A caccia di fari in Bretagna di viaggio in camper con bimbi

A caccia di fari in Bretagna (viaggio in camper con bimbi al seguito)
Scritto da: honey-sunny
a caccia di fari in bretagna di viaggio in camper con bimbi
Partenza il: 26/12/2010
Ritorno il: 07/01/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Viaggio a misura di bimbo (e non solo)

Mezzo : Adria A 690 DK equipaggio : Pier Paolo (42 anni) Annalisa (36 anni) Matteo (10 anni) Martina (8 anni) Honey (labrador giallo di 3 anni) Sunny (labrador nero di 2 anni)

Mezzo: : Adria 590 coral equipaggio : Marco (41 anni) Marina (41 anni) Francesca (11 anni) Noemi (9 anni) Maya (border collie di 3 anni)

Km. Totali : 3.595 durata viaggio : 13 giorni (dal 26.12.2010 al 07.01.2011)

Note tecniche:

Premessa: questo mio itinerario servirà sicuramente a chi, come noi, è appassionato di fari. Ho pensato di scriverlo facendo un elenco dettagliato con tutte le coordinate che mi dava in nostro tom tom, in quanto ho lavorato per circa due mesi cercando in ogni dove quali fari ci sono in Bretagna e dove sono localizzati … avessi trovato questo elenco on line … avrei evitato di faticare tanto … Non ci sono indicazioni giorno per giorno e pareri personali, ho voluto dare solo un’idea di massima. Mi sono proprio solo concentrata nel comunicare informazioni sui fari. Tutti i miei itinerari hanno scritto il nome dello stato che visitiamo e poi “a misura di bimbo (e non solo)”. Anche questa volta ho voluto metterlo ma non ci sono informazioni per bimbi e cani ai quali il “non solo” è riferito. Credo che on-line ci siano un’infinità di itinerari nei quali ci sono informazioni di ogni genere su spiagge, paesi da visitare, siti storici ed archeologici, aree sosta ecc.ecc. . Non ho voluto di proposito parlarne anche perché altrimenti mi dilungavo troppo ed io sono sempre molto prolissa … itinerario in breve: partenza dalla provincia di Vercelli, tunnel del Monte Bianco, attraversamento di tutta la Francia. Prima tappa a Mont Saint Michel. Abbiamo poi percorso tutta la costa e finito il viaggio a Carnac. Abbiamo deciso di vedere bene e dettagliatamente questo tratto di Bretagna, nel prossimo viaggio partiremo da dove ci siamo fermati ed arriveremo fino alle dune di Pyla. E’ impensabile riuscire a vedere tutto in due settimane. Bisogna considerare che, facendo la costa, ci sono tantissimi paesini da attraversare e quindi si rallenta in modo impressionate il ritmo di marcia. Per il rientro abbiamo di nuovo attraversato la Francia e ripercorso il tunnel del Bianco. spese: € 49 tunnel a tratta, € 100 di autostrade a tratta, € 540 di gasolio in tutto il viaggio. strade: abbiamo percorso la costa, come ho già scritto, si attraversano tantissimi paesini che fanno allungare i tempi di percorrenza. paesaggi: molto belli con scogliere, spiagge infinite, coltivazioni varie e soprattutto tantissime casette tutte costruite con lo stesso stile ed i tetti in ardesia nera. cani: passaporto aree sosta e campeggi: ce ne sono un’infinità. Quasi ogni paesino offre la possibilità di sosta ma in posti un po’ scomodi perché lontani dal centro. Nei paesini e nei pressi delle spiagge ci sono divieti e sbarre ovunque. Noi non abbiamo avuto problemi perché, essendo inverno, sono tolleranti quindi abbiamo dormito in posti che d’estate sono inavvicinabili. acqua: ci sono tantissime colonnine carico e scarico ben segnalate lungo ogni strada e nei distributori oltre che nelle aree sosta. Con 2 euro si caricano fino a 100 litri d’acqua (considerare che d’inverno sono quasi tutte chiuse, abbiamo faticato a fare rifornimento). temperature: il cielo è sempre stato coperto. Ogni tanto si intravedeva il sole ma il cielo azzurro non l’abbiamo mai visto. Ha piovuto solo l’ultimo giorno quando siamo partiti per rientrare. C’era un po’ di vento ma non faceva freddo. Di notte la stufa la tenevamo al minimo e si accendeva pochissime volte. maree: le grandi maree ci sono in primavera ed estate. D’inverno il mare si ritira e si muove pochissimo. Tutte le barche erano piegate sul fianco all’asciutto. Le classiche foto che si vedono ovunque con i fari completamente circondati da onde enormi si possono scattare in inverno perché questo è il periodo in cui si verificano le tempeste. Per farsi un’idea bisogna guardare il filmato su you-tube (http://www.youtube.com/watch?v=m2LeNBY_5gk). siti internet utili: www.jean-guichard.com (foto fari) http://www.leuchtturmseiten.de/home.htm?4000 (elenco fari, considerare che le coordinate sono sbagliate) http://www.youtube.com/watch?v=m2LeNBY_5gk (filmato fari nella tempesta) http://www.youtube.com/watch?v=SyUcKCP7Vvw&feature=related (filmato fari nella tempesta) http://www.ilmondodeifari.com (varie) http://www.bretagna.com/ (varie) (varie) http://www.france-voyage.com/it/ (varie) www.campereavventure.it/aree/aree-35.htm (aree sosta nel dipartimento n°35 Ille et Vilaine) www.campereavventure.it/aree/aree-22.htm (aree sosta nel dipartimento n°22 Cotes d’amor) www.campereavventure.it/aree/aree-29.htm (aree sosta nel dipartimento n°29 Finistere) www.campereavventure.it/aree/aree-56.htm (aree sosta nel dipartimento n°56 Morbihan) www.campereavventure.it/aree/aree-44.htm (aree sosta nel dipartimento n°44 Loire atlantique) www.campereavventure.it/aree/aree-85.htm (aree sosta nel dipartimento n°85 Vendeé) www.campereavventure.it/aree/aree-17.htm (aree sosta nel dipartimento n°17 Charente maritime) www.campereavventure.it/aree/aree-33.htm (aree sosta nel dipartimento n°33 Gironde)

