziosa e la posizione poi lo rende davvero impareggiabile, la zona è molto tranquilla anche di notte e ci sono un sacco di negozietti di souvenir di giorno e locali carini di notte. Abbiamo lasciato i bagagli ed alle 16:00 eravamo già pronti ad assaporare la mini avventura.
Ci incamminiamo sulla strada Dionysiou Areopagitou che costeggia l’Acropoli sino al ticket office, ci informano che la struttura chiude alle 17:00, ma decidiamo comunque di incamminarci e di rivisitarla, qualora il tempo non bastasse, l’indomani mattina. Acquistiamo i biglietti conoscendo già il costo: 12€, questo è un biglietto che permette comunque l’accesso a tanti altri monumenti come l’Agorà, il tempio di Zeus, teatro di Dioniso, ed il Ceramico (che noi non faremo in tempo a vedere). La salita è un pò ardua, pertanto se viaggiate d’estate attrezzatevi con abbondante acqua, noi siamo stati piuttosto fortunati col clima e la nostra salita procede spedita. Purtroppo i lavori di ristrutturazione danneggiano un pò l’immagine che mi ero fatta del Partenone tramite i libri di scuola. Ci sono gru e impalcature in ogni angolo del sito e con tristezza mi rendo conto che probabilmente nessuno sta lavorando affinchè gli stessi possano sparire in tempi brevi a causa della pesante crisi economica del Paese. La visita è piuttosto breve, e facciamo quindi in tempo a visitare anche il Museo dell’Acropoli (ingresso 5€), è nuovissimo e davvero molto molto bello. Ci sono tantissimi reperti archeologici e le cariatidi originali sono al suo interno. Ho trovato davvero molto coinvolgente la parte che riguarda queste sculture: sono in fase di restauro ma un video ti permette di visionare in tempo reale quel che i restauratori stanno eseguendo sulle statue. Usciamo che è già buio e quindi girovaghiamo un pò per la città senza una meta precisa, arrivando sino a Syntagma (dove ha sede il parlamento) e passeggiamo nelle vie pedonali tra i negozi delle “grandi marche” della città, un pò triste perché speravo di trovare qualcosa di più tipico e non i classici della globalizzazione mondiale. Facciamo dietro-front in cerca di un ristorante tipico; troviamo, in una strada molto vicina all’albergo il ristorante Smile (che distribuisce gratuitamente cartine della città) e ci fidiamo di una simpatica cameriera che ci parla in un perfetto italiano e ci suggerisce dei piatti tipici per me una Moussaka (uno sformato con patate, melanzane, besciamella e carne macinata a dir poco deliziosa) ed un calamaro arrosto (non ricordo il nome) condito con delle spezie particolari per Fabio, poi chiedo di assaggiare i souvlaki (spiedini di carne alla brace che può essere di pollo, maiale o agnello) anche questi decisamente ottimi ed, infine, come dolce tipico ci porta i loukoumades (λουκουμάδες), dolci fatti con una pastella simile a quella degli struffoli con sopra miele, una spolverata di zucchero a velo ed una di cannella! Ho viaggiato tanto e trovo che la cucina greca sia quella che più si avvicina alla cucina della mia Sardegna, pertanto meravigliosa! A letto presto e pronti per la nuova avventura.
