Around Australia with a campervan, part 2.

In giro per il meraviglioso stato australiano, a bordo del nostro hippie campervan. Questa seconda parte ci vede percorrere le strade che da Sydney portano a Brisbane, attraversando i caratteristici paesini come Byron Bay, o la sfavillante Gold Coast
Scritto da: Evenly
Partenza il: 16/03/2014
Ritorno il: 22/04/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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2nd day in Sydney

Ci svegliamo colte da una pioggerellina sottile… Damn! Ma Sydney non doveva essere una delle città con più sole dell’intera Australia? Il tempo non ci fermerà di certo. Dopo la solita abbondante colazione ricca di biscotti, ci dirigiamo verso la stazione e prendiamo il treno per il centro città, impiegandoci circa una mezzora. Decidiamo di vedere un’altra insenatura della bellissima baia di Port Jackson: il Darling Harbour, una zona ricca di negozi che ospita uno degli acquari più grandi d’Australia, il Maritime National Museum e il Lyric theatre. Anche da qui e’ possibile scorgere la Center point tower, alta 309 m: l’edificio piu’ alto della città. Costruita negli anni ’70-’80 per fini turistici, ospita alla base un centro commerciale mentre alla sua estremità opposta si trovano due piani girevoli che permettono ai turisti di godersi il panorama dell’intera baia. Dopo aver visitato la zona del Darling Harbour ci diamo appuntamento per vedere un amico che vive li’ da qualche mese, nei pressi del City Hall, dove coppie innamorate aspettano di pronunciarsi il loro eterno amore.

Mangiamo (rigorosamente Sushi take away) e gironzoliamo per la città: ammiriamo le meraviglie del Queen Victoria Building, attraversiamo Hyde Park, arrivando fino a King Cross e ammirando la gigantesca insegna della Coca Cola. Facciamo una breve sosta alla Public Library, e ci perdiamo nel suo Botanic Garden, tornando ancora verso l’Opera House e il Circular Quay. Vorremmo prendere il Ferry per andare fino a Mainly, un’altra bella insenatura della baia, ma piove e decidiamo di lasciar perdere. Al Circular Quay troviamo un ristorante italiano che in realtà offre a 30$ un ottimo menu di pesce: non ci mettiamo a mangiare le lasagne, sia chiaro, ma un buon piatto di pesce sì, e ne usciamo soddisfatte.

And now?

Inizialmente era nelle nostre intenzioni passare a Sydney un giorno in piu’, per poter ammirare le Blue Mountains: in merito c’e’ chi ne parla meravigliosamente bene e chi invece assolutamente no, dice siano semplicemente pubblicita’: “vuoi mettere con le nostre dolomiti?!” Commento di italiani. Ma sta piovendo. E dico piovendo e non pioggerellando. Il terzo giorno a Sydney l’avremmo così organizzato: il campeggio va lasciato entro le 10.00, quindi andiamo a vedere il Sydney Fish Market prima e Bondi Beach poi. Come al solito pero’ c’e’ qualcosa che rovina i nostri piani, ma questa volta e’ decisamente colpa nostra: rischiamo di rimanere senza benzina mentre andiamo al Fish Market. Una volta accorte della poca benzina rimasta, chiediamo al nostro satellitare di portarci dal benzinaio. Ma il satellitare fa i capricci (non e’ aggiornato) e ci porta da benzinai chiusi. Continuiamo a girare e mia sorella, che oggi guida, e’ vicino a una crisi di nervi. Dopo tre quarti d’ora di pioggia, traffico e, ricordiamoci che siamo in una metropoli con un van con la guida a destra, riusciamo ad arrivare alla meta e fare rifornimento.. Ah… La sensazione che provo e’ come quando finalmente riesco a trovare un bagno per fare la pipì dopo averla tenuta a lungo! Fuck the fish market, andiamo a Bondi Beach! A Bondi piove e fa freddo e non riusciamo a goderci molto questo famosissimo posto.. Ammiriamo qualche bell’australiano alle prese con la tavola da surf e facciamo giusto due passi per poi riprendere il nostro viaggio verso nord.. La prossima meta? Newcastle; sperando di trovare un po’ di sole. Non Newcastle Upon Tyne. La Newcastle australiana non e’ una grande cittadina, anche se l’impressione e’ che stiano cercando di rilanciarla. Decidiamo di fermarci qui perche’ mia sorella conosce un ragazzo italiano che e’ disposto ad ospitarci. Angelo e i suoi amici italiani sono davvero simpatici ma soprattutto molto gentili e ospitali: uno di loro, napoletano, lavora come chef in un ristorante e decide di mettersi ai fornelli per cucinarci un piatto di pasta: la migliore mangiata da quando sono partita dall’Italia. Ci fanno anche il caffe’ con la moca. Principesse. La giornata termina cosi’, tra un bicchiere di vino, il racconto delle nostre vite e tante risate.