MONT SAINT MICHEL (N 48°37.782 W 1°30.446) Si può pernottare nell’ultimo parcheggio verso il monte, a destra della strada. Costo 10 €. No carico e scarico.) Una delle meraviglie del mondo occidentale, Mont St. Michel, è un isola-santuario che si erge come una grande torre nel cuore di una immensa baia, invasa dalle più alte maree in Europa che ne disegnano e modificano il paesaggio in una danza senza posa di acqua e fango. L’UNESCO ha classificato il Mont Saint-Michel come patrimonio mondiale dell’umanità nel 1979 e questa mecca del turismo internazionale riceve ogni anno oltre tre milioni e mezzo di visitatori. E’ così magnetico il fascino di questa città-isola che non esiste un periodo migliore per visitare questo luogo straordinario. Estate o inverno, autunno o primavera, ogni stagione fornisce un tocco particolare di luce, colori, ombre e atmosfere grigie, rendendo sempre nuova ed interessante la visita a Mt-St-Michel. Dal punto di vista climatico qui si respira un aria di tipo oceanico, umida ma sostanzialmente mite. Le temperature in genere non scendono mai sotto gli zero gradi (media di gennaio di +5,5 gradi centigradi) mentre le medie estive si posizionano tra i 17-18 °C con massime assolute che raramente superano i 25 °C. Le piogge si distribuiscono lungo tutti i 12 mesi, L’arrivo a “Le Mont Saint-Michel” è uno dei momenti più entusiasmanti per chi affronta un viaggio in Normandia: il profilo in lontananza dell’isola è davvero inconfondibile, come del resto il piatto paesaggio della piana tidale (o di marea) che lo circonda e che rafforza quella sensazione di verticalità che lo stile gotico imprime a tutta la struttura architettonica di Mont-St-Michel. Sono proprio le maree a fornire il fascino paesaggistico così peculiare di questa isola. Qui le escursioni giornaliere del mare possono raggiungere i 15 metri tra i livelli di minimo e massimo assoluto, anche se questo valore non si raggiunge mai con due eventi di marea consecutivi. Le maree si ripetono con alternanze di circa 6 ore l’una dall’altra e sono determinate dalle rispettive posizioni ed allineamenti tra Terra Luna e il Sole. Quando le maree si verificano con la Luna in fase di plenilunio o novilunio, i valori raggiungono le escursioni più ampie, e allora il territorio intorno a Mont-St-Michel si trasforma in modo più pronunciato. Nel caso delle maree più pronunciate il mare si estende fino a circondare completamente tutta l’isola: rimane unicamente emersa la strada che collega Mont St. Michel alla terraferma, ma parte degli adiacenti parcheggi possono venire sommersi dalle acque. Viceversa durante le basse maree il mare si ritira fino ad arrivare ad oltre 15 km al largo delle coste dell’isola. Negli ultimi anni, però, si è assistito ad un progressivo interramento delle piane di marea dell’isola di Mont-St-Michel tanto è che il fenomeno dell’alta marea che crea l’isola in mezzo al mare è pressoché scomparso. Un progetto in corso vede la realizzazione di una diga idraulica che entro il 2012 dovrebbe riportare Mont St Michel alla primitiva bellezza, eliminando il problema dell’interramento e riportando a scorrere le acque che la circondano durante le alte maree. Quello che sorprende delle maree della baia di Mont St-Michel è comunque la rapidità estrema delle stesse, tanto che è fortemente sconsigliato avventurarsi lungo la piana tidale quando sta per iniziare la fase di risalita della marea, sia per il rischio di essere raggiunti dalla marea ritornante, che per la presenza di fango e sabbie instabili (sabbie mobili) che diventano delle vere trappole, rallentando gli spostamenti ed addirittura bloccando le persone in zone pericolose. In loco troverete gli orari delle maree per organizzare al meglio la vostra visita. Da visitare a Mont-St-Michel. Vi è un solo ingresso ufficiale al monte, con tre successive porte rinforzate, la porta de L’avanzata (16° secolo, la porta del Boulevard con i suoi cannoni e, infine, la porta del re, con il suo ponte levatoio e il suo erpice del 15° secolo. L’ufficio del turismo si trova sulla sinistra all’interno della prima porta (Corps de Garde des Bourgeois. Il momento migliore per andare a visitare il complesso è prima del tramonto in modo che si possa ammirare Mont-St-Michel durante i cambiamenti di luce, soprattuto durante il lunghissimo crepuscolo estivo. Di notte l’Abbazia viene illuminata in modo molto suggestivo.

CANCAL E’ il paradiso delle ostriche, grazioso e con un faro. Grandi sbalzi di alta e bassa marea. Cancale è famosa per essere stata in passato la città dei contrabbandieri e dei pirati per eccellenza, ma anche e soprattutto per essere la patria mondiale delle ostriche. In questo tratto di costa viene ogni giorno raccolto un quarto della produzione mondiale di ostriche.

SAINT MALO C’è parcheggio segnalato con carico e scarico e navetta che porta in centro. Il centro della città si trova su di un’isola collegata alla terraferma da un ponte. E’ circondata da mura. Molto bella e caratteristica. Si può passeggiare sui bastioni e se c’è la bassa marea si scende in spiaggia e si possono raggiungere a piedi le isolette di fronte di Gran Be, Petit Be e quella del Fort National. In Europa è la baia di Saint Malo il teatro delle più grandi maree. La differenza tra l’alta e la bassa marea è di circa 12 metri nei dintorni della città corsara, cosa veramente eccezionale se si pensa che la media mondiale è di circa due metri! Faro (all’ingresso del porto, guardando l’isola si trova sulla sinistra alla fine del molo) Faro Grand Jardin (E’ in mare, non si vede dalla costa) Faro La Balue (si trova nei pressi del quartiere di Saint-Servan) Faro Bas-Sablons (Si trova sulla riva della spiaggia Sablons Inferiore nei pressi di Saint-Servan)

CAP FREHEL (N 48°40.877 W 2°19.051) Parcheggio sterrato dove è possibile pernottare, no carico e scarico, mt.300 prima del faro, sulla destra. Parcheggio anche al Fort La Latte (N 48°39.865 W 2°17.506) ma non si può pernottare. E’ una riserva ornitologica tra le più ricche della Bretagna: la falesia domina il mare da un’altezza di circa 70 metri. La torre del capo costituisce una passeggiata tra le brughiere. Il vecchio faro (o torre Vauban), in granito, fu costruito sotto Luigi XIV nel 1650. Il faro attuale, risalente al 1950, domina il mare da un’altezza di 103 metri. Durante le giornate limpide, è possibile scorgere le Isole del Canale. Simile al cap d’Erquy per i colori che sfoggia, il vicino cap Fréhel non ha nulla da invidiare. Oscillando fra blu e smeraldo, il mare viene a lambire le scogliere a picco, imponenti masse di arenaria rosa che custodiscono un’importante riserva ornitologica. Qui l’uria si trova così bene che la colonia locale registra una crescita regolare, caso piuttosto eccezionale. La Petite e la Grande Fauconnière, degli alti picchi rocciosi, costituiscono i rifugi preferiti per numerose altre specie di uccelli nidificatori. Le impressionanti grotte e le forme insolite di certi blocchi rocciosi aumentano l’aspetto impressionante del sito. Dal capo, si può raggiungere il forte medievale imboccando il sentiero costiero sulla destra. Lo si raggiunge con 1 ora e ½ di cammino. Classificato monumento storico dal 1925, il Fort La Latte ha attraversato i secoli. Edificato nel 14° secolo, domina l’oceano da un’altezza di più di 60 metri. All’inizio del XIX secolo il faro era l’unico esistente tra Cherbourg e Saint Mathieu. Nel 1847 fu eretto un faro più moderno e funzionò per circa un secolo finchè i tedeschi non lo fecero saltare l’11 agosto del 1944. Fu allora che il vecchio faro Vauban fu riutilizzato fino al 1950 quando fu inaugurato il faro attuale: questo alto 30 metri ha una portata di 100 km. Bellissimo panorama con falesie stratificate in senso orizzontale con rocce a picco sul mare a 70 metri d’altezza. (Vieux Bourg STRADA D34 KM 5: La migliore vista su Cap Fréhel.).

SAINT QUAY PORTRIEUX – (Faro Grand Léjon) La baia di Saint-Brieuc si estende su 800 chilometri quadrati tra l’ arcipelago di Bréhat e Capo Freels. Il faro si trova in mare a circa 16,5 chilometri al largo di Saint-Quay-Portrieux, all’estremità meridionale del pianoro di Grand Lejon. Esso mostra l’ingresso alla baia di Saint-Brieuc. Non lo si vede dalla costa.

PLOUEZEC – Baia di Paimpol – (Faro Lost-Pic) Isola Mez de Goëlo (N 48°46.207 W 2°57.067) Visibile dalla Punta di Bilfot. Ci sono vari sentieri da percorrere a piedi sulle falesie.

ISOLA ILE DE BREHAT – (Faro Paon e Faro de la Croix) I Traghetti per l’isola (Les vedettes de Bréhat) partono da L’Arcouest vicino a Paimpol. La traversata diretta dalla terraferma all’isola dura 10 minuti Ha una lunghezza di 3,5 km – Larghezza 1,5 km. Distanza dal Port-Clos: – Al faro del Paon: 3,3 km – Al villaggio: 800 m – Giro dell’isola sud: 3,5 km Dall’isola nord al Port-Clos, prevedere un’ora di cammino. L’isola di Brehat (Ile de Bréhat), conosciuta come isola dei fiori e delle rocce rosa, è vicino al paese di Paimpol in provincia (dipartimento) di Cotes-d’Armor. Brehat merita una gita di un giorno per ammirare sia i panorami spettacolari, sia le svariate attrazioni turistiche: il mulino di Birlot, la cappella di Saint Michel, la spiaggia di Guerzido e tante altre. E’ composta da due isole collegate fra loro da un ponte costruito da Vauban. Dal momento che è vietato l’ingresso alle auto, questo luogo tranquillo e pieno di fiori è una vera e propria oasi di serenità. Il solo mezzo di trasporto autorizzato sono i “trattori taxi”, in numero limitato. Come spesso accade in Bretagna presenta due volti diversi, quasi opposti. In primavera e estate la costa meridionale è un vero dono per gli occhi, con le sue stradine fiorite, i prati, le case basse con i giardini colorati. A nord i rilievi si accentuano e le rocce prendono il posto della vegetazione: è il mare aperto che detta la sua legge.

LEZARDRIEUX (Faro Bodic) (N 48°48.751 W 3°05.427) Si trova nell’entroterra.

