Attraversando la panamericana cilena, tra poesia e profumo di vino

Dove andiamo quest’anno?!? Africa, Asia, Sud America? Un piano di viaggio inizia sempre cosi, con la scelta della destinazione di un mondo talmente ampio da scoprire da avere sempre una lista lunghissima dei luoghi dei sogni.
Scritto da: Valerytravels
attraversando la panamericana cilena, tra poesia e profumo di vino
Partenza il: 18/02/2019
Ritorno il: 09/03/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Il 18 Febbraio si parte da Roma Fiumicino con un volo diretto Alitalia di 15 ore, uno dei voli diretti più lunghi che partono dall’Italia. Il volo è piacevole e non si sente quasi per niente il peso di tutte quelle ore seduti, ma questa è la partenza e pur di viaggiare non sarebbe un problema nemmeno stare in piedi!

Qualche turbolenza passando per le Ande ci avvisa che siamo quasi arrivati.

Il 19 Febbraio si arriva all’aeroporto di Santiago del Cile dove ci rilasciano una targhetta di viaggio che servirà per pernottare nelle strutture di tutto il Cile.

Per questo stato del Sud America nel 2019 non era richiesto un visto ma è bene sempre controllare in caso ci siano dei cambiamenti.

Ritiriamo gli zaini e prendiamo un taxi che ci porta a uno dei pochi hotel che abbiamo prenotato da casa, l’Hotel Capital, poco fuori dal centro di Santiago, ottimo ed economico.

Un caffè al bar della hall e usciamo alla scoperta della città.

Per tre giorni gireremo Santiago a piedi, sarebbe inutile prendere la macchina.

A Santiago è una bellissima giornata di caldo.

La prima tappa è al cerro Santa Lucia, una collina da cui si gode la vista di tutta la città. La passeggiata su e giù per la collina impiegherà qualche ora e alla fine della mattinata giungiamo al centro di Santiago, passeggiando per Plaza del Armas, pranziamo con le prime empanadas di questo viaggio. Scopriamo una città nuova, ordinata, pulita, giovanile e altamente attrezzata. L’aspetto delle città, da regione a regione, varierà tanto nel corso dello stato cileno.

Nel pomeriggio decidiamo di assestare il nostro jet lag trascorrendo qualche ora di relax nella piscina dell’hotel, situata nella terrazza all’ultimo piano, mangiando un fetta di anguria fresca e godendo del tramonto sulla città.

La nostra prima cena sud americana è al ristorante Azul Profundo. La sala è ambientata da una vecchia prua di una nave e sirene ovunque, illuminata solo da candele. Luci soffuse, ottimo cibo di pesce fresco, un buon bicchiere di vino cileno e la voglia di scoprire tutto il bello che questo paese può offrire renderanno perfetto l’inizio di questo viaggio.

Seconda giornata a Santiago.

Il sole splende alto, colazione abbondante perché siamo sicuri che ci serviranno tante energie per camminare per tutta la città. Ci dirigiamo presso la prima casa di Pablo Neruda, famoso poeta e attivista cileno. Il Cile conta ben 3 case del poeta, tutte visitabili. La Chascona, così è chiamata la casa di Santiago, è un tripudio di ricordi e colori, di oggetti provenienti da tutto il mondo. Lo scrittore era un grande collezionista e attraversando le stanze noterete souvenir di ogni genere. La casa si può scoprire attraverso un audio guida che vi sarà data all’ingresso ma non si possono scattare fotografie. Finita la visita, la prossima destinazione è “il polmone verde di Santiago” una vera e propria area verde immensa e immersa nel cuore della città. Quest’area permette ai cittadini di godere anche di qualche giornata lontani dal traffico cittadino, immersi nella natura in aree relax. Dopo aver acquistato il biglietto, si può accedere attraverso funivie e cabinovie. Ci sono vari percorsi per la salita e ci si può fermare o continuare a salire. Il polmone verde conta uno zoo (che non consiglio), un’area picnic e relax, tantissimi prati e alberi, un’enorme piscina stile stabilimento balneare e vari chioschi e ristoranti. Man mano che si sale attraverso le funivie si possono notare le differenze della città: da una parte palazzi moderni, piscine e strade asfaltate, dall’altro lato baracche fatiscenti e strade polverose, le due facce del Sud America.

