Amsterdam: museo van gogh e casa di anna frank
Un viaggio ad Amsterdam senza visitare il museo Van Gogh e come un soggiorno a Roma senza Colosseo. Raggiungere il museo è facilissimo, dalla stazione centrale partono i tram 16 e 24 che attraversano la Damrak e piazza Dam e arrivano sino al Museumplein la grande spianata che ospita dal 1885 la zona dei musei che nel corso degli anni si è...
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Un viaggio ad Amsterdam senza visitare il museo Van Gogh e come un soggiorno a Roma senza Colosseo. Raggiungere il museo è facilissimo, dalla stazione centrale partono i tram 16 e 24 che attraversano la Damrak e piazza Dam e arrivano sino al Museumplein la grande spianata che ospita dal 1885 la zona dei musei che nel corso degli anni si è arricchita sino al 1973, anno di costruzione dell’ultimo, dedicato interamente al grande pittore. L’affluenza di pubblico è grande in ogni periodo dell’anno, per questo è consigliata la visita al mattino, anche se il personale delle due casse è molto celere. Il museo è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18 e costa 9 €, l’ingresso è posto in Paulus Potterstraat 7 ed è raggiungibile anche con altri mezzi pubblici come i tram 3 e 12 e con gli autobus 170 e 171. Il museo è di per sé un’opera d’arte, progettato dall’architetto Rietveld è composto da tre piani e da un grosso auditorium, si staglia imponente nella grande spianata verde del Museumplein con grandi e moderne pareti in cemento e grosse vetrate. Il regolamento del museo è molto rigido, è vietato fare foto e occorre depositare borse e giacche ( questo è consigliato per il caldo) nel guardaroba gratuito del primo piano. E’ possibile noleggiare delle autoguide portatili in più di 10 lingue al costo di 4 € che saranno utilissime per calarsi nell’atmosfera e per comprendere al meglio la vita e le opere del pittore. Al pianterreno è esposta la collezione permanete di artisti olandesi e francesi mentre al primo piano si trova l’ala più importante , quella dedicata interamente al genio di Van Gogh. Qui suddivise secondo i periodi artistici troviamo le opere del primo Van Gogh in Olanda come i “ mangiatori di patate” caratterizzati dalla luce e dai colori scuri e cupi. Si passa poi al periodo parigino, quando spinto dal fratello Theo, mercante d’arte, si reca ella capitale francese. Qui assimila i colori e la tecnica neoimpressionista . Subito dopo sono esposti in ordine cronologico le tele del periodo di Arles, i più belli, periodo nel quale il pittore decide di recarsi nel piccolo paese della Francia meridionale dove realizzò i famosi girasoli. Dopo il litigio e la quasi uccisione dell’amico Gauguin, che si era stabilito con lui a Arles, Van Gogh, si stabilisce a Saint Remy presso l’ospedale psichiatrico dove crea altri quadri e riproduzione. L’ultimo periodo esposto tocca il 1890 quando uscito dall’ospedale si stabilisce nel nord della Francia a Auvers sur Oise dove il 27 luglio 1890 si spara e pone fine alla sua travagliata esistenza. Al secondo piano è esposta una serie di stampe, bozzetti, xilografie e numerose opere di Van Gogh che arricchiscono l’area studio con cataloghi, libri e postazioni internet collegate con gli archivi del museo. Il terzo piano riprende le opere di artisti contemporanei del pittore , molti dei quali hanno collaborato con lui o avuto influenza sul suo stile. Tra queste importanti opere di Claude Monet, Ricasso, Signac, Kees Van Dongen e Toulouse Laautrec. Non meno interessante, anche se meno artistica è l’area acquisti del museo con il suo grandissimo Shop. Qui troverete libri, matite, oggetti regalo, riproduzioni ma soprattutto bellissimi poster a prezzi interessanti. Il secondo museo da visitare una volta arrivati nella capitale è l’Anne Frank Huis, la Casa di Anna Frank in Prinsegracht 267 a un centinaio di metri dalla chiesa Westerkerk e dalla Raadhisstraat. Il museo è aperto dalle 9 alle 19 (costo 6,5 €) mentre nei mesi estivi spesso rimane aperto sino alle ore 21. Nella casa –museo si ripercorre la breve vita della giovanissima Anna che per 25 mesi rimase nascosta insieme alla sua famiglia prima di essere deportata in un campo di concentramento dove morì. L’edificio si compone di due parti, la prima casa che da sul canale è parte della ditta del padre di Anna, mentre grazie ad un passaggio segreto si arriva alla seconda parte sul retro dove dopo opportuni lavori si è dato spazio ad una casa clandestina. Il museo nel 1998 è stato ristrutturato in base alle foto e ai documenti d’epoca. Quotidianamente viene visitato da migliaia di turisti che attraverso le stanze vuote e a supporti informatici possono conoscere la crudeltà del nazismo e dell’antisemitismo. Al piano terreno è stata creata un’area ristoro e una grande libreria con opere dedicate alle tematiche del museo e alla vita di Anna Frank che dal 1947 è rimasta testimonianza storica grazie a suo padre che scampato ai campi di concentramento ha ritrovato il diario di Anna pubblicandolo con il titolo “L’alloggio segreto”. Da allora riprodotto in più di 60 lingue ha dato il via ad una Fondazione che organizza programmi didattici per le scuole, consulenze nel campo delle politiche multiculturali e un osservatorio permanente sugli estremismi politici all’estero e in patria. Amsterdam è la città europea che ha fatto della tolleranza e dell’integrazione il suo punto di forza, per questo una volta visitato il museo è opportuno raggiungere il vicino monumento dei “tre triangoli rosa”, posto tra la piazza della chiesa Westermarkt e il canale Keizersgracht, il monumento a ricordo delle vittime si rifà al simbolo che durante il nazismo era assegnato ai prigionieri omosessuali rinchiusi nei campi di concentramento. Luigi Paonessa Grossale Roberta