PLEUBIAN a nord (Faro Héaux-de-Bréhat) (N 48°51.997 W 3°06.105) Questa lingua di sabbia e ciottoli (Sillon de Talbert) si protende nel mare a nord per due km. Percorribili a piedi e protegge la costa dall’erosione e dalle onde, specialmente durante le maree di primavera. Sulle scogliere di Spade Tréguier sorge il faro Héaux Bréhat che segna l’ingresso occidentale della baia di Saint-Brieuc. E’ a 3 km. Dalla punta del Sillon.

PLOUGRESCANT – Porz Bugalè – Sito Gouffre (N 48°51.926 W 3°13.815) Plougrescant è meglio conosciuto per la cartolina che fece il giro del mondo e rappresenta una piccola casa in pietra costruita tra due enormi blocchi di granito. Circondato da un muro di pietra, fu costruita a pochi metri da un abisso. Questa casetta curiosa era diventata il biglietto da visita di un villaggio lungo delle scogliere aspre. Non troverete nei negozi di souvenir di cartoline quella casa, tutti spariti. Castel Meur è il nome di questa casa stupefacente. E’ stata costruita nel 1861 tra le rocce per proteggerla dai venti che soffiano durante le tempeste, frequenti in questa zona. Questa casa è stata costruita in un momento in cui le licenze di costruzione non esistevano, in cui ciascuno poteva costruire a modo suo e dare libero sfogo alla sua fantasia. Il costruttore che doveva avere un amore smodato per il mare e il coraggio di vivere in un posto così, soprattutto in inverno, ha scavato con le sue mani quasi interamente il terreno vicino alla casa per creare due laghetti. I suoi eredi la occupano solo di tanto in tanto, nella bella stagione. Sarà una seconda casa per molti decenni. Purtroppo è successo che in una bella giornata estiva un autobus di turisti giapponesi ha avuto la cattiva idea di fermarsi qui: i suoi passeggeri sono saliti sul tetto della casa per essere fotografati! Il danno che hanno causato spingerà il proprietario a proteggere la sua proprietà: sarà istituita un’azione legale per far valere la sua “proprietà per l’immagine” e da allora, ogni rappresentazione commerciale di Castel Meur è vietata …

PERROS GUIREC (Faro Triagoz) E’ in mare, non si vede dalla costa.

PLOUMANACH (Faro di Men Ruz e falesie) (N 48°49.902 W 3°29.038) La costa di Granito rosa è un mondo a parte. I tradizionali paesaggi bretoni cedono il passo ad una sinfonia di colori. E’ anche una riserva naturale che offre un’incredibile varietà di piante. Per vedere le rocce è sufficiente percorrere il sentiero dei doganieri che parte dal centro di Ploumanach, a destra dalla spiaggia Trestraou (a poche centinaia di metri dalla spiaggia c’è in isolotto con un castello che però è privato e non visitabile) e passa alle spalle del faro di Men Ruz. Sono 5 km. Andata e ritorno. I “sentieri dei doganieri” sono presenti in quasi tutte le località costiere ed erano percorsi dai doganieri che avevano il compito di scoprire i contrabbandieri: quello di Ploumanach è probabilmente il più bello e il più famoso. Aperto nel 1907 fa il giro completo della Punta di Ploumanach e occorre mezza giornata per percorrerlo interamente.

TREGASTEL Paese noto per la bellezza e la stranezza delle sue rocce. Stazione balneare della Costa di Granito Rosa, che come la sua vicina Ploumanach seduce per la bellezza e la stranezza delle sue rocce: una meraviglia naturale che contribuisce al fascino della Costa Bretone.

BARNENEZ (Faro Ile Noire) (N 48°39.500 W 3°52.400) Lo si vede dalla spiaggia che è raggiungibile con una passeggiata di 10 minuti. Alle sue spalle si vede il faro Ile Louet (vedi sotto). Si trovano entrambe nella stessa baia.

LOCQUENOLE (Faro de la Lande) (N 48°38.122 W 3°53.081)

CARANTEC – Punte Penn al Lann – (Faro Ile Louet) (N 48°40.158 W 3°53.276) Lo si vede dalla spiaggia che è raggiungibile con una passeggiata di 10 minuti.

ROSCOFF (N 48°43.320 W 3°58.695) Paese carino con un faro al porto e la cappella di Santa Barbara su una collinetta alla destra del porto.

ILE DE BATZ Si trova a 20 min. Di barca da Roscoff. Si divide fra l’agricoltura e la pesca, al ritmo delle maree e delle stagioni. Separata da Roscoff da un canale di 2 km, la si può raggiungere velocemente in dieci di minuti. Il giro dell’isola, lungo un piacevole sentiero costiero, è lungo una decina di chilometri. E’ un’isola calma e tranquilla, è un orto generoso in mezzo al mare. Qui, grazie al microclima dell’isola, le verdure si raccolgono con un mese di anticipo. Il paesaggio è molto vario: cavalli che pascolano tranquilli nei campi, falesie e dune arrotondate, brughiere, ginestre e pascoli rasati qua e là cedono il posto a piante esotiche. All’inizio del XX secolo, George Delaselle un parigino eccentrico si mise in testa di creare un palmeto sulla punta est dell’isola. Chiamato un tempo “giardino coloniale” questo scrigno di essenze rare e tropicali porta oggi il nome del suo creatore. E’ situato sopra l’antico villaggio un tempo inghiottito dalla sabbia. In mezzo ai campi si erge un faro alto 43 metri, costruito nel 1836. E’ l’unico faro ad avere un villaggio ai suoi piedi ed è stato completamente automatizzato nel 1995. L’isola di Batz conta 750 abitanti ed lunga 4 chilometri per uno di larghezza. Dista solo 2 chilometri da Roscoff e, quando le maree si ritirano si ha l’impressione di poterla raggiungere a nuoto (se non si tiene conto delle correnti…).

BRIGNOGAN – Punta Beg Pol (Faro Pontusval) (N 48°40.614 W 4°20.780) Luogo incantevole. Spiaggia bianca e mare cristallino. Appena prima, sulla sinistra, ci sono area sosta ed un mini-camping.

PLOUGUERNEAU (Faro Ile Vierge) (N 48°37.890 W 4°32.747) Si vede bene dalla spiaggia. Visite da inizio aprile a fine ottobre. Vierge non è altro che uno scoglio più grande in mezzo ad una barriera di scogli, bassi e disseminati in mare, un pericolo costante anche a causa delle alte maree. Il governo francese acquistò l’isola nel 1840 per costruirvi un faro, una torre quadrata in granito alta 32 metri, con una portata di 14 miglia, inaugurata il 15 Agosto 1845, che si rivelò subito inadatta ad illuminare quel largo tratto di mare. Nel 1882 la autorità decisero di costruire un nuovo faro, senza abbattere il vecchio, ma i lavori iniziarono solo nel 1897 per terminare nel 1902. Il risultato è grandioso : una torre cilindrica in granito scuro di Kersanton, con una base di 13,20 metri e alta 82 metri che diventa il più alto faro d’Europa, superando anche la Lanterna di Genova, che, con i suoi 77 metri, aveva detenuto il primato fino a quel momento ed il più grande del mondo in pietra tagliata. Per salire in cima al faro si devono salire 365 gradini, più altri 35 per raggiungere la lanterna, per un totale di 400 scalini. Una cosa che lascia senza fiato, tutta la parete che circonda la lunga scala a chiocciola, fino al soffitto, è ricoperta da 12.500 piastrelle di opalina azzurra di origine italiana, che dà a tutto l’insieme l’aspetto di un acquario. In realtà pare che questa copertura abbia una funzione pratica : l’opalina è costituita da polvere d’osso e di vetro mescolate insieme e queste piastrelle proteggono le pareti dalla polvere e dall’umidità. All’inizio il faro funzionava a petrolio, ed è stato elettrificato nel 1956. L’energia è fornita da una batteria ad accumulatore alimentata da un impianto eolico ed è illuminato da un bulbo alogeno da 650 Watt che emette un lampo bianco ogni 5 secondi con una portata di 27 miglia. Il corno da nebbia che emette un suono di 3 secondi ogni 3 minuti è stato sistemato nel vecchio faro, dove si trovano anche gli alloggi dei guardiani. Benché si trovi su un’isolotto ad un chilometro e mezzo dalla terraferma, questo faro è considerato a tutti gli effetti “un faro d’alto mare” . PLOUGUERNEAU (Faro Lanvaon) (N 48°36.364 W 4°32.103)

PLOUGUERNEAU (Faro Ile Wrac’h) (N 48°37.110 W 4°34.097) Si trova su di un’isoletta raggiungibile a piedi con la bassa marea.

