A misura d’uomo e ricchissima di storie da raccontare, è lei la città perfetta dove trascorrere un weekend di inizio autunno
Gli antichi palazzi del suo centro storico, il ricordo dei tragici fatti della Seconda guerra mondiale e dell’Olocausto, la memoria di Giovanni Paolo II: a Cracovia storia e storie si incrociano per regalare una interessante visita a una delle città più belle del Nord Europa. Perfetta da scoprire in un weekend.
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Diario di viaggio a Cracovia
1° giorno: Quartiere Ebraico, Ghetto e Centro Storico
Io e mio marito siamo partiti giovedì mattina con volo Easyjet delle ore 13.55 dal Milano Malpensa e arrivo a Cracovia Balice – aeroporto papa Giovanni Paolo II alle ore 15.50 (volo acquistato con qualche mese di anticipo: spesa complessiva per due persone andata e ritorno € 91,24). Giunti all’aeroporto, appena usciti si trova il punto informazioni turistiche (dove ci hanno dato ottime informazioni, una mappa molto utile della città e il libretto con gli orari dei mezzi. Vi consiglio di prenderlo per avere gli orari dei mezzi per tornare in aeroporto alla fine della vacanza). Qui si può decidere: uscire al piano terra e prendere il bus (costa meno, ma impiega più tempo) oppure, come abbiamo scelto noi, salire al piano primo tramite la scala mobile e seguire le indicazioni per i treni. La fermata dell’aeroporto è il capolinea, quindi non si può sbagliare treno. Il biglietto, che si può fare alla macchinetta che trovate al binario oppure direttamente sul treno, costa 9 zloty (l’equivalente di € 2,10) e in 20 minuti e 5 fermate si è direttamente alla stazione centrale (anche con il bus si arriva alla fermata posta dietro alla stazione centrale). Scesi dal treno si deve attraversare un grande centro commerciale e una volta usciti ci si trova facilmente nel centro storico (seguite le indicazioni ben visibili che portano alla old town).
Noi abbiamo scelto un albergo nel quartiere ebraico di Kazimierz. L’hotel si chiama Kazimierz III e lo abbiamo trovato molto pulito, moderno ed il personale davvero cordiale. Quasi nessuno in città conosce l’italiano, ma sono tutti molto disponibili a farsi capire (anche da me che conosco l’inglese solo in modo molto basilare). Per 2 notti presso questo albergo abbiamo pagato circa 130 euro con la colazione compresa. La scelta dell’albergo è molto soggettiva, ma vi consiglio di valutare bene la zona. A noi è piaciuta la posizione scelta, anche se un pochettino lontana dal centro (circa 15/20 minuti a piedi), ma è una zona tranquilla e ci ha permesso di visitare sia il quartiere ebraico, il ghetto e spostarci con facilità in centro.
Lasciate le valigie in camera ci siamo subito diretti a fare un giro nel quartiere Kazimierz. Vi sono ancora delle stradine (via Skeroka) dove i negozi sono stati recuperati così come erano prima della guerra. Abbiamo fatto un giro tra le piazze e le sinagoghe (senza accedere a nessuna di questa per il poco tempo a nostra disposizione): Sinagoga Remuh con il cimitero; la vecchia sinagoga (Stare Synagoga) e la Synagoga Tempel (questa ancora utilizzata per le funzioni religiose).
Poi ci siamo diretti alla fabbrica di Oskar Schindler (preparatevi ad una bella camminata e studiatevi bene il percorso perché le indicazioni non sono così chiare): anche qui, per motivi di tempo, non siamo entrati, ma aver visto l’ingresso e pensato a tutte le persone che grazie al lavoro in questa fabbrica sono state salvate… è stato per noi importante.
Da qui ci siamo diretti alla piazza “eroi del ghetto” (Plac Bohaterow Getta), dove gli ebrei venivano radunati prima di essere deportati ai campi di concentramento. Ora questo triste momento della storia viene ricordato grazie alla posa nella piazza di tante sedie in metallo. In questa piazza si trova anche la vecchia farmacia, all’epoca gestita dall’unico polacco cristiano autorizzato a vivere nel getto. Anche lui, come Oskar Schindler, nominato “giusto fra le nazioni” come merito per tutti gli ebrei che grazie al suo coraggio è riuscito a salvare.