Ci fermiamo a pranzo in uno dei ristoranti su questa collina per poi riscendere a visitare il Barrio Bellavista, un quartiere super colorato, vivace e con numerosi negozi e cocktail bar. Oggi si va a dormire presto perché la nostra sveglia suonerà alle 2.30 del mattino, c’ è un aereo che ci aspetta all’aeroporto di Santiago con destinazione Rapa Nui, la misteriosa Isola di Pasqua, ma questo è un altro racconto.

Dopo 3 giorni ad ammirare le imponenti statue dei Moai, torniamo a Santiago e ritiriamo la macchina a noleggio, prenotata dall’Italia. Inizia cosi il nostro viaggio on the road.

Carichiamo i bagagli in quella che sarà la nostra auto per due settimane e puntiamo il navigatore a Valparaiso.

La città portuale di Valparaiso è l’opposto di Santiago. Caotica, coloratissima e con architettura mai vista, infatti gran parte della città è costruita su basi di container di ogni colore e dimensione. Case, palazzi e ristoranti utilizzano questi materiali ormai in disuso per il commercio e con il riciclo si evita un bell’impatto d’inquinamento sull’ambiente.

Prendiamo una stanza in un b&b di una famiglia francese (La Ville de le mer) dove possiamo parcheggiare la macchina e prendere qualche consiglio per girare al meglio la città.

Valparaiso va assolutamente scoperta a piedi. Il cuore della città si trova ai piani alti in cui ci si accede attraverso degli ascensori risalenti ai primi del ‘900, perfettamente funzionanti e sicuri. Uno di questi, Il Reina Victoria, in pochi minuti ti porta sulla terrazza della città in un quartiere che gode di un’ottima vista sul mare, ricco di locali , mercatini artigianali e artisti da strada. Ceniamo in un ristorantino con cucina locale e musica dal vivo.

La seconda giornata a Valparaiso è dedicata alla visita della seconda casa di Neruda. La Sebastiana ha una vista panoramica da mozzare il fiato, con i raggi del sole che risplendono per tutta la casa attraverso le enormi vetrate.

Dopo pranzo salutiamo la famiglia francese e ripresa la macchina ci spostiamo verso la Valle di Casablanca, una valle con immense distese di vigneti. Qui profumi e colori ti faranno riscoprire l’antico e mai intramontabile lavoro che c’è dietro la produzione del vino. Il Cile è lo stato che produce ed esporta maggiore quantità di vino e ve ne renderete conto!

Decidiamo, tra le tante cantine visitabili, di entrare a “La Casas del Boscue” e non avremmo potuto fare scelta migliore.

Qui potrete provare la miglior esperienza di enoturismo.

C’è un’ampia scelta di tour della cantina, scegliamo la degustazione 4 vini e la visita alle cantine/vigneti. La nostra guida sommelier parla un ottimo italiano ed è un grandissimo esperto di vini, ci accompagna per le cantine spiegandoci il metodo di produzione e le varie tipologie di botti in base al tipo di vino e l’annata. La degustazione è un’esperienza unica che va assolutamente provata. Questo enorme vigneto offre anche un ristorante tipico dove decidiamo di fermarci per pranzo e un wineshop dove abbiamo comprato delle bottiglie di vino per ritrovare questi momenti anche a casa.

Il profumo dell’aperta campagna, l’odore delle botti di legno invecchiate dal vino, un brindisi e la giornata non poteva essere delle migliori.

Salutiamo queste distese di viti e continuiamo a scendere attraverso la panamericana.

L’autostrada è scorrevole, sicura e gli automobilisti cileni sono molto rispettosi del codice stradale poiché le pene sono severissime.

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Isla Negra, una zona costiera, dove le onde risuonano sugli scogli. Scegliamo una camera totalmente immersa nel bosco, una vera e propria casetta di legno rossa, talmente immersa tra gli alberi che non mi stupirei di veder sbucare un orso!