PORSPORDER (Faro du Four) (N 48°30.993 W 4°46.213) Il faro Le Four, il più colpito dalle onde, è la replica di una torre medievale costruita nel 1874 che si trasforma in un sottomarino ogni volta che il vento soffia forte. A Presqu’île de St. Laurent. Lo si vede bene dalla terraferma dopo una passeggiata di 10 minuti in una penisoletta (considerate che è vietato l’accesso in caso di tempesta in quanto le onde la ricoprono quasi completamente), è a poche centinaia di metri dalla costa.

TREZIEN (Faro Trezien) (N 48°25.416 W 4°46.684) E’ nell’entroterra.

LE CONQUET (Faro Kermorvan) (N 48°21.843 W 4°46.549) Si trova su una roccia sulla punta della penisola Kermorvan, che si affaccia al porto di Le Conquet. Anche questo raggiungibile dopo 10 minuti di cammino.

PUNTA SAINT MATHIEU (Faro Lochrist) (N 48°20.335 W 4°45.481) Si trova ad un km. Da Saint Mathieu. E’ nell’entroterra.

PUNTA SAINT MATHIEU (Faro Saint Mathieu) (N 48°19.851 W 4°46.272) Si può pernottare nel parcheggio alle spalle del sito. No carico e scarico. Passa vicino la strada. Visite i fine settimana e i giorni festivi in primavera e nel mese di settembre.Tutti i giorni in luglio e agosto. Costruito nel 1835 ha una forma alquanto particolare: il basamento è composto da un largo volume circolare tozzo e quasi panciuto, la torre sembra una candelina fuori scala su di una torta mignon di compleanno. E’ alto 37 metri. Manda luce bianca ogni quindici secondi essendo così visibile da ventinove miglia. É uno dei mitici e famosi tredici fari di “terra” di Bretagna che si accompagnano ad altri diciassette fari di “mare” di cui oggi solo cinque sono abitati. E’ stato costruito tra le rovine di una chiesa su un promontorio a strapiombo sul mare. Luogo molto caratteristico. C’è una lapide che indica il capo St Mathieu come il punto 0 del cammino verso Santiago di Compostela. La sera c’è uno spettacolo incredibile di luci. Si vedono tutti i fari illuminati, sia quelli di terra che quelli di mare, fino alle isole di Sein ed Ouessant e si distingue pure il lampeggiare del faro de la Vielle di Pointe du Raz.

PUNTA SAINT MATHIEU (Faro Kleiner Turm) (N 48°19.851 W 4°46.272) E’ stato costruito dai monaci che abitavano il monastero di Saint Mathieu, lo si intravede dal parcheggio alle spalle dei ruderi.

PUNTA SAINT MATHIEU (Faro Pierres Noires) Lo si intravede in lontananza a circa sei miglia da Pointe Saint-Mathieu, fa parte della categoria inferno in quanto controlla un pericoloso punto di mare caratterizzato da forti correnti che rendono la navigazione molto difficile, infatti viene quasi sempre raffigurato inghiottito da violente onde che arrivano a coprirlo quasi interamente. Il progetto del faro venne approvato nel 1862 ma solo nel 1865 fu dato il consenso per la sua costruzione che iniziò nel 1867 e terminò nel 1871. Pierres Noire venne illuminato per la prima volta il 1° maggio 1972. La torre ha una forma leggermente tronconica ed è stato costituito con due diversi tipi di eccellente qualità di pietre di granito, Aber-Ildut e Kersanton, da cui proviene il nome Pietre Nere. Per migliorare la visibilità del faro, il particolare colore scuro del granito, lasciò il posto al bianco e al rosso con cui venne verniciato tra il 1910 e il 1924 dai suoi guardiani dietro un modesto compenso. La parte superiore della torre è rossa con la scritta Pierres Noires e la parte inferiore è invece bianca. Il faro è alto 28 m anche se la sua elevazione totale sopra il livello del mare è di 30, 50 m la sua portata è di 19,50 miglia con lampi regolari rossi ogni 5 secondi, ha una lampada alogena da 250 W. Essendo situato su di una roccia, in passato il cambio dei guardiani avveniva grazie ad un ponte mobile. Oggi Pierres Noires non è più abitato in quanto nel 1992 è stato automatizzato. Viene telecontrollato dal Faro di Créac’h presso l’isola di Ouessant.

BREST (Faro Petit Minou) (N 48°20.470 W 4°36.903) Lo si raggiunge a piedi in 10 minuti lungo un sentiero che offre un bel panorama su di una spiaggia molto bella dove ci sono sempre surfisti.

BREST (Faro du Portzic) (Non lo abbiamo trovato.) E’ una torre ottogonale in pietra che risale al 1848 e segna la partenza della “Route des Phares et Balises”. La navigazione nel canale è ben segnalata da più boe e dalla cardinale ovest “Les Fillettes” che ne indica, in acqua, il punto d’uscita. Sulla terra invece questa segnalazione è data dal Petit Minou, un faro a torre cilindrica, ancorato sulla roccia, che forma un perfetto allineamento con il faro di Portzic per accedere, in senso opposto, dall’oceano alla Rada.

CAMARET SUR MER (Faro Toulinguet) Non lo abbiamo visto in quanto abbiamo saltato questa penisola.

MORGAT (Faro Morgat) (N 48°13.101 W 4°29.457) Non lo abbiamo visto in quanto abbiamo saltato questa penisola.

LOCRONAN C’è area sosta con carico e scarico. Paesino incantevole. Un gruppo di case che attorniamo una bella cattedrale in pietra grigia. Anche le strade sono in pietra.

DOUARNENEZ (Faro FS Scarweather) (N 48°05.600 W 4°20.010) E’ una barca rossa con al centro un grosso faro. Si trova nel canale che porta al porto.

DOUARNENEZ (Faro Ile Tristan) (N 46° 06.0’ W 04°20.2’) Si trova in un isolotto al porto. Il paese è carino.

BEUZEX-CAP-SIZUN (Faro Pointe du Millier) (N 48°05.662 W 4°28.057) Si trova su di una penisola raggiungibile in 20 minuti a piedi. Bella posizione e bel paesaggio.

POINTE DU RAZ (Faro de la Vielle) (N 48°02.199 W 4°43.030) Situata all’estremità occidentale dell’Europa, questo sperone granitico composto da due punte rocciose (Pointe du Raz e Pointe du Van) ha rischiato di rimanere vittima della propria fama. Il panorama grandioso, celebrato da Flaubert e Victor Hugo fin dal 19° secolo, gli ha meritato milioni di visitatori che però hanno compromesso gravemente la vegetazione locale. Fortunatamente un complesso programma di recupero ha permesso al sito di ritrovare lo splendore originale. Le costruzioni indesiderate sono ora sparite e il luogo è stato attrezzato per permettere un’accoglienza controllata dei visitatori, senza danni per la vegetazione. A seguito di questa esemplare operazione di recupero inserita in una prospettiva di sviluppo sostenibile, il sito ha conquistato recentemente il marchio “Grand Site de France”. Oggi si può nuovamente passeggiare fra l’erica selvatica e radiose ginestre per contemplare la Baie des Trépassés, un tempo spesso funesta per i marinai, a causa di un temibile ambiente fatto di scogli e di violente correnti. Negli anfratti delle scogliere e nel cuore della brughiera, la fauna e la flora hanno ripreso la loro coabitazione armoniosa su questa terra posta alla fine del mondo, che qui si tuffa nell’oceano. Per coloro che sono in cerca dell’ “ultima roccia prima dell’oceano” sono previste delle visite guidate in tutta sicurezza, ma attenzione alle vertigini… La punta si raggiunge in 15 minuti a piedi. Al largo, nelle giornate terse, si vede bene l’isola di Sein e si distinguono i suoi fari.. La sera c’è uno spettacolo incredibile di luci nel buio pesto. Si vedono tutti i fari illuminati, come da Pointe Saint Mathieu.

