Irlanda centro nord, tra natura e città
Torniamo per la seconda volta in Irlanda, in una terra che ci ha stregati per la sua natura rigogliosa, i paesaggi incantevoli e un popolo sorridente e accogliente.
Indice dei contenuti
Un viaggio che ci ha rigenerati pur percorrendo circa 1000km.
24-30 luglio 2021
Premessa
Eravamo già stati in Irlanda per visitare la zona sud ovest, e ce ne eravamo innamorati. Siamo quindi tornati per visitare la parte centro nord.
Il viaggio si è svolto con le limitazioni per la pandemia COVID ancora in corso: principalmente ci siamo scontrati con l’impossibilità di mangiare all’interno dei locali, dove anche la musica dal vivo è stata molto meno presente di quanto solitamente accade in Irlanda.
Partiti dall’Abruzzo, abbiamo volato da Roma verso Dublino, dove abbiamo noleggiato un’auto.
Si, in Irlanda si guida dal lato opposto a quello di tutta Europa. Ma non lasciatevi spaventare: una volta che sarete nel traffico sarete incanalati nel flusso e tutto sarà abbastanza facile e “guidato”. Gli unici momenti in cui dovrete fare più attenzione sarà in uscita dai parcheggi, o nelle immissioni agli incroci, dove potreste farvi prendere dall’abitudine di immettervi nella corsia come siete sempre stati abituati a fare nel resto d’Europa.
Abbigliamento
Anche se viaggiate d’estate, portate una maglia/felpa, e un giubbetto antivento/antipioggia. L’Irlanda ha il cielo e il tempo piacevolmente mutevoli e una giornata caldissima può divenire improvvisamente fredda e piovosa per poi tornare a brillare di luce in poche ore.
Pernottamenti
In Irlanda i B&B sono diffusissimi, e ci sono tantissimi alberghi. In occasioni precedenti abbiamo spesso optato per trovare un alloggio al momento, senza prenotare prima per non vincolarci troppo nei programmi di viaggio e nelle tappe.
Tuttavia ci siamo trovati, viaggiando in alta stagione, con il pienone degli alloggi e a dover spesso ripiegare su poche possibilità rimaste, spesso scadenti o a prezzi molto alti. Inoltre il rischio è di dover perdere molto tempo nella ricerca di un alloggio con l’ansia che ti sale, sottraendolo alla visita dei luoghi.
Pertanto il nostro consiglio è di prenotare prima, magari facendo programmi e tappe che non siano eccessivamente tirati e che sapete di poter certamente rispettare.
Il viaggio
Abbiamo inserito nella mappa tutti i luoghi che, secondo tanti diari di viaggio, meritano di essere visitati; li abbiamo organizzati in giornate di viaggio e tappe: in 7 giorni si possono fare con tranquillità.
1° giorno
Arrivo e visita di Dublino nel primo pomeriggio.
Sbrighiamo le pratiche per ritirare l’auto che avevamo già prenotato dal web, ma lo sportello era molto affollato e perdiamo molto tempo… ci fanno presente inoltre che nel prenotare avevamo selezionato l’opzione per un’auto piccola, (vedi tu… siamo in due…) e che non ha condizionatore, (cosa non riportata nella prenotazione…) vabbè, scegliamo l’upgrade, ritiriamo l’auto e partiamo.
Con il senno di poi l’upgrade per avere l’aria condizionata è stata una scelta giusta: nonostante fossimo in Irlanda, quando il sole picchia il caldo si fa sentire.
Usciamo dall’aeroporto, ci dirigiamo a Dublino, andiamo nel nostro albergo a prendere la stanza e poi ci immergiamo nella città, girandola a piedi.
Il nostro suggerimento è di andare nel primo tourist point e prendere la mappa della città (probabile che l’abbiano anche alla reception dell’albergo)
Su questa, segnate tutti i posti da vedere fate un percorso ideale e poi lasciatevi prendere dalle strade, dai suoni, da ciò che captate: percorrete non solo le vie principali ma “fingete” di perdervi nelle vie secondarie, dove potrete realmente respirare e vivere l’atmosfera della città che visitate.