Newcastle & Port Mcquaire

Quando ci svegliamo a casa di Angelo c’è il sole. Finalmente. Dopo aver bevuto un buon caffè i ragazzi ci accompagnano per un tour della città: come già anticipato, la città non offre molto. È però visibile il tentativo di rilanciarla da semplice cittadina portuale ad attrazione turistica. Passeggiando tra le sue vie si nota l’attitudine molto rilassata dei suoi abitanti. Molti sono i frequentatori della spiaggia: troviamo scolaresche con professori che giocano a una sorta di beach volley, pescatori e ovviamente appassionati del surf. Percorriamo l’esplanade e ci incamminiamo lungo Nobby’s beach, dove si trova il Nobby’s lighthouse. Decidiamo di riprendere la marcia, nonostante Angelo e i suoi due amici ci consiglino di restare per vedere il delirio che di lí a poco si sarebbe scatenato: essendo venerdì sera, in molti si sarebbero riversati nei pub e locali della città a bere, trasformando completamente l’aria rilassata della città. Quando arriviamo a Port Mcquarie è il 28 Marzo. Abbiamo urgenza di fare il bucato perché ci restano pochi indumenti da poter utilizzare: ma poi soprattutto, dopo tutta quell’acqua, i vestiti sono umidi e hanno bisogno di una lavata. Scegliamo un campeggio dalla guida che Apollo ci ha fornito e lí ci dirigiamo. Ora chiamiamo sempre per sapere disponibilità e prezzi, se hanno il Wifi e se questo è a pagamento. Apro una parentesi sul Wifi nei campeggi: in alcuni il servizio c’è ma è a pagamento, oppure è gratuito fino a raggiungere il traffico massimo di 500 Mb. Oppure il servizio non c’è o il segnale è talmente debole che non si riesce a connettersi. Facciamo la laundry anche se ci costa $4 più l’utilizzo del dryer che è di altri $4. Il dryer non fa propriamente il suo lavoro e la roba ci rimane un pochino umida, e tanto per cambiare ha ricominciato a piovere. È la nuvola di fantozzi che ci segue?!? Non sono molti i van in sosta a Port Mcquarie. Mangiamo le solite cose e guardiamo una puntata della serie che ormai ci appassiona: heroes.

Byron Bay

La mattina quando ci svegliamo è finalmente una bella giornata. Facciamo due passi e ammiriamo il verde dei prati interrompersi laddove inizia il mare di un blu cobalto. Troviamo tavoli e barbecue dove fermarsi a mangiare uno spuntino. Il tutto condito da un’ottima atmosfera rilassata. La meta del viaggio odierno è Byron Bay, fermandoci a Coffs Harbour per pranzare. Coffs Harbour è un piccolo centro turistico sulla costa, che a parte la sua lunga spiaggia, non offre granché. Decidiamo di percorrere altri 400 Km verso nord, però poi vogliamo rimanere a Byron almeno un paio di notti. Arriviamo al Turist Village nel tardo pomeriggio. Il campeggio brulica di persone. La cucina è presa d’assalto e scopriamo che c’è gente che sta vivendo nel campeggio da mesi, qualcuno forse anni. C’è gente di qualsiasi età e provenienza, anche se credo che la maggior parte fosse inglese. Niente a che vedere rispetto agli altri campeggi, qui c’è davvero un sacco di gente dall’atmosfera molto rilassata. Appena arrivate conosciamo un gruppo di ragazzi/e inglesi con i quali usciamo la sera. Loro vivono lí da un pò e ci possono fare da guide. Ci consigliano di non prendere il van per andare in centro città se poi vogliamo bere anche solo una birra: il modo migliore è prendere il taxi, ci sono moltissimi controlli della polizia. Ma è sabato sera ed è difficile trovare un taxi. La città è in fermento. Attendiamo con loro l’arrivo del taxi-bus. Andiamo a bere qualche birra in un paio di locali: prima al Railway friendly bar e poi al Great Northen Hotel, dove un deejay accompagna musicalmente i nostri lenti movimenti. La musica non è il massimo ma ci divertiamo. L’unico momento di panico è quando mia sorella perde il telefono. O meglio, non è che lo perde, lo lascia in bagno: e quando si accorge e ritorna per prenderlo chiaramente non c’è più. Attimi di panico, arriviamo quasi alle lacrime. Chiedo non troppo fiduciosa al barista se per caso qualcuno gli ha consegnato un iphone bianco e.. attenzione attenzione, mi risponde di sí. Incredibile. Un’onestà insperata. La serata torna a prendere una bella piega anche se mi rendo conto di quanto siano strict: chiedo degli shot da bere e mi dicono che non me li possono fare: nello stato del New South Wales è vietato vendere shot. Ed è anche vietato uscire dal locale (e stare fuori dalla porta) con il bicchiere in mano. Per finire bene la serata, ci mettiamo in coda per aspettare un taxi e assistiamo all’arresto di due ragazzi neanche troppo molesti essere portati via dalla camionetta della polizia tra le urla di chi prende la parte della polizia e chi quella dei due malcapitati un po’ ubriachi.. Devo dire che Byron Bay ci ha accolte nel migliore dei modi. Voi che dite?