Dopo una passeggiata lungo la Vistola, tramite un bellissimo ponte ci siamo trovati in Plac Nowy. La piazza in se non è nessun simbolo, è la piazza dove si faceva il mercato e dove ancora oggi in alcuni giorni della settimana si tiene un mercatino delle pulci, ma… al centro si trova un edificio (all’epoca era il mattatoio) dove vengono preparate le “zapiekanki”. Si tratta di una baguette tagliata per il lungo e farcita in moltissimi modi diversi. Noi abbiamo provato quella “standard” con formaggio, funghi e ketchup: al costo meraviglioso di 5 zloty (€ 1,15) a testa ci siamo riempiti davvero lo stomaco… davvero buona, un pochettino piccantina e veramente grande.
A questo punto è giunto il momento di andare in centro: una bella camminata e ci troviamo nella piazza medievale più grande d’Europa. La Rynek Glowny: 200 metri per lato che lasciano senza fiato! Al centro della piazza si trova il palazzo dei tessuti: nei secoli scorsi utilizzato proprio per la vendita da parte dei commercianti, ora si trovano al piano terra i mercatini di souvenir e prodotti tipici, mentre al piano interrato ed al primo piano dei musei (che noi non abbiamo visitato).
Sulla sinistra si trova la torre del municipio, mentre a destra la basilica di Santa Maria: un vero capolavoro sia fuori che dentro (dove si trova la pala d’altare di Veit Stoss del 1489). La particolarità della basilica è che da una delle due torri (diverse tra loro) ad ogni ora si affaccia un trombettiere che suona un melodia che viene di colpo interrotta (a ricordo della sentinella che nel 1241 suonò la tromba per avvisare la popolazione dell’imminente invasione da parte dei Tartari. Il segnale di pericolo ben presto si spezzò a causa di una freccia che trafisse la gola della coraggiosa vedetta grazie alla quale la città riuscì a preparare le difese e a respingere l’attacco dei nemici. Da allora, a ogni ora e in tutti i giorni dell’anno, l’episodio viene ricordato con un suono di tromba interrotto nel mezzo della stessa battuta suonata 4 volte (una per lato)). Se guardate bene la torre più alta, noterete che, alla fine del suono il trombettiere saluta con la mano prima di chiudere la finestra e passare all’altro lato della torre. Noi siamo entrati dall’accesso per i fedeli (logicamente gratuito) che però non permette di arrivare vicino all’altare, anche se la pala è talmente grande che si può vedere bene anche da qui. Per chi volesse invece visitare la basilica più accuratamente e salire magari anche sulla torre c’è l’ingresso per i turisti (http://mariacki.com/en/tourists/)
La piazza è davvero mozzafiato e così ci siamo seduti a bere una birra in uno dei tavolini dei tanti bar che la circondano (22 zloty per due birre da 0,30 ml), ammirando il panorama, la sera che iniziava ad arrivare e le meravigliose carrozze bianche trainate da cavalli… davvero molto romantico.
Prima di rientrare in albergo abbiamo fatto una passeggiata lungo la via Florianska e, attraversata l’omonima porta (l’unica porta medievale rimasta in città), fino al barbacane che è una fortificazione di forma circolare creata a difesa della città. E ora a dormire che domani ci aspetta una giornata impegnativa… fisicamente e mentalmente.
2° giorno: Campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau – Centro storico
Al mattino presto (ore 7.00 ritrovo presso il punto stabilito), con il nostro lunch box fornito gentilmente dall’albergo dato che non avevamo tempo per fare colazione lì, abbiamo la partenza per i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Abbiamo deciso di prenotare già da casa un tour organizzato tramite Civitatis.com. Tra i tanti tour abbiamo scelto questo perché ci dava modo di rientrare in città ad un buon orario per sfruttare anche il pomeriggio per visitare anche molte cose del centro. Noi abbiamo pagato intono ad € 75,00 complessivi e comprendeva: viaggio andata e ritorno, accompagnatrice parlante italiano, ingresso ai campi con la guida locale e parlante italiano, trasferimento tra i due campi e un pranzo (bevande escluse) in un pub del centro città (che noi abbiamo utilizzato il giorno successivo).