Il pomeriggio ed il mattino successivo sono dedicati a girare la città, che in parte avevamo già visto anni prima: le vie del centro, la Christ Church, il Dublin Castle, il parco St. Stephen’s green e molte alte attrazioni che potrete trovare menzionate sulle mappe cittadine. Inframezziamo le passeggiate con momenti di relax, una birra nel pub, un brownie o qualche altro dolcetto tipico.,,
Che spettacolo di città: viva e ordinata, calda e ospitale e immediatamente fredda e cupa quando arriva la pioggia!
Per mangiare e bere, scegliete un qualsiasi pub locale, dove potrete assaggiare i menù del posto, accompagnati da birra irlandese (Guinnes, Kilkenny…) e godere della musica dal vivo!
Per visitare Dublino considerate almeno un giorno e mezzo.
2° giorno
Visita di Dublino. Ore 15:00, partenza per Galway dove arriviamo alle ore 18:00.
Tappa: Clonmacnoise
Il secondo giorno attraversiamo L’Irlanda centrale da est verso Ovest, con direzione Galway, tagliando tutta la parte sud che abbiamo già visto anni prima (e che tuttavia torneremo a visitare perché è bellissima).
Facciamo tappa a Clonmacnoise, un cimitero che non ha nulla a che vedere con quelli italiani, come tutti quelli in Irlanda, e che merita di essere visitato per due motivi:
- si respira davvero una sensazione di pace, senza alcuna aria lugubre o macabra; è un cimitero immerso nel verde, perfettamente integrato nell’ambiente.
- Al suo interno ci sono alcune delle croci celtiche più antiche e grandi di tutta l’Irlanda.
In un angolo del cimitero ombreggiato, complice il caldo e il sole battente, un poco di stanchezza e la frescura dell’erba, mi sdraio e mi addormento davvero in santa pace, finché mia moglie completa il suo tour del posto e viene a svegliarmi.
Raggiungiamo quindi Galway, che iniziamo a visitare nel tardo pomeriggio.
Galway è una stupenda cittadina di mare, piccola e viva, con molti locali che animano le vie del centro e dove si può bere e mangiare ascoltando musica dal vivo.
Anche in Galway, perdetevi nelle sue vie, visitate la zona centrale e fatevi trasportare; poi visitate la zona del porto, anch’essa molto caratteristica; merita davvero.
Di Galway è originario il famoso Claddagh Ring: composto da due mani che tengono un cuore sormontato da una corona. Le mani simboleggiano l’amicizia, la corona è simbolo di lealtà e il cuore dell’amore. Questo anello deve l’origine del suo nome ad un villaggio di pescatori sulla Baia di Galway, in Irlanda, chiamato proprio Claddagh.
Lo troverete in fogge diverse in diversi negozi. Noi l’avevamo acquistato già a Dublilno, trovandolo in un negozio di anelli in argento.
Se volete un ricordo dell’Irlanda personale per me è l’ideale ed ha una forte simbologia.
3° giorno
Isole Aran. Ore 19:00, rientro a Galway per cena e pernotto.
Per indicazioni sulle prenotazioni per le navi vi lascio questo link.
Ci imbarchiamo al mattino sulla nave, il tempo sembra buono il cielo è sereno ma, si sa, il cielo d’Irlanda è mutevole e come dice la Mannoia “Il cielo d’Irlanda a volte fa il mondo in bianco e nero. Ma dopo un momento i colori li fa brillare più del vero”.
E così poco dopo il cielo si copre e diventa grigio, ma noi siamo attrezzati con maglie e giubbetti antipioggia.
Arriviamo quindi all’isola di Inishmore, che abbiamo scelto come nostra meta decidendo di non andare anche alle altre.
L’ingresso alle isole Aran sembra un viaggio in un modo parallelo e surreale, congelato in uno stato dove si percepisce la presenza antica dell’uomo che è stata in larga parte nascosta e cancellata dalla natura che ha ripreso i propri spazi.
