London calling again
Dopo tanto tempo si decide di tornare nella capitale inglese in pieno fermento da Brexit, trascorrendovi una settimana nella speranza di poterla esplorare con più calma e consapevolezza rispetto alla prima occasione. Vi trascorriamo una settimana, da mercoledì a mercoledì approfittando di una buona offerta sui biglietti aerei, voliamo infatti con British Airways da Genova, considerando che oramai le low cost non offrono più le offerte imprendibili di un tempo preferiamo , quando possibile, utilizzare compagnie di linea che danno maggiori garanzie in termini di assistenza e servizio.
18 SETTEMBRE
La partenza è fissata poco prima dell’una, pur essendo liguri raggiungere Genova non è comodissimo, dopo la tragedia del ponte Morandi purtroppo la logistica è peggiorata in maniera evidente e ci impieghiamo circa due ore per coprire poco più di 100 km facendo lo slalom fra gli infiniti cantieri lungo l’autostrada e il prevedibile traffico cittadino.
Detto questo arriviamo comunque per tempo, il Cristoforo Colombo di Genova è un piccolo aeroporto quindi i controlli sono rapidi, il volo parte con circa mezz’ora di ritardo ma la giornata è splendida quindi si arriva all’aeroporto di Gatwick comunque in perfetto orario. Da qui ci sono varie possibilità per raggiungere il centro, noi optiamo per il Gatwick Express, il treno che collega l’aeroporto direttamente con Victoria Station. Mi rendo conto che si tratta dell’opzione meno economica, due biglietti andata e ritorno ci costano poco meno di 90 sterline, ma anche la più rapida infatti il viaggio dura circa mezz’ora ed è estremamente comodo.
Per quanto riguarda la sistemazione abbiamo trovato un hotel in zona Notting Hill, il Vincent House Residence. Sono del parere che in grandi città come Londra il rischio di finire in un hotel di scarsa qualità sia molto alto e proprio per questo, avendo risparmiato sui voli, decidiamo di spendere qualcosa in più ma dovendo restare per una settimana cercavamo qualcosa in una zona non troppo defilata ma tranquilla e che ci offrisse anche la colazione. Non è una struttura nuova ma estremamente pulita, a pochi metri dalla fermata della metro a da Portobello Road in una zona ricca di ristoranti, pub e negozi. Per spostarsi a Londra i mezzi pubblici sono fondamentali, la soluzione più comoda ed economica ci è sembrata la Oyster Card, si può fare tranquillamente in qualsiasi fermata della tube decidendo con quante sterline caricarla. Su un soggiorno di una settimana noi decidiamo di caricarle con 50 sterline a testa, consapevoli del fatto che a fine soggiorno ci sarà la possibilità di farcele rimborsare recuperando il credito non utilizzato (comprese le 5 sterline di cauzione) sempre utilizzando le macchine.
Come primo giorno non riusciamo a fare molto, ci concediamo una passeggiata nei Kensington Gardens complice anche la bella giornata di sole, una rarità a Londra. Il nostro obbiettivo è quello di scoprire una città diversa, vedere ciò che per vari motivi non siamo riusciti a vedere durante il primo viaggio, con molta calma e consapevolezza. Per oggi decidiamo di esplorare i dintorni, un giro nel verde, un thè all’aperto con una buona fetta di dolce tanto per iniziare ad entrare nel clima di questa immensa città. Prima di rientrare in hotel percorriamo una parte di Portobello Road che dista poche centinaia di metri, ci sono tutti i negozi aperti e devo dire che l’impatto visivo è molto interessante, i colori, il continuo viavai di persone rendono tutto ancora più caratteristico, non mancheranno comunque le occasioni nei prossimi giorni per potervi ritornare. Come già detto prima ci sono locali ovunque, come prima sera ne sperimentiamo uno abbastanza vicino all’hotel, il The Champion è il classico pub inglese, atmosfera allegra, luci un po’ basse, ed in più ha la storia nel senso che era frequentato da Freddy Mercury in persona e i riferimenti sono ovunque.
