Sicilia Orientale, istruzioni per l’uso. Viaggio tra Catania, Siracusa, Noto, Taormina e Piazza Armerina in auto
Siamo Roberto e Maria, i MODICAT2, e torniamo a viaggiare un po’ dopo la pandemia con un giretto di sei giorni nella Sicilia orientale con l’obiettivo mirato di vedere lo stupendo tardo barocco siciliano e soprattutto due siti, per me “obbligatori”: la Villa del Casale a Piazza Armerina (EN) ed il Mikve di Siracusa. Certamente gennaio non è il periodo migliore causa clima incerto, ma lo è per i prezzi bassi di voli e B&B e non c’è folla di turisti; inoltre abbiamo approfittato di un offerta che si chiama SEESICILY con la quale il costo del volo (o della nave) è dimezzato e una notte ogni tre è gratis. In questo, ci ha ben aiutato l’agenzia siciliana Vacanze Singolari che trovate on line e, se quando leggerete questo racconto, l’offerta è ancora in vigore, approfittatene subito.
Indice dei contenuti
Informazioni utili sul viaggio
Come arrivare
Abbiamo fatto base a Catania arrivando in aereo. Ci si può arrivare anche in nave, da Napoli, Salerno, Reggio Calabria e certamente sarebbe stato più economico perché avremmo portato con noi la nostra macchina, ma i prezzi dei voli erano bassi e abbiamo scelto Easyjet. Per sei giorni, abbiamo portato con noi uno zaino bello pieno ciascuno e un trolley in due. Dato che partivamo da Napoli e il volo è la sera, siamo arrivati a Catania tardi e subito ci siamo dovuti fare 400 metri a piedi (e meno male che non pioveva) fuori dal terminal per andare all’autonoleggio, perchè sono lontani dalla sala arrivi (dopo il terminal C). Per la macchina ho scelto la copertura totale danni e furto, pagando parecchi soldi in più, ma scanso rischi ho annullato la franchigia visto che mi hanno dato un Lancia Y Hybrid nuovina. Comunque, a Catania, dietro consiglio del mio “albergatore”, la notte l’ho lasciata in Garage a 15 euro ogni 24 ore. Dall’aeroporto, in 15 minuti eravamo già al centro di Catania; bagagli lasciati nel B&B, passeggiatina per Via Etnea e cena alle 21,30 al ristorante Cortigghiu (il cortile), nella via Santa Filomena (zona movida di via Etnea). Buon cibo e prezzi accettabili. Poi a casa a riposare anche perché la sera il vento, che scendeva dall’Etna innevato, non era affatto piacevole.
Dove dormire
A Catania abbiamo dormito le prime tre notti (più l’ultima) al B&B La Magione del Re, in via Plebiscito, perché trovato su internet, mi erano piaciute le stanze art déco, a telefono erano stati cortesi e accoglienti e la posizione è vicina al centro, ma defilata. Lo consiglio caldamente, perché Alessandro e la moglie che sono stati super gentili e disponibili. Invece, a Siracusa, grazie al bonus SeeSicily, ci siamo concessi una botta di lusso, dormendo una notte al Grand Hotel Villa Politi, un super hotel dell’800 con camere elegantissime. A Piazza Armerina, abbiamo dormito all’Hotel Gangi, sulla via principale, piccolo ma silenzioso, il cui proprietario è, anche lui, gentile e disponibile.
Diario di viaggio
Le nostre mete sono state: Catania, Siracusa, Noto, Piazza Armerina, Palazzolo Acreide, Taormina, Aci Castello e sarebbero state molte di più se il clima, peggiorato all’improvviso fino a pioggia e neve, ce lo avesse concesso.