Per la gran parte non ci sono alberi, solo erba e cespugli; tutti i vastissimi campi sono percorsi da muretti di pietre a secco che delimitavano i campi appartenenti a diverse famiglie e pastori che praticavano la pastorizia, di cui oggi non c’è se non qualche piccola traccia.
Muretti bellissimi che sono quasi opera d’arte, e ti guidano in un percorso verso uno dei posti più belli e spaventosi dell’Irlanda, simile a ciò che potete vedere alle Cliffs of Moher: le scogliere a picco sull’oceano.
Scogliere alte centinaia di metri, senza alcuna protezione, da cui avendo una buona dose di coraggio si può sporgere la testa per proiettare lo sguardo giù sul mare e sentire una brivido di paura.
La foto di mia moglie e il suo sguardo testimoniano il disagio che provava mentre mi sporgevo.
Avremmo voluto continuare a girare l’isola, a piedi o prendendo a noleggio delle biciclette nei dintorni del porto, ma il tempo che fino a questo momento ci aveva graziati decide di non poterne più e inizia a buttare giù una pioggia torrenziale.
Quindi ci ripariamo e attendiamo la nave che ci riporta a Galway.
Tornati al B&B, umidi fino alle ossa, facciamo una doccia rigenerante e usciamo per cena; nel frattempo è spiovuto e rasserenato. Andiamo in un pub che sono le 20.00.
Sfortunatamente il loro dispositivo per la verifica del green pass COVID non riesce a leggere i nostri, quindi non possono farci accomodare. Rinizia a piovere, siamo esausti di girare, torniamo al B&B che siamo di nuovo fradici.
La proprietaria del B&B, ospitalissima, ci chiede di darle i nostri vestiti e li mette in asciugatrice, dopodichè di prepara una cena e ce la offre in salotto.
Impareggiabile ospitalità irlandese.
Giornata intensa e bella!
Questo link richiama un blog dove le isole sono davvero ben descritte, e dove potrete trovare ulteriori info su cosa vedere.
4° giorno
Tour del Connemara con destinazione Leenane.
Tappe: Carna, Roundstone, Clifden, Claddaghduff, Abbazia di Kylemore
Lasciamo Galway per addentrarci nel Connemara, che è una regione che si differenza parecchio dal resto dell’Irlanda: il verde lussureggiante delle zone del sud qui si alterna ad ampie aree che, seppur verdi, hanno un aspetto un po’ più aspro, perché più ampiamente roccioso e palustre, con molti laghetti e insenature di acqua salmastra.
Percorrere le strade che serpeggiano costeggiando il labirinto dei laghetti è bellissimo e apre lo sguardo a scenari incantevoli, a volte con vista sul mare, a volte su corsi d’acqua e praterie verdi.
Ci godiamo questo spettacolo, anche oggi con il cielo mutevole che crea spettacoli di colori e luci, passando per diversi paesini che visitiamo parcheggiando la macchina e passeggiandoci a piedi per un tempo massimo di 1h ciascuno (più che sufficiente) e arriviamo quindi all’abbazia di Kylemore; l’edificio era, in origine, la casa creata da un ricco politico Irlandese nel cuore del Connnemara, di fronte ad un grande lago, per la moglie che si era innamorata di questo posto. Oltre alla casa maestosa e bellissima, nella tenuta si trova anche una piccola chiesa costruita secondo lo stile di una grande cattedrale.
La sfortuna accompagnò questa coppia e la donna morì presto per una malattia contratta in un viaggio in Africa. Dopo diverse vicende familiari, la casa finì per essere venduta alle monache benedettine in fuga dal Belgio dopo la prima guerra mondiale, che qui vi fondarono un monastero.
Oggi la casa è visitabile in piccola parte, insieme alla chiesa, e al parco. La visita può richiedere dall’oretta a un tempo più ampio, se volete godervi il parco molto esteso.
Fate però attenzione agli orari di chiusura, che sono abbastanza precoci.
Ci rimettiamo in auto e ci dirigiamo a Leenane, piccolissimo paese alla estremità del fiordo più lungo dell’Irlanda.
Il paese non offre molto da vedere, ma lo spettacolo del fiordo con il sole che ci tramonta sopra in lontananza è magnifico.