19 SETTEMBRE
A Londra il meteo è un fattore fondamentale, bisogna sempre essere preparati al fatto che possa cambiare repentinamente, di solito in peggio. Anche per questo motivo lo teniamo sotto controllo costantemente, e secondo le previsioni ci attendono alcuni giorni di sole e temperature miti, da non credere. Questa è la ragione che ci spinge a lasciare per gli ultimi giorni le visite dei musei quando il tempo dovrebbe peggiorare, oggi facciamo una passeggiata un po’ inedita e forse poco conosciuta,
Un lungo percorso che da King’s Cross arriva alla Little Venice passando attraverso una zona di fatto industriale ma abilmente recuperata all’uso abitativo. Conosciuta un tempo come zona poco raccomandabile King’s Cross negli ultimi decenni è stata oggetto di continui lavori di riqualificazione che l’hanno trasformata in una delle zone più trendy della città, con nuove piazze e strade. Non c’è dubbio che ormai quest’area sia diventata un polo di attrazione per la scena artistica e underground londinese, il teatro all’aperto di Granary Square è dedicato alle esibizioni di musicisti ed artisti di strada, ma non è l’unica cosa degna di nota. Percorrendo il Regent’s Canal in direzione Little Venice si incontrano per esempio il Gasholder Park, un moderno parco ricavato da un vecchio gasometro dismesso. In generale questa passeggiata offre molto a chi vuole vedere qualcosa di diverso, le mura lungo il canale sono ricche di murales realizzati anche da grandi street artist come Banski, le caratteristiche imbarcazione che un tempo solcavano il canale oggi sono state trasformate in ristoranti o battelli per il trasporto dei turisti, ma sono comunque interessanti da vedere. Ci sono alcuni scorci che gli appassionati di architettura ameranno senza dubbio, da profano ho notato una grande ricerca nel recupero di materiali e strutture, si può parlare di archeologia industriale quando anche il metallo diventa un materiale dominante nella realizzazione di abitazioni.
Il percorso completo dura circa 45 minuti, ma si può fare tranquillamente a tappe, una di queste è Camden Town. La capitale inglese è ricca di mercati e questo a mio parere è quello più allegro ed alternativo, una vera e propria esplosione di colori, tutti i negozi lungo la strada principale, Camden High Street, hanno insegne enormi, volutamente esagerate, non è un caso infatti che questo sia il regno di tutto ciò che è alternativo, abbigliamento ed oggettistica gothic, vintage o punk. Nel 2008 la zona fu colpita da un incendio che causò molti danni, di fatto questa tragedia fu un’occasione per ripartire, con grandi investimenti si diede il via ad un’opera di riqualificazione oggi più che evidente. Se amate lo street food qui troverete di tutto, ci sono bancarelle di ogni genere, cibo etnico e tradizionale a prezzi più che onesti, diciamo che si respira forse la vera aria di Londra. Dopo aver pranzato in zona torniamo con calma verso la zona di Notting Hill, l’idea non è ovviamente quella di tornare in hotel ma di visitare con calma un altro famoso mercato della città, Portobello Road.
Come detto si trova a poca distanza dal nostro hotel, la sera prima siamo riusciti a dare un’occhiata rapida ma con i negozi chiusi diciamo che non rende l’idea, ma con una bella giornata di sole tutto cambia. La via è brulicante di vita, i negozi sono tutti aperti ed in pieno fermento, come nel caso di Camden anche qui ciò che colpisce sono i colori e le insegne particolari più di quello che viene venduto. Alla fine dei conti i vari shop propongono quasi tutti souvenir, oggetti che si possono trovare dappertutto in verità, ciò che è speciale è appunto l’atmosfera, difficilmente chi viene a visitare Londra non inserisce Portobello Road fra le sue tappe.
Un piccolo consiglio per quanto riguarda i pasti, come prevedibile a Londra c’è una scelta vastissima, i ristoranti sono più che altro di cucina etnica quindi se si vuole assaporare la vera atmosfera british credo sia il pub la scelta migliore. Ce ne sono ovunque e di tutti i tipi, la cucina proposta certo non è molto varia ma discreta, si sono rivelate molto utili per le prenotazione le app, nello specifico Open Table, con un po’ di attenzione si possono anche ottenere forti sconti.
20 SETTEMBRE
Anche oggi ci attende una bella giornata di sole, va assolutamente sfruttata per vedere il più possibile. Lasciamo l’hotel non troppo tardi diretti alla Torre di Londra, l’avevamo visitata già durante il primo viaggio ma vale la pena di tornarci.