Secondo giorno
Dato che il giretto all’Acropoli non ci aveva permesso di visitare l’intero sito archeologico, decidiamo di utilizzare uno spicchio del biglietto di ingresso comprato il giorno prima per visitare ciò che ci mancava, ossia il teatro di Dioniso e la vecchia strada. Il tutto è circondato da gru e scavi aperti, però, il teatro a me è comunque piaciuto, sarà che mi piace far vagare la fantasia ed immaginarmelo vivo, con gli antichi attori ateniesi sul palco mentre indossano le maschere del loro famoso teatro. Poi ci siamo spostati verso l’arco di Adriano che doveva essere una persona spiritosa dato che ha fatto erigere quel monumento per segnare il confine tra la città vecchia e quella romana, e da un lato (rivolto alla città vecchia) c’è scritto ” questa è Atene, l’antica città di Teseo”, mentre la seconda posta sul lato opposto “Questa è la città di Adriano e non di Teseo”! ed infine il Tempio di Zeus, di cui rimangono solo 15 colonne (la sedicesima è crollata durante una tempesta nel 1852 ed è stata lasciata laddove è caduta, triste ma suggestivo!). Altra lunga passeggiata (preferiamo goderci la città camminando lungo le varie vie e scegliendo sempre percorsi alternativi piuttosto che prendere la metropolitana, sebbene la stessa ad Atene sia davvero efficiente) per andare a visitare l’antica Agorà dove si svolgeva in antichità tutta la vita pubblica, politica e religiosa di Atene; tra i monumenti principali c’è il Tempio di Efesto, il tempio meglio conservato della città, e forse quello che mi ha emozionata tra quelli visitati. Ho trovato molto piacevole anche il museo dell’agorà. Data la vicinanza con il quartiere di altri monumenti decidiamo, nonostante il continuo brontolio della pancia, di proseguire nel tour delle agorà e ci avviciniamo a quella romana; purtroppo devo ammettere che questa zona non mi è affatto piaciuta, nonostante ci siano delle belle colonne ben conservate e una costruzione ancora più antica dell’agorà conservata benissimo: la torre dei venti, che fungeva da meridiana, segnavento, ed orologio ad acqua. La pancia reclama, visti i chilometri macinati, e ci mettiamo in cerca di un altro ristorantino tipico nel quartiere Monastiraki che risulta essere più economico di altri quartieri della città. I ristoratori fanno a gara per accaparrarsi l’attenzione dei passanti e per convincerti che i loro prodotti sono più buoni o più economici di quelli degli altri tantissimi ristoranti della città; ci facciamo convincere da un ragazzo simpatico che parla qualche parola di italiano e vuoi perchè avevamo voglia di provare qualcosa di più giovanile, o vuoi perchè gli altri locali erano all’aperto mentre in quello ci si poteva accomodare all’interno (e quindi al calduccio visto che era una giornata discretamente fredda) optiamo per il ristorante di cui, purtroppo, non ho segnato il nome. Ci gustiamo degli ottimi gyros pita (tipo kebab) e degli spiedini di feta arrosto (l’odore della feta che ci servono però è orribile!). Proseguiamo nel nostro giro della città tra i mille negozietti che si affacciano su stradine strette e trafficate. Ci sono tantissimi negozi di scarpe con prezzi abbordabilissimi, tanti souvenir e tantissimi venditori ambulanti di ciambelle, pannocchie arrosto e altri cibi deliziosi. Ceniamo così al volo e rientriamo in albergo dato che l’indomani, essendo il nostro ultimo giorno ad Atene, vogliamo essere pronti e pimpanti da molto presto.
Terzo giorno
Dato l’orario comodo di partenza (15:30) decidiamo di sfruttare al massimo le ore a nostra disposizione, e dopo un’abbondante colazione nel bar dell’albergo ci mettiamo in marcia per vedere alcune tappe che ci mancano. La nostra prima meta è il Museo Archeologico Nazionale, con la sua bellissima Maschera di Agamennone. Facciamo una bella passeggiata a piedi dall’albergo, per non perdere nemmeno un istante dell’aria di Atene, passando per l’arco di Adriano. Apro una piccola parentesi di questa passeggiata perché voglio narrarvi un aspetto di Atene di cui non ero informata e che mi ha comunque piacevolmente sorpreso. Atene, specialmente nel centro storico della città, ma non solo, è densamente popolata da quelli che a prima vista possono sembrare cani randagi. Nel 2004 l’amministrazione pubblica ha “fatto sparire” per un po’ i cani di Atene, scatenando il panico delle associazioni animaliste convinte in uno sterminio di massa dei randagi, ma in realtà li avevano tolti dalla strada, curati, sterilizzati e rimessi in libertà con tanto di collarino con il loro nome, e sono a tutti gli effetti “cittadini di Atene” e convivono pacificamente con i loro concittadini umani. Uno di questi cittadini pelosi ci ha seguito nella nostra lunga passeggiata dall’albergo sino al museo; se nel vostro vagabondare per le strade di atene doveste incontrare Panos, dategli un bacino sul muso da parte mia! 😉 Mancano poche ore al nostro ultimo saluto a questa magnifica città. Ci concediamo un’ulteriore passeggiata diretti verso la Collina di Filopappo per godere di una vista mozzafiato dell’Acropoli e per gustare una pace che solitamente è difficile trovare in una capitale europea.
Suggerisco questo viaggio a tutti gli amanti della storia, dell’arte, e della buona cucina! 🙂