6 trekking spettacolari e impegnativi sulle Dolomiti, in Val di Fassa
Destinazione: Vetta del Col Ombert da Sentiero Pederiva
Meteo: Sole la mattina, qualche nuvola dall’ora di pranzo, diluvio le ultime due ore.
Partenza: Stazione a monte cabinovia Ciampac. Parcheggio gratuito a Alba di Canazei
Orario partenza: 10:00 Orario ritorno: 17:30
Tempo effettivo cammino: 6:15 Soste: 1:15
Tempo previsto dalla guida: 6:30h circa
Riferimenti: esc. 24, 28 e 23 guida escursionistica
Dislivello in salita: 800m circa
Aspetti positivi: panorami molto ampi e vari. Splendida vista sulla Marmolada.
Aspetti negativi: ritorno non esaltante.
Commenti: Gita ampiamente fattibili, con salite più impegnative solo nel tratto per la Sela dal Brunech e per il Col Ombert (soprattutto). Nessuna difficoltà per il sentiero attrezzato Lino Pederiva.
Descrizione:
In arrivo da Borgo Valsugana e dopo lauta colazione a Cavalese, arriviamo alla stazione a valle della cabinovia del Ciampac per le 9:35 circa. Dopo rapida ricognizione prendiamo l’impianto corretto e alle 10 siamo al rifugio Ciampac pronti per l’inizio dell’escursione. Attraversiamo subito la bellissima e ampia conca del Ciampac per transitare sotto la seggiovia che porta alla Sela dal Brunech, alla cui cima arriviamo su ampio sentiero dopo circa 35 minuti. Proseguiamo quindi lungo la bella cresta con il panorama della Marmolada che ci allieta la vista: il sentiero è ora più stretto e montano e dopo il primo tratto, comincia l’attrezzato Lino Pederiva, che presenta quattro brevi spezzoni con funi metalliche che non presentano alcuna difficoltà. Raggiungiamo il punto più alto al Sas da Roces (2618m) per poi scendere verso il Rifugio San Niccolò, che raggiungiamo alle ore 12:00 circa. Dopo breve sosta (15′) proseguiamo in direzione del Col Ombert lungo il sentiero 608, non sempre facilmente distinguibile. Il primo tratto presenta alcuni resti di appostamenti della Grande Guerra, quindi il sentiero inizia a farsi molto pendente e a procedere a zig zag in un canalone che ci porta infine alla vetta del Col Ombert (croce, 2670m) per le ore 13:45 circa. Rimaniamo almeno 15′ ad ammirare in solitaria il panorama dalla vetta, splendido soprattutto verso la Marmolada. Quindi iniziamo la discesa (comunque impegnativa) verso la Malga Contrin, dove arriviamo dopo circa 1h e 20. Mangiamo alla malga con canederli e goulash, per riprendere il cammino quando inizia a piovere. Il tragitto del ritorno (1h:30m circa) attraversa tutta la Val de Contrin fino alla base dell’impianto di risalita su ampio sentiero che ci godiamo solo parzialmente anche a causa della forte pioggia. Arrivo all’auto direttamente a piedi per le ore 17:30 circa.
Data: Mar 07/07/2020
Destinazione: Vetta del Sasso Piatto da Baita Fraines e Rifugio Sasso Piatto
Meteo: splendido tutto il giorno
Partenza: parcheggio gratuito prima di Baita Fraines (campitello di Fassa)
Orario partenza: 9:10 Orario ritorno: 17:45
Tempo effettivo cammino: 6h:45min Soste: 1h:50min
Tempo previsto dalla guida: 7h:30min
Dislivello in salita: 1330m
Aspetti positivi: Spettacolare vista sui gruppi del Sasso Piatto e del Sasso Lungo e dalla vetta. Giro molto vario con numerosi rifugi di appoggio.
Aspetti negativi: Il sentiero Federico Augusto può essere affollato in Agosto. Ma il tratto è comunque breve. La salita e la discesa per la vetta sono per il medesimo sentiero. Numerose navette sul percorso per il Rifugio Micheluzzi.
Commenti: Gita molto bella anche se lunga e impegnativa. L’ultimo tratto della salita alla vetta è molto faticoso perché risulta difficile prendere ritmo.
