Ancora Livigno: dal fondovalle alle vette
Ormai ho perso il conto di quanti post ho dedicato alla magnifica vallata alpina che si estende dal Passo della Forcola al lago di Livigno perché le attività offerte dal territorio sono molteplici e annoiarsi è impossibile. Sport, divertimento, natura, buon cibo e ospitalità contraddistinguono la località valtellinese.
Il tragitto da casa è di appena un paio d’ore tuttavia, appena scesi dall’auto, pare di aver attraversato l’oceano tanto è il benessere che ci pervade. L’umore è totalmente cambiato e conta solo la serenità della nostra piccola famiglia.
L’accoglienza dell’albergo Capriolo (capriololivigno.com), un family e wellness hotel sorto in posizione privilegiata, appena fuori dalla ressa dell’area pedonale e con una vista splendida sul fondovalle, favorisce di certo tali percezioni.
Si viene ricevuti in un ambiente caldo, pulito, rustico ed elegante insieme, in cui il legno e la pietra si armonizzano a vicenda. Il personale e i proprietari sono squisiti e subito ci invitano a usufruire della piscina e dell’area benessere: due gioiellini della struttura. Come gli spazi comuni, anche le camere accolgono al meglio gli ospiti, tutto è profumato e le dimensioni dei bagni sono confortevoli. Nel piano interrato si apre il bar accanto alla sala colazione e, per la gioia di noi genitori, c’è una grande area bimbi con moltissimi giochi: perfetta per consumare i pasti in tranquillità. Vi anticipo subito che, avendo prenotato la mezza pensione, abbiamo cenato qui ed è stata una esperienza deliziosa. Il cibo è di qualità, la scelta è varia e le porzioni sono abbondanti. Cosa si può pretendere di più? Stesso elogio per la colazione: squisita e con una varietà di dolci che ha superato le nostre aspettative.
Altro punto di forza della struttura è il noleggio biciclette gratuito. Trovandosi a una manciata di passi dalla bella pista ciclabile che costeggia il fiume è un servizio comodo e molto apprezzato anche da noi.
Giusto il tempo di abbandonare la borsa in stanza e montiamo subito sulla due ruote dotata di seggiolino per Leonardo, nostro figlio.
Scorrazzare in piena libertà e senza fatica, vista la bassissima pendenza della ciclabile, con lo zaino imbottito di leccornie per il pic-nic non ha prezzo. Questo appagante stato d’animo ce lo sa regalare solo la bici… un tempo anche la moto suscitava in noi la stessa libertà, ma su quella non possiamo portarci Leonardo!
Non è difficile trovare una panchina anzi, c’è l’imbarazzo della scelta.
Scegliamo i tavolini del parco giochi vicino alla partenza della funivia Mottolino, fornito di ombrelloni, fontane e bagni. Ce la prendiamo comoda, qui la parola fretta non esiste. Tra un boccone e l’altro ammiriamo i fianchi prativi delle montagne con le baite sparse qua e là, le pinete e le cime innevate. E’ un’oasi verdeggiante.
Stiamo vivendo un sogno a due passi da casa e lo assaporiamo pienamente.
Senza guardare l’orario riprendiamo a pedalare in direzione del lago. Superata la Latteria di Livigno la valle si restringe, la pista diviene sterrata e i prati pianeggianti cedono il posto all’acqua. Gli ultimi chilometri si percorrono all’ombra dei larici per poi superare un ponticello, una breve salita e sbucare nello spazio riempito da tavoli, panche e giochi del Ristoro Val Alpisella (http://www.alpisella.it/).
E’ il punto di partenza per molte escursioni, a piedi e in bicicletta, che conosciamo. Da qui si possono raggiungere i meravigliosi laghi di Cancano e Trepalle. Stavolta però non vogliamo faticare e sediamo vicino alla staccionata al di là della quale se ne stanno due teneri asinelli. Il profumo del cibo rustico (polenta, salsicce, formaggi) che sfugge dalla cucina, e dal paiolo, stuzzica le narici nonostante abbiamo già mangiato. Ci tratteniamo ordinando solo un dolce e due caffè, entrambi buoni, ma se siete a stomaco vuoto vi consiglio di provare la cucina. Non rimarrete delusi.
