I moai e l’isola di Pasqua: Fascino e mistero
Noi abbiamo fatto l’incredibile scelta di visitare l’Isola di Pasqua e quindi di cambiare il nostro itinerario durante i nostri 170 giorni di backpack in giro per il Sudamerica. Il risultato? Strabiliante. Tutti gli sforzi soprattutto economici per arrivare all’Isola di Pasqua sono risultati essere ben investiti fin dai primi istanti, un travel planner con itinerario ideale. La sensazione di essere in un luogo unico al mondo si avverte e si respira a Rap Nui, ovunque. I Moai, i grandi busti monolitici che sono sparsi lungo l’intero territorio sono proprio loro che emanano un’aura di misterioso fascino. Per noi è stato un sogno realizzato, quel sogno che si coltiva fin da piccoli, raggiungere la sperduta Isola di Pasqua (magari dopo aver visto il film Rapa Nui). Di sicuro rappresenta uno dei viaggi da fare almeno una volta nella vita.
Ma ora soffermiamoci su cosa c’è veramente da vedere a Rapa Nui. Qui generalmente gli ostelli, gli hotel e i bungalow sono molto cari, l’isola è molto cara in generale. Noi siamo stati “bravi” a risparmiare mangiando magari panini/toast per pranzo quando andavamo in giro per l’isola e cucinando nell’alloggio in cui eravamo.
L’isola è semplicissima da visitare e noi abbiamo noleggiato una moto, sicuramente un trasporto più economico rispetto a una macchina. Dalle zone costiere in cui erano sparsi i Moai passando per il punto forse più fotografato dell’isola: Tongariki con i suoi 15 Moai. Posto impressionante che sprigionava un energia inverosimile. Siamo andati anche a vedere il vulcano Rano Raraku che è molto importante perché questa era la fabbrica dei Moai, cioè dove i Rapa Nui li scolpivano; qui si possono vedere più Moai che in ogni altro posto. Impressionante e fantastico.
C’è stato tempo anche di rilassarsi in spiaggia, bellissima e con i Moai che ci sorvegliavano. Cosa sappiamo veramente dei Moai? Le statue furono costruite tra l’XI e il XVIII secolo, e rappresentano gli antenati degli scultori. I volti grandi e austeri, rivolgono lo sguardo verso l’orizzonte: si pensava che gli occhi delle statue, costruiti in corallo e ossidiana, avessero il potere di emanare il mana, capace di dominare i fenomeni naturali e stimolare la fertilità. La roccia veniva sbozzata con l’aiuto di piccoli scalpelli di basalto detti toki, e la stata veniva calata tramite corde sul fondo della cava per essere rifinita con strumenti ricavati dall’ossidiana. Tutt’ora ci si domanda come avessero trasportato i Moai, pesantissimi, in ogni parte dell’isola, è un mistero, forse è lo stesso che avvolge l’intera isola.
Di Travelplannerfamily.com