Descrizione:
Partiamo dal parcheggio a circa 1km dalla Baita Fraines (accesso vietato alle auto) e per sentiero ampio e subito ripido nel bosco arriviamo in 15′ alla Baita Fraines e in ulteriori 20′ al Rifugio Micheluzzi, su tracciato più semplice. Questo tratto è solcato da numerose navette che scarrozzano i turisti fino al Micheluzzi. Da qui la valle si apre e si procede per splendidi prati di montagna, si risale il crinale e si arriva infine agli ampi pascoli che fanno da preludio alla Malga Sasso Piatto (2248m), dove arriviamo alle 11:05 circa. In circa 10′ ulteriori si arriva al vicino rifugio Sasso Piatto, che regala splendidi panorami oltre ad essere la base per la scalata alla vetta. Dopo una sosta iniziamo la salita, subito erta e franosa, dove non è facile prendere ritmo. Si procede per questo enorme “tetto di ghiaia”, tecnicamente non difficile ma a forte pendenza. Si fa fatica, ma alle 12:50 in circa 1h:20min dal Rifugio Sasso Piatto siamo in vetta. Panorama incredibile sul Sassolungo, il massiccio del Puez, val Gardena e val di Fassa e numerose altre catene. Ci godiamo il panorama mangiando i nostri panini per oltre un’ora per poi ridiscendere al Rif. Sasso Piatto (1h:20min circa dalla vetta). Da qui prendiamo il sentiero Federico Augusto verso il Rif. Pertini, che raggiungiamo in circa 40′. Breve sosta per una birra e chiediamo indicazioni per prendere la mulattiera di Chiarvena (non segnalata) che taglia verso la Baita Fraines per chiudere l’anello: ci viene detto che è molto ripida e difficile, ma si rivelerà meno ardua del previsto, pur avendo pendenza accentuata e potendo riservare qualche difficoltà in caso di terreno bagnato. La mulattiera ci porta in un’ora alla Baita Fraines e alle 17:45 finalmente al parcheggio.
Data: Mer 08/07/2020
Destinazione: Anello Lago Antermoia per Ferrata delle Scalette all’andata e Rifugio Passo Principe al ritorno
Meteo: Splendido tutto il giorno.
Partenza: Stazione a monte seggiovia Vajolet (Pera di Fassa, parcheggio gratuito)
Orario partenza: 10:15 Orario ritorno: 20:10
Tempo effettivo cammino: 8h Soste: 1h:55min
Tempo previsto dalla guida: 9h
Riferimenti: esc. 10 guida escursionistica + estensione
Dislivello in salita: 1300m circa.
Aspetti positivi: adrenalinica, viste spettacolari, estremamente varia, tratti su neve divertenti.
Aspetti negativi: fondamentalmente nessuno. Prima di inizio Luglio qualche tratto può essere reso difficoltoso dalla neve. Occorre ottimo allenamento perché molto lunga.
Commenti: Gita memorabile, resa ancor più bella da un tempo splendido e da un ardito bagno di Luglio nelle gelide acque del Lago di Antermoia. Una delle gite più belle di sempre.
Descrizione:
Prendiamo i primi due tronconi della seggiovia Vajolet per poi procedere in salita (circa 150m di dislivello) verso il Rif. Gardeccia (arrivo 10:50), vero punto d’inizio dell’escursione. Attraversiamo un ponte e prendiamo il sentiero 583 che attraversa i dirupi di Larsec verso la Ferrata delle Scalette, dove arriviamo alle 11:30 circa. In molti si imbragano ma la ferrata è brevissima e con attenzione (qualche passaggio su staffa obbligato) si supera senza grosse difficoltà. Proseguiamo in ripida salita verso il Passo delle Scalette, dove arriviamo per le 12:30 e dove termina il tratto attrezzato. Facciamo una sosta. Splendida da qui la vista. Costeggiamo il Lago Secco e proseguiamo in salita su detriti verso il Passo di Laussa (2700m) che raggiungiamo in circa 50′ dal Passo delle Scalette. Proseguiamo quindi in piano con alcuni brevi tratti innevati in un panorama lunare, fino alla comparsa del fiabesco scenario del Lago di Antermoia incastonato tra i monti e del vicino rifugio.
Dopo aver scattato numerose foto scendiamo al lago per il pranzo (ore 14:20). Dopo mangiato, incuranti delle temperature gelide delle acque, facciamo una breve nuotata nel lago tanto da meritarci un ‘Tanta stima ragazzi!’ dagli escursionisti di passaggio. Ripartiamo alle 15:35 in direzione Forcella di Antermoia. Questo tratto presenta numerose parti su neve, dove sono molto utili i bastoncini. La salita è entusiasmante e ci porta al Pas de Antermoa (2770m) per le 16:20.
Si taglia ora per ghiaie e in ripida discesa si arriva al Rifugio Passo Principe, che si distingue già da lontano, incastonato nelle rocce. Anche qui vista bellissima. Si scende ora per la valle del Vajolet in direzione rifugio Vajolet (circa 45′) per sentiero più comodo. Dopo una meritata birra, scendiamo in circa 30′ per facile sentiero al Rifugio Gardeccia (ore 18,40) e quindi di nuovo alla stazione a monte della seggiovia (19:10) che a quest’ora è chiusa (come sapevamo). In un’ulteriore ora su percorso non esaltante arriviamo finalmente alla macchina, stanchi ma entusiasti per una gita memorabile.