Il tasto dolente di Londra è quello dei prezzi, gli ingressi alle principali attrazioni costano mediamente 30 sterline, prezzo che comprende anche una sorta di donazione volontaria (di solito pari a 3 sterline circa) che cercano in tutti i modi di rendere obbligatoria, l’importante è sapere che si ha il diritto a non farla, basta specificarlo al momento dell’acquisto per poter pagare qualcosa meno.
Il primo ingresso utile è quasi ovunque alle 10, questo consente di prendersela comoda ma è sempre meglio arrivare subito, il motivo è sempre il solito, evitare i gruppi che rendono le visite molto meno godibili.
Parlare della Torre di Londra è di fatto parlare della storia della città, ne è uno dei simboli più importanti considerando che venne costruita nell’ XI secolo, vedere un castello medievale perfettamente conservato nel cuore di una delle più moderne città del mondo è impagabile.
Fu costruita a partire dalla fine del 1066, la Torre Bianca, che conferisce all’intero castello il nome, fu edificata da Guglielmo il Conquistatore nel 1078, ed è stata un simbolo di risentita oppressione inflitta a Londra dai nuovi sovrani. Il castello è stato utilizzato, a partire dal 1100, come prigione fino al 1952, anche se questo non fu mai il suo scopo principale. All’inizio della sua storia, il palazzo servì anche come residenza reale. La torre è un complesso costituito da diversi edifici disposti all’interno di due anelli concentrici di mura e da un fossato. La Torre di Londra ha svolto un ruolo di primo piano nella storia inglese. Subì svariati assedi e il suo controllo è sempre stato ritenuto fondamentale per il controllo della nazione. Nel corso della sua storia, la Torre di Londra, è stata utilizzata come arsenale, tesoreria, sede della Royal Mint, ufficio del pubblico registro e sede dei gioielli della corona. Tra il XVI e il XVII secolo l’utilizzo come prigione ebbe la sua fase di picco, quando molti personaggi caddero in disgrazia, come Elisabetta I quando non era ancora regina. Nonostante la sua duratura reputazione di luogo di tortura e di morte, resa popolare da propagandisti religiosi del XVI secolo e da scrittori del XIX secolo, solo sette persone sono state giustiziate all’interno di essa, prima delle due guerre mondiali. Le esecuzioni si sono più frequentemente tenute sulla famosa Tower Hill, a nord del castello.
A parte l’excursus storico la visita alla Torre è sempre molto piacevole, gli spazi permettono di visitarla anche in presenza di gruppi, e prendendosela con la dovuta calma calcolate almeno un paio d’ore per poterla portare a termine. La parte a mio parere più interessante sono le mura esterne, si possono percorrere per intero e da lì si gode una splendida vista sul Tower Bridge e anche sull’interno della Torre. In realtà c’è molto di più da vedere, io ho trovato interessante il museo dedicato al corpo dei Fucilieri, ripercorre infatti la loro storia dalla creazione del corpo fino ai nostri giorni, e ovviamente i gioielli della corona. La parte forse più rappresentativa del complesso è la già citata Torre Bianca che, come tutto il resto, è visitabile, al suo interno è stato ricavato una sorta di museo, ma quello che è più apprezzabile credo sia lo stato di conservazione della struttura, la definirei perfetta al punto tale che sembra realmente di fare un salto nel passato.
Terminata la visita alla Torre ormai è ora di pranzo, attraversiamo il Tower Bridge godendoci lo spettacolo del Tamigi e della città vista dal suo ponte più importante, e ci fermiamo a pranzare in uno dei tanti pub che costeggiano il fiume. Per il pomeriggio scegliamo di vedere qualcosa un po’ fuori dalle solite rotte turistiche, il Leadenhall Market. Per vederlo ci si deve spostare nella city, il distretto finanziario e parte più moderna della capitale inglese, per capirci è la zona dove si trovano i famosi grattacieli dai nomi particolari, Walkie Talkie, Twenty Two e The Scalpel.
Il Leadenhall Market è un antico mercato coperto che risale nella sua ultima versione al 1881, per rendere l’idea basta immaginare una meravigliosa e antica galleria inserita nel contesto di un moderno palazzo, in origine infatti venne utilizzato come mercato alimentare per poi cambiare progressivamente la propria funzione, oggi infatti ospita ristoranti e negozi alla moda. La peculiarità della galleria e dei vicoli circostanti ha fatto si che spesso venga utilizzato come location per servizi fotografici, vi sono state girate anche alcune scene dei film di Harry Potter.
