Estate in città: Sassuolo!
Le estati in città son ricche di luoghi da visitare completamente privi di folla, perché non scrivere anche della propria City? È così affascinante il deserto che si forma nelle torride giornate di Luglio e Agosto… luoghi d’incanto ne esistono anche vicino a casa senza dover spostarsi troppo dalla propria dimora, luoghi forse conosciuti non troppo a fondo… forse completamente sconosciuti ma che fanno comunque parte del tuo vivere quotidiano… Che dire di Sassuolo? È un’orrida cittadina prevalentemente concentrata sull’industria ceramica, poco turismo anche se racchiude in se alcuni elementi che potrebbero renderla ricca di storia e possibili innovazioni. Le mie passeggiate a piedi si susseguono per i viali in cui scopro quasi sempre qualcosa di nuovo anche se, ammetto, dopo anni la visuale è divenuta ormai monotona e conosciuta. Cosa dire di questa city? È ricca di capannoni da ceramica vuoti, presunto amianto in alcuni e ponti pericolanti come si trovano in molte città d’Italia.
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A voi la storia del ponte della Veggia (minuscolo quartiere)
Eccomi giunta nei pressi del ponte, quello della Veggia è sconsigliabile farlo a piedi nonostante la presenza di un antico marciapiede. Essendo venuta a conoscenza di un ponte costruito appositamente per consentire il passaggio dei pedoni tra un comune e l’altro, inizio la ricerca.. Chiedo informazioni a due signore, gentilmente una di queste mi indica il percorso, scopro però che conduce a una proprietà privata. Torno sui miei passi e cerco una strada differente, purtroppo devo camminare fino al rondò della circonvallazione per poi seguire, al fianco della ceramica “Gazzetti” , il sentiero che conduce al percorso natura Secchia. Il tutto è molto bello, si trova la zona di addestramento Cinofila, un laghetto, giochi per bambini e tanto verde. Dopo essermi storta una caviglia in un’asse conca del ponticello in legno, proseguo la ricerca.. Moderno e costruito bene, il paesaggio è incantevole ma,mi accorgo immediatamente che il ponte attraversa solo il fiume e non lo stradone… “AH!!! OK…” esiste un sottopasso che ti permette di attraversare anche la strada… Nel frattempo incontro un vecchio che mi spiega le varie vie… Castellarano, a destra arrivi a Villalunga e, con tono orgoglioso e soddisfatto, mi informa che diritto arrivi anche fino a Modena. Lo lascio alle sue convinzioni da pensionato e percorro il sottopasso…terminata la salita, mi trovo di fronte a un percorso di scuola guida per Moto con tanto di birilli a terra pronti per essere evitati. Li osservo un pò per poi proseguire verso il ponte della Veggia dal lato opposto costeggiando la circonvallazione. Sono così costretta ad attraversare il ponte della Veggia a piedi.. Con la videocamera in mano raggiungo il marciapiede completamente distrutto, vi sono crepe visibili ed evidenti in almeno tre punti e non oso immaginare il lato in cui passa il treno. Sono nettamente visibili i tubi in ferro e, in alcuni punti, il cemento si è trasformato in sassi In compenso il panorama del fiume è fantastico!!! Fortunatamente non è passato il treno ma è passata una bicicletta che porta a ingombrare lo stretto ponte.
Il centro
Attraversare il centro è ormai mia consuetudine durante le famose passeggiate, via Menotti un tempo famosa per le continue passeggiate serali è, oramai, ridotta in un desertico luogo di passeggio canino per raggiungere il Palazzo Ducale e il suo Parco, nulla di interessante c’è nel percorso se non qualche negozio, un poco di musica data dall’unico Bar della piazza dell’Orologio. Contesto grazioso che non offre nulla se non un giretto tra i viali e mercatini occasionali. Per trovar qualcosa di interessante occorre spostarsi un poco per raggiungere la provincia o Comuni adiacenti, una cosa è certa; è una City ricca di possibilità di transito economico data l’ancor presenza di molte industrie importanti tra cui la vicinanza della Ferrari e della Maserati.