Il primo giorno, partenza da Catania per Aci Castello. Solo 15 minuti di auto. Arrivati al famoso Castello sul mare, abbiamo parcheggiato lì davanti e lo abbiamo visitato godendoci la veduta di AciTrezza e dei roccioni scagliati a mare da Polifemo incazzato con Ulisse che lo aveva accecato. Toilettes pubbliche disponibili e pulite. Poi ripartiti verso nord, arrivati a Taormina, dopo una quarantina di minuti di autostrada, abbiamo trovato parcheggio (cosa difficile perfino in bassa stagione) vicino al parco pubblico, (molto bello e da visitare) e poi siamo saliti a piedi a visitare la parte archeologica (Teatro greco e piccolo antiquarium), abbiamo mangiucchiato qualcosa al volo in una trattoria/salumeria (ce ne sono tante e tutte così: cibi cotti e salumeria assieme) un giretto nel bel parco comunale e poi siamo tornati a Catania a riposare. Infatti, a metà gennaio il 70% dei ristoranti e dei negozietti di souvenir di Taormina erano chiusi per ferie e i siti turistici erano abbastanza deserti e tristi. Bisogna anche dire che, se l’aspetto di Taormina e delle altre cittadine che abbiamo visitato deve essere sicuramente molto più vivo ed allegro in estate, risparmiare, il non fare file e avere tutto facilmente a disposizione ci è piaciuto molto.
Rientrati a Catania, un riposino e poi partiti alla scoperta del centro di questa elegante città barocca. Palazzi eleganti all’esterno e bellissimi all’interno, chiese e negozi caratterizzano via Etnea che è la via più ampia ed importante del centro, voluta fortemente così dagli architetti che hanno ricostruito la città dopo il super terremoto del 1693 in cui la città fu praticamente rasa al suolo. Per sicurezza, fecero le strade principali larghe e i palazzi bassi, per rendere il tutto un luogo sicuro nel caso di altro terremoto. Via Etnea, da un’estremità, è chiusa da un arco verso il mare e lì troverete il Municipio, il Duomo e la badia, entrambe dedicate a Sant’Agata, il cui culto è sentitissimo a Catania e non solo. Sulla badia salite fino alla cupola e godetevi il panorama di Catania. A piazza duomo, non perdetevi i dolci e il cibo di Prestipino. Dal lato opposto, la Via Etnea punta verso l’Etna ed è lunga circa 3 km. Non mancate, alla mattina, di fare un giro nel rione della Pescheria dove pesce e verdure sono in vendita da secoli e dove odore di pesce e simpatia dei venditori non mancano mai. Da lì, non perdetevi (da prenotare) il tour dello stupendo palazzo Bischeri. Per completare Catania dovete visitare l’ex convento di San Nicolò l’Arena, ora una delle sedi dell’Università, e la chiesa adiacente. Visitate le varie chiese tutte dedicate a Sant’Agata e ciò che resta dell’anfiteatro romano.
Dove mangiare a Catania
La prima sera, siamo andati a Via Santa Filomena, zona di movida serale, se invece volete mangiare bene e spendere poco, andate nella parte finale di Via Plebiscito (attorno al numero 830) e mangiate in una qualsiasi delle bracerie/trattorie popolari che sono lì una vicina all’altra. La più economica è la trattoria che sta di fronte alle Tre Torri, vicino a una macelleria ed il cui nome inizia con Zè a fianco alle Tre Torri, una trattoria gettonatissima è Achille (andateci presto per trovare posto). In centro invece è famosa la Trattoria del Cavaliere dove preparatevi a fare la fila per avere un tavolo. A via Plebiscito ogni trattoria aveva la propria brace per arrostire tanti diversi tipi di carne fra cui, se supererete una innata diffidenza, potrete mangiare la famosa carne di cavallo e di asina che a Catania è una pietanza irrinunciabile per i catanesi e un assaggio dovuto per i turisti. Noi lo abbiamo fatto e a dirvi la verità, se non ci avessero detto di che animale era la carne, non ci saremmo accorti della differenza con la carne di bovino.