Se si volesse effettuare la visita in autonomia si possono prendere il treno (un po’ scomodo perché ferma a circa 1 km dal campo) oppure il bus che pare sia comodo dalla stazione bus (dietro la stazione centrale) ferma davanti al campo… poi credo ci sia una navetta gratuita per il collegamento tra i due campi. È comunque obbligatorio prenotare l’ingresso al museo di Auschwitz e Birkenau (dal sito auschwitz.org), ed io vi consiglio di unirvi al gruppo con la guida in italiano perché effettuare la visita senza la guida non ha senso.
Dalla città ad Auschwitz ci vogliono 1 ora e 30 minuti. Arrivati al museo abbiamo prima passato il controllo della sicurezza (mi raccomando non portare zaini o borse di dimensioni superiori a quelle di un foglio formato A4: sono molto fiscali su questo durante i controlli. In caso potrete comunque lasciare il vostro “bagaglio” al deposito prima di entrare) e poi trovato la nostra guida italiana che ci ha accompagnati durante la visita prima nel campo di Auschwitz e poi Birkenau. Non sto a dirvi quanto sia toccante vedere di persona il punto a cui è arrivata la follia e la cattiveria umana. La guida ci ha raccontato di come gli ebrei venivano ingannati: gli raccontavano che dovevano preparare il loro bagagli in 15 minuti, convinti dai nazisti che li avrebbero portati a lavorare in nuove fabbriche tedesche. Dopo l’estenuante viaggio ammassati in vagoni merci venivano suddivisi tra chi era idoneo al lavoro e chi no. E anche qui l’inganno: venivano fatti spogliare, chiedevano loro di segnare il loro nome sulle valigie e di ricordare dove appendevano i loro vestiti perché dopo la doccia sarebbero usciti per andare a lavorare… invece, come ben sappiamo, non avrebbero più rivisto la luce. Abbiamo visto all’interno del museo montagne di valigie, scarpe, occhiali, beni di uso quotidiano che queste povere anime portavano con se convinti di andare a lavorare in un nuovo posto. Ma la cosa che più mi ha fatto impressione sono le montagne di capelli, che gli venivano tagliati una volta morti nella camere a gas, e che venivano rivenduti e utilizzati, mischiati ad altri filati, per realizzare tessuti, coperte ecc…
È stato atroce vedere, soprattutto a Birkenau, come li facevano vivere (se di vita si può parlare): al mattino avevano pochi minuti per lavarsi e fare i bisogni in bagni comuni (tempo spesso non sufficiente per fare tutto e quindi motivo di punizioni), la “colazione” consisteva in soli liquidi e con in corpo solo questo dovevano lavorare fino a sera quando il pasto consisteva ancora in liquidi ed un pezzo di pane, che sarebbe dovuto bastare fino al mattino dopo, cosa che mai accadeva… o per la troppa fame oppure per la paura che fosse rubato da qualcun altro. E la notte dormivano in baracche fredde, su tavole di legno, magari 3 o 4 persone per piano: quelli al piano terra spesso nel fango, quelli al piano più alto spesso sotto l’acqua delle infiltrazioni e quelli al piano centrale… a dover combattere con i problemi di dissenteria di chi era al piano sopra di loro. Facile capire perché dalle foto appese in uno dei blocchi si deduce che la loro vita dall’arrivo al campo durava solo pochi mesi.
Raccontare tutto quello ciò che ho visto in circa 3 ore e mezzo è impossibile: così tanta cattiveria e così tanta follia sembra quasi impossibile tutta insieme. Eppure ho toccato con mano che è stato! Per la mia esperienza posso dire che questa è una visita che desideravo da tempo fare e che consiglio a tutti. Eviterei di portare bambini: sia per la difficoltà dell’argomento che per l’impegno fisico delle visita. Tenete conto che, soprattutto Birkenau è enorme e tutta la visita si svolge all’aperto. Devastati mentalmente affrontiamo il viaggio di ritorno e ci riportiamo in centro.