Palazzo Ducale di Sassuolo e le sue pertinenze
Il classico palazzo con le scalinate esterne in ingresso non è una prerogativa di questo contesto essendo ben nascosto e recintato e, purtroppo, tenuto chiuso al pubblico. Nemmeno la classica residenza estiva con le siepi da giardino ben curate sono una tipicità di questa struttura… la guida è stata attenta a informar tutti che, dov’era presente il parco ducale, un tempo c’era un bosco per dare vigore e importanza alla caccia, il fiumiciattolo che ora è presente era un torrente che si collegava con quelli presenti a Modena per dare importanza al commercio. Anche la Peschiera aveva una sua rilevanza; luogo di giochi e di divertimento, denominata “teatro delle fontane”, presentava un’articolata scenografia ripartita in tre ordini ed ornata da statue, grotte, nicchie, mosaici, stucchi, fontane e balconate per i musici. Sul fondo la Peschiera era chiusa da un’alta quinta a forma di montagna, sormontata dall’aquila simbolo della casata estense. Dall’ex torre divenuta terrazza panoramica non ricordo bene quando, si vede il piazzale di ingresso e la chiesa di San Francesco in Rocca. Nella maggior parte delle stanze sono ancora vistose le pareti decorate, percorrendole mi sono soffermata a immaginarle ricche di arredi.
Inoltre la curiosità di sapere cosa c’è e cosa c’era negli altri due piani del palazzo è veramente forte… La tentazione di varcare furtivamente la misera cordicella per scendere a curiosare un poco è stata forte… Abbandonare la guardia per scivolare negli altri due piani scavandone i segreti.. -C’erano anche le prigioni? sicuramente…
-Ci sono i passaggi segreti?
-E i bagni? a parte il truccatoio non ne ho visti… (se non un finto camino adibito a una funzione simile…)
In realtà la zona a piano terra già l’ho visitata quando ha ospitato i quadri delle zone colpite dal terremoto. Si potevano vedere i danni e il lavoro che dovevano impiegare per togliere fango e ricostruire i pezzi danneggiati dalla rovina. Rimanendo quieta ho invece seguito la folla per ascoltare la guida e le sue informazioni… Colori marmorizzati prendono il posto di quadri tolti dalle pareti originali… Certo è che, di pazienza ne dovevano avere parecchia per decorare così tanto… Ci sono una marea di dipinti che non saprei minimamente descrivere. Posso solo dire di essere rimasta affascinata da alcuni piccoli particolari come questo pezzo di puzzle nella stanza del vento. Dimenticavo di scrivere che ogni stanza ha una raffigurazione e una rappresentanza differente perciò, come ogni vecchio rudere che si rispetti, le pareti sono decorate a tema. La stanza di Bacco si differenzia da quella della fortuna; la stanza con gli dei della settimana è piccola e stretta all’opposto, lo stanzone di ingresso è ricco, ampio e dettagliato nei particolari e nei colori…
E nelle vicinanze? Il Castello di Montegibbio
Sul Sito di Montegibbio troverete indicazioni più dettagliate io, al momento, vi posso parlare solo della mia esperienza nella visita. In occasione della Giornata dei I luoghi del Cuore Fai sono entrata nelle stanze del Castello ormai usurate dal tempo e, alcune, non pienamente accessibili perché pericolanti.Tutto l’anno è possibile visitare La Corte e il sottostante “Parco” ma, solo in rare occasioni, le porte vengono aperte per permettere di osservare l’interno e le antiche stanze. Purtroppo alcune zone non è comunque possibile visitarle e altre, come la terrazza e la stanza adiacente, sono percorribili solo in determinati punti o in gruppi in numero ristretto di individui. Il mobilio non è sempre presente ma è sistemato solo nelle occasioni di apertura completa al pubblico solo la chiesa rimane integra nella sua struttura.