Arrivati a metà pomeriggio la stanchezza inizia a farsi sentire, con la metro torniamo verso l’hotel, non prima di aver rispettato una delle più importanti tradizioni britanniche, il tè pomeridiano. A Londra non mancano le alternative, tea room più o meno chic potrete trovarle ovunque, dipende solo da quanto volete spendere, non dimenticate comunque di accompagnare tutto con una buona fetta di dolce. La scelta di Notting Hill si è rivelata fortunata anche logisticamente, dopo cena è bello passeggiare fra le case di quello che è evidentemente un quartiere non alla portata di tutti, un po’ come ripiombare nelle atmosfere dell’omonimo film.
21 SETTEMBRE
Visto che il meteo continua ad essere clemente il programma prevede anche oggi di stare all’aperto il più possibile cercando, ove possibile, di vedere qualcosa di nuovo. Per questo andiamo in metro verso il centro, più precisamente in zona Abbazia di Westminster e Parlamento. Va precisato che vista la bella giornata e il fatto che ci troviamo in pieno week-end la zona brulica già di gente di prima mattina il che non rende facile la circolazione, d’altronde era prevedibile.
Il celebre Big Bang non sarà visitabile fino al 2021 per lavori di ristrutturazione ed è circondato da orribili impalcature così come una sezione del parlamento., diciamo che se volete vedere e fotografare uno degli scorci più famosi di Londra questo non è il momento ideale. Cerchiamo qualcosa di nuovo, abbiamo infatti già visitato l’abbazia durante il primo viaggio e c’è comunque una coda infinita per entrare, destino vuole che questo sia il week-end dell’Open House. In sintesi tra oggi e domani molti palazzi che normalmente non sono aperti al pubblico saranno visitabili gratuitamente. Non lontano da noi c’è il palazzo della Corte Suprema che, come è facile immaginare, di solito non è liberamente accessibile e quindi approfittiamo subito dell’occasione.
Va detto che a Londra l’accesso a qualsiasi struttura pubblica, musei e altro, è subordinata a controlli molto severi, come quelli fatti in aeroporto per capirci. Questo significa che tra scanner ed eventuali perquisizioni di borse e zaini si tende a perdere parecchio tempo nella fase di accesso, comunque l’attesa è ripagata dal valore della visita. La parte più interessante della struttura è senza dubbio la biblioteca dove sono conservati anche alcuni quadri di valore, per il resto si tratta di una serie di uffici abbastanza anonimi, si è sorvegliati a vista quindi attenzione a non deviare fuori dai percorsi consentiti, non fareste comunque molta strada.
Usciti da qui andiamo un po’ a zonzo e finiamo davanti all’edificio del Ministero degli Esteri, visto che anche questo rientra nell’Open House ne approfittiamo. Come si può immaginare i controlli sono ancora più stringenti vista la delicatezza e l’importanza del luogo, una volta dentro però si può godere di una visita piacevole.
La parte più bella è senza dubbio l’immensa galleria centrale sormontata da un lucernario che fornisce all’ambiente una luce particolare, piacevoli anche gli uffici dove si svolgono le riunioni delle varie commissioni, un ambiente austero non abituato sicuramente alla confusione che vi regna oggi. Terminata la visita, facciamo due passi nel verde di St, James Park, lo attraversiamo fino ad arrivare nella zona di Buckingam Palace, purtroppo siamo fuori orario per assistere al cambio della guardia, ma avremo occasione di rifarci un paio di giorni dopo. Dopo la meritata sosta per il pranzo in uno dei soliti pub, dedichiamo il pomeriggio alla zona di Trafalgar Square, proprio davanti alla National Gallery. Questa meravigliosa piazza è sempre brulicante di gente, artisti di strada ovunque, predicatori che arringano la folla, manifestazioni improvvisate, insomma c’è un po’ di tutto. Senza dubbio l’impatto visivo è splendido, la piazza dedicata alla vittoria della Royal Navy contro le flotte francesi e spagnole a Trafalgar nel 1805 è dominata dall’imponente colonna dedicata al suo eroe, l’ammiraglio Horatio Nelson. La colonna fu realizzata in maniera indipendente dal progetto della piazza per commemorare la memoria dell’ammiraglio caduto proprio nella cruenta battaglia di Trafalgar, fu indetto un concorso pubblico vinto dall’architetto William Railton, quattro leoni bronzei sul basamento e sulla cima, a circa 50 mt di altezza, la figura dell’eroe a dominare la città, il tutto completato nel 1843. Molto belle anche le fontane, realizzate in origine non per accontentare un canone estetico ma solo per ridurre lo spazio aperto, furono poi sostituite sia le vasche che i sistemi di pompaggio ormai obsoleti negli anni 30 dello scorso secolo.