POINTE DU RAZ (Faro di Tevennec) (N 48°02.199 W 4°43.030) Tévennec, situato al largo di Pointe du Raz (lo si vede bene), ha riservato tanti episodi sfortunati ai suoi guardiani che lo si sospetta di avere effetti malefici, o addirittura di essere abitato dagli spiriti.

AUDIERNE (Faro Punta Lervily) (N 48°00.090 W 4°33.915) AUDIERNE (Faro Trescadec) (N 48°00.748 W 4°32.845)

AUDIERNE (Faro Kergadec) (N 48°00.964 W 4°32.800)

AUDIERNE (Faro Raoulic) (N 48°00.679 W 4°32.520)

PLOUHINEC (Faro Pors-Poulhan) (N 47°59.100 W 4°27.702)

PENMARCH (Faro Saint Guenole) (N 47°48.174 W 4°22.395)

PENMARCH (Faro d’Eckmuhl e alter Leuchtturm) (N 47°48.174 W 4°22.395) Dall’inizio di aprile alla fine di settembre visite tutti i giorni. E’ il secondo in ordine di grandezza in Bretagna, alto 65 metri e con 307 gradini. Del 1897.

GUILVINEC (Faro Guilvenec) (N 47°47.574 W 4°17.142)

LOCTUDY (Faro Langoz) (N 47°49.530 W 4°09.329) Non lo abbiamo trovato, le coordinate indicate sono errate.

LOCTUDY (Faro Perdrix) (N 47°50.151 W 4°10.208) E’ al porto.

POINTE DE COMBRIT (Faro Sainte Marine) (N 47°51.877 W 4°06.830)

BENODET (Faro Benodet) (N 47°52.267 W 4°06.444)

BENODET (Faro Le Coq) (N 47°52.185 W 4°06.418)

CONCARNEAU (Faro Lacroix) (N 47°52.170 W 3°55.153)

CONCARNEAU (Faro Trevignon) (N 47°47.351 W 3°51.196) Non lo abbiamo visto.

PORT MANEC’H (Faro Port Manec’h) (N 47°47.593 W 3°44.209) Non lo abbiamo visto.

QUIBERON (Faro di Port Maria) (N 47°28.792 W 3°07.497) Area sosta con carico e scarico indicata fuori dal paese sulla destra guardando il mare. Si vede bene l’isola Belle Ile en Mer con i suoi fari.

CARNAC Il suo nome deriva da ‘cairn’ che è il rivestimento in pietrisco e ciottoli che riveste i dolmen. Il paese è noto per il complesso megalitico (tra i maggiori al mondo), comprendente sia vasti campi di menhir (1.169 disposti su una decina di file in località Ménec, a un chilometro dall’abitato, altri 1.029 a Kermario, sempre nelle immediate vicinanze di Carnac, e 555 a Kerlescan. É presente inoltre ilTumulo di Kercado che, risalente al 6.500 a.C., costituisce la più antica costruzione europea di pietra, ancor prima delle piramidi egizie. A causa del degrado causato dal passaggio dei turisti gli allineamenti sono recintati ed è possibile passare tra gli allineamenti solo se accompagnati da una guida. (la morte dell’ erba ai piedi dei siti infatti preserva il sito stesso da una lenta e continua erosione che porterebbe al ribaltamento dei grandi monoliti). Il paese è molto carino.

NOI SIAMO ARRIVATI FINO A QUI. DI SEGUITO COMUNQUE ELENCO LE INFORMAZIONI RACCOLTE MA NON VERIFICATE.

VANNES Paese carino con case a graticcio.

SARZEAU (Castello di Suscinio) www.suscinio.info/ apertura novembre/gennaio 10-12 e 14-17 chiuso 31.12 e 01.01 (7 € adulti e 2 € bimbi) – bello – sul mare

SABLES D’OLONNE Faro Thach o La Chaume: Si trova sulla terrazza della torre del castello di Arundel a La Chaume, un quartiere a ovest di Sables d’Olonne. Faro Les Barges: Il faro si trova a 2 km da La Chaume, un quartiere a ovest di Sables d’Olonne. Faro L’Armandèche: Si trova ad ovest del porto di Sables d’Olonne.

LA TRANCHE SUR MER (Faro Groin-du-Cou)

ILE DE RE (Faro des Baleins) Maestose e molto utili, le dune ornano il paesaggio dell’isola su più di 20 chilometri. Paradiso delle bici. Si arriva con un ponte. Situata nella zona nord-ovest della Francia, l’isola è lunga 30 km, la larghezza varia tra i 7 m e i 5 km, è collegata con la città di La Rochelle tramite un ponte lungo 3 km. L’estensione complessiva è di circa 85,2 km2. Faro des Baleins a St.Clement del Baleins. Il faro delle Balene propriamente detto risale al 1854, ma venne costruito per sostituire un primo faro del 1682, chiamato comunemente la Torre delle Balene. Di dimensioni più ridotte e di portata insufficiente, la vecchia torre, uno dei più antichi fari di Francia, si trova nelle vicinanze. Il faro attuale culmina a 57 metri d’altezza, per una portata luminosa di circa 45 km. L’oceano a perdita d’occhio. Una volta saliti i 257 gradini della scala elicoidale, un magnifico panorama si presenta ai visitatori con la sua veduta dell’isola, la spiaggia “Conche des Baleines” e un bell’esempio di chiusa per la pesca; mentre più lontano si vedono le coste del litorale, l’isola di Oléron e l’oceano Atlantico. Il faro delle Balene può essere visitato tutti i giorni, tutto l’anno. A La Flotte c’è un altro faro.

LA ROCHELLE Bellissimo paesino con faro.

ROCHEFORT Illuminato nella notte offre uno spettacolo davvero fiabesco: sembra davvero uno scenario da film! Bellissimi edifici in pietra, adornati da fioriere multicolore in ogni angolo.

ILE D’OLERON (Faro di Chassiron) Si arriva grazie ad un ponte. Situata al largo della costa della Charente, l’isola di Oléron, la più vasta delle isole francesi (Corsica esclusa) ha conservato la sua bellezza selvaggia: foreste magnifiche, dune, spiagge di sabbia fine e, nell’entroterra, case bianche circondate da mimose, oleandri, tamarischi e fichi. Qua e là si intravede la sagoma di un antico mulino a vento. Faro di Chassiron inaugurato nel 1836, si trova nell’estremità occidentale dell’isola di Oléron . La portata luminosa del faro attuale raggiunge i 52 km. È una torre cilindrica alta 46 metri, originariamente dipinta in bianco. Proprio per questo, dal largo e con cielo grigio, non la si distingueva facilmente dal faro delle Balene dell’isola di Ré, cosa che provocò alcuni incidenti. Nel 1926 si decise allora di dipingere tre bande nere orizzontali sul faro, dandogli così l’aspetto che possiede ancora oggi. I 224 gradini dell’edificio conducono il visitatore al balcone circolare dal quale si può contemplare una splendida vista della costa e dell’isola e, ancora oltre, si possono scorgere il famoso Fort Boyard, le isole di Ré, Aix, Madame, lo stretto d’Antioche fra Ré e Oléron, l’oceano… Il faro di Chassiron è aperto alle visite tutti i giorni dell’anno. È situato sul comune di Saint-Denis d’Oléron. Saint-Denis di Oléron possiede un importante porto turistico ben riparato. La costa occidentale, di fronte all’oceano, è l’estensione della costa della penisola di Arvert, la Côte Sauvage (costa selvaggia) e foresta de La Coubre. Verso l’ovest c’è la vecchia stazione balneare di Saint-Trojan-les-Bains. La spiaggia, con la sua passeggiata, offre una vista circolare superbe con, da sinistra a destra, il ponte dell’isola di Oléron, il ponte del Seudre, le spiagge e la foresta di Ronce-les-Bains. La grande spiaggia di Saint-Trojan all’ovest di fronte all’oceano è accessibile attraverso la foresta e con una ferrovia turistica, imbarco al posto di Saint-Trojan. La foresta demaniale di Saint-Trojan, pini e querce verdi, la più grande foresta dell’isola, risalita su otto chilometri, fino alla spiaggia di Vert-Bois, quindi La Rémigeasse, La Perroche, che sono le spiagge di Dolus d’Oléron. Dopo La Rémigeasse, la piccola strada costiera conduce a La Cotinière. La Cotinière è il porto di pesca più importante dell’isola di Oléron La costa Est dell’isola di Oléron. C’è Boyardville, dal porto, parte la famosa passeggiata attorno al Fort Boyard. Il Château d’Oléron, a tre chilometri all’est del ponte, è una vecchia piazza forte con il sua citadelle rinforzata da Vauban. I paesaggi della costa sono, nella parte sud, di fronte al continente ed all’estuario de LaCharente, ricordano quelli de La Seudre La strada delle ostriche. Si raccomanda “di fare” la strada delle ostriche tra Château d’Oléron e Boyardville. La piccola strada costiera, segnalata “strada delle ostriche” a partire da Château d’Oléron, curva tra i canali.