Data: Gio 09/07/2020
Destinazione: Al Piz Boè – Capanna Fassa per il Rif. Cavazza al Pisciadù
Meteo: soleggiato con un po’ di nuvole dalla metà della giornata.
Partenza: Passo Gardena, parcheggio Hotel Frara (5€)
Orario partenza: 9:35 Orario ritorno: 18:05
Tempo effettivo cammino: 6h25m Soste: 2h05m
Tempo previsto dalla guida: 8h
Riferimenti: n17 guida escursionistica Val Gardena modificato (ritorno per stessa via andata)
Dislivello in salita: circa 1050m
Aspetti positivi: tracciato molto stimolante perché attrezzato e vario. Via poco trafficata fino al rifugio Boè. Arrivo ad alta quota.
Aspetti negativi: ritorno per lo stesso itinerario dell’andata. Si deve essere in buona forma fisica e avere esperienza di escursionismo. Molti escursionisti al Piz Boè che arrivano con la funivia dal Pass Pordoi.
Commenti: gita impegnativa dal punto di vista tecnico. Lunghi tratti attrezzati e passaggi su neve e ghiaccio non banali. Da evitare in condizioni meteo instabili per i numerosi e impegnativi tratti su roccia.
Descrizione:
Partenza alle ore 9:35 dal Passo Gardena, presso l’Hotel Frara dove lasciamo la macchina per 5€. Il sentiero 666 inizia subito con una breve e ripida salita, poi taglia diagonalmente in semipiano il gruppo del Sella per arrivare in un canalone roccioso (Val Setus). Qui inizia l’impegnativa salita: ci sono parti ancora innevate e l’ultimo tratto è un sentiero attrezzato con scale di ferro e cordini metallici in cui si avanza mani e piedi. Giunto alla forcella, in 5 minuti arriviamo al Rifugio Pisciadù (ore 10:40). Superato il laghetto, il sentiero continua a salire con nuovi passaggi con funi attrezzate: numerosi anche i tratti su neve dove si rischia di scivolare (molto utili i bastoncini). Arriviamo all’avvallamento del Pisciadù (ore 11:20) da dove parte il sentiero per la vetta dell’omonima montagna: continuiamo invece per il Boè, ancora in salita per un canalone scosceso, con tratti su neve sempre più frequenti. Arriviamo quindi all’altopiano sommitale del Sella, abbondantemente innevato. Il sentiero scende quindi con altri tratti innevati fino all’Altopiano dell’Antersass (ore 12:05), dove sono presenti vari bivi e facciamo una sosta per ammirare il panorama e fare qualche foto. Da qui due strade conducono al Boè: ovviamente evitiamo quella più turistica per prendere il sentiero escursionistico attrezzato Coburger che fa risparmiare 10 minuti. Come indicato sulla guida non è necessario avere il kit da ferrata e per buona parte i cordini metallici sono pressoché inutili. Il percorso però è molto esposto e non si deve assolutamente soffrire di vertigini. Per le 12:35 arriviamo al Boè, chiuso per lavori di ristrutturazione. Dopo una breve sosta cioccolata (10′) iniziamo la salita al Piz Boè, molto ripida e affollata. Quasi tutti prendono la via non su neve, e così facciamo anche noi. A parte un paio di tratti attrezzati la salita è sì impegnativa ma non presenta quasi mai difficoltà tecniche di rilievo. In tempo da record alle 13:15 (30′ dal rifugio) siamo in vetta (circa 300m di dislivello fatti). Sublime il panorama che ci godiamo mangiando i panini e riposandoci per oltre un’ora. Dopo il pranzo per le 14:30 partiamo per il ritorno, altrettanto impegnativo. Arriviamo al Pisciadù per le 16:40 e, dopo la classica sosta birra (25′), alle 17:05 partiamo in direzione Passo Gardena dove arriviamo per le 18:05, soddisfatti per un’altra gita impegnativa ma molto gratificante.
Data: Ven 10/07/2020
Destinazione: Rifugio Re Alberto e Torri del Vajolet da Passo delle Coronelle
Meteo: Sole la mattina, sole e nuvole il pomeriggio
Partenza: Stazione a monte Seggiovia Laurin II (parcheggio gratuito a valle nei pressi di Malga Frommer)
Orario partenza: 10:30 Orario ritorno: 17:10
Tempo effettivo cammino: 5h Soste: 1h:40
Tempo previsto dalla guida: 6h:30min circa
Riferimenti: nd
Dislivello in salita: 750m circa
Aspetti positivi: spettacolare la vista dal rifugio Re Alberto e bella la salita al passo delle Coronelle
Aspetti negativi: troppa gente intorno al Rifugio Vajolet su sentiero brutto. Giro non ad anello.
