Non serve andare in Egitto per vedere le piramidi, perché a due passi da Roma ce n’è una particolarissima
Fare esperienze indimenticabili è bello, ma quando esistono alternative egualmente spettacolari, farle low-cost diventa proporzionalmente più bello a seconda di quanto si risparmia. Sapete che a due passi da Roma c’è una piramide molto particolare? Non serve mica prenotare un volo per l’Egitto, basta la provincia di Viterbo.
A un chilometro e mezzo da una fermata di via Cavour, a Roma, c’è la Piramide Etrusca di Bomarzo, alias Sasso del Predicatore o Piramide di Bomarzo. È un altare etrusco, a forma di piramide, coi gradini scolpiti dalla cima di una roccia e con tanto di passaggio scavato nella roccia stessa. Lo avete lo zaino, si? Ottimo.
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Com’è la Piramide Etrusca di Bomarzo
La salita della Piramide Etrusca di Bomarzo, con 26 scalini molto variabili
Al centro della Tuscia questo monolito giudica austero dall’alto di una collina che guarda tutti gli scorci della Valle del Fosso. Sovrastando il percorso nella pietra, a 16 metri d’altezza, era usata dagli etruschi per i riti sacrificali in onore agli dèi degli inferi e tutt’ora buona parte delle tracce è ancora lì, ben visibile.
Le origini vere e proprie però non sono mica certe: si teorizza che effettivamente derivino dai Rinaldoniani. I Rinaoldoniani sono stati un popolo di osservatori degli astri che amava tantissimo fare piccoli altarini, piazzati sul 4000 a.C. grazie all’Antico Testamento. Avrebbe potuto, però, non essere solo un altare votivo alla divinazione del cielo, ma un edificio che serviva a delineare i territori.
Ad ogni modo è una piramide simil-Maya, essendo una piramide tronca, con nicchiette, sedili e gradini scavati ai suoi lati. Ha tre altari, due mezzani più quello sul picco, e risalendo si possono vedere pure delle “scoline”. Come immaginerete sì, erano canalini per i sacrifici, e “Sasso del Predicatore” deriva dalla funzione sacrificale. È pieno di gradini, nicchiette e vani, tutto scavato nel tufo, ma dietro al grande masso c’è incisa una piccola croce. A neanche una trentina di metri c’è una piccola grotta, vicino alla rupe, con frammenti di vasellame dell’età Villanoviana.
Un luogo, una garanzia
L’Orco nel Parco dei Mostri
La Piramide Etrusca di Bomarzo sta a Bomarzo. Arguto, eh? Il punto è questo: Bomarzo è abitato dal neolitico ed essendo un punto strategico, fra il biondo Tevere e il lago di Vadimone, è stato protagonista di invasioni. Tante, in effetti: il nome originale di Bomarzo era Polimartium, la città di Marte, il dio della guerra dei romani; ma non solo.
In questa dolce zona del Tacchiolo, per coerenza, visse un certo Anselmo, futuro patrono di Bomarzo. Per coerenza, Sant’Anselmo di Bomarzo tracciò il segno della croce verso il cielo, facendo piovere delle ghiande di piombo sui Goti, impedendo una invasione, ed ora come ora le sue spoglie si trovano al duomo di Bomarzo, lì dal sesto secolo.
Bomarzo, però, è più conosciuto per il Parco dei Mostri, un labirinto di facce mostruose e statue grandiose, di cui la Piramide Etrusca di Bomarzo fa parte. Così come, certamente, i molti reperti etruschi e preistorici, includendo case scavate nelle rocce, tanti altari e luoghi di culto.
La piramide venne scoperta nel 1911 ma non fu approfondita per tanto tempo, per motivi probabilmente intuibili, portandone all’abbandono. Fu solo nel 2008 che cominciò la manutenzione di tutto il percorso, che ora come ora comincia dalla tagliata delle Rocchette e taglia in un bosco per un paio di sentieri.
Piccolo bonus. Se vi viene fame, poco sotto al centro storico c’è un ristorante chiamato L’Etrusca Bistrot (eccolo qui). Il bistrot è nato a fine dicembre 2021 ed è un wine-bar con una splendida terrazza e ottimo cibo. Se lo taggate nelle storie vi creano un diploma mostruoso, in ricordo dell’esperienza.