ROYAN (Faro de la Coubre) Tre volte ricostruito nel 1895 a causa della mobilità della duna, il faro della Coubreerge la sua sagoma sottile alla punta della Coubre e segnala i dintorni della Gironda. Dalla cima (dopo 300 gradini e una scala metallica!) splendido panorama sul faro di Cordouan, la punta di Grave e la Côte de Beauté fino alle falesie di Meschers. Originariamente, l’attuale faro si trovava a 2 km dalla riva. Tuttavia, a causa dell’erosione continua, oggi è separato dal mare solo da poche centinaia di metri di terra. Alto 64 m e lievemente bombato nella parte inferiore, questo faro è costruito in cemento ed è di due colori (rosso in alto e bianco in basso). Con una portata luminosa di oltre 50 km, è uno dei fari più potenti di Francia. Inoltre, dispone di una lanterna secondaria posta a circa mezza altezza, all’interno di una piccola struttura chiamata “barbetta”. Il faro della Coubre è visitabile tutto l’anno.

ROYAN (Faro di Cordouan) Questo faro, soprannominato non senza ragione il Re dei fari, sorge su un isolotto roccioso in mare aperto a 7 km dalla costa, all’imboccatura dell’estuario della Gironda. Il suo nome deriva dai navigatori e mercanti provenienti dalla città spagnola di Cordoba, i quali nel XI secolo avevano fatto costruire nello stesso punto un primo faro, poi caduto in rovina. L’edificio attuale venne costruito tra il 1584 e il 1611 e modificato attorno al 1780. Infine, nel 1862 il faro venne classificato Monumento Storico. Alto 68 m e costruito in muratura e con pietre da taglio, il faro poggia su un basamento circolare di 41 m di diametro e 8 di spessore, basamento che lo protegge dalla furia dell’oceano. Una barriera di 260 m, contigua alla struttura principale, permette alle imbarcazioni che trasportano cibo e materiali di attraccare sull’isolotto durante la bassa marea. Il faro ospita anche una “camera reale” – anche se in realtà nessun re vi ha mai soggiornato –, una piccola cappella e ben 6 piani in stile rinascimentale. Tutto ciò fa di questo faro un’opera assolutamente unica nel suo genere. Per raggiungere la lanterna occorre salire 311 gradini, ma il visitatore sarà senz’altro ricompensato dal panorama mozzafiato offerto: l’estuario della Gironda, la Pointe de Grave, le coste della Gironda e della Charente, la foresta della Coubre, il mare aperto… insomma, una vista davvero indimenticabile. Il faro di Cordouan, pur appartenendo al dipartimento della Gironda, è visitabile a bordo di motovedette che partono da Royan e dalla Pointe de Grave (tra aprile e settembre, se le condizioni del mare lo permettono).

SAINT GEORGES DE DIDONNE (Faro de Vallières)

POINTE DE GRAVE (Faro de la Grave) Si arriva in traghetto (43 €) oppure si fanno 200 km. Per circumnavigare la baia.

CAP FERRET Fra l’Oceano e l’immensa Dune du Pilat, il Cap Ferret estende 25 km di spiagge di sabbia fine. Passeggiate in bici nella pineta, bagni, degustazione di ostriche nei ristoranti all’aperto, visite dei villaggi di pescatori tutti più pittoreschi gli uni degli altri… Minacciato dall’erosione, il Cap Ferret è un tesoro che va preservato ad ogni costo. Dopo il faro, le spiagge: belle, dorate, lunghissime, quasi deserte… E purtroppo vittime della forza dell’oceano, a cui i locali cercano di strapparle con barriere e nuove piantagioni di erbe marine…. E poi i blockaus della seconda guerra mondiale che si vedevano dall’alto del faro, quasi tutti inghiottiti dall’Atlantico e circondati da conchiglie e strane meduse spiaggiate, e ciò che resta decorato ….da Haero, forse? È la destinazione preferita degli abitanti di Bordeaux, amanti del surf, dei bagni di sole o del campeggio, che vi si precipitano non appena spunta un raggio di sole! Visto dalla punta della penisola, l’ingresso dell’Oceano nel bacino di Arcachon è uno spettacolo assolutamente sublime… La forza delle correnti è eccezionale e provoca l’erosione della penisola, come testimoniano i blockhaus del Muro dell’Atlantico, tutti immersi nella sabbia. Per questo, la penisola è tutelata dal Conservatoire du Littoral et des Rivages Lacustres che si sforza di fissare la duna con piantagioni, nell’attesa di un gigantesco piano di salvataggio finanziato dall’Europa. Sul posto, per raggiungere la sommità della duna si può prendere una scala di legno e si possono lasciare le chiavi della macchina, i documenti o i caschi da moto in un deposito in tutta sicurezza… La spiaggia è frequentata anche da surfisti el primo pomeriggio, un servizio di navetta collega l’imbarcadero di Cap Ferret all’île aux Oiseaux. Quest’isola segreta e insolita deve il nome alla moltitudine di aironi, oche barnacle, sterne e altre galline d’acqua che vi soggiornano. Si estende per 1.000 ettari a marea bassa, 225 con l’alta marea e ospita una quarantina di capanne di ostricoltori. L’esotismo di questa isoletta è dovuto soprattutto a due capanne su palafitte, una delle quali ha più cent’anni, che sorvegliano dall’alto il parco di ostricoltura. Prevedete 2 ore per la visita, andata e ritorno. Iscritto nell’inventario dei siti pittoreschi dal 1981, il villaggio di ostricoltori dell’Herbe è famoso per le capanne in legno dai colori vivaci, di 4 m su 6, ad un solo piano, con un tetto di tegole e separate le une dalle altre da corridoi larghi 2 m. Le capanne più vecchie furono costruite all’interno dei battelli nel XIX sec. Ogni giorno, pescatori e ostricoltori prendono questo dedalo di stradine per andare in spiaggia. Un vero gioiello!

ARCHACHON (dune di Pyla)

ISOLE RAGGIUNGIBILI CON BARCHE 1) ISOLA MOLENE davanti a Pointe Saint Mathieu Quello di Molène è in realtà un arcipelago, la cui isola più grande misura 1200 per 800 metri dove risiedono 300 abitanti abituali. Si trova in prossimità del “Fromveur”, una delle correnti marine più forti del mondo, che la divide da Ouessant. E’ stata proclamata “riserva della biosfera” dall’Unesco, benchè sull’isola non ci sia nemmeno un albero. La flora e la fauna infatti sono del tutto eccezionali: conigli selvatici, uccelli rari, delfini, foche grigie e la più grande colonia europea di alghe. In estate, quando si verifica la grande marea, gli abitanti organizzano una camminata marina tra alghe, anemoni, spugne e piccoli animali che abitano le scogliere sott’acqua. Un’occasione un’unica per esplorare il fondale marino…all’asciutto!

