A spasso per questa maiuscola America
Da alcuni mesi sto vivendo a Santiago de Chile facendo volontariato ed ho approfittato di un mese di interruzione delle attività per viaggiare verso nord. Tutti gli spostamenti li ho fatti in autobus.
Ho fatto una tappa intermedia a La Serena per approfittare del Valle del Elqui: pare sia scientificamente provato che lì il cielo sia tra i più chiari e limpidi del mondo, di fatto vi sono dislocati molti osservatori astronomici di carattere scientifico e turistico. Ho potuto apprezzare questa informazione visitando proprio uno di questi osservatori turistici, quello del Cerro Mamalluca: al di là del clima spiccatamente “turistico” della visita, che in un certo qual modo attenta alla sacralità dello scenario stellare, il cielo si vedeva incredibile: mai in vita mia avevo visto così bene e chiare e limpide tante costellazioni, solcate molto spesso da stelle cadenti – ho espresso lo stesso desiderio almeno 5 volte!-. L’altra cosa interessante del Valle del Elqui è stata visitare i luoghi di Gabriela Mistral, premio nobel per la letteratura nel 1945: toccante ed interessante. Eppure nulla in confronto a quello che mi aspettava.
Da La Serena ho fatto rotta verso San Pedro de Atacama (2500 m). Come ho avuto modo di testare conversando con gente autoctona, il caro “pueblito” di S. Pedro non esiste più: ormai è un puro invento turistico. Tutta la gente che vive lì si dedica al turismo; le stradine (poche, il paesino è piccolo) sono piene di ristoranti, locali, agenzie, ostelli e quant’altro. C’è una zona meno calpestata ma assolutamente priva di interesse. Diversa gente mi ha confermato che se ne sarebbe andata da tempo a Calama se non avessero rivalutato turisticamente il posto. Le visite classiche sono: Valle de La Luna, Valle de La Muerte, Geyser del Tatio, Salar de Atacama e le terme non mi ricordo come. Le prime due si fanno in un unico tour, in giornata, che comprende anche una visita alle grotte di sale. Costa poco e vale la pena, soprattutto per il tramonto nel Valle de La Luna: uno spettacolo! Le restanti visite il sottoscritto le ha tralasciate perché si apprestava a fare un tour di 3 giorni nel Salar de Uyuni, in Bolivia. Forse avrei dovuto approfittare del Geyser del Tatio, ma non ho nessun rimpianto. Il tour nel Salar de Uyuni costa circa $51000, in pesos chilenos, e comprende tutto: locomozione, 2 notti di alloggio, pasti, ingressi al parco, guida. Non c’è da sborsare un soldo di più. Ho verificato le altre possibilità per entrare in Bolivia (treno e autobus) ma credo che nessuna di esse garantisca di godere pienamente delle bellezze del Salar de Uyuni: a conti fatti vale la pena affidarsi ad una agenzia, malgrado suoni male. Il tour ti scorrazza per il salar visitando geyser (diversi da quelli del Tatio, in Cile, per questo dico che, chissà, me li sono persi), lagune incantevoli di distinti colori ed il salar. La poesia la diranno quelle terre silenziose, nascoste a più di 4000 m di altitudine (il punto più alto, il geyser, è 4870 m…Ciao ciao Monte Bianco!). Arrivo ad Uyuni. “Non me ne sono curato, ma ho visto e son passato”. La cittadina è triste e morta, come corrisponde ad una tappa. Ho preso un autobus per Potosì (circa 6-7 ore di viaggio); arriva alle 2 di notte e si può dormire sull’autobus fino alle 7 di mattina. A parte l’inconveniente che mi sono quasi congelato, ho risparmiato una notte di ostello ed ho conosciuto nuovi amici semicongelati anche loro. Il viaggio è piuttosto scomodo causa la strada accidentata e la gente che riempie tutto (tutto!) l’autobus trasportando qualsiasi tipo di cosa. E’ stata la prima avventura dopo che mi hanno coccolato come un bel turista a San Pedro.
Potosì (4090 m). L’altitudine non mi ha fatto nulla…La cucina mi ha ucciso. Cercate di stare bene attenti ma mettete in conto una sana dissenteria. Io mi sono beccato un simpatico ospite intestinale duramente sconfitto con antibiotici, eppure non ho mai mangiato per strada! Se soffrirete qualcosa di simile rientrerete nelle statistiche, nessun dramma ordunque. Cose interessanti da vedere: la Casa de la Moneda e la mina, nella famosa “montagna d’argento”, dove i minatori lavorano tuttora in condizioni disastrose. Si chiama “turismo tragico” o qualcosa di simile, mi han detto; però, se non altro, colpisce davvero la coscienza. Welcome to the real life.