La Pietra di Bismantova
È stata nominata da Dante Alighieri in uno dei canti della Divina Commedia…
Giungo alla Pietra di Bismantova in un’orario in cui il sole è sceso un poco dalla vetta, la modifica all’ora legale ha reso questa giornata un poco assonnata,ma la voglia di risalire la pietra, dopo lunghi mesi trascorsi a stagionare tra le mura riscaldate, è immensa. Sole? più che altro nuvole ma, sporadicamente, i raggi filtravano illuminando il percorso ginnico… Anche il bastoncino a lato mi ha indicato il percorso peccato però che, la solita via, è attualmente chiusa per lavori. Sono però riuscita ad avere l’informazione di un secondo sentiero posto dietro al rifugio. Mi dirigo verso il percorso ma, poco dopo, ecco che il sentiero inizia a diventare fangoso e “sdrucciolevole” la poca presenza dei raggi solari non ha asciugato il terreno e la presenza della neve sulla cima non aiuta… LA NEVE???? La neve sulla pietra? Dev’essere fantastico vedere la cima completamente ricoperta di bianco ma, ahimè, non ho le scarpe adatte.. Torno così sui miei passi per modificare il mio percorso e dirigermi verso Sasso Lungo una parte della pietra di Bismantova, un punto in cui, chi pratica arrampicata sportiva e bouldering, può iniziare il suo addestramento.
Anche a Sasso Lungo non si riesce ad arrivare, sul sentiero c’è un lieve strato di neve che umidifica e rende scivoloso ogni passo… Purtroppo non posso proseguire.. qualche passo l’ho fatto ma non certo i KM che avevo in mente per togliere tutto questo lardo addominale… L’andatura è lenta e i piedi sono ben puntati e saldi (almeno ho fatto un po di glutei!!!), la passeggiata è durata un’oretta e mezza e, per questo motivo, la missione della giornata ha avuto esito negativo!!! Ho goduto però di splendidi paesaggi e, devo ammettere che, chi pratica bouldering, attira molto lo sguardo e la curiosità dei passanti… I gruppi erano due e il pericolo non sembra piccolo.. sono passata ed ho sentito “In basso il sasso” cioè… già sei l’ultimo… hai pure la sfortuna di trovarti un masso lasciato cadere da chi è più avanti di te…. I massi caduti durante il corso degli anni sono veramente molti, il più famoso è “Diamante” quello che si trova di fianco al parcheggio ma, anche seguendo il sentiero, se ne notano parecchi. Purtroppo questo è un fenomeno naturale che non è possibile evitare, comè naturale la disgrazia che, occasionalmente, dalla pietra “piovono cadaveri”… questo è il luogo prediletto per i suicidi… la mente umana è veramente contorta… come si fa ad utilizzare un così bel contesto per una missione così priva di calore?
Riserva Naturale delle Salse di Nirano
È un fenomeno geologico unico in Italia, proprio per questo tutta la zona è una riserva naturale. Qui, nel cuore degli Appennini, dal cuore della terra erutta fango misto ad idrocarburi, soprattutto metano, e sul terreno si creano queste collinette fangose, alte anche qualche metro, al cui interno ribolle il fango. Per chi ama passeggiare, un giusto luogo per assaporare la natura in tutte le sue forme!!! Le salse di Nirano sono uno dei luoghi prediletti per una salutare scarpinata sulle colline, oggi 2 ore e 1/2 di camminata ginnica ammirando il dolce spettacolo del risveglio della natura! Un pomeriggio ad ammirare i boccioli in fiore, i primi ramoscelli del mio salice piangente preferito e verdi distese di Prato dal fascino surreale..
La house del Rossi è tremenda!!! Non fai in tempo a girare l’angolo che già si intravedono le scritte… Grazie a vicini tolleranti che non pare si mettano a cancellar nulla o a protestare per scritte sconfinanti, Via Divisione Tridentina appare tutta così!!! (vedi Photo allegata) Chissà che vita dover scollegare i fili del campanello di casa o non poter uscire per la perenne folla presente… Voi la fareste una vita così? Io non so… non saprei… penso sia difficile abituarsi a tutto questo!
Modena, dimora dell’artista Pavarotti – Il sentiero per arrivare alla casa è un po’ nascosto e la dimora stessa non ha molti cartelli di indicazione ma possiede un parcheggio/prato nelle immediate vicinanze. L’ultimo piano è fantastico, il lucernario intrecciato alle tavole in legno rende chiaro il locale, il distacco moderno/antico del letto e il soppalco del terzo piano ampliano la stanza rendendola in armoniosa armonia con il piano sottostante, scena intravista da un grazioso balconcino. Diversamente non ci sono molti oggetti appartenenti a lui, ho visitato case maggiormente ricche di ricordi ma, nonostante ciò, alcuni particolari meritano di essere osservati.