2) ISOLA DI OUSSERAT davanti a Pointe Saint Mathieu In barca 1 ora 18 € adulti e 15,00 bimbi partenza da Le Conquet. L’isola di Ouessant dalla bellezza selvaggia, è lontana 20 chilometri dalla terraferma. I suoi fari, le cinque vedette disposte su ogni lato dei suoi otto chilometri, fanno da guida alle 5000 navi che ogni anno attraversano il “rail d’Ouessant”, il tratto di mare più frequentato d’Europa e fra i più pericolosi al mondo. Ouessant, l’isola perduta nelle correnti dove nascono le leggende e sbiadiscono i contorni conosciuti del vecchio continente. Da Le Conquet si attracca a quattro chilometri da Lampaul, 1062 abitanti, dove si concentrano quasi tutte le case dell’isola, che sono orientate a est per evitare i venti più forti. La tradizione marinara è scelta obbligata e radicatissima, tanto che anche le case lo testimoniano: quelle che sfoggiano la facciata bianca con le porte e le finestre incorniciate da colori vivaci sono le abitazioni dei “Cap Horniers”, i marinai che, almeno una volta nella vita, hanno raggiunto l’estremità dell’America del Sud. “Chi vede Ouessant vede il suo sangue” dice un proverbio locale; e non a caso: i dintorni dell’isola, gremìti di scogli e spesso circondati dalla bruma, sono un vero e proprio cimitero di imbarcazioni. La memoria degli abitanti è ricca di racconti di naufragi e salvataggi. La vita qui è una sfida all’oceano; questo piccolo pezzo di terra ai confini del mondo sopravvive solo grazie all’ostinazione dei suoi abitanti, che strappano alla superficie rocciosa piccoli lembi da coltivare e li proteggono dal vento con muretti di pietre della roccia stessa. Anche gli animali erano adattati alla vita sull’isola: mucche grandi al massimo come vitelli, cavalli alti non più di un metro, pecore nane. Oggi, tranne qualche rara pecora, sono estinti. La natura qui non ha bisogno di descrizioni: è incontrastata, un paesaggio puro, primordiale. Faro Kéréon: Il Faro di Kereon, rappresenta un vero e proprio monumento eretto in mezzo al mare per via della sua sontuosità esteriore che gli da l’aspetto di un vero e proprio palazzo, ma anche e soprattutto, per i fasti dei suoi interni: cinque meravigliose stanze dove i guardiani di Kereon passavano le loro giornate, mentre all’esterno, le tempeste mettevano a dura prova le fondamenta del faro. Una scala chiocciola, con pareti decorate con splendidi mosaici, porta nelle varie stanze tutte lussuosamente arredate e al grande Salone d’onore situato al quinto piano. Si tratta di una grande sala circolare con diametro di sei metri ornata con Lambris ungherese e parquet sul pavimento. E’ particolare la foto dell’imponente salone realizzata da Jean Guichard in cui notiamo delle pattine che probabilmente i guardiani utilizzavano per non rovinare i lucidi e raffinati parquet. In fondo alla sala c’è una grande scrivania dove venivano redatti i rapporti di lavoro e dove ci si poteva mettere in contatto con la terraferma, sempre dalla fotografia si vede sulla piccola scrivania di destra, un telefono, una radio e una piccola cassa autoparlante. Al centro del salone in primo piano, c’è intarsiata sul parquet una grande Rosa dei Venti in ebano e mogano, non credo che a questo particolare ci sia niente da aggiungere: una stella in un meraviglioso salone protetta dalla furia del mare che si abbatte su Kereon giorno e notte. Kereon si trova sullo scoglio di Men-Tensel, nei pressi della tenebrosa isola di Ouessant (Bretagna). Nel 1907 l’amministrazione francese da il via per la costruzione di una semplice torretta che proteggesse maggiormente le insidiose coste dell’Isola di Ouessant, nel 1910 però il progetto fu totalmente rivisto grazie alla generosa donazione di Madame Jules Lebaudy, pronipote di Charles Marie La Dall de Kéréon, ufficiale della marina francese ghigliottinato nel 1794, a soli diciannove anni durante la Rivoluzione Francese. La donna donò una generosa somma di denaro per la costruzione di un faro che portasse il nome del suo antenato. Nel corridoio, è apposta una targa commemorativa in bronzo sormontata da una corona di foglie di quercia, che ricorda il giovane ufficiale Kéréon. I tecnici, dopo le disavventure della costruzione del faro della Jument, realizzarono il faro allargando notevolmente la base. I tempi di costruzione, già lunghi a causa delle difficoltà di lavorare in alto mare, a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, subirono un notevole ritardo terminando solo nel 1916. Il cambio dei Guardiani è sempre stato molto pericoloso in quanto avveniva tramite cavi su cui gli uomini si calavano sulle barche in qualsiasi condizione meteo. Kereon è stato l’ultimo faro abitato di Francia, gli ultimi Guardiani hanno lasciato la sentinella il 29 gennaio 2004, la Stampa ha dato molto risalto alla spettacolare evacuazione effettuata con barche ed un elicottero in una bellissima e inusuale giornata di fine gennaio con un bel sole e mare calmo. Oggi è un faro automatizzato telecontrollato dal Faro di Créac’h presso l’isola di Ouessant. Kéreon è una torre di 44 m con un’altezza totale di 47,25 m sul livello del mare, ha una luce bianca e rossa con tre lampi ogni 24 secondi e una portata di 17 miglia. l faro di Kéreon, si trova nella parte sud orientale dell’isola di Ouessant in Bretagna(Francia). È un faro offshore (come Nividic e la Jument), cioè costruito sullo scoglio diMen Tensel (pietra astiosa in bretone). La costruzione iniziò nel 1907 e continuò tra mille difficoltà proprio perché eseguita sulpassaggio di Fromveur (braccio di mare che divide le isole di Ouessant e di Molène dalla terraferma) dove vi sono delle fortissime correnti che che rendono la navigazione molto insidiosa. Nonostante le difficoltà occorse durante la costruzione e l’insorgere della grande guerranel 1914, il 25 ottobre 1916 il faro entrò in servizio. Il faro ha l’aspetto di un palazzo e al suo interno vi sono cinque sale arredate con molto sfarzo: mobili in quercia d’Ungheria e pavimenti intarsiati in legno. Alimentato dapprima a petrolio, nel 1972 venne elettrificato grazie a due mulini a vento, sempre sorvegliati da due elettricisti presenti all’interno del faro. Kéreon è l’ultimo faro monumento costruito in Francia. Faro Jument: Questo faro è famoso per le magnifiche sequenze di foto scattate da Jean Guichard, il fotografo dei fari, il 21 dicembre 1989 durante una violenta tempesta con vento forza 10. Il Guardiano del faro in servizio presso la Jument, Théodore Malgorne, incuriosito dal rumore dell’elicottero, aprì la porta nel momento in cui una gigantesca onda ricopriva il faro, sono immagini che fanno rimanere senza fiato, comunque come si evince dall’ultimo scatto, il coraggioso guardiano ha richiuso la porta in tempo prima che l’onda lo travolgesse. Il Faro della Jument è stato costruito nel 1911 in mare aperto, a due chilometri a sud-ovest dell’Isola di Ouessant, in uno dei punti più pericolosi del litorale Atlantico, a causa delle forti correnti infatti quel punto di mare fu teatro di moltissime tragedie. Il faro fu costruito su una roccia chiamata Ar Gazek-Coz (La Vecchia Giumenta) in seguito ad una grossa donazione fatta da Charles Eugène Potron sfuggito ad un naufragio proprio in quella zona. Potron dettò alcune condizioni: il faro doveva essere costruito in uno dei punti più pericolosi e i lavori dovevano terminare entro sette anni.La costruzione del faro cominciò nel 1904 tra mille difficoltà per gli operai che ci lavoravano. Il Faro si illuminò la prima volta il 15 ottobre 1911. Purtroppo la costruzione era molto instabile, al di sotto di essa c’era una cavità che la faceva tremava paurosamente. Le onde vi si infilavano violentemente rendendo il faro poco sicuro. Durante una violenta tempesta i vetri della lanterna si spaccarono e il mercurio fuoriuscì investendo i guardiani che riportarono gonfiore al volto e tumefazioni. Gli uomini rimasero in balia della terribile tempesta cinque giorni e cinque notti fino a quando una nave non andò loro in soccorso. Dopo un attento esame della situazione gli ingegneri si resero conto che il faro non era ancorato alla roccia e che non poteva resistere all’ambiente del Fromveur. Nel 1918 venne fatto evacuare e vennero effettuati dei lavori onde evitare che andasse in disuso. Venne riempita la cavità e rafforzato la base con del cemento armato. Solo negli anni trenta la Jument trova una soluzione alle terribili vibrazioni, viene ancorato alla roccia con dei cavi di acciaio, con una tecnica utilizzata nella costruzione delle dighe. Il faro durante le tempeste ha continuato a tremare ma per i guardiani era diventata quasi una cosa normale, non ci facevano nemmeno più caso. Dal 1991 la Jument è disabitato e telecontrollato da Creac’h, ha un’altezza totale di 47,40 m (35,95 m sopra il livello del mare), una luce rossa prodotta da una lampada alogena da 250 W, tre lampi ogni 15 secondi Era abitato originariamente da tre guardiani e un cuoco. Faro di Créac’h: Il faro di Créac’h (parola che in bretone significa promontorio), situato sull’isola diOuessant, è stato costruito nel 1863 ed è alto 53 m. È situato sulla punta nord occidentale dell’isola e guida le navi nel pericoloso e trafficato tratto di Atlantico che diventa, da quel punto, Canale della Manica. Per questo motivo è molto potente ed effettivamente è il faro con la maggiore portata luminosa d’Europa: è visibile fino ad una distanza di 32 miglia marine, circa 61 km. Al suo interno si trova il computer che regola e controlla l’attività degli altri fari presenti sull’isola : Nividic, La Jument, Kéreon e Stiff. Faro di Nividic: Il faro di Nividic, situato sull’isola di Ouessant in Bretagna (Francia), non è situato sulla terraferma, bensì su una roccia al largo della Punta di Pern (ci sono altri fari offshore sull’isola: La Jument e Kéreon). È stato scelto questo luogo perché la frequente nebbia che è presente soventemente nella zona, oscurava i segnali del vicino faro di Créac’h. La sua costruzione è iniziata nel 1912, ma la base venne distrutta durante i lavori nel 1920 a causa di una tempesta. I lavori finalmente terminarono nel 1936, non senza difficoltà per le imperverse condizioni meteo della zona. Inizialmente, il faro era alimentato da corrente elettrica, che giungeva al faro tramite una linea aerea lunga circa 900m (ancor oggi i due piloni sono rimasti visibili nonostante il disuso), ma attualmente funziona grazie all’energia solare generata da pannelli solari sistemati sulla sua sommità. Faro di Stiff: Il faro di Stiff, è situato sull’isola di Ouessant, precisamente sulla sua punta nord-occidentale, e costituisce il più antico faro costruito sull’isola sin dal lontano 1689. Nelle vicinaze di Stiff, dal 1978, si trova la moderna Torre Radar ed insieme “vegliano” su questo pericoloso tratto di mare molto trafficato: questo rappresenta una funzionale unione tra il vecchio sistema di segnalazione per le navi e quello più moderno e avanzato. Dal 1889 il faro veniva alimentato mediante petrolio, oggi ovviamente mediante elettricità. Inoltre l’impianto è stato completamente automatizzato: dapprima mediante l’uttilizzo di cellule fotoelettriche e dal 1993 mediante telecontrollo direttamente dal faro di Créac’h (al cui interno si trova un elaboratore che controlla tutti i fari dell’isola), tant’è che oramai non ci sono più guardiani che si avvicendano al suo interno per assicurarne l’accensione e garantirne il funzionamento