Commenti: Gita più breve ma particolarmente gratificante per il punto d’arrivo. Sarebbe stata da valutare il ritorno per la Ferrata di Passo Santner.
Descrizione:
Prendiamo la lunghissima seggiovia 2 posti dalla malga Frommer che ci porta fino al rifugio Fronza. Qui ci sono cartelli che invitano alla prudenza per la salita al passo causa neve. Alle 10:30 partiamo, per sentiero stretto, a volte attrezzato ma mai difficile, con alcuni tratti su neve sempre percorribili in sicurezza. In meno di mezz’ora siamo al passo (2630m, +300m di dislivello). Da qui splendida vista sul Catinaccio. Continuiamo in discesa su ghiaioni e prati, sovrastando dall’alto l’ampio stradone che conduce moltitudini di turisti al Rif. Vajolet (già percorso in discesa al ritorno dal lago Antermoia due giorni prima). Per le 12:10 siamo al rifugio e dopo una sosta di circa 10′ attacchiamo la salita verso il Rif. Re Alberto. La salita ha buona pendenza e infatti iniziamo a superare numerosi ‘escursionisti della domenica’ in difficoltà. Ci sono un paio di tratti con cordino ma assolutamente nulla di preoccupate. La salita in realtà è breve e in 35′ dal Vajolet siamo alla meta, avendo tenuto un ottimo ritmo. Splendido panorama direttamente sotto le torri del Vajolet, la cui scalata è meta di grande richiamo per i rocciatori (presenti anche al nostro arrivo). Mentre mangiamo i nostri panini il tempo peggiora decisamente e le cime vengono coperte dalle nuvole. Decidiamo quindi di rinunciare alla vista da Passo Santner e di incamminarci di nuovo sulla via dell’andata (partenza ore 14:00). Riusciamo a mantenerci su sentiero in quota senza ridiscendere fino al Rifugio Vajolet, arrivando così direttamente al Passo delle Coronelle per le 15:40, con un solo punto lievemente esposto. Da qui in 35′ siamo al rifugio Fronza dove prendiamo una meritata birra. Visto che siamo abbastanza riposati decidiamo di affrontare la discesa dal rifugio alla stazione a valle della seggiovia (600m di dislivello) in buona parte a corsa lungo i pratoni delle piste da sci, osservati attoniti dai turisti della seggiovia. Tornati al passo nell’ultima parte nel bosco (sentiero non sempre evidente) arriviamo al parcheggio per le 17:10 (30′ dal Fronza, almeno da raddoppiare andando senza correre).
Data: Sab 11/07/2020
Destinazione: Giro di Porta Vescovo
Meteo: molto nuvoloso fino alle 11:30, diluvio in seguito
Partenza: Passo Pordoi
Orario partenza: 9:15 Orario ritorno: 13:40
Tempo effettivo cammino: 3:35 Soste: 50min
Tempo previsto dalla guida: 4h
Riferimenti: esc. 20 guida escursionistica
Dislivello in salita: 420m
Aspetti positivi: giro piacevole per giorno di brutto tempo (magari meglio se non così brutto!)
Aspetti negativi: poco stimolante, buono solo come ripiego
Commenti: gita di ripiego causa previsioni di tempo pessimo puntualmente confermate e volontà di tornare in Toscana in serata.
Descrizione:
Partenza dal Pass Pordoi (2239m) dove parcheggiamo nel grande parcheggio della funivia. Si procede per bel sentierino fino a una chiesetta e poi lungo il crinale verso il Rifugio Fredarola (30′). La vista è già parzialmente coperta, ma intrepidi tagliamo i pendii erbosi che conducono fino al Rifugio Vièl del Pian (1h dalla partenza), con suggestive viste sul lago di Fedaia. Proseguiamo tra i primi schizzi di pioggia fino alla forcella Col de Paussa: qui le indicazioni non sono chiare ma con un po’ di sali scendi sempre con vista sulla valle di Fedaia riprendiamo il sentiero che conduce a Porta Vescovo e al modernissimo Rifugio Luigi Gorza dove arriviamo per le 11:30, quando inizia a piovere con intensità. Presto si scatena un vero e proprio diluvio e quindi decidiamo di consumare i nostri panini al rifugio. Alle 12:20 circa decidiamo di tentare la sorte: non ci salveranno né k-way né poncho perché la strada (larga e facile) si trasformerà presto in un acquitrino solcato da ruscelli in piena. A un certo punto si lascia la strada principale per prendere un sentierino che taglia il fianco nord della catena e conduce, dopo un breve tratto su strada asfaltata evitabile tagliando per i prati, di nuovo al Pass Pordoi. Arriviamo all’auto completamente mezzi alle ore 13:40 circa.