Ancora più sorprendente è scoprire che alla punta estrema del fiordo, dove il terreno scende dolcemente verso il mare con un prato verdissimo, non c’è una spiaggia ma un piccolo cimitero.
“Guarda come un popolo onora i propri morti e capirai quanto civili essi sono” diceva un mio zio.
Stando a questa massima, gli Irlandesi sono un popolo civilissimo.
Percorrendo la strada per esplorare i dintorni, scopriamo per puro caso nei paraggi c’è la foce di un fiume che entra nel fiordo. Vediamo su un ponte alcune persone affacciate, e chiedendoci il motivo scopriamo che è in corso la risalita dei salmoni, che vediamo saltare nel fiume per risalire la corrente e andare a deporre le uova.
Rimaniamo lì una mezz’oretta a guardare questo spettacolo, poi andiamo a cena che consumiamo in un ristorante lungo la riva del fiordo, mangiando pesce vicini ad un caminetto acceso il cui calore è piacevole nelle sere irlandesi.
5° giorno
Da Leenane a Belfast
Tappe: Derry, Giants Causeway, Rope bridge, Causeway coastal route, the Dark Edge.
Il tempo al mattino non è favorevole e partiamo con il cielo grigio.
La strada da fare oggi è lunga, e il primo tratto di strada non prevede tappe interessanti, quindi ci dirigiamo a Derry, che non abbiamo intenzione di visitare perché da quanto abbiamo letto non riserva grandi meraviglie e ci fermiamo lì solo per mangiare.
Ci muoviamo quindi alla volta del parco del Giants Causeway (il selciato dei giganti), una spettacolare distesa di basalto vulcanico che raffreddandosi nel mare ha originato 40.000 colonne di forma esagonale.
Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
È evidente che la forma particolare di queste rocce ha originato le leggende secondo cui sarebbero state posizionate così da giganti per costruirsi un loro selciato.
L’ingresso al “parco” è gratuito, e ci si arriva con una passeggiata di 10 minuti.
Volendo c’è anche un museo, che noi non abbiamo visitato.
Dal Giants causeway muoviamo alla volta del Rope Bridge: un ponte di corda che unisce un’isoletta minore all’Irlanda.
Le foto e le testimonianze di altri che hanno attraversato questo ponte ci avevano spinto a fare altrettanto.
Purtroppo quando siamo arrivati lì abbiamo scoperto che l’accesso al ponte era stato chiuso alle 17.00; pensavamo che l’apertura fosse molto più prolungata, vista anche la presenza di luce solare fino a tarda sera.
Peccato. Vi consigliamo di farlo, ma di prendere informazioni anticipatamente su orari ed eventuali prenotazioni, perché abbiamo avuto modo di capire che gli accessi sono limitati.
Ci godiamo comunque il panorama prima di muoverci verso The Dark Hedges: un tratto di strada lungo qualche centinaio di metri bordato da faggi secolari che intrecciano i loro rami sinuosi in modo da formare una galleria vivente, con giochi di luci ed ombre fantastici, diventato famoso perché scenario di diverse sequenze cinematografiche (ultimo Il trono di spade).
Arriviamo in serata a Belfast, che iniziamo a visitare e cerchiamo un locale in cui cenare.
6° giorno
Belfast
Abbiamo dedicato un giorno del nostro programma di viaggio alla visita di Belfast, considerando la sua importanza storica e culturale.
Ne siamo però rimasti abbastanza delusi; Belfast non ci ha trasmesso una sua anima, non ne abbiamo percepito una essenza. Non è Irlanda, ma nemmeno una città del Regno Unito anche se nel tempo si è andata trasformando per conformarcisi. Nella sua struttura urbanistica si percepisce benissimo questa trasformazione: le tipiche case che abbiamo avuto modo di vedere a Dublino come a Galway, sono qui state sostituite nel tempo da palazzi più moderni, con stili costruttivi moderni e abbastanza anonimi. Le strette strade delle città irlandesi sono in genere state sostituite da ampie strade su cui affacciano palazzi bianchi e vetrati. L’anima irlandese ancora aleggia e si può percepire in qualche angolo della città, principalmente in pochi vicoli del centro dove antichi palazzi e case in mattoncini rossi ancora resistono e testimoniano l’antica sembianza cittadina, e dove si affollano numerosi pub.