Siracusa
La nostra terza mèta, lasciando Catania, è stata Siracusa, dove abbiamo visitato la cattedrale (2 euro), l’enorme teatro greco e un poco la città, passeggiando a piedi nella parte più antica che si chiama Ortigia e che era un’isola. Lì, vicino al mare, vi consiglio di andare vedere una cosa unica in Europa, ovvero l’antichissimo Mikve ebraico-bizantino (via Alagona 52, vicino a via Nizza) di grande interesse storico, specialmente per gli ebrei, dove, alla scadenza di ogni mezz’ora, una graziosa signorina vi mostrerà il sito e vi darà tutte le spiegazioni del caso per 5 euro a testa. Cena genuina e economica in serata da Ammucca, una macelleria/trattoria, dove i proprietari cucinano molto bene. Consigliata la carne in gelatina e i pomodorini secchi che sono deliziosi.
Noto, Palazzolo Acreide e Piazza Armerina
Dopo una botta di vita con camera e colazione in hotel di lusso, abbiamo lasciato Siracusa per visitare Noto, dove una simpatica e preparatissima addetta alla biglietteria del Municipio, ci ha dato interessanti spiegazioni sulla storia interessantissima di questa importantissima città barocca. Abbiamo visitato la Cattedrale, la sala degli specchi del municipio e Palazzo Ducezio (assieme 7 euro) che decisamente vale la pena di vedere. Faceva un freddo cane e un poco pioveva, per cui ci siamo limitati a passeggiare un poco per poi ripartire e andare a vedere Palazzolo Acreide dove, causa vento ancora più gelido, abbiamo visitato solo la bella cattedrale e poi siamo fuggiti verso Piazza Armerina (vicino ad Enna) che era la meta principale del nostro viaggio. Lungo strade di collina abbastanza complicate, ma grazie al navigatore, dopo un’ora e mezza siamo arrivati a Piazza Armerina e ci siamo fermati a dormire al piccolo Hotel Gangi. Cena discreta da Sosta & Gusta, una trattoria proprio dietro l’angolo dell’albergo; e poi, per consolarci dal freddo, abbiamo comprato due stupendi cannoli alla pasticceria Diana (ottima ed economicissima!) a 50 metri dall’albergo, per poi fuggire in camera perché c’erano 4 °C, vento e pioggia. La mattina dopo, stesso freddo e vento, ma almeno tempo sereno, ma con neve in arrivo per la sera.
Piazza Armerina è molto carina e noi abbiamo visitato innanzitutto la Cattedrale in cima al paese (sembrava chiusa, ma c’è un’entrata laterale) poi attraverso le antiche stradine lastricate a pietre della città, siamo andati direttamente alla Villa del Casale, un sito che io desideravo vedere da anni. Si tratta di una ex villa imperiale romana in cui potrete vedere 3.500 metri quadri di mosaici romani di quasi 2.000 anni fa, tutti perfettamente conservati e di una bellezza indescrivibile. Consiglio di prenotare una guida locale (stazionano all’ingresso della Villa) per farvi spiegare il più possibile ciò che vedrete, perché è un sito unico al mondo e merita almeno due ore di tour all’interno. Prima di tornare a Catania, se avete voglia di vedere ancora qualcosa di antico romano, arrivate a Morgantina, vicino a Piazza Armerina, e visitate il museo e gli scavi con il biglietto di ingresso integrato. Al pomeriggio presto, per evitare la neve in arrivo, siamo ripartiti da Piazza Armerina ed abbiamo fatto ritorno a Catania dove, c’erano 14-16 °C e tempo sereno, per cui abbiamo avuto modo di fare, alla sera ed il giorno dopo, qualche altro tour prima di ripartire e tornare a casa soddisfatti e rilassati.
Conclusioni
Alla fine dei 6 giorni avevamo percorso 650 km, mangiato benissimo assaggiando le bontà della cucina siciliana ed apprezzato la spontanea simpatia e la calda accoglienza dei siciliani; purtroppo, causa freddo e pioggia incombente non abbiamo fatto il tour sull’Etna che invece consiglio e, se avrete bel tempo e più tempo di noi, allungatevi in auto fino a Marzamemi che è deliziosa, Ragusa Ibla, magari spingendovi fino ad Agrigento per vedere la Valle dei Templi.