La padrona di casa ci accoglie con un grande sorriso e con la solita cordialità del posto. Ceniamo vicino al mare e la notte riposiamo nel totale silenzio del bosco.

La mattina del 26 febbraio visitiamo la terza ed ultima casa del poeta cileno, a mio parere la migliore! La casa si trova a picco sull’oceano, con il forte vento che la rende davvero poetica e misteriosa. Qui Neruda ha trovato ispirazione per i suoi testi grazie alla vista del cielo e del mare che si fondono tra di loro. La casa è un museo di ritrovamenti marittimi, quello che mi è rimasto più impresso è la scrivania dello scrittore, costruita con una tavola di legno trovata sulla spiaggia, relitto di qualche barca e la sua immensa collezione di conchiglie.

Qui giace il poeta insieme alla sua ultima moglie, con lo sguardo rivolto verso le onde.

Riprendiamo il viaggio on the road con una tappa veloce per il pranzo in autogrill.

Arriviamo a Talca, una cittadina semi distrutta dal terremoto del 2010 in cui purtroppo prevale povertà e quindi delinquenza e ci consigliano di dare un occhio in più alla macchina e alle borse.

Qui ritroviamo gli effetti del terremoto e della perdita del lavoro di tantissime persone.

Quasi tutte le vie sono formate da attività di scommesse, casinò e simili, non vi è quasi nessun’altra attività. I chioschi e i pochi ristoranti sono fatiscenti e poco frequentati, un’altra immagine del Cile che ci fa comprendere i diversi scenari del vivere in questo stato.

Talca è un punto di passaggio per passare la notte e riposare.

Il 27 Febbraio inizia la nostra giornata dedicata all’avventura, alla natura e ad un piccolo trekking presso L’Altos del Lircay, una riserva naturale nella regione del Maule.

Il Cile è ricoperto di riserve naturali, avrete un’ampia scelta in base alla vostra esperienza e sicuramente in base alla voglia di camminare! Non essendo dotati di fuoristrada dobbiamo lasciare la macchina qualche chilometro prima, fuori la riserva e proseguire a piedi.

All’entrata del parco troviamo i Rangers che ci illustrano i percorsi che si possono fare dopo il rilascio di un documento: le riserve cilene sono assolutamente tutelate ed è altamente vietare appiccare incendi, abbandonare rifiuti o deturpare flora e fauna, le multe sono salatissime e alcuni reati prevedono l’arresto immediato.

Scegliamo un percorso semplice fatto di pochi chilometri, non essendo esperti.

Ma in quei pochi chilometri ritroviamo un mondo immerso nella natura, attraversiamo boschi, camminando accanto a fiumi, circondati da flora e fauna di ogni tipo.

Arrivati alla fine del percorso, si trovano delle terrazze panoramiche, vere e proprie “finestre” naturali e sembra di stare all’interno di un quadro.

Felici e impolverati ritorniamo alla nostra utilitaria e ci spostiamo a Los Angeles. (continuiamo a seguire i consigli dalla guida lonely planet)

Da bordo strada le notiamo subito: enormi e scroscianti cascate!!Le cascate del Salto del Laya.

La zona è abbastanza turistica ma è dotata di tanti parcheggi cosi da poter abbandonare l’auto e raggiungere le cascate. Raggiungerle è abbastanza semplice grazie ad un percorso naturalistico. Più ci si avvicina e più ovviamente si viene raggiunti dall’acqua che schizza con forza su di noi.

Cerchiamo una cabanas in zona e non ci facciamo convincere per scegliere una stanza fronte cascata. Queste stanze non hanno bisogno di quasi nessun arredamento, basta aprire le tende e guardare fuori.

Dopo un ultimo sguardo alle cascate, riprendiamo la discesa verso Pucon, nella regione de la Araucania.

Da qui i paesaggi variano. Più scendiamo e più notiamo scenari autunnali, alberi immensi che circondano laghi, fiumi con i giovani che praticano kayak e, davanti a noi, un vulcano con la cima innevata, il vulcano Villarricca.

