Tra i Monti Dauni c’è un incantevole borgo di pietra dove tradizione e magia si fondono in un unico abbraccio
Nell’articolo di oggi andiamo alla scoperta di un borgo davvero speciale, ricco di fascino e magia. Le sue deliziose casette sorgono in un territorio prevalentemente montuoso fra i Monti della Daunia, nel quadrante occidentale della provincia di Foggia, in Puglia, a circa 658 metri sopra il livello del mare. Le montagne che circondano il borgo sono ricoperte da boschi rigogliosi e profumati che risplendono di magia ed incanto. In inverno è possibile ammirare questi meravigliosi scorci naturali anche imbiancati dalla neve, che può scendere copiosa su queste terre, anche grazie alla vicinanza del Monte Cornacchia, la vetta più alta tra i monti della Daunia e dell’intera regione Puglia.
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Un luogo incantevole dove storia e tradizione si uniscono e ci raccontano un borgo dalle origini antiche
Stiamo parlando di Roseto Valfortore, un vero e proprio tesoro nascosto della Daunia. La storia di questa terra è veramente molto antica ed è toccata da influenze di popolazioni italiche preromane come quella sannita degli Irpini, greche e, infine, romane. Le popolazioni Sannite si riunirono in un Lega, la Lega Sannitica, nel tentativo di fronteggiare le mire espansionistiche di Roma, che le minacciava.
Dopo estenuanti confronti e guerre, l’Urbe ebbe la meglio e riuscì a conquistare anche questi territori. Nonostante manchino evidenze dell’esistenza di Roseto a quel periodo, risale proprio all’epoca romana il cippo funerario databile I sec. d.C., in lingua latina, reperito sul territorio insieme a delle monete ed altri oggetti databili sempre all’età romana. Il primo documento scritto in cui appare il nome del borgo risale al 752 ed è riconducibile all’allora duca longobardo Liutprando. Transitato sotto la dominazione Normanna, passò poi sotto il controllo di Guglielmo il Guiscardo, Bartolomeo I di Capua, Roberto di Capua e Bartolomeo III, che portò il borgo al suo massimo splendore. Nel corso del Seicento, Roseto passò di mano dai Lombardo ai Brancia fino ad arrivare a Giuseppe Saggese di Foggia, che acquistò il feudo e lo governò fino ai primi anni dell’Ottocento.
Nel 1848, Roseto e i suoi abitanti parteciparono attivamente ai moti risorgimentali che animavano il periodo e vissero poi l’avventura garibaldina, non senza spargimenti di sangue. Oggi Roseto è un borgo ricco di storia e tradizione che racconta di quelle imprese e avvenimenti secolari che lo hanno reso così magico e affascinante agli occhi di noi tutti.
Cosa fare e cosa vedere a Roseto Valfortore
Il borgo sorge in un territorio montano ricco di verde, profumi e aria pulita, ed è l’ideale per trascorrere dei fantastici momenti di relax all’insegna della natura. La vicinanza con il rigoglioso Bosco Vetruscelli, con i suoi fiori e gli alberi di cerri, faggi e querce, regala scorci naturali di grande fascino e bellezza, oltre che a prodotti tipici della tradizione locale come il profumatissimo e pregiatissimo tartufo nero, utilizzato altresì nella composizione del rinomato miele tartufato, che è un’altra specialità del luogo.
Grazie alla presenza di numerose specie di fiori selvatici, l’ambiente è ottimale anche per l’apicoltura e, infatti, oltre al tartufo, si produce un miele di eccelsa qualità, ricco di aromi e dal sapore unico, che rispecchia a pieno il variegato ecosistema circostante. Insomma, delle vere eccellenze gastronomiche tutte italiane. Oltre alla sua anima naturale, Roseto va scoperto nella sua anima urbana, dove è caratterizzato da architetture di matrice medievale ricoperte di fascino, storia e tradizione.
Passeggiando tra i vicoli del suo centro storico, infatti, è possibile ammirare le opere degli antichi maestri dell’arte degli scalpellini, rimasta ben impressa nella pietra locale che compone muri, colonne, antichi portali, fontane e bassorilievi. Da non perdere la visita alla deliziosa Chiesa Madre di Santa Maria Assunta e a quella di San Filippo, oltre che ai musei e ai mulini ad acqua, che raccontano la storia e l’antica tradizione del passato di questo meraviglioso territorio.
Come arrivare a Roseto Valfortore: ecco qualche consiglio che potrebbe venirvi utile
Il borgo è collegato al capoluogo di provincia e al resto della regione tramite due strade provinciali, una per Alberona, l’altra per Biccari, mentre una terza strada provinciale diretta verso Castelfranco in Miscano la collega alla confinante Campania, anche grazie al suo proseguimento verso la SS 90 bis. La macchina rimane il mezzo di trasporto ideale per esplorare in autonomia l’intero territorio, ma non mancano collegamenti bus con Lucera e Foggia.