Byron Bay parte seconda

Di tutti i posti visitati durante il viaggio, uno dei più suggestivi è stato proprio Byron Bay: una perla nascosta tra la natura australiana. Caratterizzata soprattutto dall’atmosfera rilassata dei suoi abitanti che passeggiano scalzi tra le sue vie, dai musicisti che deliziano i passanti con la propria musica, dai surfisti che si riversano sulle sue spiagge per praticare dello sport. Sembra di essere in un posto di villeggiatura, dove nessuno lavora e tutti sono easy going e forse anche un po’ baked. Se non fosse per il tempo che è instabile, noleggeremmo le biciclette in campeggio. Ma ancora una volta il tempo non ci assiste e decidiamo così di visitare il paese a piedi e munite di un ombrello. Ci viene suggerito di andare a fare visita al faro: Byron Bay lighthouse, attraversando il Cape Byron State Conservation Park che da un lato ci permette di costeggiare l’oceano e ammirare le gesta di coraggiosi surfisti, dall’altro ci permette di immergerci nella fitta flora australiana. Raggiungiamo anche Cape Byron, che è il punto più orientale di tutta l’Australia, se escludiamo le isole. Sono sincera: ho paura di trovarmi davanti qualche brutto animale, quindi percorro il sentiero anche un po’ troppo di fretta. Di animali pericolosi tuttavia non ne vedo, solo tacchini. Brutti tacchini. Dopo la lunga passeggiata decidiamo di fermarci sulla Main Beach ad osservare lo spettacolo del mare e dei suoi surfisti.. qui tutti fanno del surf: bambini, donne, anziani. E tutti attrezzano i propri mezzi di trasporto in modo tale da poter trasportare anche la loro inseparabile tavola.

Ci sediamo ad osservare il sole che si inabissa nel mare e colora magicamente il cielo di arancione, mentre amanti di musica ci appassionano con le note dei loro bonghi.

E come noi centinaia di persone si godono lo stesso istante, guardano lo stesso sole tramontare. Ci sono ancora surfisti che cavalcano le onde dell’oceano. E noi ce ne stiamo lì ad osservare questo spettacolo, in estasi… Che pace.

Terminiamo la giornata con una birretta e un abbondante piatto di fries al Balcony e salutiamo questa suggestiva Byron Bay.

