Orrore all-inclusive: così i tour operator hanno trasformato i confini di Gaza nella nuova frontiera del turismo estremo

C’è un lato oscuro che sta fagocitando, lentamente, il comparto turismo: il viaggio dell’orrore. L’ultima “trovata” in ordine cronologico riguarda due tour promossi da TripAdvisor per visitare i confini di Gaza, e purtroppo non è l’unico caso.
Cercando idee di viaggio si può trovare di tutto, ma ciò che offre di questi tempi il noto portale TripAdvisor sta facendo rabbrividire. Sono diventati virali due tour in particolare, che portano i turisti nell’area dove il 7 ottobre 2023 si verificò l’attentato ai danni di giovani israeliani che stavano partecipando a un festival musicale.
Il “panorama mozzafiato”, come qualche recensione riporta, è costituito da macerie, da un cimitero di auto, da bandiere apposte in memoria dei morti. Il portale non è l’unico che offre viaggi disgustosi come questi, anzi, la realtà è molto più ampia di quanto si possa pensare. Ciò che ci si chiede è: fin dove ci si può spingere in nome di un business? E soprattutto, perché questi tour hanno addirittura successo? Quale tipo di persona ha il coraggio di visitare luoghi di morte e di instagrammarli? Qualunque siano le risposte, sarebbe necessaria un’analisi approfondita. Soprattutto interiore.
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Splatter-tour, ecco quanto costa vedere la pochezza umana
Attualmente, chi desidera “imparare qualcosa di più” su cosa sia successo quel terribile 7 ottobre, può prenotare un viaggio su TripAdvisor.
Sono due quelli attivi: il primo si intitola “7 ottobre – Tour del patrimonio e dell’eroismo al confine di Gaza”; per la modica cifra a partire da circa 163 euro a persona, la gita di 1 giorno “permetterà di assistere in prima persona e ricordare gli eventi e gli orrori del 7 ottobre al confine di Gaza e alla striscia di Gaza“, come recita la descrizione. Il viaggio viene presentato sotto un’ottica “culturale”, dimenticando che nel territorio è ancora in atto un crimine contro l’umanità, un genocidio senza precedenti perpetrato da chi ha deciso di rispondere ai terroristi di Hamas spazzando via un popolo intero.
La proposta di TripAdvisor, candidamente, con una naturalezza che spiazza non solo gli animi sensibili ma chiunque abbia umanità, specifica il tipo di esperienza: ” Vieni a vedere con i tuoi occhi i luoghi principali in cui sono accaduti questi eventi, ascolta le storie e incontra gente del posto, volontari da tutto il mondo e soldati. Durante il nostro tour, visiteremo diversi luoghi lungo il confine di Gaza e la striscia di Gaza e racconteremo la storia di questi giorni duri esattamente dove si è verificato, e come si riflette ancora oggi in Israele“.
Forse ancora più scioccanti, però, sono le recensioni dei clienti, che si dicono ampiamente soddisfatti. Si legge di “panorami mozzafiato”, anche se qualcuno dice che è “meglio non portare i bambini”, di un momento vissuto con grande enfasi “per assorbire il più possibile, per sapere, per iniziare a conoscere”. Per capire una tragedia (??). Con tanto di belle foto ricordo.
Il secondo pacchetto offerto è nello stesso “stile”: per circa 140 euro a persona si può acquistare il “Tour della realtà del confine di Gaza da Tel Aviv”; in questo caso, come si evince dalla descrizione, il turista ottiene “una visione più approfondita delle realtà passate e presenti della regione dopo il 7 ottobre vedendo la realtà e coinvolgendo i residenti locali“. Nel pacchetto è compresa la visita al cimitero delle auto distrutte durante l’attacco terroristico.
Palestinesi ricevono pasti dai volontari nella zona di Mawasi di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, il 26 aprile 2025.
Piccola nota da ricordare: mentre i turisti ammirano le macerie, c’è chi poco distante sta morendo di fame. Come si può visitare un luogo sapendo che qualche metro più in là i bambini e il popolo innocente stanno scomparendo a causa di atroci sofferenze? Ci si chiede: questi turisti, se potessero, andrebbero a vedere anche cosa accade dall’altra parte? Chissà, forse una sbirciatina col binocolo l’hanno data… Tant’è che, visto come si è diffusa velocemente la notizia, TripAdvisor ha provveduto a cancellare i commenti (schifati) relativi ai tour. L’ufficio marketing forse starà bacchettando l’azienda, che rischia adesso un grande boicottaggio – che è il minimo che l’umana decenza possa fare. Perché la mente umana (quella normale) non può che imbattersi in questo dilemma:
Quando domanda e offerta si incontrano, quale delle due parti è dal lato “sbagliato”? Chi vende l’orrore, o chi lo compra?
“Al peggio un v’è mai fine“, dicono in Toscana, ed è una citazione molto azzeccata. Questo perché la parte perversa di questo tipo di esperienze si palesa anche quando non c’è un operatore del turismo a fare da intermediario; basti pensare ai “curiosi del macabro” nei pressi della villetta di Cogne, dove nel 2002 venne assassinato il piccolo Samuele Lorenzi. Le persone si recavano nel giardino e intorno alla casa, portando via oggetti-ricordo. Li avranno messi in bella vista sulle mensole in salotto? Si saranno vantati con amici e parenti?…
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Pripyat, Ucraina, 31 agosto 2019: le auto paraurti abbandonate nel parco divertimenti
I tour di TripAdvisor non sono, purtroppo, gli unici che i clienti più “coraggiosi” possono acquistare. Nel corso degli anni, sono state e sono numerose le “esperienze estreme” offerte da varie agenzie di viaggio. Basti pensare alle visite guidate a Chernobyl e Pripyat, dove le persone possono vagare per la città fantasma, vedendo la desolazione che ancora a distanza di così tanti anni pervade la zona. Oggi i tour sono sospesi, ma hanno generato immensi introiti: secondo alcuni dati, al 2019 almeno 70 mila persone avevano effettuato tour di questo tipo, organizzati da varie agenzie specializzate.
Che dire poi del “turismo di guerra”? Le persone a caccia di “emozioni forti” hanno ampia scelta. Di recente, viaggi in Ucraina addirittura “a basso costo”, viaggi che vengono organizzati già da diversi anni, così come in Iraq, Afghanistan e i Paesi che hanno visto guerre e rivoluzioni. A notare l’ampio business di questo tipo di turismo di nicchia (che a chiamarlo così gli si fa un regalo) fu, tra gli altri, una regista polacca che nel 2014 si recò in Donbass per girare un documentario; lì venne a conoscenza di questo immenso giro d’affari. Inizialmente pensò a uno scherzo. Quando poi è uscito il suo documentario, in molti hanno poi potuto constatare come sia “cosa comune” andare a vedere case bombardate (e persone che ancora ci vivono, nella disperazione), o di come i turisti, con nonchalance, indossino tute mimetiche e si facciano selfie (magari con tanto di mitra in mano) da sfoggiare sui social.
Ciò che alimenta questo business, ancora una volta, è il desiderio di provare un’esperienza estrema, fuori dal comune. O almeno, questa è la definizione utilizzata da chi, con la perversione e il voyeurismo, ci campa e ci fa i quattrini. Sulla pelle, però, di chi invece cerca di sopravvivere e di superare orrori quotidiani. C’è davvero da riflettere su questo fenomeno, e su come l’umanità possa scivolare sempre più in basso, sempre più facilmente, in.. pochi clic, come aggiungere al carrello un vergognoso tour.