Anche le temperature sono scese e il caldo di Santiago è solo un ricordo. Il bello del Cile è anche questo, cambiare paesaggi e stagioni in 20 giorni di viaggio.

Scegliamo un hotel fuori città, l’hotel Burdeluz, economico ed accogliente. Visitiamo la cittadina di Pucon, sicuramente la città degli sport all’aria aperta!!

Tutto qui ha costruzioni di legno, gli abitanti girano con enormi pickup di montagna, passeggiando per le vie centrali scopriamo tantissime attività che propongono sport di ogni genere. Per non essere da meno, prenotiamo anche noi per l’indomani, una mattinata di rafting presso l’agenzia Centro rafting Pucon , scopriremo poi che la titolare è una donna di Roma solare e amante del Cile. http://www.kayakpucon.com/

Il pomeriggio lo trascorriamo al lago Villarricca, quasi deserto in quanto la stagione estiva è quasi agli sgoccioli da queste parti. Al crepuscolo il vulcano sembra ancora più grande. L’ultima eruzione risale a pochi anni fa, fuoriesce sempre del fumo dalla cima, essendo un vulcano altamente attivo ma per i più timorosi troverete per le vie della città dei cartelli che segnalano i suoi movimenti e le vie di fuga in caso di allarme rosso.

La zona è famosa per la cucina a base di grigliate e per il salmone appena pescato. Scegliamo la steakhouse “La Maga” con una gigantesca grigliata di carne con porzioni enormi di patate. In Cile troverete sempre patate fresche, infatti questo stato ne è un grande produttore e fuori da quasi tutti i ristoranti noterete numerose cassette di patate pronte per essere pelate e cucinate, il surgelato non sanno nemmeno cosa sia.

Tornati in Hotel posso confermare il ricordo migliore che ho del nostro viaggio cileno: il bagno dentro una tinaja caliente 39° all’esterno, sotto un cielo stellato e limpido che non vedevamo da tempo.

La mattina del primo Marzo a Pucon piove e con questi paesaggi autunnali non si poteva sperare di meglio e anche perché oggi ci aspetta la discesa di rafting lungo il fiume e dopo non faremo più caso all’acqua.

L’agenzia fornisce tutta l’attrezzatura necessaria e con un minibus iniziamo l’avventura in riva al fiume, dove tutti i partecipanti collaborano per scendere in acqua il gommone. La nostra guida esperta di rafting è un ragazzo giovanissimo che ha scelto di seguire il suo sport e farne una professione, ci racconterà poi che ha deciso anche di aprire una scuola per portare con sé anche ragazzi con disabilità motorie perché tutti possano provare l’emozione di stare in balia della corrente del fiume. Sicuramente si finisce zuppi ma felici e con un po’ di dolori alle braccia.

Torniamo in hotel per un bagno caldo dopo tutta l’umidità di oggi.

Pranzo in relax nel paese vicino a Pucon, Villarricca, che dà il nome al lago e al vulcano.

Passeggiamo per tutta la cittadina finendo sempre per ritrovarci sulle rive del lago.

Cena al “Sabor de Mar” al centro di Pucon dove il salmone appena pescato dietro l’angolo e accompagnato da un Sauvignon Blanc ti faranno sentire parte di questo popolo.

La mattina seguente dopo una colazione con calma facciamo un giro per iniziare a comprare qualche souvenir, lasciamo questa pratica sempre alla fine del viaggio e Pucon è piena di mercati e negozi artigianali con manufatti mapuche, i veri nativi del Cile.

Nel pomeriggio ci riattiviamo e prenotiamo un tour con un’altra agenzia del posto. Faremo un salto nella cascata fuori città che ricrea un lago perfettamente circolare dal colore blu elettrico, visitiamo un allevamento di trote del tutto naturale, un percorso naturalistico per scoprire piante e fiori della zona, un antico villaggio Mapuche e all’imbrunire l’ultima tappa le trascorreremo alle terme (Termes de menetùe).

In tutta la regione troverete tantissime sorgenti termali e tutte sono accoglienti e immerse nella totale atmosfera rilassante.