Decidiamo di andare a vedere la Dama con l’Ermellino di Leonardo da Vinci. È esposta al Muzeum Narodowe w Krakowie in via 3 Maja 1. Rimane un po’ fuori dal centro. Noi ci siamo andati a piedi, ma all’ufficio del turismo mi hanno detto che avrei potuto prendere anche i mezzi pubblici. L’ingresso lo avevo già acquistato da casa tramite il sito ufficiale del museo al costo di 20 zloty a testa (5 €). La visita è molto veloce: il piccolo dipinto è in una stanza buia dove, logicamente, non si possono fare foto. Per le foto vi è una riproduzione all’esterno della stanza.
Tornati verso il centro siamo passati in Via Franciszkanska dove al numero 3 si trova l’abitazione dalla cui finestra si affacciava papa Giovanni Paolo II quando tornava in patria (riconoscibile dalla sua immagine affissa alla finestra stessa). Di fronte si trova la chiesa di San Francesco d’Assisi: una volta entrati, sulla sinistra si trova il banco dove il papa solea pregare (sempre allo stesso posto dicono). Il banco è riconoscibile da una targa metallica.
Torniamo in albergo per una bella doccia e poi si ritorna in centro: questa sera per cena ci aspettano i famosi pierogi: una sorta di ravioli tipici e che vengono preparati con ripieni diversi. Noi abbiamo scelto quelli classici (russi li chiamano) ripieni di formaggio e patate e conditi con burro e cipolla rossa caramellata… fantastici.
Abbiamo cenato ancora una volta in uno dei locali che circondano la piazza: 2 piatti di pierogi, una porzione di patatine e due birre grandi 89 zloty (poco più di 20 euro in due). Ci sono locali dove di spende ancora meno, ma noi abbiamo deciso di avere questo panorama, anche perché a un costo del genere non ci ricapiterà di sovente.
3° giorno: Cattedrale e castello
Durante l’organizzazione del mio viaggio ho scoperto la possibilità di prenotare da casa l’ingresso al castello di Cracovia (un modello da compilare e inviare via mail) che da diritto al ritiro dei biglietti ad una cassa senza fare la coda. (http://wawel.krakow.pl/pl/op/40/Wiadomosci-wstepne). Noi lo abbiamo fatto perché su tutti i siti avevo letto di code infinite per prendere i biglietti o di gente che era arrivata prestissimo per riuscire ad entrare. Sono sincera: noi siamo arrivati al castello intorno alle ore 9.30 e di coda in cassa non ce n’era così tanta (considerato che era sabato), però… per sicurezza vi consiglio di prenotare i biglietti (aggiunta al prezzo del biglietto sono 16 zloty – 4 euro). La cassa prenotati è nello stesso stabile della cassa normale (dietro al localino dove danno le audio guide). Alla cassa (o nella prenotazione) è possibile scegliere quali visite fare: non esiste un biglietto cumulativo. Quindi se valutate di prendere i biglietti direttamente sul posto cercate di arrivare in biglietteria con le idee già chiare su cosa vedere. Noi avevamo prenotato la visita agli appartamenti reali privati (costo 25 zloty a testa con guida in italiano) e quella alle stanze di rappresentanza (20 zloty a testa) oltre alla visita alla caverna del drago (3 zloty). Vi sono poi altre esposizioni e visite che noi non abbiamo visto. Dopo la visita credo di poter dire che prenoterei di nuovo solo quella agli appartamenti reali privati e alla caverna del drago.
Ma torniamo alla nostra giornata: ritirati i biglietti con un po’ di anticipo valutiamo che abbiamo il tempo per visitare prima la cattedrale (gli ingressi al castello hanno orari definiti e non si può sgarrare, quindi valutate bene i tempi che avete. Tenete conto che la visita complessiva della cattedrale, cripta e campana portano via almeno 1 ora). Prendiamo i biglietti (ad una cassa diversa da quella del castello e situata di fronte all’accesso alla cattedrale) per la visita della cattedrale (dove venivano svolte incoronazioni e funerali dei reali), della cripta dove sono sepolti i reali polacchi e della campana di Sigismondo (12 zloty a testa biglietto cumulativo e in più la possibilità di prendere l’audio guida a 7 zloty). (http://www.katedra-wawelska.pl/en/katedra-wawelska/zaplanuj-wizyte). Prima di entrare facciamo alcune foto alla statua dedicata a papa Giovanni Paolo II situata davanti all’ingresso della cattedrale.