Da Potosì il mio ospite ed io, ed un nuovo compagno di viaggio, abbiam fatto rotta verso Sucre, capitale costituzionale della Bolivia. Premetto 4 cosette. Anzitutto son partito solo ma avrò viaggiato per mio conto si e no 3 giorni: si incontra un sacco di gente che fa questo percorso, tutti “trotamundos”, cioè ragazzi con lo zaino in spalla che viaggiano con i soldi contati; in particolare argentini, brasiliani, cileni e poi gli europei; questa informazione va a chi, come ho fatto io, si appresta ad andare solo. La Bolivia è più che economica, per chiunque! E’ impossibile spendere tanto. Io ho viaggiato tra ostelli e bed & breakfast e gli alloggi si trovano anche tra i 10 e 25 bolivianos (circa tra i 1.5 e 3 euro!) con un buon letto, bagno condiviso e doccia calda (più o meno in alcuni posti). Prima di partire mi hanno decantato l’ospitalità boliviana: più che falso! Ho parlato con un sacco di gente del posto: non che siano maleducati –tutt’altro!- la realtà è che, per formazione culturale, sono chiusi e non parlano tanto; di conseguenza non possono essere tanto accoglienti come i cileni ed i peruani, molto più espansivi ed espressivi. E’ stata un’ opinione piuttosto condivisa tra le persone che ho conosciuto viaggiando. Infine, in tutte le città tra Bolivia e Perù ho incontrato il Carnevale! Una follia collettiva…Però che divertimento! Se qualcuno passa per di là a febbraio avrà modo di fare battaglie d’acqua e schiuma con tutta la gente del mondo.
Sucre è davvero bella ed è un incanto passeggiare per la città. Per carità non andate al parco archelogico dei dinosauri: si tratta di un ladrocinio autorizzato! La bellezza di 30 bolivianos per vedere una muraglia (da lontano), con una spiegazione minima, di certo di alto valore scientifico (non me ne vogliano i paleontologi) ma ugualmente visibile dall’entrata, sborsando solo 10 bolivianos per la locomozione. Uomo avvisato… Da Sucre a La Paz (più di 3000 m). La capitale offre scorci molto belli eppure a me proprio non mi è piaciuta! Avevo la testa al Titicaca, chissà, o ero arrabbiato per la cucina. Se passeggiate dal centro fino alla Iglesia de San Francisco, sulla destra c’è Calle Santa Cruz, salendo troverete un grande mercato dove si fanno buoni affari e potrete inorridire o entusiasmarvi di alcune usanze locali (oggettivamente macabre) nel campo dell’ingegneria delle costruzioni. Successivamente sono scappato a Copacabana (3 h di viaggio), sul lago Titicaca. La cittadina è turistica, cioè il 90% degli autoctoni si dedica al turismo: di nuovo mi son sentito coccolato, seppure in una maniera più “silenziosa” rispetto al Cile. Il Titicaca (fino a 3500-3800 m) è meraviglioso. Salite fino alla cima della montagna al lato di Copacabana per godere di una vista eccezionale e fatevi in giretto con un cayac o una barchetta a remi o qualsiasi altra cosa che galleggi per apprezzare della bellezza della pace e della serenità del lago. Andate alla Isla del Sol e fermatevi, almeno una notte se siete buoni camminatori. Nella parte nord dell’isola ci sono delle tracce incaiche (roccia del puma o roccia sacra o roccia Titikala e altare del sacrificio) e preincaiche (il tempio “Chincana” della cultura Tiwanaku di lingua aymara); nella parte sud c’è il paesino più grande; tra il nord ed il sud ci sono solo meraviglie. Si può (si deve!) passeggiare per il cammino di montagna da cui si apprezza il lago nelle 2 sponde (circa 2 h e ½ di cammino sali e scendi) o per il cammino che passa per le comunità di agricoltori. Fateli entrambi tra andata e ritorno. Tutta l’isola è coltivata in terrazze (andenes) ed è uno spettacolo. Lì sono stato bene accolto, ma è facile incontrare gente che non parla un’acca di spagnolo: solo ayamara. In ogni caso la gente del posto ben si presta alle chiacchiere. Ci si può accampare ma dipende dal periodo dell’anno: informatevi. Le barche che salpano da Copacabana ti portano al nord o al sud dell’isola.