Ci teniamo la visita del museo per uno dei giorni piovosi che arriveranno, però questa giornata di sole vagando senza una meta precisa si sta rivelando molto positiva. A metà pomeriggio ci avviciniamo alla zona del nostro hotel senza farvi subito ritorno, abbiamo letto infatti sulla guida di un giardino giapponese il Kyoto Garden collocato proprio nel centro di Holland Park. Si trova in zona Kensington, una della più esclusive della città, la parte nord è la meno frequentata e sorge intorno alle rovine di Holland House, ci sono vari laghetti, un giardino zen e anche un ostello della gioventù. Devo dire che il mio impatto non è dei migliori, vuoi perchè è domenica e perchè c’è appunto un ostello i prati sembrano un accampamento a cielo aperto, c’è caos e il tutto onestamente mi trasmette anche una sensazione di scarso decoro e poca pulizia, anche i famosi giardini giapponesi per i quali siamo venuti qui sono in realtà ricavati in un minuscolo angolo e vista la confusione non si riesce minimamente ad apprezzarli, come esperienza insegna non sempre ciò che è riportato sulle guide risponde alla verità, o meglio bisogna sempre sperimentare di persona per capire se oltre le parole c’è qualcosa di vero. Torniamo meritatamente in hotel per riposarci e poi pensare alla cena, finisce una bella giornata alla scoperta di una Londra sicuramente diversa.
22 SETTEMBRE
Oggi è domenica e come prevede l’infallibile legge di Murphy il meteo peggiora improvvisamente, o meglio rientra in quelli che per noi dovrebbero essere gli standard della capitale inglese.
Ci svegliamo con il cielo plumbeo, come già anticipato abbiamo lasciato la visita dei musei principali proprio per queste giornate, facciamo colazione con calma e poi partiamo destinazione British Museum. Quasi tutti i musei aprono alle 10 quindi non vale la pena uscire troppo presto, va però detto che le viste le code all’ingresso è sempre meglio non tentennare. Come prevedibile c’è il pubblico delle grandi occasioni, tornelli, lunga fila, perquisizioni, scanner, tutto nel sacrosanto nome della sicurezza, di certo la sensazione non è bella, viene meno la spensieratezza e la leggerezza che situazioni simili dovrebbero trasmettere, in fin dei conti si va in un museo per sete di sapere e curiosità, anche se ormai nulla è più scontato.
Descrivere il contenuto di quello che è uno dei più importanti musei del mondo e la cui origine risale alla metà del XVIII secolo credo sia riduttivo, una parte importante dello scibile umano è contenuta qui e quando ci si mette piede si ha la sensazione di avere tutto a portata di mano. C’è una gran confusione che, nonostante gli spazi enormi, non aiuta a godersi con la dovuta attenzione le meraviglie esposte, tanto per far capire ciò che ci si trova davanti basta dire che la prima cosa che si incontra entrando al British è niente meno che la Stele di Rosetta, cioè quella che di fatto è la chiave di volta per la moderna comprensione dei geroglifici.
Ho trovato molto bella la sezione dedicata all’antico Egitto, che già di suo è un argomento affascinante, ma ci sono molte altre sezioni dedicate, dall’antico Oriente all’Europa. Una delle sezioni più affascinanti del museo è la Queen Elizabeth Great Court, di realizzazione relativamente recente visto che fu terminata nel 2000, di fatto una moderna piazza coperta, si iniziò a costruirla nel momento in cui l’enorme collezione di testi fu spostata presso la British Library a St. Pancras.
Va detto che una visita sensata di un museo simile può portare via diverse ore, se poi decidete di armarvi di audio guida ancora di più, premetto che non sono un esperto d’arte o uno storico ma ritengo anche che se si ha l’occasione di visitare una meraviglia del genere lo si debba fare con la dovuta calma senza tirar via o trascurando qualcosa.
