Around Australia with a campervan, part 2.

2nd day in Sydney
Ci svegliamo colte da una pioggerellina sottile… Damn! Ma Sydney non doveva essere una delle città con più sole dell’intera Australia? Il tempo non ci fermerà di certo. Dopo la solita abbondante colazione ricca di biscotti, ci dirigiamo verso la stazione e prendiamo il treno per il centro città, impiegandoci circa una mezzora. Decidiamo di vedere un’altra insenatura della bellissima baia di Port Jackson: il Darling Harbour, una zona ricca di negozi che ospita uno degli acquari più grandi d’Australia, il Maritime National Museum e il Lyric theatre. Anche da qui e’ possibile scorgere la Center point tower, alta 309 m: l’edificio piu’ alto della città. Costruita negli anni ’70-’80 per fini turistici, ospita alla base un centro commerciale mentre alla sua estremità opposta si trovano due piani girevoli che permettono ai turisti di godersi il panorama dell’intera baia. Dopo aver visitato la zona del Darling Harbour ci diamo appuntamento per vedere un amico che vive li’ da qualche mese, nei pressi del City Hall, dove coppie innamorate aspettano di pronunciarsi il loro eterno amore.
Mangiamo (rigorosamente Sushi take away) e gironzoliamo per la città: ammiriamo le meraviglie del Queen Victoria Building, attraversiamo Hyde Park, arrivando fino a King Cross e ammirando la gigantesca insegna della Coca Cola. Facciamo una breve sosta alla Public Library, e ci perdiamo nel suo Botanic Garden, tornando ancora verso l’Opera House e il Circular Quay. Vorremmo prendere il Ferry per andare fino a Mainly, un’altra bella insenatura della baia, ma piove e decidiamo di lasciar perdere. Al Circular Quay troviamo un ristorante italiano che in realtà offre a 30$ un ottimo menu di pesce: non ci mettiamo a mangiare le lasagne, sia chiaro, ma un buon piatto di pesce sì, e ne usciamo soddisfatte.
And now?
Inizialmente era nelle nostre intenzioni passare a Sydney un giorno in piu’, per poter ammirare le Blue Mountains: in merito c’e’ chi ne parla meravigliosamente bene e chi invece assolutamente no, dice siano semplicemente pubblicita’: “vuoi mettere con le nostre dolomiti?!” Commento di italiani. Ma sta piovendo. E dico piovendo e non pioggerellando. Il terzo giorno a Sydney l’avremmo così organizzato: il campeggio va lasciato entro le 10.00, quindi andiamo a vedere il Sydney Fish Market prima e Bondi Beach poi. Come al solito pero’ c’e’ qualcosa che rovina i nostri piani, ma questa volta e’ decisamente colpa nostra: rischiamo di rimanere senza benzina mentre andiamo al Fish Market. Una volta accorte della poca benzina rimasta, chiediamo al nostro satellitare di portarci dal benzinaio. Ma il satellitare fa i capricci (non e’ aggiornato) e ci porta da benzinai chiusi. Continuiamo a girare e mia sorella, che oggi guida, e’ vicino a una crisi di nervi. Dopo tre quarti d’ora di pioggia, traffico e, ricordiamoci che siamo in una metropoli con un van con la guida a destra, riusciamo ad arrivare alla meta e fare rifornimento.. Ah… La sensazione che provo e’ come quando finalmente riesco a trovare un bagno per fare la pipì dopo averla tenuta a lungo! Fuck the fish market, andiamo a Bondi Beach! A Bondi piove e fa freddo e non riusciamo a goderci molto questo famosissimo posto.. Ammiriamo qualche bell’australiano alle prese con la tavola da surf e facciamo giusto due passi per poi riprendere il nostro viaggio verso nord.. La prossima meta? Newcastle; sperando di trovare un po’ di sole. Non Newcastle Upon Tyne. La Newcastle australiana non e’ una grande cittadina, anche se l’impressione e’ che stiano cercando di rilanciarla. Decidiamo di fermarci qui perche’ mia sorella conosce un ragazzo italiano che e’ disposto ad ospitarci. Angelo e i suoi amici italiani sono davvero simpatici ma soprattutto molto gentili e ospitali: uno di loro, napoletano, lavora come chef in un ristorante e decide di mettersi ai fornelli per cucinarci un piatto di pasta: la migliore mangiata da quando sono partita dall’Italia. Ci fanno anche il caffe’ con la moca. Principesse. La giornata termina cosi’, tra un bicchiere di vino, il racconto delle nostre vite e tante risate.
Newcastle & Port Mcquaire
Quando ci svegliamo a casa di Angelo c’è il sole. Finalmente. Dopo aver bevuto un buon caffè i ragazzi ci accompagnano per un tour della città: come già anticipato, la città non offre molto. È però visibile il tentativo di rilanciarla da semplice cittadina portuale ad attrazione turistica. Passeggiando tra le sue vie si nota l’attitudine molto rilassata dei suoi abitanti. Molti sono i frequentatori della spiaggia: troviamo scolaresche con professori che giocano a una sorta di beach volley, pescatori e ovviamente appassionati del surf. Percorriamo l’esplanade e ci incamminiamo lungo Nobby’s beach, dove si trova il Nobby’s lighthouse. Decidiamo di riprendere la marcia, nonostante Angelo e i suoi due amici ci consiglino di restare per vedere il delirio che di lí a poco si sarebbe scatenato: essendo venerdì sera, in molti si sarebbero riversati nei pub e locali della città a bere, trasformando completamente l’aria rilassata della città. Quando arriviamo a Port Mcquarie è il 28 Marzo. Abbiamo urgenza di fare il bucato perché ci restano pochi indumenti da poter utilizzare: ma poi soprattutto, dopo tutta quell’acqua, i vestiti sono umidi e hanno bisogno di una lavata. Scegliamo un campeggio dalla guida che Apollo ci ha fornito e lí ci dirigiamo. Ora chiamiamo sempre per sapere disponibilità e prezzi, se hanno il Wifi e se questo è a pagamento. Apro una parentesi sul Wifi nei campeggi: in alcuni il servizio c’è ma è a pagamento, oppure è gratuito fino a raggiungere il traffico massimo di 500 Mb. Oppure il servizio non c’è o il segnale è talmente debole che non si riesce a connettersi. Facciamo la laundry anche se ci costa $4 più l’utilizzo del dryer che è di altri $4. Il dryer non fa propriamente il suo lavoro e la roba ci rimane un pochino umida, e tanto per cambiare ha ricominciato a piovere. È la nuvola di fantozzi che ci segue?!? Non sono molti i van in sosta a Port Mcquarie. Mangiamo le solite cose e guardiamo una puntata della serie che ormai ci appassiona: heroes.