Gold Coast

Non sappiamo quanto fermarci in Gold Coast ma decidiamo che la direzione è quella e che poi vedremo cosa fare, che poi è la parte più bella del viaggio. Decidere al momento. La Gold Coast dista non molti Km da Byron Bay cosicché già in tarda mattinata siamo lí. Non sembra esserci chissà quale vita, al contrario di quanto letto e sentito. Ma poi riflettiamo sul fatto che è lunedì e che il motivo potrebbe essere quello. Parcheggiamo il nostro van e ci dirigiamo verso la spiaggia dove passeggiamo e scattiamo numerose fotografie. La spiaggia è immensa, è lunga Km e Km (più o meno una quarantina..) e anche se sembriamo molto vicine alla famosissima Surfers Paradise, ci rendiamo conto che questa è ancora troppo lontana e dobbiamo riprendere il van per avvicinarci. Arrivare sulla Gold Coast dopo Byron Bay lascia un po’ spiazzati: Byron Bay è così naturale e easy; la Gold Coast è invece all’opposto: così artificiale e sofisticata, con i suoi palazzoni di vetro e cemento a ridosso del mare. Un contrasto così forte a così pochi Km di distanza.. Non credo che gli amanti di Byron Bay possano apprezzare allo stesso modo la Gold Coast, che, seppure bella, sembra offrire uno stile di vita totalmente opposto..

Anche qui troviamo grandi e piccoli surfisti che prendono d’assalto la sua spiaggia, Surfers Paradise. E’ qui che ci fermiamo a prendere un po’ di sole, fino a che questo, sceso dietro i grandi palazzoni, crea una grande e discontinua ombra sulla spiaggia. Una breve passeggiata nelle sue vie e si riparte verso la 3a grande meta: Brisbane.

3rd big stop: Brisbane

Siamo ormai in Queensland, dopo aver attraversato Victoria e New South Wales. Guardiamo la mappa e Brisbane è circa a metà del nostro viaggio: ciò vuol dire che abbiamo già percorso circa 2.000 Km; ma vuol dire che ne mancano ancora circa 2.000 Km alla nostra meta finale. That’s a lot e oggi è già il 31 Marzo. Decidiamo di rimanere a Brisbane almeno due notti e rimanere in forse per la terza. Troviamo come sempre un campeggio molto bello e fornito, con internet che finalmente funziona. Rimane leggermente distante dalla città che comunque si può raggiungere facilmente con il bus. Siccome il biglietto del bus non costa poco (una cosa come $12 andata e ritorno), la mattina seguente il nostro arrivo decidiamo di andare in città a piedi. Camminiamo per circa 1 ora e finalmente raggiungiamo il centro città. Brisbane, a differenza di Melbourne o Sydney, è costruita lontano dal mare, sulle sponde del fiume Brisbane, dal quale prende il suo nome, e la cui popolazione ammonta a circa 2 milioni. La città offre un mix di archittettura vittoriana e palazzi moderni, bougainville e case classiche del Queensland (strutture di legno sopraelevate e munite di veranda per fare circolare l’aria).

Per prima cosa decidiamo di visitare la torre campanaria del City Hall che è gratuita e dalla quale godiamo di una discreta visuale. La guida alla torre è supportata dalla spiegazione di un esperto che parla un inglese a tratti difficilmente comprensibile. Visitiamo i Botanic Gardens e attraversiamo il CBD, dove mangiamo il solito cibo giapponese e ammiriamo stupite uomini d’affari in giacca e cravatta che in pausa pranzo si godono i pochi raggi solari della giornata nei parchi che si alternano abbondanti agli alti palazzi. Attraversiamo uno dei 9 ponti di Brisbane, il Goodwill Bridge, pedonale, per arrivare sulla sponda opposta del fiume: la South Bank, dove troviamo una laguna artificiale con sabbia, acqua limpida e gente che prende il sole.. tutto ciò condito dallo skyline della città come sfondo: un gran bello spettacolo in un giorno di caldo sole. Ci raggiunge Paolo, un amico di mia sorella che vive lì da qualche mese.

Lavora in zona Kangaroo Point ed è lì che ci porta a fare un giro: percorriamo una scalinata appena sopra il Queensland Maritime Museum e dall’alto della roccia osserviamo il fantastico panorama che ci si propone innanzi: uno dei punti panoramici più belli della città. La parete di roccia consente anche l’attività dell’arrampicata. Scendendo da Kangaroo Point è possibile prendere il ferry per raggiungere la sponda opposta del fiume: ci sono ferry a pagamento e poi c’è un ferry gratuito, che è quello che prendiamo noi. Dopo aver ammirato la grande ruota panoramica, torniamo nel CBD dove decidiamo di bere una birra fresca e fare due chiacchiere. Torniamo verso il campeggio, ma questa volta prendiamo il bus: abbiamo camminato fin troppo oggi.

Domani probabilmente andremo a nord, verso la Sunshine Coast e poi sempre più a nord fino ad arrivare a Cairns. Ma questo lo racconterò poi.



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