Usciamo che si è fatta l’ora di pranzo e alla fine ci fermiamo nelle vicinanze a mangiare un boccone, piove ma per fortuna in maniera molto lieve quindi dobbiamo trovare qualcosa da fare per il pomeriggio. Tentiamo la sorte andando la mercato di Covent Garden, forse il più famoso di Londra.
L’attuale mercato si trova al posto di quello che fino alla metà degli anni ’70 dello scorso secolo è stato un mercato ortofrutticolo, oggi ci sono negozi di un certo livello e uno splendido mercatino dell’antiquariato. E’ domenica e il meteo non è favorevole quindi, come si può facilmente immaginare, c’è anche qui molta gente, una piccola parte del mercato è dedicata alle esibizioni degli artisti di strada, qui a Londra infatti non sono assolutamente osteggiati anzi hanno a disposizione spazi appositi dove potersi esibire, sempre con ordine rispetto e questo coinvolge le persone creando un bel clima allegro e rilassato.
Proprio davanti al mercato di Covent Garden ce n’è un altro più piccolo e forse un po’ meno famoso, il Jubilee Market. E’ ovviamente più recente, la sua costruzione risale infatti al 1904, ed è l’unico mercato della città ad essere di proprietà degli stessi commercianti, che a metà anni ’80 decisero di rilevarlo per evitarne il fallimento. Celebre è la visita che nel 1987 la regina Elisabetta fece di persona, ricordata da una lapide su una delle facciate della struttura. Durante la settimana si alternano vari tipi di bancarelle, nel week-end oggettistica fatta in casa, il lunedì l’antiquariato, e nei giorni restanti il mercato generale.
Consiglio di visitare proprio davanti all’ingresso laterale del mercato di Covent Garden, colpisce infatti lo stile, la chiesa risale al 1633 e fu volutamente costruita in stile etrusco sulla falsa riga del tempio di Vitruvio, mi ha colpito molto il cortile (o court per essere più precisi) che accompagna all’entrata ovest della chiesa. Nei paesi anglosassoni anche i cortili sono una forma d’arte, immediatamente il ricordo va ad una recente visita di Edimburgo dove i courts sono una sorta di istituzione a cui non si può non rendere omaggio.
Ad ogni modo arriviamo lentamente all’ora di rientrare verso l’hotel per riposarci un po’, il meteo alla fine è stato abbastanza clemente, ha piovuto a ridosso dell’ora di pranzo e poco altro, per domani però da previsioni ci attende una giornata di sereno che ci prepariamo a sfruttare.
23 SETTEMBRE
Oggi è lunedì e il meteo torna ad essere decente, è quindi il momento per vedere alcune cose che avevamo in programma e che ci siamo tenuti appositamente per oggi. Per prima cosa torniamo in centro, e torniamo nuovamente a Covent Garden. La scusa è che dobbiamo comprare qualche souvenir da portare a casa, la verità è che vorremmo rivedere il mercato in un momento meno caotico. La differenza dal giorno prima è tangibile, al di là del solo che splende seppur pallido non c’è praticamente anima viva, i commercianti stanno ancora allestendo le bancarelle e questo mi permette di scattare le foto che non ero riuscito a fare il giorno prima.
Riprendiamo il nostro pellegrinaggio per il centro della città e troviamo il tempo anche per una pausa divertente al negozio Lego di Leicester Square, giusto qualche minuto per tornare bambini. La passeggiata continua verso Piccadilly Circus, il cielo torna ad essere grigio ma secondo le previsione dovrebbe reggere per la giornata, quindi, quasi inaspettatamente ci ritroviamo dalle parti di Buckingam Palace proprio all’ora giusta, cioè quella del cambio della guardia. Avevamo assistito allo spettacolo già durante il primo viaggio, ma sono quelle esperienze che non ci si stanca mai di ripetere. Come ricordavo, è una procedura piuttosto lunga e spettacolare, di fatto i membri della guardia compiono il loro percorso letteralmente pedinati dai turisti che scattano foto a ripetizione, e fra di loro ovviamente ci sono anche io.