Non solo nell’architettura ma anche negli aspetti culturali, nelle manifestazioni che vengono pubblicizzate sui cartelloni, nelle vetrine dei negozi, negli slogan dipinti sui muri e nei murale, in tutta la città si sente ancora forte il dissidio tra l’anima irlandese e la trasformazione obbligata verso l’appartenenza al Regno Unito. Gli anni della guerra civile (The troubles) avvenuta tra gli anni ’60 e fine anni ’90 sono lontani ma la brace della guerra brucia ancora.
7° giorno
Verso Dublino per il volo di rientro
Tappe: Monasterboice, Carlingford
Ultimo giorno di vacanza.
Partiamo da Belfast per dirigerci verso Dublino per tornare a casa. Il viaggio dura circa 2h e l’aereo parte nel primo pomeriggio.
Abbiamo quindi un minimo di tempo per due tappe: La prima tappa è Carlingford, un bel paese caratteristico che merita una breve visita.
La seconda è a Monasterboice, un antico sito monastico dove si possono ammirare resti di un antico monastero, una torre alta 35m che doveva essere un rifugio per i monaci durante le invasioni Barbariche, e soprattutto due croci celtiche indicate come le più belle e alte di tutta l’Irlanda.
In particolare una, la “Croce di Muiredach“, alta 5,5 metri, è considerata come la più bella e alta croce di stile celtico d’Irlanda. Deve il suo nome all’abate Muiredach mac Domhnaill e mostra numerosi e ben conservati rilievi del Nuovo e Vecchio Testamento.
Sulla strada avremmo voluto visitare anche Newgrange, un monumento preistorico che è una tomba a corridoio eccezionalmente grandiosa costruita durante il neolitico, intorno al 3200 a.C., che la rende più antica di Stonehenge e delle piramidi egizie. Purtroppo non ci siamo trovati con i tempi di visita e soprattutto con le restrizioni dovute al COVID, quindi abbiamo dovuto rinunciarci.
Ci siamo così rimessi in auto per tornare in aeroporto, cercando un pub lungo la strada di campagna in cui ci trovavamo per l’esigenza di mia moglie di andare in bagno.
Abbiamo trovato un pub chiuso per ristrutturazione, ma il proprietario che era all’interno ha intuito la nostra esigenza prima che glielo dicessimo e ci ha fatto entrare comunque, offrendoci tè, biscotti e succhi di frutta, rigorosamente “for free”, confermando la eccezionale ospitalità, apertura e amichevolezza del popolo irlandese.
In particolare nel 2021, quando l’Italia aveva ripetutamente sconfitto l’Inghilterra in più manifestazioni, e gli Irlandesi erano più che felici di festeggiare gli italiani!
Note a margine
L’Irlanda non ha grandi e numerosi monumenti, opere d’arte o altre attrazioni simili che in Italia spuntano ovunque, finanche nei paesini più sperduti.
L’Irlanda ha però enormi bellezze paesaggistiche e naturalistiche, che cerca di valorizzare e tutelare il più possibile, integrandoci le proprie attività.
Ciò che mi spinge ad andare e tornare in Irlanda non è la ricerca della capacità artistica umana, ma è la sensazione di estrema e profonda pace e tranquillità che trasmette il contatto con la sua natura selvaggia ma dolce; il girare sulle sue piccole stradine costiere con la vista sul mare e nei i paesini di pescatori colorati, il cielo mutevole azzurro intenso e bianco latte che “ti annega di verde e ti copre di blu”, i prati verdi che più verde non si può, il rapporto con il loro popolo amichevole, forte e accogliente ed il loro modo semplice di vivere e godere la vita.
Un viaggio in Irlanda è un viaggio rigenerante nel corpo e nello spirito.
Il cielo d’Irlanda è un cielo che, quando l’hai visto, rimane dentro di te.
Buon viaggio a voi!