Dopo un tempo non quantificato in ore e minuti torniamo in dietro. La pedalata è breve, perché un edificio ristrutturato con eleganza ci costringe a fermare. Si tratta del locale da poco inaugurato Al Mond Vei. Bar, ristorante e gelateria. Noi assaggiamo dell’ottimo gelato biologico poi, invitati dal personale, tutti ragazzi giovani e gentilissimi, diamo un’occhiata agli interni. Ne rimaniamo colpiti. Legno, pietra, dipinti, sculture e campanacci. La taverna coi vini è caratteristica, così come la sala e lo spazio esterno ben tenuto. E’ un luogo dove vorremmo tornare per assaggiarne i piatti.
Scateniamo di nuovo le due ruote per spingerci ben oltre l’albergo, verso il passo della Forcola, quindi facciamo dietro front per ‘tuffarci’ ancora nella lieve discesa fino all’ultimo ponte sul fiume prima del bacino lacustre. Lo attraversiamo per invertire ancora la rotta e percorrere il centro del paese. La ressa di agosto fortunatamente è passata ed è possibile sbirciare le vetrine senza urtare altre persone e sgomitare.
L’eccellente cena all’hotel Capriolo e un’ultima passeggiata per Livigno coronano un sabato da sogno del quale non cambieremmo neppure un respiro.
Il cielo della domenica mattina è incantevole, di quelli che si vedono solo a settembre. Un blu intenso privo di nuvole e foschia esalta la brillantezza dell’erba e disegna in maniera netta i profili dei monti. E’ il tempo perfetto per andare in montagna. La prelibata colazione ci carica delle energie fisiche e mentali necessarie per la camminata. Concediamo a Leonardo ancora del tempo nell’area bimbi mentre noi sorseggiamo un ultimo caffè.
L’escursione al Crap de la Parè comincia dall’ampio parcheggio del Passo Eira, distante 3 chilometri dal paese di Livigno e posto a 2216 metri di quota.
Si tratta di un’escursione adatta alle famiglie sia per la facilità del percorso, il dislivello è di soli 164 metri e si cammina sul sentiero numero 134 ben segnalato, che per la lunghezza, 2 chilometri e mezzo percorribili a passo lento in circa un’ora. L’unica difficoltà del tracciato è il tratto di salita iniziale che serve a superare le colline rivestite di arbusti e cespugli d’erba. La fatica è però subito ripagata dalla vista semplicemente eccezionale. Il panorama si apre a 360° intorno a noi e ci accompagna fino all’arrivo, a 2380 metri di altezza, dove svetta la grande croce illuminata durante la notte. In effetti il Crap de la Parè è detto il monte della Via Crucis e, salendo, delle croci di dimensioni minori identificano le diverse stazioni.
Mentre si cammina bisogna fermarsi di continuo perché il paesaggio ti costringe a osservarlo e così è facile inciampare. I massicci sopra cui esistono ancora i ghiacciai fanno da sfondo ai picchi meno elevati e solo spruzzati di neve. I loro pendii scivolano verso il basso a formare la lunghissima vallata di Livigno, la val Federia, l’avvallamento del passo del Foscagno e la gola del lago di Livigno. Visto dall’alto, la sua forma appare ancora più stratta e allungata e sulla superficie si specchia il grigiore delle pareti ripide e franose.
E’ d’obbligo concedersi del tempo per comprimersi bene nella mente un tale panorama per poi poterlo ricordare una volta tornati a casa.
Con un’ultima passeggiata in paese si conclude questo meraviglioso weekend.
Delle giornate come quelle appena trascorse ci permettono di affrontare al meglio la routine della settimana. Riempiono di forze il fisico e al contempo rilassano i nervi. Gli impegni opprimono di meno e lo spirito è leggero.
Ce ne andiamo da Livigno con la speranza di viverne ancora molti di momenti così.