Quando terminiamo si è fatta l’ora di pranzo e trascorriamo la meritata pausa in uno dei soliti pub che pullulano in città, per occupare il pomeriggio decidiamo di tornare verso la zona dell’hotel, ma di fermarci prima a visitare Kensinton Palace che è ad un tiro di schioppo dal nostro hotel. Il grigiore della giornata purtroppo non contribuisce a far risaltare la bellezza del luogo, c’è pochissima gente e questo ci permette di non fare code ed entrare subito. La struttura non è totalmente visitabile, lo sono solo gli appartamenti della Regina Vittoria, visto che il resto della struttura ospita uffici e stanze private di alcuni membri della famiglia reale. La visita è in realtà un viaggio attraverso la vita di Vittoria, foto, abiti, memorabilia conducono lo spettatore nel suo mondo cercando di far rivivere la grandezza di questo grande personaggio. La visita non porta via molto tempo in effetti, e va considerato che visto il tempo e l’orario non vale neppure la pena fermarsi nell’adiacente Orangerie per il classico afternoon tea.
Concludiamo la giornata consapevoli che l’indomani ci attende pioggia, addirittura ci sarà allerta meteo, pensavo che fosse una cosa tipicamente italiana invece vedo che ormai anche in questo tutto il mondo è paese, e poi si dice che i cambiamenti climatici sono un’invenzione.
24 SETTEMBRE
Ultimo giorno in una piovosa Londra che trascorreremo in giro per musei, appositamente tenuti proprio per oggi. Non mi dilungherò su contenuti o valutazioni, anche perchè non ne sono in grado, iniziamo il nostro giro dal Museo di Storia Naturale. Questo tipo di musei è su misura per le famiglie, ci sono moltissimi bambini, in effetti qui ci sono tutti i presupposti per coinvolgerli. E’ diviso ovviamente in varie sezioni, quella forse più pittoresca e che suscita il maggiore entusiasmo è quella dedicata ai dinosauri con tanto di ricostruzioni a grandezza naturale di questi splendidi giganti ormai estinti. Considerate per la visita almeno un paio d’ore, all’interno c’è anche modo di pranzare ma preferiamo uscire per mangiare in zona, e recarci subito dopo al Victoria and Albert Museum il cui ingresso è proprio lì davanti. È uno dei più importanti musei del mondo dedicati alle arti minori, non mancano sezioni sezioni dedicate alla pittura, scultura ed architettura.
Ci sono opere che abbracciano il Rinascimento italiano, da Botticelli a Canova e Donatello solo per citarne alcuni passando per Michelangelo e Raffaello. Diciamo che per gli appassionati d’arte questa è una tappa imperdibile, notevole anche le sale dedicate alle Cast Courts, in pratica una serie di calchi realizzati alla fine dell’800 di tutte le più importanti opere scultoree italiane ed europee, fra cui addirittura il portale della basilica di San Petronio a Bologna o il portico della Gloria della cattedrale di Santiago de Compostela.
Terminata la visita e visto che il meteo ci concede una piccola tregua decidiamo di concludere la giornata e quindi anche la nostra esperienza londinese alla National Gallery dove non siamo ancora stati. Anche qui l’ingresso è gratuito così come in tutti gli altri grandi musei della città, che siate o meno appassionati d’arte e di pittura in particolare non potere non visitarla almeno una volta nella vita.
La National Gallery a differenza di alcuni altri musei europei non nasce con la nazionalizzazione di alcune gallerie private ma nacque nel 1824 quando la Corona britannica acquistò 38 opere dal banchiere John Julius Angerstein. Col tempo la galleria ha raggiunto risultati straordinari, forte anche degli approfonditi studi inglesi nel campo della storia dell’arte: contando più di duemila opere esposte, ha il punto di forza nel possedere almeno un’opera di praticamente qualsiasi grande maestro europeo,completa negli episodi salienti delle scuole italiana, fiamminga, olandese, spagnola, francese e, naturalmente, inglese. I vari contesti storico-artistici possono inoltre essere pienamente rievocati da una grande ricchezza di opere di maestri “minori” e di scuole locali.
Si conclude a mio parere nel migliore dei modi la nostra seconda visita alla City, abbiamo visto tanto, ci siamo divertiti staccando un po’ la spina dalla quotidianità, ogni volta che ritorno a casa mi domando se un giorno tornerò in quella città o luogo, non conosco mai la risposta ovviamente ma in fondo anche questo fa parte del viaggio e della sua bellezza.