Da Copacabana sono entrato in Perù, a Puno. Fiesta de la Virgen de la Candelaria, cioè preparazione generale al Carnevale: un’interminabile fiume ballerino e colorato ha sfilato per la città dalla mattina fino a notte inoltrata; guerre d’acqua e schiuma e “beveraggi” gentilmente offerti da tanta gente che aveva voglia di divertirsi. Ho approfittato per salpare e visitare la Isla Taquile e le isole galleggianti degli Uros. Nel primo caso il clima è stato clemente ed ho potuto godere di una passeggiata bella in un’isola che offriva scenari molto simili alla Isla del Sol; nel secondo caso, di ritono dall’escursione, una pioggia torrenziale non mi ha permesso di scendere a veder le famose isole galleggianti. In realtà molti mi hanno detto che ormai gli Uros non ci vivono, bensì vi si recano solo per vendere prodotti ai turisti; resta tuttavia interessante apprezzare queste isole artificiali, interamente fatte di canna, canna totora per l’esattezza, con cui realizzano anche imbarcazioni tradizionali. Da Puno a Cuzco, finalmente. A Cuzco bisogna dedicarle più di qualche giorno. C’è da vedere la città; le rovine intorno a Cuzco (lo chiamano impropriamente city tour); El Valle Sagrado (cioè la valle sacra) e, naturalmente, Machu Picchu. Il city tour ed il Valle Sagrado richiedono un giorno ciascuno, la durata di Machu Picchu dipende da come ci andate. Ci sono 3 possibilità: il treno che parte da Ollantaytambo fino ad Aguas Calientes, il camino Inca, che è chiuso in febbraio quindi non ne so nulla, ed infine il bus. Ho optato per il treno. Quanto costa? Tanto. A Cuzco sanno cos’è il turismo e lo sfruttano: il consiglio è di cercare, cercare e cercare: si risparmia ed è divertente perché si chiacchiera e si conosce gente. Ho comprato un tour che costa US$100 e comprendeva tutto: city tour, Valle Sagrado, treno fino a Machu Picchu (caro!), entrata a Machu Picchu (che costa un bel po’!), guida e 2 notti in ostello ad Aguas Calientes; i pasti sono esclusi ma ad Aguas Calientes si mangia con poco e bene. Si trovano tour che ti passano anche i pasti ma io ho trovato una signora troppo carina che mi ha sedotto e convinto ed ho fatto il tour con lei: non me ne sono pentito perché è stata geniale! Avevo trovato tour anche a US$95, di meno non esiste. Ah! I prezzi sono per studenti e sono già cari; per gli altri sono ancora peggio. Per esempio per visitare la città, city tour e Valle Sagrado c’è da comprare un biglietto che costa 35 nuevos soles per gli studenti e 70 per gli eretici. Quindi che gli studenti viaggino con la loro tessera universitaria o con la tessera ISIC, che lì costa circa US$12: ti apre le porte a molti sconti, anche per l’entrata a Machu Picchu, che non è poco.
A Cuzco e nella zona circostante vi immergerete nel tema della conquista spagnola, tuttora contrastante e vivo, con il suo carico di conseguenze culturali e sociali: in particolare vedrete le tracce della conquista religiosa degli indio operata dai sacerdoti cattolici, parallela alla conquista militare operata da Francisco Pizarro e i suoi conquistadore; la macchinosa sostituzione della fede e delle credenze indigene attraverso l’architettura, la pittura e la spada e, ancora, resterete sconcertati dall’incredibile sincretismo religioso che lo zelo cattolico, da un lato, e la resistenza di tradizioni incaiche e preinacaiche, dall’altro, hanno generato. C’è tanto da vedere e tanto da capire e da esplorare. Non lasciatevi ingannare dalle guide che parlano solo di facce miracolosamente apparse nelle rocce che dovrebbero auspicare ad un nuovo avvenire per l’impero incaico. Sciocchezze per turisti. Speriamo abbiate la fortuna, come l’ho avuta io, di incontrare una guida seria che sappia indicarvi dati scientifici ed altrettanto affascinanti e misteriosi con cui possiate farvi un’idea. Sono dell’idea che, in ogni caso, una guida è essenziale per vedere qualcosa di più che incantevoli “sassi antichi” Machu Picchu è semplicemente misterioso e ti cattura per intero. Magari leggete Alturas de Machu Picchu di Pablo Neruda quando sarete in viaggio o ascoltate l’omonimo album de Los Jaivas: stimolano le emozioni giuste. Se ce la fate salite a piedi: è 1 h e ½ di salita (puri gradoni) a passo deciso; un’ammazzata ampiamente ripagata dall’alba che sorge davanti ai vostri occhi stanchi durante il cammino, mostrandovi la vallata celata dai vapori del primo mattino. Da Cuzco sono andato a Lima; si va con l’aereo (1 h) o con il bus (17 h almeno). Di Lima ho visto ben poco, passandovi un pomeriggio in attesa dell’aereo di ritorno a Santiago de Chile. L’aeroporto dista una mezz’oretta dalla città; i taxi chiedono troppo, se andate con un comby locale (una specie di furgoncino) costa solo 1 nuevo sol.
Mi accorgo di essere stato arrogante, dicendovi che fare e che non fare più che raccontare il mio viaggio. Eppure per me questo è il senso di tale resoconto: prima di partire anch’io ho consultato il sito ed ho trovato buone informazioni, ma me le sono sudate tra resoconti di gente che trovava interessante scrivere quante volte andava al bagno nel giorno. Qui ho cercato di sintetizzare solo qualche informazione utile.
Se volete avere un assaggio di qualche foto, vi invito su: http://picasaweb.Google.Com/claudiogiovannelli Se volete la poesia o maggiori informazioni o se volete offrirmi un lavoro, sono a vostra disposizione su: claudiogiovannelli@hotmail.Com Già…La poesia! Andate a cercare la vostra lungo il cammino. Vero è che si respira un’energia particolare, basta saper ascoltare.
Buon viaggio e…Suerte!