Tornati a Pucon rigenerati, ceniamo da “Y toro”.

Ultima notte lontani da autostrade e città, sotto lo sguardo del vulcano con il cratere fumante.

L’indomani ci ripromettiamo di riprendere da qui un futuro viaggio e di proseguire sempre più a sud per raggiungere la Patagonia cilena perché c’è un altro mondo da scoprire alla fine di Pucon.

Il 3 Marzo inizia la risalita dello stato più lungo e stretto del mondo.

Dopo 5 ore di auto arriviamo a Concepcion, una città industrializzata. Ci dirigiamo alla spiaggia cittadina con vista raffineria, Lenga, una spiaggia scura e affollata da famiglie. Mangiamo qualcosa in un chiosco fronte spiaggia ma la vista e l’aria che respiriamo non è sicuramente come il giorno precedente, ma ci piace notare queste differenze.

Il 4 Marzo viaggiamo verso Loto, una cittadina mineraria, per visitare una miniera di carbone a 50 metri sotto il livello del mare ma che al nostro arrivo purtroppo troviamo chiusa causa guerriglie tra aziende e operai. Cambio di programma, il bello del non organizzato!

Optiamo per Santa Cruz, nella valle del Colchauga, città sulla strada del vino, soleggiata e direi quasi nuova.

Qui le temperature risalgono ed è di nuovo estate.

Lasciamo la macchina in un hotel scelto durante il pranzo in autogrill e visitiamo a piedi le strade del centro che contano tantissime vinoteche.

Visitiamo il museo “De Colchauga” che vanta quattro piani e aree immense dove troverete qualsiasi macchinario di qualsiasi epoca! Il museo è talmente grande che il biglietto dura 24 ore cosi da poterci tornare o trattenersi quanto si vuole.

Cena al ristorante “Envero” dove anche qui l’atmosfera è da vecchia cantina di vini con botti di legno e tronchi d’albero a decorare la sala. Ceniamo vicino a un fuoco acceso, sotto le stelle.

La titolare del nostro hotel è una signora cortese e solare che gestisce la sua attività, quasi praticamente da sola, cura personalmente i giardini attorno, compreso il suo pollaio e quindi la mattina è orgogliosa di proporci le sue uova fresche per colazione.

Dopo colazione decidiamo di trascorrere la mattinata a bordo piscina, gli ultimi due o tre giorni li passiamo sempre in totale relax, consapevoli che a breve si tornerà alla quotidianità frenetica tra stress e lavoro, la vita vera insomma, quella oltre il viaggio. Quindi sole, libro, stuzzichini in piscina e crema solare e trascorriamo la giornata senza orologio.

La sera la padrona dell’hotel ci consiglia un ristorante in zona ,dove la cuoca è stata premiata come uno degli chef migliori dello stato.

Il ristorante “Casa Colchauga” è la casa della cucina cilena, qui è stata la nostra cena migliore.

L’ultimo giorno a Santa Cruz lo dedichiamo alla visita di una meravigliosa cantina “Viu Manent”.

Paesaggi verdi, cavalli, vigneti, l’aria buona e il pranzo ottimo, non potremo chiedere di più.

Nel pomeriggio passeggiamo per Santa Cruz che è in fermento per la preparazione degli stand per la festa del vino annuale che si svolgerà qui tra qualche giorno, noi purtroppo non riusciremo a parteciparvi.

Il giorno dopo salutiamo anche la valle del Colchauga e risaliamo verso Santiago, dove restituiamo la macchina all’autonoleggio vicino all’aeroporto e prendiamo una stanza in un hotel a due passi.

La notte trascorre con i rumori degli aerei sopra le nostre teste, segno che questo viaggio sudamericano è arrivato alla fine, per quest’anno.

Il Cile è uno Stato sottovalutato, non ne eravamo a conoscenza di quanto questo luogo meraviglioso potesse offrire!

E ne abbiamo visitato solo una parte, servono almeno tre viaggi per visitare interamente il Cile, ma ne basta solo uno per lasciarci il cuore.

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