3) ISOLA DI SEIN davanti a Pont du Raz. In barca 1 ora 18 € adulti e 15 bimbi partenza da AUDIERNE. L’isola si trova nell’Oceano Atlantico, al largo della penisola bretone, a 8 km dalla pointe du Raz, da cui è separata dal raz de Sein. Essa si trova sulle rotte marittime che da sud vanno verso la Manica. L’area di mare dell’isola, detta Chaussée de Sein, è nota per la sua pericolosità ed i frequenti naufragi, per contrastare i quali sono stati installati numerosi fari e boe. L’isola di Sein ha un’area di circa un chilometro quadrato e 200 abitanti. Percorrere gli 8 chilometri per arrivarci non è una banale escursione, è un viaggio. Si parte da Audierne, si aggira la pointe du Raz e, con mare calmo ci si trova davanti un orizzonte piatto, muto. Si può al limite ricevere la visita dei delfini di Sein. Ma con mare grosso, la traversata è indimenticabile… Sbarcati, fuori dal piccolo porto accogliente, sembra di vivere un’illusione ottica: l’altezza massima dell’isola è di 1.5 metri sul mare. Faro di Sein: si trova al centro dell’isola. Faro Ar-Men: L’anno peggiore, si racconta in Bretagna, fu il 1923. In certi giorni i marosi erano così giganteschi da scavalcare i 37 metri del faro di Ar-Men” . E’ il più sperduto e il più leggendario tra i 149 fari della Francia…” E’ del 1880. Considerato dai guardiani dei fari << L'Enfer des Enfers >>, il leggendario e sperduto faro di Ar-Men si erge su una piccola roccia da qui prende il nome, la sua costruzione, durata 14 anni (1867-1881), è la più lunga nella storia dei fari francesi, alcuni scritti ci hanno narrato le difficoltà di questa costruzione. Si trova all’estremità dell’Ile de Sein, teatro in passato di diverse tragedie per via di correnti molto forti. Spesso i guardiani di questo faro rimanevano isolati dalla terraferma per molto tempo, vivere al suo interno era tutt’altro che semplice, i boati delle onde che investivano il faro rieccheggiavano violentemente nella costruzione, cadeva tutto ciò che era appeso alle pareti rendendo il soggiorno dei guardiani insopportabile. Famosa è la disavventura del guardiano Fouquet che nel 1923 rimase isolato a causa di una terribile tempesta per 101 giorni senza viveri e senza comunicare con la terraferma, le onde erano così alte da sommergere completamente il faro. Ar-Men è una torre bianca e nera con un’elevazione di 37 m, tre lampi bianchi ogni 20 secondi, è stato automatizzato nel 1990.

4) CONCARNEAU – ISOLA GLENAN (Faro Penfret)

5) ILE AUX MOUTONS (Faro) Il fiore all’occhiello dell’isola è stato costruito nel 1879 su una piccola isola al largo di Concarneau , tra Bénodet e arcipelago Glénan

6) ILE DE GROIX davanti a Lorient (Faro di Pen-Men) Groix ha 2500 abitanti, in 8 chilometri di lunghezza per 3. Ci si imbarca da Lorient per arrivare a Port Tudy, dalle facciate bianche e due fari che attendono nel porto. L’isola sembra un piccolo mondo cui fare una visita rapidamente. E’ bello invece scoprire le stradine interne, che collegano fra loro i ventisette villaggi, ognuno dei quali ha una fontana con una virtù speciale (quella di Kerlivio, per esempio, svelava se qualcuno, partito per un lungo viaggio, era vivo o morto). A ovest il paesaggio è prevalentemente a falesie, a est c’è un luogo che non ci si aspetterebbe mai: la spiaggia delle “Grands Sables”, creata dalle correnti marine, ha una sabbia bianchissima e un’acqua azzurro cristallino, un paesaggio degno dei Caraibi. Solo, la temperatura ricorda che ci si trova nel Nord Atlantico

7) QUIBERON – ISOLA BELLE ILE EN MER Faro des Poulains Faro Goulphar Faro Kerdonis Belle Ile , la più grande delle isole bretoni, si trova a 12 chilometri dalla costa, è lunga 15 chilometri e larga 9 e ha 4300 abitanti abituali, che in estate diventano molti di più. Le Palais con la sua splendida cittadella accoglie i turisti che attraccano da Quiberon alla costa settentrionale, la più riparata. Proseguendo verso ovest si incontra Sauzon, costruito lungo un’insentura di un chilometro, e più oltre, all’estremo ovest, si arriva alla punta di Poulains, con il suo panorama mozzafiato. Si possono percorrere 25 sentieri diversi alla scoperta dell’isola. A sud le falesie sono, di tanto in tanto, interrotte da bellissime spiaggie su cui le onde si spengono nella loro schiuma bianca. Ma per fare il bagno qui, ci vuole molta attenzione. Sono famosi gli scogli aguzzi e le grotte naturali di questa parte dell’isola, come le “aguilles” di Port Coton, impressionanti picchi di pietra che escono dal mare. Alcuni sentieri ben segnalati (tra cui il GR 34) permettono di passeggiare fino al faro, raggiungibile solo con la bassa marea.

8) QUIBERON – ISOLA HOUAT (Faro Teignouse) Il Teignouse ammiraglia è un fiore all’occhiello della Bretagna tra la penisola di Quiberon e l’ isola di Houat . Esso segna il passaggio dalla Teignouse fuori della baia di Quiberon verso Belle-Ile-en-Mer .

9) QUIBERON – ISOLA HOEDIC (Faro Grands Cardinaux) E ‘stato costruito sul marciapiede Groguéguez Cardinali rock del sud-est dell’isola Hoëdic . Segnala l’approccio della baia di Quiberon . E ‘il controllo remoto dal Goulphar faro. E’ in mare. Non si vede dalla spiaggia.

10) ISOLA D’YEU (Faro de la Pointe des Corbeaux) Si trova davanti a Saint-Jean-de-Monts a nord di Les Sables-d’Olonne.

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