La cattedrale è molto bella e “dorata”. La cripta non mi ha entusiasmata, ma la campana merita veramente il costo del biglietto! Una scaletta in legno molto stretta vi porterà alla cima del campanile da dove si può gustare un meraviglioso panorama e dove si trova questa campana enorme (basti pensare che per suonarla ci vogliono 10 persone, infatti viene suonata pochissime volte all’anno e che il suo suono si sente fino ad una distanza di 11 km). La legenda dice che toccare il batacchio con la mano sinistra porti amore e felicità…. Per sicurezza io le ho dato una bella toccata!
Andiamo a visitare il castello: onestamente nulla di entusiasmante. La guida in italiano è stata carina, ma tolte alcune sale degli appartamenti reali, il resto non mi ha entusiasmata al punto di consigliarlo.
Usciti da qui prendiamo una stretta e lunghissima scala a chiocciola che porta ad una caverna e poi all’esterno alla statua dedicata al drago simbolo della città grazie alla sua leggenda. Essa narra che secoli fa, in città, sotto il comando del re Krak, suo fondatore, arrivò un drago, Smok Wawelski, che si insediò nella grotta ai piedi della collina del Wawel. Il drago mangiava gli animali della città, e inoltre chiedeva in sacrificio sette fanciulli e sette fanciulle. Esso incuteva terrore ed il re, per mettere in sicurezza il suo popolo, decise di dare, a colui che riuscisse a sconfiggere il drago, metà del suo regno e sua figlia in sposa. Purtroppo molti pretendenti e cavalieri, provenienti da tutto il mondo, tentarono quest’impresa, ma senza riuscire ad indebolire il drago, ne tanto meno ad ucciderlo. Un giorno però, un semplice calzolaio, di nome Skuba Dratewka, utilizzò uno stratagemma che si rivelò essere efficacie contro il drago. Egli riempì infatti una grossa pecora di zolfo, e la offrì alla bestia, che dopo averla ingoiata iniziò a sentire un forte bruciore, e non ebbe altra scelta di bere l’acqua del fiume Vistola. Il fiume arrivò fino a prosciugarsi, ed la pancia del drago scoppiò. Finalmente gli abitanti della città erano liberi, ed il calzolaio ottenne metà dell’impero e la figlia del re in sposa.
La statua del drago, in metallo, collocata lungo una bella passeggiata che costeggia la Vistola, dovrebbe sputare fuoco… io non sono riuscita a vedere questo evento: probabilmente non sono stata abbastanza paziente e dopo una decina di minuti e qualche foto abbiamo deciso di tornare in centro città.
Dopo pranzo facciamo ancora un giretto per il centro e ci portiamo in Via Jagiellonska dove si trova il Collegium Maius dove hanno studiato, tra gli altri, Copernico e Papa Giovanni Paolo II. All’interno è ancora possibile visitare il mappamondo d’oro, ma noi ci fermiamo nel cortile (accesso gratuito) dove, ad orari prestabiliti (alle 9,alle 13,alle 15 e alle 17) inizia la musichetta e parte la sfilata di 7 statue rappresentanti il rettore e altre figure di rilievo per la città. Davvero carino.
Stremati fisicamente, ma contenti di aver visto le cose più importanti della città ci dirigiamo verso l’albergo e da qui, sempre con il treno dalla stazione centrale, verso il nostro volo per il rientro a casa (sempre Easyjet con partenza alle 21.25). Cracovia è una città che davvero non ti aspetti: pulita, sicura, ricca di cose da fare e vedere. Le persone sono tutte molto gentili, anche se molto serie al punto a volte di sembrare scontrose. È una città che consiglio di visitare.